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Sommario
RACCOLTA DI GUIDE TURISTICHE ALL'UMBRIA.....................................................................................................1
Alviano.............................................................................................................................................................................3
Cosa fare a Alviano.......................................................................................................................................................3
Cosa Mangiare a Alviano..............................................................................................................................................4
Amelia..............................................................................................................................................................................5
Cosa fare ad Amelia......................................................................................................................................................5
Cosa Mangiare ad Amelia.............................................................................................................................................6
Attigliano..........................................................................................................................................................................7
Avigliano Umbro..............................................................................................................................................................7
Foresta fossile di Dunarobba.........................................................................................................................................7
Giove................................................................................................................................................................................7
Guardea.............................................................................................................................................................................8
Lugnano in Teverina.........................................................................................................................................................8
Montecastrilli....................................................................................................................................................................9
Penna in Teverina.............................................................................................................................................................9
Alviano
L’antico borgo medievale di Alviano raggiunse il suo massimo splendore tra il 1400 e il 1500 con
Bartolomeo di Alviano, condottiero di origine umbra, che fu conosciuto in tutta Europa, sia per le
sue imprese di guerra come Capitano di Ventura, sia per i rapporti con le più potenti famiglie
dell’epoca. A lui si deve la ricostruzione e l’ampliamento dell’antico castello costruito intorno
all’anno 1000 dal Conte Offredo. Nel 1654, all’estinzione della famiglia Alviano, la Rocca fu
acquistata da Donna Olimpia Pamphili Maidalchini, cognata di papa Innocenzo X. Nel 1920 venne
donata al Comune dai discendenti dei Doria Pamphili.
Elegante e imponente il Castello di Alviano sovrasta tutta la valle del Tevere. Ricostruito nel XVI
secolo su un fortilizio preesistente, ha una struttura a pianta quadrata, con torri agli angoli.
All'interno un bel cortile rinascimentale con doppio loggiato, su cui affacciano numerosi ambienti
di pregio. Tra questi la cappella che contiene una serie di affreschi del '600 che possono essere
considerati come una sorta di memoria visiva della storia di Alviano. Nella cappella è raffigurato
infatti il miracolo di San Francesco e le rondini, avvenuto nel 1212 proprio ad Alviano. È opera
contemporanea invece il volto di Bartolomeo raffigurato nella sala consiliare; le fattezze sono
quelle reali, tratte da una moneta del Cinquecento coniata dalla Repubblica di Venezia.
Ancora oggi il Castello, sapientemente restaurato, è il fulcro della vita cittadina: il piano nobile
ospita il Municipio; al piano terra si trova il Centro di documentazione audiovisiva sull'Oasi di
Alviano, oltre a un centro convegni moderno e attrezzato. I sotterranei del Castello ospitano mostre
permanenti di arte moderna e il Museo della Civiltà Contadina che si occupa di promuovere il
patrimonio locale e di salvaguardare le tradizioni del territorio. Di recente, proprio in onore del suo
antico padrone, il Castello è diventato sede del Centro studi sui capitani di ventura, che eroga
diversi servizi didattici come visite guidate, visite tematiche, visite teatralizzate e laboratori didattici
All'interno del borgo è possibile ammirare la Chiesa di Santa Maria Assunta (XV secolo).
Documentata come Collegiata fin dal 1275, alle soglie del XVI secolo fu ornata di una preziosa
tavola di Nicolò Alunno, rappresentante la Madonna Assunta circondata da angeli glorificanti. In
origine aveva due sportelli laterali con le figure di San Giovanni Battista e di San Sebastiano, che
attualmente si trovano nel Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo a Roma. Interessante anche un
affresco di Giovanni Antonio de' Sacchis, detto il Pordenone, commissionato nel 1516 dalla vedova
di Bartolomeo d'Alviano, Pantasilea Baglioni, rappresentante la stessa nobildonna e una Madonna e
Santi.
