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Introduzione:
Durante la settimana a Olivone, ci siamo occupati di separare e quantificare gli oli essenziali
presenti nella droga di rosmarino, camomilla, menta e timo, seguendo la normativa della
farmacopea svizzera.
In seguito abbiamo verificato il loro effetto antibatterico (battericida, batteriostatico) sugli
enterococchi umani per tramite di antibiogrammi.
Possono essere estratti soprattutto da fiori e foglie ma anche da semi radici, rizomi, cortecce e bulbi.
Nella pianta l’olio essenziale è una miscela di diversi metaboliti secondari. Sono prodotti in minori
quantità rispetto ai metaboliti primari (tutto ciò che serve alla pianta per sopravvivere come
carboidrati, proteine, acidi nucleici,…), infatti la produzione dei metaboliti secondari dipende da
pianta a pianta e da fattori ambientali. I metaboliti secondari permettono alla pianta di difendersi
dall’aggressione di erbivori, da organismi patogeni ma anche dallo stress causato da fattori abiotici
particolari.
Le componenti principali degli oli essenziali sono terpenoidi, fenoli semplici e fenil propanoidi. É
un gruppo fitochimico che costituisce lo 0.01% e il 2% di tutte le componenti della pianta. Non tutte
le piante producono gli oli essenziali. Nelle piante che li producono varia sia la quantità che la
qualità. Ne abbiamo riscontrato la veridicità nell’estrazione degli oli essenziali dalla camomilla.
Infatti con il doppio di droga di camomilla abbiamo ottenuto quantità di olio essenziale molto
minore rispetto alle altre piante.
L’insieme delle parti dalle quali si estrae l’olio essenziale si chiama droga (da non confondere con
le droghe voluttuarie). Nella droga, gli oli essenziali sono contenuti in particolari cellule che li
secernano.
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Alessia, Amanda, Alessio, Matteo BIC-Olivone settembre 2009
Parte speriementale
Quantificazione secondo la farmacopea svizzera:
La distillazione in corrente di vapore permette di ricavare l’olio essenziale presente in una certa
quantità di droga di una determinata pianta.
Piante utilizzate:
La distillazione è una tecnica nella quale si riescono a separare le sostanze da una miscela iniziale
sfruttando i differenti punti di ebollizione delle componenti della miscela. Una volta raggiunto il
punto di ebollizione che è determinato dalla pressione e dalla temperatura alla quale si trova la
miscela da separare, i vapori delle componenti volatili si separano dalla miscela e vengono
trascinati verso la parte più fredda dell’apparecchiatura nella quale condensano (condensatore).
Il punto di ebollizione delle fasi liquide presenti nella miscela dipende dalle sostanze che
contengono e dalla loro concentrazione:
- il punto di ebollizione di una soluzione ideale è una media pesata dei punti di ebollizione
delle singole componenti
- il punto di ebollizione di due fasi immiscibili a contatto tra loro è invece leggermente
inferiore al punto di ebollizione della fase più volatile che nel nostro caso è l’acqua.
In ogni caso si raggiunge il punto di ebollizione solo quando la pressione dei vapori all’interno della
bolla (del liquido in ebollizione) raggiunge la pressione misurata all’esterno della bolla (nel nostro
caso la pressione atmosferica).
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Alessia, Amanda, Alessio, Matteo BIC-Olivone settembre 2009
Uno dei vantaggi della distillazione in corrente di vapore consiste nel fatto che durante il
procedimento di separazione dell’olio, la droga si mantiene a temperature leggermente inferiori ai
100°C evitando così la decomposizione delle sostanze termolabili eventualmente presenti nell’olio.
Quando i vapori condensano si ottengono due fasi liquide (lipidica e acquosa), che si mantengono
separate permettendone la quantificazione.
Risultati ottenuti:
Gruppo 1:
Campione in Droga iniziale [g] Olio estratto [ml] Tenore in oli Tenore minimo
esame [ml/kg] [ml/kg]
Rosmarino 25.06 g 0.28 ml 11.173 ml/kg >25 ml/kg
Camomilla 40.00 g 0.05 ml 1.25 ml/kg >4 ml/kg
Timo 25.06 g 0.7 ml 27.9 ml/kg >12 ml/kg
Menta 15.02 g 0.23 ml 15.31 ml/kg >12 ml/kg
Gruppo 2:
Campione in Droga iniziale [g] Olio estratto [ml] Tenore in oli Tenore minimo
esame [ml/kg] [ml/kg]
Rosmarino 25.00 g 0.44 ml 17.6 ml/kg >25 ml/kg
Camomilla 40.00 g 0.02 ml 0.5 ml/kg >4 ml/kg
Timo 25.01 g 0.75 ml 29.99 ml/kg >12 ml/kg
Menta 15.06 g 0.23 ml 15.27 ml/kg >12 ml/kg
Discussione
Per prima cosa si può iniziare dicendo che le quantità di droga iniziali, a causa di errori
sperimentali, non erano del tutto perfette.
