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Alessio Olivieri
University of California, Riverside
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All content following this page was uploaded by Alessio Olivieri on 03 November 2018.
La famiglia Bellucci
a cura di
Antonio Caroccia
contributi di
Saverio Russo
Michele Ferri
Paolo Cascavilla
Gabriella Berardi Il volume raccoglie i contributi delle relazioni presentate al conve-
Vito Cristino gno di studi Intellettuali di Capitanata: la famiglia Bellucci (Foggia,
Sistiana Iacoviello Biblioteca Provinciale, 10-11 dicembre 2014). L’iniziativa ha permes-
Grazia Carbonella so di ricostruire le vicende del fondo bibliografico-archivistico del-
Pierfranco Moliterni la famiglia Bellucci. Nell’ambito della micro-storia, la famiglia Bel-
Antonio Caroccia lucci rappresenta una inesauribile miniera di informazioni, che,
Paologiovanni Maione racchiuse in questo volume, consentono oggi di ricostruire con più
Francesca Seller accuratezza i fatti, le vicende, gli accadimenti e le idee di un territo-
Paolo Candido rio storico-musicale, come quello di Capitanata.
Alessio Olivieri
Patrizia Balestra
Alessio Di Benedetto
Pasquale Scialò
Intellettuali di Capitanata
La famiglia
Bellucci
a cura di Antonio Caroccia
a cura di
Antonio Caroccia
In copertina
Michele Bellucci
con il figlio Mario
e Mario Simone.
Foggia, Biblioteca Provinciale,
Fondo Bellucci, busta 12, fasc. 135.
ISBN 978-88-8431-596-0
Printed in Italy
Introduzione
Michele Bellucci (1849-1944) fu, certamente, una delle figure più illustri nella
storia della città di Manfredonia. Fu un intellettuale e un artista a tutto tondo: nota-
io, eccellente pianista (con maestri e compagni di tutto rispetto), compositore e criti-
co musicale; dimostrò inoltre spiccate qualità nel mondo letterario (tanto da guada-
gnarsi la stima di Francesco De Sanctis) e, più tardi, fu addirittura latinista e arche-
ologo. Appena conclusi gli studi liceali, il Bellucci si era trasferito a Napoli, dove
– assieme agli studi universitari di giurisprudenza – aveva intrapreso lo studio del
pianoforte e della composizione presso il Conservatorio San Pietro a Majella, perfe-
zionandosi poi con il noto pianista Beniamino Cesi. Dopo il diploma al conservato-
rio, Bellucci iniziò una fervida attività di concertista, compositore, critico e didatta,
che lo portò a contatto con illustri personaggi della nobiltà e dell’alta borghesia sia a
Napoli sia a Bari, città in cui si trasferì nel 1880. È ipotizzabile che la maggior parte
della produzione musicale del Bellucci risalga proprio al periodo compreso tra (circa)
il 1870 e il 1887, con maggiori ricorrenze proprio durante il periodo napoletano (fino
al 1880). 1 In questi anni il maestro potrebbe aver composto gran parte della sua mu-
sica, consistente in romanze da salotto, composizioni per pianoforte solo, per duo, trio
o quintetto con o senza pianoforte, due messe di Requiem, una messa di Gloria, un
concerto per pianoforte e orchestra e, addirittura, un’opera lirica.
Il Bellucci, per propria scelta artistica o – più verosimilmente – per ragioni di mer-
cato editoriale, si dedicò particolarmente alla composizione di romanze da salotto. Fu
questa la ragione per cui nel 2010 decisi di dedicare il mio volume sul Bellucci proprio
1 - Questa ipotesi è confermata sia dalla data di pubblicazione di alcuni dei suoi lavori, sia dalla
corrispondenza che il Bellucci tenne con i dedicatari di sue opere e con personalità dell’ambiente na-
poletano: in tali lettere ci sono chiari riferimenti a specifiche composizioni del Bellucci.