Cosa fare a Alviano secondo la nostra mini-guida? Alviano, con l'importante struttura del Castello
medioevale, un tempo massima roccaforte di difesa e centro della vita del Feudo, possiede una
spiccata vocazione a divenire polo di riferimento del territorio del Parco Fluviale del Tevere. Al
suo interno, estesa a ridosso dell'omonimo lago, si inserisce l'Oasi di Alviano: una riserva
faunistica di circa 900 ettari gestita dal WWF, dove è possibile praticare birdwaching.
Oggi nelle acque dell’Oasi di Alviano, tra le varie specie di uccelli presenti, troviamo il Martin
Pescatore, l’airone grigio e l’airone bianco, che è il simbolo dell’area protetta. Tra gli altri animali
che popolano luogo incantevole possiamo incontrare il capriolo, il cinghiale, il daino e il cervo.
L'Oasi comprende tutti gli ambienti tipici delle zone umide ad acqua dolce: palude, stagno,
acquitrino, marcita, bosco idrofilo e presenta due Sentieri Natura. Il primo, circolare, per le visite
scolaresche, attrezzato con piccoli capanni, un’aula didattica all’aperto e al chiuso e una torre di
avvistamento; il secondo, naturalistico, si sviluppa lungo il fiume Tevere e la palude ed è
consigliato agli appassionati ed ai fotografi naturalisti. Inoltre in loco è disponibile uno stagno e un
laboratorio didattico attrezzato con microscopi professionali, telecamere e monitor e un’area pic-nic
coperta.
L' enogastronomia ad Alviano è profondamente legata alla produzione tipica locale e alla tradizione
rurale del territorio. Se chiedete a un buongustaio cosa mangiare a Alviano, vi consiglierà
sicuramente i piatti legati alla tipica cultura contadina dove l'olio EVO, il farro, i legumi, i funghi,
il tartufo e le paste tradizionali fatte a mano rappresentano gli elementi fondamentali! Tra i primi
piatti suggeriamo di assaggiare i visciarelli - una pasta tipica fatta con acqua e farina - al pomodoro
o, ancor più prelibati, al tartufo!
Altro piatto particolarmente invitante è la faraona alla leccarda, come anche tutte le ricette a base
dicacciagione e gli immancabili crostini ai fegatini di pollo.
E se vi rimane un po' di spazio per il dolcetto.. provate i tozzetti di Alviano con nocciole
accompagnati dal Vin Santo, un vino liquoroso dolce solitamente abbinato alla pasticceria secca.
Amelia
Curiosi di scoprire cosa vedere ad Amelia in un giorno? La nostra mini-guida vi condurrà alle
antiche origini di Ameria, una piccola cittadina adagiata sulle colline umbro-laziali ricca di storia
e tradizione! In un giorno.
A proteggere il centro storico, vera perla del comprensorio, la cinta muraria di epoca romana, la
cui costruzione ebbe inizio tra il III e VI secolo a.C. con blocchi di calcare massiccio poligonali
incastrati a secco tra loro. Attualmente oggetto di restauro dopo il crollo di circa 30 m della cinta,
avvenuto il 18 gennaio 2006, sono una testimonianza della grandezza della città, tra le più antiche
d'Italia. Porta Romana rappresenta l’ingresso principale (in totale sei) alla città murata. Risale al
III secolo ma fu in parte ricostruita nel XVII. Notevoli i palazzi rinascimentali. Importante opera di
Antonio da San Gallo il Giovane, in quanto rappresenta uno studio preparatorio per il più famoso
Palazzo Farnese a Roma è rappresentato da Palazzo Farrattini (metà del VI secolo), il maggiore
dei palazzi gentilizi "amerini della zona. Di proprietà comunale e visitabile su richiesta, Palazzo
Petrignani, le cui decorazioni sono tradizionalmente attribuite alla scuola degli Zuccari. Edificata
nel XIV secolo, la chiesa di Sant’Agostino è caratterizzata da un maestoso portale a ogiva e da
numerosi affreschi di Francesco Appiani.
