La musa critica
Edizioni Fiorini
Stampato con il contributo del Dipartimento
di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università degli Studi di Verona
Sigle impiegate
Riferimenti bibliografici
0. Introduzione
1
Desidero ringraziare M.D. Reeve per il suo amichevole consiglio e orien-
tamento su un difficile problema teorico.
110 Alcune questioni di metodo nella critica dei testi volgari
2
Reeve 1998, p. 456.
Cap. IV: Omissioni di copia da salto ottico 111
3
Canettieri, Loreto, Rovetta, Santini 2005, p. 5.
112 Alcune questioni di metodo nella critica dei testi volgari
4
Willis 1972, p. 111.
5
Ibidem, p. 113.
6
Shipley 1904, p. 29. Lo stesso Shipley riconosce a Robert Yelverton
Tyrrell il merito di aver usato per primo il termine nel suo Cicero (in his let-
ters), London, MacMillan, 1891.
Cap. IV: Omissioni di copia da salto ottico 113
7
Tov 1992, p. 238-239.
8
Stoppelli 2008, p. 67 (mio il corsivo). Recentemente ho applicato prin-
cipi simili nell’analizzare la trasmissione testuale del Trecento novelle di Sac-
chetti (vd. Zaccarello 2008, p. 169).
114 Alcune questioni di metodo nella critica dei testi volgari
9
Nello stesso anno, Avalle fece una breve menzione del problema nel suo
saggio; le ragioni stemmatiche non dovrebbero per alcun motivo basarsi su
«varianti che si può presumere dovute a trivializzazione poligenetica o a svilup-
po indipendente dovuto a specifiche condizioni del testo (il caso classico è
quello dell’omeoteleuto)» (Avalle 1972a, p. 149).
Cap. IV: Omissioni di copia da salto ottico 115
10
Brambilla Ageno 1975, p. 66.
11
Inoltre, la verosimiglianza della poligenesi appare essere ulteriormente
ridotta dove gli scribi sembrano inclini a congetture e innovazioni: come sot-
tolineato da M.D. Reeve, è necessario marcare una linea di confine tra lezioni
realmente poligenetiche e, per esempio, congetture che producono occasionali
coincidenze (Reeve 1998).
116 Alcune questioni di metodo nella critica dei testi volgari
12
Montanari 2003, § 60.7.1 (corsivo dell’autore).
Cap. IV: Omissioni di copia da salto ottico 117
pos-
sent et ex sese similia sui gignere. Sunt autem qui omnia naturae nomine appel-
lent ut Epicurus...
13
Colwell 1969, p. 113 (mio il corsivo).
14
In riferimento ai manoscritti medievali, Clark sottolinea come le parole
possono essere rotte e/o fraintese dagli scribi come conseguenza di un danno
materiale nell’esemplare o altre imperfezioni che rendono la lettura difficile
per alcune porzioni di testo. Gli esempi possono essere «a flaw in the parch-
ment, with the result that a piece is cut out or left unused» (p. 47), o un dan-
neggiamento nella carta per i testimoni più tardi. Il layout dell’esemplare è cru-
ciale anche per individuare le abitudini scrittorie dello scriba, in quanto «it was
easier for a copyist to reproduce the method of writing [and distribution of
Cap. IV: Omissioni di copia da salto ottico 119
text], whether in columns or long lines, which he found in his model» (Clark
1918, p. 43).
15
Colwell 1969, p. 76.
16
Irigoin 2003, p. 92 (mio il corsivo).
120 Alcune questioni di metodo nella critica dei testi volgari
17
Nella sua concisa sezione Critica del testo, il fortunato volume di Rey-
nolds e Wilson 1969, pp. 163-166, tratta insieme delle omissioni di vario ge-
nere (incluse le omissioni di intere righe), come di una large class of errors
che variano semplicemente nell’estensione (la dittografia viene considerata nel-
la sezione successiva, che si occupa di errors of addition). Ciò nonostante, l’e-
sempio riportato dagli autori (Lucretius, De Rerum Natura, III 135) mostra
chiaramente quanto ‘automatici’ possano essere questi salti: Quidquid [id]
est, habeant; tu cetera percipe dicta, fornendo un’ulteriore prova del meccani-
smo, che può essere osservato anche nella tradizione del verso, di attacco simi-
le, di Virgilio Quidquid id est timeo Danaos et dona ferentis (Aen., II 49).
Cap. IV: Omissioni di copia da salto ottico 121
18
Clark 1918, p. 103.
122 Alcune questioni di metodo nella critica dei testi volgari
19
Brambilla Ageno 1975, p. 67 (corsivo dell’autrice).
Cap. IV: Omissioni di copia da salto ottico 123
fora. Alcuni degli esempi più interessanti che troviamo nel vo-
lume di Clark vengono ricavati da giornali del suo tempo, nei
quali la composizione riga-per-riga (che ciò avvenga tramite
macchine linotype o monotype) ha favorito esempi complicati
non solo di salti, ma anche di reduplicazione o inserimenti di
righe.
Plans are reported to be quite ready for a
seizure of strategic points and a complete
blockade of the two coasts. A very powerful
forces, and a direct appeal from Huerta to
within thirty or so hours.
Federal hopes seem to be that the interven-
tion will be followed by a fusion of Mexican
forces and a direct appeal from Huerta to
Carranza is reported.
La prima riga in corsivo è un’anticipazione della successiva e
ne sostituisce una mancante (pubblicata in una successiva edi-
zione):
A very powerful
force will be concentrated on the scene
within thirty or so hours.
L’integrazione rende chiaro che lo scambio è da imputare a
un’omeoarchia tra le parole iniziali forces / force rispettivamente
della riga che è subentrata e della riga che è stata sostituita.