144 Intellettuali di Capitanata. La famiglia Bellucci
alle sue romanze. 2 L’idea fu, infatti, quella di tracciare un profilo bio-bibliografico
dell’artista sipontino, certamente quale uomo di cultura ma, soprattutto, quale com-
positore e ‘romanzista’, e di contestualizzarlo – attraverso lo studio delle sue roman-
ze – nel complesso panorama della romanza da camera ottocentesca. In questo mio
nuovo contributo riprendo e aggiorno alcuni argomenti trattati nel mio libro, trala-
sciando però gli aspetti biografici e focalizzandomi ancora una volta sull’analisi degli
autografi e delle edizioni e noi pervenute.
Egli stesso frequentò l’alta borghesia e la nobiltà sia napoletane che baresi, ambienti
in cui le romanze erano fortemente richieste ed eseguite, e non stupisce dunque che
ad un certo punto della sua vita iniziò a dedicarsi anche a questo genere.
Altresì, nell’elenco delle composizioni edite, non compare la romanza Amore, men-
tre si fa menzione della Ninna nanna. 6
Tutti i manoscritti presentano la riconoscibile firma ‘M. A. Bellucci’. In alcune
edizioni a stampa di musica strumentale e da camera l’indicazione è addirittura ‘Mi-
chele Bellucci La Salandra’ oppure ‘M. Attilio Bellucci La Salandra’. Il Bellucci si fa-
ceva forse fregio, per questioni puramente editoriali e di marketing, della sua discen-
denza dalla famiglia borbonica dei Salandra. Eccettuate le poche romanze date alle
stampe, la datazione o anche un approssimativo ordinamento cronologico degli auto-
grafi risulta impossibile, poiché l’autore non era solito apporvi le date di fine stesura.
Figura 1: Firma autografa di Michele Bellucci (particolare del ms. della romanza Idillio).
Su gentile concessione dell’Archivio di Stato di Foggia.
Bellucci fu tra quei compositori che, negli ultimi anni dell’Ottocento, riuscirono
a superare il timore reverenziale del mettere in musica i grandi nomi della poesia ita-
liana ed europea. Scelse Goethe, Carducci, Panzacchi, Borgognoni e assieme a questi
altri autori meno noti, quali Don Ramiro, Del Giudice, Montedoro, piuttosto che la
Marchesa del Carretto o un certo Avv. Puca. I testi trattano, come prevedibile, le
molteplici sfaccettature del sentimento amoroso, inclusa quella dell’amore materno (è
il caso della romanza Ninna nanna).
Le romanze del Bellucci si possono suddividere essenzialmente in due gruppi: al
primo appartengono alcune liriche che possiedono una struttura semplice, musical-
mente bipartite o tripartite e caratterizzate da un andamento regolare, una certa rei-
terazione melodica e armonica e un’omogeneità nell’estensione vocale; il secondo
gruppo include romanze strutturate come delle piccole scene operistiche, per lo più
caratterizzate da uno scorrere continuo, prive di ripetizioni, ma con sezioni di carat-
tere e andamento variabile, spesso con metri differenti. Appartengono a questo grup-
po romanze come Autunno, Visione, Vocazione. In queste liriche l’elemento operistico
è riscontrabile sin dalle prime battute: la passione del Bellucci per il melodramma,
soprattutto verdiano, si materializza nella strutturazione – quasi a riprendere uno
schema ridotto di ‘solita forma’ – in sezioni di carattere contrastante come Allegretto -
Meno mosso - Andantino - Tempo Primo. Anche l’utilizzo della vocalità risente dell’in-
fluenza operistica e la scelta di adoperare salti e abbellimenti tende ad allontanare il
6 - Cfr. Mario Bellucci, La vita e le opere di Michele Bellucci, [a cura di Mario e Ermanno Bel-
lucci] Roma, Arti Grafiche Italiane, 1961, pp. 34-35.
148 Intellettuali di Capitanata. La famiglia Bellucci
canto del Bellucci dalla tipica e cauta vocalità salottiera, avvicinandolo, al contempo,
a quella più drammatica della romanza operistica.
