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GENETICA MEDICA

aa2017-2018

Tel: 06/72596027
Email: michela.biancolella@uniroma2.it
TESTO CONSIGLIATO:

•GENETICA MEDICA ESSENZIALE

•AUTORI: B.Dallapiccola, G.Novelli

•Editore: CIC Edizioni Internazionali, 2012


CONCETTI BASE RIGUARDANTI:

• Nucleo cellulare
• Struttura DNA
• Trascrizione
• Traduzione
• Mutazioni (delezioni, duplicazioni, inserzioni,
sostituzioni)
• Mutazione somatiche e mutazioni germinali
• Mitosi
• Meiosi
• Differenze tra Mitosi e Meiosi
• Gametogenesi
Mutazioni
• MUTAZIONE CROMOSOMICA: mutazione che altera la struttura o
il numero dei cromosomi

• MUTAZIONE GENICA:mutazione limitata ad una sequenza


codificante o comunque di dimensione ridotta

• MUTAZIONI IN REGIONI NON CODIFICANTI REGOLATIVE O


CONSERVATE
-Mutazioni a carico di sequenze conservate che
regolano la trascrizione provocano alterazioni
dell’attivita’ trascrizionale dei geni ad esse correlate

-Mutazione a carico dei siti di SPLICING (molecola di


RNA piu’ instabile rapidamente degradata)
• Mutazioni Geniche

• Delezione: perdita di sequenze nucleotidiche (solitamente in


prossimita’ di seq. ripetute.)
• Duplicazione: presenza di 1 o più nucleotidi ripetuti(solitamente in
prossimita’ di seq. ripetute.)
• Inserzioni: presenza di 1 o più nucleotidi in sovrannumero nel
genoma
• Sostituzioni: quelle di singole basi sono le alterazioni
piu’comuni nel genoma.Se colpiscono le regioni coificanti del DNA
vengono classificate in base all’effetto provocato sul polipeptide
codificato dal gene interessato
Classificazione delle sostituzioni
puntiformi

SOSTITUZIONE SILENTE:
se la mutazione avviene
all’interno di un introne o nel
terzo nucleotide della
tripletta codificante
l’aminoacido→ non c’è
cambio di aminoacido
all’interno della proteina
Classificazione delle sostituzioni
puntiformi
• Sostituzione missenso: cambio dell’aminoacido. Generalmente
colpisce il primo o secondo nucleotide della tripletta.

• Causa un polipeptide con un aminoacido diverso rispetto al


polipeptide normale
Sulla base del tipo di aminoacido inserito si dividono in

• CONSERVATIVE : catena laterale del nuovo aminoacido ha


caratteristiche chimiche simili a quella di aa
sostituito.EFFETTO MINIMO.

• NON CONSERVATIVE: catena laterale del nuovo


aminoacido ha caratteristiche chimiche diverse da quelle di aa
sostituito. Possono influenzare la struttura tridemenzionale
della proteina. (perdita di funzione fisiologica di proteina o
acquisto di una nuova funzione non fisiologica)
Classificazione delle sostituzioni
puntiformi

• Sostituzione non senso:


cambia un codone che
specifica per un aminoacido in
un codone di terminazione.

• Causa un polipetide che ha


perso un segmento alla sua
estremità carbossi-terminale
(proteina tronca)
MUTAZIONI SOMATICHE E MUTAZIONI GERMINALI

MUTAZIONI SOMATICHE: avvengono in cellule della linea somatica,


vengono trasmesse solamente alle cellule derivanti da quella mutate, e’
limitata all’individuo in cui e’ insorta non verra’ trasmessa alla progenie

MUTAZIONI GERMINALI: avvengono


nelle cellule della linea germinale ,cellule
che danno origine ai gameti, (spermatozoi
e ovuli) verranno ereditate dalla
generazione successiva
QUADRO RIASSUNTIVO DELLE DIFFERENZE
TRA MITOSI E MEIOSI
Mitosi Meiosi
Gli omologhi non si Gli omologhi si
appaiano appaiano in profase I

Si verifica almeno un
Il crossing over e’ raro crossing over per coppia
di omologhi

I centromeri si
I centromeri si dividono in anafase dividono solo
in anafase II

Processo conservativo: le cellule figlie sono Il processo promuove la variabilita’ tra i prodotti
identiche alle parentali della divisione cellulare
GAMETOGENESI

Nelle gonadi ( ovaio e testicolo) si svolge la gametogenesi, la divisione


cellulare (meiosi) che porta alla formazione dei gameti (uovo e
spermatozoo). Questo processo dinmezza il numero dei cromosomi
delle cellule somatiche ,riducendolo da diploide (46 o 2n) ad aploide
(23 o n) . Il concepimento ricostituisce il numero diploide dell’uovo
fecondato (ZIGOTE).
OOGENESI ( concetti e steps fondamenteli)

SPERMATOGENESI ( concetti e steps fondamentali)

PRINCIPALI DIFFERENZE TRA SPERMATOGENESI E OOGENESI

Caratteristiche: Oogenesi Spermatogenesi

-Inizio delle mitosi vita fetale pubertà


-Durata della gametogenesi 10-50 aa 60-65 gg
-Numero di mitosi per 20-30 da 30 a svariate centinaia
formare gameti
-Gameti maturi per meiosi 1 4
Gli esperimenti di Mendel

• Prima legge di Mendel :SEGREGAZIONE

• Seconda legge di Mendel : INDIPENDENZA


“La probabilità che ha una pianta di ricevere il
carattere semi lisci o rugosi non correla con la
probabilità avere il carattere semi gialli o verdi”
Nel corredo diploide i geni, che sono allineati sui cromosomi
in specifici siti o loci, sono presenti in duplice dose, uno di
origine materna, l’altro di origine paterna. Si definiscono alleli i
geni che occupano lo stesso locus in una coppia di
cromosomi omologhi. Una persona è omozigote per un
carattere, quando gli alleli sono identici (ad es. AA o aa),
mentre è eterozigote, quando gli alleli sono diversi (ad es.
Aa). Genotipo Genotipo
AA Aa
omozigote eterozigote

A A A a
EREDITÀ MENDELIANA
Molti caratteri e molte malattie umane
sono ereditate come caratteri semplici
e seguono le leggi di Mendel (dei
caratteri monogenici o mendeliani).
I caratteri semplici sono trasmessi dai
geni, che si comportano come unità
segreganti
Gli alleli si separano durante la
formazione dei gameti (meiosi) e si
distribuiscono in maniera
indipendente nelle cellule figlie
Gregor Mendel
Albero genealogico
Eredità autosomica dominante

Caratteristiche di trasmissione

• Singola dose dell’allele mutato: patologia


• Trasmissione verticale dell’allele mutato all’interno dell’albero
genealogico
• Eguale rapporto maschi/femmine che ereditano l’allele mutato
• Il 50% dei figli nati da genitori affetti manifestano la stessa
malattia
• Espressività variabile e penetranza incompleta
Eredità autosomica dominante

Irregolarità della
trasmissione
autosomica dominante

• Mutazione “de novo”


• Non paternità
• Espressività variabile
• Penetranza
Comparsa improvvisa di un caso di
acondroplasia da genitori sani
Mutazione de novo
a A
• Mutazione che avviene nel corso della
gametogenesi e limitatamente a un solo gamete
(il gene segregato da un genitore non affetto
subisce una mutazione)

• Mutazione che avviene a livello delle cellule


gametiche parentale(MOSAICISMO GERMINALE)

• Mutazione che avviene nelle prime divisioni dello


zigote (post-zigotica)
Mosaicismo Germinale

Il mosaicismo germinale consiste nella presenza di una mutazione


confinata nelle cellule germinali e che risparmia le cellule somatiche.
Questa condizione non causa la malattia nella persona che porta il
mosaico ma la mette nella condizione di trasmettere la mutazione ai
figli

Osteogenesi imperfetta di tipo II (mutazione del gene del procollagene tipo I


negli spermatozoi di padre non affetto)
Irregolarità della trasmissione
autosomica dominante
• Penetranza
Definisce la percentuale delle persone che esprimono il
fenotipo che si associa a una determinata mutazione, sul
numero delle persone che portano la mutazione. Fenomeno
tutto-nulla.
• Espressivita’ varibiale
Definisce il grado di estrinsecazione clinica di una
malattia. Fenomeno con manifestazione graduale.
PENETRANZA DI UN GENE
• E’ del tipo TUTTO o NULLA

• Si riferisce all’espressione clinica (o alla mancanza di essa)


del gene mutato

• DEFINIZIONE QUANTITATIVA DELLA PENETRANZA:


determinazione della proporzione dei portatori obbligati
(eterozigoti) di un allele mutante che esprime il fenotipo

Es. Penetranza del 90%: probabilità del 90% che


l’individuo portatore dell’allele mutato manifesti una
malattia osservabile
Penetranza dipendente dall’età
E’ dovuta alla variabilità dell’età di insorgenza caratteristica di alcune
malattie autosomiche dominanti definite ad ESORDIO TARDIVO

Corea di Huntington: malattia


1

neurologica caratterizzata da 0,8

demenza progressiva e movimenti


(corea=danza ,dal greco) sempre più 0,6

probabilità
incontrollati degli arti.
Esordio solitamente tra i 30 3 i 50 0,4

anni anche se occasionalmente più


precoce ,addirittura età pediatrica , o 0,2

più tardivo 80 anni


0
0 20 40 60 80
età (anni)
PENETRANZA ED ESPRESSIVITA’ VARIABILE

Penetranza variabile

Espressività variabile

Penetranza ed espressività variabili


Irregolarità della trasmissione
autosomica dominante

Penetranza incompleta ed
espressività variabile
spiegano “apparenti” salti di generazione.
MALATTIE MONOGENICHE
EREDITA’ AUTOSOMICA RECESSIVA
• Si manifestano in omozigosi
• Trasmessi da genitori
eterozigoti non affetti A a a A
• Rischio di ricorrenza 25% dei
figli indipendentemente dal
loro sesso
• Trasmissione orizzontale A Aa a A aa
• Rischio di specie : 3% A
• Il rischio aumenta in caso di
consanguineità (per
condivisione stessa mutazione
ereditata da un antenato
comune)
La consanguineità è un fattore di
rischio per le malattie AR
• Si calcola che ciascuno di noi sia eterozigote
per almeno 6-8 geni malattia correlati a
patologie autosomiche recessive
• La probabilità che due alleli mutanti dello
stesso gene si incrocino dipende dalla
FREQUENZA dell’allele nella popolazione
(freq degli eterozigoti)
• Il matrimonio tra consanguinei aumenta la
probabilità di omozigosi per un gene-malattia
tra i figli dei genitori consanguinei
proporzionalmente al grado di parentela
ESEMPI DI MALATTIE AUTOSOMICHE RECESSIVE
Esempi di malattie autosomiche recessive: FIBROSI CISTICA

