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Insegnamento

  Basi  biologiche  e  molecolari  del  benessere  della  persona  


Prof.ssa   Dolores  Limongi  
Argomento   Sterilizzazione  e  Disinfezione  
Dolores  Limongi  

STERILIZZAZIONE

Procedimento in grado di uccidere tutti i


microrganismi,patogeni e non, e di inattivare tutti i virus,
presenti in un oggetto o in un ambiente.

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Sterilizzazione  e  Disinfezione  
Dolores  Limongi  

DISINFEZIONE

Procedimento che si prefigge l’uccisione dei microrganismi,


inclusi i virus presenti in un oggetto o in un ambiente.
Comunemente prevede la semplice riduzione della carica
patogena e prevede la rimozione delle forme vegetative e
dei patogeni non-sporigeni

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DISINFETTANTI
Denaturanti delle proteine
PER COMBINAZIONE CON SH (Ag, Hg)
PER ALCHILAZIONE DI VARI GRUPPI (aldeidi, ossido di etilene)
PER ALTRI MECCANISMI (alcooli, fenoli, acidi, basi)
Ossidanti dei gruppi SH
PEROSSIDI, PERMANGANATI, IPOCLORITO, COMPOSTI IODATI
Attivi sulle membrane
SOLUBILIZZANTI (alcooli)
TENSIOATTIVI (composti ammonio quaternario)
ALTRI MECCANISMI (clorexidina)

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Caratteristiche di un buon disinfettante

q Spettro d’azione esteso


q Attività germicida
q Attività anche in presenza di sostanze organiche
(sangue, urine, feci, pus)
q Attività rapida e persistente (1-10 minuti)
q Assenza di tossicità acuta e cronica

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Aspetti critici della disinfezione

q Temperatura: ottimale (20°-37°C)


Ø bassa riduce attività,
Ø alta può inattivare alcuni disinfettanti

q Concentrazione: deve essere adeguata e standard


(> MIC) per evitare selezione di ceppi resistenti

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Sterilizzazione
q  MEZZI FISICI
Ø  Calore
Ø  Radiazioni
Ø  Filtrazione
q  MEZZI CHIMICI
Ø  Liquidi
Ø  Gas
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Calore

q Agisce alterando le strutture macromolecolari dei


microrganismi (principalmente proteine e lipidi)
mediante processi di ossidazione e denaturazione

q Sensibilità dei microorganismi dipendente dalla


struttura delle macromolecole (> numero legami ad
alta energia > resistenza

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Sterilizzazione mediante calore


Tre forme diverse:

q Incenerimento o fiamma diretta


q Calore secco
q Calore umido

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Incenerimento
q Detta anche combustione diretta

q E’ un procedimento distruttivo che viene quindi


applicato solo per materiali da eliminare
“distruggere” (ambiente ospedaliero) e nella
prevenzione della diffusione di epidemie
Usata per oggetti contaminati, quali bendaggi, carcasse di animali
infetti e rifiuti provenienti da reparti di malattie infettive

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Fiamma diretta
q Esposizione alla fiamma
prodotta da un becco
b u n s e n p e r l a
sterilizzazione delle anse
e delle spatole (semina
campioni microbiologici)

q La fiamma crea un cono di


sterilità che permette il
lavoro in asepsi
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Calore secco
AGENTE STERILIZZANTE:
aria calda (cattivo conduttore di calore e
scarso potere penetrante)

PROCEDURA:
180-200°C x 60’-90’

LIMITI:
non si possono sterilizzare materiali
umidi, liquidi e plasticheria
SI USANO STUFE CON
VENTILAZIONE AD ARIA APPLICAZIONI:
FORZATA (CONVEZIONE) sterilizzazione della vetreria
DETTE FORNI PASTEUR     (indispensabile) e di strumenti metallici
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Calore umido

AGENTE STERILIZZANTE:
vapore acqueo ad elevata temperatura (buona
conducibilita’ termica e elevato potere penetrante =
>efficienza)
Viene utilizzato nelle seguenti forme:
q Sterilizzazione frazionata
q Vapore fluente
q Vapore sotto pressione

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Sterilizzazione frazionata
Tindalizzazione:
Utilizza T≤100°C
Si applica ai liquidi che risentono della
sterilizzazione ad alte temperature
I materiali da sterilizzare vengono
portati alla temperatura di 80°C-100°C
per 30-60min per 3 giorni consecutivi.
Durante l’intervallo, incubazione a
30-35°C per consentire la
germinazione delle spore, uccise poi
dal successivo trattamento termico.
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Vapore fluente
Si utilizza una caldaia cilindrica, detta "pentola di Koch",
nella quale si pone sul fondo l'acqua e, al di sopra, un
ripiano forato sul quale si dispongono i materiali da
sterilizzare.
Il vapore ottenuto dall'ebollizione (100°C) salendo verso
l'alto viene così a contatto con gli oggetti e fuoriesce poi
da un foro praticato nel coperchio.