Tabella 1: Schema riassuntivo delle romanze di Michele Bellucci
La solitaria
Ed. Lucca, Soprano
canto di mestizia per soprano Goffredo Del Giudice
Milano, 1874 o Tenore
o tenore
Amore Ed. Lucca,
Avv. Puca Mezzosoprano
stornello per mezzo soprano Milano, 1874
Amore
Avv. Puca Manoscritto Mezzosoprano
stornello per mezzo soprano
Visione Ed. Giudici & Strada,
Marchesa del Carretto Soprano
melodia per soprano Torino, 1877
7 - I figli Mario ed Ermanno stilano un elenco di personaggi politici, d’arte o di cultura, con i
quali il Bellucci avrebbe mantenuto una corrispondenza. Raccontano di più di un migliaio di lettere
autografe e ne elencano i più importanti autori, tra i quali è indicato un «DEL GIUDICE Avv. Gof-
fredo da Lucera, poeta». Cfr. La vita e le opere cit., p. 112.
8 - Di questo trio ci è tuttavia pervenuta una copia manoscritta della sola parte del violino, data-
ta 9 marzo 1956, e trascritta da Lorenzo Leporace, in quegli anni direttore della Banda Musicale di
Manfredonia.
150 Intellettuali di Capitanata. La famiglia Bellucci
giunse un «(abolita)». Tutto lascia presupporre che il manoscritto a noi giunto sia una
delle prime stesure della romanza, se non proprio la prima in assoluto: la stessa in-
troduzione strumentale è scritta in una pagina separata, manca ogni indicazione di
dinamica (presente invece in quasi tutti gli altri manoscritti), e anche l’indicazione
di andamento è stata corretta da Moderato ad Allegretto grazioso, che diventa poi Al-
legretto Moderato nell’edizione a stampa. Un particolare interessante riguarda l’asse-
gnazione del numero d’opera. Nel manoscritto l’autore la indica prima come ‘op. 5’,
ma tale cifra è poi corretta in ‘op. 4’. Nell’edizione a stampa, al contrario, la roman-
za è indicata come ‘op. 2’. È ipotizzabile, dunque, che il Bellucci abbia dato una pro-
pria numerazione alle romanze ancora manoscritte, per poi variarla, d’accordo con
gli editori, in fase di stampa delle stesse: ciò rende ancora più complesso, se non im-
possibile, un eventuale ordinamento cronologico.
A. Olivieri · Le romanze da salotto di Michele Bellucci: edizioni e autografi 153
Visione fu stampata nel 1877 dall’editore torinese Giudici & Strada e riporta sulla
prima pagina l’indicazione op. 4, mentre il frontespizio cita:
«Alla Nobil Signora / ERNESTINA Contessa DE MERY / VISIONE /
MELODIA PER SOPRANO / PAROLE / della Marchesa DEL CAR-
RETTO / Musica di / M. A. BELLUCCI».
9 - «DEL CARRETTO Marchesa Anna da Napoli, poetessa». Cfr. La vita e le opere cit., p. 112.
10 - Ivi, p. 33.
11 - Lettera di Francesco Florimo a Michele Bellucci datata Napoli 30 Luglio 1879, (Foggia,
Biblioteca Provinciale, Fondo Bellucci, Corrispondenza, busta Bellucci 10, fasc. 83). Florimo si rife-
risce, con ogni probabilità, alla romanza Amore, stampata nel 1874. Su questo argomento si veda,
anche, il contributo in questo volume di Antonio Caroccia.
12 - Cfr. La vita e le opere cit., p. 33.
154 Intellettuali di Capitanata. La famiglia Bellucci
13 - Nell’elenco delle personalità con cui il Bellucci avrebbe tenuto una corrispondenza, il figlio
Mario indica un «DE NICOLO’ On. Nicola da Bari, Scrittore, Poeta». Cfr. La vita e le opere cit., p.
112. In alcuni documenti di quegli anni apparve anche come Nicolò de Nicolò.
A. Olivieri · Le romanze da salotto di Michele Bellucci: edizioni e autografi 155
misterioso, che lascia un’impressione inobliabile: è l’impressione che viene dalle cose
più nobilmente sentite e più squisitamente rese». 14
vocalità di aprirsi e di esprimersi appieno. L’ambito vocale del brano (fa3-fa4) conferma
questi dubbi. Il soprano è compresso in un’ottava troppo centrale e la romanza ne ri-
sente complessivamente. È questo uno di quei casi in cui sembrerebbe che il Bellucci
abbia composto la melodia lasciandosi sopraffare dalla sua natura di pianista. Il pia-
noforte, infatti, accompagna il canto con semplici accordi ribattuti, ma si esprime
appieno nelle parti solistiche, soprattutto nell’intermezzo che unisce le due sezioni
della lirica: in questo caso un breve inciso melodico illumina la romanza con una
cantabilità cristallina, aliena al resto della composizione.
