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Valter Rosa
L’OPERA D’ARTE E LA SUA CORNICE
PRIMA LEZIONE INTRODUTTIVA / Mercoledì 11 marzo 2020 / Aula 10, ore 9,00
ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BRERA - INTRODUZIONE ALL’ARGOMENTO DEL
ANNO ACCADEMICO 2019-2020 CORSO
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a destra: interno dell’ex chiesa di Santa Maria di Brera.
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storia dell’arte, ma di un “documento” da inter- di un museo, una collezione privata o una mo-
pretare e contestualizzare. Sarà dunque opportu- stra possa condizionare la percezione dell’opera
no che, seguendo le mie prossime comunicazio- stessa: riuscite ad immaginare oggi una mostra di
ni, teniate sempre sottomano un manuale di sto- impressionisti, o comunque di pittori del secon-
ria dell’arte moderna: quello che avete usato al do Ottocento, senza le cornici in stile Luigi XV
liceo va benissimo, ma se per caso, provenendo e Luigi XVI con cui generalmente vengono pre-
da studi diversi, non ne avete neppure uno, pos- sentati/raccomandati i loro dipinti? E per contro,
so allora orientarvi suggerendovi quello che più nelle riproduzioni dei dipinti sui libri e manuali di
mi sembra in linea con l’impostazione del corso, storia dell’arte, dove le cornici sono generalmen-
ovvero: Arte. Una storia naturale e civile, a cura te escluse come inessenziali (e giustamente, se
di Salvore Settis e Tomaso Montanari (Einaudi sono state applicate in modo arbitrario in epoche
Scuola, volumi 3 e 4). diverse dalla realizzazione del dipinto), quante
In questa prima comunicazione orientativa, mi volte invece viene cancellata una parte essenziale
resta infine qualcosa da dire sull’altro libro di dell’opera, soprattutto se la cornice è stata pro-
maggior impegno teorico che dovete affrontare, gettata e dipinta dall’artista medesimo, come nel
anche in vista dell’esame: si tratta di La cornice. caso di Seurat. Non sono poi rari i casi in cui la
Storie, teorie, testi (a cura di Daniela Ferrari e cornice stessa è da intendersi come “opera”, per
Andrea Pinotti), un’antologia di testi di scrittori, esempio, cambiando decisamente epoca ed og-
filosofi, teorici della percezione e storici dell’arte getto, lo strordinario portale del Banco Mediceo
sul dispositivo della cornice, antologia che arric- di Milano che vedete nella foto storica riprodotta
chiremo con qualche altro breve saggio (che vi nella copertina di questo primo fascicolo, opera
fornirò durante lo svolgimento del corso) al fine che oggi si trova invece in una delle sale museali
di comprendere meglio non solo la funzione iso- del Castello Sforzesco.
lante o, al contrario, transitiva della cornice, ma Né va dimenticato, a monte di tutti i discorsi, il
Edgar Degas, Ritratto di Henri Michel-Lévy, verso 1878, In alto a destra: due illustrazioni tratta da Un autre Monde anche il suo ruolo talvolta strutturale nella costi- ruolo essenziale, nella tradizione occidentale,
olio su tela. (1844) di Grandville tuzione dell’opera d’arte. O come la cornice (o il svolto dalla cornice/finestra nella costituzione
Lisbona, Fondazione Calouste Gulbenkian. basamento, nel caso di una scultura), nel contesto della spazialità prospettica quattrocentesca o più
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specificamente nell’invenzione del quadro che Dossier 1
lo storico Victor Stoichita fa risalire alla fine del COME L’OTTOCENTO HA RIDISEGNATO I SECOLI PRECEDENTI
Cinquecento quando inizia ad affermarsi il tema Il caso delle chiese di Milano
della “pittura nella pittura”. Per il legame eviden-
te che quest’ultimo tema ha con l’immagine del-
l’atelier, il collezionismo e il museo, e in genera- Se vedete queste immagini per la prima volta, temente la nostra percezione dell’arte delle epo-
le col problema della valorizzazione, possiamo probabilmente proverete un certo choc, come è che passate, talvolta cancellando stratificazioni
comprendere facilmente quanto sia importante capitato anche a me. L’Ottocento, il secolo più di secoli per riportare in luce una presunta forma
l’argomento della cornice. storicista che ci sia mai stato, ha avuto grandi originaria, talaltra reinventando deliberatamente
Nello svolgimento del programma del corso, non meriti, riportando alla luce opere dimenticate e un aspetto antico sulla base di nozioni stilistiche
potremo seguire tutto lo sviluppo della storia del- nascoste, ma al contempo ha condizionato pesan- desunte da altri monumenti architettonici.
l’arte nell’arco di quattro secoli se non attraverso
alcuni casi di studio in parte noti, in altra parte
appositamente istruiti.
Da dove iniziare?
Modalità d’esame:
Può sostenerlo chi ha seguito le lezioni e si è prepa-
rato sulla base della bibliografia indicata. È prevista
solo una prova orale che verterà su tutto il programma
a partire da un argomento a scelta del candidato.
