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trial
(Hannah Devlin – The Guardian)
I due esempi sopra riportati riguardano errori di tipo lessicale, uno degli errori maggiormente commessi da parte dei traduttori. Basti
pensare che il primo caso è tratto dal titolo dell’articolo. La scelta di questo esempio deriva, non solo dalla traduzione impropria del termine
inglese “drug”, ma anche dal risultato divertente che ne consegue. Chiaramente, il traduttore DeepL non è in grado di distinguere i vari
significati della parola e adotta quello statisticamente più utilizzato. Nel secondo caso, gli errori sono diversi, ma al fine di concentrarmi solo
su quelli di tipo lessicale, si può notare che sia Google Translate che DeepL non riescano a tradurre con i termini appropriati “paperback
fiction”. In realtà, Google Translate tenta di tradurre l’aggettivo, ma risolve il problema traducendolo con un termine ormai in disuso, mentre
non traduce il sostantivo. DeepL fa esattamente il contrario, traduce il sostantivo, mantenendo invariato l’aggettivo. In entrambi i casi, i
traduttori non forniscono una traduzione appropriata.
In questo caso, tralasciando ancora una volta i molteplici errori compresenti nella stessa frase, entrambi gli esempi trattano problemi di
accordo di genere e numero. Nel primo caso, DeepL probabilmente non riesce a riconoscere la parola “Alzheimer” come sostantivo al quale
associare l’aggettivo “moderate”, difatti lo traduce al femminile. Mentre nel secondo esempio Google Translate, seppure aiutato dall’articolo
indeterminativo, traduce al plurale la parola “writer”, probabilmente l’errore è dovuto alla presenza del pronome “you”, che sempre causa
difficoltà di comprensione in caso di numero.
Nel primo esempio, a mio parere, entrambi i traduttori forniscono una traduzione errata del verbo impersonale “is shown”. Da un lato, è da
considerarsi sicuramente errata la proposta di Google Translate, poiché non solo il verbo viene trasformato nella forma attiva, ma anche al
tempo passato prossimo, che in nessun modo corrisponde all’originale inglese. Dall’altro lato, potrebbe essere accettabile quella di DeepL,
ma osservando il contesto mi sembra più appropriato l’uso di un verbo impersonale, dato che si tratta della sperimentazione di un farmaco,
ovvero che non è la compressa in sé che dimostra i suoi effetti quanto più lo studio clinico. Nel secondo esempio, il problema riguarda
l’accordo con il soggetto, difatti il traduttore DeepL non riesce ad identificare “that” come soggetto della frase e quindi lo concorda con il
sostantivo più vicino “writers” che invece è al plurale.
I problemi di ordine frastico accomunano entrambi i traduttori nei due esempi riportati, probabilmente questo deriva dalla loro traduzione
letterale. È curioso come nel primo esempio, Google Translate mantenga la forma passiva e riesca, dunque, a riconoscere la necessità di
trasformare il sostantivo da soggetto a complemento di termine, mentre dall’altro lato, DeepL riesca a cambiare la forma del verbo da
passiva ad attiva. Nonostante ciò, nessuno dei due è in grado di dare un corretto ordine agli elementi all’interno della frase. Nel secondo
esempio, è ancora più evidente che i traduttori procedano nella traduzione parola per parola, data la letterarietà delle frasi.