L’analisi del manoscritto conferma le difficoltà che, probabilmente, il Bellucci in-
contrò nel ricercare le migliori soluzioni armoniche e melodiche. Numerose le corre-
zioni, sia della parte vocale sia dell’accompagnamento pianistico. Nella prima pagina
è inoltre riportata l’indicazione «op. 8 n. 2», che lascia ovviamente presupporre l’esi-
stenza di un’op. 8 di cui non v’è, purtroppo, alcuna traccia. Forse una raccolta di
materiale omogeneo come, ad esempio, romanze?
Il termine mattinata rappresentava, soprattutto nel Risorgimento, un vero e pro-
prio componimento poetico, imperniato sul tema del saluto mattutino alla donna
amata, in analogia con la serenata. Successivamente divenne, invece, molto più co-
nosciuta in ambito musicale come una delle tante forme di romanza, soprattutto a
seguito dell’enorme successo che alcuni noti musicisti ottennero cimentandosi in
questo tipo di componimento. Si pensi, ad esempio, alla Mattinata musicata da Rug-
gero Leoncavallo. La Mattinata del Bellucci, su testo originale della famosa Matti-
nata di Giosuè Carducci, 16 è tripartita in sezioni che corrispondono alle tre strofe
testuali. Sebbene questo manoscritto non presenti alcuna datazione (come tutti gli
altri), è ipotizzabile che la sua stesura appartenga agli anni del soggiorno barese (1880-
1887). Se si escludono alcuni interventi macroscopici come la cancellazione e la ri-
scrittura (semplificata) di qualche misura, l’autografo non presenta altre rilevanti
correzioni o ripensamenti. La scrittura è pulita e il tratto deciso, segno di una chiara
idea musicale.
La semplice ed efficace melodia della romanza Idillio, indicato come Andantino
pastorale, si sviluppa su un testo del poeta e scrittore Gaetano Montedoro, originario
di Venosa, con il quale il Bellucci strinse una fervida e duratura amicizia. La costru-
zione musicale è estremamente equilibrata e simmetrica, sebbene non ci sia corrispon-
denza tra le quartine del testo poetico e le frasi musicali: all’intera struttura testuale
è destinata infatti una forma musicale bipartita, composta da due sezioni identiche
sia melodicamente che armonicamente – sicché alle prime tre quartine corrisponde
la prima sezione musicale e alle ultime tre la seconda –, eccezion fatta per il pianofor-
16 - Mattinata è inserita nelle Rime nuove di Giosuè Carducci. La raccolta, scritta tra il 1861 e il
1887, è pervasa da atteggiamenti contemplativi e nostalgici, intimi e privati. Questo testo fu musicato,
tra l’Ottocento e il Novecento, da ben ventuno compositori.
A. Olivieri · Le romanze da salotto di Michele Bellucci: edizioni e autografi 159
te che, nella seconda parte, imita all’unisono il soprano fiorendo la melodia con trilli.
Il manoscritto, stilato con sicurezza e privo di rilevanti correzioni, manca di un dedi-
catario oltre che di qualsiasi segno di espressione, dinamica o agogica.
La romanza Autunno (figura 7), definita ‘melodia’, è anch’essa su testo di Gaeta-
no Montedoro. La lirica, dal titolo piuttosto comune nell’Ottocento, ha versi di
metrica varia (endecasillabi, settenari, ottonari e novenari) ed è adagiato su una com-
posizione musicale descrittiva e malinconica. Un languido Adagio in 6/8, nella to-
nalità di sol minore, introduce un Poco agitato in cui il pianoforte asseconda le di-
scese del canto con nervosi accordi ribattuti; segue un Lento, che prepara finalmen-
te il più disteso Andante largo in 3/4, nella luminosa tonalità di sol maggiore. Il
manoscritto, perfettamente intellegibile e ordinato, presenta solo alcune piccole ra-
sure e correzioni.
