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GIOVEDÌ

22 APRILE 2010 28
PREMI scienza
LA TERNA DEL SALGARI
Continua il dibattito
◆ Pino Cacucci con «Le balene lo sul libro di Piattelli Palmarini
sanno. Viaggio nella California
messicana» (Feltrinelli), Mino e Fodor dedicato agli errori
Milani con «L’autore si racconta»
(Franco Angeli) e Alfredo Colitto
dei neodarwinisti. Crolla
con «Cuore di ferro» (Piemme) il primato della «selezione
sono i tre autori vincitori del
Premio Letterario «Emilio naturale». Interviene Facchini
Salgari», giunto alla terza
edizione. La terna è stata scelta
dalla giuria degli esperti

Le «falle fatali»
composta da Alan D. Altieri, Luca
Crovi, Gianfranco de Turris,
Darwin Pastorin e Paola Pioppi.
La cerimonia conclusiva, nella
quale verrà proclamato il
supervincitore, è prevista in
Valpolicella, a Negrar, il 18
settembre prossimo. Venerdì 14
maggio, alle ore 11, il Premio

dell’evoluzione
Emilio Salgari verra presentato al
Salone del Libro di Torino.

Charles Darwin. Sopra, Massimo Piattelli Palmarini e, a destra, Luca Cavalli Sforza

DIBATTITI zione: le mutazioni, la selezione complesse (geni master), che com- bili interazioni fra organismi e am- no dettati dalle leggi biologiche
APERTI DI FIORENZO FACCHINI

