Smart Working:
la competitività passa da qui!
Ottobre 2013
Agenda del Convegno 2 Ottobre 2013
Modera
Umberto Bertelè
School of Management Politecnico di Milano
Intervengono WEB TV
Ugo Castellani Nella Web Tv degli Osservatori è possibile rivedere le riprese
Solution Director, Avanade Italy integrali del convegno “Smart Working: la competitività
passa da qui!”.
Vieri Chiti
Direttore Divisione Office, Microsoft I video sono facilmente consultabili on demand tramite
rapide ricerche di contenuti suddivisi per argomento e
Valter Cravero
indicizzati per parola chiave.
EUC Business Specialist, VMware Italia
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Agenda del Workshop 2 Ottobre 2013
Nel pomeriggio, dalle 14.15 alle 17.30, si terrà un incontro 14.15 Apertura del Workshop
di approfondimento con i Ricercatori dell’Osservatorio,
Smart Working Journey:
durante il quale verrà affrontato il tema dei possibili quali “strade” seguire per evolvere i modelli di lavoro?
percorsi di adozione di modelli di Smart Working
attraverso la presentazione dei risultati della Ricerca Quali sono gli elementi di attenzione
e la condivisione di esperienze di successo. da considerare nell’introduzione dello Smart Working?
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Contenuti dei Rapporti 2 Ottobre 2013
La diffusione e i benefici dello Smart Working in Italia: Unified Communication & Collaboration:
nuovi modelli di lavoro (telelavoro, orario flessibile), risparmi e opportunità di business per le imprese italiane
strumenti digitali e spazi fisici Il Report descrive come le tecnologie UCC stanno cambiando il
Il Report analizza il fenomeno dello Smart Working in modo di comunicare e collaborare delle imprese e dei lavoratori.
Italia, descrivendo nel dettaglio gli approcci innovativi Oltre agli scenari di sviluppo in Italia nei prossimi due anni,
all’organizzazione del lavoro, in termini di policy organizzative, vengono illustrati, attraverso i casi di eccellenza, benefici
comportamenti e stili di leadership, layout fisico degli spazi di concreti di questi strumenti.
lavoro, e tecnologie digitali che, attraverso la loro diffusione,
sono in grado di ampliare e rendere virtuale lo spazio di lavoro.
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Telework, Flexible Work, Workspace Strategy, Social Computing, Unified Collaboration, Unified Communications as a Service, Web
Cloud Computing, Mobile Business, Unified Collaboration, Bring Conferencing, Instant Messaging, Document Collaboration, Rich
Your Own Application, Bring Your Own Device, Information Security Presence, Context-enriched Services
I fattori chiave dei Sistemi Informativi “Smart”: Social Business: trend di sviluppo in Italia
personalizzazione, accessibilità, adattabilità e socialità e strumenti chiave per ripensare le organizzazioni
Il Report delinea l’evoluzione dei Sistemi Informativi delle Il Report illustra come le tecnologie di Social Business stiano
imprese italiane e i trend chiave di sviluppo: social interaction cambiando radicalmente il modo in cui le persone e le imprese
e collaboration, mobility e cloud. Questi trend convergenti operano in Italia, grazie a un numero crescente di strumenti
puntano a massimizzare le performance dei lavoratori, creando che supportano sempre più il business e i processi operativi,
un Sistema Informativo personalizzabile e accessibile nelle migliorando l’efficacia del virtual workspace interno e le
diverse condizioni di lavoro. relazioni con gli attori esterni.
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Collaboration, Bring Your Own Application, Bring Your Own Device, location, Social analytics, Social learning, Social Business Process
Information Security Management
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Contenuti dei Rapporti 2 Ottobre 2013
Smart Working: nuove opportunità per le Line of Business Smart Working Journey: quale strada imboccare?
(Marketing e Vendite, Operation e Logistica, Il Report descrive il percorso che le imprese possono seguire per
Amministrazione e Finanza) abbandonare modelli di lavoro tradizionali e a creare le condizioni
Il Report illustra il livello di diffusione di iniziative di Smart di lavoro che permettono di rispondere contemporaneamente
Working nelle principali Line of Business in relazione alle ai nuovi obiettivi del business e alle esigenze delle persone,
principali sfide e cambiamenti organizzativi in atto, analizzando evidenziando i fattori chiave su cui bisogna basarsi per costruire
la diffusione delle tecnologie e dei device mobili, delle policy in maniera efficace la nuova identità delle organizzazioni.
organizzative e delle iniziative di riprogettazione degli spazi
fisici di lavoro.
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Application & Device, Unified Collaboration, Telework, Flexible Workspace Strategy
Work, Workspace Strategy
L’evoluzione degli stili di lavoro degli italiani: L’impatto dello Smart Working
l’emergere degli “smart worker” sugli aspetti legali e giuslavoristici
Il Report illustra il punto di vista degli utenti business rispetto Il Report si propone di delineare gli aspetti legali giuslavoristici
al cambiamento delle loro modalità di lavoro analizzando sia le immediatamente coinvolti nei processi di cambiamento
tecnologie e gli strumenti utilizzati (sia personali che aziendali), connessi ai modelli di Smart Working al fine di evidenziare la
che le pratiche di lavoro più diffuse approfondendo anche le fattibilità e facilitarne la realizzazione.
motivazioni e gli ostacoli alla diffusione dello Smart Working.
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Collaboration, Telework, Flexible Work, Workspace, Bring Your Own
Device, Bring Your Own Application
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Osservatorio Smart Working
Smart Working: la competitività passa da qui!
Introduzione
Executive Summary
Ottobre 2013
Introduzione
Per migliorare la loro competitività e avviare il Sistema Paese verso la ripresa econo-
mica, le imprese e le Pubbliche Amministrazione devono intensificare il loro sforzo di
innovazione, non soltanto a livello di prodotti e servizi, ma anche di processi e modelli
organizzativi. Particolare attenzione va data all’organizzazione del lavoro che è rimasta
ostaggio di retaggi culturali e contrapposizioni preconcette nelle relazioni industriali e
costituisce oggi un fattore di rigidità e arretratezza del nostro sistema sul quale è urgente
intervenire.
sione dei nuovi modelli organizzativi, identificare i principali benefici generati e ipotizzare
un possibile percorso verso lo Smart Working. L’Osservatorio, in collaborazione con Doxa,
ha coinvolto anche gli utenti finali attraverso l’erogazione di una survey, rivolta a 1.000
utenti business, che ha permesso di rilevare le attuali modalità di lavoro delle persone,
i bisogni e le aspettative relativamente al cambiamento dei modelli di lavoro tradizionali.
L’evoluzione dei modelli organizzativi e delle logiche di gestione del “capitale umano” rap-
presentano leve strategiche su cui puntare per migliorare le performance e accrescere la com-
petitività delle nostre imprese: oggi più che mai, le aziende italiane si trovano, per affrontare
la congiuntura economica, a dover valorizzare al massimo le proprie persone. Se apparen-
temente, infatti, la crisi occupazionale dà alle imprese possibilità di scelta in un surplus di
offerta di risorse qualificate disponibili, il rallentamento del turnover e la crescente tendenza
dei migliori talenti a cercare sbocchi di sviluppo professionale all’estero rappresentano pe-
santi sfide per le nostre imprese che, avendo difficoltà a ricorrere ad incentivi tradizionali
legati alla remunerazione e alla carriera, devono trovare nuove leve per trattenere, motivare
e valorizzare i talenti.
L’esempio di molte aziende eccellenti dimostra come l’adozione di nuovi approcci organiz-
zativi possa contribuire in modo significativo a creare un ambiente di lavoro efficace per le
aziende e al tempo stesso per i lavoratori e la società nel suo insieme. In questo contesto si
inquadra la crescente attenzione per il fenomeno dello Smart Working: un approccio innova-
tivo all’organizzazione del lavoro che integra e supera concetti come il telelavoro o il lavoro
in mobilità, rimettendo in discussione tutti i vincoli tradizionali a partire dallo spazio fisico,
agli orari e agli strumenti di lavoro, alla ricerca di nuovi equilibri fondati su una maggiore
libertà e responsabilizzazione dei lavoratori.
