Sei sulla pagina 1di 6

Eolo 

(in greco antico: Αἴολος, Aiolos) è un personaggio della mitologia greca, le cui


vicende variano notevolmente a seconda dei mitografi che le raccontano. Secondo
l'Odissea è il re dei venti e incontra Ulisse in un celebre episodio del poema omerico, ma
altri mitografi (in particolare Igino) non fanno alcun cenno a questo suo potere, tanto che
non vi è accordo nemmeno sul fatto che si tratti di un unico personaggio, oppure di due
personaggi distinti. Secondo l'Odissea e i principali mitografi è un essere umano, non
una divinità, ma alcuni autori successivi lo annoverano tra gli dei.
Indice

 1Il mito
o 1.1L'identità
o 1.2La versione di Igino
o 1.3La versione di Diodoro Siculo
o 1.4L'Odissea
 1.4.1Esegesi
o 1.5L'Eneide
 2Note al testo
 3Note
 4Bibliografia
 5Voci correlate
 6Altri progetti
 7Collegamenti esterni

Il mito[modifica | modifica wikitesto]
L'identità[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Eolo (figlio di Poseidone) ed Eolo (figlio di Elleno).

Sull'identità di Eolo non c'è accordo tra i mitografi. I principali Eolo citati nella mitologia
greca sono i seguenti:

 Il re dei venti di cui parla l'Odissea, figlio di Ippote


 Un Eolo figlio di Poseidone, fratello gemello di Beoto
 Un Eolo figlio di Elleno e nonno del precedente
Parecchi mitografi, già dall'antichità, hanno sovrapposto le prime due figure, considerando
quindi che il re dei venti dell'Odissea e il fratello di Beoto fossero la stessa persona. Altre
tradizioni hanno invece sovrapposto la prima e la terza figura, oppure hanno considerato
l'Eolo omerico come un personaggio a sé stante.[1]
La versione di Igino[modifica | modifica wikitesto]
Secondo Igino, una donna mortale di nome Melanippe (o Arne) ebbe dal dio Poseidone
due gemelli, chiamati Eolo e Beoto. Tuttavia il padre della donna, chiamato anch'egli Eolo,
non credendo al racconto della relazione col dio, per punizione fece accecare e
imprigionare Melanippe, e fece esporre i figli su una montagna perché morissero di stenti.
Arrivò però una mucca ad allattarli, finché un gruppo di pastori, avendo visto l'evento
miracoloso, decisero di raccogliere e allevare i due bambini. Fu soprattutto il
mandriano Ippote a curarsi di loro.[2]
Nel frattempo Metaponto, un re d'Italia, aveva minacciato di ripudiare sua moglie Teano
per la sua sterilità. Teano allora si rivolse ai pastori chiedendo loro dei bambini che
avrebbe cercato di far passare per suoi. I pastori le diedero Eolo e Beoto, e Teano riuscì a
far credere a Metaponto che fossero nati da lui. In seguito però Teano, superando la
sterilità, ebbe a sua volta due gemelli, che erano però decisamente meno amati da
Metaponto rispetto a Eolo e Beoto. Allora Teano, gelosa, ordinò ai due figli di uccidere
Eolo e Beoto durante una battuta di caccia. I quattro si scontrarono sulle montagne, ma
Eolo e Beoto risultarono vincitori, uccidendo i figli di Teano.[2]
In seguito a questo scontro, Eolo e Beoto furono costretti a fuggire, cercando asilo presso i
pastori che un tempo li avevano raccolti. Qui si trovarono al cospetto di Poseidone, che
rivelò loro di essere il loro padre e che la loro vera madre, Melanippe, era ancora
prigioniera. Essi andarono subito a liberarla e Poseidone le restituì la vista. Poi Eolo e
Beoto andarono con Melanippe da Metaponto e lo informarono dei crimini commessi da
Teano. Il re allora ripudiò Teano e sposò Melanippe. Eolo e Beoto partirono e furono
fondatori di città, il primo in Eolide, il secondo in Beozia, che da loro presero il nome.[2]
La versione di Diodoro Siculo[modifica | modifica wikitesto]

