Sei sulla pagina 1di 2

NAPOLEONE

La vita
Napoleone a 15 anni si iscrisse alla Scuola Militare di Parigi e a 16 anni ottenne la nomina a sottotenente. Allo scoppio
della rivoluzione francese assunse il grado di tenente colonnello della Guardia Nazionale. Nel 1973 divenne tenente
colonnello addetto all’artiglieria e fu nominato comandante della piazza di Parigi con l’incarico di salvare la Convenzione
Nazionale. Successivamente fu nominato generale del Corpo d’armata dell’Interno.

Le prime campagne militari


Nel 1796 la Francia decide di attaccare l’Austria e il Direttorio, per distrarre l’esercito austriaco, decise di attaccarla sul
fronte italiano. L’esercito mandato in Italia fu affidato al generale Napoleone e inizia così la campagna d’Italia, in cui
Napoleone dimostrò il suo genio militare e politico, riuscendo a sconfiggere le forze austriache e piemontesi. I
piemontesi furono costretti all’armistizio di Cherasco e con il trattato di Parigi venivano cedute alla Francia Nizza e la
Savoia. Contemporaneamente Napoleone batteva gli Austriaci ed entrava a Milano (maggio 1796), liberandola dalla
dominazione asburgica. Subito dopo Bologna, Ferrara, i Ducati di Parma e Piacenza furono occupati dai francesi e si
formò nel 1796 la Repubblica Cispadana. Si formarono così le repubbliche giacobine: nel 1797 occupò Venezia e
costituì la Repubblica Ligure e dopo venne proclamata la Repubblica Cisalpina, con capitale Milano, unendo la
Cispadana con la Lombardia. Venne costituita poi la Legione lombarda, prima forza armata italiana che adotta la
bandiera Tricolore (Verde, Bianco e Rosso)e nelle repubbliche furono subito emanate delle Costituzioni, simili a quelle
francesi. Nel 1798 il popolo romano dichiarò deceduto il potere temporale del Papa e venne proclamata la Repubblica
Romana e nel 1799 i repubblicani, i giacobini e i filofrancesi napoletani costituirono la Repubblica Partenopea.
Napoleone però nel 1797 firmò il Trattato di Campoformio con cui la Francia acquisiva i Paesi Bassi e la riva sinistra del
Reno e in cambio cedeva agli Austriaci Venezia, che perdeva la sua secolare indipendenza. Con il trattato Napoleone
suscitava la delusione di tutti i patrioti italiani che avevano visto in lui il liberatore dell’Italia.

La campagna d’Egitto
Nel 1798 il Direttorio, geloso del potere di Bonaparte, lo incaricò di occupare l’Egitto, per contrastare l’accesso inglese
all’India. Dopo la vittoria contro gli inglesi nella Battaglia delle Piramidi, Napoleone entrò al Cairo e occupò l’Egitto.
Napoleone, ispirato dall’Illuminismo, affiancò ai soldati un gruppo un gruppo di studiosi che portarono alla luce l’antica
storia dell’Egitto e fecero nascere la moderna egittologia, soprattutto grazie alla scoperta della Stele di Rosetta. Il 1
agosto 1798 la flotta di Napoleone in Egitto fu distrutta dall’ammiraglio Nelson nella baia di Abukir. Allora Napoleone
decise di occupare la Siria ma successivamente l’assedio si concluse con un fallimento. Ritornato nel Cairo, Napoleone
sconfisse un esercito di oltre diecimila ottomani nella battaglia terrestre di Abukir, ma decise di tornare precipitosamente
in Francia.

Il ritorno in Francia
Nell’agosto 1799 l’esercito francese aveva subito sconfitte dalla 2°coalizione antifrancese formata dall’alleanza tra
Inghilterra, Austria e Svezia e il Direttorio era ormai privo di potere. Era anche ripresa la guerra in Italia e le repubbliche
erano state attaccate dagli austriaci. Anche la Repubblica Partenopea , creata dalla cacciata dei Borboni, cessò di
esistere e la Repubblica Napoletana ebbe breve vita, poiché il popolo di Napoli, i “lazzari”, oppose resistenza
all’avanzata francese ed era contro il governo repubblicano. Strumentalizzati dalla chiesa e dai Borboni, i lazzari
lottarono per il rientro di Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli, e formarono l’esercito dei sanfedisti, guidato dal
cardinale Ruffo. Nel giugno 1799 i sanfedisti vinsero e Ferdinando IV rientrò a Napoli sotto la tutela di Nelson. I
repubblicani napoletani furono decimati e poi la Lombardia fu di nuovo occupata dagli austriaci e i francesi vennero
cacciati dall’Italia.