Malattia ereditaria autosomica recessiva


Frequenza di portatori nella popolazione di origine
Caucasica = 1/25
Interessa numerosi organi, come polmoni, fegato,
pancreas, intestino ed apparato riproduttivo
Mostra espressività variabile ed eterogeneità
clinica
Cystic Fibrosis Transmembrane
Conductance Regulator
CFTR

➢ Cromosoma 7q31

➢ Gene 250.000 bp

➢ mRNA 6.129 bp
27 esoni

➢ Proteina 1480 aa

➢ Mutazioni >1500 (2007)

www.genet.sickkids.on.ca.cftr
Il canale del cloro

E’ composta da 5 subunità simmetriche:


• NBF1-NBF2 (Siti di legame dei nucleotidi)
• TMD1-TMD2 (Segmenti transmembrana)
• R-Domain (Regione Regolatrice)

TMD-1 TMD-2 out

in
Regione R
N ATP ATP
NBF-1 NBF-2

Protein chinasi C
Attivate dall’ cAMP
Mutazioni del gene CFTR
Si presentano in modalità diversa nelle varie popolazioni, sia per tipologia che per
frequenza. Tutti i tipi di mutazioni sono state descritte all’interno del gene CFTR
Queste mutazioni determinano una disfunzione della proteina CFTR attraverso
numerosi meccanismi molecolari, in base ai quali è possibile raggrupparle in 5
differenti classi
➢Polmone

➢Pancreas

➢Fegato

➢Intestino

➢Apparato genitale

➢Ghiandole sudoripare
Esempi di malattie autosomiche recessive: l’albinismo oculocutaneo

L’Albinismo è un gruppo eterogeneo di anomalie ereditarie della


sintesi della melanina, caratterizzato da una riduzione o
assenza congenita del pigmento melanico nella cute, nei capelli,
nei peli e negli occhi (Albinismo Oculocutaneo, OCA,
AUTOSOMICA RECESSIVA ) o quasi esclusivamente negli
occhi (Albinismo Oculare, OA, X LINKED).
Pleiotropia: effetti multipli di un gene
Carenza di tirosinasi

Assenza di melanina

No pigmentazione No pigmentazione
della pelle dell’occhio

Sensibilità ai raggi UV Attività visiva Anomala migrazione


ridotta neuronale

Scottature Cancro della pelle Sensibilità Perdita della visione


alla luce binoculare
NON- allelismo dei recessivi

• Nel caso di fenotipi clinici simili causati da mutazioni


di loci diversi (eterogeneità di locus)
• alcune sordità autosomiche recesive
• Incroci tra omozigoti affetti possono dare anche tutti
figli sani: aaBB x AAbb : AaBb

Eterogeneità di locus consiste in mutazioni che interessano geni codificanti per


proteine che fanno parte di una determinata via metabolica, hanno come
conseguenza comune il venir meno di quella funzione e perciò danno origine a
fenotipi molto simili
ETEROGENEITA’ GENETICA o NON ALLELISMO
DEI RECESSIVI

• La sordità nell’uomo è
causata da mutazioni in
numerosi geni localizzati
su cromosomi differenti
• Quindi due soggetti
AFFETTI possono avere
figli sani se i geni che
causano al malattia sono
diversi
ETEROGENEITA’ ALLELICA
Alleli diversi allo stesso locus producono espressioni variabili di una malattia. Molto
frequente nelle malattie recessive dove esistono mutazioni diverse nello stesso
gene malattia. E’ quindi frequente la condizioni di eterozigosi composta (ad
esempio: Fibrosi cistica, )

b) Mutazione a

Gene X Mutazione b Fenotipo 1

Mutazione c
Eredità X-linked

(o Eredità legata all’X o eredità legata al sesso)

Nella specie umana sono presenti, oltre ai 44 autosomi (22coppie), 2


cromosomi sessuali che, appunto determinano il sesso:

Femmine: XX Maschi: XY

Il sesso maschile è determinato dalla presenza del cromosoma Y.


I maschi vengono anche detti EMIZIGOTI

L’eredità dei caratteri presenti sul cromosoma X è quindi


legata al sesso.
Inattivazione del cromosoma X
Nelle femmine (XX) esiste
questo meccanismo atto alla
compensazione del dosaggio
genico
(chiamato anche lyonizzazione, dal nome
della scopritrice)
-Avviene durante una fase precoce
di gestazione (circa 16 giorni)
-Fenomeno prettamente somatico:
nei tessuti germinali, per una
corretta gametogenesi e
formazione dei tessuti riproduttivi,
si esprimono entrambi i cromosomi
X.
-Normalmente è un fenomeno del
tutto casuale: si inattivano il 50% di
Xmat. e il 50% di Xpat e questa
inattivazione si mantiene costante
nelle successive divisioni mitotiche
Il fenomeno della Lyonizzazione (inattivazione quasi
totale casuale di uno dei due cromosomi X nella femmina)

QUINDI:
L’organismo femminile adulto è un MOSAICO di
cellule con due genotipi corrispondenti ad
inattivazione differenziale del cromosoma X.
Gatto Calico, fenomeno di Lyonizzazione per i colori nero e fulvo della
pelliccia
Inattivazione dovuta al gene Xist (Xq1.1) (trascritto
solo sull’X inattivo)
Il gene trascritto non viene tradotto in proteina ma
rimane nel nucleo e si lega all’x inattivo.
Il fenomeno della Lyonizzazione (inattivazione quasi totale di uno
dei due cromosomi X nella femmina)= FENOMENO INCOMPLETO

Il silenziamento non è totale: circa il 15% dei geni sull’X sfuggono


all’inattivazione. L’inattivazione ad esempio NON coinvolge i geni presenti nella
regione telomerica Xp (segmento pseudoautosomico del cromosoma X) che è
quella omologa alla regione Yp (sul cromosoma Y).

L’esistenza di geni che non sono silenziati spiega il difetto negli individui con un numero
anomalo di cromosomi X, come nella Sindrome di Turner (X0) o quella di Klinefelter (XXY).
EREDITA’ X-LINKED RECESSIVA
• Carattesristiche peculiari

EREDITA’ X-LINKED DOMINANTE


• Carattesristiche peculiari
Eredità X-linked recessiva

La maggior parte delle mutazioni presenti sul cromosoma X sono


recessive e quindi si manifestano solo nei maschi (per la loro
condizione di emizigoti)
Le principali caratteristiche di un albero genealogico dove segrega una
malattia recessiva legata all’X sono:
-La presenza della malattia dipende dal sesso (sono malati solo i
maschi)
-La malattia non si trasmette mai da maschio malato a figlio malato
ma vi è una trasmissione così detta a “zig-zag” da maschio malato a
circa la metà dei nipoti maschi, attraverso femmine sane (che sono
portatrici).
Regole generali per malattie recessive legate
al cromosoma X

✓ La malattia è sempre trasmessa attraverso una femmina


eterozigote che appare fenotipicamente normale
✓ La femmina eterozigote trasmette il gene mutato a
metà della prole: statisticamente i figli maschi sono per
metà affetti e per metà normali; le femmine presentano
tutte un aspetto normale, ma sono per metà portatrici
✓ Le figlie di un maschio affetto sono tutte portatrici
✓ Gli individui affetti sono in prevalenza di sesso maschile
Principali malattie recessive legate all’X

MALATTIA Frequenza per 10.000 maschi

Daltonismo 800
Ritardo mentale X fragile 5
Distrofia muscolare di Duchenne 3
Emofilia A (difetto di coagulazione da deficit di fattore VIII) 2
Emofilia B (difetto di coagulazione da deficit di fattore IX) 0.3
Eccezioni ai rapporti attesi per eredità X-linked:

Es:

Inattivazione preferenziale (non casuale!) della X di origine


materna
(lyonizzazione sfavorevole)
Es: 70% X Ae 30% X a : condizione patologica

Eterozigoti estreme o eterozigoti manifeste


Eredità X- linked Dominante
Patologie molto rare poiché letali in emizigosi Es. Ipofosfatemia (rachitismo resistente alla vitamina D)
Criteri di trasmissione di una mutazione
dominante legata all’ X

• Segregazione verticale
• Maschi affetti non hanno figli maschi affetti
• Maschi affetti hanno tutte figlie femmine affette
• Il carattere segrega in media nel 50% dei dei figli e delle figlie
concepiti da una madre eterozigote
• Le femmine avranno una condizione patologica più lieve rispetto ai
maschi in quanto hanno un cromosoma X sano.

Esempio di malattia : Rachitismo resistente alla vitamina D (malattia nella quale i reni sono incapaci di riassorbire i
folati)
Principali malattie dominanti Legata all’X
CROMOSOMA Y

Le informazioni veicolate dal cromosoma Y sono per lo


piu’relative allo sviluppo dei caratteri sessualiprimari maschili e al
differanziamentodefinitivo del del fenotipo maschile. Le anomalie
del cromosoma Y comportano generalmente infertilita’ per questo
non segregano negli alberi genealogici.

Sul cromosoma Y sono stati identificati 250 geni dei quali ad


esclusione di quelli localizzati nelle regioni pseudoautosomiche,
sono circa 30 quelli non implicati nella determinazione genetica
del sesso maschile e non essenziali per la vita ,
Alcune malattie monogeniche presentano delle caratteristiche che violano le
classiche leggi di Mendel sulla trasmissione dei caratteri ereditari. Possiamo
distinguere tre principali gruppi di patologie non mendeliane (eredita’ non
mendeliana )

• Patologie legate a MUTAZIONE DEL DNA MITOCONDRIALE


• Patologie da IMPRINTING GENOMICO
• Patologie da ESPANSIONE DI TRIPLETTE (mutazione dinamiche)
EREDITA’ MITOCONDRIALE

99.9995 % genoma nucleare


contiene la stragrande maggioranza delle informazioni
è stato stimato contenere 20.000-25.000 geni

0,0005 % genoma mitocondriale


contiene i geni ribosomali e alcuni geni che producono mRNA
tradotti nel mitocondrio stesso (in totale 37)

I mitocondri sono presenti in centinaia di


copie nel citoplasma delle cellule dove
svolgono processi di fosforilazione ossidativa
per la produzione di ATP
DNA mitocondriale
➢ DNA circolare
➢ 16.569 bp NO INTRONI
➢ Contiene 37 geni
➢ 13 geni codificanti subunità proteiche dei complessi
della catena respiratoria o della fosforilazione
ossidativa
➢ 24 geni codificanti molecole necessarie alla sintesi di
tali subunità
➢2RNA ribosomiali
➢22 RNA transfer
molte delle molecole che garantiscono la funzione mitocondriale sono
codificate dal DNA nucleare. Quindi alcune patologie mitocondriali sono
dovute a mutazioni patogenetiche del DNA nucleare e, seguendo le leggi
di Mendel nella loro trasmissione, possono essere studiate e
diagnosticate come tutte le altre. In questi casi il mitocondrio non e’ altro
che una delle tante strutture della cellula che dipende dal nucleo per la
propria funzione.
La funzione “produzione di energia” puo’, quindi, venir compromessa per
due ragioni
1)MUTAZIONI DI GENI NUCLEARI
2)MUTAZIONE DI GENI MITOCONDRIALI
Differenze tra DNA mitrocondriale e nucleare
Caratteristiche dell’ereditarieta’ mitocondriale

• ETROPLASMIA
• SEGREGAZIONE CASUALE
• EFFETTO SOGLIA
• EREDITA’ MATERNA
MUTAZIONI MITOCONDRIALI

ETEROPLASMIA: coesistenza di DNA mutato e selvatico in una cellula

OMOPLASMIA; presenza di un solo tipo di mitocondri


ETEROPLASMIA

• La percentuale di mtDNA mutante


puo’ variare ad ogni divisione
cellulare per la SEGREGAZIONE
l CASUALE DEL DNA mitocondriale
nelle cellule figie.