• policy organizzative, ovvero le linee guida relative alla flessibilità di orario (inizio, fine e
durata complessiva) e di luogo di lavoro e alla possibilità di scegliere e personalizzare i
propri strumenti di lavoro;
• comportamenti e stili di leadership, legati sia alla cultura dei lavoratori e al loro modo
di “vivere” il lavoro, sia all’approccio da parte dei capi all’esercizio dell’autorità e del
controllo;
• layout fisico degli spazi di lavoro, che condiziona efficienza, flessibilità e benessere delle
persone e ne può orientare e facilitare, o meno, la collaborazione;
• tecnologie digitali che, in funzione della loro qualità e diffusione, possono ampliare e
rendere virtuale lo spazio di lavoro, abilitare e supportare nuovi modi di lavorare, facili-
tare la comunicazione, la collaborazione e la creazione di network di relazioni professio-
nali tra colleghi e con figure esterne all’organizzazione.
Ma come si posiziona il nostro Paese rispetto a questo trend? Il confronto con le princi-
pali nazioni europee mostra come le nostre imprese abbiano accumulato un pesante ritardo
nell’adozione di nuove logiche e modelli di lavoro. Per colmare tale gap è necessario rimuo-
vere vincoli e creare condizioni a livello di Sistema Paese, ma sono soprattutto le aziende a
dover giocare il ruolo fondamentale nell’attivare questo processo, attraverso iniziative corag-
giose in questa direzione che costituiscono un investimento fondamentale in competitività.
Oggi, mentre sempre più Paesi continuano a progredire (ad esempio in Norvegia la percen-
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Statistics
Netherlands, 2009. tuale di aziende che permette il telelavoro è raddoppiata dal 2003 al 20074), l’Italia sembra
rimasta al palo, sempre più lontana dal colmare il gap non solo verso i tradizionali leader,
ma anche verso Paesi di più recente industrializzazione. Per quanto riguarda il telelavoro, ad
esempio: nel 2013 infatti la percentuale dei telelavoratori (per più di un quarto del loro tempo
lavorativo) è ancora pari a solo il 6,1%.
Alla base di questo gap rispetto agli altri Paesi europei nella diffusione del telelavoro, vi è
una normativa pesante e restrittiva, una visione miope e rigida nelle relazioni industriali e
una cultura del lavoro pesantemente gerarchica. Inoltre, in questo percorso d’innovazione
organizzativa, l’Italia sembra frenata dalla grande presenza di imprese medio-piccole con
modelli di lavoro ancora molto tradizionali: la ricerca dell’Osservatorio mette in luce come
nelle PMI la flessibilità nell’orario di lavoro è presente nel 25% delle imprese, ma viene offerta
a tutti i dipendenti solo nel 10% dei casi, mentre il telelavoro è presente nel 20% delle impre-
se, ma è concesso a tutti i dipendenti in meno del 2% dei casi. Nelle grandi aziende italiane,
invece, la diffusione della flessibilità nell’orario di lavoro è circa il triplo delle PMI e il doppio
per quanto riguarda il telelavoro. Oltre ad avere policy organizzative mediamente più fles-
sibili, le grandi aziende si distinguono in questo periodo anche per una maggior attenzione
all’innovazione del layout fisico degli spazi di lavoro: circa un’impresa di grandi dimensioni
su due ha in atto iniziative di riprogettazione degli edifici con la creazione di ambienti mag-
giormente aperti, flessibili e orientati alla collaborazione e al benessere delle persone (aree
destinate alla collaborazione, open space, postazioni non riservate alle singole persone e/o
riconfigurabili, aree di relax, ...).
L’arretratezza dei modelli di lavoro si riflette in una limitata soddisfazione dei lavoratori,
sia in relazione a elementi hard, come gli spazi fisici e gli strumenti informatici, sia in merito
alla cultura e alle policy organizzative. In particolare, il livello di soddisfazione più scarso
riguarda la flessibilità del luogo e degli orari di lavoro: circa un terzo degli utenti business si
dichiara poco o per nulla soddisfatto su questo fronte, ritenendo che una percentuale signifi-
cativa delle proprie attività, mediamente intorno al 40%, potrebbe essere svolta efficacemen-
te al di fuori della sede di lavoro.
Le tecnologie ICT attuali, grazie alle loro caratteristiche di portabilità, accessibilità e adat-
tabilità, permettono di rispondere alle nuove esigenze delle persone, abilitando sempre più
modelli di lavoro orientati allo Smart Working. Le tecnologie più efficaci da questo punto di
vista sono:
• Social Computing e Unified Communication & Collaboration che cambiano i flussi di
comunicazione tradizionali creando nuove opportunità di relazione e collaborazione
emergente;
• Mobile e Cloud Computing che contribuiscono alla flessibilità e all’accessibilità nell’uso
di applicazioni e servizi, permettendo ai lavoratori di accedere alle applicazioni pro-
fessionali in qualunque momento, luogo e attraverso qualsiasi dispositivo, liberando le
Nelle aziende di grandi dimensioni del campione, le iniziative in ambito Mobile e Social
saranno quelle che nel biennio 2014-2015 influenzeranno di più, rispetto a quanto fatto fino
ad ora, il modo di lavorare delle persone.
• In ambito Mobile il 71% delle grandi aziende sosterrà un incremento dei budget ICT,
investendo anche in nuovi device come i Tablet, per supportare al meglio la crescita dei
mobile worker. La metà degli utenti business trascorre, infatti, parte del proprio tempo
lavorativo in mobilità e, in particolare, nell’ultimo anno sono aumentate del 3% le per-
sone che lavorano fuori dall’ufficio per almeno un quarto del tempo. Di questi la gran
parte già utilizza device mobile e/o servizi mobile per l’accesso a contenuti e strumenti
di lavoro come mobile office, documentazione e applicazioni operative (65%) che con-
sentono un aumento di produttività medio da loro stimato intorno al 60%.
• Le iniziative Social Computing vedranno un aumento del budget dedicato nel 48% delle
grandi aziende. Ulteriore dimostrazione di interesse viene anche dagli utenti: se oggi
solo il 34% utilizza servizi social a supporto delle attività lavorative, una percentuale
analoga che ancora non li utilizza è però interessata al loro impiego in ambito profes-
sionale.
• Le iniziative di Unified Communication & Collaboration, che in passato hanno già avuto
un ruolo rilevante nell’abilitare nuovi modelli di lavoro, confermano la loro importanza
anche per il futuro, come testimoniato dal 48% di grandi aziende che prevede di aumen-
tarne in due anni il budget in questo ambito e dal fatto che gli strumenti di collaboration
sono quelli maggiormente utilizzati dagli utenti business (il 51% li usa, nella metà dei
casi, tutti i giorni).
• Infine, anche le applicazioni erogate in modalità Cloud avranno un ruolo crescente
nell’immediato futuro come evidenziato dal fatto che il 73% delle grandi aziende pre-
vede di destinare a tali iniziative un budget crescente e che già ad oggi una buona parte
degli utenti business usa (31%) o è interessata (39%) a servizi Cloud per il backup di dati
e storage (Dropbox, iCloud, ...) in ambito professionale.
Nella diffusione di queste tecnologie gioca un ruolo rilevante il fenomeno della consume-
rizzazione di dispositivi e strumenti digitali. La Ricerca ha evidenziato una crescente atten-
zione delle grandi aziende rispetto a questo fenomeno che porterà la percentuale di imprese
che consentono di utilizzare dispositivi personali per attività lavorative dall’attuale 23% al
33% previsto per il 2015. Per quanto riguarda, invece, l’utilizzo delle applicazioni personali
per lavorare le aziende che ne consentono l’utilizzo passano dal 15% del 2013 al 26% nel 2015,
secondo quanto dichiarato dai CIO del campione.
I benefici ottenibili dall’adozione dello Smart Working riguardano sia le aziende (migliora-
mento della produttività, riduzione dell’assenteismo, riduzione dei costi per gli spazi fisici, ...),
che le persone (miglioramento del work-life balance, aumento della soddisfazione, ...) e l’am-
biente (riduzione delle emissioni di CO2, di traffico e inquinamento, ...). La Ricerca 2013
dell’Osservatorio ha cercato di identificare i benefici sia qualitativi che quantitativi stiman-
do, dove possibile, questi ultimi in termini economici.
