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IL NUOVO CODICE DELLA

PROTEZIONE CIVILE

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COMITATO REGIONALE CRI ABRUZZO, 8 APRILE 2018
IL NUOVO CODICE DI PROTEZIONE CIVILE

Il Codice della Protezione Civile previsto dal d.lgs.


n. 1/2018 è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
del 22 gennaio 2018, n. 17.

Il decreto è stato emanato in attuazione della


legge n. 30/2017, recante:
“delega al Governo per il riordino delle
disposizioni legislative in materia di sistema
nazionale della protezione civile” www.cri.it
IL TESTO DEFINISCE:

finalità

attività

composizione

DEL SERVIZIO NAZIONALE


DELLA PROTEZIONE CIVILE

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CARATTERISTICHE DEL PROVVEDIMENTO

50 articoli

disciplina la materia normata in passato dalla legge 24


febbraio 1992 n°225 e succ. mod.

individua in modo specifico le competenze del


Dipartimento della Protezione Civile, delle Regioni, delle
Città metropolitane e delle Province, dei Vigili del fuoco,
dei Prefetti e dei Sindaci, nonché di quegli altri soggetti
che possono dare un contributo in sede di prevenzione e
di gestione delle calamità.
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OBIETTIVO DEL PROVVEDIMENTO

Rafforzamento complessivo dell’azione del servizio


nazionale di P.C. in tu:e le sue funzioni, con
par=colare rilievo alle a>vità opera=ve in emergenza

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DEFINIZIONI E FINALITA’ DEL SERVIZIO NAZIONALE
DELLA PROTEZIONE CIVILE
art. 1
1) Il Servizio nazionale della protezione civile, di seguito Servizio
nazionale, definito di pubblica u=lità, è il sistema che esercita la
funzione di protezione civile cos=tuita dall’insieme delle
competenze e delle a>vità volte a tutelare la vita, l’integrità
fisica, i beni, gli insediamen=, gli animali e l’ambiente dai danni
o dal pericolo di danni derivan= da even= calamitosi di origine
naturale o derivan= dall’a>vità dell’uomo.

2) Il Servizio nazionale concorre al perseguimento delle finalità


previste dalla norma=va dell’Unione europea in materia di
protezione civile.

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IL SOCCORSO ESTESO AGLI ANIMALI

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IL SOCCORSO ESTESO AGLI ANIMALI

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OBIETTIVO DEL PROVVEDIMENTO

L’ar+colo 1 del nuovo Codice della protezione civile definisce il


servizio come «l’insieme delle competenze e delle a>vità volte a
tutelare la vita, l’integrità fisica, i beni, gli insediamen=, gli
animali e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivan= da
even= calamitosi».

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OBIETTIVO DEL PROVVEDIMENTO

L’ar+colo 2 definisce l’a>vità di protezione civile come


«l’insieme, integrato e coordinato, delle misure e degli interven=
dire> ad assicurare il soccorso e l’assistenza alle popolazioni
colpite dagli even= calamitosi e agli animali

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ATTIVITA’ DI PROTEZIONE CIVILE

art. 2

Sono a>vità di protezione civile quelle volte alla previsione,


prevenzione e mi=gazione dei rischi, alla ges=one delle
emergenze e al loro superamento

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ATTIVITA’ DI PROTEZIONE CIVILE

art. 2

1) La previsione consiste nell’insieme delle a>vità, svolte anche


con il concorso di sogge> dota= di competenza scien=fica,
tecnica e amministra=va, dire:e all’iden=ficazione e allo
studio, anche dinamico, degli scenari di rischio possibili, per le
esigenze di allertamento del Servizio nazionale, ove possibile,
e di pianificazione di protezione civile.

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ATTIVITA’ DI PROTEZIONE CIVILE

art. 2

2) La prevenzione consiste nell’insieme delle a>vità di natura


stru:urale e non stru:urale, svolte anche in forma integrata,
dire:e a evitare o a ridurre la possibilità che si verifichino
danni conseguen= a even= calamitosi anche sulla base delle
conoscenze acquisite per effe:o delle a>vità di previsione.

