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2/11/2018 POLIDORO, ANTONIO LOTTI – TEATRO OLIMPICO DI VICENZA PER IL FESTIVAL ‘VICENZA IN LIRICA 2018’, replica di venerd…
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2/11/2018 POLIDORO, ANTONIO LOTTI – TEATRO OLIMPICO DI VICENZA PER IL FESTIVAL ‘VICENZA IN LIRICA 2018’, replica di venerd…
Prima esecuzione assoluta in tempi moderni
E’ davvero con un pizzico di orgoglio che raccontiamo di quanto si adoperi la città di Vicenza (finalmente)
grazie all’Associazione Vicenza in Lirica nel riscoprire la bellezza della musica barocca e dei rappresentanti
che resero il nostro Paese, e nello specifico i compositori veneti, illustri nei secoli e studiati da professori
illuminati e musicologi di tutto il mondo. Nella figura del direttore d’orchestra Francesco Erle scopriamo
una passione ed un gusto per lo stile ed i contenuti di un’epoca irripetibile e di un musicista che merita di
essere riscoperto ed ascoltato per la raffinatezza delle sue melodie: Antonio Lotti. Nonostante la fama che
godette nel Settecento il compositore oggigiorno è noto soprattutto agli addetti ai lavori per ragioni che non
sono tuttora spiegabilissime o comunque per via di una certa routine nel formulare i cartelloni operistici o
magari una sorta di ‘pigrizia’ repertoriale degli interpreti. Fatto sta che dalle parole dello stesso Erle
riscopriamo un musicista di una ricchezza espressiva ed anche innovativa per l’epoca, dato l’uso poi imitato
di particolari finezze in partitura. Ecco che in questa ottica ha preso vita il ‘progetto’ Polidoro, poiché non si
è trattato di una semplice rappresentazione in tempi moderni, ma proprio di un progetto che ha visto
impegnati formatori vocali, uno studio approfondito dello spartito conservato al conservatorio di Napoli, con
tutte le incognite ancora irrisolte, del musicista e della sua vita artistica, ed una ricerca su come riportare in
scena concretamente tale composizione per cercare di avvicinarsi il più possibile a quanto prescritto
dall’autore. Portando la lunghezza complessiva a meno di due ore il Maestro Erle, in collaborazione con il
musicologo Franco Rossi, ha reso fruibile ad un pubblico moderno questo pezzo di storia italiana di cui
anche noi siamo stati testimoni.
Lo spettacolo curato da Cesare Scarton di per sé non si avvale altro che del palcoscenico e delle scene di
Palladio e forse in taluni punti può risultare un po’ ripetitivo poiché gli interpreti hanno solo il proprio corpo
per gestire una trama così intricata, ricca di colpi di scena, scambi di persona, amori e lotte di potere, temi
cari alla tradizione classica ed alla storia dei popoli. Ma come spesso accade sta poi nella sensibilità di ogni
singolo cantante riuscire solo con la propria voce a far decollare il suo personaggio. Ci riescono sicuramente
Davide Giangregorio ed Enrico Torre che con energia impersonano Polinestore e Pirro. Dotato il primo di
una voce carica e profondamente sonora, ci si stupisce il livello già raggiunto considerando che parliamo di
giovani promesse del canto. Appoggia molto saldamente il suono anche nel grave dove il timbro diventa più
rotondo e corposo. Il secondo è un interessante contraltista le cui arie, che all’epoca facevano impazzire il
pubblico, sono intense e cariche di virtuosismi, cui il giovane non si sottrae ed anzi affronta con risultati più
che positivi. Il ruolo del titolo è affidato al sopranista Federico Fiorio, dotato di una voce squillante la cui
raffinatezza col tempo lo porterà a risultati ancora più soddisfacenti. L’altro contraltista, il Deifilo di Danilo
Pastore, ci è parso forse meno a suo agio rispetto ai compagni di scena e leggermente più scolastico, fermo
restando possedere comunque uno strumento vocale da scoprire e riascoltare con curiosità. Patrizio La
Placa chiude il cerchio degli interpreti maschili con una equilibrata e lineare interpretazione di Darete. Le
due interpreti femminili sono Anna Bessi e Maria Elena Pepi, rispettivamente una più appassionata Iliona
dalla voce morbida ed uniforme, ed Andromaca, che nonostante il ruolo di vedova, schiava ed amante,
rimane sempre alquanto composta anche vocalmente, probabilmente in osservanza dei dettami registici. A
‘riempire’ per così dire la scena sono i costumi settecenteschi di Giampaolo Tirelli, con le parrucche di
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2/11/2018 POLIDORO, ANTONIO LOTTI – TEATRO OLIMPICO DI VICENZA PER IL FESTIVAL ‘VICENZA IN LIRICA 2018’, replica di venerd…
Alessio Aldini, che non hanno nulla da invidiare agli sceneggiati televisivi in costume che grandi reti
internazionali hanno prodotto in passato. Andrea Grussu ha curato l’illuminazione assai essenziale dello
spettacolo.
Un attento studio filologico ed anche biografico su Lotti e le sue partiture ha portato il Maestro Francesco
Erle a dirigere questo Polidoro con una particolare cura ed attenta analisi di ciò che aveva a disposizione.
Ogni singola battuta è stata evidente risultato della ricerca del suono, delle sensazioni e dell’idea che poteva
essere l’ascolto di questa opera all’epoca, nel massimo rispetto del compositore. Gli strumentisti sono stati
evidentemente ispirati dalla guida del Direttore, che abbraccia le note e quasi le accarezza accompagnandole
con rispetto e forte sensibilità. Il risultato è un suono brillante, accattivante, dal lirismo latente che si esalta
nei momenti topici. Abbiamo ascoltato una musica veramente ricca e piacevole.
Il pubblico ha risposto bene anche a questa seconda rappresentazione, salutando con entusiasmo tanto gli
interpreti che l’orchestra Vicenza in Lirica e naturalmente il Maestro Erle.
LA PRODUZIONE
GLI INTERPRETI
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