Di conseguenza, una prima generale riflessione sugli errori
poligenetici riguarda la loro intrinseca relatività: nella migliore
delle ipotesi un errore può essere potenzialmente poligenetico,
soggetto a determinate supposizioni nei confronti dei singoli te-
stimoni e del/i loro predecessore/i. Allo stesso modo, non esiste
un tipo di errore che può essere sempre considerato poligeneti-
co, in quanto tale possibilità è legata a fattori esterni e in conti-
nua evoluzione.
Avendo osservato in quale misura ciascuna tipologia di erro-
re che si verifica nel processo di lettura-copiatura sia legata alle
124 Alcune questioni di metodo nella critica dei testi volgari
20
Kaster 2008, p. 14.
21
L’esempio è ancora una volta tratto da Clark 1918, p. 5-6.
Cap. IV: Omissioni di copia da salto ottico 127
22
Brambilla Ageno 1975, p. 67.
23
Vàrvaro 1984, p. 589.
128 Alcune questioni di metodo nella critica dei testi volgari
24
Pasquali 1934, p. 34, dove l’autore sottolinea che De Stefani «è riusci-
to, grazie principalmente ad esso [omeoteleuto] a distinguere copie da copie di
copie» [ibidem].
25
West 2001, p. 233.
26
Questa argomentazione dovrebbe essere usata nell’ eliminatio codicum
descriptorum, come suggerito da Clark, che sottolinea «the great importance of
line omission as a clue to parentage. When we are dealing with two allied MSS.
we may often suspect that one is derived from the other, but it is difficult to
prove the point, unless we find that a passage omitted by one MS. occupies a
complete line of the other. If the line is very short, the occurrence may be due
to coincidence. If, however, the line is fairly long, the hypothesis of accident
Cap. IV: Omissioni di copia da salto ottico 129
becomes unlikely. If the same phenomenon occurs more than once, the proof
is complete» (Clark 1918, pp. 7-8).
27
Le ragioni e le dinamiche dell’errore sono spesso chiare e perciò in linea
con le condizioni proposte da Shipley per una soddisfacente interpretazione
dei diversi snodi della trasmissione manoscritta. Nel volume citato, Shipley so-
stiene che, per fornire una soddisfacente illustrazione degli accidenti testuali,
incluse le omissioni, una spiegazione dovrebbe affrontare «two extremes
[...] not too widely separated; neither of them should be based upon conjec-
ture; each illustration should present but a single stage in the progress of an
error, or at any rate should present but one stage at a time; each example
should keep distinctly before the student the periods of time and the palaeo-
graphical conditions involved. Material for illustrations which would answer
all these conditions is not entirely wanting, though little use has been made
of it. It is to be found in a class of neglected manuscripts whose readings have
no place in the critical apparatus of the text editions, namely, direct copies of ori-
ginals which are still extant. [...] By comparing such a copy with its original it is
possible, as it were, to look over the shoulder of the medieval scribe as he sits
at his task. One may follow his hand and eye as he copies letter by letter and
word by word». (Shipley 1904, pp. 2-3, mio il corsivo)
130 Alcune questioni di metodo nella critica dei testi volgari
Sono stati elencati alcuni passi che, per la loro facies lingui-
stica, sembrano più passibili di causare omissioni; gli esempi
potrebbero essere molto più numerosi. Nel suo stimolante sag-
gio, originariamente esposto al congresso della Society of Tex-
tual Scholarship nel 1985 a New York, Jerome Mc Gann riassu-
me cosı̀ il dipanarsi storico, spesso ambiguo e complesso, della
produzione e ricezione del testo:28
It seems to me, sometimes, that readers and editors may be seen as
well, even as they are readers and editors, as authors and writers. And
it also seems to me that authors and writers, may be seen as well, even
as they are authors and writers, as readers and editors.
28
McGann 1991, p. 95. La prima parte del libro è significativamente e
suggestivamente intitolata The Garden of Forking Paths.
Cap. IV: Omissioni di copia da salto ottico 131
as well, even as they are readers and editors, [as authors and writers.
And it also seems to me that authors and writers, may be seen as well,
even as they are authors and writers, as readers and editors].
4. It seems to me, sometimes, that readers and editors may be seen
as well, even as they are readers and editors, as authors and writers.
[And it also seems to me that authors and writers, may be seen as well,
even as they are authors and writers,] as readers and editors.
5. It seems to me, sometimes, that readers and editors may be seen
as well, even as they are readers and editors, as authors and writers.
[And it also seems to me that authors and writers,] may be seen as well,
even as they are authors and writers, as readers and editors.
6. It seems to me, sometimes, that readers and editors may be seen
as well, even as they are readers and editors, as authors and writers.
And it also seems to me that authors and writers, [may be seen as well,
even as they are authors and writers], as readers and editors.
29
Cito dalla sua e-mail del 19 settembre 2009: «Il rapporto quantitativo
fra i ‘‘salti’’ potenziali e quelli effettivi è, credo, fondamentale». Il suo libro
è il già citato Montanari 2003, e gli aspetti legati alla parablepsi sono illustra-
ti a p. 312 (§101.3).
30
Housman 1961, p. 131; il passo è utilizzato da Chanter 2006, p. 50.
Cap. IV: Omissioni di copia da salto ottico 133
31
Usener 1887.
32
L’edizione in questione è Bailey 1947. L’intera raccolta di dati è rias-
sunta da Renehan 1969, pp. 40-41.
33
L’esempio e il suo layout sono tratti da Strange 1992, p. 85.
134 Alcune questioni di metodo nella critica dei testi volgari
34
Strange 1992, pp. 85-86.