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Docente:
Ing. Fabio Ferrario
Dicembre 2005
1
REQUISITI di SICUREZZA e CRITERI di VERIFICA
I REQUISITI DI SICUREZZA:
2
PRINCIPI GENERALI PER STRUTTURE IN C.A.
MATERIALI:
Ø Conglomerato
Non è ammesso l’uso di calcestruzzo di classe inferiore a C20/25
(fck /Rck – cilindrica/cubica)
Ø Acciaio
Per le strutture in CD-A in zona 1, 2 e 3 l’acciaio deve possedere i seguenti
requisiti:
ü Allungamento uniforme al carico massimo εsu,k > 8%
ü Rapporto tra tensione ultima e tensione allo snervamento ft/fy pari a:
1.15 < ft/fy < 1.35
⇒ Garanzia di duttilità e di sviluppo delle zone dissipative plastiche senza
eccessivo incrudimento del materiale
3
PRINCIPI GENERALI PER STRUTTURE IN C.A.
TIPOLOGIE STRUTTURALI:
Una parete accoppiata consiste di due o più pareti semplici collegate tra loro ai piani
dell’edificio da travi di collegamento duttili disposte in modo regolare lungo
l’altezza. Una parete si definisce accoppiata inoltre se:
0.2 ⋅ M tot = 0.2 ⋅ ∑ Fi ⋅ zi = N pareti ⋅ d pareti
i
F4
F3
F2
F1
4
PRINCIPI GENERALI PER STRUTTURE IN C.A.
Strutture a nucleo:
Rtors Rtors
ry = rx =
Rx , flex Ry , flex
Strutture a nucleo:
Raggio giratore del piano in pianta dato come radice quadrata del
rapporto tra momento polare di inerzia del piano in pianta calcolato
rispetto al centro di massa e l’area del piano:
J p ,piano
l=
A piano
G massa E’ evidente che il valore di rtors dipende soprattutto
dall’esistenza nell’impianto strutturale di elementi con elevata
rigidezza flessionale (ad esempio pareti di taglio) posizionati lungo il
perimetro della struttura.
rx r
Strutture a nucleo ⇒ < 0.8 e y < 0.8
l l
e ey
⇒ x > 0.3 e > 0.3 (EC8)
rx ry
N.B: ei è la distanza tra il centro di rigidezza e il centro di massa, misurato
normalmente alla direzione di analisi (ex lungo y e ey lungo x).
5
PRINCIPI GENERALI PER STRUTTURE IN C.A.
Strutture a nucleo:
q = q0 ⋅ KD ⋅ KR
nella quale:
q0 è legato alla tipologia strutturale
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PRINCIPI GENERALI PER STRUTTURE IN C.A.
Ø Il valore di α u/α 1 può essere calcolato per mezzo di un’analisi statica non lineare
(pushover, p.to 4.5.4) e non può in ogni caso essere assunto superiore a 1.5;
Ø Strutture aventi i telai resistenti all’azione sismica composti con travi a spessore,
anche in una sola direzione, devono essere progettati in classe di duttilità CD-B.
REGOLARITÀ
7
PRINCIPI GENERALI PER STRUTTURE IN C.A.
8
PRINCIPI GENERALI PER STRUTTURE IN C.A.
I solai possono essere considerati infinitamente rigidi nel loro piano rispetto agli
elementi verticali.
È prassi comune considerare il solaio come un elemento infinitamente rigido nel suo
piano e quindi utilizzare un vincolo mutuo tra i nodi trave-colonna del telaio spaziale.
Per fare questo, però, è necessario verificare la rigidezza e la resistenza del solaio.
Tale verifica richiede di analizzare l’impalcato estratto dalla struttura e soggetto ad
un insieme di forze equilibrato, calcolarne la deformazione (con uno schema di
lastra-piastra) ed infine confrontare le deformazioni relative tra impalcati adiacenti
con gli spostamenti relativi forniti dalla risoluzione del telaio spaziale (da EC8: tali
spostamenti non devono eccedere per più del 10% quelli calcolati con lo schema del telaio spaziale).
9
PRINCIPI GENERALI PER STRUTTURE IN C.A.