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ATTIVITA’ DI PROTEZIONE CIVILE

art. 2
L’art. 2 cita chiaramente le par= di previsione, prevenzione e
mi=gazione dei rischi.
Prima era inserita nella fase di superamento dell’emergenza mentre
ora si parla subito di mi=gazione dei rischi e poi di ges=one
dell’emergenza.
Nella precedente norma=va si indicava “soccorso alla popolazione
colpita da evento e superamento”.

Si inserisce quindi in tu:o il nuovo testo una parola chiave:

RESPONSABILITA’

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art. 2 Attività di prevenzione NON strutturale

a) l’allertamento del Servizio Nazionale,


b)la pianificazione di protezione civile, come disciplinata dall’ar=colo 18;
c) la formazione e l’acquisizione di ulteriori competenze professionali degli
operatori del Servizio nazionale;
d) l’applicazione e l’aggiornamento della norma=va tecnica di interesse;
e) la diffusione della conoscenza e della cultura della protezione civile,
f) l’informazione alla popolazione sugli scenari di rischio e le rela=ve
norme di comportamento nonché sulla pianificazione di protezione civile;
g) la promozione e l’organizzazione di esercitazioni ed altre a>vità
addestra=ve e forma=ve,
h) le a>vità di cui al presente comma svolte all’estero
i) le a>vità volte ad assicurare il raccordo tra la pianificazione di
protezione civile e la pianificazione territoriale e le procedure
amministra=ve di ges=one del territorio per gli aspe> di competenza
delle diverse componen=.
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art. 2 Attività di prevenzione strutturale

a) la partecipazione all’elaborazione delle linee di indirizzo nazionali e


regionali per la definizione delle poli=che di prevenzione stru:urale dei
rischi naturali o derivan= dalle a>vità dell’uomo e per la loro
a:uazione;

b) la partecipazione alla programmazione degli interventi finalizzati alla


mitigazione dei rischi naturali o derivanti dall’attività dell’uomo e alla
relativa attuazione;

c) l’esecuzione di interventi strutturali di mitigazione del rischio in


occasione di eventi calamitosi, in coerenza con gli strumenti di
programmazione e pianificazione esistenti;

d) le azioni integrate di prevenzione strutturale e non strutturale per finalità


di protezione civile di cui all’articolo 22.


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ATTIVITA’ DI PROTEZIONE CIVILE

La ges=one dell’emergenza consiste nell’insieme, integrato e


coordinato, delle misure e degli interven= dire> ad assicurare
il soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite dagli even=
calamitosi e agli animali e la riduzione del rela=vo impa:o,
anche mediante la realizzazione di interven= indifferibili e
urgen= ed il ricorso a procedure semplificate, e la rela=va
a>vità di informazione alla popolazione

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ATTIVITA’ DI PROTEZIONE CIVILE

Il superamento dell’emergenza consiste nell’a:uazione


coordinata delle misure volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa
delle normali condizioni di vita e di lavoro, per ripris=nare i servizi
essenziali e per ridurre il rischio residuo nelle aree colpite dagli
even= calamitosi, oltre che alla ricognizione dei fabbisogni per il
ripris=no delle stru:ure e delle infrastru:ure pubbliche e private
danneggiate, nonché dei danni subi= dalle a>vità economiche e
produ>ve, dai beni culturali e dal patrimonio edilizio e all’avvio
dell’a:uazione delle conseguen= prime misure per fronteggiarli.

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SERVIZIO NAZIONALE DI PROTEZIONE CIVILE

art.3

1) Fanno parte del Servizio nazionale le autorità di protezione


civile che, secondo il principio di sussidiarietà, differenziazione
e adeguatezza, garan=scono l’unitarietà dell’ordinamento
esercitando, in relazione ai rispe>vi ambi= di governo, le
funzioni di indirizzo poli=co in materia di protezione civile e
che sono:

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SERVIZIO NAZIONALE DI PROTEZIONE CIVILE

art.3

2) Il Servizio nazionale che si ar=cola in componen=, stru:ure


opera=ve nazionali e regionali nonché sogge> concorren=

3) L’ar=colazione di base dell’esercizio della funzione di


protezione civile a livello territoriale è organizzata nell’ambito
della pianificazione di cui all’ar=colo 18, che, nel rispe:o dei
principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, definisce
gli ambi= territoriali e organizza=vi o>mali individua= dalle
Regioni.