Eolo, rappresentato come personificazione del vento

Secondo Diodoro Siculo, quando Melanippe rivelò al padre di aver avuto i due gemelli
Eolo e Beoto, egli non accecò la donna, ma la affidò a uno straniero che viveva nella città
di Metaponto perché la portasse via con sé, insieme ai suoi bambini. L'uomo, consigliato
da un oracolo, decise di adottare i due piccoli, portando con sé anche la loro madre,
nonostante avesse già una moglie chiamata Autolita o Siri. Melanippe e i bambini
andarono quindi a vivere a Metaponto.[3]
Diventati adulti, grazie ad una sommossa popolare Eolo e Beoto riuscirono a ottenere il
trono di Metaponto, tuttavia in seguito si macchiarono di un terribile delitto: uccisero
Autolita, moglie del loro padre adottivo, rea solo di aver avuto un diverbio con la loro
madre Melanippe. Eolo e Beoto dovettero quindi fuggire: il secondo si rifugiò in una terra
che in seguito fu chiamata Beozia, mentre il primo, insieme a un drappello di seguaci, si
imbarcò e arrivò nell'isola di Lipari.[3]
Qui Eolo conobbe Liparo, sovrano dell'isola, e si mostrò subito amichevole e collaborativo
con lui, esortando i suoi seguaci a fare altrettanto. Così Eolo e Liparo fecero amicizia, al
punto che si fecero uno scambio: Eolo aiutò Liparo a tornare nel continente, da cui
proveniva e di cui aveva nostalgia, occupando una zona nei pressi di Sorrento; in cambio
Liparo cedette a Eolo il dominio sulle isole Eolie, che da lui presero il nome. Eolo sposò la
figlia di Liparo, Ciane, regnò per molti anni ed ebbe sei figli, che divennero sovrani di vari
territori siciliani. Il più importante di essi fu Giocasto, eroe fondatore di Reggio Calabria.[3]
Secondo Diodoro Siculo, col passare del tempo Eolo si fece la fama di avere il potere di
controllare i venti, ed è quindi per questo che nell'Odissea è così presentato. Tuttavia, in
realtà non aveva questa capacità: a dare a Eolo tale fama fu piuttosto la sua abilità
nell'uso delle vele e il fatto che, osservando il fumo dei vulcani delle isole Eolie, sapesse
prevedere la direzione del vento senza mai sbagliare.[3]
L'Odissea[modifica | modifica wikitesto]
In un famoso episodio dell'Odissea (libro X), Ulisse approda sull'isola di Eolia, dove
incontra Eolo, descritto come il re dei venti e padre di dodici figli (sei figli e sei figlie), che
ha fatto sposare tra loro.[Nota al testo 1] Egli, saggio e ospitale, consegna a Ulisse un otre che
racchiude tutti quanti i venti ad eccezione di uno, che lo condurrà a casa. Ulisse riparte e
dopo nove giorni di navigazione, quando già è in vista di Itaca, viene colto dal sonno.
Allora i suoi compagni ne approfittano per aprire l'otre, credendolo pieno di oggetti
preziosi. In questo modo, tutti i venti si liberano e si scatena una grande tempesta, che
allontana Ulisse e l'equipaggio da Itaca e li spinge di nuovo nei pressi dell'isola di Eolia.
Essi si rivolgono quindi nuovamente a Eolo, questa volta però il re dei venti,
considerandoli invisi agli dei, li manda via senza più aiutarli.[1]
Fin dall'antichità parecchi autori (per esempio Diodoro Siculo) hanno considerato l'Eolo
fratello di Beoto e l'Eolo dell'Odissea come una sola persona, altri come due personaggi
distinti.[Nota al testo 2] Tuttavia esiste un'ulteriore incertezza: ci sono autori secondo cui si tratta
invece dell'altro Eolo, il padre di Melanippe.[4]
Esegesi[modifica | modifica wikitesto]
Poiché gli dei non condannarono l'incesto che perpetravano i dodici figli di Eolo, è
probabile che il mito racconti di tribù pelasgiche che erano rimaste fedeli al culto titanico, il
cui pantheon era costituito da sei titani maschi e sei titani femmine, tra di loro fratelli e,
nonostante ciò, sposi. Ciò spiegherebbe i privilegi, di tipo divino, di cui godettero, cioè di
abitare, felici, su isole serene e libere.[5]
L'Eneide[modifica | modifica wikitesto]