Criteri per la
determinazione della
regolarità in elevazione
secondo quanto riportato
in EC8
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
10
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
n° 260
7000
n° 302 n° 309
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
11
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
ag ⋅ S ⋅ 2,5
TB ≤T < T C S d (T ) =
q
ag ⋅ S ⋅ 2,5 TC
TC ≤T < T D Sd (T ) = ⋅
q T
ag ⋅ S ⋅ 2,5 TCTD
TD ≤ T ≤ 4sec Sd (T ) = ⋅ 2
q T
12
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
Categoria di suolo S TB TC TD
3.500
Horizontal Design Response Spectrum
3.000
2.500
Sa
2.000
1.500
1.000
0.500
0.000
0.00 0.50 1.00 1.50 2.00 2.50 3.00 3.50 4.00 4.50 5.00 5.50 6.00
T (sec)
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
1.250
1.000
Sa
0.750
0.500
0.250
0.000
0.00 0.50 1.00 1.50 2.00 2.50 3.00 3.50 4.00 4.50 5.00 5.50 6.00
T (sec)
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VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
Gli effetti dell’azione sismica saranno valutati tenendo conto delle masse associate ai
seguenti carichi gravitazionali:
W = Gk + ∑ (ψ
i
Ei Qki ) ψ Ei = ψ i (ψ i ) ⋅ ϕ (3.10)
Carichi ai piani ϕ
Archivi 1.0
Carichi indipendenti Copertura 1.0
Altri piani 0.5
Carichi correlati ad alcuni piani Copertura 1.0
Piani con carichi correlati 0.8
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VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
ANALISI STRUTTURALE
L’edificio proposto soddisfa i requisiti di regolarità in pianta e in elevazione. Sono
possibili, quindi, le seguenti analisi strutturali per la determinazione delle
sollecitazioni sismiche:
ü statica lineare (solo se soddisfatti i criteri di regolarità)
ü dinamica modale
ü statica non lineare
ü dinamica non lineare
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
Fi = Fh
(z iWi )
∑ (z W )
(4.2)
j j
dove:
Ø Fi è la forza da applicare al piano i
Ø Wi e Wj sono i pesi delle masse ai piani i e j, rispettivamente
Ø zi e zj sono le altezze dei piani i e j rispetto alle fondazioni
Ø Fh = Sd(T1)·W·?/g
ü Sd(T1) è l’ordinata dello spettro di risposta di progetto
ü W è il peso complessivo della struttura
ü ? è un coefficiente pari a 0.85 se l’edificio ha almeno tre piani e se T1<2TC ,
pari a 1,0 in tutti gli altri casi
ü g è l’accelerazione di gravità
15
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
Dovranno essere considerati tutti i modi con massa partecipante superiore al 5%,
oppure un numero di modi la cui massa partecipante totale sia superiore all’85%.
E= (∑ E )
i
2
1
2
(4.4)
16
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
Infatti, se due (o più) frequenze sono tra loro abbastanza vicine, la probabilità che
esse siano in fase è maggiore (è maggiore, cioè, l’intervallo temporale in cui esse
possono essere in fase). Per tener conto di questo aspetto, dovrà essere utilizzata una
combinazione quadratica completa (CQC), indicata nell’espressione (4.5)
E= (∑ ∑ ρ E E )
i j ij i j
1
2
(4.5)
dove:
ü E è il valore totale della componente di risposta sismica che si sta considerando
ü Ei è il valore della medesima componente dovuta al modo i
ü Ej è il valore della medesima componente dovuta al modo j
ü ?ij = (8?2(1+ßij)ßij3/2)/((1–ß ij2)2+4?2ßij(1+ßij)2) è il coefficiente di correlazione
tra il modo i e il modo j
ü ? è il coefficiente di smorzamento viscoso equivalente
ü ßij è il rapporto tra le frequenze di ciascuna coppia i-j di modi (ßij = ? i /? j).
N.B: E’ importante notare come la combinazione finale sia in generale non equilibrata: i massimi ottenuti
con le combinazioni sopra descritte, sono relativi a combinazioni di valori che si riferiscono, per gli
elementi concorrenti in un punto, ad istanti diversi.
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
Precisazioni:
Per ottenere una risposta accurata da un’analisi spettrale, dovrebbe essere tenuto in
conto un numero di modi propri adeguato. La norma indica come adeguato un
numero di modi quanti quelli sufficienti ad eccitare l’85% della massa del sistema.
Merita fare un commento al caso di sisma con accelerazione verticale.
