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ANALISI ALBUM

TITOLO: CONTINUUM
ARTISTA: John Mayer
ANNO DI PRODUZIONE: 2006
ETICHETTA: COLUMBIA RECORDS
PRODUTTORI: John Mayer, Steve Jordan

BRANI

1. Waiting on the World to Change (John Mayer) – 3:20


2. I Don't Trust Myself (with Loving You) (Mayer) – 4:52
3. Belief (Mayer) – 4:02
4. Gravity (Mayer) – 4:05
5. The Heart of Life (Mayer) – 3:18
6. Vultures (Mayer, Steve Jordan, Pino Palladino) – 4:10
7. Stop this Train (Mayer) – 4:45
8. Slow Dancing in a Burning Room (Mayer) – 4:02
9. Bold as Love (Jimi Hendrix cover) – 4:18
10.Dreaming with a Broken Heart (Mayer) – 4:05
11.In Repair (Mayer, Charlie Hunter) – 6:07
12.I'm Gonna Find Another You (Mayer) – 2:43
FORMAZIONE DEL GRUPPO
• John Mayer - voce, chitarra elettrica, chitarra acustica
• Pino Palladino - basso
• Steve Jordan - batteria, percussioni, cori
• Ricky Peterson - tastiera (1, 6, 11, 12), cori (1)
• Roy Hargrove - tromba (1, 2)
• Willie Weeks - basso aggiuntivo (2)
• Ben Harper - chitarra elettrica (3)
• Manolo Badrena - percussioni (3)
• Larry Goldings - tastiera e organo (4)
• James Valentine - chitarra acustica (7), chitarra elettrica (11)
• Jamie Muhoberac - tastiera (7, 11)
• Charlie Hunter - chitarra a otto corde (11)
• Lester Snell - Fender Rhodes, organo e arrangiamento fiati (12)
• Chalmers "Spanky" Alford - chitarra ritmica (12)
• Willie Mitchell - arrangiamento fiati (12)
• Ben Carley - tromba (12)
• Jack Hale - trombone (12)
• Jim Horn - sassofono baritono (12)
• Lennie McMillan - sassofono tenore (12)
• Harley Pasternak - cori (1)
• Jeannie Martinez - cori (1)
• Kristen Moss - cori (1)
• Lee Padgett - cori (1)
• Maggie Slavonic - (1)

Non ci sono collaborazioni con artisti esterni


TECNICI DI REGISTRAZIONE

• Manny Marroquin – mixing on tracks 1, 2, 4, 8 and 12


• Michael Brauer – mixing on tracks 3, 5, 6, 7, 9, 10 and 11
• Jared Robbins – mixing assistance on tracks 1, 2, 4, 8 and 12
• Will Hensley – mixing assistance on tracks 3, 5, 6, 7, 9, 10 and 11
• Chad Franscoviak – engineering
• Joe Ferla – engineering
• Dave O'Donnell – engineering on tracks 1, 3 and 11
• John Alagía – engineering on track 7
• Angie Teo – engineering assistance, Pro Tools engineering
• Brian Montgomery – engineering assistance, Pro Tools engineering
• Bryan Pugh – engineering assistance, Pro Tools engineering
• Dan Monti – engineering assistance
• Jared Nugent – engineering assistance
• Jim Monti – engineering assistance
• Peter Doris – engineering assistance, Pro Tools engineering
• Vanessa Parr – engineering assistance
• Greg Calbi – mastering
• Martin Pradler – digital editing, Pro Tools engineering
• Nathaniel Kunkel – Pro Tools engineering
COPERTINA

L’autore aveva deciso di chiamare così l’album già un anno prima di inciderlo perché
“ossessionato dal tempo e da dove si trovasse nel continuum ( = lo scorrere del
tempo).
La copertina è pienamente in linea con questa idea. Infatti si può notare come la C sia
parzialmente unita alla O per ricordare il simbolo dell’infinito, mentre l’artista è
raffigurato con alle spalle una strada che funge da metafora del “viaggio”.
Nel 2008 è stata pubblicata una versione speciale con aggiunte 6 pezzi live e 20 foto
del tour con questa copertina che riprende la scritta identica eliminando la foto
dell’artista
PERIODO

L’album è registrato nel primo decennio del 2000, il genere è Pop Blues

Questo è il terzo album dell’artista e segna un deciso cambio di sound. I due


precedenti erano squisitamente pop con quasi la totalità dei pezzi che presentavano
solo chitarre acustiche. Qui Mayer utilizza sempre chitarre elettriche in aggiunta alle
acustiche e il numero e la lunghezza dei soli nei pezzi aumenta notevolmente. Come
detto sopra, si notano influenze blues sia nel sound dei pezzi che nella tecnica dei soli
stessi.