Cosa vedere ad Amelia di medievale in un giorno? Su Piazza Marconi, che conserva ancora parte
dell'originaria pavimentazione, si affaccia la Loggia del Banditore. Tipica tribuna da cui venivano
emanati gli editti e letti i bandi alla popolazione, la loggia è sormontata da un orologio e
affiancata da una colonna eretta nel 1479 in onore di Stefano Colonna. Proseguendo la
passeggiata per i vicoli, si giunge fino in cima al paese dove è possibile ammirare la Torre civica
dodecagonale risalente all’anno Mille e l’adiacente Cattedrale dedicata a Santa Fermina, Patrona
di Amelia. Al suo interno stendardi sottratti ai turchi durante la battaglia di Lepanto (1571). Di
fronte al duomo l’incantevole paesaggio offerto dal Belvedere.
A circa 4 km dal centro storico, situato nel cuore di un'area verde e abitato dai Frati Minori
Francescani, il Convento della SS. Annunziata fu edificato nel XIV sec. La costruzione presenta
un armonioso chiostro rinascimentale, mentre al suo interno è possibile ammirare una tela con
L'Annunciazione di Domenico Bruschi (1890), autore anche degli affreschi della "Cappella del
Transito" nel santuario della Porziuncola. Un’attrattiva di grande interesse artistico e religioso è il
presepe permanente opera dell'artista spagnolo Juan Maria Oliva. È inoltre possibile visitare il
Planetario situato nei pressi del convento.
Terminato la visita culturale delle chiese e degli edifici storici, cosa fare ad Amelia in un giorno?
Se vi piace andare per musei, proponiamo la visita al Museo Civico Archeologico e alla
Pinacoteca "Edilberto Rosa". Organizzato tematicamente all’interno dei tre piani, la raccolta è
ospitata nell’ex Collegio Boccarini, in origine convento francescano del XIII-XIV secolo, dotato di
chiostro a doppio loggiato realizzato nel XVI secolo. La sezione archeologica fornisce un
panorama cronologicamente completo della storia di Amelia, dal periodo preromano a quello alto-
medievale. Di notevole interesse è la statua bronzea con ritratto di Germanico, alta oltre 2,15
metri. La pinacoteca, collocata al secondo piano, conserva opere provenienti da chiese e palazzi
locali, tra le quali si annoverano la tavola con Sant’Antonio Abate (1475), capolavoro di Pier
Matteo d’Amelia, il “Cristo crocifisso tra i santi Firmina e Olimpiade” (1557), opera di Livio
Agresti.
Altra grande attrazione turistica di epoca romana sono le Cisterne e l’ipogeo amerino, un insieme
di cavità del sotterranee che i romani utilizzavano come via di fuga dalla città, come deposito o per
la nota abilità nella progettazione degli impianti fognari e idraulici in generale.
Un’interessante visita alle aziende agricole e cantine locali non può certo mancare nel vostro
percorso! Numerose le aziende agricole della zona dove è possibile osservare come le coltivazioni
avvengano nel pieno rispetto della natura e assaporare eccellenti produzioni biologiche come
miele, marmellate e salse! Provate poi a stuzzicare il vostro appetito con olio extravergine d’oliva
DOP locale e gli eccellenti vini DOC o IGT (come lo Sciurio, il Carbio e il Ciliegiolo..) e non ve
ne pentirete!! Ottimi accompagnati da formaggi e salumi…meglio ancora se accostati a prelibati
primi piatti ai funghi, agli asparagi o al tartufo nero! Carne alla brace, cinghiale e cacciagione
completano il menu locale.
Cosa mangiare ad Amelia come dolce? Particolarmente gustosi, tipici dell’amerino, sono i Fichi
Girotti. Fatti essiccare, tagliati e riempiti di condimento (cioccolato e canditi; cioccolato e
mandorle tostate; cioccolato e noci) i fichi vengono poi passati sotto una pressa artigianale fino a
formare una sorta di mattonella dalla forma rotonda. Ogni fase della lavorazione è eseguita
rigorosamente a mano!