• Le cellule possono quindi contenere


sia mitocondri wildtype che mutati in
differenti quantita’ relative (differenze
tra diversi tessuti)

• Ampio spettro di variabilita’


dell’espressione sia all’interno di una
famiglia che tra famiglie

• EFFETTO SOGLIA: il numero minimo


critico di molecule di mtDNA mutante
che deve essere presente perche’
una malattia si manifesti
EREDITA’ MATRILINEARE

LA TRASMISSIONE SEGUE QUESTO MODELLO SOLO QUANDO LA MADRE


PRESENTA OMOPLASMIA

In caso di un’etereoplasmia (es.: 70%) la madre può trasmetterla con gradi


diversi ai propri figli, di conseguenza nella stessa fratria potranno presentarsi
fenotipi molto gravi, addirittura letali, accanto a fenotipi molto lievi.
MALATTIE DA IMPRINTING

• CONCETTI BASE DELL’IMPRINTING

Stessa regione cromosomica che


• SINDROME DI PRADER –WILLI (PW)
puo’ pero’ essere suddivisa in due
distinte sottoregioni: la regione
(PW)che contiene piu’ geni ed
e’espressa dal cromosoma
paterno mentre sul cromosoma
materno e’ metilata e la regione
• SINDROME DI ANGELMAN (ANG) (ANG) che contiene il gene
UB3Aespressa dal cromosoma
materno e metilata su quello
paterno
Meccanismi patogenetici nella sindrome di
Prader-Willi e Angelman

• DELEZIONE

• DISOMIA UNIPARENTALE MATERNA

• MUTAZIONE NEL CENTRO DELL’IMPRINTING


CENTRI DELL’IMPRINTING

I cluster di geni imprinted sono regolati da una o piu’ regioni specifiche localizzate a breve
distanza che prendono il nome di centri dell’imprinting solitamente rappresentati da esoni
trascritti ma non tradotti appartenenti agli stessi geni imprinted

SRO: Shortest Region of deletion Overlap (indica il centro dell’imprinting)

AS-SRO: trascrizionalmente attivo sul cromosoma materno , inattiva in cis PWS-SRO


attraverso metilazione

PWS-SRO: trascrizionalmente attivo sul cromosoma paterno induce la trascrizione di


geni a valle e silenziamento mediante metilazione in cis di AS-SRO
Mutazioni dinamiche
Mutazioni determinate dall’ESPANSIONE di una sequenza trinucleotidiche
ripetuta all’interno di un gene (o anche nelle regioni di regolazione)
Normalmente tali sequenze sono stabili ma quando il numero di ripetizioni
oltrepassa un determinato valore(diverso da gene a gene) diventano
instabili e tendono ad aumentare di dimensione da generazione a
generazione Il grado di espansione correla con la precocita’ dell’insorgenza
e con la gravita’ della malattia (ANTICIPAZIONE)

Es: Corea di Hutington, distrofia miotonica (DM), sindrome di


Martin-Bell, ecc.
Anticipazione

• Severità della malattia aumenta da una


generazione alla successiva
• La malattia insorge prima da una
generazione alla successiva

50 anni

30 anni

10 anni
ESPANSIONE

• Appaiamenti sfalsati ,dovuti alla


presenza di sequenze ripetute
,possono portare durante la sintesi
del DNA allo slittamento del
filamento di DNA stampo sul
filamento in sintesi ( o viceversa) e
determinare quindi l’inserimento
ola delezione di single unita’
ripetute.

• Crossing over ineguale


MALATTIE DA ESPANSIONE DI
TRIPLETTE

• Modeste espansioni di triplette CAG (protein con dei tratti di POLIGLUTAMMINA)


all’interno della regione codificante . Solitamente patologie neurodegenerative
trasmesse come caratteri AUTOSOMICI DOMINANTI.

• Ampie espansioni (da alcune centinaia a migliaia di ripetizioni) di triplette in regioni non
codificanti del gene (promotore, introni, 5’ o 3’-UTR). Patologie con diversi modelli di
ereditarieta’ (AD,AR,XL)
DISTROFIA MIOTONICA DI STEINERT

• Malattia autosomica dominante multisistemica


• Miotonia, debolezza muscolare, disturbi cardiaci
• Causata dall' espansione di ripetizioni CTG nella regione 3’ UTR
del gene DMPK sul cromosoma 19q13.3
• Espressività variabile, anticipazione, penetranza incompleta

45
18

4
I CROMOSOMI
LO STUDIO DEI CROMOSOMI: CITOGENETICA

• 0.5% DEI NEONATI: MALATTIE


CROMOSOMICHE

• ANOMALIE CROMOSOMICHE IN CELLULE


SOMATICHE: TUMORI
COME E’ ORGANIZZATO IL DNA???

GLI ORDINI SUPERIORI DI AVVOLGIMENTO


DEL DNA: DALLA DOPPIA ELICA AI CROMOSOMI
COME SONO STRUTTURATI I
CROMOSOMI?

Qual è la loro costituzione e funzione?


• Cromatina: 60-65% proteine e 35-40% DNA.

• Gene: “unità informazionale”


LA CROMATINA
▪ sostanza che conferisce un
aspetto granulare al nucleo delle
cellule che non si dividono
▪ E’ DNA associato a molecole
proteiche, gli istoni, e a proteine
non istoniche; rappresenta il
complesso nucleoproteico da cui
originano i cromosomi.
▪ Eterocromatina
▪ Eucromatina
Prima che la cellula si divida, la cromatina si condensa e
forma delle strutture che si colorano:

I CROMOSOMI

Chromos: colore
Soma: corpo
I CROMOSOMI sono presenti in tutte le cellule nucleate e contengono DNA associato a proteine
.La struttura elementare del cromosoma è formata da unità definite NUCLEOSOMI

Ogni nucleosoma contiene 8

molecole di istoni (principali


proteine strutturali del
cromosoma), attorno alle quali si
avvolgono circa 200 copie di basi
di DNA

La famiglia degli istoni comprende le


proteine
H1, H2a, H2b, H3 e H4
eterocromatina
è formata da sequenze ripetute e inattive dal punto di vista trascrizionale, si colora con
maggiore intensita’
L’eterocromatina facoltativa corrisponde a specifiche regioni o anche ad interi cromosomi
che restano condensati solo in determinati tessuti o stadi di sviluppo.
Questo tipo d’inattivazione è stabilito precocemente durante lo sviluppo embrionale ed è poi
mantenuto nelle generazioni successive in cellule somatiche.

L'esempio del cromosoma X inattivo nelle femmine di mammifero e' il piu' conosciuto

L’eterocromatina costitutiva, invece, rappresenta un tipo strutturale di cromatina il cui


significato biologico non è ancora chiaro.
E’ presente in tutti gli eucarioti superiori, dagli animali alle piante, in percentuale variabile dal
20% al 80%.
E’ presente in tutte le fasi del ciclo cellulare e in tutti gli stadi dello sviluppo, sulle regioni
corrispondenti di entrambi i cromosomi omologhi
eucromatina
si colora in maniera meno intensa ed è formata da sequenze specifiche,
attive da un punto di vista trascrizionale
Nel cromosoma si distinguono:
IL TELOMERO E’ COSTITUIO DI
UNITA’ RIPERUTE IN TANDEM
DI 6BP TTAGGG

CENTROMERO: COSTRIZIONE
SECONDARIA A LIVELLO DELLA
QUALE I DUE CROMATIDI
FRATELLIU RESTANO UNITI
FUNZIONE DEI CENTROMERI
Sito di formazione del cinetocoro (struttura che lega
i microtubuli del fuso), regola i movimenti dei
cromosomi durante la divisione cellulare (mitosi e
meiosi)

FUNZIONE DEI TELOMERI


Protezione delle estremità dei cromosomi dalla
degradazione e dalla fusione coda-coda con altri
cromosomi
E’ stato recentemente dimostrato
che il ritardo mentale può essere
causato da riarrangiamenti
cromosomici subtelomerici non
evidenziabili mediante tecniche di
citogenetica classica ma mediante
tecniche di citogenetica
molecolare a causa delle loro
ridotte dimensioni.
Ogni specie ha un determinato numero di cromosomi e
caratteristiche morfologiche peculiari

I cromosomi sono classificati in ordine decrescente, dai più


grandi ai più piccoli, secondo uno schema standardizzato:

cariotipo
Analisi del Cariotipo
Quando i cromosomi diventano visibili al microscopio si
possono riconoscere:

Braccio corto (p)

Centromero: separa le due braccia cromosomiche.