Il colpo di stato
Napoleone riunì a Parigi i cospiratori decisi a rovesciare il Direttorio e riuscì a far votare al Consiglio degli Anziani e al
Consiglio dei 500 una risoluzione per trasferire la 2 Camere fuori Parigi, a Saint Cloud, il 18 brumaio 1799 (9
novembre). L’intenzione di Napoleone era di portare la 2 Camere a votare autonomamente il loro scioglimento e la
cessione dei poteri nelle sue mani. Le Camere poi vennero sciolte e fu votato il decreto che assegnava i pieni poteri a 3
consoli tra cui Napoleone.

Il consolato
Venne redatta la nuova Costituzione dell’anno VIII (1799), che ratificata con un plebiscito popolare, legittimava il colpo
di Stato. Napoleone si fece nominare primo console e ridiede alla Francia una struttura amministrativa accentratrice
attraverso il sistema dei prefetti. Le casse dello Stato venivano risanate dalle conquiste di guerra, dalla reintroduzione
delle imposte indirette e dalla fondazione della Banca di Francia. Fu concluso un Concordato con la Chiesa in cui si
stabiliva che il Cattolicesimo era “religione della maggioranza dei Francesi”(non religione di stato), ma non venivano
riconsegnati al Clero i beni espropriati durante la rivoluzione. Nel campo dell’istruzione, Napoleone istituì i licei e i
politecnici per formare una classe dirigente preparata. Nel campo sociale si schierò per gli imprenditori e represse le
organizazzioni operaie e introdusse l’assistenza ospedaliera e sociale statale. Redasse il Codice Civile/Codice
Napoleonico che legittimò le conquiste della Rivoluzione Francese e fu esportato in tutti i paesi napoleonici. Esso
eliminava i retaggi dell’ancien regime e fu preso a modello dagli altri Stati europei, ed oggi è la base del diritto italiano. Il
codice creava una società prevalentemente borghese, in cui venivano consacrati i diritti di eguaglianza,sicurezza e
proprietà. In campo militare tra il 1800 e il 1802 sconfisse l’Austria, l’Inghilterra e la Russia e riconquistava la
Repubblica Cisalpina con la Battaglia di Marengo. Nel 1802 si fece proclamare Console a vita con un plebiscito e il 18
maggio 1804 con la Costituzione dell’anno XII il Senato lo proclamò Imperatore dei Francesi. Il 2 dicembre 1804 fu
celebrata la cerimonia di incoronazione a Notre Dame, dopo che le insegne imperiali furono benedette da Papa Pio
VII.

L’impero napoleonico
La monarchia rinasceva in Francia, ma non era la stessa del 1789, poiché Napoleone era “Imperatore dei Francesi per
volontà del popolo”. Non veniva ricostruita la nobiltà feudale e rimanevano i principi di eguaglianza. Napoleone era
l’imperatore rivoluzionario (paradosso).

La conquista dell’Europa
Nel 1805 si formò in Europa la 3° coalizione antifrancese e Napoleone, al comando della Grande Armata, poi sconfisse
tutte le forze nemiche tranne l’Inghilterra, che vinse la battaglia navale di Trafalgar, dove morì Nelson. Nelle battaglie
terrestri era invincibile e sconfisse l’Austria (1805) ad Ulm e ad Austerlitz , la Prussia a Jena (1807), la Russia a
Friedland (1807). La repubblica Italiana fu proclamata Regno d’Italia nel 1805, Napoleone ne assunse la corona e
affidò il suo governo al figliastro Eugenio Beauharnais. Sul trono del Regno di Napoli, deposti i Borboni, fu messo il
cognato Gioacchino Murat. Il Regno di Spagna fu dato al fratello Giuseppe Bonaparte e il Regno di Olanda toccò al
fratello Luigi. Anche il portogallo fu occupato dai francesi ed infine Napoleone occupò Vienna nel 1809 e per garantire la
pace tra Austria e Francia, divorziò da Giuseppina Beuharnais e sposò Maria Luisa, figlia dell’imperatore austriaco.

