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EGMONT.

Ouverture per orchestra op. 84


L’Ouverture per l’Egmont di Goethe ricalca lo schema della forma sonata e fu scritta da Beethoven
nel 1810. Nella tragedia di Goethe, ambientata a Bruxelles, si narra della ribellione degli abitanti
delle Fiandre contro gli Spagnoli. Un soggetto che entusiasmò il compositore, il quale al momento
della stesura dell’opera, così scriveva al drammaturgo: “Lei sta per ricevere la musica per
L’Egmont, questo straordinario Egmont che ho sentito, vissuto e trasposto in musica con la stessa
passione che ho avuto nel leggerlo”. La prima esecuzione fu a Lipsia il 15 giugno 1810 e fu
immediato successo.

La parte introduttiva, Sostenuto ma non troppo, si apre con un fosco accordo di fa minore, quindi
violoncelli e contrabbassi propongono un motivo severo. Alla misura 5 i fiati rispondono con una
frase triste e di struggente dolcezza. Il contrasto tematico si propone più volte: è l’interpretazione
musicale del dissidio tra il Duca D’Alba e il popolo fiammingo. Un breve motivo, in alternanza tra
archi e fiati con inizio alla misura 15 prepara l’entrata del primo tema (Allegro), tempo ¾.
Questo primo tema è formato da due sezioni, si può perciò parlare di un gruppo tematico. L’Allegro
inizia con un ostinato eseguito all’ottava dai violini I e i violoncelli che occupa le prime quattro
misure e che possono considerarsi un piccolo motto introduttivo. Alla quinta misura dell’allegro
cioè la misura n° 28, i violoncelli attaccano sull’ultimo quarto la prima sezione del primo tema.
Questa e formata da una linea melodica vorticosa che parte dal do centrale e toccando il re3
sprofonda subito verso il grave, impostata nel tono della tonica si estende da battuta 28 a battuta 42
dove sul secondo movimento ha inizio la seconda sezione del primo tema. Questa si presenta come
una melodia reiterata e formata da un motivo costituito da una cellula ritmica simile a quello della
Quinta Sinfonia. Questa sezione tematica è affidata ai primi violini con i secondi che la sostengono
ora per seste parallele, ora con raddoppio all’ottava inferiore. Inoltre è basata interamente su una
cellula motivica come la Quinta Sinfonia. Alla misura 58 ritorna la prima sezione del primo tema,
questa volta affidata ai violini primi e secondi in ottave e alla misura 66 ritorna la seconda sezione
ancora ai violini primi e secondi. Il primo tema si conclude alla battuta 74. Queste due sezioni
tematiche così antitetiche tra di loro, danno l’idea del contrasto e della lotta. Sull’ultimo movimento
della battuta 73, con un accordo di sesta italiana costruito sul VI grado abbassato di Lab maggiore,
viene introdotto al basso un pedale di dominante di la bemolle e qui si svolge l’episodio di
transizione. Questo si presenta come un episodio autonomo, formato da una minima e due crome in
forma di arpeggio su tre note dell’accordo. Il ponte modulante si conclude alla misura 81 e alla
successiva misura inizia il secondo tema nel tono di la bemolle maggiore. Questo tema si presenta
diviso tra archi e fiati. Gli archi in un registro piuttosto basso e in fortissimo danno un carattere
maestoso alla frase, a questi rispondono i fiati un una regione acuta con un motivo piano e dolce.
Anche in queste prime due semifrasi del secondo tema si nota facilmente come questi due motivi in
contrapposizione tra archi e fiati danno l’idea del contrasto tra il Duca G’alba e il popolo
Fiammingo. Il secondo tema tra archi e fiati e così distribuito: misure 82 – 83 archi, misure 84 -85
fiati, misure 86 – 87 tema agli archi, misure 88 – 89 tema ai fiati, misure 90 -91 tema agli archi,
misure 92 – 100 i fiati riprendono interamante il tema e lo portano a conclusione con una cadenza
perfetta V I (misure 99 – 100). Una breve codetta con elementi del primo tema (batt. 100 – 108)