hi pensasse che l’opera di


naturale, il drift genetico, il flusso
genico, e attribuisce un ruolo guida
paiono più volte in modo conver-
gente e indipendente nel corso
biente) e non esitano a parlare di
"falle fatali" della teoria della sele-
dello sviluppo (cfr. Il Sole 24 Ore, 18
aprile). Nessuno può negare che la
C Massimo Piattelli Palmarini
e Jerry Fodor, Gli errori di
Darwin, in uscita in questi giorni
alla selezione naturale. Tutto que-
sto ben si adatta alla genetica delle
popolazioni – come ha richiamato
dell’evoluzione (come per lo svi-
luppo dell’occhio o per i segmenti
del corpo negli Artropodi come nei
zione naturale. Un sasso nello sta-
gno gettato da due scienziati co-
gnitivisti di formazione darwiniana
selezione abbia avuto un ruolo im-
portante, Ma esso viene ridimen-
sionato alla luce dei nuovi studi. La
da Feltrinelli, metta in discussione anche di recente Luigi Cavalli Sfor- Vertebrati). Si osserva una notevole con grande coraggio e onestà intel- selezione non è stata l’unico moto-
l’evoluzione (e alcuni si sono af- za sulla «Repubblica» – ed è un invarianza dei mattoni genetici lettuale, pur sapendo di andare re della evoluzione o forse si è rea-
frettati a dirlo) sbaglierebbe di modello valido nello studio delle della evoluzione. Vi sarebbero vin- controcorrente nel sollevare criti- lizzata con intensità diverse nel
grosso; altrettanto chi pensasse variazioni che si osservano nel- coli imposti da correlazioni di svi- che severe alla teoria della selezio- corso dell’evoluzione in relazione
che potesse leggersi in chiave crea- l’ambito della specie e per la for- luppo. Il successo per la sopravvi- ne naturale, ritenuta da gran parte alle novità genetiche emerse nel-
zionista. Gli autori stessi si preoc- mazione di nuove specie o per se- venza avrebbe dei limiti che non dei neodarwinisti come spiegazio- l’ontogenesi (che possono deter-
la recensione cupano di chiarire che le loro criti- guire i cambiamenti nel mondo sono solo quelli ne adeguata di tut- minare anche nuovi corsi evoluti-
che non vanno confuse con posi- dei batteri. La sua estensione per ambientali di ordi- L’adattamento to il processo evo- vi), un ruolo che comunque si è
zioni creazioniste o del «disegno spiegare tutto il processo evolutivo, ne selettivo, ma so- lutivo. Per la verità svolto su quello che veniva offerto
intelligente» e si dichiarano atei compresa la formazione dei grandi no precedenti, im- non può essere anche altri, fra cui dallo sviluppo ontogenetico e con
La nostra società convinti. Il merito dell’opera è di a-
vere sollevato questioni scientifi-
phila evolutivi, appare una sempli-
ficazione eccessiva e ha sempre
posti dalla struttura
interna dell’organi-
l’unica chiave chi scrive, hanno
più volte espresso
adeguate interazioni tra fattori in-
terni e esterni. Chi poi volesse uti-
è una grande vetrina che sul neodarwinismo sviluppan- sollevato in non pochi scienziati smo. Non tutto è di lettura e forse l’opinione che il lizzare le nuove vedute per conte-
della superficialità do il dibattito sui meccanismi bio- delle riserve. C’è la dimensione casuale nel senso non è nemmeno neodarwinismo ri- stare l’evoluzione o per aprire a in-
logici della evoluzione della vita. tempo, che pone dei limiti alla for- comunemente in- chieda delle inte- terventi creazionisti per la com-
Una discussione che è sempre ri- mazione di caratteri complessi con teso, non tutto è re- il fattore che ha grazioni, se ci si plessità delle strutture si mettereb-
DI LUCA MIELE masta aperta, ma troppo spesso la pura casualità delle mutazioni, golato dalla sele- guidato la nascita porta oltre la mi- be fuori strada. La crescita della
deviata dalla presentazione dell’e- sia pure vagliate dalle mutevoli zione naturale.
occhio ha un riparo, la voluzione in alternativa alla crea- condizioni ambientali. C’è la con- Dunque la selezio- della vita terrestre croevoluzione. La
discussione riguar-
complessità delle forme di vita va
spiegata con gli strumenti conosci-
L’ palpebra. L’orecchio
invece non ha protezione:
è una cavità aperta. Su questa -
zione, una posizione da cui molti
faticano a schiodarsi. La critica de-
gli autori non riguarda il fatto del-
vergenza dello sviluppo di certe
strutture in serie evolutive lontane
nello spazio e nel tempo che viene
ne naturale non a-
vrebbe avuto un
ruolo guida, come sostenuto dal
da il ruolo della se-
lezione naturale o,
se si vuole, la dimensione adattati-
tivi che la scienza ci offre e se non
siamo pienamente soddisfatti si
