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Le romanze da salotto di Michele Bellucci: edizioni e autografi

Article · August 2015

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Alessio Olivieri
University of California, Riverside
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Foggia

Intellettuali di Capitanata La famiglia Bellucci


Intellettual i i

La famiglia Bellucci
a cura di
Antonio Caroccia
contributi di
Saverio Russo
Michele Ferri
Paolo Cascavilla
Gabriella Berardi Il volume raccoglie i contributi delle relazioni presentate al conve-
Vito Cristino gno di studi Intellettuali di Capitanata: la famiglia Bellucci (Foggia,
Sistiana Iacoviello Biblioteca Provinciale, 10-11 dicembre 2014). L’iniziativa ha permes-
Grazia Carbonella so di ricostruire le vicende del fondo bibliografico-archivistico del-
Pierfranco Moliterni la famiglia Bellucci. Nell’ambito della micro-storia, la famiglia Bel-
Antonio Caroccia lucci rappresenta una inesauribile miniera di informazioni, che,
Paologiovanni Maione racchiuse in questo volume, consentono oggi di ricostruire con più
Francesca Seller accuratezza i fatti, le vicende, gli accadimenti e le idee di un territo-
Paolo Candido rio storico-musicale, come quello di Capitanata.
Alessio Olivieri
Patrizia Balestra
Alessio Di Benedetto
Pasquale Scialò

Intellettuali di Capitanata

La famiglia
Bellucci
a cura di Antonio Caroccia

Claudio Grenzi Editore


Intellettuali di Capitanata
La famiglia Bellucci
Alla memoria di
Francesco Sanvitale
Intellettuali di Capitanata
La famiglia Bellucci
Atti del Convegno di studi
Foggia, 10-11 dicembre 2014

a cura di
Antonio Caroccia

Claudio Grenzi Editore


La Magna Capitana
MiUR - AFAM Biblioteca Provinciale di Foggia
Ministero dell’Università e della Ricerca 1834·2014
- Alta Formazione Artistica e Musicale Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica

Comune di Manfredonia Società Italiana di Musicologia

Intellettuali di Capitanata Comitato scientifico


La famiglia Bellucci Gabriella Berardi
Antonio Caroccia
Atti del Convegno di studi Francesco Di Lernia
Foggia, 10-11 dicembre 2014
Francesco Mercurio
a cura di Francesca Seller
Antonio Caroccia Agostino Ziino

In copertina
Michele Bellucci
con il figlio Mario
e Mario Simone.
Foggia, Biblioteca Provinciale,
Fondo Bellucci, busta 12, fasc. 135.

ISBN 978-88-8431-596-0

© 2015 Claudio Grenzi Editore


Tutti i diritti riservati.
Nessuna parte di questa pubblicazione
può essere tradotta, ristampata o riprodotta,
in tutto o in parte, con qualsiasi mezzo,
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Printed in Italy

Claudio Grenzi sas


Via Le Maestre, 71 · 71121 Foggia
info@claudiogrenzi.it
www.claudiogrenzieditore.it
Indice

Presentazioni 99 Suggestioni di un poligrafo


7 Francesco Di Lernia La provincia felix della musica
9 Francesco Mercurio Michele & Mario Bellucci
11 Francesco Passadore Pierfranco Moliterni
13 Introduzione 109 Michele Bellucci vs Francesco Florimo:
Antonio Caroccia tra corrispondenza e storiografia
Antonio Caroccia
17 Storici e storia in Capitanata tra
125 Michele Bellucci
fine Ottocento ed inizi Novecento e il contesto musicale napoletano
Saverio Russo
Paologiovanni Maione, Francesca Seller
25 Michele Bellucci
Profilo bio-bibliografico 131 La musica sacra e strumentale di
Michele Ferri
Michele Bellucci
Paolo Candido
51 Michele Bellucci
Intellettuale poliedrico e solitario nella 143 Le romanze da salotto di
Manfredonia tra Ottocento e Novecento Michele Bellucci: edizioni e autografi
Paolo Cascavilla Alessio Olivieri
61 L’archivio Bellucci della 163 Significati musicali nella dinamica
Biblioteca Provinciale di Foggia affettiva della Carlotta Corday
Gabriella Berardi, Vito Cristino Patrizia Balestra
81 I manoscritti di Michele Bellucci 175 Espansione tonicale
nell’Archivio Storico di Manfredonia nella musica di Michele Bellucci
Sistiana Iacoviello Alessio Di Benedetto
89 La raccolta iconografico musicale 195 Poesia di Napoli. La canzone per
di Mario Bellucci La Salandra: Mario Bellucci La Salandra
«un dizionario figurato della vita Pasquale Scialò
musicale di ogni secolo e di ogni nazione»
Grazia Carbonella 199 Indice dei nomi
Le romanze da salotto di Michele Bellucci:
edizioni e autografi
Alessio Olivieri

Introduzione
Michele Bellucci (1849-1944) fu, certamente, una delle figure più illustri nella
storia della città di Manfredonia. Fu un intellettuale e un artista a tutto tondo: nota-
io, eccellente pianista (con maestri e compagni di tutto rispetto), compositore e criti-
co musicale; dimostrò inoltre spiccate qualità nel mondo letterario (tanto da guada-
gnarsi la stima di Francesco De Sanctis) e, più tardi, fu addirittura latinista e arche-
ologo. Appena conclusi gli studi liceali, il Bellucci si era trasferito a Napoli, dove
– assieme agli studi universitari di giurisprudenza – aveva intrapreso lo studio del
pianoforte e della composizione presso il Conservatorio San Pietro a Majella, perfe-
zionandosi poi con il noto pianista Beniamino Cesi. Dopo il diploma al conservato-
rio, Bellucci iniziò una fervida attività di concertista, compositore, critico e didatta,
che lo portò a contatto con illustri personaggi della nobiltà e dell’alta borghesia sia a
Napoli sia a Bari, città in cui si trasferì nel 1880. È ipotizzabile che la maggior parte
della produzione musicale del Bellucci risalga proprio al periodo compreso tra (circa)
il 1870 e il 1887, con maggiori ricorrenze proprio durante il periodo napoletano (fino
al 1880). 1 In questi anni il maestro potrebbe aver composto gran parte della sua mu-
sica, consistente in romanze da salotto, composizioni per pianoforte solo, per duo, trio
o quintetto con o senza pianoforte, due messe di Requiem, una messa di Gloria, un
concerto per pianoforte e orchestra e, addirittura, un’opera lirica.
Il Bellucci, per propria scelta artistica o – più verosimilmente – per ragioni di mer-
cato editoriale, si dedicò particolarmente alla composizione di romanze da salotto. Fu
questa la ragione per cui nel 2010 decisi di dedicare il mio volume sul Bellucci proprio