Le frequenze proprie di vibrazione della struttura in senso verticale possono essere
raggruppate in due famiglie:
• quelle relative agli orizzontamenti (travi, solai), presenti in un intervallo di
valori relativamente bassi (perché di tipo flessionale/locale) ma “catturabili”
solo a patto che il modello sviluppato consenta di individuarle;
• quelle relative alle vibrazioni assiali delle strutture verticali (pilastri,
controventi, etc.) presenti in un intervallo piuttosto ampio di valori
relativamente alti (o molto alti) ed in genere comunque “catturabili” da modelli
semplici.
Complessivamente:
1. Per eccitare formalmente oltre l’85% della massa in senso verticale, nel modello
occorrerebbe estrarre un numero molto elevato di frequenze, incorrendo anche
in complicazioni di carattere numerico;
2. Le frequenze che si ricavano in questo modo dipendono molto da come è fatto il
modello.
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VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
Per poter applicare l’analisi modale abbiamo bisogno di quantificare la massa totale
vibrante di ogni piano con la quale estrarre i modi propri di vibrare.
γ I E + Gk + ∑ (ψ jiQki ) (3.9)
i
Destinazione d’ uso ? 2i
Abitazione, Uffici 0,30
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VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
Questo significa spostare il centro di massa in quattro posizioni differenti per ogni
piano dell’edificio considerato e valutare il massimo effetto torsionale prodotto. In
termini numerici si ottiene:
ex
B = 12m
ey
Centro di
massa reale
L = 30m
19
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
20
VALUTAZIONE DELL’
DELL’AZIONE SISMICA
MODELLO STRUTTURALE:
Nello schematizzare un edificio si effettuano di solito una serie di ipotesi, più o meno
semplificate, quali:
Ø trascurare gli elementi non strutturali (tramezzi e tamponamenti): tali elementi
possono comunque essere schematizzati con diverso grado di precisione, dal
modello più sofisticato considerando un insieme di lastre collegate in più punti
alla maglia del telaio, al più semplice, quello cioè di pendolo disposto nella
diagonale compressa, avente un’opportuna larghezza in modo da ottenere una
buona corrispondenza con modelli teorici o sperimentali;
Ø considerare ciascun impalcato come infinitamente rigido nel proprio piano;
Ø assumere uno schema geometrico di telaio spaziale o di insieme spaziale di telai
piani: l’uso di sezioni molto diverse, la presenza di travi che scaricano su altre
travi ed altre irregolarità geometriche creano problemi di comportamento
(trasmissione delle azioni) e difficoltà di modellazione.
Ø considerare la struttura incastrata al piede ed analizzare separatamente la
fondazione, soggetta alle azioni di incastro: l’ipotesi di struttura incastrata al
piede è accettabile se la rigidezza degli elementi di fondazione è maggiore di
quella degli elementi verticali (solitamente pilastri). La presenza, però, di alcuni
elementi molto rigidi (pareti di taglio in c.a.) renderebbe necessario conferire
una rigidezza molto elevata agli elementi di fondazione. Ciò non sempre è
sufficiente, a causa dell’inevitabile deformabilità del terreno.
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MODELLO NUMERICO DELLA STRUTTURA
MODELLO STRUTTURALE:
Ew ⋅ w ⋅ t ⋅ cos2 θ
K w = 0.6
d
MODELLO STRUTTURALE:
Diagram M-N
1600
Diagram M-N
260 X
1400
302 X
309 X
1200 260 X (II)
302 X (II)
309 X (II)
1000
M [KNm]
800
600
400
200
0
-4000 -3000 -2000 -1000 0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000 8000
N [KN]
22
MODELLO NUMERICO DELLA STRUTTURA
MODELLO STRUTTURALE:
Caratteristiche degli elementi strutturali implementati:
1. Travi principali del primo e secondo piano:
Rettangolari (400x600)
2. Travi principali degli altri piani
Travi a T (300x600 – flangia 250x500)
3. Travi secondarie per tutti i piani
Travi in spessore di solaio (250x800)
4. Pilastri del primo e secondo piano
Rettangolari (400x500)
5. Pilastri degli altri piani
Rettangolari (300x500)
23
MODELLO NUMERICO DELLA STRUTTURA
Nel modello numerico è stato assunto per ogni piano un
centro di massa traslato sia in direzione x che in direzione y,
secondo quanto detto in precedenza.
