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PAOUA GIOVETE| paotagiovern) ANGELI meorrennance ANGEL ESSERI DI LUCE MESSAGGERI CELESTI e . CUSTODI DELL'UOMO. ied Seeley waieien ae wr ml ol rsasz7l20s0s4 e@ MEDITERRANEE Paola Gioverti ANGELL Esseri di luce, Messaggeri celesti, Custodi dell womo Seconda editone ampits Finalmente ua libro che parla di angel, dopo tanto parlare di diavoli, messe ne- re e indemoniati. Un tempo gli angeli ferano ancora una componente naturale fe non controversa delle concezioni reli- giose delle persone di fede; oggi ben ppochi prestano loro attenzione. Non. per questo viene meno la reali metafisica degli intermediari tra il regno umano © quello divino, sancita dai testi sacri di tutti i tempi’ e di tutti i popoli. In questo libro tali tradizioni, cristiane e non ctistiene, vengono considerate © descritte; si parla inoltre degli angeli dei mistici e dei santi, dell’« angelo ca duto» © delle gerarchic angeliche di Dionigi Acropasite. Non mancano capitoli_meno_« ortodos si» ma altzettanto coinvolgenti: gli an igeli di Emanuel Swedenborg ¢ di Rudolf Steiner, V'Essere di luce che appare ai morenti, le creature angeliche che contei- buitono alla erearione della comunit’ Findhorn in Scozia, i « salvataggi ange- lici», la scoperta compiuta dalla psicl gia d'avanguardia dell'« angelo in noi». Tafine un capitolo sul motivo dell’ gelo nell'arte © due interviste sugli ange- Ti: esperienze dirette col custode ange: lio. Tl messaggio del libro & chiaro © univo- co: apriamoci alla possibilita di credere alla lieta e consolante presenza dell'ange- Fito di stampare sel se ale a reso la Tipogafin STAR Vie high Art 00151 Roma G10 o414/70 Disign suDI0 oe lico protettore — il che signifies fare pello alla parte migliore di noi stessi ascoltare quella voce lieve ma costante che ci spinge sempre al meglio e ci ine vita ad alzare gli occhi verso [alto PAOLA GIOVETTT, nats a Fiene, sisede 2 ‘Maden Tae fa Le eth te i iasegaamento calivando tempo eso Tinte ie tenwtche a conoe ‘De acu. sal eden clismente ala nics ale din lone in quest camo, He pubblico con le Edition! Medirsaee: Arie edi (585), 1 grav dh compere (138), Btonerio del Mero (1986), Tmerog! dele ‘perenes (987), Araai (1989}, Ficdore 1950), HE Beraty lo Socita Teosoe (059), Re af Steiner: Lite opera del fondatore de ‘popes (992) It camino dete sperane 1950, Fer Eizo! Medien ci ne volume di Emanue! Swedeaborg I! Clo ¢ Mier woe Ualsiedetetito deen. qande ngpete {530 con untmpinbiograsa alin" Svedentore BP redusice he Lace e Ombre my apis snes tivsn taliann i paapsiooga, © sole anche fo iiste a larga difusione la'aua iv go Saushen He patel 6 prgemmtreiodet CPtclese cg numerod! congeet sin in Telia the afte. Sia curaado per le Easton! Ms fettanee la nuove clans «New Agen e@ EDIZIONI MEDITERRANEE ROMA Via Hlaminia, 158 PAOLA GIOVETTI ANGEL | ESSERI DILUCE MESSAGGERI CELESTI CdSTODI DELL’ UOMO Seconda edizione riveduta e ampliata MEDITERRANEE aul Klee, Angelo memonto, 1939 Edicion’ in alive linge: ‘Tedesco: Engel - Aviston Vetlag, Gent (Olandese: Engeen ~ East West Publications, Den Haag Taglese: Anges - Samuel Weiser, York Beach Prima eilione: Ottobre 1989 "Ritampas Novemive 1983 Seconda eliione Ovtobre 1993 "Risampa Lugo 1934 ISBN 88 - 272 - 0306 -0 Propet grafico: Emilio M. Dots © opi 989 by Edsnk Medteriee = Vie Pens, 138. {Bise Roms Benen iy SEAR Via Ae, 1200 Rea Premessa Un teologo ha di recente definito gli angeli una «categoria di menticata>. In effetti si parla sempre pid spesso e con sempre maggior interesse di diavoli, indiavolati e indemoniati, di messe rete, fatture ed esorcismi, si scrivono libri e si organizzano con- aressi su questi temi, ma ci si occupa poco o niente delle schiete celesti, dei messaggeri alai, degli angeli e degli arcangeli! In un tempo non troppo lontano gli angeli erano ancora una componente naturale ¢ non controverse delle concezioni religiose delle petsone di fede; oggi neppure i teologi prestano pitt loro molta attenzione. E non c' da stupirsene: in un mondo comples- smente a-teligioso € alieno alla metafisica, & gia cosa ardua par- lare di Dio ¢ dellimmortalita dellanima, Figusiamoci poi di un te- ma aereo ¢ fuggevole come quello degli angeli! Non per questo viene meno la realta metafsica degli angeli, sancita dai sacri testi il fatto che non se ne parli,o se ne patli po- 0, non li rende certo di colpo inesistent: lo ha vicordato di re- cente anche il Papa in alcune udienze pubbliche. Gli angeli ricotrono in tante tradizioni religiose, rivestendo sempre il ruolo di intermediari trail regno umano e quello divino; @ un’espetienza che tisale all’Antico Testamento e pitt indietro an- cora, e che ha accompagnato 'uomo nei seco ‘Quando nel 1781 fu fondata in California una missione spa- gnola, fu chiamata Los Angeles. Oggi, quando si parla di questa ‘metropoli, la terza per dimensioni ed estensione degli Stati Uniti, " La rivista wProspenive nel mondo» deta da Gian Paolo Cresei ha di re ccente (marzo 1989) pubblicato | rsultad di un sondaggio di opinione sul eulto degli angel in Telia. T questionaticompiltisono sat 1070. In base alle risposte ‘ottenute,soltanto 18% degli incervisat crede nell'angelo custode © eppens i 2% ne invoca ia protezione: in genere nessuno pit si rende conto che essa porta il nome degli angel protetori —~ e attualmente sarebbe impensabile dedicare loro anche soltanto una strada. Un tempo perd non era cosi: i no- stri antenati si sentivano accompagnati dagli angeli, costruivano per loro chiese« capele,cecavano di esprimee in immagini le loro sopranaturali sembianze. Nonostane la generale indiferenza, anche ai gio nost tuttavia di quando in quando si alzano voci a ricordarci Vesistenza degli angeli: voci sporadiche, ma non per questo meno eloquent. Cé, a quanto pare, chi ha visto gli angeli ed & stato da loro soc- corso e aiutato: c’8 chi sugli angeli ha compiuto inchieste; c’ chi ha avuto ineffabli eesperienze angeliche>. Perché allora non raccogliere queste tradizioni e queste testi- monianze? Perché non offrtle all’attenzione dei lettori, che ptoba- bilmente hanno piti nostalgia degli angeli che curiosita per i de moni? E quanto ho cercato di fare. Certamente senza la pretesa di fare affermazioni definitive, e con Funico intendimento di presen- tare storie e vicende su cui meditare. A me personalmente, nella nostra epoca di revival di diavoli, questi «incontri angelici> hanno dato letizia e serenita, Ho fiducia che degli stessi sentiment fara cesperienza chi avra voglia di leggermi fino in fondo. PAOLA GIOVETTI Prefazione alla seconda edizione riveduta e ampliata Da quando sono apparsi in prima edizione (ottobre 1989), i miei Angeli hanno volato molto. Sono atterrati, nelle rispettive traduzioni, in Germania, Olanda ¢ Stati Uniti e si apprestano, cre- do, ad approdare anche in Francia, Rispetto a qualche anno fa, oggi di questi temi si parla molto pili liberamente, e io sento di poter raccontare un'esperienza per- sonale vissuta quando ero una bambina piccola, che finora non avevo ritenuto di rendere nota. Fra l'alzo il mio lavoro & quello di cronista e le esperienze che riporto nei miei libri e nei miei arti coli non sono mai in prima persona. La vicenda che ora tacconter’ 2 Tunica di questo genere che mi sia capitata: la ricordo tuttora in ogni dettaglio sebbene siano passuti decenni, e ritengo che essa sia in gran parte responsable del mio interesse per i fatti insoliti © misteriosi, Certamente & responsabile del mio interesse per gli angeli: mi ha reso attenta a tutto cid che li riguarda. Dungue, la stotia, Avevo fra i tre e i quatero anni, e cera la guetta, Ero una bambina abbastanza paurosa, abituata com'ero ad essere svegliata all'improvviso nel cuore della notte per essere por- tata nei tifugi a causa degli allarmi aerei. Come sempre, quella not- te dormivo nel mio lettino accanto af letto della nonna. Mi svegliai da sola, ¢ nel buio della stanza scorsi un chiarore in fondo al lett. Mi misi seduta per vedere meglio e mi resi conto che quella luce dorata e diffusa emanava da una figura che mi stava di fronte: un tuomo giovane vestito di una tunica bianca, capelli castani piutto- sto lunghi, occhi grandi ¢ scuri, che mi guardava con amore. Non provai nessuna paura, e per un tempo che non saprei valutare, for- se un paio di minuti, rimesi incantata a guardare quella figura lu- minosa che mi infondeva un senso di pace e sicurezza totale. Poi I'apparizione lentamente svani e quando la stanza fu tor- rata nel buio io mi distesi di nuovo nel mio lettino © mi addor- ‘mentai serenamente, Non ebbi, ripeto, alcuna paura né provai la 8/ Angeli tentazione di infilarmi, come spesso facevo, nel lettone rassicuran- te della nonna, la quale non si era accorta di niente e aveva conti- uato a dormire tranguilla. ‘Non patlai a nessuno di cid che avevo visto, ma mi sono chie- sta infinite volte chi potesse essermi apparso. Un angelo, forse, an- che se non aveva le ali. Di certo il messaggio fu di protezione, di sicurezza: in effetti la mia famiglia, nonostante gli spostamenti € Te traversie, usc indenne dalla guerra, e soprattutto negli anni suc- cessivi, ¢ fino ad oggi, io ho provato una sensazione di guida, di protezione in ogni circostanza della mia vita Come ho gid detto, quell’apparizione di tanti anni fa mi ha reso attenta alla figura del protettore e ha fatto si che quasi senza rendermene conto io catalogassi via via nella mia mente tutte le «esperienze angeliche» nelle quali mi capitava di imbattermi: quan- do decisi di scrivere il libro, le ho ritrovate tutte senza fatica ¢ non ho dovuto fare altro che dar loro un ordine Questo libro quindi & anche e soprattutto un omaggio a quel giovane vestito di bianco e circonfuso di luce che mi apparve quando ero una bambina spaventata e che in tutta Ia mia vita, pur non mostrandosi pitl, non ha mai cessato di essermi accanto. Paota Groverm Luglio 1993 TAV.I 1 base alla raiaion, gli angel now dipongone delle conocenea anticipate de- Vincamazion,pasione e morte di Gesd Crier ogni aspeto della ua vitae della sua oredr amiga tome elem ima O exprime in maniers computa lifes di Gioto dell Capella dl Scrovegni «4 Padoog di cul gl angel gut riprodot costituiscono wn patcolare dint repre- Senta la crocifisions e le dsperazione degli angel, che solano intra elle coce come ronda impeitesprime tte la tragic del evento, TaVIV La des egciana lide &protetrice, vergne @ madve,¢ i maniftezota forma di angel: le sue gradi ai varopinteabbracian ttt, Ll motivo delangeo iro, c= ‘me noo, in tte le elture ele adicion elie anche prima dellaowento del eritie= 1. Gliangeli nelle tradizioni religiose Nel prologo del dramma Liangelo di Caino di Luigi Santucci, tun angelo biancovestito e splendente di luce si rivolge agli spetta- toti con queste — & il caso di dirlo — alate parole: «Battezzati, pporgetemi orecchio. To sono langelo. Chi sono gli angeli? Cé qualcuno fra di voi che se lo ricorda?... Ho udito i vostri pensieri No, non tutte queste cose, non tutte queste cose soltanto... Tu hai pensato a tua madre. E tu al tuo piccino morto, E voi altri ad una ‘musica, ad una immagine bianca appesa in capo al letto, Ma é git sto che voi sappiate. Forse non potreste sopportare la nostra pre- senza, se ci pensaste come siamo davvero, vicini a voi, in ogni istante, in ogni istantel.. Ci pensiate 0 no, noi siamo con voi, 0 bartezzati, nel modo preciso © perentorio che Dio ha voluto, sem: pre, sempre. Senza distrazioni, senza vacanze! In realta gli angeli stanno accanto, sempre e in ogni istante, non soltanto ai battezzati, ma agli uomini di tutte le religioni: il lo- 10 ruolo di intermediari tra ciclo e terra, di messaggeri di Dio e di proteitoti dell'uomo ricorre infatti presso innumerevoli tradizioni. Anche se ® in particolare presso le religion monoteistiche che ritroviamo gli angeli cosi come li conosciamo noi oggi, anche in alte religioni € mitologie ricorrono figure sopranaturali il cui ruolo & quello propriamente angelico di guide, protettori, consola- tori: esseri intermedi, che stanno a meta fra sacro ¢ profano, tra cielo ¢ terta, tra Dio e l'uomo. Angeli protettori, angeli della vita © della more. Studiando i primissimi inizi delle religioni dei popoli della Terra troviamo inoltre gli spiriti di natura, neutrali come Faria ¢ Vacqua, custodi delle manifestazioni del mondo naturale; e i de- ‘moni, che inearnano il principio del male. Nelle religioni politeste la linea di demarcazione tra queste creature sopranaturali e Ia divinita stessa & sovente alquanto sf mata, mentre diviene nettae precisa nelle celigioni monoteiste. 