Questo fattore, probabilmente, può aver condizionato i risultati, anche se, crediamo, non in modo
determinante. Se si confronta il tenore in oli essenzialimisurato, con quello prescritto dalla
Pharmacopea Europea, si giunge alla conclusione che soltanto due risultati soddisfano i criteri,
mentre gli altri due sono pienamente lontani dal soddisfarli. Le cause che possono aver influito sui
risultati negativi possono essere molte: innanzitutto le parti della droga utilizzata, dove e quando
essa è stata raccolta, la sua esposizione alla luce solare e quanto tempo dopo la raccolta è stata
utilizzata. Tutti questi fattori sono da tener conto per la buona riuscita dell’esperimento. Le
differenze tra i due gruppi sono state minime, tranne però quella del rosmarino, dove supponiamo
che un gruppo abbia preso un campione della droga più ricco di foglie e l’altro un campione
contenente una maggior quantità della parte legnosa.
Lo scopo della nostra esperienza con gli oli essenziali é determinare l'azione antibatterica e/o
batteriostatica di alcuni oli essenziali estratti. La tecnica usata è quella dell’antibiogramma.
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Alessia, Amanda, Alessio, Matteo BIC-Olivone settembre 2009
L'antibiogramma é una prova di sensibilità in vitro o in vivo di una specie o una comunità batterica
a uno o più prodotti antibiotici (nel nostro caso gli oli essenziali di Timo, Camomilla, Menta e
Rosmarino).
L'effetto dell'antibiotico può essere battericida, cioè esso uccide le cellule batteriche, oppure
batteriostatico, cioè inibisce la crescita batterica.
Per effettuare l'antibiogramma abbiamo utilizzato il metodo per diffusione (prova di sensibilità su
terreno solido inoculato).
In una capsula contenente dell'agar abbiamo inserito i batteri contenuti nel Bioflorin ( enterococchi
ceppo SF68 umani) in ogni capsula sono presenti 104 cellule, ottenute per diluizione progressiva.
Preparazione delle capsule: si deve preparare un fondo nutritivo e molto acquoso per lo sviluppo dei
batteri. L'agar é l'ideale per questo. È composto da cristalli che in soluzione acquosa a temperature
elevate si sciolgono formando un liquido, e in seguito al raffreddamento si solidifica e diventa una
specie di gel.
Sopra all'agar abbiamo applicato due dischetti di carta bibula, uno imbevuto di olio essenziale e uno
di controllo (H2O).
Le capsule vengono poi incubate a 37° per 24 ore. In seguito si osserva il risultato, misurando
l'alone di inibizione, cioè la zona attorno al cerchietto di carta bibula dove non sono cresciuti
batteri.
Per confrontare gli anelli di inibizione bisogna seguire il protocollo standard:
Il peso molecolare della molecola di antibiotico (più essa é leggera più la diffusione sarà ampia)
L'idrofobicità della molecola di antibiotico ( l'agar é a base di acqua)
Il confronto é possibile solo tra molecole simili e soprattutto nella stessa capsula.
Mentolo
Nell'analisi del potere antimicrobico (disinfettante, antibiotico, battericida) su agar dei vari oli
essenziali, si è potuto constatare che non tutti hanno questo potere. Dai risultati si é potuto
constatare che il timo ha la maggiore proprietà battericida (alone di inibizione 4.4 centimetri), la
menta ha una debole proprietà battericida (alone di inibizione 1,3 centimetri), mentre il rosmarino
non ha potere battericida. Non si è potuto osservare se la camomilla ha potere battericida, poiché
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Alessia, Amanda, Alessio, Matteo BIC-Olivone settembre 2009
nell’estrazione si è dovuto utilizzare lo Xilene che è tossico per l'uomo e potrebbe esserlo anche per
i batteri. Ora ci siamo chiesti come mai il timo ha questo potere, e osservando le molte sostanze in
esso contenute riteniamo possa essere la presenza di timolo. Controllando nella letteratura abbiamo
potuto constatare che questo olio essenziale ha potere disinfettante. Questo però non spiega come
mai anche la menta, contenente principalmente il mentolo, ha potere antimicrobico. Si é supposto
che anche il mentolo potesse avere le stesse proprietà, ma dalla nostra ricerca è risultato che questo
ha solo proprietà rinfrescanti. Per questo é molto usato nei dentifrici. Controllando meglio nei
principi attivi della menta si é scoperto che anch'essa contiene timolo, e visto che ha un potere
antimicrobico meno forte del timo si é supposto che il timolo sia presente in minori quantità.