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COMPONENTI DEL SERVIZIO NAZIONALE DI P.C.

art.4

1) Lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di


Bolzano e gli En= Locali sono componen= del Servizio
Nazionale e provvedono all’a:uazione delle a>vità di cui
all’ar=colo 2, secondo i rispe>vi ordinamen= e competenze.

2) Le componen= del Servizio Nazionale possono s=pulare


convenzioni con le stru:ure opera=ve e i sogge> concorren=
di cui all’ar=colo 13, comma 2 o con altri sogge> pubblici.

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COMPONENTI DEL SERVIZIO NAZIONALE DI P.C.

art.4

3) Le componen= del Servizio Nazionale che detengono o


ges=scono informazioni u=li per le finalità del presente
decreto, sono tenute ad assicurarne la circolazione e
diffusione nell’ambito del Servizio stesso, nel rispe:o delle
vigen= disposizioni in materia di trasparenza e di protezione
dei da= personali, ove non coperte da segreto di Stato, ovvero
non a>nen= all’ordine e alla sicurezza pubblica nonché alla
prevenzione e repressione di rea=.

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ATTRIBUZIONE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
art.5 DEI MINISTRI
1) Il Presidente del Consiglio dei ministri, per il conseguimento
delle finalità del Servizio nazionale, de+ene i poteri di
ordinanza in materia di protezione civile, che può esercitare,
salvo che sia diversamente stabilito con la deliberazione di cui
all’ar=colo 24, per il tramite del Capo del Dipar=mento della
protezione civile, e determina le poli=che di protezione civile
per la promozione e il coordinamento delle a>vità delle
amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, delle
regioni, delle ci:à metropolitane, delle province, dei comuni,
degli en= pubblici nazionali e territoriali e di ogni altra
is=tuzione e organizzazione pubblica o privata presente sul
territorio nazionale.
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ATTRIBUZIONE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
art.5 DEI MINISTRI
2) Il Presidente del Consiglio dei ministri, con dire>ve da
ado:arsi ai sensi dell’ar=colo 15, predispone gli indirizzi per
lo svolgimento, in forma coordinata, delle a>vità di
protezione civile di cui all’ar=colo 2, al fine di assicurarne
l’unitarietà nel rispe:o delle peculiarità dei territori.

3) Il Governo riferisce annualmente al Parlamento sulle a>vità


di protezione civile nonché sull’u=lizzo del Fondo nazionale
per la protezione civile, del Fondo regionale di protezione
civile e del Fondo per le emergenze nazionali di cui al Capo VI.

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ATTRIBUZIONE DELLE AUTORITA’ TERRITORIALI
art.6

I Sindaci metropolitani e i Presiden= delle Regioni, in qualità di


autorità territoriali di protezione civile, esercitano le funzioni
di vigilanza sullo svolgimento integrato e coordinato delle
medesime a>vità da parte delle stru:ure afferen= alle
rispe>ve amministrazioni. Le autorità territoriali di
protezione civile sono responsabili, con riferimento agli
ambi= di governo e alle funzioni di competenza e nel rispe:o
delle vigen= norma=ve in materia:

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ATTRIBUZIONE DELLE AUTORITA’ TERRITORIALI
art.6

a) del recepimento degli indirizzi nazionali in materia di


protezione civile;

b) della promozione, dell’a:uazione e del coordinamento delle


a>vità di esercitate dalle stru:ure organizza=ve di propria
competenza;

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ATTRIBUZIONE DELLE AUTORITA’ TERRITORIALI
art.6

c) della des=nazione delle risorse finanziarie finalizzate allo


svolgimento delle a>vità di protezione civile

d) dell’ar=colazione delle stru:ure organizza=ve preposte


all’esercizio delle funzioni di protezione civile e
dell’a:ribuzione, alle medesime stru:ure, di personale
adeguato e) della disciplina di procedure e modalità di
organizzazione dell’azione amministra=va delle stru:ure e
degli en= afferen= alle rispe>ve amministrazioni