dovrà riconoscerlo e ricercare an-
solo apparente - minima l’evoluzione, ma il ruolo della sele- messa in evidenza nella storia della neodarwinismo, non potrebbe es- va, che non può essere l’unica cora. Modalità nuove e vincoli di
differenza, poggia la gerarchia zione naturale che è centrale nel vita sulla terra. Le riserve trovano sere più vista come il demiurgo chiave di lettura e non sarebbe sviluppo, regole d’ordine, auto-or-
sulla quale il pensiero occidentale pensiero di Darwin, mentre non una conferma alla luce delle sco- della evoluzione. Questa posizione neppure il fattore più importante ganizzazione: una natura da sco-
ha edificato se stesso: il primato dovrebbe considerarsi tale. A metà perte della biologia evolutiva dello è chiaramente illustrata nel volu- dell’evoluzione, anche se non è prire nel suo funzionamento che si
della vista rispetto all’udito. Non a del secolo scorso c’è stata l’elabo- sviluppo (evo-devo), cioè dagli stu- me di Piattelli Palmarini e Fodor al- mai stato negato dai darwinisti che è realizzata nel tempo per delle
caso le due parole chiave della razione della teoria sintetica della di degli effetti di modificazioni ge- la luce di varie ricerche di biologia nella evoluzione possano formarsi sue potenzialità e con razionalità.
filosofia platonica idea e eidos evoluzione (o neodarwinismo) alla netiche praticate sperimentalmen- evolutiva dello sviluppo e di altri caratteri senza un valore adattati- Ma anche le potenzialità e la razio-
discendono dal verbo idein, luce delle scoperte della genetica te nel corso dell’ontogenesi di varie studi compiuti negli ultimi anni. vo. Secondo lo zoologo Alessandro nalità della natura richiedono una
vedere. La vista seleziona, l’udito che vede nelle mutazioni le varia- specie. Le nuove ricerche portano Gli studiosi riconoscono anche che Minelli (fra i maggiori esperti italia- causa adeguata che non può essere
invece è «passivo» (Adorno), zioni spontanee di cui parlava l’attenzione sulla costanza di certe la selezione non è in grado di spie- ni in questo campo), le nuove ve- nella natura, una prospettiva che
esposto - come ha scritto Davide Darwin, dovute a errori nella repli- strutture (ad esempio il numero gare programmi comportamentali dute di evo-devo non sono un’alter- Fodor e Piattelli Palmarini non
Sparti - «agli eventi sonori che non cazione del Dna e dell’Rna, quindi delle zampe nelle diverse specie di innati complessi, come quelli di nativa alla teoria della evoluzione considerano, anzi escludono, ma
controlla ma subisce». Ma cosa a eventi casuali. Si è affermato il scolopendre è sempre dispari), sul- certi insetti, e neppure la morfoge- per selezione naturale, giacché la di cui non si può fare a meno se si
accade quando l’immagine paradigma evolutivo che riconosce la identificazione di geni regolatori nesi. Si dimostrano aperti ad altre selezione naturale lavora su ciò che allarga la riflessione a un piano di
diventa “totalitaria”? Quando cioè quattro grandi fattori della evolu- non di proteine, ma di strutture vedute (quali l’epigenesi e le possi- è possibile e i limiti al possibile so- ordine filosofico.
- grazie all’avvento del
multimedia, quel sistema che
integra media audiovisivi e
stampati creando un unico
gigantesco flusso nel quale
collassa ogni distinzione tra reale e
virtuale - «la categoria “immagine”
diventa la categoria principale per
capire il nostro essere attuale»?
Francesco Bellino esamina con
grande lucidità le trasformazioni
imposte dal nuovo sistema dei
media. Con un punto di partenza:
il suo specifico «non è l’induzione
alla realtà virtuale, ma la
costruzione della virtualità reale».
Quali sono allora i caratteri della
società della comunicazione? Con
il suo avvento si volatizza, scrive
Bellino, «ogni linea di
demarcazione tra privato e
pubblico». È quella che Vanni
Codeluppi ha chiamato la
«vetrinizzazione sociale»:
«Vetrinizzarsi non è un semplice
mostrarsi. È un atto che implica
un’ideologia della trasparenza
assoluta». La società dello
spettacolo agisce poi sulla stessa
struttura dell’essere, perché tocca
le dimensioni che lo costituiscono:
i tempora. Scrive Bellino: «il tempo
si contrae, subisce un processo di
“puntillizzazione”, gli vengono
amputate le due estremità (il
passato e il futuro)». Tutto ciò che
esorbita da un presente eternizzato Charles Darwin in un disegno che lo ritrae al lavoro nel suo studio di casa
viene cancellato. Infine il sistema
multimediale produce una
“passivizzazione” degli attori
sociali, perché viene a cadere la