Timolo: Mentolo:
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Alessia, Amanda, Alessio, Matteo BIC-Olivone settembre 2009
Schema e funzionamento del gas cromatografo
La gascromatografia è costituita da una colonna nella quale scorre un gas trasportatore più la
sostanza volatile da analizzare. I gas inerti più utilizzati come fase mobile per trasportare la sostanza
sono l'azoto, l'elio o l'argon. Lungo il percorso il gas può scorrere attraverso una fase solida o
liquida che costituiscono la fase immobile del sistema. Il processo di separazione avviene per le
varie velocità di spostamento delle sostanze, permettendo così di separare le componenti della
miscela da analizzare.
Cromatogramma
3 55
6 6
1 2
1 44
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Alessia, Amanda, Alessio, Matteo BIC-Olivone settembre 2009
Risultati e discussione
Grazie alla gascromatografia siamo riusciti a separare le sostanzi presenti nell’olio essenziale (OE)
di timo e della menta. Rapportando l’area del picco cromatografico assegnato al timolo, nel
cromatogramma della menta, con quella misurata sul cromatogramma del timo, possiamo inoltre
confrontare la concentrazione del timolo presente nell’OE della menta con quella nell’ OE di timo
(abbiamo iniettato nel gascroatogramma per entrambi gli OE lo stesso volume ).
Dall’analisi cromatografia abbiamo notato inoltre che gli oli essenziali, provenienti da due piante
differenti della stessa specie, contengono le stesse sostanze, ma che queste differiscono spesso nella
concentrazioni in cui si trovano (nell’olio).
Per illustrare ciò abbiamo riportato i due cromatogrammi dell’analisi gascromatografica svolta per
un campione di olio essenziale di menta proveniente dalla montagna e per un campione proveniente
dalla pianura. Analizzando i due cromatogrammi, si osserva che il numero di picchi presenti nei
cromatogrammi è lo stesso e che questi (se le condizioni in cui si svolge l’analisi sono le stesse)
vengono registrati negli stessi istanti (stessi tempi di ritenzione).
Le aree sottostanti i differenti picchi non sono però sempre uguali anche se le condizioni di analisi e
la quantità di OE iniettato è lo stesso in entrambi i casi.
Queste variazioni sono dovute ad una differente concentrazione di alcuni dei metaboliti secondari
che costituiscono l’OE , differenza probabilmente dovuta a fattori ambientali quali: l'esposizione al
sole, l’altitudine, la composizione del suolo, dell’ecosistema...
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Alessia, Amanda, Alessio, Matteo BIC-Olivone settembre 2009
Identificazione e quantificazione di una sostanza presente in un OE
mediante gascromatografia
Dal numero di picchi del cromatogramma, si può dedurre il numero di sostanze presenti nell’olio
essenziale (assumendo che la separazione sia stata completa) ma non si riesce a determinare, senza
ulteriori informazioni, di che sostanza si tratta. Se si conoscono i tempi di ritenzione (tR) - misurati
in condizioni ben determinate- si può escludere la presenza di determinate componenti se questi
sono sufficientemente differenti. Spesso accade però che i tempi di ritenzione siano troppo vicini gli
uni agli altri rispetto alla scarsa precisione con la quale questi si possano misurare: le fluttuazioni
casuali dei tR sono relativamente grosse. Per questo motivo all’ OE da analizzare si aggiunge un
campione della sostanza che si ritiene essere presente e che si vuole identificare. In seguito alla
gascromatografia si controlla su quale picco è avvenuto un aumento. Ad esempio nel caso del timo
si sa che contiene del timolo, ma per rilevare quale picco corrisponde a questa sostanza si aggiunge
un po' di timolo nel campione da analizzare. Questo procedimento eseguito più volte e con
quantitativi variabili della sostanza di riferimento, permette di accertarsi della presenza di tale
sostanza nell’OE ma anche di quantificarne la presenza mediante una curva di calibrazione.
Curiosità:
Scienziati italiani hanno isolato nelle radici del vetiver - pianta erbacea di origine sub tropicale che
possiede un apparato radicale molto profondo - dei batteri in grado di promuovere la produzione di
oli essenziali e di modificarne la composizione, aumentandone le proprietà termicide, insetticide,
antimicrobiche e antiossidanti. Le radici del vetiver, coltivate per la produzione di oli essenziali,
forniscono sostanze largamente utilizzate in profumeria e in cosmetica. Si tratta di composti chimici
complessi che comprendono alcoli, idrocarburi e sesquiterpeni, la più grande classe di terpenoidi
presenti in natura, che nel vegetale hanno funzioni attrattive (come feromoni) e di mantenimento
dello stadio giovanile.
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