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Amore

L’amore è una virtù umana che rappresenta la gentilezza e la compassione, la vicinanza disinteressata, la
fedeltà e la preoccupazione benevola nei confronti di altri esseri viventi, ma anche il desiderare il bene di
altre persone.

Gli antichi greci hanno individuato quattro forme primarie di amore: quello parentale-familiare (storge),
l’amicizia (philia), il desiderio romantico ed erotico (eros) e l’more più prettamente spirituale (agape). Gli
autori moderni hanno distinto anche altre varietà di amore romantico, mentre le tradizioni non occidentali
contengono varianti di questi stati.

Una tale ampiezza di significati, in combinazione con la complessità dei sentimenti che coinvolgono i
soggetti che amano, possono rendere difficile dare una definizione unica dell’amore, rispetto ad altri stati
emotivi.

Amore in filosofia
In filosofia il primo ad affrontare il tema dell’amore è Empedocle, descrivendo la dialettica amore/odio, visti
come le due forze opposte dell'Essere, come idea di unità e fusione.

Aristotele invece concettualizza la differenza tra eros e philia. La philia ideale è quando l’amore nasce con
per interessa o per ricerca del piacere, ma anzi con il voler fare del bene agli altri senza attenderci nulla in
cambio.

Platone invece vede l’amore come aspirazione verso il divino Bene, da cui dipendono le idee.

Sempre Platone racconta nel “Simposio” di un dialogo avvenuto tra Diotima, colei che insegnò a Socrate
tutto ciò che sa a riguardo, e Socrate stesso. Secondo Diotima, l’amore non è bello e buono, ma neanche
brutto e cattivo. È infatti qualcosa intermedio tra i due. Così come non è né un Dio, né un mortale, ma
qualcosa di intermedio. L’amore è un grande demone, che ha il potere di interpretare e trasmettere agli dei
le cose che provengono dagli uomini, e agli uomini quelle che provengono dagli dei. Poiché sta a metà fra
gli dei e gli uomini, colma lo spazio intermedio in modo che tutto sia collegato in ogni sua parte. Gli dei non
si mescolano con gli uomini, ma attraverso il demone si realizza ogni comunicazione e ogni dialogo degli dei
con gli uomini, sia nella veglia che nel sonno. L’amore è figlio di Penia, dea della povertà e del bisogno, e di
Poro, la personificazione della sapienza, avido di sapienza e ricco di risorse, e fu concepito la notte in cui si
festeggiava la nascita di Afrodite. Per questo amore è un grande seguace di Afrodite, perché è per sua
natura amante della bellezza, e quindi di Afrodite, dea della bellezza. Amore è povero e aspro, trascurato,
senza casa, ma cerca di intrappolare i belli e i virtuosi, perché è anche coraggioso, temerario, desideroso di
sapienza e per tutta la vita innamorato del sapere. Non è né immortale né mortale, ma nello stesso giorno
fiorisce e vive, oppure muore. Sta tra ricchezza e povertà, tra sapienza e ignoranza. L’amore è filosofo, in
quanto sempre alla ricerca della sapienza, che è tra le cose più belle.

Amore nelle religioni


L’amore è un concetto alla base anche delle varie religioni.

L’amore cristiano si manifesta intensamente nel perdono dei torti e dei peccati, e per questo si parla in
particolare di Amore Misericordioso. Dio dona gratuitamente il perdono dei peccati all’uomo che vuole
pentirsi dei propri errori e con lui si riconcilia. L’uomo, a sua volta, perdona di cuore i propri fratelli ogni
volta che subisce un torto, qualunque sia la sua gravità o la sua frequenza.

Nel buddhismo, la definizione di amore è il volere che gli altri siano felici. Questo amore è incondizionato e
richiede molto coraggio e accettazione, sia degli altri sia di sé. Il nemico dell’amore vero è qualcosa che può
sembrargli simile ma è invece il suo opposto: l’attaccamento, che deriva dall’amore di sé inteso come
preoccupazione per il proprio benessere. L’amore nel buddhismo è perciò qualcosa di molto differente da
quello che s’intende comunemente, ma si riferisce al distacco e alla cura del benessere degli altri senza
alcun interesse verso sé stessi.