conclude l’esposizione nel tono di la bemolle maggiore. Lo sviluppo ha inizio sul secondo
movimento della battuta 108 con un frammento della seconda sezione del primo tema esposto dai
violini primi e secondi. Sul terzo movimento della misura 117 rispondono i fiati con un motivo
derivato dalla prima sezione del primo tema che passa alternativamente tra clarinetto, flauto, e oboe.
Nelle misure 143 – 146 compaiono echi del secondo tema: prima tra flauto e oboe all’ottava, poi
rispondono i clarinetti per terze. Dalla misura 146, su un pedale di dominante di do minore
sostenuto dai corni, i violoncelli e contrabbassi propongono la prima sezione del primo tema e i
violini primi e secondi eseguono in contrappunto la seconda sezione. Alla misura 153 ha inizio
l’episodio di riconduzione che è formato da un ostinato in crome, eseguito prima dai soli violini
primi, poi successivamente raddoppiati dalle viole. Tale episodio si collega direttamente alla ripresa
che inizia sul terzo movimento della battuta 162. Qui i violoncelli espongono la prima sezione del
primo tema nel tono della tonica (fa minore) mentre i violini secondi e le viole eseguono un
accompagnamento con accordi ribattuti, i primi violini effettuano una parte contrappuntistica, cioè
come nell’esposizione. Alla misura 176 ha inizio la seconda sezione del primo tema affidata, come
nell’esposizione, ai violini primi e secondi che eseguono il tema prima per seste parallele con le
viole che procedono per moto contrario, poi con i primi e secondi violini in ottave. Alla battuta 192
ricompare la prima sezione, questa volta ai primi e secondi violini e la seconda sezione ritorna dalla
misura 207 sempre ai violini primi e secondi. Alla misura 217 inizia il ponte modulante con gli
stessi identici elementi di quello dell’esposizione, tuttavia raggiunge il secondo tema nel tono di re
bemolle maggiore anziché nel tono della tonica, come dovrebbe avvenire nella ripresa della forma
sonata classica. La ragione di ciò è dovuta probabilmente per mantenere aperta l’idea del contrasto
fino alla conclusione. Il secondo tema, suddiviso tra archi e fiati come nell’esposizione, inizia a
battuta 225 con gli archi in fortissimo, rispondono i fiati a battuta 227 piano e dolce, gli archi
riprendono a battuta 229 in fortissimo, rispondono nuovamente i fiati piano e dolce a battuta 231,
riprendono gli archi in fortissimo a battuta 333 e alla misura 335 i fiati riprendono il tema e lo
portano a conclusione a battuta 242. Segue una breve codetta con elementi del primo tema (batt.
242 – 251) e sul secondo movimento della stessa misura inizia un episodio di transizione che porta
alla coda finale (batt. 251 – 286). Questo episodio e costruito con un inciso ritmico derivato dal
primo tema (batt. 36 -37 parte dei primi violini) e per il resto è prevalentemente accordale. La coda
finale (Allegro con brio) impostata nel modo maggiore, è composta da cinque sezioni. La prima
sezione (misura 287 – 294) è formata con un frammento ritmicamente variato della seconda
sezione del primo tema. La seconda codetta (batr. 295 – 306) è formato da un disegno ostinato in
croma. La terza sezione della coda ( misure 307 – 314) è formata da un disegno ritmico composto
da crome semicrome e terzine di semicrome. La quarta codetta (misure 315 – 332) è formata con un
disegno in terzine agli archi dove i violini primi raggiungono note molto acute, desunto dalla
codetta espositiva. La quinta e ultima sezione della coda (batt. 333 – 347) è di carattere
prevalentemente accordale, basata sulla cadenza perfetta V I quindi due misure di carattere scalare
in semicrome raggiungono l’accordo di tonica che viene ribadito per cinque battute di seguito.

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