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morte e trova nel dualismo “persuasione-
rettorica” un’alternativa filosofica ed etico-
esistenziale. La Persuasione corrisponde
all’essere, dunque al tentativo di giungere al
possesso di se stessi («Persuaso è chi ha in
sé la sua vita»), mentre la Rettorica coincide
Carlo Michelstaedter, con il non essere, in quanto rappresenta tutti
La Persuasione e la Rettorica i tentativi dell’uomo di occultare l’impossibilità
di giungere alla Persuasione a causa della
manchevolezza della vita, del nulla totale e
del dolore che «stilla sotto a tutte le cose».
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rigetta ogni principio rettorico e non è in
L’uomo, però, indotto a soddisfare i propri grado di giungere alla Persuasione non resta
desideri dalla philopsichìa (amore della vita o che la morte, intesa come negazione di ogni
dio del piacere), inganna se stesso, vivendo desiderio, di ogni bisogno e del non essere
nell’illusione e perseguendo un piacere che circonda ogni uomo.
puramente illusorio così come lo sono i suoi
bisogni: egli cerca dunque di avere un
rapporto che lo soddisfi con il mondo esterno,
ignorando che la realizzazione umana
dipende esclusivamente dal possesso di se
stessi, che diviene possesso di ogni altro Bibliografia:
ente, poiché l’uomo persuaso ha in sé ogni Carlo Michelstaedter, La Persuasione e la
cosa. Rettorica, Milano, Adelphi, 1982 (14ª
edizione); Id., Epistolario, Milano, Adelphi,
1983 (2ª edizione).
L’uomo che approda alla Persuasione non può
temere la morte poiché non desidera nulla di
un tempo futuro, essendo realizzato e libero
nell’Assoluto, vivo in ogni attimo. La salvezza Contributo:
dunque può essere conquistata solo Tiago Felicetti (classe V I, L.C. Virgilio, Roma)
dall’uomo stesso, che si erge al di sopra di
ogni ente metafisico. Una volta superata la
paura della morte non vi è nulla che possa
turbare l’uomo persuaso, tuttavia
estremamente solo e diverso, proprio in virtù
del suo ergersi oltre ogni confine rettorico
che caratterizza la fallace vita degli uomini.
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