1 - Questa ipotesi è confermata sia dalla data di pubblicazione di alcuni dei suoi lavori, sia dalla
corrispondenza che il Bellucci tenne con i dedicatari di sue opere e con personalità dell’ambiente na-
poletano: in tali lettere ci sono chiari riferimenti a specifiche composizioni del Bellucci.
144 Intellettuali di Capitanata. La famiglia Bellucci

alle sue romanze. 2 L’idea fu, infatti, quella di tracciare un profilo bio-bibliografico
dell’artista sipontino, certamente quale uomo di cultura ma, soprattutto, quale com-
positore e ‘romanzista’, e di contestualizzarlo – attraverso lo studio delle sue roman-
ze – nel complesso panorama della romanza da camera ottocentesca. In questo mio
nuovo contributo riprendo e aggiorno alcuni argomenti trattati nel mio libro, trala-
sciando però gli aspetti biografici e focalizzandomi ancora una volta sull’analisi degli
autografi e delle edizioni e noi pervenute.

La Romanza nel salotto dell’Ottocento


Prima di entrare nel dettaglio delle romanze del Bellucci – e di cercare di com-
prendere le ragioni del suo interesse verso questo repertorio – è però utile fornire al-
cune informazioni storiche e teoriche su queste composizioni. Il termine ‘romanza’
identifica un genere musicale 3 vocale con accompagnamento, solitamente di uno
strumento a tastiera, nel quale rientrano svariate composizioni di carattere amoroso
e sentimentale. Tali composizioni possono differire molto nella forma, ma coincidono
spesso nell’ispirazione e nella destinazione. La romanza fiorì in Europa in epoca ro-
mantica e tardo-romantica, periodo in cui alle romanze venivano assegnati i nomi
più disparati (rondò, scena, lyrique, serenata lamento, tarantella, bolero, ecc.). Nacque
in Francia col nome di romance, e per circa mezzo secolo mantenne stretti legami con
gli schemi formali tardo settecenteschi: melodia distesa, adagiata secondo lo schema
della phrase carrée (divisione testuale o musicale secondo multipli di 2 o 4), con sem-
plice accompagnamento di uno strumento a tastiera. La vera romanza romantica
nacque solo intorno al 1830 ad opera di compositori quali Louis Niedermayer e Hyp-
polite Mompou, che abbandonarono i vecchi schemi arcadici, creando una nuova e
più espressiva struttura musicale e un significativo rapporto tra testo e musica. Inoltre
essi iniziarono a musicare i testi dei grandi poeti romantici quali Lamartine, Hugo e
De Musset. «Sui ritmi dei loro versi la phrase carrée si spezza e acquista un nuovo
respiro, mentre la sequenza poetica delle immagini suggerisce schemi formali più
duttili e una condotta armonica più pronta ed espressiva». 4

2 - Alessio Olivieri, Le romanze da salotto di Michele Bellucci. Le edizioni a stampa e i mano-


scritti autografi, Borgoricco [PD], Tipografia Grafiche Gemma, 2010. La pubblicazione privata è
stata promossa dall’Associazione culturale musicale “F. Chopin” di Manfredonia.
3 - «Se la musica vocale da camera è un genere, la romanza e la melodia e la canzone e quant’altro
saranno dei sottogeneri, ma in quest’ambito perlustrativo si potranno disinvoltamente chiamare ge-
neri senz’altro» in Piero Mioli, Ballate, preghiere e stornelli, in La romanza italiana da salotto, a cura
di Francesco Sanvitale, Torino, EDT, 2002, p. 7.
4 - Cfr. Rossana Dalmonte, voce Romanza, in Dizionario Enciclopedico Universale della Mu-
sica e dei Musicisti. Il Lessico, a cura di Alberto Basso, 4 voll., Torino, UTET, 1983-1989, IV, p. 154.
A. Olivieri · Le romanze da salotto di Michele Bellucci: edizioni e autografi 145

In Italia la romanza fu inizialmente modellata sullo schema della romance france-