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Rafforzamento complessivo dell’azione del servizio nazionale
di protezione civile in tutte le sue funzioni, con particolare rilievo
per le attività operative in emergenza:

stabilisce la possibilità di svolgere le funzioni da parte dei


Comuni in forma aggregata e collegata al fondo regionale di
protezione civile

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Ruolo del
Sindaco
Attività responsabilizzante

Componente di indirizzo politico,


amministrativo, operativo

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Ruolo del Sindaco
Coerenza delle a>vità in ambito territoriale con recepimento e
a:uazione delle linee guida e programma=che nazionali

Coordinamento delle a>vità delle Amministrazioni in rispe:o


alle a>vità di P.C. anche definendo delle norme organizza=ve
specifiche che tengano conto delle esigenze che il sistema di P.C.
ha. (es. organizzazione del bilancio che nell’asse:o di
impostazione non può essere rigido come altri capitoli per la
=pologia stesa di a>vità)

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Ruolo del Sindaco

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TIPOLOGIA DI EVENTI EMERGENZIALI
art.7

A
Emergenze connesse con even= calamitosi di origine naturale o
derivan= dall’a>vità dell’uomo che possono essere fronteggia=
mediante interven= a:uabili, dai singoli en= e amministrazioni
competen= in via ordinaria;

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TIPOLOGIA DI EVENTI EMERGENZIALI
art.7

B
emergenze connesse con even= calamitosi di origine naturale o
derivan= dall’a>vità dell’uomo che per loro natura o
estensione comportano l’intervento coordinato di più en= o
amministrazioni, e debbono essere fronteggia= con mezzi e
poteri straordinari da impiegare durante limita= e predefini=
periodi di tempo, disciplina= dalle Regioni e dalle Province
autonome di Trento e di Bolzano nell’esercizio della rispe>va
potestà legisla=va;

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TIPOLOGIA DI EVENTI EMERGENZIALI
art.7

C
Emergenze di rilievo nazionale connesse con even= calamitosi di
origine naturale o derivan= dall’a>vità dell’uomo che in ragione
della loro intensità o estensione debbono, con immediatezza
d’intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari
da impiegare durante limita= e predefini= periodi di tempo ai
sensi dell’ar=colo 24.

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FUNZIONI DEL DPC
art.8

Il Presidente del Consiglio dei ministri, si avvale del Dipar=mento


della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri,
per lo svolgimento dei seguen= compi= che, nell’ambito delle
a>vità di cui all’ar=colo 2, hanno rilievo nazionale:

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FUNZIONI DEL DPC
art.8 a)

l’indirizzo, la promozione e il coordinamento delle a>vità delle


amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, delle regioni,
dei comuni e delle rela=ve forme di aggregazione o di esercizio
aggregato di funzioni, delle ci:à metropolitane, delle province in
qualità di en= di area vasta […] , degli en= pubblici nazionali e
territoriali e di ogni altra is=tuzione ed organizzazione pubblica o
privata presente sul territorio nazionale in materia di protezione
civile, anche mediante l’a>vazione di un osservatorio sulle buone
pra=che nelle a>vità di protezione civile;

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FUNZIONI DEL DPC
art.8 b)
l’elaborazione dei provvedimen= finalizza= alla ges=one delle
situazioni di emergenza di rilievo nazionale previste o in a:o;
art.8 c)
l’elaborazione delle proposte delle dire>ve di cui all’ar=colo 15
art.8 d)

l’elaborazione e il coordinamento dell’a:uazione dei piani


nazionali riferi= a specifici scenari di rischio di rilevanza nazionale
e dei programmi nazionali di soccorso, contenen= il modello di
intervento per l’organizzazione della risposta opera=va in caso o
in vista di even= calamitosi di rilievo nazionale;
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FUNZIONI DEL DPC
art.8 e)
il coordinamento dell’intervento del Servizio nazionale, al
verificarsi di emergenze di rilievo nazionale,
art.8 f)
gli indirizzi generali per le a>vità di formazione in materia di
protezione civile, in raccordo con le Regioni e le Province
autonome di Trento e di Bolzano;

art.8 g)
la promozione di studi e ricerche sulla previsione e la
prevenzione dei rischi naturali o connessi con l’a>vità dell’uomo;