E’ posizionato in modo caratteristico per ciascun cromosoma

Braccio lungo (q)


CLASSIFICAZIONE DEI
CROMOSOMI:
METACENTRICI:
1,3,16,19,20
ACROCENTRICI:
13,14,15,21, 22
SUBMETACENTRICI: gli
altri
Coppia di cromosomi non completamente omologhi:

Cromosomi sessuali

Cromosomi non sessuali : AUTOSOMI


LA CITOGENETICA

• I cromosomi sono visibili soltanto nelle cellule in attiva


divisione;
• Fino al 1970 la classificazione dei cromosomi si basava
eclusivamente sulla dimensione sulla posizione del
centromero;
• L’avvento di raffinate tecniche di bandeggio ha consentito
una classificazione e uno studio accurato dei cromosomi
Dalla citogenetica tradizionale
alla CGH-Array

• 1970: Bandeggio standard

• 1980: Bandeggio ad alta risoluzione

• 1990: Citogenetica molecolare


Fluorescence In Situ Hybridization (FISH)

• 2002: Array-CGH (aCGH)


Come si leggono le bande citogenetiche

Braccio corto = p

Braccio lungo = q

Banda 2

Sottobanda 2

Le bande prossimali sono quelle più vicine al centromero,


quelle distali sono quelle verso i telomeri
Una singola banda è composta da 5-10 Mb
La Citogenetica Classica

• Permette di
identificare
riarrangiamenti
cromosomici
coinvolgenti non
meno di 5 Mb.
Dalla citogenetica tradizionale
alla CGH-Array

• 1970: Bandeggio standard

• 1980: Bandeggio ad alta risoluzione

• 1990: Citogenetica molecolare


Fluorescence In Situ Hybridization (FISH)

• 2002: Array-CGH (aCGH)


La Citogenetica Molecolare
Abbina la possibilità di un’analisi del DNA,
propria delle tecniche di biologia
molecolare, con la struttura cromosomica il
cui studio è oggetto della citogenetica
classica.
La Citogenetica Molecolare

• Permette un’analisi
mirata di una
regione
cromosomica
consentendo di
mettere in evidenza
riarrangiamenti di
alcune centinaia di
chilobasi.
FISH
(Fluorescence in situ hybridization)
• FISH è una tecnica di ibridazione che permette, dopo
fissazione di metafasi su vetrino, di identificare
sequenze specifiche negli acidi nucleici. Tale
identificazione avviene mediante sonde marcate ,
impiegando fluorocromi che emettono a diverse
lunghezze d’onda.
marcatura denaturazione
della sonda della sonda

nucleotidi
biotinilati sonda
biotinilata

ibridazione

sonda ibridata al cromosomi denaturati


DNA cromosomico

visualizzazione
al microscopio
avidina cromosomi con sonda cromosomi con segnali fluorescenti
fluorescinata fluorescinata in corrispondenza del segmento di
DNA riconosciuto dalla sonda
Rappresentazione schematica dell’ibridazione in situ fluorescente (FISH).
FISH
(Fluorescence in situ Hybridization)
• Conferma diagnosi cliniche
(identificazione di delezioni causa di sindromi da geni contigui)
•Studio delle traslocazioni cromosoma specifiche(painting).
• Definizione più precisa dei punti di rottura
• Identificazione di riarrangiamenti criptici
(microdelezioni e/o microduplicazioni, riarrangiamenti subtelomerici).
•Analisi dell’assetto cromosomico sui nuclei in interfase
DALLA CITOGENETICA CLASSICA ALLA CITOGENETICA MOLECOLARE

Risoluzione FISH
mediante ?
bandeggio

~3-10Mb ~40-100kb

Visione d’ insieme Aumenta la risoluzione ,


dell ’ intero genoma , ma l’ analisi diventa
ma bassa risoluzione locus- specifica
TIPI DI SONDE
• Sequenze ripetute: (sonde centromeriche) che
riconoscono sequenze ripetute di DNA localizzate a livello
del centromero e consentono velocemente di definire il
numero dei cromosomi
• Sequenze uniche: consentono di riconoscere specifici
loci e percio’ di evidenziare delezioni o duplicazioni di
materiale cromosomico anche al di sotto della risoluzione
standard
• Sonde Telomeriche: Identificano le regioni
subtelomeriche

• Painting: cocktail di sonde cromosoma specifico,


consentono di ottenere la colorazione selettiva di un
specifico cromosoma
Painting cromosomico
Dalla citogenetica tradizionale
alla CGH-Array

• 1970: Bandeggio standard

• 1980: Bandeggio ad alta risoluzione

• 1990: Citogenetica molecolare


Fluorescence In Situ Hybridization (FISH)

• 2002: Array-CGH (aCGH)


Comparative Genomic Hybridization (CGH) Array

La CGH array è un metodo che sfrutta la tecnologia


microarray per analizzare l’intero genoma al fine di
variazioni nel numero di copie
individuare
tra due campioni marcati con diversi
fluorofori.(Perdita o guadagno di
materile genetico)
CGH ARRAY
CGH ARRAY
DNA Reference DNA Test -4 -2 -1 0 +1 +2 +4

Reference Test Cy5


DNA-Cy3 DNA-Cy5 Cy3

Red
Green

Amp
Del

Exp
Ref

CGH Analisi: log2 Ratio


Anomalie cromosomiche

• Quali e
cosa sono
• la loro
frequenza
Anomalie cromosomiche

• Bilanciate:
• nella maggioranza dei casi
non sono correlate ad un
fenotipo anomalo
• Sbilanciate:
• sono correlate ad un
fenotipo anomalo (
malformazioni e/o ritardo
mentale)
Quali sono le anomalie cromosomiche

Di numero
• trisomie
• monosomie
• triploidie
• tetraploidie
Di struttura
• traslocazioni
• inversioni
• delezioni
• duplicazioni
Frequenza delle anomalie cromosomiche
nelle cellule germinali

• Le anomalie cromosomiche sono normalmente


presenti in una percentuale di gameti maturi.

• Queste anomalie originano per nuova mutazione


nella gametogenesi di soggetti a corredo
cromosomico normale.
Anomalie cromosomiche negli spermatozoi

Circa il 10% degli spermatozoi di maschi fertili presenta


anomalie cromosomiche:

• 45% anomalie numeriche


• 55% anomalie strutturali
(prevalentemente rotture)
Anomalie cromosomiche negli ovociti

Circa il 25 % degli
ovociti presenta
anomalie
cromosomiche
(prevalentemente
aneuploidie)
Gravità delle anomalie
cromosomiche

• La gravità è correlata
al tipo di cromosoma e
alla quantità di geni
interessati
• Tanto più grave è lo
sbilanciamento
cromosomico tanto più
precoce sarà
l’interruzione di
gravidanza
FREQUENZA DELLE ANOMALIE
CROMOSOMICHE NEGLI ABORTI
SPONTANEI
su 8841 aborti spontanei del primo trimestre 3613
(40.87%) presentano anomalie cromosomiche

• trisomie autosomi 52%


• 45,X 19%
• poliploidie (triploidie 16% ) 22%
• riarrangiamenti strutturali 7%
ANOMALIE DI NUMERO: CAMBIAMENTO NEL
NUMERO DI CROMOSOMI SENZA ROTTURE
CROMOSOMICHE
POLIPLOIDIA
(cellule che contengono un numero di cromosomi UGUALE da un
multiplo esatto del corredo aploide)

• POLIPLOIDIA: la più comune è la TRIPLOIDIA dovuta a


fecondazione di un singolo ovulo da parte di due
spermatozoi (DISPERMIA) o dalla fecondazione che
coinvolge un gamete diploide anomalo.

• TETRAPLOIDIA: dovuta al non completamento della


prima divisione zigotica (duplicazione del DNA senza
divisione del citoplasma)
ANEUPLOIDIA
(cellule che contengono un numero di cromosomi diverso da un
multiplo esatto del corredo aploide)

• MONOMIE e TRISOMIE

CAUSE DI ANEUPLOIDIA:
• NON-DISGIUNZIONE: mancata saperazione
all’anafase dei cromosomi appaiati o dei cromatidi
fratelli

• RITARDO ANAFASICO: ritardata migrazione del


cromosoma durante l’anafase, conseguente perdita
del cromosoma. Mancata incorporazione di un
cromosoma nel nucleo di una delle cellule figlie.
La non disgiunzione

• Esistono fattori che


influenzano la non
disgiunzione ?
Non ben conosciuti
• Dove e quando
avviene la non
disgiunzione ?
Più frequentemente
nella I ° meiosi
materna
Malattie dovute ad aberrazioni
cromosomiche.

1. ANEUPLOIDIE (anomalie numeriche)

• Sindrome di Down
• Sindrome di Edwards
• Sindrome di Patau
• Sindrome di Turner
• Sindrome di Klinefelter
Trisomia 21, S. di Down
Frequenza 1:1400 nati vivi

Occhi inclinati verso l’alto Ipotiroidismo, ipotonia


iperlassità articolare
viso tondo e mento piccolo
ipotelorismo
macroglossia
brachidattilia
solco palmare trasverso
cardiopatie congenite
leucemia
ritardo mentale
m. Alzheimer
SINDROME DI DOWN O TRISOMIA 21
La SD si associa sovente a complicanze malformative
che richiedono interventi chirurgici rilevanti nel
corso dei primi anni di vita:
• il 50% presenta malformazioni cardiache,
• il 30% stenosi duodenale,
• l’1% atresia esofagea,
• il 2% malformazioni anorettali.
• La chirurgia oftalmica è richiesta nel 12% dei casi
per problemi di cataratta.

Oltre alle malformazioni congenite descritte, il


soggetto con SD ha la tendenza a sviluppare patologie
secondarie per deficit nel sistema immunitario con
particolare predisposizione ad infezioni batteriche;
nell’1% poi dei casi compare leucemia
acuta. Nel corso della vita il soggetto Down tende
anche a sviluppare ipotiroidismo e diabete mellito.
Sindrome di Down.

TIPO DI ALTERAZIONE FREQUENZA


LIBERA 47, +21 93 - 96%
MOSAICISMO 47, +21/46 2 - 4%
TRASLOCAZIONI t(14;21) 2%
ROBERTSONIANE
t(21;21) 3%
t(13;21) 3%
t(15;21) 2%
t(21;22) 1%
ALTRE < 1%
TRASLOCAZIONI
DUPLICAZIONI << 1%
INTERSTIZIALI
La percentuale di bambini Down con Trisomia 21
libera aumenta progressivamente con l'aumentare
dell'età materna al parto. In proporzione diminuisce
la percentuale di bambini Down da traslocazione.

ETÀ MATERNA INCIDENZA

inferiore a 30anni 1 su 1500


30-34 anni 1 su 580
35-39 anni 1 su 280
40-44 anni 1 su 70
oltre 45 anni 1 su 38
TRISOMIA 18( Sindrome di Edwards)
Frequenza1/7000

Giunge a termine solo il 5% dei concepimenti


Di questi 50% muore nel primo mese, solo 10% arriva ad 1 anno di vita

Segni Caratteristici:
• Microcefalia
• Parte posteriore del
cranio prominente
• Orecchie piccole e
deformi
• Ciclopia
• Palato e labbra piccole
sovente
labiopalatoschisi
• Dita di mani e piedi
sovranumerarie o fuse
TRISOMIA 13( Sindrome di Patau)
Frequenza1/10.000

Giunge a termine solo il 3% dei concepimenti


Di questi l’80% muore nel primo mese
Naso largo, punta ingrossata
Dita flesse e sovrapposte
Calcagno prominente
Orecchie a impianto basso
SINDROME DI TURNER (45,X)
1:5000 femmine

• Solo l’1% delle gravidanze giunge a


termine
• Errore nella spermatogenesi (lag
anafasico) nell’ 80% dei casi e non
correla con l’età dei genitori
• Caratteristiche principali:
– pterigio del collo (collo corto “a tenda”)
– bassa statura
– amenorrea primaria
– talvolta sono presenti anche cardiopatia,
ipertensione e anomalie renali.
S. Klinefelter (47,XXY)
1:1000 maschi

• Fenotipo maschile
• Caratteristiche principali:
– Statura alta
– Ipogonadismo, bassi livelli di testosterone, mancata
produzione di spermatozoi (azoospermia) e quindi
sterilità
– Sia l’intelligenza sia l’attesa di vita sono quasi normali
Sindrome di Klinefelter.