Questo album è quello con cui l’artista ha fatto più successo e quello più
rappresentativo. Due dei suoi pezzi più apprezzati vengono proprio da qui (Gravity,
Slow dancing in a burning room). Fino a qui Mayer negli album in studio aveva
dimostrato più le sue doti di autore che quelle di chitarrista, qui l’impressione è che
abbia voluto portare anche queste ultime in studio.
ANALISI DEI BRANI PIU’ RAPPRESENTATIVI

(In allegato alla email ci sono le parti di chitarra e voce)

GRAVITY

MELODIA VOCALE: molto semplice e prevedibile, la stessa struttura si ripete più volte
senza nessuna variazione. Un piccolo cambio di tonalità sul finale dove vengono
comunque mantenute le stesse parole delle parti prima.
STRUTTURA ARMONICA: la maggior parte della canzone (intro, strofe, solo e outro)
gira attorno a due accordi maggiori, I e IV. Il ritornello varia avendo una progressione
IIm7-V7-Im-V7, con l’accordo I suonato prima al primo rivolto e poi con una nota
estranea all’accordo al basso (6m).
Di fatto la progressione della strofa non risolve mai, mantenendo il pezzo in uno stato
di attesa; il ritornello fa virare l’orecchio su toni più cupi grazie alla tensione data dalle
settime e dal I grado minore.
SOLO: La scala di riferimento è la pentatonica maggiore senza nessuna variazione,
nonostante ciò l’assolo è molto melodico e non prevedibile grazie all’uso di slide e di
intervalli molto ampi.
TESTO: Semplice e spesso ripetuto, variano solo i due ritornelli. Il significato è in linea
con la struttura armonica “tesa” in quanto parla di un uomo che si trova schiacciato
dal peso della vita (=gravity) e che cerca in ogni modo di restare lucido (keep me
where the light is = tienimi dove c’è la luce)

In conclusione, il pezzo all’ascolto è Pop, considerato la melodia e la struttura di strofe


e ritornelli molto semplici e ripetute. La progressione I-IV su cui gira la maggior parte
del pezzo ricorda vagamente l’ I-IV tipico del blues, infatti in live Mayer nei suoi soli
alterna spesso pentatonica maggiore con pentatonica minore, ad avvalorare il fatto
che la progressione ricorda armonie blues.
SLOW DANCING IN A BURNING ROOM

MELODIA VOCALE: anche qui la melodia è molto semplice e orecchiabile senza


nessuna variazione degna di nota. Eseguita identica in tutte le parti ripetute della
canzone.
STRUTTURA ARMONICA: la progressione principale è Im – VI – III. Nel chorus la
progressione diventa VII – Im – VI; VII – Im – IVm7. Nel bridge invece IVm7 – Im – VI.
In linea generale il pezzo usa tutti accordi compresi nella tonalità (Do#m) usando però
molte variazioni e sostituzioni agli accordi di base, come sus2, add9, add6, maj 7 e
licks sulla pentatonica.
Intro, strofa, soli e outro sono costruiti sulla progressione principale indicata sopra
con tuttavia numerose variazioni improvvisate dall’artista che rendono ogni parte di
fatto diversa dalle altre.
Chorus e bridge sono suonati invece in strumming con un pattern ritmico semplice a
sedicesimi.
SOLO: Il solo è costruito quasi esclusivamente sulla pentatonica di Do#m con qualche
aggiunta di note della scala minore e cromatismi. Nell’intro e nella parte strumentale
è presente una parte di chitarra identica, molto melodica, suonata con double stops
sulla scala minore naturale.
TESTO: Il pezzo non ha una particolare tensione ma tutto l’andamento, essendo
minore, fa trasparire tristezza. Il testo si trova in linea con questo dal momento che
parla della parte finale di una relazione amorosa, quando ormai entrambi i partner
sono consapevoli che le discussioni e i problemi non sono più riconciliabili (it’s not the
storm before the calm = non è la tempesta prima della calma) e che ormai ci si trova
in una situazione perennemente in bilico e destinata a finire presto (we’re slow
dancing in a burning room = stiamo lentamente ballando in una stanza in fiamme)

In conclusione il pezzo risuona squisitamente pop all’ascolto, per via della melodia e
della struttura semplici e che presentano parti orecchiabili e ripetute. Tuttavia,
l’utilizzo massiccio di varianti di accordi, spessi aggiungendoci legati e slide, e
intervallandoli a licks sulla pentatonica ricorda molto lo stile prettamente blues di Jimi
Hendrix e di Stevie Ray Vaughan. Ad avvalorare questo si aggiunge il fatto che i soli
sono sempre basati principalmente sulla pentatonica con piccole variazioni, tipico
anche questo degli artisti citati sopra.
SEQUENZA DEI BRANI

All’interno dell’album non vi è una sequenza significativa dei brani.


Tuttavia l’argomento principale è sempre di riflessione sulla vita o sulle relazioni
amorose, questo va anche a sostegno del significato del titolo.
Tutti i pezzi sono stati scritti musica e parole da Mayer stesso, ad eccezione di Vultures
ed In Repair che sono state realizzate in collaborazione con Steve Jordan e Pino
Palladino la prima, e con Charlie Hunter la seconda.
Fa eccezione la cover di Jimi Hendrix, Bold as love, inserita nell’album. Molto diversa
come argomento trattato, dato che parla sempre di amore ma più con una veste più
erotica e di seduzione piuttosto che emotiva e riflessiva. E’ tuttavia in linea a livello di
sound e di stile chitarristico che presenta l’album (nell’analisi dei pezzi era appunto
citato come Mayer usasse tecniche prese da Hendrix).

PERCHE’ ASCOLTARLO?

Consiglio questo album perché permette di vedere come tecniche musicali prese da
generi che all’apparenza sembrano molto distanti possano essere applicate
efficacemente in altri contesti.
Mayer suona la chitarra usando principalmente tecniche e note tipiche del blues più
spinto, riuscendo ad integrarle perfettamente in pezzi rigorosamente pop rendendo
molto melodico tutto ciò che nel blues serviva a creare tensione.

Ultimo ma non meno importante, dato il genere è orecchiabile e potenzialmente


apprezzabile anche da chi di musica non se ne intende. Adatto ad un pubblico ampio.

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