se, ma andò col tempo gradualmente assumendo caratteristiche proprie. La peculia-
rità della romanza italiana fu quella di essere un genere vario e multiforme, in conti-
nuo movimento tra i due poli del melodramma e della musica popolare. 5
La romanza fu la forma musicale più diffusa nei salotti della borghesia e dell’ari-
stocrazia europee, quella forma che permise ai dilettanti – che vedevano come mirag-
gio la possibilità di entrare nell’elitario mondo dei cantanti d’opera – di dedicarsi al
canto e alla musica. Questa popolarità fu senza dubbio anche agevolata dalla sempre
più ampia diffusione del pianoforte. Inoltre, l’apprendimento della musica e del can-
to furono sempre cruciali nell’educazione dei buoni borghesi e questo fece sì che si
sviluppasse dunque un fervido mercato editoriale legato alle romanze.
Fra i musicisti e compositori italiani che si dedicarono a questo genere ci furono
alcuni dei grandi operisti del tempo, quali Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi, Puccini,
Leoncavallo e Mascagni. Ci furono poi i cosiddetti ‘specialisti della romanza’, cioè
quei compositori che si dedicarono esclusivamente alla romanza e che furono, di fat-
to, i reali artefici del vero e proprio repertorio di questo genere. I più importanti fu-
rono: Francesco Paolo Tosti (definito il “maestro” della melodia), Luigi Gordigiani (lo
“Schubert italiano”), Antonio Buzzolla (lo “Schubert della Laguna”) e Gaetano Bra-
ga; a questi si aggiungano i nomi di Pasquale Maria Costa, Stefano Donaudy, Enrico
Toselli, Saverio Mercadante, Giovanni Sgambati e Luigi Arditi. Inoltre, anche diver-
si direttori d’orchestra si cimentarono nella composizione di romanze (Toscanini,
Mariani, Mugnone, Bottesini, Mancinelli, Faccio, Muzio, ecc.).
La «Gazzetta Musicale di Milano» e le case editrici Ricordi, Lucca e Giudici &
Strada pubblicarono, per tutto il secolo, raccolte di romanze con i titoli più disparati:
arie da camera, romanze, romanzette, canzoni, melodie, ecc. Ricordi fu addirittura at-
tivo anche all’estero, soprattutto a Londra. Lo studio dei cataloghi di queste case edi-
trici, i cosiddetti ‘libroni’, ha permesso di tracciare un quadro abbastanza preciso
della produzione di romanze in Italia. Si è concluso che le romanze da salotto italiane
si possono suddividere in tre successive stagioni: 1) quella delle arie e ariette da came-
ra degli operisti, quali Bellini, Rossini, Donizetti e Mercadante; 2) quella delle ro-
manze e delle melodie di Tosti e dei suoi ‘compagni di strada’, i cosiddetti ‘specialisti
della romanza’; 3) quella delle nuove liriche da camera di Pizzetti e Respighi, appar-
tenuti alla cosiddetta ‘generazione dell’Ottanta’, che auspicavano un rinnovamento
della romanza, con l’allontanamento dalla tradizione melodrammatica ottocentesca
e l’acquisizione di nuovi stimoli culturali europei e italiani.
Michele Bellucci fu ben conscio del fenomeno culturale che la romanza rappre-
sentava e delle possibilità che il mercato editoriale di tal genere offriva ai compositori.

5 - Per un quadro completo sulla romanza italiana nell’Ottocento, si consiglia la consultazione


del volume La romanza italiana da salotto cit.
146 Intellettuali di Capitanata. La famiglia Bellucci

Egli stesso frequentò l’alta borghesia e la nobiltà sia napoletane che baresi, ambienti
in cui le romanze erano fortemente richieste ed eseguite, e non stupisce dunque che
ad un certo punto della sua vita iniziò a dedicarsi anche a questo genere.

Le romanze di Michele Bellucci

Le romanze da salotto di Michele Bellucci rappresentano certamente solo una


sfaccettatura della produzione di un artista poliedrico e fecondo. Bellucci fu un
musicista sui generis e non un romanzista, bensì anche un romanzista. Le ricerche
dei testimoni sono state operate negli archivi e nelle biblioteche sia locali che na-
zionali, con esiti positivi in particolare nell’Archivio di Stato di Foggia. La Biblio-
teca Provinciale di Foggia dispone di un fondo speciale catalogato come “Fondo
Bellucci” che, pur includendo materiali manoscritti e a stampa appartenuti ad
Ignazio e Michele Bellucci – e certamente utilissimi per la costruzione di un pro-
filo bio-bibliografico della famiglia Bellucci – non contiene alcun autografo musi-
cale degli stessi ad esclusione dell’opera Carlotta Corday. Le romanze rinvenute
sono complessivamente dodici, sette delle quali destinate alla voce di soprano (o
tenore) e cinque a quella di mezzosoprano. I testimoni sono però tredici: tre edi-
zioni a stampa ottocentesche (le romanze Visione, Amore e La solitaria) disponibili
in diverse biblioteche italiane, nove manoscritti autografi conservati presso l’Archi-
vio di Stato di Foggia e un fac-simile (la romanza Ninna nanna), conservato pres-
so la Biblioteca Provinciale di Foggia. La romanza Amore, inoltre, è stata rinvenu-
ta in doppia versione sia a stampa sia manoscritta. A questi testimoni andrebbe
aggiunto anche il manoscritto della romanza Orientale, che pare sia attualmente
conservato presso l’Archivio di Stato di Foggia, ma che non ho mai avuto modo di
visionare. Al tempo della pubblicazione del mio volume, infatti, tale romanza non
era presente – e disponibile alla consultazione – assieme alle altre. È facilmente di-
mostrabile che queste romanze costituiscano in realtà solo una parte del corpus
delle liriche da camera del compositore sipontino. In un elenco, con ogni probabi-
lità incompleto, delle «composizioni musicali inedite» del Bellucci, stilato dai figli
Mario e Ermanno, risultano – assieme a svariate composizioni per pianoforte, per
ensemble vocali e per formazioni da camera – ulteriori quattro romanze di cui si è
persa ogni traccia:
– Il canto degli Uccelli a sera. Romanza per canto e piano;
– All’Ave Maria. Romanza per canto e piano;
– Biancospino. Romanza per canto e piano;
– Brindisi. Versi di Felice Cavallotti, per canto e piano.
A. Olivieri · Le romanze da salotto di Michele Bellucci: edizioni e autografi 147

Altresì, nell’elenco delle composizioni edite, non compare la romanza Amore, men-
tre si fa menzione della Ninna nanna. 6
Tutti i manoscritti presentano la riconoscibile firma ‘M. A. Bellucci’. In alcune
edizioni a stampa di musica strumentale e da camera l’indicazione è addirittura ‘Mi-
chele Bellucci La Salandra’ oppure ‘M. Attilio Bellucci La Salandra’. Il Bellucci si fa-
ceva forse fregio, per questioni puramente editoriali e di marketing, della sua discen-
denza dalla famiglia borbonica dei Salandra. Eccettuate le poche romanze date alle
stampe, la datazione o anche un approssimativo ordinamento cronologico degli auto-
grafi risulta impossibile, poiché l’autore non era solito apporvi le date di fine stesura.