A questo nodo sono state quindi assegnate:
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MODELLO NUMERICO DELLA STRUTTURA
INDIVIDUAL MODE CUMULATIVE SUM (%)
MODE PERIOD
UX UY UZ UX UY UZ
• Con i primi 10 modi di vibrare coinvolgiamo più dell’85% della massa vibrante sia in
direzione x sia in direzione y.
• La struttura risulta più flessibile di quanto ipotizzato con l’analisi statica equivalente
in direzione y (periodo più alto).
• In direzione x le ipotesi semplificative fatte non sono poi molto diverse rispetto al
vero modo di vibrare (T hyp = 0.736 vs. T 2 = 0. 835)
• Il fatto di dover usare una rigidezza secante (pari alla metà di quella elastica) per
tener conto degli effetti della fessurazione porta ad avere:
1. una struttura più flessibile di quanto ottenuto precedentemente sia in direzione x
che in direzione y (periodi più alti).
2. Le ipotesi semplificative fatte nell’analisi elastica equivalente per il calcolo del
periodo proprio di vibrare non sono in grado di cogliere questa differenza,
portando ad una sopravvalutazione dell’azione sismica.
25
MODELLO NUMERICO DELLA STRUTTURA
1° modo: T y = 2.19 sec 2° modo: T x= 1.17 sec 3° modo: T tors= 0.94 sec
4° modo: T y = 0.72 sec
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VERIFICA DELLA STRUTTURA
VERIFICHE DI SICUREZZA
Gli spostamenti indotti dall’azione sismica relativa allo stato limite ultimo potranno
essere valutati moltiplicando gli spostamenti ottenuti utilizzando lo spettro di
progetto corrispondente (punto 3.2.5) per il fattore di struttura q e per il fattore di
importanza ?? utilizzati. In caso di analisi non lineare, statica o per integrazione delle
equazioni del moto, gli spostamenti saranno ottenuti direttamente dall’analisi.
Dovrà essere verificato che i singoli elementi strutturali e la struttura nel suo insieme
possiedano una duttilità coerente con il fattore di struttura q adottato. Questa
condizione si potrà ritenere soddisfatta applicando le regole di progetto specifiche e
di gerarchia delle resistenze indicate per le diverse tipologie costruttive.
Alternativamente, e coerentemente con modello e metodo di analisi utilizzato, si
dovrà verificare che la struttura possieda una capacità di spostamento superiore alla
domanda.
27
VERIFICA DELLA STRUTTURA
4.11.1.4 Fondazioni
Le strutture di fondazione devono essere verificate applicando quanto prescritto nelle
«Norme tecniche per il progetto sismico di opere di fondazione e di sostegno dei
terreni».
VERIFICHE DI SICUREZZA
28
VERIFICA DELLA STRUTTURA
Spostamenti nodali in analisi statica - E x + 0.3E y
de dr,x d r,y Limiti
Nodo Spostamento in x Spostamento relativo Spostamento in y Spostamento relativo Spostamento S.L.D. Spostamento S.L.D. 0.005h 0.0075h
(mm) (mm) (mm) (mm) (mm) (mm) (mm) (mm)
Copertura 63 6.208 0.476 7.228 0.664 3.342 4.661 17.5 26.25
5° piano 61 5.732 1.104 6.564 1.352 7.750 9.491 17.5 26.25
4° piano 60 4.628 1.188 5.212 1.532 8.340 10.755 17.5 26.25
3° piano 59 3.44 1.42 3.68 1.644 9.968 11.541 17.5 26.25
2° piano 58 2.02 1.332 2.036 1.376 9.351 9.660 17.5 26.25
1° piano 56 0.688 0.688 0.66 0.66 4.830 4.633 17.5 26.25
5.4.1 Travi
5.4.1.1 Sollecitazioni di calcolo
I momenti flettenti di calcolo, da utilizzare per il dimensionamento o verifica delle
travi, sono quelli ottenuti dall’analisi globale della struttura per la combinazione di
carico di cui al punto 3.3.
Per le strutture in CD"B" gli sforzi di taglio, da utilizzare per il relativo
dimensionamento o verifica, si ottengono sommando il contributo dovuto ai carichi
gravitazionali agenti sulla trave allo sforzo di taglio prodotto dai momenti flettenti di
calcolo delle sezioni di estremità.
