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Laboratorio V

Interpolazione

Interpolazione di Lagrange
Siano (xi , yi ), i = 0, . . . , n, n + 1 coppie di punti distinte e Pn spazio dei polinomi di ordine n.
L’interpolazione di Lagrange consiste nel trovare un polinomio Πn ∈ Pn passante per gli n + 1
punti. Πn deve dunque soddisfare la seguente relazione:

Πn (xi ) = yi , ∀i = 0, . . . , n. (1.1)

Definiamo per ogni i un polinomio Li di grado n per cui si ha:


(
1 se k = i,
Li (xk ) = (1.2)
0 se k 6= i.

Grazie a questa relazione otteniamo i polinomi di Lagrange:


Y x − xj
Li (x) = . (1.3)
xi − xj
j=0,j6=i

Si supponga ora che le coppie di punti (xi , yi ) siano dei campionamenti di una funzione f (x).
Allora il polinomio interpolatore per f può essere ottenuto con la seguente relazione:
n
X
Πn f (x) = yi Li (x). (1.4)
i=0
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Esercizio 5.1

Si consideri la funzione f (x) = x sin(x).

1. Si disegni il grafico della funzione nell’intervallo [−2, 6].


2. Si costruiscano i polinomi interpolanti di Lagrange Πn f di grado n = 2, 4, 6 relativi ad una
distribuzione di nodi equispaziati.
3. Si rappresenti graficamente l’andamento dell’errore e(x) = |f (x) − Πn f (x)| e si calcoli la
norma infinito:

k e(x) k∞ = max |f (x) − Πn f (x)|.


x∈[−2,6]

Hint: si utilizzino opportunamente le funzioni polyfit e polyval. Consultare la


documentazione delle funzioni tramite il comando help per capire come utilizzarle.

Esercizio 5.2

Nella tabella qui sotto riportata vengono elencati i risultati di un esperimento eseguito per
individuare il legame tra lo sforzo σ e la relativa deformazione ε.

test σ [MPa] ε [cm/cm]


1 0.00 0.00
2 0.06 0.08
3 0.14 0.14
4 0.25 0.20
5 0.31 0.23
6 0.47 0.25
7 0.60 0.28
8 0.70 0.29

A partire da questi dati si vuole stimare la deformazione ε in corrispondenza dei valori di sforzo
per cui non si ha a disposizione un dato sperimentale.
Utilizzare le seguenti funzioni interpolanti:

ˆ l’interpolazione polinomiale di Lagrange (polyfit e polyval);

ˆ l’interpolazione polinomiale composita lineare (interp1);

ˆ la spline cubica naturale interpolante (spline nat.m);

ˆ l’interpolazione polinomiale ai minimi quadrati di grado 1, 2 e 4 (polyfit e polyval).

1. Rappresentare graficamente le singole funzioni interpolanti a confronto con i dati


sperimentali.

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2. Confrontare in un unico grafico i dati sperimentali con tutte le interpolanti.


3. Valutare la deformazione ε in corrispondenza di σ = 0.40 MPa e σ = 0.75 MPa per ogni
interpolante. Si commentino i risultati ottenuti.

Esercizio 5.3

Si valuti il problema dell’approssimazione della funzione di Runge:


1
f (x) = ,
1 + x2
mediante un’interpolazione polinomiale di Lagrange nell’intervallo I = [−5, 5].

1. Si costruiscano i polinomi interpolanti Πn f di grado n = 5, 10 della funzione f considerando


nodi equispaziati sull’intervallo I. Per ciascun valore di n si rappresenti graficamente
l’andamento di Πn f e dell’errore e(x) = |f (x) − Πn f (x)|.
2. Si ripeta il punto precedente utilizzando i nodi di Chebyshev–Gauss–Lobatto per determi-
nare i polinomi interpolatori di Lagrange. Tali nodi possono essere ottenuti sull’intervallo
Iˆ = [−1, 1] nel seguente modo:
 
πi
x̂i = − cos , i = 0, ...., n.
n

Per riportare i punti sul generico intervallo I = [a, b] si usi la seguente trasformazione:

a+b b−a
xi = + x̂i .
2 2

3. Si definiscano ora 11 nodi equispaziati nell’intervallo I = [−5, 5]. Su questi nodi si costrui-
scano le interpolanti polinomiale composita lineare tramite il comando interp1 e spline
cubica naturale utilizzando la funzione spline nat.m.
Infine si confrontino la funzione f (x) e le due interpolanti in un unico grafico.

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