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Dossier 2
L’ARTE IN GUERRA
La distruzione del patrimonio architettonico-artistico nei conflitti mondiali
Nell’immagine sotto si vede l’interno della no concretamente aver contribuito alla sconfitta
chiesa di Saint.Rémy a Reims come si presen- dei nazifascisti o se non fossero evitabili.
tava nel 1914 dopo il bombardamente tedesco Nel caso della città di Milano, morti a parte,
che distrusse gran parte della città. Questo è uno le distruzioni furono devastanti per i principali
degli innumerevoli casi dell’accanimento di- edifici monumentali, oltre che per innumerevoli
struttivo nei confronti di beni culturali attuato a abitazioni civili. Brera (con la sua Pinacoteca,
scopo punitivo e dimostrativo nel corso dei due l’Accademia ed altre istituzioni coinquiline)
maggiori eventi bellici del secolo scorso. pagò un prezzo altissimo, ma seppe altrettanto
Nel caso poi dei bombardamenti degli alleati du- rapidamente rinascere.
rante la Seconda Guerra mondiale, la cui conta Se non conosci un po’ questa storia, visita,
dei disastri causati a città d’arte e luoghi di culto nel sito della Pinacoteca di Brera, la pagina Il
è stata a lungo rimossa, ancora ci si interroga, terrore viene dal cielo e presta attenzione alla
come potete leggere nei due documenti allegati testimonianza di Ettore Modigliani che fu suo
(il testo pdf integrale si scarica in rete) se possa- direttore.
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Dossier 3
LA CORNICE ESPOSITIVA
La buona e la cattiva valorizzazione (con le migliori intenzioni)
Nell’anno delle celebrazioni leonardiane (2019) pare che il Co- dire la corretta visione dell’opera, ha finito col comprometterne
mune di Milano abbia speso tutto l’impegno e le risorse disponi- la conservazione.
bili per occultare il più importante monumento scultoreo dedicato Quanti crimini si perpetuano sulle opere d’arte in nome della valorizza-
al maestro vinciano e ai suoi allievi, opera dello scultore Pietro zione! E quanti errati allestimenti ne corrompono il significato, sviando
Magni, inaugurata in Piazza della Scala nel 1872. l’attenzione dello spettatore per indirizzarla sull’inessenziale.
I bombardamenti sull’Italia nella Alberature posticce, berceaux luminosi, schermi ed altro: che Se ogni cornice espositiva, anche la più discreta, è pur sempre un’inter-
cosa non si è inventato per valorizzarlo, ovvero nasconderlo? Ma pretazione dell’opera, così come in termini musicali lo è l’esecuzione di
Seconda Guerra Mondiale. se tali soluzioni sono fortunatamente effimere, non lo stesso si una partitura, la conoscenza della storia dell’arte e della storia specifi-
ca del manufatto da esporre, dovrà procedere di pari passo con un uso
può dire di altri celebri allestimenti realizzati in questi anni, come
Strategia anglo-americana e propaganda rivolta alla quello che ha interessato la Pietà Rondanini al Castello Sforze- consapevole e responsabile degli strumenti operativi, il che accade così
sco, oggi quasi invisibile per sovraesposizione ed errata illumina- raramente quando l’opera perde la sua centralità a fronte della sua spetta-
popolazione civile* zione, per tacere poi del vero e proprio sequestro subito dal Quar- colarizzazione banale.
to Stato di Pellizza da Volpedo, dipinto deportato dalla Galleria
d’arte moderna di via Palestro, dove dialogava perfettamente con
di altre opere divisioniste e con sculture di tema sociale, per essere
rinchiuso, al Museo del ‘900, in un box di vetro che, oltre a impe-
Claudia Baldoli**
Abstract: This article considers attacks on Italy in 1940-1945 from the bombers’ perspective,
and examines the purposes that Anglo-American bombing was expected to serve. Raids were
directed on industry, military and transportation targets, and in support of the ground forces.
Moreover, it was expected that bombs would have a big effect on the Italians’ morale, with
political rather than simply military consequences. The reaction of the population to air raids
was carefully evaluated and discussed by the Allies, who decided to hit civilians living near
industrial areas. Propaganda material was dropped on Italian cities in order to encourage the
bombed population (and especially women) to revolt against Fascism; this would, in turn,
eliminate Italy from the war. Italian morale ceased to be a target after the armistice and the
German occupation from September 1943, but Allied raids on industrial targets, now designed
solely to wreck productive capacity, continued.
L’Italia bombardata
I bombardamenti sulle città italiane iniziarono l’11 giugno 1940, circa 24 ore
dopo la dichiarazione di guerra alla Francia e alla Gran Bretagna, mentre le ultime
bombe caddero all’inizio di maggio 1945 sulle truppe tedesche in ritirata verso il
Brennero. Nei cinque anni che passarono tra queste due date, quasi ogni città
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Questa ricerca fa parte di un progetto comparato sull’impatto dei bombardamenti in Europa
occidentale (1940-45) sponsorizzato dall’Art and Humanities Research Council,
http://centres.exeter.ac.uk/wss/bombing/. Ringrazio Marco Fincardi, Andrew Knapp e Richard Overy
per lo scambio di idee e informazioni.
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Claudia Baldoli insegna storia contemporanea all’Università di Newcastle (UK). Tra le sue
pubblicazioni, A History of Italy (Palgrave 2009) e Exporting Fascism: Italian Fascists and Britain’s
Italians in the 1930s (Berg 2003). Sta scrivendo un libro comparato (con Andrew Knapp) sull’impatto
dei bombardamenti in Italia e Francia nella Seconda guerra mondiale. Per un commento fotografico a
questo articolo si rimanda alla galleria immagini di questa rivista: Bombardare i civili: Italia 1940-
1943: http://admin.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=76914
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Jean-Antoine Houdon, Diana cacciatrice, 1780,
marmo.
Lisbona, Fondazione Calouste Gulbenkian.
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Gianfilippo Usellini, La Galleria d’arte, 1960, particolare. Tempera grassa su tela. Vimercate, MUST.
Questo documento è ad uso esclusivo degli studenti iscritti al corso di Storia dell’Arte moderna del prof. Valter Rosa.
Ogni altra diffusione è rigorosamente vietata.