Oltre a queste, varie culture hanno divinizzato l’amore, sia nella forma maschile che in quella femminile.
Alcuni sono:

 Cupido o Amore, dio della mitologia romana


 Venere: dea della mitologia romana
 Afrodite: dea della mitologia greca
 Eros: dio della mitologia greca
 Freyja: dea della mitologia norrena
 Kama: dio dell’induismo
 Xochipilli: dio della mitologia azteca

Secondo la mitologia greca, quindi, Afrodite, oltre ad essere la dea della bellezza, è anche la dea dell’amore.
Afrodite è una divinità molto complessa ma che in ogni caso rappresenta sempre la forza dell’amore nelle
sue diverse espressioni al fine della conservazione della vita. Ella è considerata da tutti, divini e mortali, la
più bella tra le dee, la più irresistibile e attraente, vero simbolo dell’amore, di cui non solo si fa portatrice,
ma che incarna e rappresenta. Lei rappresenta quella potenza che spinge un essere verso un altro essere.
Ma questo amore deve essere inteso anche come attrazione delle varie parti dell’Universo tra loro. Lei ama
per il piacere di amare e, a differenza di altre, sceglie uno ad uno i suoi amanti, non subendo mai le altrui
scelte. Lei fa dono della sua bellezza e del suo amore, senza altri scopi se non l’amore stesso. Lei non attrae
per ciò che offre, come altre dee, ma per ciò che è. Non fa nulla per essere amata, bensì incarna l’amore,
prima di tutto per sé stessa, poi verso gli altri.

Amore nell’arte
Il sentimento dell’amore è spesso la base d’ispirazione delle principali manifestazioni artistiche, in
particolare letteratura e arti figurative.

Per quanto riguarda la letteratura, si possono trovare molte terzine in cui l’amore è dominatore
incontrastato, nonché motivo ricorrente in tutta l’opera, nella Divinia Commedia di Dante Alighieri. In
particolare, nella parte dedicata alla storia di Paolo e Francesca.

«Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, / prese costui de la bella persona / che mi fu tolta; e 'l
modo ancor m'offende. // Amor, ch’a nullo amato amar perdona, / mi prese del costui piacer sì
forte, / che, come vedi, ancor non m’abbandona. // Amor condusse noi ad una morte. vv. 100-106»

Ma si parla anche dell’amore supremo, assoluto, che è anche l’ultimo verso de paradiso.

«l'Amor che move il sole e l'altre stelle.»


Nell’età del Rinascimento, una delle basi fondanti di questa dottrina filosofica è l’amore nei confronti di
tutto ciò che è belloo, natura ed essenza dell’amore essendo quindi la ricerca della bellezza. Questo
concetto si riferisce sia all’etica che all’estetica, ed avrà un impatto significativo su tutta l’arte
rinascimentale.

L’amore è sempre stato uno dei temi preferiti in tutta la storia della pittura e della scultura, dalla
rappresentazione di situazioni romantiche o riconducenti ad una qualche simbologia o allegoria, che
vengono spesso a coinvolgere personaggi mitologici.

Ma anche i grandi amori terreni vengono raffigurati, soprattutto quelli appartenenti alle storie letterarie più
conosciute come Tristano e Isotta, Abelardo e Eloisa, Paolo e Francesca, Romeo e Giulietta, l’amore tra
Ulisse e Penelope narrato nell’Odissea. Loro, insieme a molti altri, sono stati trattati in pittura, soprattutto
nei periodi più favorevoli all’espressione più libera dei sentimenti.

Una delle opere artistiche più famose che merita di essere citata è Il bacio di Gustav Klimt, che ritrae due
fidanzati che si abbracciano, intenti a baciarsi entrambi avvolti da vesti colorate ed inondati da una luce
delicata ma intensa.

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