Con riferimento alle imprese, in particolare, gli investimenti in Smart Working possono
essere analizzati e giustificati facendo riferimento ai benefici monetizzabili in queste aree:
• l’incremento di produttività dei circa 9,5 milioni di lavoratori “di concetto” italiani
ottenibile con la diffusione di modelli di Smart Working è stimabile nel 5,5% medio.
Alla base di questa stima c’è il miglioramento di produttività del 3,5% legato ad una
diffusione del telelavoro in linea con quella dei Paesi avanzati, alla riduzione di viaggi
di lavoro inutili grazie all’utilizzo di strumenti web/video conference pari allo 0,5% e
all’aumento di produttività del lavoro in mobilità grazie alla diffusione di device mobile
stimato nell’1,5%. Nel complesso questo si tradurrebbe in un beneficio in termini di
costo del lavoro ottenibile per le imprese di circa 27 miliardi di €.
• il risparmio di costi diretti è stimabile in circa 10 miliardi di € ed è determinato da due
componenti fondamentali. Da un lato, la significativa riduzione dei costi vivi di trasfer-
ta per viaggi sia in Italia che all’Estero (circa 8,6 miliardi €) evitabili con l’utilizzo di
web/video conference; dall’altro, la riduzione delle postazioni di lavoro di circa un terzo
con risparmi per le aziende pari a circa 1,3 miliardi € e resa possibile dalla riprogettazione
degli spazi fisici, associata all’introduzione di policy di flessibilità di orario e luogo di lavoro.
Nel complesso quindi le aziende italiane potrebbero, con la diffusione di nuovi modelli di
lavoro e l’impiego delle soluzioni ICT, ottenere un risparmio complessivo stimabile in circa
37 miliardi di €.
L’introduzione del telelavoro e la conseguente riduzione degli spostamenti dei lavoratori,
inoltre, porterebbe a risparmi economici per i cittadini stimabili complessivamente in circa
4 miliardi di € (pari a circa 550 € per lavoratore/anno) e a una riduzione di emissioni di CO2
pari a circa 1,5 milioni di tonnellate/anno.
Si tratta di benefici potenziali troppo importanti per potersi permettere di non sviluppare
immediatamente un piano di interventi in grado di migliorare la competitività e la sosteni-
bilità economica delle imprese.
L’analisi delle iniziative, attivate sia in Italia sia all’estero, ha mostrato che le esigenze per
cui le aziende decidono di attivare progetti di Smart Working possono essere differenti:
dal cambio di sede, alla volontà di creare un ambiente attrattivo per i propri talenti, alla
richiesta di maggiore flessibilità da parte dei sindacati. I casi di eccellenza che stanno percor-
rendo con successo questa strada verso lo Smart Working dimostrano come, indipendente-
mente dal punto di partenza, per ottenere dei concreti benefici e costruire in maniera efficace
la nuova identità delle organizzazioni e dei modelli di lavoro, vi sono dei fattori chiave su cui
bisogna basarsi .
Persone al centro
Per il successo dello Smart Working sono fondamentali le persone: in questo percorso
le aziende non possono limitarsi a guardare solo gli obiettivi di business e farsi trainare
dall’innovazione tecnologica, ma è necessario porre le persone al centro di queste iniziative,
attraverso un’attenta analisi e comprensione delle esigenze specifiche dei “singoli individui”
e un loro forte coinvolgimento nel percorso di cambiamento culturale dell’intera organizza-
zione. Anche il coinvolgimento sin dall’inizio delle rappresentanze sindacali si è dimostrato
un fattore fondamentale che ha permesso di trasformare quella che era considerata una po-
tenziale barriera, in una spinta decisiva a favore del cambiamento.
modo che le persone possano avere la giusta autonomia e libertà nelle decisioni relative alle
proprie attività professionali e che possano essere valutati in funzione dei risultati consegui-
ti, a prescindere da dove, quando e come lavorano.
Mariano Corso
Fiorella Crespi
School of Management
Ottobre 2013
Presentazione dei risultati della Ricerca – Alcuni lucidi
Smart Working:
il lavoro in mobilità & il telelavoro
a cura di ANITEC
Ottobre 2013
Smart Working: il lavoro in mobilità & il telelavoro
A partire dal 2011, ANITEC è stata promotrice di alcune iniziative, in ambito opera-
tivo e legislativo, per promuovere una reale diffusione del lavoro in mobilità nel nostro
Paese.
delle imprese. Il Protocollo intende altresì fungere da volano per lo sviluppo del telelavoro
e, di conseguenza, per la promozione della definitiva implementazione della connessione a
larga e larghissima banda, che del telelavoro costituiscono due condizioni necessarie e im-
prescindibili.
L’obiettivo deve essere quindi aggiornare la normativa in modo proficuo ed equilibrato per
tutte le parti coinvolte; a monte di tutto resta, però, la necessità di un cambiamento culturale
senza il quale le possibilità offerte dalle nuove tecnologie ed applicazioni resteranno larga-
mente inespresse a detrimento della crescita di competitività del Paese.
Casi di successo
Ottobre 2013
Casi di successo
Sul sito www.osservatori.net si potranno consultare tutti i Casi di Studio, oggetto di appro-
fondimento della Ricerca 2013.
Caso vincitore Mars Italia è la consociata italiana del gruppo Mars Incorporated, multinazionale americana tra
Smart Working Awards i leader del settore alimentare. L’azienda italiana opera in quattro dei sei segmenti di business del
gruppo: pet food, cioccolato, cibi etnici, gomme. La consociata italiana, che ha sede ad Assago,
impiega circa 230 dipendenti (detti Associati) di cui 110 operanti presso la sede e i rimanenti in
vendita, quindi dislocati su tutto il territorio nazionale.
L’azienda, grazie al respiro internazionale e a esperienze effettuate in altri paesi del mondo, ha
precorso i tempi proponendo già negli anni ’90 in Italia delle modalità di lavoro innovative. In
particolare, a partire dal 2009, si assiste a un’accelerazione delle iniziative di Smart Working, pro-
mosse principalmente dalla funzione HR ma supportate e favorite anche dal vertice aziendale, co-
erentemente con la cultura aziendale che è fortemente orientata al work-life balance e al benessere
dei dipendenti.
Tra le iniziative realizzate, l’introduzione dell’orario di lavoro flessibile: a ogni associato è infatti
data la possibilità di variare il proprio orario di entrata e di uscita dalla sede di lavoro e la timbratu-
ra “in ingresso” è presente solo per accertare la presenza, mentre quella “in uscita” è richiesta solo
a coloro per cui è prevista una retribuzione degli straordinari.
L’azienda consente inoltre di usufruire della flessibilità del luogo di lavoro: tutti i dipendenti hanno
infatti la possibilità di svolgere il proprio lavoro da casa organizzandosi con una certa autonomia e
coordinandosi con il proprio responsabile e i colleghi nel rispetto di regole generali che prevendono
la presenza in ufficio in caso di riunioni importanti e la copertura dei reparti.
Per dare a tutti la possibilità di beneficiare della flessibilità del lavoro da casa, Mars Italia ha pre-
visto la progressiva dotazione, a tutti i dipendenti interessati, di computer portatili e di adeguati
strumenti per favorire la comunicazione a distanza (instant messaging, webconference, strumenti
per la condivisione di documenti). La dotazione tecnologica è stata fornita privilegiando coloro
che avevano esigenze particolari (familiari o di lontananza dalla sede di lavoro) per poi procedere
con gli altri. Inoltre, sono disponibili a supportare il lavoro da casa degli strumenti “di cortesia”
(ad esempio cellulari) per coloro il cui ruolo non prevede l’assegnazione di questo tipo di supporto.
Il progetto non ha previsto delle fasi pilota, ma è stato sin da subito aperto a tutti i dipendenti,
previa partecipazione a sessioni formative/informative, organizzate al fine di spiegare nel dettaglio
le policy del lavoro flessibile e condividerne le regole. L’iniziativa è stata accolta con grande entu-
siasmo da tutti i dipendenti che, nelle survey di clima aziendale, indicano da sempre la flessibilità
e il lavoro da casa come degli aspetti distintivi dell’azienda e molto qualificanti per il loro lavoro.