• ginecomastia
• sproporzione degli
arti
• ipogonadismo
• problemi di
comportamento
Sindrome XYY
• Frequenza: 1/1000 nati
• Clinica
–Altezza superiore alla media
–Solo raramente infertilità
–Sviluppo psichico normale
• In genere riscontro casuale
Sindrome XXX
• Frequenza: 1/1000 neonate
• Clinica
–A volte alterazioni del ciclo mestruale
–Menopausa precoce
–In genere riscontro casuale
Quali sono le anomalie cromosomiche

Di numero
• trisomie
• monosomie
• triploidie
• tetraploidie
Di struttura
• traslocazioni
• inversioni
• delezioni
• duplicazioni
ANOMALIE CROMOSOMICHE
STRUTTURALI: RISULTATO DI ROTTURE
CROMOSOMICHE

• Se un cromosoma di rompe in un unico punto, le


sue estremità del punto di rottura vengono riunite
da un enzima di riparazione

• Rotture in più punti: gli enzimi di riparazione


hanno difficoltà a riconoscere le diverse estremità
danneggiate ed è possibile che si verifichino le
aberrazioni cromosomiche strutturali
I principali tipi di
anomalie di
struttura dei
cromosomi

Conseguenze fenotipiche:
per le delezioni e le duplicazioni dipendono
dalla quantità di geni coinvolti, per le
inversioni e traslocazioni dipendono dalla
integrità o meno di geni importanti
R.Lewis, ‘Genetica umana’, editore Piccin
DELEZIONI TERMINALI E
INTERSTIZIALI

Delezione
terminale

Delezione
Interstiziale

• Origina da crossing-over
ineguale che coinvolge
sequenze di dna appaiate
in maniera non corretta
SINDROMI DA MICRODELEZIONI
“SINDROMI DA GENI CONTIGUI”

• SINDROME DI WILLIAMS (7Q11.23)

• SINDROME DIGEORGE/VELO-CARDIO-FACCIALE(22Q11.2)
SINDROME DI WILLIAMS (7Q11.23)
1:10000 nati vivi

▪ faccia
caratteristica
▪ ritardo di crescita
▪ problemi cardiaci
▪ problemi
psicologici
SINDROME DI WILLIAMS (7Q11.23)

 Le prime descrizioni della Sindrome di Williams (SM)


risalgono a due cardiologi: Williams et al. (1961) e
Beuren et al. (1962)
 Ipercalcemia idiopatica infantile (1950)
 Incidenza della SW: circa 1/10.000 nati
 Caratteristiche principali:
▪ Facies caratteristica (100%)
▪ Cardiopatia congenita (80%)
▪ Ernie (40%)
▪ Ipercalcemia idiopatica (41%)
▪ Ritardo mentale (97%)
 Sindrome multisistemica:
▪ Effetto additivo di più geni

 Ewart et al. (1996): microdelezione 7q11.23 Williams JC, et al. Circulation 1961; 24: 1311-1318
Beuren AJ, et al. Circulation 1962; 26: 1235-1240
Ewart AK, et al. Nat Genet.1993; 5: 11-16
SINDROME DIGEORGE/VELO-CARDIO-FACCIALE(22Q11.2)

Microdelezione cromosomica 22q11.2


INVERSIONI
• Originano da due rotture sulle braccia cromosomiche, seguite da una
rotazione di 1800 del segmento compreso tra i due punti di rottura e dalla
rintegrazione sul cromosoma del segmento che ha subito il riarrangiamento
INVERSIONE PERICENTRICA

i portatori di
INVERSIONI
PERICENTRICHE
producono 3 tipi di
gameti:

✓ sbilanciati
✓ normali
✓ portatori
dell’inversione

R.Lewis, ‘Genetica umana’, editore Piccin


INVERSIONE PARACENTRICA

i portatori di
INVERSIONI
PARACENTRICHE
producono 3 tipi di gameti:

✓ sbilanciati e instabili
✓ normali
✓ portatori dell’inversione

R.Lewis, ‘Genetica umana’, editore Piccin


Due rotture sullo stesso
cromosoma possono
originare cromosomi
con:

✓ Delezione
interstiziale

✓ Inversione
(paracentrica o
pericentrica)

✓Ad anello

Strachan e Read, ‘Genetica molecolare umana’, editore Zanichelli


Cromosoma ad anello
Origina dalla rottura di entrambe le braccia di un cromosoma. I segmenti
distali al punto di rottura si perdono e le due estremità appiccicose del
cromosoma rotto si saldano in una struttura anulare. Gli anelli con centromero
possono essere trasmessi , quelli privi di centromero si perdono alla prima
divisione cellulare
DUPLICAZIONI
• Consiste nella presenza di un extra-copia di un segmento di cromosoma
TRASLOCAZIONI

Anomalia di struttura che consiste nel trasferimento di


segmenti di cromosoma tra cromosomi diversi. Origina dalla
rottura dei cromosomi che vengono riparati in maniera
anomala oppure dalla ricombinazione accidentale tra
cromosomi non omologhi durante la meiosi. Solitamente
questo riarrangiamento non comporta perdita di materiale
cromosomico e perciò viene definito BILANCIATO
TRASLOCAZIONE RECIPROCA
Cromosomi NON omologhi vanno incontro a rottura
e riunione e si scambiano un segmento cromosomico
TRASLOCAZIONE ROBERTSONIANA
• Le traslocazioni robertsoniane sono il più frequente
riarrangiamento (1su 1000 nella popolazione)

• Origina dalla fusione di due cromosomi acrocentrici in


precedenza rotti a livello del centromero o in sua
prossimita’.

• I cromosomi che derivano sono un dicentrico stabile e un


acentrico che porta alle estremità i satelliti dei due
acrocentrici e si perde alla prima divisione della cellula

• I portatori hanno un cariotipo caratterizzato soltanto da 45


cromosomi
TRASLOCAZIONE ROBERTSONIANA

Fusione centrica tra due cromosomi acrocentrici che danno


così origine ad un cromosoma metacentrico (quando i due
cromosomi che si fondono hanno uguali dimensioni) o
submetacentrico (i due cromosomi che si fondono hanno
dimensioni diverse). Il cromosoma che si viene a originare
in tal modo è indicato con la sigla der (= derivato)
1

1 1 2 2 1 2 2
1 Portatore di traslocazione
robertsoniana bilanciata –
Produce 6 tipi di gameti:
2 bilanciati e 4 sbilanciati

1 2 2

gameti bilanciati gameti sbilanciati


gameti bilanciati gameti sbilanciati

Gameti sbilanciati fecondati da gameti normali


produrranno zigoti monosomici o trisomici

Cromosoma 1
+

zigote trisomico per


Cromosoma 2 il cromosoma 2
TRASLOCAZIONE ROBERTSONIANA
BILANCIATA 14/21
Le patologie genetiche si trasmettono
con diversi meccanismi

• Malattie ad eredità Mendeliana

• Malattie ad eredità complessa


Malattie complesse o
multifattoriali

Petologie croniche, con frequenze elevate nella popolazione,che sebbene


mostrino un’evidente aggregazione familiare non sono riconducibili
chiaramente a modelli di trasmissine mendeliana

L’espressione dei caratteri complessi puo’ dipendere da piu’ loci


,ciascuno con un peso sul fenotipo e dal contributo dell’ambiente
Siamo molto simili ma molto
diversi…
✓ Il DNA è l’elemento distintivo e
caratterizzante di tutti gli individui

✓Ci rende unici


Variabilità dovuta in larga misura a
tre principali classi di variazioni
genetiche

Polimorfismi di lunghezza (STR) Polimorfismi di sequenza (SNP)


ATTC ATTC AACGTTCG A TTGCAAGC
TTGCAAGC T AACGTTCG
ATTC ATTC ATTC
AACGTTC C TTGCAAGC
ATTC ATTC ATTC ATTC TTGCAAG G AACGTTCG

Copy Number Variation (CNV)

A B C

A A A B C
Dalle Mendeliane alle complesse

Mendeliane Complesse

• Malattie Rare • Malattie frequenti

• Singoli geni (Major • Molte varianti comuni in


più loci . Bassa penetranza
Loci)
• Grande variabilità tra la
popolazione
• Mutazioni: alleli rari
• Malattie con grande
eterogeneità fenotipica
MALATTIE COMPLESSE O MULTIFATTORIALI
Originano dall’interazione tra più fattori genetici predisponenti
e fattori ambientali

- molto più frequenti delle malattie


mendeliane monogeniche
- rappresentano una delle maggiori
cause di morbilità cronica e di
mortalità nella popolazione generale

importanza dello studio dei fattori


genetici predisponenti per:

-migliore conoscenza dei meccanismi


patogenetici coinvolti
-migliori approcci terapeutici
MALATTIE COMPLESSE

Soltanto gli individui geneticamente predisposti


sviluppano la malattia ma SOLAMENTE se esposti a
fattori ambientali scatenanti

Chi eredita geni di suscettibilita’ ad una data


malattia non eredita la certezza di ammalarsi ,
ma un RISCHIO MAGGIORE rispetto alla
popolazione generale di svilupparla.
STORICAMENTE , come è iniziato l’approccio allo
studio dei caratteri complessi:

Il modello a soglia
Studi epidemiologici sulla familiarità
Studi sui gemelli
Localizzazione e identificazione dei geni di suscettibilita’.
IDENTIFICAZIONE DEI GENI DI SUSCETTIBILITA’ ALLE MALATTIE
COMPLESSE

ANALISI DI LINKAGE: e’ basata sullo studio di segregazione di di marcatori


polimorfici nell’ambito di famiglie con persone che presentanoil carattere

• PARAMETRICO:quando si conoscono i parametri da utilizzare nel calcolo


matematico:penetranza,modalita’ di trasmissione, frequenza genica

• NON PARAMETRICO: quando il metodo valuta solo gli affetti all’interno di una
famiglia,senza considerare la modalita’ di trasmissione e le frequenze
geniche.

STUDI DI ASSOCIAZIONE: si confrontano le frequenze di polimorfismi in


campioni di soggetti che presentano il carattere in studio con quelle di un
gruppo di controllo (soggetti che non presentano il carattere presi a caso
dalla popolazione generale)
GENETICA DEL CANCRO

International Facts on Cancer


Possibili meccanismi
• mutazioni che aumentano la proliferazione cellulare:
popolazione espansa di cellule in cui può verificarsi la
successiva mutazione

• mutazioni che diminuiscono la stabilità del genoma:


aumento del tasso di mutazione complessivo

• Epigenetica

• Micro e macro ambiente


Malattia Multifattoriale
Cancer
A Disease of the Genome

Challenge in Treating Cancer:


➢ Every tumor is different
➢ Every cancer patient is different
Unique tumor principle: each tumor is unique

Each tumor possesses its own unique characteristics in


terms of molecular make-up, tumor microenvironment
and interaction within and between neoplastic and host
cells.
Cancer
A Disease of the Genome

Challenge in Treating Cancer:


➢ Every tumor is different
➢ Every cancer patient is different
"Humans are more different than we would have ever thought”…..