Collicello
http://collicello.it/cosavedere.htm
Attigliano
Immersa tra le rive del Tevere Attigliano vanta una lunga e antica storia. Il suo nome deriva dal latino Ad Tilium, per le
campagne ricche di tigli. La zona, di origine etrusca, delimitata dalla linea del fiume Tevere ospitò le primitive
popolazioni come attestano i ritrovamenti in località Marziano Jana, dove sono state rinvenute tombe a camera e cripte.
Già feconda cittadina etrusca, nel Medio Evo raggiunse il periodo pi glorioso della città. In questo periodo fu costruito,
ad opera del Conte Offredo, un possente castello, di cui restano i grandi torrioni circolari.
La posizione strategica del Castello di Attigliano era molto importante e giustificava le azioni belliche dei vari
contendenti in quanto, posto sul margine di un'ansa su una alta terrazza sovrastante il corso del Tevere, aveva il dominio
della vallata sulla sinistra del fiume.La città subì diverse dominazioni durante l'epoca feudale prima e signorile poi;
durante la signoria di Bartolomeo d'Alviano la sua storia si intrecciò indissolubilmente con la vicina Alviano. Dopo
alterne vicende nel sec. XV entrò a far parte dello Stato Pontificio. La Chiesa di S. Lorenzo Martire, seppure di epoca
recente presenta vetrate di notevole valore artistico. Da segnalare anche la Piazza della Rocca, a carattere tardo
rinascimentale, con la torre campanaria cittadina.
Avigliano Umbro
Avigliano Umbro si trova solo a pochi chilometri da Amelia. Si accede alla città dalla Porta Vecchia, elemento di spicco
tra i reperti artistici della cittadina, recante ancora il simbolo dell'Aquila con due acquilotti, effige del Comune di Todi,
che mantenne a lungo il controllo della cittadina.
La Chiesa di Sant'Egidio, di epoca romanica, è l'esempio più antico di arte religiosa del borgo. La chiesa parrocchiale
reca in buono stato alcuni affreschi del periodo barocco attribuiti a Bartolomeo Barbini da Montepulciano. Notevole,
nelle vicinanze, e più precisamente nelle vicinanze del caratteristico paese di Sismano il Castello Medioevale. Punto
d'incontro fin da inizio secolo, è per gli aviglianesi Teatro Comunale. Da visitare anche il Torrione Medievale sulla
piazzetta cittadina, con le sue caratteristiche finestre. Nei pressi di Avigliano Umbro sorgono il borgo di Dunarobba, in
cui si può visitare la Fortezza rinascimentale, e soprattutto la foresta fossile di Dunarobba, di grande interesse
naturalistico e scientifico. Altro centro di interesse nelle immediate vicinanze è Toscolano, la cui Chiesa della SS.
Annunziata presenta affreschi di Pier Matteo d'Amelia, e in cui si trova la Chiesa di Sant'Andrea, con tele attribuite a
Andrea Polinori e Palminius Alii.
Giove
La toponomastica del paese di Giove non risale ad un presunto tempio o culto del dio Giove
(nessun tempio vi è mai stato trovato benché il culto della divinità fosse diffusissimo in tutto il
Lazio) bensì al vocabolo latino "jugum", "vetta" entro due valli, che corrisponde perfettamente alla
situazione geografica del paese.
A sostegno di ciò, nelle carte del Medioevo, viene chiamata Juvo o Jugo: si veda ad es. un
documento del 8 Aug 1191 citato da Luciano Canonici nel suo libro "Alviano / Una rocca - una
famiglia - un popolo" (Edizioni Porziuncola). L'etimologia che vorrebbe il nome attuale derivare da
un presunto Jovis (Giove) è invece da far risalire prettamente ad una semplice tradizione popolare.