Gli uffici di Mars Incorporated di tutto il mondo sono organizzati in open space per favorire una
comunicazione di business fluida, senza aree private o status symbol. Tra le varie iniziative di
Smart Working troviamo la recente riorganizzazione degli spazi in azienda e il restyling delle sale
riunioni finalizzato a migliorarne il confort. Per riunioni più informali, sono state predisposte delle
isole al centro dell’open space ed è a disposizione un’area relax con musica e divanetti. Le posta-
zioni di lavoro destinate ai ruoli con elevato livello di mobilità, ad esempio le vendite, non vengono
assegnate personalmente; altre postazioni di lavoro sono invece assegnate per vincoli legati a docu-
mentazione cartacea necessaria per svolgere la propria attività.
Un altro interessante progetto, “Scegli il miglior modo per raggiungere l’ufficio”, partito nel 2006 e
evolutosi negli anni, si prefigge l’obiettivo di migliorare il work-life balance e contestualmente mi-
nimizzare l’impatto ambientale legato al trasferimento casa-lavoro. Le opzioni proposte ai dipen-
denti per ridurre emissioni di CO2, tempi e stress da viaggio comprendono: una servizio navetta, la
possibità di utilizzo gratuito della metropolitana di Milano, e, infine, per chi decide di raggiungere
il posto di lavoro con mezzi propri, un servizio parking di prossimità custodito e gratuito.
Caso vincitore Tetra Pak è una multinazionale di circa 22mila dipendenti presente in oltre 170 Paesi. Gli stabilimen-
Smart Working Awards ti produttivi del materiale di confezionamento dell’azienda sono 42, di cui uno in Italia a Rubiera
(RE); mentre le unità dedicate esclusivamente alla ricerca e sviluppo sono 11, di cui la sede italiana di
Modena è la seconda per dimensioni dopo quella svedese. Nella sede di Modena lavorano oltre 800 di-
pendenti di cui un quarto sono donne, una proporzione molto elevata per un’azienda metalmeccanica.
I valori core dell’azienda sono da sempre innovazione e qualità, libertà e responsabilità, collaborazio-
ne e divertimento, attenzione al cliente e orientamento al lungo periodo.
Coerentemente a questi valori, Tetra Pak ha attivato da alcuni anni numerose iniziative di Smart
Working volte a migliorare le condizioni di lavoro dei propri dipendenti fornendo loro spazi di lavoro
adattabili in base alle esigenze, l’opportunità di flessibilità di orari e luoghi di lavoro e gli strumenti
adeguati per conciliare al meglio le esigenze professionali e personali.
Il progetto di Smart Working attivato nella sede di Modena di Tetra Pak si articola in diverse iniziative.
Si è partiti dalla riprogettazione degli spazi fisici con l’obiettivo di realizzare un luogo di lavoro in
grado di soddisfare le esigenze di dipendenti e collaboratori che lavorano all’interno della sede e, allo
stesso tempo, creare il giusto clima che favorisca l’innovazione e la creatività. Dopo una prima fase
di analisi delle modalità di lavoro e del livello di utilizzo degli spazi da parte delle persone è stata av-
viata una completa ristrutturazione degli edifici che ha visto la realizzazione di open space e spazi per
il lavoro individuale o di gruppo (silent e meeting rooms). Per creare una struttura che consentisse
all’azienda tutta la flessibilità necessaria è stata impostata un’organizzazione degli spazi per moduli
con l’introduzione di pareti mobili: in questo modo è possibile riconfigurare rapidamente gli spazi
ampliando/riducendo la dimensione di sale riunioni/uffici in base alle necessità. Sono inoltre presenti
dei sistemi di “building automation” che permettono di auto-regolare i diversi impianti (riscalda-
mento, illuminazione, ricircolo dell’aria) in base al numero delle persone presenti nei diversi spazi.
Nella riprogettazione una forte enfasi è stata data ai concetti di trasparenza e isolamento acustico:
le pareti degli uffici e delle sale riunioni sono trasparenti in modo che le persone si possano vedere ma
non sentire per non disturbare i colleghi e ridurre la concentrazione.
Tetra Pak ha introdotto da qualche anno anche iniziative a supporto della flessibilità di orario di
lavoro per tutti i dipendenti, compresi gli operai, con alcune differenze nelle modalità di implemen-
tazione in funzione della tipologia di professionalità. Non ci sono più strumenti marca tempo ma
ciascun dipendente a fine mese autocertifica il monte ore complessivo lavorate attraverso un tool pre-
sente sulla Intranet che invia il documento al responsabile, il quale può provvedere all’approvazione
oppure, se non lo ritiene corretto, può decidere di fare delle ulteriori verifiche. In Tetra Pak sono pos-
sibili anche forme di flessibilità rispetto al luogo di lavoro: anche in questo caso viene lasciata molta
autonomia al dipendente, che deve conciliare le proprie necessità con i suoi obiettivi allineandosi con
colleghi e collaboratori. Tetra Pak in questo modo dà piena fiducia ai propri dipendenti, stabilendo re-
gole per coloro che se la meritano e non per i pochi che trasgrediscono. Tale approccio, accompagnato
ad un sistema di valutazione per obiettivi, favorisce la creazione di un clima di fiducia tra azienda e
dipendente con impatti positivi sulla produttività e sulla soddisfazione delle persone.
Per mettere in condizione le persone di usufruire di queste forme di flessibilità, vengono messi
a disposizione alcuni strumenti: notebook, completa copertura wireless per poter lavorare in ogni
spazio dell’azienda e telefoni portatili che favoriscono la mobilità anche interna al luogo di lavoro.
Tetra Pak mette inoltre a disposizione dei dipendenti degli strumenti di collaboration (phone confe-
rence e instant messaging integrato con la presenza) e dei devices a supporto del lavoro in mobilità (ta-
blet e smartphone) per chi ne ha bisogno quotidianamente; coloro che solo saltuariamente lavorano da
casa possono utilizzare smartphone e chiavette internet aziendali condivisi. Per rendere più flessibile la
riconfigurazione degli spazi e ridurre il consumo di carta l’azienda ha attivato anche iniziative di “pull
printing” per cui le stampe vengono eseguite solo a fronte di una conferma data attraverso il badge
aziendale: tale iniziativa ha permesso di ridurre del 41% il consumo di carta e di toner dell’azienda.
Tutti i documenti di cui non si fa un uso quotidiano sono stoccati in un magazzino esterno vicino alla
sede di Tetra Pak: qualora serva un documento si inoltra un’apposita richiesta che permette di ottenere
il materiale entro le 24 ore successive. Tale approccio consente di risparmiare molto spazio che altri-
menti sarebbe occupato da archivi, a discapito degli spazi disponibili per i dipendenti.
Per ottimizzare il livello di occupazione delle aree condivise, come ad esempio le sale riunioni o le
silent rooms, all’esterno di esse sono stati posizionati degli piccoli schermi LCD dai quali si può vi-
sualizzare lo stato di occupazione: se la prenotazione non viene confermata attraverso questi schermi
la sala viene resa di nuovo disponibile. Questo approccio ha permesso di ridurre del 12% il livello di
occupazione degli spazi comuni.
L’azienda, consapevole dell’influenza positiva che il benessere delle persone può avere sulle loro pre-
stazioni lavorative, ha inoltre attivato diverse iniziative per favorire il miglioramento della work-life
balance come l’asilo aziendale, la possibilità di stage estivi per i figli dei dipendenti, la palestra e l’area
benessere.
Il progetto di Smart Working, grazie alle diverse iniziative, ha permesso di ottenere significativi bene-
fici per l’azienda come ad esempio la maggiore capacità di attrarre e conservare i talenti, il migliora-
mento della produttività, una maggiore efficacia nell’allocazione degli spazi e la riduzione degli spazi
inutilizzati. Ottimi risultati sono stati misurati, attraverso sondaggi sul clima aziendale, a livello di
soddisfazione dei dipendenti in termini di migliore work-life balance e soddisfazione professionale a
conferma di come tali iniziative influiscano positivamente sull’employee engagement.
