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Gustav Mahler

La chitarra nella VII


Sinfonia (a cura di Raffaele Carpino)

collection for guitar


INTRODUZIONE CRITICA DEL SECONDO NOTTURNO - IV MOVIMENTO DELLA 7° SINFONIA
DI GUSTAV MAHLER

di Raffaele Carpino

Il sinfonismo mahleriano potrebbe essere sintetizzato analizzando semplicemente due espressioni


che Mahler utilizzò per definire il suo concetto di Sinfonia:

1) La sinfonia è un mondo costruito con i suoni.


2) Una sinfonia deve essere come il mondo, deve contenere tutto.

La settima Sinfonia, “Lied der Nacht” (Canto della notte), come viene anche chiamata, a detta dello
stesso Mahler risulta essere tra le più complesse e difficili delle nove Sinfonie, e in effetti
sorprendente è l’orchestrazione che prevede tantissimi strumenti.

Organico:

2 ottavini, 4 flauti, 3 oboi, corno inglese, clarinetto piccolo, 3 clarinetti, clarinetto basso, 3 fagotti,
controfagotto, corno tenore, 4 corni, 3 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, grancassa, piatti,
tamtam, triangolo, glockenspiel, campanacci, campana, frusta, 2 arpe, mandolino, chitarra e archi.

È inoltre strutturata in cinque tempi:

