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Appunti Storia Contemporanea I 15,

03/11/2020

Fine della guerra fredda


Fatto politico che impatta l’economia e la storia del sud del mondo, teatro
della guerra fredda.
Hobsbawm crede che il 900’ finisca proprio con questo evento. Alcuni
identificano lo spartiacque con la crisi del ’73, a quest’altezza la
globalizzazione era già avviata, ma questo processo va seguito fino all’88-
91’.
Spese militari enormi durante questo periodo e milioni di morti nelle
diverse guerre che scoppiano, aumento della conflittualità globale.
L’importanza della fine del bipolarismo è data anche dalla voglia
dell’Europa di confederarsi dopo il ’73, si punta al multi-adesione.
Adesso l’Europa esporta in America, stessa cosa il Giappone.
Rapporto diretto di Nixon con la Repubblica cinese, la riconosce nel ’72;
questo cambiò gli equilibri, soprattutto dopo la morte di Mao: politica di
liberalizzazione che permette ai prodotti cinesi di invadere gli USA.
Nel frattempo, l’economia pianificata in Russia non regge il passo. Nei
primi anni ci fu una buona crescita, con risultati economici importanti
insieme a una serie di riforme sociali. Lo sviluppo capitalistico correva
troppo più forte e l’URSS rallenta. Non ammettono nel loro sistema delle
riforme liberaliste che invece la Cina varò, pagano il loro radicalismo.
È la fine della guerra fredda e dell’URSS che impone questi cambiamenti.
Questo periodo fu vinto dall’occidente, ma chi ha pianificato le masse che
hanno portato al crollo dell’URSS?
Nessuno si aspettava che finisse nell’89’, questo rese chiaro che la vittoria
non fu di un singolo evento, ma di una serie di concause.
In Polonia il sindacato Solidarietà si sostituisce a quello comunista, novità
straordinaria a cui l’URSS lasciò carta bianca: intervennero i polacchi
comunisti con un colpo di stato militare che non riuscì a sopprimere
definitivamente la solidarietà.
Piccoli movimenti di dissidenti che s’ispiravano a ideali occidentali quali:
libertà e democrazia; non vennero mai eliminati.
Le classi dirigenti hanno difficoltà a trovare leader carismatici ai vertici:
non c’era una leadership rinnovata e solida.
Si promosse Gorbaciov, attore fondamentale nel periodo finale dell’URSS.
Riformò seguendo restaurazione e trasparenza. Riduzione della
pianificazione dello stato e apertura al multipartitismo con energie
giovani. Nella politica internazionale è determinato a non infrangere più
la sovranità nazionale. I paesi baltici, l’Ucraina, la Georgia, reclamano
l’autonomia. Lo smantellamento delle testate nucleari permette di
risparmiare e rappresenta un modello di coesistenza. Spostamento vero
occidente perché il contesto è cambiato. È inoltre concorde
all’abbattimento del muro di Berlino.
Dopo aver sventato il colpo di stato del ’91 ai danni di Gorbaciov e del
parlamento sovietico, sale al potere Boris El’cin che rinuncia a progetti
imperialisti, cade così l’URSS.
Altro attore l’Europa che offriva alternative rispetto agli USA per gli
europei dell’est. A conferma il loro ingresso nell’UE.

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