10/ Angeli Le multiformi testimonianze letteraric religiose relative al mondo angelico hanno portato gli studiosi a interpretazioni: non sempre concordanti circa la nascita dellidea dell'angelo e sui reci proci influssi dei diversi popoli e delle diverse religion; certa ap. pare pero la comune esperienza che sta alla base di tutte le tradi- 2ioni giunte fino @ noi. Le prime tracce della figura dell’angelo sono riscontrabili nel- la teligione degli Assito-Babilonesi, dove ogni divinita aveva i suoi araldi: questi erano figure alate che scendevano dal cielo sulla ter- 2¢ svolgevano il ruolo di messaggeri. Gia tra i Babilonesi era pre- sente anche Fidea di divinita protettrici di ogni singola persons: esseri sopranaturali che intercedevano per Tuomo presso gli dei, lo abbandonavano se si comportava male, tornavano € gli perdo- nnavano se si pentiva Presso i Parsi troviamo un mondo spirituale diviso in due partiti ruotanti intorno a due capi, diversi ¢ opposti tra loro, il principio del bene e quello del male. I! principio del bene @ attor- niato da una classe di esseri divini, detti Fravashi, che per molti aspetti ricordano gli angeli. Ogni uomo ha uno di questi esseri a sua protezione e difesa nella lotta contro i demoni. Anche nelle tradizioni dell'Estremo Oriente troviamo esseri angelici e demoniaci che formano vaste e complesse cosmogonie. Per quello che riguarda lIndia per esempio, ancor ogsi, dopo trenta secoli dai Veda, Tuniverso & concepito come una getarchia di forze di tutti i generi, perennemente in azione, venerate dai fe deli, Ne fa testimonianza anche la ricchissima iconografia che co pre i templi indiani: accanto agli dei e alle dee, troviamo una mol titudine indescrivibile di figure secondarie, angeli ¢ demoni, geni e ninfe, divinita dellaria e mostri della terra. Parimenti nella lette ratura hindu troviamo scene in cui compaiono fate e demoni. Buddismo e bramanesimo, diffusi anche in Tibet, a Giava e in Cambogia, prevedono anch'essi numerose creature intermedia rie amiche dell uomo oppure malefiche ¢ a lui ostli. In Biemania ¢ Pakistan si accetta Pesistenza dei nats, geni che vivono intorno all'uomo e talora anche dentro di Iu: il loro numero @ infinito e la loro importenza molto varia. La loro presenza, che viene talora av- vertita, & in genere benefica, perd necessita di riti propiziatori Non mancano tuttavia nats malevoli. ‘A tutti questi esseri viene attribuita la diversa natura dei fatti della vita, che possono essere positivi o negativi. E perd in modo particolare nella tradizione medio-orientale e occidentale che tro- viamo la figura del protettore angelico, La nostra parola (Re, 19, 4:8) Nel libro di Isaia (6, 1-7) leggiamo a proposito della consacra- 16 / Angeli zione di Isaia al ministero profetico: «Nell'anno della mozte del re Uzzia, io vidi il Signore assiso sopra un trono alto, molto elevato, i lembi del suo manto riempivano il tempio, Sopra di lui stavano dei serafini, ognuno dei quali aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi, e con due volava. E Puno grida: va alfaltro e diceva: “Santo, santo, santo é 'Eterno degli esercit ‘Tutta la terra é piena della sua gloria!” Le porte furono scosse fin dalle loro fondamenta dalla voce di loro che gridavano ¢ Ia casa fu ripiena di fumo. Allora io dissi: “hi, lasso me, ch'io son perdu: tot Poiché io sono un uomo dalle labbra impure, e abito in mezzo un popolo dalle labbra impure; ¢ gli occhi miei hanno veduto il Re, IEterno degli esercti” Ma uno dei serafini vold verso di me, tenendo in mano un carbone ardente, che avea tolto con le molle di sall'altare. Mi toccd con esso la bocca e disse: “Ecco, questo tha toccato le labbra, Ia tua iniquiti & tolta € il tuo peccato é espiator (Isai 6, 1-7). Particolarmente stimolante con riferimento agli angeli & il li bro di Danicle: i tre giovinetti, che si sono tifiutati di tributare ‘onoti divini al re Nabuccodonosor, vengono gettati nella fornace; qui sono soccorsi dal Signore: «ll re... prese & dire ai suoi consi lier: “Non abbiamo noi gettato in mezzo al fuoco tre uomini le- gati?... Ecco, io vedo quattro uomini, sciolt, che camminano in ‘mezzo al fuoco senza avere sofferto danno alcuno; ¢ Paspetto del ‘quarto & come quello d'un fglio degli dei.”, Il re allora fa uscite i siovani dalla fornace ¢ tutti possono constatere che non hanno st- bito alcun danno: allora Nabuccodonosor prese a dite: “Benedetto sia il Signore, che ha mandato il suo angelo € ha liberato i suoi servi che hanno confidato in lui, hanno trasgredito V'ordine del re, ¢ hanno esposto i loro corpi per non servire € non adorare altro Dio che il loro» Daniele 3, 24-29) Ite in seguito fa gettare Daniele nella fossa dei leoni, dove resta tutta la notte; la mattina dopo Nabuccodonosor si reca alla fossa € chiede a Danicle se il Signore l'abbia aiutato; al che Daniele risponde: «ll mio Dio ha mandato il suo angeloe ha chiuso la bocca dei leoni che non m’hanno fatto alcun male..» (Daniele 6, 22) Nel libro di Daniele per la. prima volta troviamo un angelo chiamato pet nome: Gabriele. E lui che spiega a Daniele la sua vi- sione: «E avvenne che mentre io, Daniele, avevo questa visione cercavo di intenderla, ecco starmi ritta davanti come una figura d'uomo. E udii una voce che gridé: “Gabriele, spiega a colui la vi- sion”, Ed esto venne presso il luogo dove io stavo; alla sua venu: ta fui spaventato e caddi sulla mia faccia» (Daniele 8, 15-17). Tn seguito troviamo anche il nome dell'arcangelo Michele Gliangel nelle radizioni religiose / 17 . E del resto gia San Paolo cosi si espresse con riferimento al servizio di custodi che gli angeli svolgono presso 'uomo: «Non so: hho essi tutti Spiriti servitori, inviati per Ia salvezza di coloro che sono destinati ad ereditare la salute?» (Bbrei, 1. 14). Gli-angeli,stando alla Sacra Scrittura, hanno conoscenze su periori a quelle degli uomini, perd non sono onniscient, non san. ho tutto, Infatti Gesi, parlando della sua seconda venuta, disse: {Al giorno e ora nessuno Ia conosce, neppute gli angeli in ciclo» (Marco 13, 32) Lo stesso vale per i poteri: gli angeli hanno poteri maggiori degli domini, ma non sono onnipotenti. Ur. solo angelo basto per tuccidere i primogeniti in Egitto e per chiudere la bocca det leont he minacciavano Daniele, tutavia essi sono sortomessi al Signore: TAV.V ‘Quest ol che oman ili delle cie di Dei Derr é hice di Dab Brbar iEtiopi rape ‘eta oa it vale dele rat i ano on lo ‘ne grain cw el sore tn ato ve i pric prmo che al hb (bree Ad ogame gust gads cose engl esos proetonee pre ssione della sempre pis alta esperienze inteviore, : " oe TAV.VI ree Pm i on ena wean Gli angeli nelle tradicioni religéose / 25 «Benedite |'Eterno, voi suoi angeli potenti ¢ forti che fate cid che cali dice, ubbidendo alla voce della sua parolal» (Salmo 103, 20) La Bibbia accenna anche alle gerarchie angeliche e patla di angeli, arcangeli, serafini, cherubini e altro ancora, senza tuttavia fornire un corpus strutturato di notizie in metito. Nel primo secolo dellera cristiana ci fa perd chi provvide a desctivere dettagliats- mente le celesti gerarchie, codificando antichissime tradizioni tra- mandate dai Padri: Dionigi Areopagita, di cui ci occuperemo nel prossimo capitolo. 2. Dionigi l’Areopagita e le gerarchie celesti Dionigi 'Arcopagita, detto lo Pseudo-Dionigi, & la massima autorita in materia di angeologia cristiana. I! corpus delle sue ope- re, comprendente la Gerarchia celeste, In Gerarchia ecclesastca, i Nomi divini ¢ le Epistole, ha tiscosso la stima ¢ 'ammirazione di tanti papi tra cui Gregorio Magno, di San Tommaso e della Scola- stica, di Dante, Meister Eckhart ¢ San Giovanni della Croce. Dionigi stesso si presenta come convertito di San Paolo, spet- tatore ad Eliopoli dell’eclissi solare che accompagn’ la morte di Cristo, presente insieme agli apostoli Pietro e Giacomo alla morte della Vergine Maria. Tali qualifiche tuttavia sono state nel tempo messe in dubbio, ¢ Vaccurata analisi del linguaggio e dei contenuti del Corpus com: piuta allinizio del nostro secolo ha escluso che le opere attribuite a Dionigi possano essere state redatte prima della fine del V seco- lo, Nellimpossiblita di identificare con sicurezza il vero autore, ali studiosi si sono accordati sul nome di Pseudo-Dionigi, ed & cost che oggi & noto l'autore del Corpus dionysiacum, di cui ricordiamo in particolare la Gerarcbia celeste, preziosa testimonianza del mist cismo occidentale e del cristianesimo delle origini e celeberrimo te. sto di angeologia cristiana; esso raccoglie ¢ codifica una saggerza millenaria tramandata dagli antichi Padsi, cui nei secoli hanno at- tinto i pid alti spisti. In quest’opera leggiamo molte cose a propo. sito delle ebeatissime getarchie angeliche nelle quali il Padze ha ge- nerosamente manifestato la Sua luce e attraverso Je quali noi pos. siamo elevarci fino al Suo assoluto splendore>. Qui vien detto per esempio che gli appartenenti alle gerarchie sono come specchi trasparenti «adatti a ricevere il raggio di Luce del Principio divino, santamente ricolmi dello splendore a loro do- vuto ea loro volta largamente risplendenti verso quelli che li se- guono». E ancora: «Parlando di gerazchia, intendiamo un ordina mento sacro, immagine della bellezza del Principio divino, che ha 28 / Angeli i isteri della sua la sacra funzione di portare a compimento... i mists a a Tuminasione e che ‘tende ad assimilarsi, per quanto i consentito, al proprio Principio», divenendo collaborators i Dio» e mostrando «ome in se stesso, pet quel che & possibile, si compie l’attivita divina». Tie gerarchie celesti, dice ancora l'Areopagit, parecpano al Principio divino in misura maggiore degli uomini; infatti e smi nazione del Principio divino si compie dapprima in esse, ed & po da ese che vengono a noi trasmesse le svelzioni superiors. ‘Scendendo nello specifico, Dionigi I'Areopagita continua: do edo che gl Angel frono per primi initial divino misteo delP'amore di Gesi per gli uomini, e che in seguito per opera loro venne a noi la grazia della conoscenza. Fu cost che il divino Ga- briele riveld in segreto al sommo sacerdote ee Ss hae the saebbe nato da lui, contro ogni speranza e per grazia divi aie stato un profeta dell’ opera ee oe ae il quale sarebbe apparso al mondo come bene! ico s rie tore; a cosi che Gabriele riveld in segreto a Maria come in lei si sarel compinto il misteo del Principio, rguardoall'neffabileincare: zione divina. Un altro Angelo comunicd a Giuseppe come in verit! si fossero compiute le divine promesse fate al suo avo Davide; un altro ancora diede la buona novela ai