I Langsam (Adagio). Nicht schleppen - Allegro risoluto, ma non troppo


II Nachtmusik (Musica notturna) Allegro moderato
III Scherzo. Schattenhaft - Trio
IV Nachtmusik (Musica notturna) Andante amoroso
V Rondo - Finale. Tempo I (Allegro ordinario) - Tempo II (Allegro moderato ma energico)
La prima esecuzione avvenne sotto la direzione dello stesso Mahler con l’Orchestra filarmonica
ceca, presso il Teatro nazionale di Praga, il 19 Settembre del 1908, mentre la prima edizione
dell’opera fu curata dalle edizioni di Berlino “Bote & Bock” nel 1909, casa editrice musicale fondata
nel 1838 da Eduard Bote e Gustav Bock (1813-1863). Eduard Bote si ritirò dall'attività nel 1847,
dopodiché la casa editrice fu gestita da Gustav Bock da solo fino alla sua morte nel 1863. Il fratello
di Bock, Emil Bock (1816-1871), prese in mano l'azienda fino alla sua morte, poi toccò al figlio di
Gustav, Hugo Bock (1848-1932), il quale dopo la morte di suo padre e dello zio, si trovò a dirigere
in età giovanile l'azienda. Alfredo Casella (1883-1947) ne fece una versione per pianoforte a
quattro mani, pubblicando l’opera sempre per Bote & Bock di Berlino. Di grande meditazione, ricca
di páthos e di espressività, la settima Sinfonia fu composta, come racconta la moglie Alma, in un
clima di assoluto isolamento lavorando in un “eccesso di furore”. Nonostante tutti questi buoni
auspici, sappiamo che la sinfonia inizialmente ebbe un mediocre successo di pubblico, ma
ricevette notevole interesse nell’ambiente musicale da parte dei compositori Arnold Schönberg
(1874-1951) e Alban Berg (1885-1935), ma a proposito di Schönberg, leggiamo in una sua lettera
indirizzata a Gustav, propro a proposito della VII Sinfonia: “Ho avuto meno che altre volte la
percezione della sensazionale intensità che stimola e incita, che, in una parola, spinge
l’ascoltatore, in modo tale da fargli perdere l’equilibrio, senza dirgli nulla in cambio. Al contrario,
ho avuto l’impressione del pieno riposo, basato sull’armonia perfetta […]. L’ho posta tra i
compositori classici; ma come uno che, per me, è ancora un pioniere. Voglio dire che v’è
sicuramente una differenza per il fatto di essersi risparmiato tutto l’eccitamento estraneo, di
essere a riposo e in tranquillità, nello stato in cui la bellezza dà diletto”.
Ben comprese la poderosa composizione, ricca di impasti timbrici e armonici di assoluta bellezza,
atti ad evocare diverse situazioni emotive e descrittive.
Nel secondo e quarto movimento abbiamo due “Nachtmusiken” [Musiche notturne]
Nella prima Nachtmusik (secondo movimento) si avverte un forte richiamo alla natura, ricco di
atmosfera campestre, di una natura incontaminata di un paesaggio di montagna, dove è possibile
cogliere anche lo scampanìo (Herdenglocken) di una mandria al pascolo, lo stesso Mahler consiglia
di suonare “sempre con discrezione e a intermittenza, imitando realisticamente lo scampanare di
una mandria al pascolo”: insomma un vero richiamo delle voci della natura.
Ciò che riguarda il nostro strumento è la seconda Nachtmusik, che costituisce il quarto
movimento, scritto per una orchestrazione ridotta, chitarra, mandolino, arpa e orchestra da
camera con fiati ridotti a metà, non suonano invece tromboni, tuba e trombe.
Il quarto movimento, il secondo Notturno, per il quale Mahler confessò alla moglie Alma di essersi
ispirato al mormorio dei ruscelli e al Romanticismo tedesco della poesia di Eichendorff, è una
serenata in Fa maggiore.
È un vero idillio alla delicatezza e alla romantica cantabilità in un Andante amoroso pieno di
emozioni che confermano l’estrema cura descrittiva che il compositore soleva trasmettere con la
sua musica che, come si sa, fa uso di una solida impalcatura timbrica, grazie all'intelligente
utilizzo di strumenti musicali non facenti parte dell’orchestra, come in questo caso con l’utilizzo
della chitarra e del mandolino, due strumenti che hanno la perfetta peculiarità timbrica per
descrivere il pensiero intimistico che Mahler ha voluto trasmettere.
Un violino solista introduce il movimento, mentre un assolo di corno sopra i toni dolci della
chitarra e del mandolino crea un magico carattere di serenata.
Delicatezza e trasparenza che abbracciano appieno il romantico mondo tedesco, rendendo magica
l’ambientazione naturalistica di questo IV tempo. "Qui la Natura fa udire la sua voce" è
l’espressione che Mahler pensava di apporre all'introduzione della Sinfonia.
Mahler del resto aveva impiegato strumenti tipici delle serenate, come per l’appunto la chitarra e il
mandolino.
Di sicuro la settima Sinfonia risulta essere comunque una delle Sinfonie più alte e avanzate di
Mahler, nonostante fosse ancora legata a forme della tradizione classica risultando anche tra le
meno conosciute.
La chitarra viene trattata con disinvoltura per sottolineare l’armonia dolce della composizione,
senza grandi sforzi tecnici: la scrittura chitarristica è sapientemente inserita quel tanto che basta.
Mahler scrive in partitura alla voce chitarra “La chitarra suona un’ottava più bassa”: ovviamente
essendo la chitarra uno strumento traspositore, Mahler precisa che i suoni reali della chitarra si
trovano all’ottava inferiore rispetto alla scrittura.
Certo, durante il corso della storia musicale Mahler non è certo l’unico ad aver inserito la chitarra
all’interno di una Sinfonia, si pensi alla Sinfonia a grande orchestra in Do maggiore G. 523 di Luigi
Boccherini (1743-1805), per due violini principali, due di ripieno, oboe, chitarra, viola, corni,
fagotto, violoncello e basso, composta nel 1799 e dedicata al Marchese di Benavente.
Per meglio completare questo lavoro, si è pensato di riprodurre l’anastatica della prima edizione in
stampa, relativa al IV movimento della settima Sinfonia, così meglio si potrà apprezzare questo
piccolo omaggio che il grande Mahler ha voluto dedicare al nostro strumento.

[per approfondimenti consultare articolo su GUITART n. 99 di Luglio / Settembre 2020]


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