In epoca romana il centro acquisisce grande importanza grazie al porto fluviale di San Valentino,
sul fiume Tevere e difatti sono frequenti i reperti archeologici di epoca romana, da monete a tombe
e resti di ville romane. Come gli altri feudi vicini, Giove fu conteso tra le nobili famiglie del posto e
il papato, fino ad epoca signorile, quando il papa dona Giove alla famiglia degli Anguillara. Nel
1465 la famigli Amerini occupa il castello, consegnandolo a Paolo II Farnese.
Alla signoria dei Farnese subentra, nel XVI secolo, quella dei Mattei che fanno erigere una parte
dell'imponente palazzo a pianta quadrata. Circa le bellezze del paese, la pi nota ed interessante, è
sicuramente il Palazzo Ducale unico per la rampa interna percorribile con le carrozze fino al piano
nobile. L'inizio della costruzione è dovuto alla volontà del Duca Ciriaco Mattei nel XVI sec. di
recuperare a residenza privata di rappresentanza un antico fortilizio.
Gli interni sono arricchiti dagli interventi pittorici con soggetto mitologico e biblico fatti risalire
rispettivamente ad artisti quali il Domenichino, l'Alfani e Paolo Veronesi. Da vedere è anche la
Chiesa Parrocchiale, di epoca barocca, la cui facciata è inquadrata da due campanili simmetrici. Il
centro storico è un classico esempio di impianto medioevale: una fitta serie di vicoli si intreccia
all'interno del perimetro delimitato dalle mura medievali e caratterizzato dal sovrapporsi di archi,
scale e contrafforti. Sulla porta di ingresso del borgo è posto il monogramma di San Bernardino, che
durante la sua opera di apostolato evangelizzò queste terre nei primi anni del XV secolo.
Guardea
La storia di Guardea, che in origine aveva nome Guardege, ricalca quella di più importanti centri dell'amerino, come
Alviano e Lugnano in Teverina. Fu soprattutto al tempo delle signorie che Guardea conobbe una certa espansione, sotto
la giurisdizione dei De Guardeja residenti nel bel castello cittadino, detto Castello del Poggio. Nel seguito i Monteparte, i
Monaldeschi, e gli Alviano si alternarono nel dominare il paese.
Sulla bella Piazza Panfili si affaccia la Chiesa di San Pietro e San Cesareo (XVIII sec.), formata da
un'unica navata con tre cappelle per lato.Nella chiesa sono conservate numerose e pregevoli tele dei
secoli XVI-XIX, tra cui un'Incoronazione della Vergine del 1500, un'Ultima Cena attribuita alla
scuola di Gian Francesco Perini (XVI sec.), un Sant'Atanasio del XIX sec. Accanto alla sagrestia un
mini museo espone i reperti archeologici provenienti dal Convento di Santa Illuminata i cui resti si
trovano poco distante dalla statale 205 amerina. Sorto nel 1007, il convento nel XIII sec. passò ai
Francescani e lo stesso San Francesco dormì varie volte nella grotta adiacente, tuttora oggetto di
una sentita venerazione. A fianco del Municipio si trova la Chiesa di Sant'Egidio (XIII sec.).
Ingrandita nel 1500 fu ulteriormente ampliata nel 1690. Dietro l'altare è stato di recente portato alla
luce un bell'affresco del sec. XVI, raffigurante una Madonna in trono e Santi. Mirabile anche un'ara
pagana, proveniente dalla distrutta Chiesa di Santo Stefano del Marruto.
è stata invece edificata sul luogo dove sorgeva un'antica edicola la Chiesa di Santa Lucia (XIX
sec.), che merita di essere visitata per l'affresco (1890) del famoso Domenico Bruschi che
impreziosisce l'abside.
Nei comuni di Guardea ed Alviano si estende per 900 ettari un'Oasi Naturalistica, affidata alla tutela
del WWF.