pastor’ in quanto essi si era. no purificati con la loro vita di isolamento € di quiete, e con lui “Ja moltitudine dell’esercito celeste”, che trasmise quel neat in- no di lode agli abitanti della terra. Ma mi innalzerd anche pi alte illuminazioni dei Loghia ?: io vedo infatti che lo stesso Gest, ‘causa sovressenziale delle entita celesti, giunto fino a noi rimanen- do immutabile, non si sottrae al buon disegno, stabilito ¢ scelto da Lui secondo la convenicnza umana, ma si sottomette docilmen- te ai voleri di Dio Padre, trasmessi attraverso gli Angeli, con la cui mediazione viene anche annunciata a Ginseppe la ia : Egitto del Figlio, disposta dal Padre, ¢ in seguito il trasferi = dal Egitto in Giudea. E percid per mediazione degli Angeli 7 noi Lo vediamo sottomettersi alle legei del Padre. ere i- ‘ate che lo sai 3, tutto cid che ci @ stato rivelato dalle tradizio- 1 Dionigi aveva evidentemente dele vision che gli eonfermavano le nares ion bibliche, 2 Si tend con questo termine id'che stato detto da Dio nel corso det tempi e tramandato dai testi scr. > Dionigi indirzaa il suo libro al econfratello Timoteov. Dionigi 'Areopagita e le gerarchie celesti/29 ni sacerdotali circa ["Angelo che confortd Gest, 0 il fatto che lo stesso Gesi, entrato nell’ordine rivelatore per la sua benefica ope- ra salvatrice, fu proclamato “Angelo del gran consiglio”. Ed & pro- prio cosi, perché Egli stesso dice, nel modo proprio degli Angeli di annunziarci tutte le cose che ha udito dal Padres. Quanto alle gerarchie celesti vere e proprie, Dionigi afferma di titenere che «lo sappia con esattezza solo il loro divino Princi- pio iniziatoren: a noi uomini infatti & impossibile conoscere i cele. sti misteri, Pertanto, aggiunge Dionigi, «noi non diremo nulla che venga solo da noi, ma esporremo, secondo le nostre capacit, quel- le visioni celesti che furono contemplate dai santi conoscitori del Divino e a cui anche noi siamo stati iniziati. Nove sono gli otdini delle entit& celesti, « loro volta suddivisi in tre ordini maggioti: il primo & quello che & sempre presso Dio © comprende i santi Troni ¢ le loro corti «dai molti occhi e dalle molte ali», ciod Cherubini e Serafini. II secondo ordine comprende Potesti, Dominazioni e Vier; il terzo gli Angeli, gli Arcangeli e i Principati Ogni nome delle Intelligenze celesti indica il carattere divino proprio ad ognuna. Spiega infatti Dionigi l’Areopagita: «ll santo nome dei Serafini significa sia “‘coloro che bruciano” sia “coloro che riscaldano”’, ¢ quello dei Cherubini significa “‘pienezza di co- noscenza”” o “effusione di saggezza”. II nome Troni sta ad indica re la vicinanza al trono divino, quindi entita altissime che siedono immediatamente accanto a Dio e ricevono in maniera ditetta e im- mediata le perfezioni e le conoscenze divine Quanto al perché dei nomi dati a Serafini e Cherubini, Dioni- ai afferma: “II loro (dei Serafini) continuo ed incessante movimen- to attorno alle realed divine, il calore, Pardote, il ribollice di que- sto eterno movimento continuo, stabile e fermo, la capacith di ten. dere simili a se stessi i subordinati, clevandoli energicamente, fa. cendoli ribollire ed infiammare fino ad un calore uguale al loro, il potere catartico simile alla folgore, la natura luminosa ¢ risplen- dente che mai si occulta ¢ che & inestinguibile, fugatrice di ogni tetra oscutiti. Quanto al nome dei Cherubini, esso ci tivela il loro potere di conoscere e di contemplare la Divinita, la loro attitudine a ricevere il dono di luce pid alto e a contemplare la dignita del Principio divino nella sua potenza originaria, la loro capacita di riempissi del dono della saggezza e di comunicarlo, senza invidia, 4 quelli del secondo ordine... Quanto al nome di Troni, spititi molto altie sublimi, es50 ci indica che questi trascendono in modo puro ogni vile inclinazione, che si elevano verso la vetta in modo ultraterreno, che fermamente si ritraggono da ogni bassezza, che 30 / Angeli siedono totalmente, in modo saldo e ben fondato, attorno a Colui ‘che & veramente I’Altissimo, che accolgono cid che discende dal Principio divino con una calma tutta immateriale, ¢ infine che so- no portatori del Divino, premurosamente aperti a ricevere le Sue donazionin. ‘Vediamo ora Vordine intermedio delle celesti Intelligenze, dette Potestd, Virtii e Dominazioni, il cui nome ne rivela le carat- tetistiche. «lo credo», dice Dionigi, «che il nome rivelatore delle sante Dominazioni ci indichi la loro forza di elevarsi, che mai si sottomette, libera da ogni inferiore cedimento; esse non si abbas- sano assolutamente a nessuna realtd discordante e tirannica, supe- rano... ogni degradante asservimento..., entrano il pit possibile in ‘comunione con l'eterna divinita del Principio della Dominazione. Tl nome delle sante Virtt significa coraggio saldo e intrepidita in tutte le attiviti, un coraggio che mai si stanca di accogliere le illa- minazioni donate dal Principio divino, ma che @ anzi potentemen- te teso all'imitazione di Dio... Quanto al nome delle sante Potest, sso ci rivela Ia loro parita di grado condivisa con le divine Domi- hazioni e con le Virtd, la disposizione molto armoniosa nell’ acco- sliere i doni divin, il carattere di potenza ultraterzena ¢ intelligen- fe, che non abusa tirannicamente delle sue potenti forze, volgen: dole al peggio, ma che si eleva ed eleva con bonta i subordinati verso le realta divine, e che tende ad assimilarsi al Principio della Potesta, fonte di ogni potest’, e che Lo riflette, per quanto & pos sibile agli Angeli...» Ed ecco infine la terza gerarchia celeste, che comprende Prin- cipati, Arcangeli e Angeli. Dice Dionigi: «ll nome dei Principati ti indica che essi possiedono un carattere divinamente sovrano € tun potere di comando, entto un ordine sacro che @ il pitt consono ‘a delle potenze sovrane; che si modellano il pitt possibile su quello stesso Principio, fonte di ogni altro principio; e infine che essi, ‘con il buon ordinamento delle loro potenze sovrane, Lo esprimono come Principio ordinatore sovressenziale.. I! santo ordine degli ‘Arcangeli, per la sua posizione centrale nella gerarchia, partecipa tugualmente degli estremi. Infatti 2 affine ai santissimi Principati fed ® affine agli Angeli... in quanto riceve gerarchicamente le illu- tninazioni del Principio divino attraverso le potenze primarie ¢ le annuncia benevolmente agli Angeli, ¢ tramite gli Angeli le manife- sta a noi, in proposizione alle sante attitudini di coloro che vengo- no divinamente illuminati «Con gli Angeli», continua Dionigi Areopagita, «come abbia- mo detto, terminano ¢ si completano tutti gli ordini delle Inteli genze celest, perché essi, da altimi fra le entitA celest, possiedono Dionigi VAreopagita e le gerarchie celesti/ 31 il carattere di messaggeri e sono pitt vicini a noi; percd pit ad essi che at precedent appropriato i nome di Angel, in quan la lo: ro geratchia si occupa di cd che ? pit manifesto e, ancor pit, delle cose di questo mondo... Per questo la Scienza divina ha affidato agli Angeli Ia nostra gerarchia, designando Michele principe del popolo ebraico, e chiamando anche altri Angeli a presiedere Sui va- Fi popoli. Difatti l'altissimo “‘stabili i confini dei popoli secondo i numero dei Angel di Dio» _ Riassumendo infine compiti ruoli delle celesti gerarchie Dionigi atferma eLe Ineligense selon sons tute sigs ¢ messaggere di chi le precede: quelle pit: degne lo sono di Dio che le muove, mentze le altre, a misura dell loro force, lo sono delle entita che vengono mosse da Dio. L'Armonia sovressenziale di tutte le cose ha difatticosi ben provveduto alla regolare elevazione e alla santa ed armoniosa disposizione di ciascun essere razionale ed intelligente che ha ripartito ogni getarchia in ordini sacri, pet cui noi vediamo tutta la gerarchia divisa in potenze primatie, in- seme ed line; ma, 2 it veto, East ba svio anche ogni ordinamento secondo gli stessi rapporti divini. Percid i cono- Stor! del Divino dichrnto che gh set alsaind Scrafal st davano Yano allaltro"®, per deste con id ciacument, « mio avviso, che essi per primi trasmettevano agli altri le conoscen Sone Infine Dionigi dedica attenzione al numero delle celesti Intel linens econ una apoeoi di grande bells, sive fein «A mio parere c'& ancora una cosa che merita unintelligente vllesione la tadinione dei Logie dice dest Ange ae ate ‘mille miglisia” © “diecimila miriadi” ¢ — ripetendo per essi e tmoltiplicando i numeri pit alti che noi usiamo — con Vintenzione di rivelarci chiaramente, con cid, che gli ordini delle entitdcelesti sono per noi incalcolabili. Molei difatti sono i beati eserciti delle Intelligence ultraterrene, superiori alla nostra debole¢ limitate nu- merazione materiale, ¢ definiti compiutamente solo del foro pen- siero e dal loro sapere ultraterreno’e celeste, ad ess felicemente donato dal Principio divino onnisciente e fonte di saggezza, pati- menti Principio sovressenziale, Causa creatrice di essentza, Potenza € Termine che comprende ed abbraccia tutti gli esseri» 4 Deut. 52, 8 9 Isla 6, 3 © Daniele 7, 10. Apocalisee 5, 11 © 9, 16. 3. Lucifero, Vangelo caduto Come mai sei caduto dal cielo, © astro mattutino, figtiuol dellaurora? Come mai sei atterrato, tu che calpestavi le nazioni? Tu dicevi in cuor tuo: fo salitd in cielo, eleverd il mio trono al di sopra delle stelle di Dio; io mi assiderd sul monte dell'assemblea, nella parte estrema del settentrione; salird sulla cima delle nn, sar6 simile all Alissimos, Invece than fatto discendere nel soggiomo de’ morti, nelle profonditi della fossa! In questi versett di Isai (14, 12-15) & racchiusa la storia della ri- bellione di Lucifero, xl figlio del mattino»,e della sua caduta,origine del onflito tra li angeli fedelia Dio e quelliche invecesischierarono afianco dell'angelo ribelle: un mito che ha sempre affascinatogliuomi- nie ispirato i poet, da Dante a Byron. Secondo Origene, ci sarebbero stati anche gli cangeli incertin, quelli cioé che non seppero schierarsiné dalla parte di Dio né da quel- la di Lucifero, Da queste creature indecise etitubanti avrebbe tratto otigine 'omo, che in effettié sempre in bilico tra bene e male e spesso non riesce ad assumere posizioni precise. Quando avvenne la spaccatura? Evidentemente prima che Dio ponesse Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden; infati, quando essi vi entrarone, il «temtatore> era git li, attento e pronto ad agire. D'altra parte pero alla fine della creazione, prima del riposo del settimo giot- no, Dio aveva visto che tutto cid che aveva fatto cera buono»:non cera guindi ancora stata ribellione, 34 / Angeli La Sacra Scrittura non riporta nei dettagl la storia della ribelio. ne aio; essa& perd adombrata in alcuni puntidell’Antico edel Nuo- vo Testamento — in patticolare, come abbiamo visto, in Isaia, Nel- TApocalisse di Giovanni leggiamo ancora che Lucifero portd via later za patte delle stelle del cielo: «,Ed ecco apparve un altro segno in cie- locun gran dragone rosso, che aveva sette teste edieci corna e sulla te- sta sette diademi, E la sua coda trascinava la terza parte dele stelle del cielo e le gett sulla terran (Apocalisse 12, 3-4). Unaltro versetto biblico («Or quando gli uomini cominciaronoa rmoltiplicare sulla faccia dela terra efuron loro nate delle fglie,avven- ne che i figliuoli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle € presero per moglic quelle che si scelsero fra tutte» (Genesi 6, 1-2)] adombra un altzo possibile motivo della caduta degli angele del loro teaviamento:gliangeli che sulla terra si erano uniti ale figlie degli w- mini, divennero