- More than 4.1 million DNA variants;


- 44% of genes were heterozygous for one or more
variants;
- About 70 different mutations transmitted by
parents
Goals of
Cancer Genome Research

➢Identify changes in the genomes of


tumors that drive cancer progression

➢Identify new targets for therapy

➢Select drugs based on the genomics of


the tumor
Geni buoni e Geni cattivi

• Oncogeni
– Geni che promuovono la crescita cellulare
– Mutazioni possono conferire un guadagno di funzione che li rende
eccessivamente attivi
– Il gene wild type è chiamato proto-oncogene
• Oncosoppressori
– Inibiscono gli eventi cellulari che portano alla tumorigenesi
(progressione del ciclo cellulare, blocco apoptotico, instabilità
cromosomica, velocità di replicazione)
– Tutti e due gli alleli devono essere inattivati

• Geni della riparazione del DNA


ONCOGENI
I proto-oncogeni codificano per proteine
coinvolte nel controllo della crescita
cellulare Mutazioni in questi geni
determinano la loro attivazione costitutiva
(gain of function).

Una mutazione in una sola copia del gene


è sufficiente a conferire un vantaggio
proliferativo

EFFETTO DOMINANTE
(a livello cellulare)
FUNZIONE DEGLI ONCOGENI

➢Fattori di crescita

➢Recettori di fattori di
crescita

➢Trasduttori del segnale

➢Proteine nucleari/ fattori di


trascrizione
✓ L’attivazione di un proto-oncogene può essere
quantitativa e/o qualitativa

✓Le modalità di attivazione sono:


1. amplificazione,
2. traslocazioni cromosomiche che creano geni
chimerici, es. cromosoma Philadelphia
3. mutazioni puntiformi, es Ras (attivazione
costitutiva per perdita di attività
GTPasica)
1. ATTIVAZIONE DI PROTO-ONCOGENI DA
AMPLIFICAZIONE

Alcune cellule cancerose contengono molte copie di un oncogene


strutturalmente normale.

In tutti i casi il risultato è un aumento dell’espressione genica


2.TRASLOCAZIONI CROMOSOMICHE

Il cromosoma Philadelphia
è il risultato di una
traslocazione reciproca:
si ha la formazione di un
gene ibrido BCR/ ABL

ABL svolge un ruolo


importante nella crescita
delle cellule normali
Il nuovo gene di fusione
produce una proteina
anomala
3.MUTAZIONI PUNTIFORMI E ONCOGENI

La famiglia dei geni RAS codifica


per proteine coinvolte nella
trasduzione del segnale. Il
segnale di un recettore porta il
GTP a legare RAS e GTP-RAS
trasmette il segnale all’interno
della cellula. RAS ha un’attività
GTPasica, GTP-RAS è
rapidamente convertito nella
forma inattiva GDP-RAS.
Mutazioni puntiformi nei geni
RAS sono frequentemente
trovate nelle cellule di molti tipi
tumorali.Queste portano ad una
diminuzione dell’attività
GTPasica e conseguentemente
ad una eccessiva risposta
cellulare al segnale del fattore
di crescita.
ONCOSOPPRESSORI

I geni oncosoppressori codificano per proteine coinvolte nel controllo della


divisione e proliferazione cellulare.
Le mutazioni riducono l’attività dei prodotti genici (loss of function)

Al contrario degli oncogeni una


singola mutazione non è
sufficiente allo sviluppo del
tumore , occorre una seconda
alterazione a carico dell’altro
allele

EFFETTO RECESSIVO (a livello cellulare)


ONCOSOPPRESSORI

Si dividono in due categorie:

Gatekeepers geni che regolano la proliferazione cellulare (es.


RB e p53) .

Caretakers geni coinvolti nel mantenimento dell’integrità


genomica (es geni MMR, BRCA1 e BRCA2).
ONCOSOPPRESSORI

Gli oncosoppressori sono stati scoperti attraverso


tre distinti approcci:

•Clonaggio posizionale di geni che causano


tumori familiari

•Definizione delle regioni cromosomiche


comunemente delete nelle cellule tumorali

•Analisi mutazionale di geni coinvolti nella


regolazione del ciclo cellulare.

Il retinoblastoma è stato il tumore d’elezione per


definire i metodi della ricerca di geni
oncosoppressori
RETINOBLASTOMA

Il retinoblastoma è un raro tumore della retina. Il 60% dei casi


sono sporadici e unilaterali; l’altro 40% è ereditato come tratto
autosomico dominante a penetranza incompleta mappato in
13q14. Nei casi familiari il tumore bilaterale è comune.
IPOTESI DI KNUDSON
Nel 1971 il Dr. Knudson pubblicò su Proc. Natl. Acad. Sci. USA 68-4: 820-823 l’ipotesi dei
“due colpi” in cui applicò un’analisi statistica comparando pazienti con le forme ereditarie e
non ereditarie di Retinoblastoma, un raro tumore degli occhi

Affinchè il tumore si manifesti sono necessarie DUE successive


mutazioni in un gene oncosoppressore.

Nei tumori ereditari una


mutazione è germinale
mentre l’altra avviene nelle
cellule somatiche in un
secondo momento.
Tumou
r

In quelli sporadici entrambe


sono somatiche.
All cancer is genetic,
not all cancer is
hereditary.
Sindromi tumorali eredo
familiari
I. The Major Cancer Predisposition Syndromes
A. Hereditary breast and ovarian cancer syndromes BRCA1, BRCA2
B. Familial adenomatous polyposis APC
C. Hereditary nonpolyposis colon cancer syndrome MSH2, MLH1, MSH6
D. Hereditary prostate cancer Multiple loci
E. Multiple endocrine neoplasias (I, II) MEN1, RET
F. Hereditary melanoma syndromes CDKN2p16, CDK4
G. Familial retinoblastoma RB1
H. Neurofibromatosis I, II NF1, NF2
E. Li-Fraumeni p53
A hereditary breast cancer family
described by Paul Broca in 1866

Red circles denote women diagnosed with breast cancer, blue is liver cancer, orange gastric cancer, and
green endometrial cancer. Pedigree drawn with CaGene6

Euhus DM and Robinson L. Surg Clin North Am, 2013


All breast cancer
patients
5-10% All ovarian
cancer patients
23%

90-95%
77%

Familial breast cancer Sporadic ovarian cancer

Toss et al.,Biomed Res Int 2015


BREAST CANCER SUSCEPTIBILITY

Foulkes WD, N Engl J Med 2008


ALLELI AD ALTA PENETRANZA

Type Inactivating mutations in cancer-related genes

Discovery Linkage analyses

Relative risk 2-10

Frequency Rare (≤0,001)

Clinical YES
relevance
Breast Cancer Genes

1990
Breast Cancer Genes
• BRCA1 cromosoma 17
• Descritto nel 1990 e clonato nel
1994

• BRCA2 cromosoma 13
• Clonato nel 1994

✓Il 15-20% dei casi familiari hanno mutazioni nei geni BRCA1 (17q21) e
BRCA2 (13q12):
• i loro prodotti sono coinvolti in processi di DNA repair, ricombinazione,
controllo del ciclo cellulare e trascrizione
• sono geni oncosoppressori
• hanno modalità di trasmissione autosomica-dominante, con
penetranza del 70-80%
BRCA1 - BRCA2
COME RICONOSCERE UNA FORMA
EREDITARIA DI TUMORE ALLA
MAMMELLA????

Il tumore mammario su base ereditaria presenta le


seguenti caratteristiche cliniche:
a) Incidenza notevolmente più elevata rispetto all’attesa nello
stesso nucleo familiare
b) età di insorgenza assai più giovane rispetto ai casi sporadici;
c) maggiore frequenza di neoplasia bilaterale, cioè, in entrambe le
mammelle ;
d) casi in famiglia di tumori della mammella maschili;
e) associazione tra Tumori della mammella e dell’ovaio
1996: Myriad Developed the First Molecular
Diagnostic Test for Breast Cancer

By 1996, the first molecular test for


hereditary breast and ovarian cancer
was introduced by Myriad Genetics.
This test was initially performed on a
blood sample and consisted of
sequencing the BRCA1 and 2
genes.
Next Generation Sequencing for
Hereditary Breast Cancer Genes
Adding 8 genes to standard BRCA1- and BRCA2-testing
increased the mutation detection rate by one-third.
Next Generation Sequencing for
Hereditary Cancer Genes
ION TORRENT (PGM)

• Analisi simultanea di BRCA1 e BRCA2


• 8 pazienti in un chip
• Tempi di risposta più rapidi
PUNTI CRITICI TEST (BRCA1- BRCA2)

• Valutazione del rischio individuale

• Interpretazione delle varianti a significato clinico non definito (VUS)

• Test Negativo
Cumulative risks of breast ( ) and ovarian cancer ( )
in BRCA1 and BRCA2 mutation carriers*

*8139 index case patients from 22 studies


Antoniou et al., Am J Hum Genet 2003
PUNTI CRITICI TEST (BRCA1- BRCA2)

• Valutazione del rischio individuale

• Interpretazione delle varianti a significato clinico non definito (VUS)

• Test Negativo
PUNTI CRITICI TEST (BRCA1- BRCA2)

• Valutazione del rischio individuale

• Interpretazione delle varianti a significato clinico non definito (VUS)

• Test Negativo
ALLELI A MODERATA PENETRANZA

Type Inactivating mutations in candidate cancer-related


genes
Discovery Locus-specific re-sequencing

Relative risk 2-4

Estimated Rare (0,001-0,004)


frequency
Clinical relevance Questioned

Critical issues
• Risk estimates uncertain
• Mutations in a single gene account for
a very small proportion of at-risk
families
ALLELI A BASSA PENETRANZA

Type Variants detected in the population as common SNPs


Discovery Case-control association studies (mostly GWAS)
Relative risk 1.1 – 1.5
Frequency Common (≥0,05)
Clinical relevance NO (or not yet…)
Large-scale genotyping identifies 41 new loci
associated with breast cancer risk
Michailidou K et al. Nat Genet. 2013

*45290 cases and


41880 controls
We identified SNPs at 41 new breast cancer susceptibility loci at genome-wide
significance (P < 5 × 10−8). Further analyses suggest that more than 1,000
additional loci are involved in breast cancer susceptibility.
GENETICA DEL TUMORE
DEL COLON-RETTO
Il TUMORE DEL COLON-RETTO

• 50.000 nuovi casi diagnosticati in Italia nel 2011


• Seconda causa di morte oncologica in entrambi i sessi con 20.000 decessi nel
2011

Nuovi casi diagnosticati nel 2011 Causa di morte oncologica 2011


Fattori di rischio

Ambientale Predisponente
-Età > a 50 anni,
-Colite ulcerosa
- Dieta ricca di grassi e
- Morbo di Crohn
proteine, povera di fibre e
- Precedente patologia
micronutrienti,
neoplastica maligna
- Obesità- Fumo/alcool
- Polipi adenomatosi
FATTORI EREDITARI E SINDROMI
Due Forme principali di FAP(<0.1-1.0%)
tumore al colonretto
ereditario:
1. Poliposi Adenomatosa
Familiare (FAP) HNPCC (2-10%)
2. Cancro Colorettale
Non Poliposico
Ereditario (HNPCC-
Sindrome di Lynch)

Molti tumori del colon retto


sono “Familiari”
oppure sono di tipo
“Sporadico”
Tumore Familare
(>10-20%)
Tumore Sporadico
EPIDEMIOLOGIA

La familiarità è uno dei principali fattori di rischio


Il TUMORE DEL COLON-RETTO

modificato da Jasperson k.W. et al, Gastroenterology 2010


1.POLIPOSI ADENOMATOSA DEL COLON (FAP)

La FAP è caratterizzata più di 100/1000 polipi.