Per le strutture in CD"A", al fine di escludere la formazione di meccanismi inelastici
dovuti al taglio, gli sforzi di taglio di calcolo si ottengono sommando il contributo
dovuto ai carichi gravitazionali agenti sulla trave allo sforzo di taglio prodotto dai
momenti resistenti delle sezioni di estremità, amplificati del fattore: ?Rd = 1,20.
VSdtrave
, = VS d,G + 1.2 ⋅ VSdMrd
, trave
M RD,A M RD,B
29
VERIFICA DELLA STRUTTURA
I momenti resistenti di estremità sono da calcolare sulla base delle armature
flessionali effettivamente disposte, con gli stessi coefficienti parziali di sicurezza ?m
applicabili per le situazioni non sismiche.
VR1 = 10 · t Rd · bw · d (5.2)
VR1 = 15 · t Rd · bw · d
30
VERIFICA DELLA STRUTTURA
5.4.1.2 Verifiche di resistenza delle travi - precisazioni
PARTICOLARI COSTRUTTIVI
5.5.2 Travi
La larghezza della trave, b, non deve essere minore di 20 cm e, per le travi basse
comunemente denominate a spessore non maggiore della larghezza del pilastro,
aumentata da ogni lato di metà dell’altezza della sezione trasversale del pilastro
stesso.
Il rapporto b/h non deve essere minore di 0,25.
31
PARTICOLARI COSTRUTTIVI
L’armatura superiore per il momento negativo alle estremità delle travi deve essere
contenuta per almeno il 75% entro la larghezza dell’anima e comunque entro una
fascia di soletta pari rispettivamente alla larghezza del pilastro, od alla larghezza del
pilastro aumentata di 2 volte lo spessore della soletta da ciascun lato del pilastro, a
seconda che nel nodo manchi o sia presente una trave ortogonale.
A ciascuna estremità collegata con pilastri, per un tratto pari a due volte l’altezza
utile della sezione trasversale, la percentuale di armatura compressa non deve essere
minore della metà di quella tesa nella stessa sezione.
Almeno un quarto dell’armatura superiore necessaria alle estremità della trave deve
essere mantenuta per tutto il bordo superiore della trave.
Caratteristiche geometriche
Sezione di c.a. Armatura longitudinale Staffe
b h Ac φ n sup A' s φ n inf As φ passo
2 2 2
(mm) (mm) (mm ) (mm) (mm ) (mm) (mm ) (mm)
300 500 150000 16 8 1608.5 16 6 1206.37 12 90
Caratteristiche meccaniche
Calcestruzzo C 30/37 Acciaio barre B 450-C
R ck γc f cd f yk γs f sd
(MPa) (MPa) (MPa) (MPa)
37 1.6 19.19 450 1.15 391.30
Verifiche costruttive
b/h 0.6 b/h > 0.25 Ok. Verificato
A' s /A c 0.0107 0.0031 < A' s /A c < 0.0156 Ok. Verificato
A s /A c 0.008 0.0031 < A s /A c < 0.0156 Ok. Verificato
A' s /A s 0.75 in L pari a 2x(0.9h) A' s /A s > 0.5 Ok. Verificato
Passo Staffe: min (0.25d; 150mm; 6 φbarre) 96 mm
32
VERIFICA DELLA STRUTTURA
Classe di duttilità B - Bassa
+ - - + -
M Sd M Sd,sx M Sd,dx V sd,max M Rd M Rd V Rd,wd V Rd,1 V Rd,1,max
(kNm) (kNm) (kNm) (kN) (kNm) (kNm) (kN) (kN) (kN)
107.82 -226.04 -215.4 174.8 195.9 -259.2 286.8 535.36 803.036
α = γ Rd ⋅
∑M Rt
(5.3)
∑M p
nella quale ?Rd=1.20
? M Rt è la somma dei momenti resistenti delle travi convergenti in un nodo, aventi
verso concorde
33
VERIFICA DELLA STRUTTURA
? M p è la somma dei momenti nei pilastri al di sopra ed al di sotto del medesimo
nodo, ottenuti dall’analisi. Nel caso in cui i momenti nei pilastri siano di verso
discorde, il solo valore maggiore va posto al denominatore della formula 5.3, mentre
il minore va sommato ai momenti resistenti delle travi.
M col,t
V col,t
N col,t
V beam,r
M beam,r
M beam,l
V beam,l
N col,b
Vcol,b
M col,b
Il fattore di amplificazione a deve essere calcolato per entrambi i versi della azione
sismica, applicando il fattore di amplificazione calcolato per ciascun verso ai
momenti calcolati nei pilastri con l’azione agente nella medesima direzione.