sempre piti malvagi, Diosiadird e decise disterminar- li euti, ad eccezione di No&. Fla storia del diluvio. In questa seconda ttadizione, che troviamo, come abbiamo visto, anche nell apoctifo Li- brodiEnoch nonsiaccenna perd a Lucifero,e resta quind misteriosoil suo rapporto con colui che Sen Paolo nella lettera agli Efesini(2, 2)de- finisce «principe del potere». Di lui & detto in Ezechiele: «Tu mettevi il suggello alla perfezione, eri pieno di saviezea, di tuna bellezza perfetta eri in Eden, il giardino di Dio; eri coperto di ‘ogni sorta di pietre preziose, rubini, topazi, diamanti, crisoliti, onici, diaspr, zaffri,carbonchi, smeraldi, oro; tambuti e flauti cerano al tuo servizio, preparati il giorno che fosti creato. Eri un cherubino dalle ali distese, un protettore...Poi tutto in te riempito di violenza, eta hai peccato.. Il tuo cuore s* fatto altero per la tua bellezza; eu hai corrotto la tua saviezza a motivo del tuo splendore..» (Ezechiele 28, 12 sega). Lucifero, «colui che porta la luce», erail pit perfetto il pi splen- dente degli angeli che Dio aveva creato per glorficarlo. Non seppe pe- 1 restare in questo ruolo e desiderd il governo del cielo al posto di Dio, volle essere Pautorita supreme. Commise il peccato di orgoglio e volle appropriarsi di cid che non gli apparteneva. Secci si pensa bene, é lo stesso motivo per cui anche gli uomini si combattono. Il conflito iniziato in cielo continua sulla terrae ci coin: volge tutti, giorno dopo giorno: le forze del bene contro quelle del ma- Lucifero, Fangelo caduto / 35 le, fin dal nizio dei tempi. Oggi come allora — anche se abbiamo la ppromessa che le forze del male non prevarranno, Leesistenza del Diavolo & parte integrante della dottrina della Chiesa, sovente ribacita dai Papi —enondi rado messa in discussione dai fedel Sintetizeando tale dottrina, monsignor Corrado Balduci, che al diavolo ha dedicato lunghi eapprofonditi studi, cosisiesprimennel suo libro La possessione diabolica «Satanaé anzitutto una cteaturadiDio, al paridell'uomo, benché on tna natura ¢ con dei poteri a lui ben superior’ Pia propriamente, cali & un angelo decaduto, Anche gli angeli per poter godere di una felicta eterna furo- ho sottoposti a una prova: una gran parte si ribelld e non ebbe — come I'tomo — la possibilita di una redenzione, a causa della chiara coscienza del proprio stato e della diviniti. Da quel mo- iento si parl6 di demonie di inferno. Mentre gli angeli usanoil loro potereascopo di bene, idemoni se ineservono per fini maleficie perversi,ripieni comesono di odio verso Dio ¢ le creature umane. I] Signore avrebbe potuto telegare nellinfer- no tutti gli angeliribelli, eliminando ogni loro possibilta di nuocere; con un disegno invece di infinita sapienza e bonta permette che molti rimangano su questa terra ad attuare intendimenti malefic, si, mache rappresentano insieme, loro malgrado, uno stimolo-e un mezzo di per fezionamento morale. In tal senso il demonio pud dirsistrumento ¢co- efficiente perenne di santiti; disegno, questo, molto conveniente alla divina economia, che nel governare il mondo sa utilizzare tutto, anche le cose peggiori, per un qualche bene.» ____ Unprogetto quindi vastissimo e lungimirante, che ha capovolto in bene potenziale un gesto di ribellione che sembrava segnare una spaccatura definitiva: angelo ribelle coinvolto suo malgrado nel pia- no di redenzione di Dio, strumento di perfezione per l'uomo che, gsposoallesuesentaionineesce vittorioso, Tale insegnamento del Liangelo caduto secondo Jakob Lorber ‘Troviamo un'ampia, poetica e coinvolgente — anche se forse po- co ortodossa — descrizione della ribellione di Lucifero e della sua ca dota in un testo singolare scitto quasi entoquarant anni fa da un mo- desto musicista austriaco, che si chiamava Jakob Lorber. La storia di questo personaggio merita di essere raccontata, come meritano sen- Zaltro di essere riportate le sue parole. 36 / Angeli Jacob Lorber(1800-1864) nacque e visse semprea Graz. Lamatti nade! 15 marzo 1840 quest'uomo semplice visse un'esperienza che lo turba profondamente: percepi infati una voce che veniva da una zona «vicino al cuore» e che gli dava un ordine preciso: «Prendil tuo stiloe scrivil ‘Queste parole dovevano dare un indirizzo completamente diver- soallasua vita. Proprio quel giorno Lorber avrebbe dovuto comunica- real Teatro di Trieste, che lo voleva come secondo maestro di cappel- la,lasua accettazione di quel posto per lui molto vantaggioso; quando pera ebbe scritto cid che durante la giornata la Voce gli detts, si rese conto che dal mondo superiore gli veniva assegnato un compito stra- ordinario, certamente non conciliabile col lavoro al Teatro di Trieste. Rinuncid quindi a quell offeta, erinuncid anche al matrimonio, Daal lota visse in rtiro quasi completo, guadagnandosi modestamente da viivere con le lezioni di pianoforte e abitando in una sola stanza. Ogni giorno, per ore e ore, scriveva quello che la Voce gli dettave: i manoscritti non presentano alcuna correzione. Una volta stampati, dopo la sua morte, ne risultarono piit di 10.000 pagine. ‘Una parte degli scrittidi Lorber® di carattere scientifico e conti. ne descrizioni e conoscenze assolutamente impensabili per quei tem: pita quanto pare, queste informazioni venivano date per ditnosteare che eta all opera non tuna mente umana, ma livina, Oggiin effetti certe affermazioni di Lorber circa gliatomi, le particelle elementati, le cono- scenze astronomiche ¢ altro ancora, sono risultate esatte ¢ perfetta- ‘mente comprensibili, mentre alfepoca in cui futono scritte nessuno crain grado di individuarne lesattezza Infattia Lorber fu desto anche che i suoi scrttierano per l'uomo del XX secolo. Liaktra parte, la maggiore, degli scritti di Lorber & di argomento religioso,ed é detta Nuova Rivelazione: oggi una casa editrice apposita ne cura la diffusione in lingua tedesca, e numerose sono state le tradh- zioni nelle principali ingue. La Nuova Rivelazione spiega 'uomo € Yuniverso dalle origin’ a ogg, illustra il progetto divino, rivelail senso nascosto delle Scritture. E un'opera monumentale, nella quale trovi- mo anche la descrizione della caduta di Lucifero e delle sue schiete. Eccola Inbaseaquanto fu dettatoa Lorber, lacreazione materiale sareb- be il mezzo previsto dall’amore di Dio per redimere esalvare gli spirit caduti insieme a Lucifero.La via di redenzione che passa attraverso la materia lunga e spesso dolorosa, pero finiea per portare a Dic. «Adessom, disse ancora la Voce a Jakob Lorber con riferimentoa tuti gli uomini, «voi siete soltanto come embrioni nel grembo mater: no. Perd eravate spirit ediverrete nuovanente sprito!n | | | TAV.IX Lueifero@ wn angelo caduta, una creature eacecaten, comedic il Papa. Su sopo conqustarsi Vanima di cbt muoree pon allifemo, Nella prima raflgaztonebe- dium Teeangelo Michele che davant ala porta del ilo contend ol dievolo un nina Le buone axiom vengona psa su una bianca iniome a quelle ative, mente diva (o € wot aiutant cercano di nfluire sulla bianca nesta. Un angelo consegra a Sam ‘ictro anima giudiatafvorevolmonte Sout le anime condannat giungono allio vengonosottoposte alla pena det fuaco. Pala ditae di San Miguel Surigverol Spa- eg, XIT seo, ‘ane esleatageia, come per esempo nl Lt IT secolo ed ¢ opera del monaco sparalo TAV.XE Rerurrezione. Le anime dei mort emergono dalle tombe e dazano di gia 0 so delle rombeangeliche Pericop di Enrico I(1002-14) ‘TAV.XIT Giang Usellin oLa grande batealion, 1990. Tempers sw tela di prorité de- la signora Camilla Falk Cicer di Milano. Uselln’€ um importante rappresentante det Novscent italiana: rien dell nflunca del Quatirocene i cui of wna version spes- 50 tronica e di um primitiv candore. Trato tem e motto’ gravie solenn con grzie seanzonatee modernisima 4, Il Papa e gli angeli La teologia cristiana sié sempre occupata degli angelic ha cerca- todi stabil una vera e propria angeologia. I Padri della Chiesa poii teologi hanno discusso e discettato in ogni modo sulla natura degli an- eli, sti loro compiti se essi abbiano un corpo siano purospirito,eal- tro ancora Non é mancata una certa ambiguiti: San Paolo non era favorevo- lealculto degli angel, mentreil conciliodi Nicea del 325 d.C.dichiarb cche la fede negli angel faceva parte del dogma. Poco dopo, nel 343, i sinodo di Laodices taccid il culto degli angel di idolatria. Sant Agost no (354-430) afferms perd esse angelos novimusex fide, cioe «che gli an- ageli esistono, lo cappiamo attraverao la fede. Infine nel 787 ilsettino sinodo ecumenico ristabill un definito e limitato culto degli angele degli arcangeli Come ¢ nota e come abbiamo fatto osservare nella Premessa, of ginon molti si occupano pit degli angelie credono alla loro teale esi stenza, perfino fri teologi si constata un certo distacco nei confronti di questa tematica — della quale perd non sisono dimenticatii Ponte- fici, Quando era ancora patriarca a Venezia, Giovanni Paolo Laffermd che gliangeli sono «i grandi sconosciutidel nostro tempor. E aggiunse: . Beco quindi sancito dalla Sacra Scritcurailruolo degli ange- UPapa egliangeli/ 43 licustodi e protettori dell uomo. Ea questo proposito il Papa cita an- coral Salmo 90/91 che dice Bgl devi ordine usual angel di custo dirti in euti i tuoi passi Sulle loro mani ti porteranno perché non in- ciampi nella pietra il eo pieden. E ancora: «(Gesi)attribuisce inoltre agli angeli la funzione di te- stimoni nel supremo giudizio divino sulla sorte di chi ha riconosciuto ‘ha rinnegatoil Cristo:"Chiunque mi riconoscera davanti agli uomini, ancheil Figlio dell uomoloriconoscera davantiagliangelidiDio;machi ‘mi rinneghera davanti agli uomini sara rinnegata dovent agli angel di Dio" (Luca 12,8-5).Queste parole sono significative perchése gli angeli prendono pare al gdizio di Dio, sono interessat alla vita del Ripottiamo ancora cid che il Papa dice a proposito degli atcany Michele, RafcleeGabrie: «E infine opportuno notare che la Chiesa onora con cultoliturgi- co tre figute di angel, che nella Sacra Scrittura sono chiamati per no- ime Il primo & Michele Arcangelo Il suo nome esprime sinteticamente Tatteggiamentoessenziale degli spiriti buoni.“Mica-EI' significa infati *Chicome Dio?” In questo nome sitrova dunque espressa la scelta sal vifica grazie alla quale gli angeli “vedono la faccia del Padre” che & nei cieli Il secondo & Gabriele figura legata soprattutto al mistero del- Finearnazione del Figlio di Div. I suo nome significa:"La mia potenza Dio", oppure “potenzadi Dia! quasiadire che ilculmine della creazio. fe, incarnazione, il segno supremo del Padre onnipotente. fine il terzo arcangelo si chiama Raffaele, “Rafa-El" significa ‘Dio guarisce’ Eglisié fatto conoscete nella storia di Tobia nell Antico Testamento, cosisignificativa circa l'affidamento agli angeli dei piccoli fig di Dio, sempre bisognosi di custodi, di cura e di protezione. Aben riflettere sivede che ciascuna di queste tre figure: Mica-El, Gabri-El, Rafw-E rflette in modo particolarelaverita contenuta nella domandasollevata dall autore della Lettera agli Ebrei “Non sono forse essitutispittiincaricati diun ministero,inviati per servire coloro che devono entrare in possesso della salvezza?" (Ebrei 1,14)» Papa, nelle stesse occasion’, ha parlato anche degli cangeli cat vin cha spiegato chela divisione in angel Baasic eee ope- rata per creazione di Dio», ma sulla base della liberta propria delle creature che asono state sottoposte ad una prova di carattere morale. Quando Dio le cred come esseri liberi, non poteva non prevedere an. che la possibilita che peccasseroy. Gi cangeli cattivi» sono quindi puri spittéche liberamente han- nosceltodi «rifiutare Dio». Decisione aradicale ed irreversibile, al pari 44 / Angeli di quella degli angeli buoni, ma diametralmente opposte:invece di uun'accettazione di Dio piena d’amore, gli hanno opposto un riliuto ispirato da un falso senso di autosufficienza, di avversione e persino di ‘odio che si & tramutato in ribellione> «La caduta>, afferma ancora il Pontefice, «consiste nella libera scelta di quegli spivti creati, che hanno radicalmente ed irrevocabil- mente rfiutato Dio e il suo regno, usurpando i suoi diritti sovrani ten- tando di sovvertire economia della salvezza ¢ lo stesso ordinamento dellintero czeato. Un riflesso di questo atteggiamento lo siritrova nel le parole del tentatore ai progenitor: “Diventeete come Dio" 0 “come dei (Genesi 3,5). Cosi lo spirito maligno tenta di trapiantare nell womo Uatteggiamento di sivalita, di insubordinazione edi opposizionea Dio, che & diventato quasi Ia motivazione di tutta la sua esistenza Cisipotrebbe chiedere come mai Dio non perdonail peccato de eli angeli La visposta del Pontefice & questa: «Perché essirimangono nel loro peccato, perché sono eternamente nelle catene di quella scelta che ‘hanno operatoallinizio respingendo Dio», ‘al diavolo», ha concluso il Papa, «® un angelo accecaton. 