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Vapore sotto pressione

Si utilizzano apparecchi
detti Autoclavi, simili alla
pentola di Koch ma con
coperchio a tenuta, in modo
che in essi possa
aumentare la pressione.

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Vapore sotto pressione


AGENTE STERILIZZANTE: vapore saturo sotto pressione

PROCEDURA: CICLI DIFFERENTI IN BASE AL MATERIALE IL PIU’


FREQUENTE E’: 121°C X 15’ (= PRESSIONE +1ATM)

LIMITI: non si possono sterilizzare materiali che temono l’umidita’ (polveri,


carta)

APPLICAZIONI: indispensabile per la sterilizzazione dei liquidi

FASI:
• Rimozione aria dalla camera
• Saturazione camera con vapore
• Raggiungimento temperatura
• Sterilizzazione per tempo stabilito
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• Rimozionee  vapore
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Radiazioni
Energia liberata da radiazioni è in grado di alterare la
funzionalità delle macromolecole fondamentali
Si possono utilizzare radiazioni non ionizzanti (es.
Raggi UV, Microonde) e radiazioni ionizzanti (Raggi X,
Raggi γ)

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Raggi UV
DOSI NECESSARIE PER MICRORGANISMI COMUNI

Frazione UV-C (λ=200-280nm)


altera stuttura del DNA MICROORGANISMO
Dose (mJ/cm2)

Prodotta da lampade a vapori di


mercurio rarefatti Bacillus subtilis (spore) 12.0
Scarso potere di penetrazione
(rifrazione e diffrazione)
Clostridium tetani 4.9

Massimo rendimento a 20° Legionella pneumophila 2.04

Attivi su M.tuberculosis Pseudomonas aeruginosa 5.5


Utile per: Controllo della
contaminazione aria, piani Streptococcus faecalis 4.5

d’appoggio Hepatitis A virus 11.0


Attività limitata a superfici Hepatitis Poliovirus 12.0
direttamente esposte a breve
distanza dalla fonte (controllo Saccharomyces cerevisiae 6.0

sterilità cappe) Infectious pancreatic necrosis 60.0


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Sterilizzazione per filtrazione


q  Si usa per sostanze termolabili in
fase liquide o gassosa

q  Il filtro presenta una porosità


che permette di trattenere tutti
i microorganismi (0,2µm)

q  Spesso usate batterie filtranti a


porosità decrescente

q  La dimensione dei pori dei filtri


non consente di eliminare virus 20
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Sterilizzazione chimica

q Formaldeide: per superfici, oggetti o locali (gas irritante,


tossico,poco penetrante)

q Ozono: fortemente ossidante, altera molti materiali, adatto per il


materiale chirurgico

q Ossido di etilene: per materiali termolabili (PVC, polietilene,


alcune gomme); può formare miscele esplosive con l’aria

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Controlli di sterilita’
CONTROLLI FISICI
q Verifica parametri con strumenti di misurazione (termometro,
manometri, spie luminose, registratore)
I più importanti tra i controlli sono (UNI EN 285):
q Vuoto test che verifica la perfetta tenuta della camera di
sterilizzazione
q il test di Bowie e Dick per la verifica della rimozione dell’aria e
della penetrazione del vapore
q la prova di umidità residua per verificare la formazione
eccessiva di umidità nel materiale e quindi non sicurezza di
avvenuta sterilizzazione
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Controlli di sterilita’
CONTROLLI CHIMICI
q Impiego di sostanze (inchiostri , cere) che,
applicate su supporto di carta, reagiscono a
stimoli fisici (calore, pressione, umidità),
modificandone il colore e/o la consistenza.

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Controlli di sterilità
CONTROLLI BIOLOGICI
q V alutano la capacità dell’autoclave di
inattivare i microrganismi presenti
q Si utilizzano spore altamente resistenti al
calore, la cui mancata sopravvivenza è indice
che il processo di sterilizzazione è avvenuto

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