Box 3 Barilla
Menzione speciale Barilla, azienda nata nel 1877 come negozio di pane e pasta a Parma, è oggi una dei primi gruppi
Smart Working Awards italiani nell’alimentare: leader mondiale della pasta, leader europeo nei sughi, leader italiano per i
prodotti da forno e primo attore in Scandinavia nei pani croccanti. Il gruppo Barilla ha 8.286 dipen-
denti di cui 4.183 unità in Italia e 4.103 unità all’estero e nel 2012 ha fatturato 3.996 milioni di euro
(+2% rispetto all’anno precedente).
A marzo 2013, con un forte commitment da parte del vertice aziendale, Barilla ha avviato il progetto
“Barilla Smart Work” volto a introdurre un nuovo modello di lavoro in azienda basato sulla flessibili-
tà e sull’organizzazione, da parte del dipendente, del proprio tempo di lavoro. Le esigenze che hanno
spinto Barilla a muoversi in questa direzione sono state:
• promuovere la diversità e uno stile di vita equilibrato e sostenibile in coerenza con gli obiettivi indi-
cati nella strategia aziendale “lighthouse”;
• promuovere la responsabilizzazione, l’impegno e una leadership orientata ai risultati;
• aumentare la retention dei talenti.
L’iniziativa ha previsto tre stream di progetto paralleli che si occupassero di diversi aspetti: la pre-
disposizione ad adottare nuovi modelli di lavoro, la dotazione tecnologica necessaria e il piano di
change management da implementare.
Un primo team, costituito principalmente da referenti della Direzione Risorse Umane, si è occupato
di svolgere un’analisi interna con l’obiettivo di identificare i fattori chiave per l’implementazione effi-
cace di un modello di Smart Work, rilevando le esigenze interne e definendo il modello di riferimento
dello Smart Working in Barilla. Tale stream di progetto, che ha visto il coinvolgimento di diverse Line
of Business attraverso interviste dirette ai Responsabili (Research, Development and Quality, Supply
Chain, Finance & Administration, Brand Development, Innovation & Marketing, Marketing Unit
Europe), ha consentito di comprendere la predisposizione culturale, organizzativa e tecnologica dei
differenti target aziendali all’adozione di modelli di Smart Work (Readiness Assessment).
Un secondo team, composto da referenti della Direzione Information Technology, si è posto l’obietti-
vo di analizzare la dotazione tecnologica di tutti i dipendenti, valutandone alcuni elementi caratteri-
stici come l’accessibilità in remoto e identificando gli eventuali gap da colmare rispetto alla possibilità
di lavorare in maniera flessibile.
Un terzo team di progetto si è invece dedicato alla definizione della strategia più adeguata per comu-
nicare sia internamente che esternamente il nuovo modello di lavoro, occupandosi anche di identifi-
care adeguate azioni di change management e di sensibilizzazione alle tematiche. La comunicazione
è stata fatta sia attraverso incontri diretti con i referenti HR delle rispettive linee di riferimento per
esplicitare nel dettaglio il progetto alle persone coinvolte e rispondere a domande e dubbi, sia attra-
verso una newsletter rivolta all’intera utenza aziendale per comunicare l’avvio del progetto.
Le analisi svolte dai tre stream di progetto hanno condotto alla stesura di un regolamento condiviso
che definisce il modello di riferimento e le relative policy dello Smart Working in Barilla, e l’identifi-
cazione di un primo gruppo di utenti pilota del progetto. In particolare è stato previsto che le persone,
previa comunicazione e approvazione da parte del proprio responsabile, possano svolgere fino a un
massimo del 20% della propria prestazione lavorativa mensile frazionabile in un luogo diverso da
quello di lavoro scegliendo come articolare lo svolgimento delle proprie attività in orari diversamente
distribuiti nell’arco della giornata. Il modello si rivolge a tutti i dipendenti, compreso anche il perso-
nale soggetto alla rilevazione della presenza.
Il progetto pilota, avviato a giugno 2013, è articolato in due wave: la prima ha coinvolto 150 persone
appartenenti a diverse business unit anche a livello europeo con particolare riferimento alla Francia e
alla Svizzera, identificate come aree win-win perché caratterizzate da un elevato livello di predisposi-
zione allo Smart Working e in grado di cogliere sin da subito i benefici abilitati da questo approccio.
La seconda wave del progetto pilota è invece prevista per i primi di ottobre e coinvolgerà circa altre
50 persone.
Per abilitare tale forma di flessibilità nella scelta del luogo di lavoro, è stato necessario agire anche
sulla dotazione tecnologica a disposizione: su tutti i pc portatili è stata installata una piattaforma di
Unified Communication & Collaboration e sono stati predisposti dei computer di cortesia per coloro
che non ne dispongono ma che rientrano all’interno del progetto pilota. Per favorire anche forme di
mobilità all’interno della sede aziendale e la creazione di spazi più informali a supporto della colla-
borazione, sono state predisposte delle aree esterne con postazioni di lavoro e connessione WiFi per
poter svolgere le attività lavorative anche all’aperto.
I prossimi passi vedranno la realizzazione di focus group con il coinvolgimento di alcuni utenti pilota
per incentivare il confronto tra le diverse aree sui benefici ottenuti e le criticità riscontrate e favorire
una progressiva integrazione dello Smart Working nella cultura aziendale. Accanto a questa inizia-
tiva è poi prevista l’attivazione di un blog aperto a tutti i partecipanti al progetto e che si propone di
essere uno spazio di condivisione e confronto permanente.
Regione Emilia Romagna è un ente pubblico con circa 3.400 dipendenti e 600 collaboratori esterni
che lavorano nelle sedi. La Regione ha 66 sedi dislocate nel territorio regionale, una a Roma per
la rappresentanza al governo, ed una a Bruxelles per la rappresentanza al Parlamento Europeo.
L’ente è suddiviso in tredici Direzioni generali, ciascuna delle quali si articola in Servizi. La funzione
IT è trasversale a questa struttura, fatta eccezione per alcune realtà settoriali che dispongono di una
funzione IT dedicata.
La Regione ha attivato le prime iniziative in ambito Smart Working partendo dalla dimensione tec-
nologica e implementando nel 2009 un progetto realizzato in collaborazione con Microsoft che ha
portato all’adozione della piattaforma OCS di Unified Communication & Collaboration (servizi di
instant messaging, presence e collaboration). Le motivazioni che hanno spinto l’ente a implementare
tali servizi sono principalmente legate alla volontà di migliorare l’efficienza dell’Amministrazione,
ridurre i costi per le trasferte e ottimizzare le infrastrutture di video conferenza, consentendo una
maggiore integrazione delle attività lavorative con strumenti nuovi e innovativi e quindi la possibilità
di condividere il proprio desktop con altri utenti senza doversi muovere fisicamente.
Il progetto di introduzione è partito con un’iniziativa pilota di circa 150 persone selezionate tra gli
utenti particolarmente evoluti. In una seconda fase, visto il successo del progetto, l’adozione di tali
strumenti è stata estesa progressivamente ad un numero più consistente di utenze fino ad arrivare in
tre/quattro mesi alla deploy di tutte le 4.000 utenze regionali. La selezione degli utenti coinvolti nei
progetti pilota è stata fatta in base a diversi criteri tra cui: la confidenza con le tecnologie, l’esigenza
di collaborazione continuativa con la sede all’estero e la comunicazione in condizioni di mobilità.
Nelle fasi di pilota hanno partecipato anche delle persone che erogano attività di formazione per
capire come le tecnologie di Unified Communication & Collaboration potessero essere utilizzate per
la formazione agli utenti.
Durante il 2013 Regione Emilia Romagna ha deciso di fare un aggiornamento della piattaforma esi-
stente prima lato server e poi lato client: tale introduzione è ancora in corso e si dovrebbe concludere
entro il primo trimestre del 2014. Il piano di adozione ha previsto che tutti venissero dotati delle
funzionalità basilari (presenza, instant messaging) mentre le funzioni più avanzate sono in fase di
introduzione previa attività di formazione.
La scelta di attivare dei percorsi formativi, sia guidati sia autonomi, è dovuta alla volontà di fare
comprendere a tutti gli utenti, non solo quelli più evoluti, le potenzialità degli strumenti in modo da
cogliere appieno i benefici e favorire l’adozione di strumenti che possono abilitare la diffusione di
nuovi modelli di lavoro.