Figura 1: Firma autografa di Michele Bellucci (particolare del ms. della romanza Idillio).
Su gentile concessione dell’Archivio di Stato di Foggia.

Bellucci fu tra quei compositori che, negli ultimi anni dell’Ottocento, riuscirono
a superare il timore reverenziale del mettere in musica i grandi nomi della poesia ita-
liana ed europea. Scelse Goethe, Carducci, Panzacchi, Borgognoni e assieme a questi
altri autori meno noti, quali Don Ramiro, Del Giudice, Montedoro, piuttosto che la
Marchesa del Carretto o un certo Avv. Puca. I testi trattano, come prevedibile, le
molteplici sfaccettature del sentimento amoroso, inclusa quella dell’amore materno (è
il caso della romanza Ninna nanna).
Le romanze del Bellucci si possono suddividere essenzialmente in due gruppi: al
primo appartengono alcune liriche che possiedono una struttura semplice, musical-
mente bipartite o tripartite e caratterizzate da un andamento regolare, una certa rei-
terazione melodica e armonica e un’omogeneità nell’estensione vocale; il secondo
gruppo include romanze strutturate come delle piccole scene operistiche, per lo più
caratterizzate da uno scorrere continuo, prive di ripetizioni, ma con sezioni di carat-
tere e andamento variabile, spesso con metri differenti. Appartengono a questo grup-
po romanze come Autunno, Visione, Vocazione. In queste liriche l’elemento operistico
è riscontrabile sin dalle prime battute: la passione del Bellucci per il melodramma,
soprattutto verdiano, si materializza nella strutturazione – quasi a riprendere uno
schema ridotto di ‘solita forma’ – in sezioni di carattere contrastante come Allegretto -
Meno mosso - Andantino - Tempo Primo. Anche l’utilizzo della vocalità risente dell’in-
fluenza operistica e la scelta di adoperare salti e abbellimenti tende ad allontanare il

6 - Cfr. Mario Bellucci, La vita e le opere di Michele Bellucci, [a cura di Mario e Ermanno Bel-
lucci] Roma, Arti Grafiche Italiane, 1961, pp. 34-35.
148 Intellettuali di Capitanata. La famiglia Bellucci

canto del Bellucci dalla tipica e cauta vocalità salottiera, avvicinandolo, al contempo,
a quella più drammatica della romanza operistica.
Tabella 1: Schema riassuntivo delle romanze di Michele Bellucci

Titolo Autore del testo Edizione Vocalità

La solitaria
Ed. Lucca, Soprano
canto di mestizia per soprano Goffredo Del Giudice
Milano, 1874 o Tenore
o tenore
Amore Ed. Lucca,
Avv. Puca Mezzosoprano
stornello per mezzo soprano Milano, 1874
Amore
Avv. Puca Manoscritto Mezzosoprano
stornello per mezzo soprano
Visione Ed. Giudici & Strada,
Marchesa del Carretto Soprano
melodia per soprano Torino, 1877

Vicina mi sei tu! Johann W. Von Goethe Manoscritto Soprano

Don Ramiro 1882 (Fac-simile, sul


Ninna nanna periodico «Manfredi» Mezzosoprano
[pseud. Nicola de Nicolò] n. 13, Bari)

Nevica Adolfo Borgognoni Manoscritto Mezzosoprano

Mentre tu canti Enrico Panzacchi Manoscritto Soprano

Mattinata Giosuè Carducci Manoscritto Soprano

Idillio Gaetano Montedoro Manoscritto Soprano

Rimembranza Gaetano Montedoro Manoscritto Mezzosoprano

Autunno Gaetano Montedoro Manoscritto Soprano

Vocazione Avv. [Nicola] de Nicolò Manoscritto Mezzosoprano

Il pianoforte generalmente accompagna utilizzando formule stereotipe, in cui pu-


re sequenze accordali si alternano ad accordi spezzati o ribattuti e a formule varie di
arpeggi, ma si ritaglia spazi di maggiore autonomia musicale nelle battute iniziali o
negli intermezzi tra una sezione e l’altra delle romanze. Le formule pianistiche di ac-
compagnamento rinunciano, nei punti drammaticamente più salienti, ai loro neutri
profili, ora contrappuntando la melodia vocale, ora facendo propri alcuni segmenti
melodici doppiandoli o riproponendoli a eco. Se è vero che, in alcune occorrenze, la
tendenza a dar voce al pianoforte (che si traduce in una scrittura pianistica anche
troppo complessa per il genere) rischia di compromettere la semplicità melodica e la
chiarezza declamatoria, altresì, dove l’impeto pianistico rimane controllato, il Belluc-
ci riesce a operare un’equilibrata fusione tra testo e musica, sicché le romanze assumo-
no un tono intimamente elegiaco, piuttosto che fresco e allegro, e la melodia si staglia
limpida su un accompagnamento posato e non invadente.
A. Olivieri · Le romanze da salotto di Michele Bellucci: edizioni e autografi 149

Stampata nel 1874 dall’editore Lucca di Milano, La solitaria (figura 2) rappresen-


ta, in base al frontespizio, il primo numero d’opera della produzione a stampa di
Bellucci.
«All’Egregia Signorina TERESA de’ BARONI DI CORREALE / LA
SOLITARIA / CANTO di MESTIZIA / PER SOPRANO O TENORE /
in / chiave di SOL con accompagnamento / DI / Pianoforte / PAROLE
DI GOFFREDO DEL GIUDICE / Musica di / MICHELE ATTILIO
BELLUCCI / Op. 1»