Il dispotismo napoleonico
Nel 1810 l’Europa era ridisegnata, i territori francesi erano vasti e gli altri Stati europei erano satelliti o alleati. Il sistema
adoperato per garantire il controllo del vasto impero fu quello del nepotismo, che ostacolava la possibilità di avere
governi efficienti. L’unico stato ancora inespugnato rimaneva l’Inghilterra e Napoleone avviò il Blocco Continentale per
metterlo in ginocchio. Molti paesi europei non aderirono al blocco e continuarono ad avere scambi col nemico. In molti
paesi occupati iniziarono a scoppiare rivolte, come l’insurrezione spagnola che sfociò in una guerriglia continua contro
i francesi e a Cadice (Spagna) gli insorti si diedero una Costituzione che divenne il simbolo della lotta del dispotismo.

La campagna di Russia
Alessandro I di Russia aveva cominciato a temere Napoleone e rifiutò di collaborare al Blocco Continentale. Nel 1812
Napoleone invase la Russia e i russi decisero di utilizzare la tattica della ritirata piuttosto che scontrarsi contro l’esercito
napoleonico. I Russi furono sconfitti nella Battaglia di Borondino e Napoleone entrò a Mosca , immaginando che lo zar
Alessandro I avrebbe negoziato la pace. Nella notte però Mosca bruciò e Napoleone fu costretto alla ritirata. Nel corso
della ritirata la Grande Armata francese soffrì gravi perdite per gli attacchi della cavalleria cosacca e i resti dell’armata
vennero annientati dal grande freddo russo (il “generale inverno” ). Napoleone poi abbandonò la Russia e tornò in
Francia.

La disfatta
Le potenze europee formarono la 6° coalizione tra Austria, Prussia, Russia e Svezia e altre potenze europee, e nel
1813 sconfissero l’esercito francese a Lipsia (Germania). Rientrato a Parigi, Napoleone doveva subire
l’insubordinazione di tutti i corpi politici: le Camere denunciarono la sua tirannia, la nuova nobiltà gli girò le spalle, il
popolo rimase freddo e i marescialli dell’Impero cominciarono a defezionare.

L’abdicazione e l’esilio
Il 6 aprile 1813 Napoleone abdicò e fu sconfessato dal Senato. Fu esiliato all’isola d’Elba e riportarono i confini al
1792. Napoleone riceveva notizie sulla situazione francese: l’erede al trono in linea di successione, Luigi XVIII di
Borbone, stava smantellando le conquiste della Rivoluzione legittimate da Napoleone. Intanto si riuniva il Congresso di
Vienna (congresso internazionale per attuare la Restaurazione) con il ritorno sui troni europei dei legittimi sovrani.
Queste notizie portarono Napoleone ad agire e si imbarcò in segreto con pochi uomini, e tornò in Francia.

I cento giorni
La popolazione lo accolse con un sorprendente entusiasmo e gli eserciti inviatigli contro da Luigi XVIII si unirono a lui.
Napoleone rientrò trionfalmente a Parigi e chiese ai nemici la pace con la sola condizione di mantenere il trono in
Francia, ma non venne ascoltato. Fu sconfitto definitivamente dagli eserciti europei organizzati nella 7° coalizione in
Belgio, nella Battaglia di Waterloo (18 giugno 1815). Il 15 luglio 1815 fu esiliato nell’Isola di Sant’Elena. In italia
intanto l’unico a resistere fu Gioacchino Murat che cercò di impedire il ritorno di Ferdinando IV di Borbone nel Regno di
Napoli, ma fu sconfitto e fucilato nel 1815. Il 5 maggio 1821 Napoleone morì a Sant’Elena.

Potrebbero piacerti anche