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Compiuta nel 1819 da Théodore Gericault e conservata al Louvre, è uno dei capolavori-simbolo
del Romanticismo francese. La zattera della Medusa si riferisce ad un episodio di attualità di
cui Gericault rimane profondamente impressionato. Nel 1816 il governo manda la nave ''Medusa'' in
Senegal per riaffermare i diritti della Francia. L'incompetenza del capitano ha portato al naufragio. I
passeggeri e l'equipaggio si ammassano su una zattera di fortuna che va alla deriva per parecchi
giorni. Dopo episodi di fame, paura, follia, suicidi, atti di cannibalismo, rimangono 15 superstiti,
recuperati dalla nave ''Argo".
Géricault si appassiona all'episodio, iniziano le sue ricerche sui superstiti, gli studi anatomici sui
cadaveri , gli studi sull'acqua e della zattera da lui ricostruita. Costruisce un groviglio, un
ammassamento di corpi, cadaveri e moribondi, che è il frutto di un lungo lavoro di assemblaggio,
studi di figure, articolazioni e frammenti condotti in atelier. Esegue molti bozzetti prima di arrivare
all'idea finale.
La composizione si regge sullo schema astratto di due triangoli con gli assi divergenti: uno ha
l'asse corrispondente all'albero della zattera, l'altro è quello della piramide umana, culminante con
l'uomo che agita i panni. Già dal punto di vista compositivo questa divergenza imposta tutto il
quadro sul principio dell'instabilità, accresciuta dal disordine, dalle travi sconnesse e dai corpi
abbandonati. L'unità classica della composizione (la composizione piramidale risale al
Rinascimento) viene spaccata, lacerata.
Le figure sono classicheggianti, sia per le pose (riprese da Michelangelo, da Raffaello, e da studi
condotti in atelier) che per la tecnica (disegno preciso, studi preparatori, chiaroscuro studiato).
Ma è romantico l'effetto drammatico, il senso della tragedia e della disperazione.
C'è un crescendo di movimento dai cadaveri in primo piano, ai corpi che si aggrovigliano, alle
figure che si agitano. È un espediente psicologico per avere l'effetto di aumento di angoscia mista
a speranza dalla desolazione delle figure in primo piano (morte o rassegnate) a quelle che si
agitano.
Esiste anche un contrasto di due correnti di movimento opposte: il movimento della marea umana
e quello delle onde in direzione contraria. La nave è lontanissima, sembra irraggiungibile. Ma viene
enfatizzato il tema della lotta eroica dell'uomo contro le forze immense della natura.
Le figure non sono viste come corpi emaciati, deperiti per la fame e gli stenti, ma sono corpi
vigorosi, pieni di energia, potenti e in contrasto con quelli abbandonati e distesi. Più che come
vittime, nonostante le espressioni di dolore e disperazione vengono visti come eroi che lottano per
sfuggire alla morte.
L'opera ha suscitato grande scalpore soprattuto per l'infrazione deliberata delle regole e moduli
neocassici. I principi di chiarezza, ordine, regolarità serenità razionale del neoclassicismo sono
scovolti dalla violenza del chiaroscuro, dal senso di caos, di tragedia e disperazione.
La zattera è stata vista anche come metafora politica della crisi della Francia dopo il crollo del
regime napoleonico.
I ritratti di alienati