Il sottotitolo «canto di mestizia» e l’indicazione Andantino melanconico introdu-


cono chiaramente il tono e la condizione emotiva di quest’opera. L’autore del testo è
Goffredo del Giudice, personaggio di cui ben poco è noto, tranne che fosse un avvo-
cato di Lucera, dedito alla poesia. 7 La composizione è suddivisa in tre sezioni di ca-
rattere e andamento contrastante. In questa romanza il compositore è indicato col
nome di Michele Attilio. Non ci sono note al momento le ragioni di tale scelta; è cer-
to che Bellucci fu registrato all’anagrafe col nome di Michele Vincenzo Antonio, ma
non sono riuscito a giustificare, studiando il profilo biografico dell’autore, l’utilizzo
del nome Attilio. L’indicazione, per esteso, del nome Michele Attilio compare solo nel
frontespizio di questa romanza e in quello del Vals pour piano op. 5 (in questo caso
nella variante ‘Michel Attilius Bellucci’, poiché si tratta di un’edizione per il mercato
francese, sempre dell’editore Lucca di Milano); nelle restanti edizioni a stampa e nei
manoscritti è utilizzato il nome M.  A. Bellucci, che non possiamo essere certi indi-
casse Michele Attilio, in quanto due dei nomi di battesimo del Bellucci erano, appun-
to, Michele e Antonio. Anche nel Trio in la (per violino, violoncello e pianoforte) 8
l’autore è indicato come ‘Attilio Bellucci’.
La romanza Amore su testo di un tale avvocato Puca, ci è pervenuta sia tramite
manoscritto autografo (figura 4) sia in edizione a stampa (figura 3), (priva del fron-
tespizio) datata 1874, dell’editore F. Lucca di Milano. Nel manoscritto la prima in-
dicazione fu per soprano, in seguito corretta in mezzosoprano (estensione più ade-
guata a questo brano) e tale indicazione rimase poi nell’edizione a stampa. L’autogra-
fo presenta, in generale, numerose correzioni e rasure, tra cui spicca la cancellazione
di un’intera seconda strofa, con alcune varianti letterarie e musicali rispetto all’edi-
zione a stampa. Il Bellucci la emendò apponendovi numerose barre trasversali e ag-

7 - I figli Mario ed Ermanno stilano un elenco di personaggi politici, d’arte o di cultura, con i
quali il Bellucci avrebbe mantenuto una corrispondenza. Raccontano di più di un migliaio di lettere
autografe e ne elencano i più importanti autori, tra i quali è indicato un «DEL GIUDICE Avv. Gof-
fredo da Lucera, poeta». Cfr. La vita e le opere cit., p. 112.
8 - Di questo trio ci è tuttavia pervenuta una copia manoscritta della sola parte del violino, data-
ta 9 marzo 1956, e trascritta da Lorenzo Leporace, in quegli anni direttore della Banda Musicale di
Manfredonia.
150 Intellettuali di Capitanata. La famiglia Bellucci

Figura 2: Frontespizio della romanza La solitaria.


Ed. F. Lucca, Milano, 1874.
A. Olivieri · Le romanze da salotto di Michele Bellucci: edizioni e autografi 151

Figura 3: Prima pagina della romanza Amore.


Ed. F. Lucca, Milano, 1874.
152 Intellettuali di Capitanata. La famiglia Bellucci

Figura 4: c. 1r del ms della romanza Amore.


Su gentile concessione dell’Archivio di Stato di Foggia.

giunse un «(abolita)». Tutto lascia presupporre che il manoscritto a noi giunto sia una
delle prime stesure della romanza, se non proprio la prima in assoluto: la stessa in-
troduzione strumentale è scritta in una pagina separata, manca ogni indicazione di
dinamica (presente invece in quasi tutti gli altri manoscritti), e anche l’indicazione
di andamento è stata corretta da Moderato ad Allegretto grazioso, che diventa poi Al-
legretto Moderato nell’edizione a stampa. Un particolare interessante riguarda l’asse-
gnazione del numero d’opera. Nel manoscritto l’autore la indica prima come ‘op. 5’,
ma tale cifra è poi corretta in ‘op. 4’. Nell’edizione a stampa, al contrario, la roman-
za è indicata come ‘op. 2’. È ipotizzabile, dunque, che il Bellucci abbia dato una pro-
pria numerazione alle romanze ancora manoscritte, per poi variarla, d’accordo con
gli editori, in fase di stampa delle stesse: ciò rende ancora più complesso, se non im-
possibile, un eventuale ordinamento cronologico.
A. Olivieri · Le romanze da salotto di Michele Bellucci: edizioni e autografi 153

Visione fu stampata nel 1877 dall’editore torinese Giudici & Strada e riporta sulla
prima pagina l’indicazione op. 4, mentre il frontespizio cita:
«Alla Nobil Signora / ERNESTINA Contessa DE MERY / VISIONE /
MELODIA PER SOPRANO / PAROLE / della Marchesa DEL CAR-
RETTO / Musica di / M. A. BELLUCCI».

Il testo, in quartine di quinari, è attribuito alla Marchesa del Carretto, 9 nobildonna


napoletana i cui salotti il Bellucci frequentò spesso, durante il suo soggiorno nella cit-
tà partenopea. Non v’è dubbio che la dedicataria, la Contessa Ernestina de Mery,
fosse una brava dilettante (sebbene lei si definisse modesta, a giudicare da ciò che scri-
ve in una lettera indirizzata al Bellucci) poiché questa romanza, a mio avviso una
delle più belle e significative nella produzione da camera del Bellucci, richiede all’in-
terprete una padronanza tecnica e musicale tutt’altro che semplice. Una padronanza
che non si è soliti associare a quelli che immaginiamo fossero i dilettanti dei salotti
borghesi ottocenteschi.
Siccome tutte le composizioni musicali che escono dal Vostro estro sono
belle, così sono diventata bella io medesima. Ne sono davvero superba, e
ne rendo a Voi infinite grazie. Sono impaziente di esprimervi in persona
la mia gratitudine, accompagnandomi al pianoforte la ispirata Romanza
dedicata alla mia modesta persona. La sto studiando con passione e spe-
ro di cantarla insieme a voi. / Contessa Ernestina de Mery. Napoli, 15
maggio 1877. 10