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FUNZIONI DEL DPC
art.8 h)
l’esecuzione, per verificare i piani nazionali, di esercitazioni di
protezione civile, di intesa con le regioni e gli en= locali
interessa=
art.8 i)
la definizione dei criteri generali per l’individuazione delle zone
sismiche e la partecipazione al processo di elaborazione delle
norme tecniche per le costruzioni nelle medesime zone
art.8 l)
il coordinamento della partecipazione del Servizio nazionale alle
poli=che di protezione civile dell’Unione europea

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FUNZIONI DEL PREFETTO
art.9)

In occasione degli even= emergenziali di cui all’ar=colo 7, comma


1, le:ere b) e c), ovvero nella loro imminenza o nel caso in cui il
verificarsi di tali even= sia preannunciato con le modalità di cui
all’ar=colo 2, comma 4, le:era a), il Prefe:o, nel limite della
propria competenza territoriale:

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FUNZIONI DEL PREFETTO
art.9 a)

assicura un costante flusso e scambio informa=vo con il


Dipar=mento della protezione civile, la Regione, i Comuni,
secondo quanto previsto nella pianificazione di cui all’ar=colo 18,
e il Dipar=mento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della
difesa civile del Ministero dell’interno;

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FUNZIONI DEL PREFETTO
art.9 b)

assume, nell’immediatezza dell’evento in raccordo con il


Presidente della giunta regionale e coordinandosi con la stru:ura
regionale di protezione civile, la direzione unitaria di tu> i servizi
di emergenza da a>vare a livello provinciale, curando
l’a:uazione del piano provinciale di protezione civile, reda:o in
conformità agli ar=coli 11, comma 1, le:era b) e 18,
coordinandoli con gli interven= messi in a:o dai comuni
interessa=, sulla base del rela=vo piano di protezione civile,
anche al fine di garan=re l’immediata a>vazione degli interven=
di primo soccorso alla popolazione;

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FUNZIONI DEL PREFETTO
art.9 c)
promuove e coordina l’adozione dei provvedimen= necessari per
assicurare l’intervento delle stru:ure dello Stato presen= sul
territorio provinciale;

art.9 d)

vigila sull’a:uazione dei servizi urgen=, anche di natura tecnica, a


livello provinciale, segnalando, con le modalità di cui alla le:era
a), eventuali esigenze di ulteriori concorsi d’intesa con il
Presidente della Giunta regionale;

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FUNZIONI DEL PREFETTO

art.9 e)

a>va gli en= e le amministrazioni dello Stato, anche ai sensi


dell’ar=colo 13, comma 4, della legge 1° aprile 1981, n. 121, e
assicura il loro concorso coordinato anche mediante idonee
rappresentanze presso i centri opera=vi comunali.

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FUNZIONI DEL PREFETTO

Il Prefe:o, ai fini dello svolgimento dei compi= di cui al comma 1


e per il coordinamento dei servizi di emergenza a livello
provinciale, ado:a tu> i provvedimen= di propria competenza
necessari ad assicurare i primi soccorsi a livello provinciale,
comunale o di ambito ai sensi dell’ar=colo 3, comma 3, nel
quadro degli organismi di coordinamento provvisorio previs=
nella dire>va di cui all’ar=colo 18, comma 4.

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FUNZIONI DEL PREFETTO

Con=nuano ad applicarsi le disposizioni vigen= nell’ordinamento


giuridico della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, della
Regione autonoma della Sardegna, della Regione autonoma Valle
d’Aosta e delle Province autonome di Trento e di Bolzano.

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Rafforzamento complessivo dell’azione del servizio nazionale
di protezione civile in tutte le sue funzioni, con particolare rilievo
per le attività operative in emergenza:

migliora la definizione della catena di comando e di controllo in


emergenza in funzione delle diverse =pologie di emergenze

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FUNZIONI DEL DPC
Il Dipar=mento della protezione civile partecipa all’elaborazione delle
linee di indirizzo nazionali per la definizione delle poli=che di
prevenzione stru:urale dei rischi naturali o derivan= dalle a>vità
dell’uomo e per la loro a:uazione.
A tal fine la rappresentanza del Dipar=mento della protezione civile è
integrata nelle commissioni, comita= od organismi competen=,
comunque denomina=, di rilevanza nazionale e deputa= alla
programmazione, all’indirizzo e al coordinamento di tali a>vità, sulla
base di provvedimen= da ado:arsi a cura delle autorità competen=
entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
Il Dipar=mento della protezione civile esprime pareri e proposte sugli
a> e i documen= prodo>, in materia, dalle Amministrazioni preposte,
ove previsto o su richiesta della medesima Amministrazione.