Il punto debole che ha limitato la diffusione dell’utilizzo della piattaforma di Unified Communication
& Collaboration è stata la mancanza di formazione alle utenze a cui si è cercato di ovviare nelle fasi
successive di implementazione attraverso il coinvolgimento del servizio di comunicazione interno
che si occupa di aggiornare costantemente le utenze sullo stato evolutivo del progetto e dare visibilità
al piano di formazione.
Per quanto riguarda invece le policy legate a forme di flessibilità di luogo e orario di lavoro, attualmente
sono presenti diverse forme di part-time, sia verticale sia orizzontale, e di telelavoro che viene concesso
per esigenze familiari, a persone con handicap o a chi abita ad una certa distanza dal luogo di lavoro.
Dal punto di vista degli spazi fisici, nelle sedi sono presenti soluzioni innovative come open space,
moduli condivisi e sale riunioni dotate di sistemi di video conferenze e condivisione degli schermi,
ma anche tradizionali uffici che possono essere scelti in base alle esigenze di collaborazione.
L’Università degli Studi di Torino è stata fondata nel 1404 e, con i suoi oltre 145 corsi di Laurea di I e
II livello, i master, le scuole di specializzazione e i corsi di dottorato, rappresenta un polo di eccellenza
nella formazione universitaria. L’Ateneo che ha circa 90.000 studenti iscritti, si articola in 120 sedi
dislocate sul territorio in cui lavorano attualmente 4.000 persone tra docenti, tecnici amministrativi
e ricercatori.
Il progetto di ripensamento delle modalità di lavoro e, in particolare, dell’accessibilità a documen-
ti lavorativi ha avuto una grossa accelerazione attraverso l’introduzione di tecnologie informatiche
quali la virtualizzazione e il Cloud privato.
L’iniziativa, attivata nel 2006, è stata seguita e coordinata da un team di 5 persone afferenti alla
Divisione Sistemi Informativi che, all’interno dell’Università, si occupa di gestire i progetti riguar-
danti l’infrastruttura di rete, la fonia, il WiFi, le mail e i servizi per la didattica. Il core team di proget-
to ha poi creato una rete di deleghe per la gestione e la manutenzione delle infrastrutture che vede il
coinvolgimento di figure di riferimento per ciascuno dei dipartimenti dell’Ateneo in modo da ridurre
i tempi di risposta e rendere più tempestivi i processi.
Il progetto si è articolato in 3 fasi sequenziali: la virtualizzazione dei server, la virtualizzazione dei
client delle aule didattiche e la creazione di postazioni di lavoro virtuali per i dipendenti dell’Università
che permettesse loro di accedere da casa, o da qualunque dispositivo mobile, ai documenti utilizzati
per lavorare.
Se le prime due fasi sono già consolidate e da tempo a regime, la terza è ad un livello pilota e vede il
coinvolgimento di circa 40 utenti, tale numero è destinato a crescere nel breve periodo fino ad arriva-
re a 150 persone entro fine anno.
Gli utenti pilota sono stati selezionati all’interno di tutta la popolazione dell’università e compren-
dono diverse professionalità (docenti, tecnici amministrativi, ricercatori) tutti caratterizzati dalla
necessità di accedere alla propria postazione di lavoro anche ad orari non usuali e da un buon livello
di confidenza con i device mobili e ICT. Per motivi di sicurezza, ad oggi, l’accesso alla postazione di
lavoro virtuale è però vincolato alla VPN di ateneo.
In tutte le fasi del progetto sono stati utilizzati delle soluzioni VMware e, in particolare, a supporto
della terza fase del progetto è stata utilizzata la soluzione Horizon Workspace che permette di accede-
re in modo semplice e sicuro ai documenti indipendentemente dal device utilizzato.
Il progetto, in tutte le sue fasi, ha permesso di ottenere diversi benefici sia per la Divisione Sistemi
Informativi che, attraverso la virtualizzazione di server e client, riesce a semplificare le attività di
manutenzione e gestione del parco macchine aumentandone al contempo la sicurezza e l’affidabilità.
Il progetto di virtualizzazione ha inoltre permesso di ottenere efficienza attraverso la riduzione del
numero delle sale macchine che ha portato una sensibile riduzione dei costi.
Il progetto di creazione delle postazioni di lavoro virtuale ha permesso di ottenere dei ritorni positivi
per gli utenti, soprattutto coloro che trascorrono una consistente parte del loro tempo in mobilità e
che in questo modo possono facilmente recuperare la documentazione di cui hanno bisogno influen-
do positivamente sul miglioramento della loro produttività.
Nota metodologica
Il Gruppo di Lavoro
Ottobre 2013
Nota metodologica
La Ricerca dell’Osservatorio è stata condotta nel corso del 2013 attraverso l’analisi di fonti
secondarie, l’analisi empirica e il confronto diretto con i sostenitori della Ricerca.
Per meglio approfondire tutti i diversi aspetti che concorrono alla creazione di un model-
lo di Smart Working sono stati coinvolti diversi attori aziendali: i Responsabili dei Sistemi
Informativi (CIO), i Responsabili delle Risorse Umane (HR), i Responsabili delle Line of
Business di grandi aziende (con più di 250 dipendenti) e Pubbliche Amministrazioni pre-
senti in Italia.
Al fine di perseguire gli obiettivi della Ricerca, si è partiti da un modello comune di inda-
gine per poi definire tre diversi questionari:
• Survey per i Responsabili dei Sistemi Informativi (109 risposte): ha permesso di compren-
dere la rilevanza, il livello di sviluppo, le barriere e i fattori di successo delle tecnologie
ICT a supporto dello Smart Working, analizzando il ruolo dei CIO nella loro introdu-
zione, i budget e i trend di crescita, gli obiettivi e i benefici ottenuti a valle dell’imple-
mentazione;
• Survey per i Responsabili delle Risorse Umane (106 risposte): ha permesso di analizzare il
supporto dell’HR alla diffusione dei modelli di lavoro flessibili in termini di orario e luo-
go, alle strategie e iniziative di riprogettazione dello spazio fisico e di personalizzazione
dei device secondo i principi caratteristici dello Smart Working;
• Survey per i Responsabili delle Line of Business (77 risposte): ha permesso di comprende-
re le modalità di lavoro presenti nelle diverse funzioni aziendali in termini di tecnologie
utilizzate e policy adottate identificando il ruolo e il coinvolgimento dei diversi attori
aziendali nelle iniziative di Smart Working.
L’indagine è stata realizzata a partire da un database di aziende stratificato per classe di ad-
detti (2-9 addetti, 10-19 addetti, 20-49 addetti, 50-249 addetti), settore di attività (industria,
commercio, costruzioni e altri settori) e area geografica (nord ovest, nord est, centro, sud e
isole). È stato definito un campione ragionato per le singole variabili. Per una lettura rappre-
sentativa del mercato i dati sono poi stati elaborati isolando le piccole aziende 2-9 addetti e
quindi le 10-249 che sono state ponderate rispetto alle quote ISTAT di riferimento in base
alle classi di addetti.
Il target e le aree di rilevazione sono state così costituite: sono stati inviati, tramite modali-
tà CAWI, questionari ad un campione rappresentativo dei lavoratori delle categorie indicate
(fonte indagine ISTAT Multiscopo).
Casi di Studio
Nel corso della Ricerca sono state approfondite iniziative di successo, tra cui quelle candi-
date alla “Smart Working Awards”. Tale approfondimento è stato realizzato attraverso delle
interviste al management responsabile del progetto e condotte utilizzando due diverse pro-
spettive:
strategica per indagare le esigenze da cui deriva l’iniziativa, gli obiettivi e i processi da
supportare, la rilevanza delle soluzioni, la tipologia di applicazioni e servizi introdotti, le
criticità riscontrate, gli sviluppi futuri, ecc.;
Si ringraziano in particolare le aziende che sono state maggiormente coinvolte nella Ricer-
ca e che hanno partecipato attivamente alla stessa:
• A2A • Amadori • Auchan
• ABB • Anas • Autogrill
• Acquedotto Pugliese • Antonio Merloni • Axpo
• Adecco • Artsana • Azienda Trasporti
• Adidas • ASL di Milano Milanesi
• Aeffe • Assemblea Legislativa • Banca Mediolanum
• Alfa Wassermann della Regione Emilia • Banca Popolare
• Allison Romagna di Milano
Mariano Corso
Isabella Gandini
Fiorella Crespi
Laura Fasolo
Emanuele Madini
Chiara Sgarbossa
Marco Zavattini
Alessandra Buccella
Daria Dascanio
La School of Management
Ottobre 2013
La School of Management
Essa si avvale attualmente – per le sue molteplici attività di formazione, ricerca e con-
sulenza – di oltre 240 docenti (di ruolo o a contratto, italiani o di provenienza estera)
e di circa 80 dottorandi e collaboratori alla ricerca.