5. Gli angeli dei mistici e dei santi. Monte Sant‘Angelo e Loreto. Langelo di Fatima e Langelo di Garabandal Nella vita dei mistici e dei sant gli «incontri angelici» non sono tari, Vediamone rapidamente qualche esempio tratto dallagiografia dei secoli passati, per poi soffermarci pita lungo sualeuni casi recenti, noi pi vicini e quasi contemporanei A Giovanna d'Arco tredicenne apparve Varcangelo Michele per annunciarle la missione di riscattare la patria: arcangelo si manifest sotto forma di un giovane, bellissimo e splendente, circondato diange. lijuna figura guertiera, Michele assunse la guida di Giovanna e svolse presso di lei tutta una serie di compiti:le fece ritrovare la spada perdu: ta, le consegnd il vessillo per i soldat, la incitd costantemente al suo compito, Durante il processo che si concluse tanto tragicamente Gio- vvanna fira lingo e dettagliatamente interrogata dai giudiei, edichiars diaver visto molte volte gli angel. Disse anche che 'arcangelo Michele camminava toccando terra con ipiedi, cosa che ai giudici parve irreale ‘emenzognera, Nonostante la condannaal rogo, Giovanna non ttrattd nulla E la beata Angela da Foligno (1248-1309) afferma di essere stata inondata da gioia immensa alla vista degli angel «Se non 'avessisenti: ta, non avrei creduto che la vista degli angeli fosse capace di dare una tale gioia». Angela, sposa e madre, siera convertita nel 1285 dopo una vita definita dagli agiografi «dissoluta», aveva reso piena confessione e aveva iniziato un camming mistico che Paveva portata a divenire per- fetta sposa di Cristo, il quale le era apparso piit volte nelle sue visioni, insieme agli angeli. Agneseda Montepulciano, us'altra mistica del Medioevo, ricevette — dicono le cronache — ben dieci volte la comunione dalle mani di tun angelo, che le evitd cosi di distogliersi dal suo colloquio con Dio;¢ pil volte fu «consolata dalla visione degli angeli». Da un angelo rice vette anche 'otdine di edificare un monastero, Santa Rosada Viterbo(1235-1252), che in dll ei di sete anni ma. nifestVntenzione di entrare in convento ela cui breve vitae densa di guarigioni e event mitacolosiebbe frequenti apparizioniditun angelo 46 / Angeli che le preannunciava eventi futuri, tra cui la morte di Federico IL. Dedichiamo tno spazio un po’ maggiore a Santa Chiara da Monte- falco (1268-1308), detta Suor Chiara della Croce per la sua grande de- vozione al crocifisso. Bimba bellissima, di agiata famiglia, fin da picco- lissima si dedicd a Dio, ea soliseiannichiese eottenne dientrare nella ‘casa di pteghiera creata dalla sorella maggiore Giovanna. Tuttala vita di Chiara é pervasa da fenomeni straordinati, soprattutto visioni, ap- patizioni, otte vitoriose contro il demonio. Gli angeli apparvero a Chiara pit volte, durante le visioni della nativta, della crocifissione © resurrezione di Gesi. Impedita a ricevere la comunione con le altre consorele, la riceverte —leggiamo nelle cronache —nellasuacellada Gesi stesso, eaccompagnato da molti angeliv ‘Anche Giovanna, orella di Chiara, godette della vista degli ange- lela wera stata fatta degna per la sua innocenza e putissima vita che tun angelo del Signore quasi ogni notte, negli ultimi suoi anni, scendes- sea ei mentre oravaele facesse udire suoni di paradiso, Della qual gra- zia godette poi molte volte anche la medesima Chiara». In pi occasio nile sue sorelle udirono insieme la musica celeste ¢ videro la stanza di venire luminosa e splendente per la discesa dell'angelo, Chiara condusse sempre vita umilissima, nutrendosi disole erbe amare e pane nero, dormendo su dure assi camminando scalzaanche dinverno; era continuamente immersa nella contemplazione della passione € morte di Gesi, col quale desiderava ardentemente di im- medesimarsi. Questo suo amore sconfinato peril crocifisso€ legato al fatto pil straordinario della sua vita: una volta le apparve Gesi ain for- ‘ma dibellissimo giovane, vestito da pellegrino e con una pesantecroce alcollo,a cagion della quale mostrasi molto affaticato estanco. Chiara . Ai confratelli Francesco aveva detto infati: «ll mio segreto & per men. Nella vita di San Francesco gli angeli hanno un rualo importante: pet esempio l'antica chiese dedicata alla Madre di Dio in un luogo presso Assisidetto «Porziuncolay, era chiamata in dall‘antichita Santa Maria degli Angeli «Lip, racconta ancora Sin Bonaventura, «etano frequent le visite degli spirti celesti». E San Francesco, per la sua de vvozione verso gli angelic peril suo grande amore per la Madre di Cri- sto, restaurd la chiesa e si stabil li accanto cof contfratell. Masica angelica alliet il Santo una volta che era tanto debole da ‘non potersi spostare: «Essendo egli tanto debole a causa delle sue in- fermitio, leggiamo ancora in San Bonaventura, «ebbe desiderio di ascoltare il suono di qualche strumento a sollievo del suo spitito. Ed ecco chea soddisfnte il desideria del Santo venne una echieta di ange li. La musica procurd al Santo «tale godimento da immaginare di ‘rovarsi gid in un altro mondoy;e fu sentita anche dai suoi confrateli pit inti La devozione di San Francesco per gli angeli é deserita da San Bonaventura in questi termini: «Con inseparabile vincolo d'amore cra uunito agli angeli,a quest spirti che ardono d'un fuoco meraviglioso e, ‘con ess0, penetrano in Dio e infiammano le anime degli eletti Per de- vvozione verso di loro, a cominciare dalla festa dell’Assunzione della Vergine santissima, digiunava per quaranta giorni attendendo conti ruament allt pregher. Il suo grande zelo pete salveza dace anime, petd, lo rendeva particolarmente devoto verso [’Atcat Michele, avendo quest [fficio di “presenta le anime’ aL nee San Francesco stato il primo stigmatizzato del cattolicesimo: le ferite di Cristo, apparse prodigiosamente in lui e accertate da testimo- nial di sopra di ogni sospetto, suggellarono la sua vocazione a comple- tare Vopera di redenzione di Gest. Secoli dopo, molto pitt vicino a noi nel tempo, Padre Pio da Pie- traleinaticeveva le stigmate in maniera analoga. Francesco Forgione — B questo il vero nome di Padre Pio — senti ben presto la vocazione sa 50/ Angeli cerdotale e gia cinque anni, nel 1892, aveva avuto i primi fenomeni carismatic, estasie apparizioni: vedeva la Madonna, gli appariva il Sa cro Cuore di Gesit A quella stessa eta cominciarono pero anchele «ap- parizioni diaboliche», che come il Padre stesso scrisse nel suo Diatio, ‘furono sempre in forme oscenissime, umane e soprattutto bestiali». Erano primi attacchi del maligno, che torment Padre Pio per tuttala vita, Una visione pero gli diede forza e lo sostenne sempre: si vide ac canto «un uomo maestoso, di rara bellezza, splendente come il sole», che presolo per mano lo incoragaid con un preciso invito: «Vieni con ime perché ti conviene combattere da valoroso guerrieron. Nelle battaglie, numerose e durissime, che Padre Pio dovette so stenere col maligno, il personaggio luminoso(un angelo?) gli fusempre vicino, ad aiutarlo e a dargli forza. Nella prima visione, gli aveva anche assicurato la vittoria finale Francesco Forgione vest 'abito cappuccino nel 1903 e fu ordi nato sacerdote sette anni dopo, Finoal 1916 restd acasa dai suoi, a cau sa della salute precaria, poi fu inviato a San Giovanni Rotondo, per re spirare un po’ daria buona di montagna: doveva essere un soggiorno provvisorio, invece duré per ben 52 anni, fino alla morte Ben presto il giovane frate si fece conoscere: ancor prima che ti: ccevesse le stigmate, la gente scopriin lui un inviato di Dio ecomincid a prenderlo d'assedio. Padre Pio stava anche 19 ore di seguitoin confes sionale ed era costantemente assediato dalla «turba di snime assetate di Dio». Lasera trail Seil6 agosto 1918 Padre Pio ricevette Ie misteriosa seompenss diving: mente stave confessando rage laser all cin ue, gli apparve un epersonaggio celeste» con in mano «una specie di Since similea una lunghissina lamina dfereocon una puntaben af lata e che sembrava che da essa punta che uscisse faaco». Con questo amese il apersonaggio celeste» colpi Padre Pio «nell’animam: un gem to, uno spasimo senza fine. Era la prima stigmata, quella al torace 1120 settembre dello stesso anno, dopo la messa, lopera viene ‘compiuta, ancora una volta ad opera di una figura angelica. Ecco la de- sctizione dei fatti, con le parole stesse di Padre Pio: <-Mi vidi davanti un misterioso personaggio, simile a quello vi stola sera del 5 agosto, che differenziava in questo solamente che ave- vale mani ei piedi ei costato che grondavano sangue. La sua vista mi attertisce: ci che sentivo in quelfistante in me non saprei ditvelo. Mi sentivo morireesarei morto seil Signore non fosse intervenutoasoste- rete il cuore, il quale me lo sentivo sbalzare dal petto. La vista del per- sonaggio siritira¢ io mi avvidi che mani, piedi ecostato erano traforati egrondavano sangue. Immaginate lo strazio che esperimentai allora e che vado sperimentando continuamente quasi tuti i giorni. Gli angelicdei mistcte dei santi / 31 Nel caso di un’altra grande mistica del nostro tempo, Teresa New ‘mann contemporanea di Padre Pio, troviamo un contatto quotidiano eserenocon gli angeli, Prima di parlarne, gnecessario dite lcune cose di Teresa stessa, che nacque nel paesino di Konnersteuth, in Baviera, nel 1898 e qui mori nel 1962. ‘Teresa apparteneva a una famiglia povera e disolida impostazio- ne religiosa, aliena perd da ogni forma di bigottismo. Il suo desiderio sarebbe stato quello di farsi sora missionaria, ma ne fa impedita da una grave malattia, conseguenza di un incidente, che la rese ciecae pa- ralizaata. Per anni rimase a letto, sopportando serenamente la propria infermiti,e fu poi improvvisamente guarita, prima dalla cect e poi dalla paralisi, per 'intervento di Santa Teresa di Lisieux, di cui la New- ‘mann era devota, che le apparve pitt volte annunciandole la prossima guarigione eil destino straordinario che Pattendeva, Infattiben presto cominciarono quelle visioni della passione di Cristo che accompagns- ono Teresa per tutta la vita, ripetendosi ogni venerdi; in pi, gradual ‘mente si manifestarono le stigmate. In seguito Teresa avverti sempre ‘meno il bisogno di nuttirsie nel gio di poco tempo smise completa mente di mangiate e bere. II suo digiuno totale, che dur’ ben 36 anni, fu controllato al di la di ogni dubbio da apposite commission’ stabilite dal vescovo di Ratisbona, da cui Konnersreuth dipende. Stigmate, digiuno c visioni furono la catatieristica costante della vita di Teresa. Le stigmate dolevano continuamente e sanguinavano durante le visioni del venerdi Idigiuno un chiaro simbolo del valore dell'eucarestia: Teresa diceva infatti di vivere «del Salvatores, cio® dell'ostia consacrata che ogai giorno riceveva e che, come fu dimostra to,siconservava intattain ei finoal momento incuile venivaportatala comunione successiva, Le visioni etano per Teresa una componente praticamente quoti diana della vita. Esse erano caratterizzate da un raptus improvviso, che distoglieva completamente la veggente dal tempo e dal luogo in cui si trovava, rendendola insensibile ad ogni cosa terrena. Queste visionir guardavano sia a passionee morte di Gesiysia episod della sua vita, i uelladella Madonna, dei sant, degliapostoli, Durante le visioni Tere sa parlava in aramaico ein altre lingue che normalmente non conosce- va (da semplice contadina, ella parlava soltanto il dialetio del suo pae- se), come fu controllato da esperti e docenti universitar. Tra una visio. nce altra Teresa attraversava quello che fu definito «stato di quietes, incui descriveva a presenti quello che aveva visto rispondevaallelo- to domande. Pi di una volta le visioni di Teresa Neumann ebbero come og gettoil mondo angelico: li angelidi cui parla la Bibbia el'angelo custo. 