Lugnano in Teverina
Posto lungo la Via Amerina, Lugnano in Teverina fu fondato nel 600 d.C. dagli abitanti delle zone
limitrofe per proteggersi dalle invasioni dei popoli barbarici prima, e dei saraceni in seguito.
Durante il medioevo, le città di Amelia, Todi e Orvieto si disputarono il dominio di Lugnano. Dopo
aver vinto le altre città, Orvieto impose il proprio dominio su Lugnano per un lungo periodo.
Lugnano in teverina oggi merita di essere visitata soprattutto per la magnifica chiesa di Santa Maria
Assunta, gemma romanica, caratterizzata da un magnifico portico a colonnato. La chiesa si sviluppa
su 3 livelli distinti, comprendenti la cripta e il coro.
A partire dal 1988, il paese è anche conosciuto grazie alla scoperta di una Villa Romana. Dai testi
latini si deduce che questa regione, tra il Tevere e Rio Grande, ospiatava una ricca colonia
dell'aristocrazia romana, il che lascia supporre che numerose altre scoperte si aggiungeranno a
quella del 1988.
Montecastrilli
Prima di entrare a far parte dello Stato Pontificio, il paese subì la dominazione di Todi, e conobbe le
aspre rivalità delle famiglie todine emergenti del 1400. Del bel borgo medioevale rimane la struttura
delle mura cittadine incorniciate da una serie di torri merlate, nelle quali si aprono Porta Amerina e
Porta Medioevale. Divenuto comune autonomo nel 1975, oggi Montecastrilli comprende le
interessanti frazioni di Castel dell'Aquila, Castel Todino, Farnetta, Quadrelli e Collesecco. Da
visitare il Convento delle clarisse del 1400; nella chiesa parrocchiale di particolare interesse è un
Crocifisso ligneo del XV secolo; nella campagna Limitrofa, San Lorenzo in Nifili del sec. XI,
notevole esempio dello stile romanico-umbro.
Recentemente sono inoltre state restaurate due splendide tele provenienti dal monastero di
Montecastrilli, ed oggi esposte nella chiesa di Santa Chiara, raffiguranti San Nicola da Bari e San
Bonaventura da Bagnoreggio. Entrambe le opere, di autore ignoto, risalgono alla prima metà del
1700.
Penna in Teverina
Il piccolo borgo di Penna in Teverina nella campagna umbra meridionale, presenta molte analogie
con gli altri centri del comprensorio amerino. Come Attigliano, Avigliano e Alviano, conobbe varie
dinastie regnanti dal medioevo al rinascimento. Conteso tra stato pontificio e Amelia, fu retto in
fine dalla dinastia degli Orsini.
Oggi Penna in Teverina, offre la calma della campagna amerina combinata alla ricchezza dei
monumenti medioevali, ancor oggi ben conservati. Il borgo medievale presenta ancora la sua
struttura originale e una magnifica vista sul Tevere che scorre a valle. Si accede dalla Porta Civica,
che immette direttamente nella Piazza di San Valentino su cui sorge la chiesa parrocchiale, un
tempo centro della vita sociale del borgo. Da Porta Novella si gode di una magnifica vista sulla
valle del Tevere. Da visitare il Palazzo Orsini, di cui è pure notevole il Giardino. Ancora visibili gli
stemmi delle due famiglie a cui appartenne: la rosa schiacciata, della famiglia degli Orsini e
l'anguilla della famiglie degli Anguillara.
A Penna in Teverina si può ammirare tutto l'anno un Presepe veramente unico creato
dall'elettricista Divo Pettorossi. Il Presepio animato è di tipo meccanico con circa 70 statue in
movimento e 50 statuine ma la particolarità sono gli effetti luminosi che iniziano con una notte
stellata, proseguono con il sorgere del sole, con la nebbia che si alza dal fiume, i fuochi che si
accendono e le figure che si animano, fino al rosso del tramonto con le luci che si accendono nelle
case. La magica atmosfera è resa ancor più suggestiva dai brani musicali che si ascoltano in
sottofondo.