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Demetrio Stratos: Ribelle Carismatico e Visionario

Demetrio Stratos, pseudonimo di Efstràtios Dimitrìu,


nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1945 da genitori greci. 
studia pianoforte e fisarmonica al «Conservatoire National
d'Athènes». La sua famiglia è cristiano-ortodossa, le
cerimonie accompagnate da musica religiosa bizantina,
medio orientale popolarono la sua infanzia e adolescenza,
in cui cominciò ad ascoltare anche la musica popolare araba
e il rock’n roll, ascolti che lo segnarono musicalmente per
tutta la vita.
Nel 1962, diciassettenne, si trasferì a Milano dove si
iscrisse alla Facoltà di Architettura del Politecnico. In Italia
assunse definitivamente il nome di Demetrio Stratos,
scambiando il cognome (Demetriou) con il nome di
battesimo (Eustratios). Nel 1963 formò a Milano un gruppo
di soul, blues e rhythm and blues come tastierista, per caso
una sera dovette sostituire il cantante e come spesso
succede la sua vita svoltò. Nel 1966 si unì come pianista e
voce solista al complesso beat de I Ribelli, con i quali
rimase fino al 1970 e con cui registrerà svariati 45 giri di
successo, era l’era dei complessi beat, Rokes, Dik Dik,
Giganti, Corvi, Camaleonti, Equipe 84, ce n’era per tutti i
gusti, i Ribelli avevano l’asso della voce di Demetrio che
era soul e rock allo stesso tempo, molto potente e
coinvolgente, carismatica, ecco la questione del carisma fu
dirimente per la sua evoluzione.
Con i ribelli il successo più grande fu sicuramente Pugni
Chiusi inciso nel 1967  Il testo è di grande impatto emotivo,
parla di un uomo che sta vivendo un periodo
particolarmente amaro della sua vita e con un urlo d'amore
cerca il riscatto richiamando a sé la persona amata. Si
differenzia dalle molte banali canzoni d'amore che
dominavano il mercato discografico in quel periodo. Il
titolo doveva essere Pugno chiuso e viene cambiato per
l'ostilità della casa editrice Ricordi, contraria all'evidente
ispirazione comunista del titolo originale, Demetrio Stratos
dimostra un’estensione notevole e una grande emotività,
usa suoni duri, cacofonici, vibrati aggressivi. ASCOLTO
In quel periodo era usanza per i gruppi beat eseguire cover
in italiano di successi inglesi o americani, anche i Ribelli
non fanno eccezione e la voce di Demetrio si rivela
assolutamente all’altezza interpretativa, con suoni
apertissimi, colpi di glottide, forzature risonanziali e
ovviamente sporcature rock, che colorano la sua voce di
una varietà originale. Lo sentiamo qualche minuto in La
nostra favola, cover di Delilah di Tom Jones, Arcobaleno,
cover beat di Over The Rainbow di Judy Garland e in Lei
m’ama, cover di Tell Mama di Etta James. ASCOLTO.
Un'altra grande hit del 1968 fu Nel sole nel vento nel
sorriso nel pianto, di impianto soul, composta dalla neonata
coppia Mogol-Battisti. ASCOLTO
Nel 1970 Demetrio Stratos lasciò i Ribelli e cominciò la sua
personale ricerca/sperimentazione vocale, spinto dalla sua
curiosità verso la comunicazione dello strumento voce,
attivata dalla figlia Anastassia, nata proprio nel 1970 e dalla
sua lallazione, cioè la produzione di suoni che non sono
articolati in parole e quindi in linguaggio e quindi più puri e
interi, perché non contaminati dal pensiero razionale. Fu
una grande intuizione che lo portò a liberare la voce dal
semplice ruolo di trasportatrice di parole e a esprimere i
suoni più diversi. Con questa consapevolezza nel 1972,
insieme al batterista Giulio Capiozzo fondò gli Area,
gruppo con di ispirazione prog ( cos’è il prog? )ma con
propositi di avanguardia, nel 1972 pubblicano il primo
disco, frutto di esperimenti estenuanti e prove lunghissime,
non scevre da sostanze non legali, Arbeit Macht Frei, il
lavoro rende liberi, dall’insegna all’ingresso di Auswitch,
che inizia con un pezzo impattante Luglio Agosto settembre
( nero ), neanche troppo velata dichiarazione di solidarietà
alla lotta armata del popolo palestinese, preceduto da una
voce di donna che in arabo dice: Mio amato, con la pace ho
depositato i fiori dell’amore davanti a te. Con la pace ho
cancellato i mari di sangue, per te. Lascia la rabbia, lascia
il dolore, lascia le armi. Questo prima del grido di
Demetrio e del celebre riff in 7, orientaleggiante, ispirato
alla musica macedone, diretto, fulminante, violento.
ASCOLTO
Gli Area sono estremi, militanti e audaci sperimentatori,
coltivano l’utopia di una musica senza confini,
internazionalista e popolare, ma rimangono sobri, e
prendono sempre più le distanze dal prog.
Nelle loro mani la canzone subisce scossoni devastanti,
sono un laboratorio aperto nel quale la melodia è affidata
alla sempre più carismatica estesa e inarrivabile voce di
Demetrio, che emette suoni inauditi, anticipa di molto in
Europa, la pratica del canto armonico ( doppi, tripli e
quadrupli suoni, propria della cultura mongola e tibetana ) e
del throat singing, utilizza il fry in modo creativo, fa ricerca
nel momento stesso in cui canta, ma è votata in quegli anni
a un rigore ideologico talmente forte da considerare
sospetta la forma canzone in se stessa. ASCOLTO di 2
( 1.18, dall’inizio )
Nel 1975 si avvicinano a qualcosa di consonante con Gioia
e rivoluzione ASCOLTO
Intanto continua ininterrotta e sempre più estrema, la sua
ricerca vocale. Pubblica due dischi frutto di tale ricerca, per
voce sola, sono dischi concettuali e sicuramente non adatti
all’ascolto tradizionale, stupisce e affascina la varietà e
l’intensità dei colori di suono che riesce a emettere,
studiando lo strumento fisicamente e scientificamente. I
titoli sono Metrodora del 1976 ( ascolti ) e Cantare la voce
del 1978 ( ascolti) anno in cui lascia gli Area per dedicarsi
completamente alla ricerca. L’ascolto è disturbante perché
la voce è liberata, come dicevo, non è linguaggio ma solo
emozione ( che può essere anche il disagio, vale )
Viene chiamato alla corte di John Cage per il progetto
Events con Merce Cuningham e Andy Warhol e registra un
componimento per voce e microfono ASCOLTO
Demetrio Stratos se lo porta via in due mesi una leucemia
fulminante a soli 34 anni nel 1979.
La sua eredità purtroppo non esiste se non in un manipolo
di coraggiosi, qualcosa c’è della sua vocalità rock nel
primissimo Piero Pelù ( ASCOLTO 1983 già verso la new
wave), ma l’unico artista, non proprio di nicchia che
davvero persegue la sua ricerca e la sua visione è John De
Leo, ex cantante dei Quintorigo ( ascolto ), non ha lo stesso
carisma, la stessa coerenza, ma vive anche in tempi in cui è
difficile mantenerli.
Fine

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