Dal 2009 è nella classifica del Financial Times delle migliori Business School d’Europa.
Le attività della School of Management legate ad ICT & Strategia si articolano in:
• Osservatori ICT & Management, che fanno capo per le attività di ricerca al Dipartimento
di Ingegneria Gestionale;
• Formazione executive e programmi Master, erogati dal MIP.
Una corretta conoscenza di queste tecnologie e, soprattutto, del loro impatto sul business
può portare una qualsiasi azienda a sfruttarle efficacemente per ottenere benefici signifi-
cativi e migliorare la sua competitività. Gli Osservatori ICT & Management della School
of Management del Politecnico di Milano, che si avvalgono della collaborazione dell’ICT
Institute del Politecnico di Milano, nascono proprio con l’obiettivo di contribuire a questa
conoscenza.
Gli Osservatori si rivolgono in particolare ai manager e ai decision maker delle aziende utilizza-
trici di ICT per fornire loro informazioni sulle opportunità offerte dalle soluzioni più innovative
attraverso ricerche puntuali, studi di caso, benchmark, video degli eventi, atti dei convegni, ecc.
Gli Osservatori si rivolgono anche a tutte le aziende che offrono soluzioni e servizi ICT
(software vendor, hardware vendor, service provider, consulenti, operatori del canale),
fornendo fotografie approfondite sugli scenari di mercato in Italia, con l’intento di suppor-
tarle nella messa a punto di offerte più efficaci.
Startup Boosting
Gli Osservatori, con il progetto Startup Boosting, intendono giocare un ruolo sempre più
attivo nello stimolare la nascita e lo sviluppo di nuove avventure imprenditoriali in ambito
digitali in Italia basate sull’innovazione nella convinzione che ciò rappresenti un ingrediente
fondamentale per il rilancio della nostra economia.
Startup Boosting si pone l’obiettivo, nei diversi settori digitali, di identicare le idee di
business e i progetti imprenditoriali più innovativi, che saranno supportati e seguiti nel loro
sviluppo dalla School of Management del Politecnico di Milano.
www.osservatori.net
Conoscere l’ICT
per innovare il business
GLI OSSERVATORI si rivolgono in particolare ai manager e ai decision maker
delle aziende utilizzatrici di ICT per fornire loro informazioni sulle opportunità
offerte dalle soluzioni più innovative attraverso ricerche puntuali, studi di caso,
benchmark, video degli eventi, atti dei convegni, ecc.
GLI OSSERVATORI ICT & MANAGEMENT , con i suoi 80 analisti e ricercatori, SEZIONE
hanno svolto nell’ultimo anno più di 40 ricerche, analizzando oltre 3.000 imprese PREMIUM
e pubbliche amministrazioni e organizzando circa 100 eventi tra Convegni e www.osservatori.net
Workshop.
per avere accesso alla più
ampia base di conoscenza
230 ORE DI VIDEO OLTRE 150 in Italia sugli impatti
ON DEMAND REPORT di business
delle tecnologie
ICT
2000 WORKSHOP DI APPROFONDIMENTO
CASI DI STUDIO A C O N D I Z I O N I A G E V O L AT E
D I R E T TA W E B P I Ù D I 7 5 0 P R E S E N TA Z I O N I
DEI CONVEGNI D E I R E L AT O R I A I C O N V E G N I
P E R M A G G I O R I I N F O R M A Z I O N I V I S I TAT E I L S I T O w w w. o s s e r v a t o r i . n e t
S S E R VAT O R I . N E T
ict & management
Startup Boosting
Giocare un ruolo sempre più attivo nello stimolare la nascita e lo sviluppo di MOBILE APPS
nuove avventure imprenditoriali in ambito digitale in Italia: è questo l’obiettivo
che gli Osservatori ICT & Management si pongono nella convinzione che ciò
FA C E B O O K E C O S Y S T E M
rappresenti un ingrediente fondamentale per il rilancio della nostra economia.
Per questo motivo nasce il progetto Startup Boosting che intende identificare E-COMMERCE B2C
www.osservatori.net
La School of Management
Il MIP
Gli Osservatori ICT & Management sono fortemente integrati con le attività formative
della Scuola: nel senso che rappresentano una importante sorgente per la produzione di ma-
teriale di insegnamento e di discussione per i corsi e traggono anche spesso linfa vitale dalle
esperienze di coloro che partecipano ai corsi (in particolare a quelli post-universitari erogati
dal MIP) o vi hanno partecipato nel passato.
In sinergia con gli Osservatori, il MIP Politecnico di Milano ha lanciato diverse iniziative
nell’ambito ICT & Management:
• EMBA ICT – Executive Master of Business Administration ICT
• Corso Executive in Gestione Strategica dell’ICT
• Corsi brevi ICT&Management
• Master Media & Telco
Startup Program
Lo Startup Program è una delle iniziative dell’Entrepreneurship Academy, il program-
ma culturale del MIP Politecnico di Milano, volto a supportare startupper, imprenditori
ed executive nello sviluppo di progetti imprenditoriali.
In collaborazione con
Per informazioni:
www.mip.polimi.it/ict
PERCORSO EXECUTIVE IN
GESTIONE STRATEGICA DELL’ICT
MARZO 2013–DICEMBRE 2013
Direttori: Mariano Corso e Andrea Rangone
Il percorso, lanciato da MIP in collaborazione con Cefriel, si propone di accompagnare gli Executive dell’ICT nel necessario percorso di allargamento e sviluppo
delle proprie competenze, rendendoli decisori più consapevoli dei potenziali impatti delle nuove tecnologie sul business e dando loro strumenti e modelli di
riferimento per dialogare più efficacemente con i manager del business.
Lo stretto legame fra il Percorso Executive ed il mondo professionale è testimoniato anche dalla presenza di un Advisory Board, nel quale confluiscono i
contributi di 30 Top CIO delle principali imprese Italiane e Pubblica Amministrazione. Il contenuti del corso fanno inoltre ampio ricorso alle esperienze degli
Osservatori ICT & Management della School of Management del Politecnico di Milano (www.osservatori.net).
Il Corso Executive in Gestione Strategica dell’ICT è una delle iniziative della Management Academy for ICT Executives, il programma culturale del MIP Politecnico
di Milano volto ad affiancare i CIO e gli ICT Executives nell’esigenza di formazione e crescita professionale indotte dalla crescente rilevanza delle tecnologie
digitali per il business.
OBIETTIVI MODULI FORMATIVI
• Fornire una visione ampia e strategica del ruolo delle tecnologie ICT ICT Management
nelle imprese e del loro impatto sul business • Strategia e Governance dell’ICT
• Accrescere le competenze manageriali relative alla governance e alla gestione • Organizzazione e processi dell’ICT
orientata al business delle ICT • ICT Strategic Sourcing
• Fornire un’ampia e critica panoramica sulle principali tecnologie e soluzioni • Technology-enabled business models
applicative, conparticolare riferimento agli scenari tecnologici emergenti ICT driven Business Innovation
• Comprendere le molteplici opportunità di innovazione del business • Modelli e strumenti dell’Enterprise 2.0
che possono derivare dalle nuove tecnologie • Digitalizzazione dei processi di filiera: l’Extended Enterprise
• Innovare il Business con le più avanzate soluzioni Mobile & Wireless
TARGET • Canali digitali e nuovi paradigmi di Marketing
• Manager ad elevato potenziale che operano nelle Direzioni ICT di imprese
Elective
di ogni settore (inclusa la Pubblica Amministrazione) I partecipanti potranno completare la propria formazione attraverso la frequenza di due
• Manager con responsabilità gestionali in progetti di innovazione corsi elettivi (ciascuno della durata di due-tre giorni), da selezionare nell’ambito dei
basati sulle tecnologie digitali corsi del programma di General Management del MIP.