stessa categoria di mondo. «Siamo
entrati in un nuovo regime di
storicità: la comunicazione ha
preso il posto dell’azione». Ma se
l’antipinocchio
L’allegra biologia di De Grey vince il tempo?
questa è la diagnosi, esiste la
possibilità di una cura? Bellino di Andrea Vaccaro taccia lo scienziato detto della prestigiosa giuria matrimonio – dice –, chie- ci si poteva fare assoluta- che centinaio di anni, ha la
non ha dubbi: l’unica ricetta inglese di essere un (tra cui Rodney Brooks e dendo ogni sera a mia mo- mente nulla». Poi si è acceso consueta probabilità: «50-50,
possibile è ri-ancorare la società millantatore, un Craig Venter): nessuno dei tre glie: "oggi, tesoro, cosa hai il momento «eureka» e da al- abbiamo il 50% delle possibi-
dello spettacolo all’etica. Due a quando ha vinto – o provocatore e uno speculato- controargomenti pervenuti fatto?"». Adelaide, la moglie, lora la sua attività si è trasfor- lità di farcela entro venticin-
sono i gradini lungo i quali
muoversi. Primo: «il risveglio del
gusto, del senso del bello».
D quantomeno non ha
perso – la sfida Sens, il
volto oltremodo barbuto del
re e il suo metodo di essere
«ovviamente irrealizzabile».
Due mesi dopo, de Grey ha il
soddisfa i criteri stabiliti; nes-
suno si aggiudica i 20.000
dollari. E così, mentre i ter-
è genetista. Dalla prospettiva
di De Grey, la parte più diffi-
cile del suo impegno non è
mata in un «obbligo morale»
che gli fa dichiarare: "io vo-
glio salvare vite umane". A
que-trenta anni. Se saremo
sfortunati e scopriremo osta-
coli non previsti, allora ce ne
Secondo: «il risveglio della biogerontologo Aubrey de diritto di replica che, in so- mini della sfida continuano tanto l’aspetto tecnico quan- chi gli chiede del rischio di vorranno anche cento». Poi,
coscienza e dell’interiorità». Se la Grey compare sugli schermi stanza suona così: invece di ad essere validi, de Grey è to quello mentale-culturale: sovvertire il piano divino del- nel bel mezzo di un’intervi-
società dello spettacolo è velocità, televisivi e sui giornali, anche tante offese e sberleffi, per li- «scientificamente libero» di per lui l’invecchiamento è un le nascite e delle morti, egli sta, de Grey se ne esce con u-
trasparenza, eccedenza, l’etica italiani, con una certa caden- quidare la questione basta divulgare – con uno stile tra il problema da risolvere; per risponde che "se Dio vuole na qualche battuta disorien-
della comunicazione non può che za. Il guanto di detta sfida fu che indichiate dove ho sba- candido, il serio e l’ironico – quasi tutti gli altri, è un desti- davvero che tu muoia, un tante, come quella della don-
riscoprire la lentezza, la lanciato dall’autorevole rivi- gliato. Allora, «Technology il suo programma e prosegui- no, bene o male, da accettare. modo lo trova sempre", e co- na più anziana del mondo
profondità, la misura. sta del Mit, «Technology Re- Review» mette in palio 10.000 re il lavoro di «sviluppo delle Per lungo tempo, confessa in sì celiando apre a questioni che, incalzata dai giornalisti
view», nel febbraio 2005. De dollari per chi confuterà, in tecnologie che potranno ri- Ending Aging (Porre fine al- serissime. A chi prospetta il sul segreto della sua longe-
Francesco Bellino Grey aveva da poco diffuso il termini ingegneristici, il me- tardare e poi sconfiggere l’in- l’invecchiamento, 2007) «an- problema della sovrappopo- vità, rispose: «Perché ho deci-
PER UN’ETICA DELLA suo «codice Sens», una stra- todo Sens; de Grey ostenta la vecchiamento». La compe- che io, come molti miei colle- lazione, replica che «potremo so di smettere di fumare pre-
tegia in sette mosse di non sua sicurezza e, a nome della tenza informatica è arrivata ghi, ho studiato l’invecchia- anche decidere di essere noi sto: avevo appena 111 anni!»
COMUNICAZIONE semplice ingegneria genetica sua Fondazione Matusalem- con la laurea in computer mento come gli storici stu- la prossima giovane genera- E di nuovo non capisci se in
per dare scacco matto all’in- me, rilancia sul piatto una science a Cambridge; l’inte- diano la prima guerra mon- zione». Per chi vuol metterlo quello che dice c’è del vero,
Bruno Mondadori vecchiamento biologico. La pari somma. Dopo un anno resse per la biologia, invece, diale, un dramma disperata- alle strette, chiedendo se del probabile, oppure è tutto
Pagine 216. Euro 18 rivista americana, in sintesi, esatto – giugno 2006 –, il ver- «è nato nei primi due anni di mente complesso su cui non pensa davvero di vivere qual- uno scherzo.

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