52/ Angelé de. Del proprio angelo custode percepiva la presenza: lo vedeva alla propria destra come «uomo laminoson e vedeva anche Fangeo dei Ssuoi visitatori. Teresa riteneva che il suo angelo la proteggesse dal de- rmonio, la sostituisse nei casi di bilocazione (ella fu vista spesso in due Iuoghi contemporaneamente), Paiutasse nelle dificolt. ‘Teresaavevaancheil dono diassistere al trapasso dei motenti eal siudizio che viene dato subito dopo la morte, Su quanto avvenne alla morte di sua sorella Ottlia, donna di santa vita, e del padre Ferdinan- do abbiamo la testimonianza diretta dell'amica Anni Spiegl, che era resente: anne Nello stesso momento in cui Ota spird, Teresa cbbe una vi sione:il suo viso era cosi sereno e trasfigurato che capii che stava asi stendo a qualcosa di grande. Alla fine guardava verso Palto e diceva: «Con voi, con voil», sembrava volersi sollevare. In seguito Teresa mi raccontd: lasua defunta madre, il fratello Engelbert morto a 45 anni, i fratellino morto a due anni e ’angelo custode di Ottilia erano venutia prenderla, Poi Teresa aveva visto il Salvatore che era artivato improv- visamente e aveva guardato con dolcezza Ottlia, Tutt insieme erano scomparsi in una luce chiara, e lei avrebbe voluto seguitlin. ‘Quando, in quello stesso anno (1958) mort il padre, Teresa vide tugualmente i parenti precedentemente defunti piti Ottilia venire ad accogliere l'anziano genitore insieme al suo angelo custode. Questa volta petd if Salvatore non portd subito con 2é papa Ferdinand, che ti ‘mase indietro col suo angelo custode guardando tristemente il grup: petto che siallontanava, Gia dopo pochi mesi Teresa fu tutavia ing do di dite che il padre era in paradiso. Il suo purgatotio era stato e dentemente molto breve. Inmoltealtre occasioni Teresa Neumann ebbe visioni di angelie arcangeli intenti a svolgere i compitie le missioni che ritroviamo nel \Vangelo. Ecco per esempio la visione dell’annunciazione, cosi come riportata dal dr. Johannes Steiner che era presente e uci la descrizione di Teresa ‘Teresa vede una giovane donna, quasi ancora una tagazzina, in ‘una piccola casa, immersa nella preghiera. Allimprovviso davantialei ‘Cun uomo luminoso (espressione che la Neumann usava pet indica re gli angelis eli non & entrato, semplicemente é li, Io chiesi a questo puntoa Teresa: “Avevale ali?” Elei:*Che cosa i viene in mente, gli uo- mini luminosi non hanno bisogno di al Liuomo luminoso si inchina davanti alla fanciulla spaventata e parle: Schelam ich, Mirjam, gaseta... Maria, sempre spaventata ma con Pespressione pit fiduciose, guarda la figura luminosa.L'angelo dice al- tre cose solenni, Lei chiede qualcosa all'angelo e l'angelo tisponde. Quando Pangelo finisce di parlare, la fanciulla china la testa e dice un Gli angel det misicie det santi /33 paio di parole. In quello stesso momento Teresa vede una gran luce provenire dall'ato ed entrare nella fanciulls, mentre 'angelosiinchina © scomparer. Liannuncio ai pastor fu visto da Teresa in questo modo: «Mz z'ora dopo la mezzanotte, dopo che Teresa ebbe assistito alla nascita del Redentore, si vide trasportata davanti a una capanna che distava ‘una ventina di minuti dalla stallae si trovava su una collina Li otto pa stori avevano il oro riparo notturno, Allimproviiso si fece chiato e tutti nella capanna si spaventarono; con circospezione spiarono poi fuori enunaltezzadicircatremets suuna ube lucent, videro nan. zgclo, una figuta di giovinetto fattadi luce, con la veste bianca splenden. tedalle maniche lunghe ela cintura, Era lo stesso angelo che aveva pat- lato a Maria (cio Parcangelo Gabriele). Aveva la mano sinistra posata sul petto, la desera alzata. Non aveva ali. Tutto il paesaggio circostante ca illuminato dalla luce emanata dallangelo. Poi 'angelo patlo ai pa stori in modo da tranquillizzarli,con voce chiara, amichevole e solen- ‘ng; parld loro nella loro lingua. Due volte indicd con la mano destra verso sinistra. Quando fini di parlate,intorno a lui appatvero molt al triangeli, anch’essiluminos‘esu nubisplendentisinsieme innalzarono ‘un meraviglioso canto che ipastori ascoltarono con grande attenzione, poillaschiera celeste scomparve. I pastori discussero fra loro, poi si mossero in direzione di Betlemme..» Lasciamo Teresa Neumann ¢ incontriamo una grande mistica italiana, Teresa Palmeinota, morta a Roma nel 1934 a soli 38 anni, Te tesa Palminota fur protagonista per tutta Ia sua vita di fatti eccezio. ercezioni extrasensoriali stigmate, digiuno protratto pet oltre tte anni, fenomeni termict incredibili, cio® un fuoco misterioso che cemanava dal suo petto ¢ letteralmente bruciava cid con cui veniva in contatto. Teresa Palminota ebbe una vita chiusa e riservata ¢ conservd sempre il segreto delle stigmate ¢ dei fatti staordinari di cui era protagonists; soltanto il suo confessore © guida spirituale Padre Luigi Fizzotti era a conosceniza di quanto avveniva a quellanima e ne ha lasciato testimonianza in un libro, I! segreto di Teresa, uscito postumo. Anche Teresa Palminota aveva familiatita con Pangelo custo- de, che chiamava ail mio angioletto», e al quale attribuiva moli ft- 4 spirituali ¢ anche interventi concreti, Per esempio, in seguito a uun‘otite purulenta Teresa era divenuta completamente sorda, come fu accertato dai medici e come hanno testimoniato tutti coloto che sono venuti in contatto con lei. Quando perd incontrava il suo di rettore spitituale, sentiva benissimo quella che lui le diceva anche 54/ Angeli senza guatdarlo in viso e senza quindi che fosse possibile pensare cche leggesse le parole dalle sue labbra, E quando Padre Fizzoxti le chiedeva come facesse, lei rispondeva che eta il Signore a farle ca- pire tutto, oppure «il suo angioletto», ‘Questo «angioletto> aiutava Teresa in molte occasioni: quan- do Padre Fizzotti andava da lei, la porta gli veniva sempre aperta da Teresa non appena metteva la mano sul campanello: Teresa at- tribuiva cid al suo angioletto, che la informava in tempo del suo ar- tivo. E quando era lei ad andare dal Padre, pur non avendo Pabitu dine di avvertitlo prima, non capitd mai che non lo trovasse in ca sa, Richiesta su questo punto, diceva che prima di uscire domanda. ‘va a Gesito al suo angioletto se potesse andare 0 no: ¢ veniva sem. pte informata esattamente. Una volta addirittura successe che Ps- dre Fizzotti aveva avwertito Teresa di non andate da lui perché sa- rebbe stato assente, perd Teresa andd ugualmente ¢ trovd il suo confessore, il quale per un impedimento improvviso era dovuto re: stare in sede! Anche questa volta V'informazione era giunta attraver so Pangioletto. ‘aiuto angelico veniva anche per cose concrete, come una volta che Teresa, che viveva in famiglia, volle provate a scrivere a machina un testo che serviva alla sorelia, sebbene non avesse mai posato le dita sulla tastiera e le sue dita fossero rattrappite per il dolore delle stigmate, Tutt i tentativi furono perd inutil, Allora Te- resa si rivolse al suo angioletto, e poco dopo la sorella ebbe tra le mani il lavoro finito e perfetto. La vita di Teresa Palminota @ piena di episodi gentili: per esempio quando Teresa usciva era accompagnata passo passo da tuna farfalla bianca, che si fermava a giocare con lei quando si sede- vva pet riposare. Ella era convinta, e lo disse al suo direttore spiti tuale, che quella farfallafosse il suo angelo e aggiunse di aver nota: to come la farfalla si trasformasse a volte in un angiolett. Sia di Teresa Palminota che di Teresa Neumann ¢ Padve Pio & in preparazione il proceso di beatificazione. Gli angeli di Natuzza Evolo Natuzza Evolo di Paravati, in Celabria, & uno straordinatio personaggio del nostro tempo. Sposata con moltifigli, ha ogai oltre sessanvanai ed é, apparentemente, una normalissima donna meri- jonale. Da sempre perd protagonista di fenomeni eccezional: & ‘grado di guarire casi disperati, possiede dot telepatiche e chiaro- Gli angeli dei mistci¢ dei santi/ 55 veggenti, sul suo corpo appaiono scritte di sangue e la settimana di Pasqua sulle sue mani, i suoi piedi e sul suo costato si aprono le stigmate. ‘Natuzza inoltre parla coi morti e vede langelo custode. Dice anzi di vedere costantemente langelo custode accanto alle persone. Natuzza Evolo & una donna molto umana e capace di aiutare chi ha bisogno, perd estremamente schiva e riservata per quello che ri sguarda se stessa. Il prof Luigi Lombardi Satriani, antropologo, e la dassa Maricla Boggio sono tuttavia riuscti qualche anno fa a gare tun ottimo documentario su di lei, che & stato trasmesso nel 1985 nel programme «Dele di RAL 3. In questo mato cost Natwzas esprime a proposito dell'angelo ¢ di altri suai fenomeni, risponden. do alle domande degl intervstator: ae «Natuzza, da molti anni da voi vengono migliaia di persone ¢ 4 tutti voi dite qualcosa, date qualcosa. Perché vengono? Quali bi- sogni vi dicono? Quali richieste vi fanno?» «Richieste per malate, se il medico ha indovinato la cura, queste cose qua... Poi domandano per i motti, se sono in paradiso, se sono in purgatorio, se hanno bisogno..» ___ 4 voi come fate a rispondere a loro? Per i morti, per esem- pio, quando vi domandano dei mort, come fate?» «Per i mort, li riconosco se li ho visti per esempio due o tre rmesi prima; oppure li riconasea attraverso le fotografie». «. «Le persone vive soltanto hanno l'angelo?» ‘Solo le persone vive, non le persone morte» . Il vescovo perd, per la difficolta di metterlo in pratica, riman. dé Vesecuzione dellordine angelico. Due anni dopo la cristiana Si- ponto fu assediata dai pagani di Odoacre. Quando tutto sembrava cormai perduto, il vescovo ottenne una tregua di tre giori, che de dicd alla preghiera. Fd ecca che gli apparve di nuovo PAreangel che promise il suo aiuto ai Sipontini nella prossime battaglia, Infatt tun’improwvisa tempesta di sabbia e grandine mise in fuga le schiere pagane. Il vescovo Lorenzo predispose una processione di ringra ziamento alla montagna dell’Arcangelo, ma non os} entrare nella sgrotta, Nel 493, terzo anniversario della prima apparizione, PArcange- lo apparve di nuovo al vescovo ¢ gli ordind di entrare nella grotta: ali disse anche che lui stesso aveva