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Rafforzamento complessivo dell’azione del servizio nazionale
di protezione civile in tutte le sue funzioni, con particolare rilievo
per le attività operative in emergenza:

migliora la definizione delle funzioni del Corpo nazionale dei


Vigili del Fuoco (art.10), nell’ambito del servizio di protezione
civile, quale componente fondamentale

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Rafforzamento complessivo dell’azione del servizio nazionale
di protezione civile in tutte le sue funzioni, con particolare rilievo
per le attività operative in emergenza:

chiarisce in modo più netto la differenziazione


tra la linea politica e quella amministrativa e
operativa ai differenti livello di governo territoriale
Funzioni delle Regioni e disciplina delle città metropolitane e
delle province: art 11
Funzioni dei Comuni ed esercizio della funzione associata
nell’ambito del servizio nazionale della PC: art. 12

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STRUTTURE OPERATIVE

art.13)

Oltre al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che opera quale componente
fondamentale del Servizio nazionale della protezione civile, sono strutture
operative nazionali:

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STRUTTURE OPERATIVE

art.13)
a) le Forze Armate;
b) le Forze di polizia;
c) gli Enti e Istituti di ricerca di rilievo nazionale con finalità di protezione
civile, anche organizzati come centri di competenza, l’Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia e il Consiglio nazionale delle ricerche;
d) le strutture del Servizio Sanitario Nazionale;
e) il Volontariato organizzato di protezione civile iscritto nell’elenco
nazionale del volontariato di protezione civile, l’Associazione della Croce
Rossa ItalianaItaliana e il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e
Speleologico;
f) il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente;
g)le strutture preposte alla gestione dei servizi meteorologici a livello
nazionale.

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STRUTTURE OPERATIVE

Concorrono, altresì, alle a>vità di protezione civile gli ordini e i


collegi professionali e i rispe>vi Consigli nazionali, anche
mediante forme associa=ve o di collaborazione o di cooperazione
appositamente definite tra i rispe>vi Consigli nazionali
nell’ambito di aree omogenee, e gli en=, gli is=tu= e le agenzie
nazionali che svolgono funzioni in materia di protezione civile e
aziende, società e altre organizzazioni pubbliche o private che
svolgono funzioni u=li per le finalità di protezione civile.

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STRUTTURE OPERATIVE

Le Regioni, rela=vamente ai rispe>vi ambi= territoriali, e nei


limi= delle competenze loro a:ribuite, possono individuare
proprie stru:ure opera=ve regionali del Servizio nazionale, in
ambi= opera=vi diversi da quelli di riferimento delle stru:ure di
cui al comma 1.

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STRUTTURE OPERATIVE

Le stru:ure opera=ve nazionali e regionali svolgono, nell’ambito


delle rispe>ve competenze is=tuzionali, salvo quanto previsto
dal comma 5, le a>vità previste dal presente decreto. Con le
dire>ve di cui all’ar=colo 15, si provvede a disciplinare specifiche
forme di partecipazione, integrazione e collaborazione delle
stru:ure opera=ve nel Servizio nazionale della protezione civile.

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COORDINAMENTO ED INTERVENTO UNITARIO

Al fine di assicurare il coordinamento degli interven= delle


componen= e delle stru:ure opera=ve, si prevede la
convocazione del Comitato Opera+vo Nazionale della
Protezione Civile (art. 14).

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COORDINAMENTO ED INTERVENTO UNITARIO

Al fine di assicurare il coordinamento degli interven= delle


componen= e delle stru:ure opera=ve, si prevede la
convocazione del Comitato Opera+vo Nazionale della
Protezione Civile (art. 14).

Al fine di assicurare, sul piano tecnico, l’indirizzo unitario per


l’esercizio delle funzioni e lo svolgimento delle a>vità di
protezione civile è disciplinata l’adozione di dire>ve del
Presidente del Consiglio dei ministri (art. 15).