• Consulenti operanti in progetti di innovazione del business basati
Empowerment
sull’applicazione di tecnologie ICT
Area trasversale alle precedenti, ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle capacità
• Manager e professional di aziende operanti nei diversi segmenti di servizi e soluzioni ICT personali di apprendimento, innovazione e leadership. Oltre ad un corso interamente
dedicato a questi temi (Elective), l’area comprende la partecipazione a tavole rotonde
con CIO delle principali imprese italiane, colloqui individuali con i professional e
testimonianze dal mondo manageriale.
In collaborazione con
Per informazioni:
www.mip.polimi.it/executive/ict
IL CORSO SI PROPONE DI SUPPORTARE IMPRENDITORI DI AZIENDE APPENA NATE (START-UP) E ASPIRANTI IMPRENDITORI (START-UPPER) NELLA
MESSA A PUNTO E NEL POTENZIAMENTO DEL PROPRIO PROGETTO. IL CORSO E' PARTICOLARMENTE INDICATO PER SVILUPPATORI FORTEMENTE
MOTIVATI ALL'ATTIVITA' IMPRENDITORIALE. LE LEZIONI SI BASANO SULL’ACTION LEARNING, CHE PREVEDE UN ALTERNARSI DI LEZIONI
TEORICHE, ASSIGNEMENT, LAVORO SUI PROGETTI SUPPORTATO DAI DOCENTI. L’ATTIVITÀ DI ACTION LEARNING SI CONCRETIZZA NELLA
REALIZZAZIONE DI PROJECT WORK, CHE RIGUARDANO LO SVILUPPO DEI PROGETTI IMPRENDITORIALI PROPOSTI DAI PARTECIPANTI, PRESENTATI
E VALUTATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA, OLTRE CHE DAI DOCENTI, DA IMPRENDITORI, VENTURE CAPITALIST E BUSINESS ANGEL.
Ottobre 2013
I sostenitori della Ricerca
Con il patrocinio di
• ANITEC
Partner
• Avanade
• Doxa
• Italtel
• Microsoft
• Plantronics
• VMware
Sponsor
• Sedus
Supporter
• Arkadin
• Telecom Italia
• Vodafone
Italtel
Grazie ai propri test plant può definire, validare e presentare
www.italtel.it soluzioni integrate prima della loro effettiva implementazione in
esercizio. La migliore conferma dell’effettiva competenza Italtel
resta il suo vasto portafoglio clienti composto da service provider
internazionali fissi e mobili e, in particolare in Italia, dai principali
gruppi bancari, le maggiori aziende del settore energetico oltre ad
Italtel si occupa di progettare, sviluppare e realizzare in Italia un considerevole numero di aziende commerciali e manifatturiere.
ed in numerosi paesi nel mondo prodotti e soluzioni per reti
e servizi di telecomunicazione di nuova generazione, basati su Oltre che in Italia, Italtel opera all’estero in Francia, Belgio,
protocollo IP. Nella sua offerta sono presenti prodotti proprietari, Germania, Spagna, Grecia, Polonia, Emirati Arabi Uniti, Arabia
servizi di ingegneria e consulenza sulle reti, managed services e Saudita e in America Latina (Argentina, Brasile, Colombia, Perù).
soluzioni quali VoIP, Unified Communication & Collaboration,
videocomunicazione in HD, soluzioni per l’interconnessione, Data Italtel conta tra i propri clienti oltre 40 dei principali operatori
Center di nuova generazione e soluzioni per il Mobile Broadband. al mondo. In Italia, è partner di riferimento anche delle imprese
Forte di una leadership tecnologica frutto di costante impegno e della Pubblica Amministrazione nella realizzazione di reti IP di
in R&S, Italtel ha affiancato al ruolo storico di fornitore di reti per nuova generazione e nella messa a punto di servizi multimediali e
i grandi operatori mondiali di telecomunicazioni quello di vendor convergenti rivolti ai loro clienti.
innovativo e di system integrator di soluzioni ICT per le imprese e Tra i clienti principali di Italtel ci sono oggi il gruppo Telecom
per la pubblica amministrazione. Italia, il gruppo Telefonica, il gruppo France Telecom, il gruppo
Vodafone e numerosi operatori nazionali e internazionali tra
Le competenze specialistiche e l’esperienza sia in ambito cui Fastweb, Wind, BT Italia, Clouditalia e TK Poland oltre a
infrastrutturale che applicativo consentono ai clienti di Italtel numerose grandi imprese quali ENEL, ENI, Poste Italiane e
di avere un unico interlocutore in grado di realizzare soluzioni importanti gruppi bancari italiani quali Unicredit, Intesa, MPS.
complesse attraverso una visione tecnologica completa e integrata.
Italtel garantisce l’adozione delle tecnologie più innovative Il Gruppo Italtel ha chiuso l’esercizio 2012 con un fatturato
salvaguardando l’integrazione con soluzioni già in campo e consolidato pari a 331,4 milioni di euro; il fatturato estero
valutando eventuali interventi nelle infrastrutture esistenti per una ammonta a 138 milioni di euro.
Microsoft
www.microsoft.com
VMware
www.vmware.com/it
Sedus
www.sedus.it
Fondata nel 2001, Arkadin è una società multinazionale leader a IL GRUPPO TELECOM ITALIA
Con 45,2 milioni di clienti in Italia e 98 milioni fra Brasile, Argentina e Paraguay, Telecom
livello globale nella fornitura di Servizi di Collaborazione. Italia è il principale gruppo ICT nel Paese ed un player importante nel grande mercato
dell’America Latina, che rappresenta il 40% del fatturato nel primo semestre 2013. Vicinanza
Per rispondere alle crescenti esigenze aziendali di collaborare in al cliente ed innovazione tecnologica sono alla base della strategia del Gruppo, con una
organizzazione snella e centrata sulla qualità del servizio e sulla costante attività di ricerca,
modo sempre più efficiente, Arkadin offre una gamma completa di nei laboratori di TILab. Il portafoglio d’offerta, integrato e centrato su soluzioni avanzate per
Soluzioni Audio, Web, Video e Unified Communication che mirano consumatori, imprese ed istituzioni, abbraccia telecomunicazioni fisse e mobili, contenuti
a facilitare e stimolare il lavoro di squadra. digitali, cloud computing, media, office and system solutions. Tutto sotto la firma di brand
come Telecom Italia, TIM, Olivetti, simboli di familiarità ed affidabilità. La possibilità di essere
sempre immersi nella realtà di internet, per usufruire in maniera semplice e immediata di servizi,
Arkadin permette ad organizzazioni di qualsiasi dimensione informazioni, contenuti multimediali, si basa sulla rete fissa e mobile, tecnologicamente avanzata
e integrata, di Telecom Italia. Per accedervi – da postazioni fisse o in mobilità- una ampia offerta
e distribuzione territoriale di comunicare e collaborare in modo di device e applicazioni: smartphone, telefoni, pc, tablet, ereader, decoder della “over the top
efficace. Soluzioni intuitive ed economiche consentono di migliorare TV”, apps e cloud. Al diversificato tessuto imprenditoriale sono dedicate soluzioni avanzate
la produttività aziendale, risparmiare tempo e ridurre le spese di e personalizzabili partendo da piani tariffari convergenti fisso-mobile, comunicazione su IP,
connettività ad alta velocità, un ampio set di applicazioni, come la gestione e archiviazione dati
viaggio. Grazie al modello Software-as-a-Service, Arkadin permette ai o il controllo dei consumi energetici, sino ad una piattaforma evoluta di cloud computing per la
propri clienti di velocizzare l’implementazione delle soluzioni Cloud virtualizzazione di infrastrutture e applicazioni IT. All’estero il focus del Gruppo è sull’America
di collaborazione, migliorandone il ROI e garantendo immediata Latina. Opera in Argentina e Paraguay nelle telecomunicazioni fisse, mobili e internet, attraverso
il gruppo Telecom Argentina ed in Brasile, dove TIM Brasil, con 72,2 milioni di clienti ed una
scalabilità. quota di mercato pari al 27% delle linee, è il secondo operatore del paese.
Vodafone
www.vodafone.it