git consacrato quel luogo, per cui non occorreva che fosse dedicato dall'uomo. Finalmente il ve scovo ubbidi, ed entrato nella grotta trové un altare preparato dal- TArcangelo, coperto di un panno rosso € con sopra una croce di cristal. La grotta, che & Punico luogo di culto non consacrato dall'uomo, porta da secolt il nome di Celeste Basilica ‘Sinatra anche che limperatore tedesco Enrico II detto il San to (973-1024) si fosse recato come pellegrino al Monte Gargano due anni prima di morire, e che una sera si fosse fatto rinchiudere da solo nella grotta. Qui avrebbe avuto la visione di una schiera di angeli sfolgoranti di luce, guidati dall’Arcangelo Michele, ¢ avrebbe assistito a-una liturgia celeste. La straordinaria esperienza ebbe pet il sovrano un valore mistico ed iniziatic. TAV. XU Son Mile Arcangelo del Samovno (1507, conserve Basic di Sa Mi chee one San Michel of Ganon. Lange ¢ ppc iv ate yi ta hx Fear na dl mot pant ad Irion franglo Mbt sre cpr ps elu Cage propa serie al 9 Tama a 1636 U Arcot nits al tomta a cavioe st sen uel du tuto see ono su image TAV.XVE Santa rms Roman a pi ema cel et lec vi ei 1284 eal 1440, Tate Le vite dell santa @ accompagnata da gare angelic, come ate- sano gli ofeach di Amtoniazo Romano che orano la capella del monatero di Tor de Space rato de Francete, Lungelo gui rafigurato &Vangelofoncnlo che te rata 1 vedeus costantemente acento Gli angli dei mristicée det santi/ 537 Liultima apparizione dell'Arcangelo avvenne nel 1656 durante la peste che ifieriva sul Gargano mietendo vittime, L’arcivescovo Alfonso Piccinelli invocd San Michele, che gli apparve il 25 settem. bre ¢ pli disse: «Sono Arcangelo Michele, Chiunque adoperert i sassi di questa grotta sari liberato dalla peste. Benedict i sassi, scol pendo su di ess il segno della croce e il mio nome». E cosi fu: il popolo prese con fede i sassolini cla peste cess®, La sacra grotta, da secoli meta di pellegrinaggi, & una grandio- sa caverna dove larte ha lasciato splendide testimonianze. Al cen. tro, custodita in un’urna d’ergento ¢ cristallo di Boemia, la stupen da statua di marmo scolpita dal Sansovino, rappresentante FArcan. gelo Michele in atteggiamento di guerriero vittorioso, mentre calpe- sta un mostro repugnante. A episodi angelic dell’Antico e del Nuo- vo Testamento sono dedicati anche i 24 pannelli delle grandi porte di bronzo della Basilica, create a Costantinopoli nel 1076, opera latte di inestimabile valore. Loreto & il Santuario una reliquia di Terra Santa? I devoti lo affer: ‘mano e non ammettono dubbi. E esso costituilo con reperti appro. dati su questa sponda dell’Adriatico tramite pi pellegcini di Palest- nna? L'ipotesi suggestiva merita rispetto e discussione pacata. To mi permetto di fermarvi Pattenzione dacché, cittadino della Laguna Veneta, mi tornano in mente gli innumerevoli tesori di religione e di arte giunti a Venezia dalfOriente via mare. Se a taluno fipotesi apparisse dissacrante, sa che non viene imposta; se @ talaltro sem brasse infondata, lo pud dichiarares: queste belle parole di Monsi- gnor Loris Capovilla, delegato pontificio del Santuario di Loreto, introducono come meglio non si potrebbe 'antico, suggestivo enig. ma della traslazione della Santa Casa, che secondo la tradizione si rebbe stata portata in volo dagli angeli dalla Palestina a Loreto. La «questione lauretana» complesse e per riferitla adeguata- mente occorrerebbe una lunga trattazione: per necessita di cose, ci limiteremo in questa sede a riferirla per sommi capi, rimandando ali interessat alla letteratura specializzata La Sacra Casa venerata a Loreto, e visibileallinterno della Ba: silica, sarebbe quella dove nacque la Vergine e dove avvenne I'An- runciazione. Numerosi antichi documenti attestano che per secoli la Casa fu oggetto di venerazione in Palestina Nel 1291 i Crociati, che in Terra Santa custodivano i luoghi 58/ Angeli sacti, subirono violenti attacchi da parte dei musulmani e doveut- +0 abbandonare il territorio. La traslazione della Santa Casa da Na- zareth in Occidente viene messa dagli storici in stretia relazione ‘con la fuga, forzata e definitiva, det Crociati dalla Palestina Sempre in base alla tradizione lauretana, ampiamente sostenu- ta da documenti, la Casa di Maria — portata via da Nazareth nel 1291 — fu in primo momento collocata sulle coste della, in una localita detia Fiume. «Gli angeli di Dio», leggiamo in una delle fonti, quella autorevole de! Teramano, eportarono via la detta chi sae la posero in un certo castello chiamato Fiumes. Successivamente, nel 1294, dalllliria la Casa sarebbe stata tra sportata in Italia, nel territorio anconetano, dove ebbe varie collo- cazioni prima di essere definitivamente sistemata a Loreto. Padre Giuseppe Santarelli, che alla questione lauretana ha dedicato lunghi e dotti studi, fa notare che la traslazione della Sa- cera Casa si inquadra perfettamente nel clima storico dellepoca delle crociate: «E, a tutti nota infatti, leggiamo nel suo documen: tatissimo libro La Santa Casa di Loreto, ela “fame” di reliquie dei crociati, che trasportarono in Occidente resti insigni di devozione ce di arten: valga per tutti 'esempio della Sindone, Questa «fame» si estendeva perd a tutto cid che era in relazione con la vita di esis, della Vergine e degli apostoli: vesti, oggetti sacri, terra e pie- tre. il celebre Camposanto di Pisa deve le sue origini proprio @ questa consuetudine. Varcivescovo Ubaldo de? Lanfranchi, pelle grino al Santo Sepolcro, fece prelevare ¢ caricare su navi pisane terra di quel luogo sacro, e la fece depositare nel 1203 accanto al- la Chiesa maggiote, in un punto dove sorse poi il Camposento. Dall'Oriente i crociati portarono in Occidente opere d'arte, statue, colonne, resti di antichi monumenti, Considerata in questa ottica stotica, e tenendo conto che tra i crociati i marchigiani erano ‘numerosi, la traslazione della Sacra Case appare possibile ereale [La Sacra Casa venerata a Loreto @ costituite da antichi matto- nie pietre anneriti dal fumo, conserva resti di pitture ¢ graffiti ed @ priva di fondamenta: pare che, non molto dopo la traslazione, pelle: sini recatisi in Terra Santa abbiano controlato il perimetto della Casa di Loreto con le fondamenta rimaste a Nazareth, constatando tuna totale coincidenza. Inoltre le ricerche archeologiche compiute sulla Casa ne hanno messo in evidenza Vorigine orientale e il rap- porto con le crociate. Quanto al perché dell’antica e ben radicata tradizione secon- do cui a traslare la Casa sarebbero stati gli angeli, si possono consi derare alcune ipotesi alternative. Intanto quella degli «angeli-mona- Gliangeli det mist e det santi / 59 civ: gli antichi autori, specialmente quelli orientali, paragonarono spesio I wen del mona a quela dell angel, e strrono che monaci che conducevano vita angelica finivano per somigliare agli tngel, Tn Palestina allepoca dle erociaeerano presenti ce ligiosi militar, tra cui i Templar, che professavano i tre vot, dfen devano i pellegrini © i luoghi sacri e proteggevano le reliquie. E quindi possibile vedere net Templari, «angeli-monacin, gli autori della trslazione — per mare — della Sacra Casa in Occidente C? poi da considetare l'sltra ipotesi secondo cui a trasportare la Casa sarebbero stati membri dla fami bizntna Angel che col passare del tempo, nella fantasia e nella devozione popola rebbero divenuti angeli del cielo. | Giustamente il Santarelli afferma che «della Santa Casa & fon- damentale i messaggi, e con il minacolo del suo trasporto. Tuttavia la suggestiva tradizione della traslazione su ali angeliche della Casa nella quale avvenne il pid grande evento della cristianita, FAnaun ciazione, petmane nei secoli,& profondamente radicata nella devo- ione popolare e non perde il suo fascino neppure in tempi di ma terialismo e razionalismo, Cie quindi sembrato giusto e doveroso riportarla in questo li bro dedicato agli angelici protetori net seo Liangelo di Fatima e langelo di Garabandal Le appatizioni della Madonna a Fatima sono troppo note per- ché ci sia bisogno di dime molte cose. Esse avvennero nel 1917 ed ebbero come testimoni tre pastorelli, tre bambini che si chiamava- no Lucia, dieci anni, Francesco, suo cugina, nove anni, e Giacinta, sorella di Francesco, sette anni, Tutti e tre sani e robust, semplici piuttosto timidi, bravi; nessuno di loro sapeva leggere e scrivere. I tre bambini conducevano insieme le pecore al pascolo ¢ trascorre- vvano ore liete tra i prati e i fiori, Erano devoti e religiosi, come era tradizione in famiglia; le sera, sotto la guida materna, imparavano il catechismo, ¢ ogni giorno recitavano insieme il rosario. Le appatizioni della Madonna ai tre bambini furono precedu- te da quelle di un angelo, che sembro avere il eompito di preparare i we piccini a quello che sarebbe avvenuto, La prima volta fu nel 1915 ¢, dei tre pastoreli,soltanto Lucia ne fa testimone. Ella aveva allora otto anni ¢ si trovava con altre bambine su un colle presso Aljustrel, quando tutte videro improvvisamente una strana figura bianca che pareva di neve librarsi sugli alberi: era mezzogiotno, ¢ i raggi del sole rendevano la figura quasi trasparente. Le bambine si 60/ Angeli tupirono, si spaventarono anche un poco, ¢ cominciarono distinto 4 recitareinsieme una preghiera, sempre fssando la figura lucente: ma quando ebbero finito, la figura era sparit Pd ansop evenela paver del 1936 Line si doe cuginettia custodire le pecore, Piovigginava ci tre bambinisierano ri pparati in una piccola grotta, dove avevano mangiato, pregato e poi si ferano messi a giocare, Mentre appunto giocavano, una forte raffica di vento fece loro alzare la testa, ed ecco che videro al di sopra degli albe- ri, che sitrovavano davant alla grotta, una figura bianca, che perd que- sta volta non rimase ferma; anzi si mosse, avanz® verso di loro, come portata dal vento: via via che siavvicinava se ne distinguevano sempre piitilineamenti ela figura, che erano quelli diun giovinetto sui quindi- ci anni, di bellezza sovramana, : : Lucia descrisse poi Vncontro con la figura di luce in questi termini: «Arrivando vicino a noi disse: “Non abbiate paura! Sono Vangelo della pace. Pregate con me”. E, inginocchiandosi per terra, curv la fronte fino al suolo. Spinto da un sentimento sopranatu- tale, Vimitammo ¢ ripetemmo le parole che gli sentivamo dire: “Mio Dia! Io credo, adoro, spero e Vi amo. Vi chiedo perdono pet quelli che non éredono, non adorano, non sperano ¢ non Vi amano’. Dopo averle ripetute tre volte si alzd e disse: "Pregate co- si I cuori di Gesit e di Maria stanno attenti alla voce delle vostre suppliche’. E opasi. L'atmosfera sopranaturale che ci avvolse era ccosi intensa che quasi non avevamo cosciena di esistere; durante lungo tempo timanemmo nella posizione in cui ci aveva lasciati, ripetendo sempre la stessa orazione. Si sentiva cosi intensa e inti- sma la presenza di Dio, che non avevamo il coraggio di parlare neppure fra di noi. Il giorno dopo sentivamo lo spirito ancora im ‘merso in quellatmosfera, che soltanto molto lentamente and® spa: rendo». Qualche mese dopo, tra luglio e agosto, mentre i bambini giocavano nell'orto della casa di Lucia, ecco apparire di nuovo lo stesso personaggio che li invit® a pregare e ad offrire costantemen- te al Signore ofazioni e sacrifci. L'angelo aggiunse di essere lange lo custode del Portogallo, V'angelo della pace: «Accettate ¢ soppo tate con sottomissione le sofferenze che il Signore vi manderip. Una vera e propria investitura, che gradualmente portava i piccoli alla consapevolezza che qualcosa di straordinario doveva avvenire ce che