Su testo dell’avvocato Nicola de Nicolò, 17più noto con lo pseudonimo di Don
Ramiro, Vocazione rappresenta l’esempio più significativo della vicinanza delle ro-
manze del Bellucci ad una dimensione operistica. La romanza è strutturata come
una sorta di scena d’opera, in un’alternanza di momenti lenti e più mossi. Ad un
iniziale Allegretto in 3/4, segue un Meno mosso che si configura come un vero e pro-
prio recitativo accompagnato caratterizzato da un andamento libero e da un’enun-
ciazione quasi salmodica, su una base strumentale costituita da note lunghe e gravi.
La sezione successiva è un Andantino in 2/4, seguito dalla ripresa del Primo tempo
in 3/4. Segue una coda, caratterizzata da una vocalità più distesa e più spinta, come
da tradizionale finale di scena operistica. Il manoscritto autografo presenta solo al-
cune piccole correzioni musicali e testuali, ed è privo d’indicazioni dinamiche, di
agogica e di espressione.
Conclusioni
Michele Bellucci fu certamente un musicista e un intellettuale singolare, non solo
per origini, formazione e status, ma anche per ragioni anagrafiche. Egli si trovò, in-
fatti, ad operare in un periodo di grande sconvolgimento, che coincise con la trasfor-
mazione della romanza nella lirica da camera e, successivamente, la nascita della ‘can-
zone’ e della musica leggera, assieme alla riscoperta del grande repertorio strumentale
(Vivaldi, Tartini, Corelli). In questa tempesta, egli si trovò da solo a ricercare la sua
poetica, senza aver però modo di confrontarsi con un mondo musicale che si trasfor-
mava rapidamente e che, per quanto egli cercasse di documentarsi, gli era di fatto
lontano. Le sue romanze sono in qualche modo lo specchio di questa sua solitudine.
17 - «DE NICOLO’ On. Nicola da Bari, Scrittore, Poeta». Cfr. La vita e le opere cit., p. 112.
160 Intellettuali di Capitanata. La famiglia Bellucci
Scrive Francesco Sanvitale, nella prefazione del mio volume: «La stessa scelta dei testi,
suggerita forse dai condizionamenti del fair play nel mondo in cui ormai viveva, sono
superati, appartengono più al salotto di Nonna Speranza del Gozzano che all’agitata
poetica di d’Annunzio, del Futurismo e degli altri linguaggi che popolavano l’estetica
letteraria dei primi quarant’anni dello scorso secolo». 18 È comunque sempre impor-
tante che si riscoprano e si rivalorizzino artisti che, studiati nel loro tempo e nel loro
ambito, hanno certamente qualcosa da dire e meritano un posto nella storia. Il Bel-
lucci, orgoglio di Manfredonia e della Capitanata, è indubbiamente tra questi.
La Magna Capitana
Comune di Manfredonia
Intellettuali di Capitanata
La famiglia Bellucci
a cura di Società Italiana
Antonio Caroccia di Musicologia
contributi di
Saverio Russo
Michele Ferri
Paolo Cascavilla
Gabriella Berardi Il volume raccoglie i contributi delle relazioni presentate al conve-
Vito Cristino gno di studi Intellettuali di Capitanata: la famiglia Bellucci (Foggia,
Sistiana Iacoviello Biblioteca Provinciale, 10-11 dicembre 2014). L’iniziativa ha permes-
Grazia Carbonella so di ricostruire le vicende del fondo bibliografico-archivistico del-
Pierfranco Moliterni la famiglia Bellucci. Nell’ambito della micro-storia, la famiglia Bel-
Antonio Caroccia lucci rappresenta una inesauribile miniera di informazioni, che,
Paologiovanni Maione racchiuse in questo volume, consentono oggi di ricostruire con più
Francesca Seller accuratezza i fatti, le vicende, gli accadimenti e le idee di un territo-
Paolo Candido rio storico-musicale, come quello di Capitanata.
Alessio Olivieri
Patrizia Balestra
Alessio Di Benedetto
Pasquale Scialò
Bellucci
a cura di Antonio Caroccia
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