Si fa menzione di questa melodia anche in una lettera inviata a Bellucci da parte


di Francesco Florimo, in quegli anni bibliotecario del Conservatorio di Napoli.
Mi pregio accusarVi ricevuta dello “Stornello” 11 e della “Melodia” che Vi
piacque mandarmi per deposito in questa biblioteca musicale. Essi saran-
no registrati nel Catalogo Generale, e collocati vicino alle opere dei gran-
di Maestri dell’Arte musicale. Per la parte che mi riguarda Vi esterno la
mia riconoscenza e con sentita stima mi dico Vostro affezionatissimo. /
Francesco Florimo / Napoli, 30 Luglio 1879. 12

9 - «DEL CARRETTO Marchesa Anna da Napoli, poetessa». Cfr. La vita e le opere cit., p. 112.
10 - Ivi, p. 33.
11 - Lettera di Francesco Florimo a Michele Bellucci datata Napoli 30 Luglio 1879, (Foggia,
Biblioteca Provinciale, Fondo Bellucci, Corrispondenza, busta Bellucci 10, fasc. 83). Florimo si rife-
risce, con ogni probabilità, alla romanza Amore, stampata nel 1874. Su questo argomento si veda,
anche, il contributo in questo volume di Antonio Caroccia.
12 - Cfr. La vita e le opere cit., p. 33.
154 Intellettuali di Capitanata. La famiglia Bellucci

La romanza Vicina mi sei tu! (figura 5) rappresenta (assieme a Mattinata) il tenta-


tivo certamente più significativo, operato dal Bellucci, di confrontarsi con la grande
poesia europea. Il testo poetico è la traduzione italiana del Lied Nähe des Geliebten
(Vicino all’amata) di Johan Wolfgang von Goethe, scritto nel 1795. La messa in mu-
sica di questo Lied vanta illustri precedenti, quali Beethoven, Kirchner e Schubert.
Nel titolare la sua versione, il Bellucci utilizza il terzo verso della quarta e ultima stro-
fa, ‘Du bist mir nah!’ (Vicina mi sei tu!), del Lied di Goethe. L’attenzione che il Bel-
lucci pone nell’adattare le proprie idee ai versi del grande poeta tedesco si traduce in
una strutturazione regolare e simmetrica della musica. Tutta la composizione è per-
vasa da una raccolta e intima malinconia. La linea melodica si muove con continui
accumuli di energia seguiti da rilassamenti e il pianoforte asseconda la voce con una
scansione regolare di crome, permettendosi di osare solo nelle cadenze conclusive di
ciascuna delle due sezioni della lirica. Il manoscritto riporta, nella prima pagina, solo
il titolo e la dedica «A Miss Clara Bernstein». Nella seconda pagina è presente, in alto
a sinistra, l’indicazione Dai Lieder di Goethe / Porzione d’Eros. Nell’angolo destro del-
la stessa pagina compare la firma dell’autore, in questo caso differente rispetto a quel-
le presenti negli altri manoscritti. Non c’è dubbio comunque che si tratti di un auto-
grafo, poiché tutti gli altri elementi (notazione, carattere utilizzato per titoli e dediche,
ecc.) attribuiscono certamente al Bellucci la paternità del manoscritto.
Rimebranza è una toccante melodia in si minore, su testo di Gaetano Montedoro
e dedicata Alla Signora Duchessa di S. Giovanni. La simmetria e la perfetta corrispon-
denza tra testo e musica sono esemplari, sicché ogni endecasillabo corrisponde a una
frase musicale di otto misure, per un totale di trentadue misure per ogni quartina di
endecasillabi, in ognuna delle due sezioni. Ogni sezione è inoltre introdotta da quat-
tro misure strumentali. Anche il pianoforte segue una struttura perfettamente sim-
metrica: in ognuna delle due sezioni (identiche melodicamente e armonicamente)
alle prime due quartine di endecasillabi è assegnata una sequenza di accordi spezzati
del pianoforte mentre, nelle ultime due, una serie di accordi ribattuti aumenta la ten-
sione drammatica. Il manoscritto autografo della romanza si presenta come una copia
definitiva, priva di alcun tipo di correzione.
La romanza Ninna Nanna (figura 6) fu pubblicata nel 1882 sul settimanale bare-
se «Manfredi», in fac-simile (la grafia non sembra, però, quella del Bellucci). Il testo
è di Don Ramiro, pseudonimo con cui si firmava il poeta e scrittore barese Nicola de
Nicolò. 13 La romanza, come dimostrano le critiche del tempo, fu eseguita la prima
volta proprio dallo stesso Bellucci e riscosse unanimi consensi. Il 26 marzo 1882 il
critico musicale del «Manfredi» scriveva: «È una lirica da cui sprigiona un fascino

13 - Nell’elenco delle personalità con cui il Bellucci avrebbe tenuto una corrispondenza, il figlio
Mario indica un «DE NICOLO’ On. Nicola da Bari, Scrittore, Poeta». Cfr. La vita e le opere cit., p.
112. In alcuni documenti di quegli anni apparve anche come Nicolò de Nicolò.
A. Olivieri · Le romanze da salotto di Michele Bellucci: edizioni e autografi 155

Figura 5: c. 1r del ms della romanza Vicina mi sei tu!


Su gentile concessione dell’Archivio di Stato di Foggia.
156 Intellettuali di Capitanata. La famiglia Bellucci

Figura 6: Prima pagina della romanza Ninna Nanna.