Si sviluppano in senso distale-prossimale,
interessano prima il retto-sigma e poi le altre
sezioni del colon. Si tratta di una condizione
precancerosa che porta allo sviluppo di
carcinoma entro i 43 anni.
1.POLIPOSI ADENOMATOSA DEL COLON (FAP)

La frequenza di FAP è di circa 1 caso su 8000-10000 nati. I


carcinomi colorettali insorti in pazienti con FAP rappresentano
lo 0.1-1.0% di tutti i tumori colorettali

La diagnosi di FAP è relativamente semplice: l'intero


grosso intestino presenta numerose formazioni
polipose (di regola non meno di 100)
Più difficile è interpretare quei casi, per altro rari,
in cui si osservano da 100 a 50 polipi, a volte anche
meno. Per questi casi si parla di "Poliposi Attenuata"
(AFAP).
1.POLIPOSI ADENOMATOSA DEL COLON (FAP)

Il gene responsabile è Trasmissione autosomica


APC (5q21) dominante (penetranza
90%)
ONCOSOPRESSORE

Tumore= entrambi gli alleli devono essere


mutati.
Chi eredita il gene mutato va incontro a
mutazioni con perdita di funzione nelle cellule
epiteliali del colon che portano alla formazione
di adenomi
FUNZIONI DI APC

▪Trasduzione del segnale , mediante fosforilazione e


degradazione della beta-catenina
▪Mediazione nella adesione intercellulare
▪Stabilizzazione del citoscheletro (e’ aspressa nei microtuboli
che trainano i cromosomi ai poli opposti durante la divisine
cellulare
▪Possibile regolazione del ciclo cellulare e apoptosi
1.POLIPOSI ADENOMATOSA DEL COLON (FAP)

✓Il 95% dei Pazienti FAP


presentano mutazioni germinali del
gene APC di tipo 'troncante‘

✓Nel 20-30% dei Pazienti FAP


due siti hot spots sono presenti nei
codoni 1061 and 1309
Il test genetico consiste
nell’analisi del gene APC
CORRELAZIONE GENOTIPO –FENOTIPO
TRA IL GENE APC & FAP

La “FAP classica”( insorgenza precoce con 100-1000 polipi)


è associata con mutazioni nella regione centrale del gene
La FAP atipica”AAPC” (con <100 polipi) è associata con mutazioni negli estremi
5’ed del 3’del gene APC
• Modello di evoluzione della FAP

Istologicamente : il tumore si sviluppa quale risultato di una


trasformazione del normale epitelio del colon in un polipo adenomatoso
ed infine in un tumore invasivo

Geneticamente:la progressione multifasica richiede anni ed è


accompagnata da una serie di alterazioni genetiche a carico di geni
oncosoppressori e di protooncogeni
2.CANCRO COLORETTALE EREDITARIO NON
POLIPOSICO (HNPCC-Sindrome di Lynch)

✓E’ la più comune forma di cancro ereditario

✓Trasmissione autosomica dominante

✓E’ una sindrome caratterizzata da


predisposizione allo sviluppo di tumore
colorettale (penetranza 70-90%) in assenza di
poliposi diffusa e in età più precoce rispetto
alla popolazione generale.

✓Possono comparire anche altri tumori, in


particolare di utero, stomaco, vie biliari e vie
urinarie.

✓La diagnosi di HNPCC è complessa perché


mancano le caratteristiche fenotipiche che
permettano di distinguere tali neoplasie dai
più comuni carcinomi al coloretto sporadici.
2.CANCRO COLORETTALE EREDITARIO NON
POLIPOSICO (HNPCC-Sindrome di Lynch)

Mutazioni dei MMR riscontrate nel 70% delle famiglie HNPCC

▪MLH1 è responsabile del 50% dei casi


▪MSH2 è responsabile del 40% dei casi
▪MSH6 è responsabile del 10% dei casi
▪Gli altri geni contribuiscono in maniera trascurabile

Il test genetico consiste nell’analisi


dei geni MLH1, MSH2, MSH6

Dopo aver accertato la presenza di


INSTABILITÀ DEI MICROSATELLITI
INSTABILITA’ DEI MICROSATELLI

Prima di avviare al test genetico è necessaria l’analisi


preliminare di instabilità dei microsatelliti ed immuno-
istochimica delle proteine MLH1, MSH2 e MSH6 su tessuto
tumorale (criteri di Bethesda rivisti in: J Natl Cancer Inst
2004; 96: 261-268)
2.CANCRO COLORETTALE EREDITARIO NON
POLIPOSICO (HNPCC-Sindrome di Lynch)

MSH2 (2p21)
MLH1 (3p22.3)

MSH6 (2p16.3)
FUNZIONE DEI GENI MMR

Sono coinvolti nella


riparazione post-
replicativa degli errori di
appaiamento.
Recentemente sono stati
implicati nella riparazione
della rottura a doppio
filamento e nella
ricombinazione.
Alcuni componenti sono
coinvolti nella regolazione
del ciclo cellulare in
risposta al danno cellulare.
2.CANCRO COLORETTALE EREDITARIO NON
POLIPOSICO (HNPCC-Sindrome di Lynch)
▪I tumori si manifestano
▪E’ la più comune forma di
prevalentemente nel colon destro
cancro ereditario
(70% prossimali alla flessura
splenica)
▪Non è presente poliposi
▪Eccesso di tumori sia sincroni che
▪L’ereditarietà è di tipo
metacroni
autosomico dominante
▪Eccesso di tumori extracolici:
▪I geni predisponenti
endometrio, ovario, stomaco, piccolo
codificano per proteine del
intestino, pancreas.
Mismatch repair (MLH1,
MSH2, MSH6, PMS1, PMS2)
▪I tumori sono poco differenziati,
dall’aspetto mucinoso e presentano
▪I tumori presentano
infiltrazioni linfocitarie.
instabilità dei microsatelliti
▪La carcinogenesi, al contrario della
FAP, appare accelerata.
CRITERI DI AMSTERDAM
▪Almeno tre parenti con carcinoma del colon-retto documentato
istologicamente

▪Almeno due generazioni successive affette, in uno degli individui affetti,


diagnosi posta prima dei 50 anni di età.

A questi criteri si aggiungono altre caratteristiche che consentono di


rafforzare il sospetto:

▪Prevalente localizzazione del tumore nel colon destro (ceco, ascendente,


traverso e flessure) e tendenza allo sviluppo di più di un tumore
colorettale (tumori sincroni e metacroni)

▪Frequente associazione (nello stesso paziente o in altri membri della


famiglia) di carcinomi dell'endometrio, dello stomaco, dell'apparato
urogenitale (specie uretere) e dell'ovaio.
Che cos’è il Counseling genetico?

E’ un processo
che ha l’obiettivo
di aiutare le persone
a comprendere meglio
le cause delle malattie
genetiche e come queste
possono manifestarsi.
Gestione dei Tumori Eredo-Familiari (counseling oncogenetico)

Oncologo preventivo
Genetista
Genetic counselor
Ginecologo Patologo
Oncologo medico Radiologo
Multi Psicologo
Oncologo molecolare
disciplinary Counselor
panel
Senologo Endoscopista
Chirurgo Generale Specialista fertilità e
procreazione in oncologia
Chirurgo plastico

➢Discussionecasi clinici e strategie preventive su misura


➢ Revisione delle linee guida e sindromi

➢ Revisione letteratura ➢ Meeting di esperti


IL PROCESSO DEL COUNSELING ONCOGENETICO
revisione della storia personale e familiare attraverso il
questionario di familiarità dedicato – costruzione del pedigree

valutazione del rischio e della probabilità di mutazione


attraverso modelli statistici (BRCAPRO)

counseling pre-test Counselor/


Psicologo

consenso informato e test genetico se indicato

Couns./Psic.
counseling post-test
pianificazione
familiare offerta di counseling
e test ai parenti
opzioni per la riduzione del rischio se indicato

Modif. stile vita Farmacoprevenzione Chirurgia profilattica


Gestione dei Tumori Eredo-Familiari

VALUTAZIONE DEL RISCHIO

SORVEGLIANZA
CLINICO-STRUMENTALE

STRATEGIE DI RIDUZIONE DEL


RISCHIO (trattamento – prevenzione)

NUOVI ASPETTI e FIGURE PROFESSIONALI


(QoL, spec. fertilità e procreazione, genetic nurse,
counseling decisionale)
LA DIAGNOSI PRENATALE

La diagnosi prenatale
comprende una serie
di tecniche strumentali
e di laboratorio
finalizzate al
monitoraggio della
gravidanza, dal
concepimento al
momento
immediatamente
precedente il parto.
LA DIAGNOSI PRENATALE

• La principale indicazione
alla diagnosi prenatale è il
monitoraggio del
cariotipo fetale. In Italia
questa analisi riguarda
oltre il 98% delle diagnosi
prenatali che utilizzano
tecniche di laboratorio. Lo
studio del cariotipo ha
alcune precise indicazioni
e ha negli amniociti il
tessuto di elezione .
Ogni specie ha un determinato numero di cromosomi e
caratteristiche morfologiche peculiari

I cromosomi sono classificati in ordine decrescente, dai più


grandi ai più piccoli, secondo uno schema standardizzato:

cariotipo
Anomalie cromosomiche

• Bilanciate:
• nella maggioranza dei
casi non sono
correlate ad un
fenotipo anomalo
• Sbilanciate:
• sono correlate ad un
fenotipo anomalo
(malformazioni e/o
ritardo mentale)
Frequenza delle anomalie
cromosomiche in diagnosi prenatale
Età
materna L. A. CVS

35a 0.76 % 0.78 %


40a 2.50 % 3.40 %
45a 8.33 % 7.14 %
Gravità delle anomalie
cromosomiche

• La gravità è correlata al
tipo di cromosoma e alla
quantità di geni
interessati
• Tanto più grave è lo
sbilanciamento
cromosomico tanto più
precoce sarà
l’interruzione di
gravidanza
Indicazioni sulla diagnosi prenatale