Eolo e Giunone, di Lucio Massari

Nell'Eneide di Virgilio (libro I), Giunone si rivolge a Eolo, padrone dei venti, chiedendogli di


scatenare una tempesta che si abbatta sulla flotta di Enea, per impedirgli di continuare il
suo viaggio verso l'Italia. In cambio, la dea offre a Eolo in sposa la ninfa Deiopea. Eolo
tuttavia afferma che, al di là dei doni di Giunone, ritiene comunque suo dovere eseguire
l'ordine ricevuto, così libera i venti, che si abbattono sulla flotta.[6] Questa viene
gravemente danneggiata, ma interviene Nettuno, dio dei mari, a placare le acque, così la
flotta può riparare in Libia.

Note al testo[modifica | modifica wikitesto]


1. ^ Da notare che in Diodoro Siculo i figli sono effettivamente sei,
ma non si fa alcun cenno alle figlie, né all'incesto.
2. ^ Nell'Odissea Eolo viene definito figlio di Ippote (X, 2), come
anche nelle Argonautiche di Apollonio Rodio (IV, 778). L'Eolo
fratello di Beoto era invece figlio di Poseidone, ma Ippote era uno
dei pastori che lo avevano raccolto e allevato.

Note[modifica | modifica wikitesto]
1. ^ Salta a:a b Grimal, pp. 210-211; Omero, Odissea, libro X, vv. 1 ss.
2. ^ Salta a:a b c Grimal, p. 210; Igino, Fabulae, 157 e
186; Strabone, Geografia, 6, 265.
3. ^ Salta a:a b c d Grimal, pp. 210-211; Diodoro Siculo, Bibliotheca
historica, 4.67.3, 4.7.6, 4.8.3.
4. ^ Grimal, pp. 210-211; Graves, p. 143; Diodoro
Siculo, Bibliotheca historica, 4.67.3, 4.7.6, 4.8.3.
5. ^ Graves, p. 145.
6. ^ Virgilio, Eneide, libro I, vv. 77-78: "Il mio compito è / di eseguire
i tuoi comandi".

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
 Pierre Grimal, Mitologia, Garzanti, 2005, ISBN 88-11-
50482-1.
 Robert Graves, I miti greci, Longanesi,
2018 [1963], ISBN 978-88-304-0923-1.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]


 Abraxas (mitologia)
 Aetone
 Ciane (figlia di Liparo)
 Eolo (figlio di Elleno)
 Giocasto
 Liparo

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Wikimedia Commons contiene immagini o altri file


su Eolo
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
 (EN) Eolo, su Theoi Project. 
mostra

V · D · M

Personaggi dell'Odissea
mostra

V · D · M

Mitologia dell'antica Grecia


Controllo di autorità VIAF (EN) 242146936577813780265 · GND (DE) 1106410343 · BNF (FR) cb15068146m (da

 Portale Letteratura  Portale Mito


Categorie: 
 Divinità dei venti della religione greca
 Eolo
 Personaggi dell'Odissea
 Personaggi dell'Eneide
 Lipari
[altre]
Menu di navigazione
 Accesso non effettuato
 discussioni
 contributi
 registrati
 entra
 Voce
 Discussione
 Leggi
 Modifica
 Modifica wikitesto
 Cronologia
Ricerca
 Pagina principale
 Ultime modifiche
 Una voce a caso
 Nelle vicinanze
 Vetrina
 Aiuto
 Sportello informazioni
Comunità
 Portale Comunità
 Bar
 Il Wikipediano
 Fai una donazione
 Contatti
Strumenti
 Puntano qui
 Modifiche correlate
 Carica su Commons
 Pagine speciali
 Link permanente
 Informazioni pagina
 Cita questa voce
 Elemento Wikidata
Stampa/esporta
 Crea un libro
 Scarica come PDF
 Versione stampabile
In altri progetti
 Wikimedia Commons
In altre lingue
 Català
 Deutsch
 Ελληνικά
 English
 Español
 Français
 Русский
 Slovenščina
 中文
Altre 33
Modifica collegamenti
 Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 25 feb 2021 alle 15:10.
 Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi
condizioni ulteriori. Vedi le condizioni d'uso per i dettagli.

Potrebbero piacerti anche