era loro compito esserne degni. Qualche mese dopo, mentre i tre bambini si trovavano nella srotta dove era loro apparso l'angelo e recitavano insieme Ia pre- ghiera che egli aveva loro insegnato, langelo riapparve. Era pitt splendente che mai, pareva di neve, e teneva in mano un calice Gli angel dei mistcie det santi / 61 sopra il quale vi era un‘ostia, da cui stillavano nel calice gocce di sangue. Poi l'angelo si inginocchid accanto ai bambini, mentre calice ¢ ostia restavano miracolosamente sospesi in aria ¢ itradiati di lu ce, € i invita a ripetere per tre volte questa preghiera: «Santissima Triniti, Padre, Figlio e Spirito Santo, Vi adoro profondamente e vi offto il preziosissimo corpo, sangue, anima e divinita di Gest Cristo presente in tutti i tebernacoli della terra, in riparazione de- ali oltraggi, sacrilegi e indifferenze di cui Egli'stesso @ offeso. E per i meriti infiniti del Suo Santissimo Cuore e del Cuore Imma- colato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatorin ‘Quindi l'angelo si lz’, prese in mano il calice e diede Tostia a Lucia; ai due cuginertifece bere cid che era contenuto nel cali- ce, dicendo: «Prendete ¢ bevete il corpo e il sangue di Gesit Cri sto orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati, Fate riparazione pet i loro crimini ¢ consolate il vostro Dio». Quindi si prosttd di nuovo a terra, ripeté tre volte la stessa preghiera e spati Liangelo non sarebbe pitt tornato: il suo compito era fnito ‘Aveva preparato i bambini, li aveva resi capaci di apritsi al cielo, che si dischiuse per loro, come tutti sanno, nella primavera del anno successivo, il 1917, alla Cova da Iria, che dista circa tre chi- lometti da Fatima, dove i genitori di Lucia possedevano un pode- retto con alcuni lecci ¢ qualche olivo, Proprio su uno di questi lecci il 13 maggio apparve loro Colei che Lucia descrisse cost «Una Signora, vestita di bianco, pit brillante del sole, diffondendo una luce pid chiara ¢ intensa d'un bicchiere di cristallo pieno acqua cristalina attraversato dai raggi del sole pit ardente, ». I tre piccini poterono sopportare senza paura quella vista perché langelo li aveva preparati: erano assuefatti ai prodigi, pron: tiad accoglierne dei maggiori Anche il villaggio di Garabandal presso Santander in Spagna & stato teatro di apparizioni della Madonna: trail 1961 il 1965 la Vergine apparve infatti pid volte a quattro fanciulli, operaido ‘molti prodigi. A Garabandal, su cui la Chiesa non si é pronuncia ta, la Madonna diede ai bambini dei messaggi, contenenti avverti mmenti e sollecitazioni. Tl primo & delfottobre 1961 e fa riferito dalla piccola Conchita, una dei veggenti, in questi termini: «Biso- gna fare molti sacrifici, molte penitenze. Occorre visitare con mag giore assiduita il santo Sacramento. Ma pitt di tutto bisogna essere molto buoni. Se non si fa cosi, un castigo ci colpira. La copa gia si sta tiempiendo, Se non cambieremo, il castigo sara grande 62/ Angeli Il secondo messagaio é di quattro anni dopo ¢ fu dato ai fan- ciulli tramite San Michele Arcangelo: questo messaggio ribadisce i oncetti del primo ¢ aggiunge: elo, vostra Madre, pet Vintercessio- ne di San Michele Arcangelo, vi dico di emendarvi.. Pregate sin- ceramente e vi daremo cid che voi chiedete..» : “Ancora una volta Vangelo & mediatore tra 'uomo ¢ il divino, tra i bambini e la Madre celeste. 6. Gli angeli di Emanuel Swedenborg Abbiamo finora considerato la figura dell’angelo nellambito della letteratura ortodossa, nelle Sacre Scriture ¢ nelle tradizioni ctistiane pitt accreditate, constatando quanta parte abbia in esse il protettore celeste Se da queste fonti indiscusse spostiamo la nostra attenzione ad altre fonti, meno note e forse non cosi ufficialmente accettate ima altretanto suggestive ¢ coinvolgenti, troviamo numerosi altti riferimenti al motivo dell'angelo: riferimenti e chiavi di leteura che saranno oggetto di alcuni dei capitoli che seguono ¢ che ci sono sembrati meritevoli di tutta Fattenzione. Cominciamo con un personaggio singolare e molto conosciu to, vissuto tre secoli or sono: Emanuel Swedenborg. Probabilmente in nessun'altra opera lesteraria si trovano de- sctizioni cosi numerose, dettagliate e precise degli angeli (e dei diavoli..) come negli scritti del mistico e veggente svedese Ems- uel Swedenborg, Prima di considerarle pitt da vicino, é opportu: no dire qualcosa di Swedenborg stesso. Egli nacque a Stoccolma nel 1688 ¢ pud senz‘ltro essere considerato uno dei personaggi pitt originali della sua terra e di tuto il Settecento europeo. Emanuel Swedenborg era figlio di un vvescovo protestante e fin da rigazzino risenti molto dell atmosfera religiosa familiare, Studid a Uppsala poesia, lingue, letteratura e musica; in seguito perd fu attrato dalla scienza © sogeiomd a lun go in Inghiltetta, dove la scienza moderna si andava sviluppando ‘molto pitt rapidamente che in Svezia. Fu allievo di Newton, Hal: ley e dei pi grandi scienziati del tempo, e completd la sua prepa tazione a Leida, Amsterdam e Parigi, Quando tornd in patria, a 26 anni, aveva una cultura enciclopedica e portava con sé disegni ¢ progetti per invenzioni tecniche e meccaniche con cui intendeva dare inizio alla sua attivita in patria: pompe, forni, gru, strumenti per le miniere, la navigazione interna, la guerra, la difesa delle co- 64 / Angeli ste, un sottomarino di tipo militare, persino un aereoplano, che fee alteo molt anni dopo, nel 1897, fu realiznato e rusci ad alzar- si in volo per alcune decine di metri. Il modello di tale aereo & tuttora conservato ed esposto allo Smithsonian Air Science Mu- seum di Washington. In Svezia, Swedenborg suscitd subito l’interesse del giovane & geniale re Carlo III, che lo nominé assessore straordinario alle mi- niere ¢ gli fece realizzare tanti dei suoi progetti, Per trentanni Swedenborg condusse una vita attivissima e tutta dedicata alla scienza: ricercd e sperimentd instances, viaggid in tutta surops, pubblicd innumerevoli libri, frequent i maggioti scien - e ee europei, Le sue opere scientifiche (ben 150!) spa- ziano in tutti i campi dello scibile, dalla matematica alla mineralo- gia, dalla chimica all'astronomia, dall’anatomia alla psicologia. Una ben precisa progressione, dal regno minerale a quello vegetale fi- no all'uomo: € nell’uomo, prima il corpo ¢ poi la psiche. Pet quasi quarant'anni Swedenborg aveva lasciato che i suoi interessi scientifici prevalessero su quelli religiosi; o per meglio di- re, non aveva praticamente dedicato pid attenzione alla religione. ‘Aveva continuato a credere in un Dio creatore, ma l'ardore misti- co delPinfanzia e dell’adoloscenza si era spento: tutto cid che non aveva a che fare con la scienza, era stato messo da parte. Fu a questo punto che sf manifesta la crisi, Swedenharg ave- ‘va 56 anni, era un uomo attivato e famoso ¢ aveva ancora una in- saziabile sete di sapere. Per studiare la psiche umana comincid, da atutentico precursore, a indagare i sogni — i propri — e questi co- minciarono a divenite sempre pia strani e insoliti, a portargli in tuizioni € nuovi indirizzi. Ai sogni seguirono le visioni, che gli ri- velarono la sua nuova missione: svelare il senso nascosto delle Scritture ¢ descrivere agli uomini il mondo spirituale, il cielo, Fin- fetno e i loro abitanti. Da quel momento: angel e spiriti, re i suoi maestri; Swedenborg divenne capace di intrattenersi coi tra- passati e tao contengoraneamente cltadino del cielo delle terra, Visitava in ispirito i mondi ultraterreni e subito dopo, con una sorta di scrittura a eae aveva = . sentito; ne sono nate opere originalissime, che hanno esereitato un forte influsso su personal quali Kant, Goethe e Jung ¢ fecero di- re alla poetessa Elizabeth Barret Browning: «A mio giudizio, la so- Ja luce che possediamo sull'altra vita si trova nella filosofia di Swedenborg!». Gli angelidi Emanuel Swedenborg / 65 Le descticioni pitt dettagliate del cielo e dei suoi abitanti si twovano nell'opera pitt nota di Swedenborg, Cielo e Inferno', che & tun vero vademecum nelFaldila, Qui sono dette molte cose anche sugli angeli — e la prima cosa che ne viene detta é che essi hanno cana perfetta forma umanay, Dice infatti Swedenborg: «Essi han no un viso, occhi, orecchie, petto, braccia, mani e piedi. Si vedono tsa loro, capiscono, conversano; in una parola, non manca loro as: solutamente nulla di cid che hanno gli uomini, a parte il fatto che hon sono rivestiti di un corpo materiale» Il veggente aggiunge poi di averli visti To allora le ho chiesto di parlarmi di cid che vede- vva, e [a risposta & stata questa: «Quando ero una bambina piccola, Jui mi stava sempre accanto. Poi ho completamente dimenticato la sua esistenza», Tl giorno dopo la signora @ morta felice perché qualcuno di cui conosceva bene 'amore sconfinato, la stava aspet tando..». Nel suo famoso libro La vita oltre la vita il medico americano Raymond A. Moody scrive: «L'elemento piit inctedibile nei casi da me studiati, e senza dubbio quello che ha leffetio pitt profon- do sugli individui, @ Fincontro con una luce chiarissima. All'nizio la luce @ generalmente incerta, ma diventa sempre pid vivida fino a raggiungere uno splendore sovrumano. Tuttavia, per quanto ' Si vedal ato delle piccola Giorgia al captolo 12 renze (Angeli Santi ~ TAV.XK “Angel intent a info otvtéspontive. [puto angel Bambini, appaiono pe prime volts nella mitologia gree come compagn di Eros e Dioniso, Pot pasarono al Critanesine, Questa deliioe opera masivee concervta a Bardo Maseam di Tans. Lt sere di luce / 73 questa luce sia di un'indescrivibile luminositi, molti sottolineano che non offende in alcun modo la vista, né li abbaglia, né impedi: sce di vedere le altre cose Malgtado l'insolita manifestazione della luce, nessuno ha mai dubitato che si tratti di un essere, un essere di luce. E non soltan to un essere, ma un essere personale, con una personaliti ben de- finita, L'amore ¢ il calore che il morente sente emanate dallessere di luce sono assolutamente inesprimibili,¢ il morente se ne sente completamente circondato: si sente completamente sereno ¢ accet- tato alla presenza dell’essere. Prova verso la luce una irresistible attrazione magnetica. E interessante notare che mentre la descrizione dellessere di luce non varia da una persona alfaltra, 'identificazione cambia da individuo a individuo e sembra essenzialmente legata allambiente, alleducazione o alla fede religiosa. La maggioranza dei-cristiani identifice la luce con Cristo... Un uomo e una donna ebrei identi ficarono nella luce “un angelo"., vedevano nellessere un emissa rio, una guida... Poco dopo la sua apparizione, l'essere comincia a comunicare con il morente. Tutti affermano di non aver sentito Tessere pronunciare parole 0 suoni distinguibili e di non aver ri: sposto attraverso soni o parole udibili. Si parla piuttosto di una diretta trasmissione del pensiero, senza limit né ostacoli, con una chiarezza che eschide nel mado pitt assoluto Ia possibilita di fain tendere o di mentire alla luce.». In base allesperienza di Moody, Pessere di luce chiede tele: paticamente al morente se sia pronto a lasciare la terra e che cosa abbia fatto nella vita che voglia mostrargli. Tutti affermano che le domande dell'essere di luce non suonano mai come condanne, an 2i il motente continua a sentire da parte della luce un amote ¢ un'accettazione totali. Lo scopo delle domande sembra piuttosto quello di far riflettere il morente sulla sua vita Tra le varie esperienze riportate da Moody nel suo libro, ne riporto una che riassume tutte le altr:

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