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DEFINIZIONE RISCHI E SISTEMI ALLERTAMENTO

art.16 e 17)

L’azione del Servizio nazionale si esplica, in par=colare, in


relazione alle seguen= =pologie di rischi: sismico, vulcanico, da
maremoto, idraulico, idrogeologico, da fenomeni meteorologici
avversi, da deficit idrico e da incendi boschivi.

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DEFINIZIONE RISCHI E SISTEMI ALLERTAMENTO

art.16 e 17)

Si stabilisce che il sistema di allertamento, ar=colato in un livello


nazionale e uno regionale, abbia come obie>vo, ove possibile:
il preannuncio in termini probabilis=ci degli even=
il monitoraggio e la sorveglianza in tempo reale degli stessi e
dell’evoluzione degli scenari di rischio, al fine di a>vare il
servizio nazionale della protezione civile ai differen= livelli
territoriali;

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DEFINIZIONE RISCHI E SISTEMI ALLERTAMENTO

art.16 e 17)

Si prevede inoltre in modo esplicito la partecipazione dei


ci:adini, in forma singola o associata, al processo di elaborazione
della pianificazione di protezione civile, in correlazione alle
esigenze di diffusione della conoscenza di tali strumen= e della
rela=va informazione.

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Rafforzamento complessivo dell’azione del servizio nazionale
di protezione civile in tutte le sue funzioni, con particolare rilievo
per le attività operative in emergenza:

Vengono definite le attività di pianificazione


(art. 18) volte a individuare a livello territoriale gli
ambiti ottimali che garantiscano l’effettività delle
funzioni di protezione civile

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QUADRO GENERALE PER LA GESTIONE DELLE
EMERGENZE DI RILIEVO NAZIONALE

1 DICHIARAZIONE STATO DI MOBILITAZIONE

2 DICHIARAZIONE STATO DI EMERGENZA

3 INDIVIDUAZIONE ULTERIORI RISORSE

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Rafforzamento complessivo dell’azione del servizio nazionale
di protezione civile in tutte le sue funzioni, con particolare rilievo
per le attività operative in emergenza:

introdo:o il provvedimento della


“mobilitazione nazionale” Art.23
preliminare a quello della dichiarazione dello stato d’emergenza

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DICHIARAZIONE DELLO STATO DI MOBILITAZIONE

La dichiarazione dello stato di mobilitazione del servizio


nazionale della protezione civile consente un intervento del
sistema nazionale anche in fase preven=va, ove possibile.

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Rafforzamento complessivo dell’azione del servizio nazionale
di protezione civile in tutte le sue funzioni, con particolare rilievo
per le attività operative in emergenza:

individuate procedure più rapide per la definizione dello stato di


emergenza (Art. 24), con un primo stanziamento non collegato come
a:ualmente alla ricognizione del danno

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DICHIARAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA

la dichiarazione dello stato di emergenza, con la definizione di un


primo stanziamento da des=nare all’avvio delle a>vità di
soccorso e di assistenza alla popolazione.

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DICHIARAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA

Tale fase si a>va al verificarsi degli even= di livello nazionale, a


seguito di una valutazione spedi=va eseguita dal Dipar=mento
della Protezione Civile, sulla base delle informazioni ricevute in
raccordo con i territori, nelle more della ricognizione puntuale
del danno (oggi il primo stanziamento avviene dopo la
ricognizione del danno con allungamento dei tempi di delibera e
di intervento)

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DICHIARAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA

Tra le principali novità riguardan= lo stato di emergenza:

DURATA:
si prevede, in par=colare, che la dichiarazione non possa
superare in termini temporali i 12 mesi più 12, in luogo dei 6 mesi
più 6 previs= oggi.