Fac-simile sul giornale «Manfredi» n. 13, Bari, 1882.
A. Olivieri · Le romanze da salotto di Michele Bellucci: edizioni e autografi 157

misterioso, che lascia un’impressione inobliabile: è l’impressione che viene dalle cose
più nobilmente sentite e più squisitamente rese». 14

E ancora, sullo stesso giornale:


Ed ecco mantenuta la nostra promessa. La ninna-nanna del nostro Don
Ramiro, musicata ed interpretata così bene dal nostro maestro Bellucci,
noi la presentiamo oggi al giudizio del pubblico; e noi siamo sicuri che al
pubblico, come piacque la poesia, piacerà oggi la musica, che Don Rami-
ro e Bellucci sono due artisti che il pubblico già conosce e ha già molte
volte applaudito. E io già vedo le mamme sedute vicino alla culla dei loro
bambini ed addormentarli, cantando loro la nostra ninna-nanna. E ciò
riempie di gioia e di orgoglio tutta la compagnia di Manfredi, ché la nostra
aspirazione, il nostro ideale è quello di piacere al pubblico e quando que-
sto pubblico per cui tanto ci affatichiamo ci avrà rivolto un sorriso di in-
coraggiamento, o una parola di lode, noi avremo raggiunto la nostra méta.
E la nostra ninna-nanna anche come lavoro artistico non può non piace-
re. È un altro miracolo dello stabilimento Tomasicchio. È un fac-simile,
anzi è addirittura quale l’ha scritta il maestro Bellucci. Via, lettore, grida-
ci un bravo! 15
La descrittiva melodia della romanza Nevica è su testo del noto poeta Adolfo Bor-
gognoni. La composizione è suddivisa in due sezioni dal carattere contrastante, en-
trambe composte di due periodi musicali identici, ciascuno su una quartina del testo
poetico, con – nella prima parte – un andamento ritmico ostinato, una sorta di lento
bolero. Il pianoforte segue la voce piuttosto omoritmicamente, anticipando tale anda-
mento già dalle battute introduttive della romanza. Nella seconda sezione, un cambio
di modo (da mi minore a mi maggiore) e un iniziale accompagnamento in terzine ar-
peggiate, suggeriscono un carattere differente, più disteso e cantabile. Il manoscritto
presenta numerose correzioni. Un’intera strofa del canto, priva di accompagnamento,
è stata emendata e riscritta.
Nella romanza Mentre tu canti, dedicata Alla Signora Contessa Maria Gaetani
dell’Aquila d’Aragona la musica del Bellucci incontra la lirica del noto poeta Enrico
Panzacchi. Il brano presenta, tuttavia, alcune incongruenze tra l’elemento strutturale
e armonico e quello d’invenzione melodica. Si ripete – al macroscopico livello della
forma – lo schema chiaro, simmetrico e bipartito di molte altre romanze del compo-
sitore sipontino. Al contrario, la melodia costringe il soprano ad insistere su note ri-
battute, in un registro vocale intermedio, o a compiere, soprattutto in cadenza, sco-
modi salti di ottava, settima e sesta ascendenti e discendenti, senza dar modo alla

14 - La vita e le opere cit., p. 32.


15 - Ivi, pp. 32-33.
158 Intellettuali di Capitanata. La famiglia Bellucci

vocalità di aprirsi e di esprimersi appieno. L’ambito vocale del brano (fa3-fa4) conferma
questi dubbi. Il soprano è compresso in un’ottava troppo centrale e la romanza ne ri-
sente complessivamente. È questo uno di quei casi in cui sembrerebbe che il Bellucci
abbia composto la melodia lasciandosi sopraffare dalla sua natura di pianista. Il pia-
noforte, infatti, accompagna il canto con semplici accordi ribattuti, ma si esprime
appieno nelle parti solistiche, soprattutto nell’intermezzo che unisce le due sezioni
della lirica: in questo caso un breve inciso melodico illumina la romanza con una
cantabilità cristallina, aliena al resto della composizione.
L’analisi del manoscritto conferma le difficoltà che, probabilmente, il Bellucci in-
contrò nel ricercare le migliori soluzioni armoniche e melodiche. Numerose le corre-
zioni, sia della parte vocale sia dell’accompagnamento pianistico. Nella prima pagina
è inoltre riportata l’indicazione «op. 8 n. 2», che lascia ovviamente presupporre l’esi-
stenza di un’op. 8 di cui non v’è, purtroppo, alcuna traccia. Forse una raccolta di
materiale omogeneo come, ad esempio, romanze?
Il termine mattinata rappresentava, soprattutto nel Risorgimento, un vero e pro-
prio componimento poetico, imperniato sul tema del saluto mattutino alla donna
amata, in analogia con la serenata. Successivamente divenne, invece, molto più co-
nosciuta in ambito musicale come una delle tante forme di romanza, soprattutto a
seguito dell’enorme successo che alcuni noti musicisti ottennero cimentandosi in
questo tipo di componimento. Si pensi, ad esempio, alla Mattinata musicata da Rug-
gero Leoncavallo. La Mattinata del Bellucci, su testo originale della famosa Matti-
nata di Giosuè Carducci, 16 è tripartita in sezioni che corrispondono alle tre strofe
testuali. Sebbene questo manoscritto non presenti alcuna datazione (come tutti gli
altri), è ipotizzabile che la sua stesura appartenga agli anni del soggiorno barese (1880-
1887). Se si escludono alcuni interventi macroscopici come la cancellazione e la ri-
scrittura (semplificata) di qualche misura, l’autografo non presenta altre rilevanti
correzioni o ripensamenti. La scrittura è pulita e il tratto deciso, segno di una chiara
idea musicale.
La semplice ed efficace melodia della romanza Idillio, indicato come Andantino
pastorale, si sviluppa su un testo del poeta e scrittore Gaetano Montedoro, originario
di Venosa, con il quale il Bellucci strinse una fervida e duratura amicizia. La costru-
zione musicale è estremamente equilibrata e simmetrica, sebbene non ci sia corrispon-
denza tra le quartine del testo poetico e le frasi musicali: all’intera struttura testuale
è destinata infatti una forma musicale bipartita, composta da due sezioni identiche
sia melodicamente che armonicamente – sicché alle prime tre quartine corrisponde
la prima sezione musicale e alle ultime tre la seconda –, eccezion fatta per il pianofor-

