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Breve riflessione sul significato dello sguardo della cameriera de

Un bar aux Folies-Bergère di Edouard Manet

L’opera, dipinta tra il 1881 e il 1882, rappresenta lo specchio di un’epoca, la “belle epoque”, ed è
stata realizzata dall’artista negli ultimi anni della sua vita. In questo quadro Manet rappresenta un
ambiente lussuoso proiettando lo sguardo dell’osservatore sulla figura in primo piano dell’elegante
cameriera e poi sullo specchio alle sue spalle, dove si riflettono, secondo una prospettiva sbagliata
la sua immagine di spalle, un cliente e poi l’immenso salone con i tavolini affollati dalle persone che
non sarebbero stati visibili senza lo specchio. Il colore è distribuito con piccoli tocchi che riescono a
creare quell’atmosfera di luci e bagliori, sfarzosa quanto magica. Manet ha cercato di rappresentare
un momento di grande festa e di convivialità che, attraverso il complesso gioco di punti di vista rende
questa rapida occhiata molto riassuntiva ed interessante, soprattutto se messa in contrapposizione
allo sguardo pensoso e riflessivo della protagonista Suzon. I suoi capelli biondi, elegantemente
raccolti dietro la nuca, lasciano intravedere il bellissimo ovale del volto, lievemente arrossato dal
calore. Suzon è rappresentata con uno sguardo triste, assorto e assente, mani appoggiate al
bancone del bar, mentre attorno a lei tutto gira vorticosamente, incurante del rumore che la circonda.
La sottigliezza psicologica dell’opera ci trasmette un messaggio: un grande rammarico per
l’inesorabile scorrere del tempo. Passano gli anni e le stagioni, la vita trascorre sotto i nostri occhi,
ma non sempre va come vorremmo. Forse Suzon sognava un avvenire diverso, forse avrebbe voluto
prendere il posto di quelle dame dell’alta società sedute ai tavolini delle Folies Bergère. Quegli occhi
dicono tutto, raccontano di sogni svaniti e di speranze attaccate ad un filo. Suzon instaura con lo
spettatore un sottile dialogo muto, fatto di incrocio di sguardi, ma in mezzo a tanto rumore, vero
protagonista è il silenzio.

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