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DICHIARAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA
Tra le principali novità riguardan= lo stato di emergenza:

ORDINANZE
Le ordinanze di protezione civile sono emanate acquisita l’intesa
delle Regioni interessate e possono intervenire, oltre che
riguardo all’organizzazione e all’effe:uazione degli interven= di
soccorso e assistenza alla popolazione, al ripris=no della
funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastru:ure di re=
strategiche, alla ges=one dei rifiu=, delle macerie e alle misure
volte a garan=re la con=nuità amministra=va, anche riguardo
all’a>vazione delle prime misure economiche di immediato
sostegno al tessuto economico e sociale dei ci:adini e delle
a>vità economiche e produ>ve dire:amente interessate
dall’evento per fronteggiare le necessità più urgen=.
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INDIVIDUAZIONE RISORSE PER CONTINUAZIONE
ATTIVITA’
art.28

Al fine di dare avvio all’a:uazione delle prime misure per fare


fronte ai danni occorsi al patrimonio pubblico, privato ed alle
a > v i t à e c o n o m i c h e e p r o d u > v e [ … ] s i p r o v v e d e
all’individuazione delle modalità di concessione di agevolazioni,
contribui= e forme di ristoro in favore dei sogge> pubblici,
priva= e a>vità economiche e produ>ve, danneggia= nel
rispe:o dei seguen= criteri e nei limi= delle risorse disponibili
allo scopo a legislazione vigente.

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PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI E DEL
VOLONTARIATO
art.31 - 41

Per dare il giusto risalto alla partecipazione dei ci:adini alle


a>vità di protezione civile, si regolamentano le a>vità di
volontariato organizzato, definendo in maniera chiara i gruppi
comunali di protezione civile e introducendo la responsabilità del
ci:adino rispe:o alle indicazioni date dalle autorità di protezione
civile ai diversi livelli.

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ATTIVITA’ DI VOLONTARIATO
Art. 31: Partecipazione dei ci3adini alle a5vità di protezione Civile
Art. 32: Integrazione del volontariato organizzato nel Servizio nazionale della protezione
civile
Art. 33: Disciplina delle organizzazioni di volontariato e delle re? associa?ve
Art. 34: Elenco nazionale del volontariato di protezione civile
Art. 35: Gruppi comunali di protezione civile
Art. 36: Altre forme di volontariato di protezione civile
Art. 37: Contribu? finalizza? al potenziamento della capacità opera?va, al
miglioramento della preparazione tecnica, nonché allo sviluppo della resilienza delle
comunità
Art. 38: Partecipazione del volontariato organizzato alla pianificazione di protezione
civile
Art. 39: Strumen? per consen?re l'effe5va partecipazione dei volontari alle a5vità di
protezione civile
Art. 40: Rimborso al volontariato organizzato di protezione civile delle spese autorizzate
per a5vità di pianificazione, emergenza, addestramento e formazione teorico-pra?ca e
diffusione della cultura e conoscenza della protezione civile
Art. 41: Modalità di intervento del volontariato organizzato in occasione di situazioni di
emergenza di protezione civile o nella loro imminenza
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Art. 42: Comitato nazionale del volontariato di protezione civile
Rafforzamento complessivo dell’azione del servizio nazionale
di protezione civile in tutte le sue funzioni, con particolare rilievo
per le attività operative in emergenza:

coordina le norme in materia di volontariato di protezione civile,


anche in raccordo con le recen= norme introdo:e per il Terzo se:ore
e con riferimento alla partecipazione del volontariato alla
pianificazione di protezione civile.

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STRUMENTI ORGANIZZATIVI E FINANZIARI

Per quanto riguarda, le misure e gli strumen= organizza=vi e


finanziari per la realizzazione delle a>vità di protezione civile, il
testo prevede una ripar=zione delle risorse in tre fondi:

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STRUMENTI ORGANIZZATIVI E FINANZIARI

1- fondo nazionale di protezione civile per le aWvità di previsione e


prevenzione (Art.43 (risorse per lo svolgimento delle a>vità di previsione
e prevenzione dei rischi assicurate dal dipar=mento della protezione civile
già iscri:e al bilancio);

2- fondo per le emergenze nazionali (Art.44) (per gli even= emergenziali


nazionali);

3- fondo regionale di protezione civile (Art.45) (fondo che contribuisce al


potenziamento del sistema di protezione civile regionale e concorre agli
interven= di cara:ere regionale).

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Rafforzamento complessivo dell’azione del servizio nazionale
di protezione civile in tutte le sue funzioni, con particolare rilievo
per le attività operative in emergenza:

finalizza il fondo regionale di protezione civile al potenziamento


territoriale e al concorso alle emergenze di livello regionale

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Grazie!

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