16 - Mattinata è inserita nelle Rime nuove di Giosuè Carducci. La raccolta, scritta tra il 1861 e il
1887, è pervasa da atteggiamenti contemplativi e nostalgici, intimi e privati. Questo testo fu musicato,
tra l’Ottocento e il Novecento, da ben ventuno compositori.
A. Olivieri · Le romanze da salotto di Michele Bellucci: edizioni e autografi 159

te che, nella seconda parte, imita all’unisono il soprano fiorendo la melodia con trilli.
Il manoscritto, stilato con sicurezza e privo di rilevanti correzioni, manca di un dedi-
catario oltre che di qualsiasi segno di espressione, dinamica o agogica.
La romanza Autunno (figura 7), definita ‘melodia’, è anch’essa su testo di Gaeta-
no Montedoro. La lirica, dal titolo piuttosto comune nell’Ottocento, ha versi di
metrica varia (endecasillabi, settenari, ottonari e novenari) ed è adagiato su una com-
posizione musicale descrittiva e malinconica. Un languido Adagio in 6/8, nella to-
nalità di sol minore, introduce un Poco agitato in cui il pianoforte asseconda le di-
scese del canto con nervosi accordi ribattuti; segue un Lento, che prepara finalmen-
te il più disteso Andante largo in 3/4, nella luminosa tonalità di sol maggiore. Il
manoscritto, perfettamente intellegibile e ordinato, presenta solo alcune piccole ra-
sure e correzioni.
Su testo dell’avvocato Nicola de Nicolò, 17più noto con lo pseudonimo di Don
Ramiro, Vocazione rappresenta l’esempio più significativo della vicinanza delle ro-
manze del Bellucci ad una dimensione operistica. La romanza è strutturata come
una sorta di scena d’opera, in un’alternanza di momenti lenti e più mossi. Ad un
iniziale Allegretto in 3/4, segue un Meno mosso che si configura come un vero e pro-
prio recitativo accompagnato caratterizzato da un andamento libero e da un’enun-
ciazione quasi salmodica, su una base strumentale costituita da note lunghe e gravi.
La sezione successiva è un Andantino in 2/4, seguito dalla ripresa del Primo tempo
in 3/4. Segue una coda, caratterizzata da una vocalità più distesa e più spinta, come
da tradizionale finale di scena operistica. Il manoscritto autografo presenta solo al-
cune piccole correzioni musicali e testuali, ed è privo d’indicazioni dinamiche, di
agogica e di espressione.

Conclusioni
Michele Bellucci fu certamente un musicista e un intellettuale singolare, non solo
per origini, formazione e status, ma anche per ragioni anagrafiche. Egli si trovò, in-
fatti, ad operare in un periodo di grande sconvolgimento, che coincise con la trasfor-
mazione della romanza nella lirica da camera e, successivamente, la nascita della ‘can-
zone’ e della musica leggera, assieme alla riscoperta del grande repertorio strumentale
(Vivaldi, Tartini, Corelli). In questa tempesta, egli si trovò da solo a ricercare la sua
poetica, senza aver però modo di confrontarsi con un mondo musicale che si trasfor-
mava rapidamente e che, per quanto egli cercasse di documentarsi, gli era di fatto
lontano. Le sue romanze sono in qualche modo lo specchio di questa sua solitudine.

17 - «DE NICOLO’ On. Nicola da Bari, Scrittore, Poeta». Cfr. La vita e le opere cit., p. 112.
160 Intellettuali di Capitanata. La famiglia Bellucci

Figura 7: c. 1r del ms. della romanza Autunno.


Su gentile concessione dell’Archivio di Stato di Foggia.
A. Olivieri · Le romanze da salotto di Michele Bellucci: edizioni e autografi 161

Scrive Francesco Sanvitale, nella prefazione del mio volume: «La stessa scelta dei testi,
suggerita forse dai condizionamenti del fair play nel mondo in cui ormai viveva, sono
superati, appartengono più al salotto di Nonna Speranza del Gozzano che all’agitata
poetica di d’Annunzio, del Futurismo e degli altri linguaggi che popolavano l’estetica
letteraria dei primi quarant’anni dello scorso secolo». 18 È comunque sempre impor-
tante che si riscoprano e si rivalorizzino artisti che, studiati nel loro tempo e nel loro
ambito, hanno certamente qualcosa da dire e meritano un posto nella storia. Il Bel-
lucci, orgoglio di Manfredonia e della Capitanata, è indubbiamente tra questi.

18 - Olivieri, Le romanze da salotto cit., p. X.


Foggia
Foggia

La Magna Capitana

Intellettuali di Capitanata La famiglia Bellucci


Biblioteca Provinciale di Foggia
1834·2014
Sotto l’Alto Patronato del
Presidente della Repubblica

Comune di Manfredonia
Intellettuali di Capitanata

La famiglia Bellucci
a cura di Società Italiana
Antonio Caroccia di Musicologia

contributi di
Saverio Russo
Michele Ferri
Paolo Cascavilla
Gabriella Berardi Il volume raccoglie i contributi delle relazioni presentate al conve-
Vito Cristino gno di studi Intellettuali di Capitanata: la famiglia Bellucci (Foggia,
Sistiana Iacoviello Biblioteca Provinciale, 10-11 dicembre 2014). L’iniziativa ha permes-
Grazia Carbonella so di ricostruire le vicende del fondo bibliografico-archivistico del-
Pierfranco Moliterni la famiglia Bellucci. Nell’ambito della micro-storia, la famiglia Bel-
Antonio Caroccia lucci rappresenta una inesauribile miniera di informazioni, che,
Paologiovanni Maione racchiuse in questo volume, consentono oggi di ricostruire con più
Francesca Seller accuratezza i fatti, le vicende, gli accadimenti e le idee di un territo-
Paolo Candido rio storico-musicale, come quello di Capitanata.
Alessio Olivieri
Patrizia Balestra
Alessio Di Benedetto
Pasquale Scialò

Bellucci
a cura di Antonio Caroccia
Euro 25,00

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