• Età materna avanzata


• Non esiste un criterio per
definire l’età materna più
appropriata al monitoraggio
citogenetico della
gravidanza.
• La maggior parte degli
operatori ritiene appropriata
un’età uguale o superiore
ai 35 anni (RR DS =
1/380).
Indicazioni sulla diagnosi prenatale

• Precedente figlio con patologia cromosomica


Le coppie che hanno un figlio con sindrome di Down da
trisomia 21 libera de novo hanno un rischio dell’1% circa
di ricorrenza della sindrome. Nelle coppie attempate il
rischio è quello calcolato sull’età materna.
Indicazioni sulla diagnosi prenatale

- Genitori eterozigoti per anomalie bilanciate

I genitori eterozigoti per una traslocazione bilanciata


hanno un rischio di patologia fetale sbilanciata del 5-10%.
Tuttavia tale rischio varia ampiamente in rapporto al tipo
di riarrangiamento
Indicazioni sulla diagnosi prenatale

- Anamnesi familiare positiva per patologia


cromosomica

Quando nella famiglia di uno dei genitori è presente un


paziente con patologia cromosomica, di solito non è
indicata la diagnosi prenatale.
La coppia può venire tranquillizzata con l’analisi del
cariotipo sul sangue del genitore potenzialmente a
rischio. Se il risultato dell’analisi è negativo, in assenza di
altri fattori di rischio, l’amniocentesi non è necessaria.
Indicazioni sulla diagnosi prenatale

• Identificazione ecografica di patologia fetale o


della gravidanza

in presenza di difetti strutturali e/o dello sviluppo fetale o


alterazioni del volume del liquido amniotico.
In circa il 20% di queste gravidanze, soprattutto quando
sono presenti difetti associati, il feto è affetto da una
patologia cromosomica. Il riscontro di anomalie
ecografiche costituisce perciò un’indicazione al
monitoraggio del cariotipo fetale.
Indicazioni sulla diagnosi prenatale

- Anamnesi familiare positiva per difetti del tubo


neurale
- Anamnesi familiare positiva per malformazioni
congenite
• Malattie mendeliane
TECNICHE DI DIAGNOSI
PRENATALE INVASIVE

1. Invasive
2. Non invasive
1.Tecniche di diagnosi prenatale NON INVASIVE
ECOGRAFIA

E’ uno strumento di routine per valutare l’età gestazionale, per


controllare la crescita fetale e per identificare gravidanze gemellari.
Intorno alla 18 a-20 a settimana si può determinare il sesso del feto.
L’ecografia è fondamentale per diagnosticare malformazioni
anatomiche, ma non è in grado di identificare specifici danni biochimici
o molecolari
1.Tecniche di diagnosi prenatale NON INVASIVE

TEST BIOCHIMICI
Sebbene i test di screening biochimici eseguiti sul
sangue materno (ad es. triplo-test, duo-test) non
abbiano rischi per la madre, un risultato che evidenzi un
aumento del rischio di patologia fetale comporterebbe la
decisione di eseguire la diagnosi prenatale mediante
tecniche invasive, con le problematiche connesse.
La donna che prende in considerazione questo tipo di
test deve ricevere preliminarmente una completa
informazione e deve conoscere le implicazioni dei
possibili risultati e della loro affidabilità, compreso il
rischio di risultati falsi-positivi e falsi-negativi Questo tipo
di test fornisce risultati PROBABILISTICI non forniscono
cioe’la certezza di asenza o presenza di patologia.
2.Tecniche di diagnosi prenatale INVASIVE

Amniocentesi
Prelievo di una piccola quantità (di solito 20ml) di liquido amniotico in cui sono
presenti cellule desquamate della cute e degli epiteli dell’apparato
gastrointestinale e renale.

Viene eseguita di solito intorno alla 16a settimana di gestazione.

L’amniocentesi deve essere preceduta da una consulenza genetica accurata che


spieghi le indicazioni e proponga una valutazione dei rischi e dei benefici così come
dei limiti di questa procedura. Il liquido prelevato viene analizzato per la ricerca di
specifiche proteine come l’alfa-fetoproteina; le cellule possono essere messe in
coltura e esaminate con le tecniche di citogenetica classica, tecniche biochimiche o
con l’analisi molecolare di DNA.
AMNIOCENTESIi
2.Tecniche di diagnosi prenatale INVASIVE

Prelievo dei villi coriali (CVS)


Questa tecnica prevede il passaggio di un piccolo catetere flessibile di
polietilene attraverso la cervice e poi dentro l’utero sotto guida ecografica
dove avviene il prelievo attraverso l’aspirazione di piccole quantità di
corion frondosum, il tessuto che successivamente si trasformerà in
placenta. In alternativa si può passare per via transaddominale; la
sicurezza e la validità delle due procedure è la stessa.

I villi del corion fetale vengono poi separati dalle cellule materne ed
esaminate con le tecniche sopracitate.

Il prelievo viene eseguito di solito tra la 9 a e la 12 a settimana di


gravidanza.

Questo permette di avere i risultati dei test diagnostici in un periodo


in cui una eventuale interruzione è più sicura ed emotivamente più
facile rispetto all’interruzione dopo l’amniocentesi.
Problema esame cromosomico: mosaicismo (non disgiunzione mitotica o perdita di
cromosoma) FALSI POSITIVI: Mosaicismo confinato alla placenta
La ricerca della patogenesi delle malattie
nell’era genomica: le nuove tecnologie

DNA Sequenziamento del genoma

mRNA Macro/micro-array (Chips)

Proteine Proteomica
(Spettrometria di massa)
Metaboliti,
Processi funzionali
interazioni funzionali
Applicazione
dell’NGS in
campo
prenatale

Non invasive prenatal genetic testing (NIPT)


Cell-free fetal DNA
La NIPT si basa sulla presenza di DNA fetale libero (cffDNA)
nel sangue materno
cffDNA deriva dall’apoptosi delle cellule del trofoblasto.

Sarebbe, quindi, più corretto indicare il DNA libero presente nel


sangue materno come di origine placentare, piuttosto che fetale.
Caratteristiche fondamentali del cell free fetal DNA (cffDNA):
❖ Frammenti corti di dimensione < 150 bp (Yu et al.,
2014) derivati dai trofoblasti della placenta

❖ Costituisce dal 3% al 20% del DNA extracellulare


presente nella circolazione materna (dipende da eta’
gestazionale)

❖ 970 volte più abbondante del DNA delle cellule


fetali

❖ Evidenziabile nel plasma materno dalla quinta


settimana di gestazione

❖ La concentrazione incrementa con l’età gestazionale

❖ Viene rimosso entro poche ore dal parto


ATTUALI PRINCIPALI APPLICAZIONI DELLA NIPT

1. SCREENING DI ANEUPLOIDIE FETALI ( trisomia del cromosoma 21,


trisomia del cromosoma 18, trisomia del cromosoma13, aneuploidie
dei cromosomi sessuali
Trisomia Nome Prevalenza Manifestazioni cliniche
13 Sindrome di Patau 1/15000 nati Brevissima aspettativa di vita,
malformazioni cardiache e del sistema
nervoso centrale
18 Sindrome di Edwards 1/6000 nati Ritardo di crescita, malformazioni
congenite in quasi tutti gli organi,
ciclopia
21 Sindrome di Down 1/750 nati Ritardo nello sviluppo cognitivo,
microgenia, ipotonia muscolare,
peculiarità nella morfologia di naso,
occhi e lingua
47, XXX Sindrome della tripla X 1/950 femmine Rare anomalie fisiche osservabili,
prematura insufficienza ovarica
47,XYY Sindrome di Jacobs 1:1000 maschi Lieve ritardo mentale
47,XXY Sindrome di Klinefelter 1:1000 maschi Azoospermia, deficit androgenico,
ridotta capacità riproduttiva
45,X Sindrome di Turner 1:2000 femmine Perdita delle capacità riproduttiva
Infertilità, ipogonadismo, linfedema

2. DETERMINAZIONE DEL SESSO FETALE


Anomalie cromosomiche fetali più comuni

NON INVASIVE PRENATAL


TESTING(NIPT): screening di
aneuploidie fetali (trisomia 21,trisomia
18,trisomia 13 ,aneuploidie dei cromosomi
sessuali) con detection rate per la trisomia
21 superiori a quelle ottenibili con i i test di
screening biochimico

I tradizionali test di screening hanno una detection rate del 50-


95% e una percentuale di falsi positivi di circa il 5%

NIPT: TEST DI SCREENING NON


DIAGNOSTICO
tutti i casi positivi devono essere confermati con cariotipo e per
i casi negativi è importante il monitoraggio ecografico
La tecnologia su cui si basa la NIPT e’ il
sequenziamento di nuova generazione (NGS)
Global availability of noninvasive prenatal genetic testing (NIPT)

Allyse et al, International Journal of Women’s Healaath, 7, 2015


Problemi nella diagnosi
prenatale
• 1. Possibilità che le cellule in coltura non crescano in
maniera adeguata e non sia possibile effettuare la
diagnosi sul campione prelevato.

Presso i centri più qualificati questo problema si verifica


eccezionalmente, in media in meno dell’1% dei campioni.
Problemi nella diagnosi
prenatale
• 2. Possibilità che l’analisi fornisca un risultato
ambiguo.

Questo può dipendere da una contaminazione materna,


che dà quindi origine alla presenza di due linee cellulari,
potenzialmente non differenziabili se il feto è di sesso femminile,
mentre di solito sono facilmente evidenziabili se il feto è di sesso
maschile.
In altri casi può essere presente una seconda linea cellulare
originata da una mutazione in vitro. È indispensabile riuscire a
differenziare i campioni che contengono artefatti della coltura
(pseudomosaicismo) dai mosaicismi veri, in quanto le implicazioni
per il feto sono completamente diverse (rispettivamente sano e
ammalato).
Nel caso delle preparazioni dirette da villi coriali, in oltre l’1% (forse
meno) dei campioni è presente un mosaicismo confinato alla
placenta, che dà origine a un risultato falsamente positivo.
Problemi nella diagnosi
prenatale
• 3. Diagnosi certa ma implicazioni fenotipiche
incerte
Questo costituisce attualmente un importante
limite della diagnosi citogenetica fetale. In
pratica, a fronte di un risultato diagnostico
accurato a livello di laboratorio, non è possibile in
certi casi predire con altrettanta accuratezza il
fenotipo fetale. In queste situazioni viene
attribuito un rischio empirico di patologia, che
non è ulteriormente precisabile.
Lo scenario futuro

• Il genoma umano è stato in


pratica decifrato
• Le nanotecnologie potranno
consentire lo studio di
decine di migliaia di geni
• La diagnosi prenatale potrà
essere disponibile per tutte
le malattie genetiche

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