34
PARTICOLARI COSTRUTTIVI
5.5.3 Pilastri
con A area totale dell’armatura longitudinale e Ac area della sezione lorda del
pilastro. Per tutta la lunghezza del pilastro l’interasse tra le barre non deve essere
superiore a 25 cm.
PARTICOLARI COSTRUTTIVI
5.5.3.3 Armature trasversali
Per entrambi i livelli CD"A" e CD"B", alle due estremità del pilastro si devono
disporre staffe di contenimento e legature per una lunghezza, misurata a partire dalla
sezione di estremità, pari alla maggiore delle seguenti quantità:
Ø il lato maggiore della sezione trasversale;
Ø un sesto dell’altezza netta del pilastro;
Ø 45 cm.
In ciascuna delle due zone di estremità del pilastro devono essere rispettate le
condizioni seguenti: le barre disposte sugli angoli della sezione devono essere
contenute dalle staffe; almeno una barra ogni due, di quelle disposte sui lati, dovrà
essere trattenuta da staffe interne o da legature; le barre non fissate devono trovarsi a
meno di 15 cm da una barra fissata.
Il diametro delle staffe di contenimento e legature non deve essere inferiore a 8 mm.
Esse saranno disposte ad un passo pari alla più piccola delle quantità seguenti:
Ø un quarto del lato minore della sezione trasversale (DC"A" e "B");
Ø 15 cm (DC"A" e "B");
Ø 6 volte il diametro delle barre longitudinali che collegano (solo per DC"A").
35
VERIFICA DELLA STRUTTURA
Verifiche di resistenza delle colonne
Caratteristiche geometriche
Sezione di c.a. Armatura longitudinale Staffe
b h Ac φ n sup A' s φ n inf As φ passo
2 2 2
(mm) (mm) (mm ) (mm) (mm ) (mm) (mm ) (mm)
400 500 200000 16 4 804.25 16 4 804.248 12 90
Caratteristiche meccaniche
Calcestruzzo C 30/37 Acciaio barre B 450-C
R ck γc f cd f yk γs f sd
(MPa) (MPa) (MPa) (MPa)
37 1.6 19.19 450 1.15 391.30
Verifiche costruttive
b 400 mm b > 300 b min Ok. Verificato
b/h 0.8 b/h > 0.3 Ok. Verificato
As /A c 0.0121 0.01 < A s /A c < 0.04 Ok. Verificato
i 107.5 i < 250 i max Ok. Verificato
Passo Staffe: min (0.25min(b;h); 150mm; 6φ barre) 96 mm
Lunghezza critica: max (max(b;h); L/6; 450mm) 541.67 mm
36
VERIFICA DELLA STRUTTURA
nst i
5.4.3.1 Definizioni
Si definisce nodo la zona del pilastro che si incrocia con le travi ad esso concorrenti.
Si distinguono due tipi di nodo:
• nodi interamente confinati: così definiti quando in ognuna delle quattro facce
verticali si innesta una trave. Il confinamento si considera realizzato quando su
ogni faccia la sezione della trave si sovrappone per almeno i 3/4 della larghezza
del pilastro, e su entrambe le coppie di facce opposte del nodo le sezioni delle
travi si ricoprono per almeno i 3/4 dell’altezza;
• nodi non interamente confinati: tutti i nodi non appartenenti alla categoria
precedente
37
VERIFICA DELLA STRUTTURA
5.4.3.2 Verifiche di resistenza
La verifica di resistenza del nodo si assume automaticamente soddisfatta nel caso che
esso sia interamente confinato.
Per nodi non confinati, appartenenti a strutture di DC"A" e DC"B" deve essere
verificata la seguente condizione:
Pianta Elevazione
htrave,1
btrave htrave,2
bcolonna
btrave 3 htrave ,1 3
≥ ≥
bcolonna 4 htrave,2 4
38
VERIFICA DELLA STRUTTURA
5.4.4 Diaframmi orizzontali
Travi aventi altezza pari allo spessore del solaio non sono da considerare efficaci ai
fini del collegamento. La verifica delle travi di collegamento è da eseguire con i
procedimenti contenuti in 5.4.1.2 se è soddisfatta almeno una delle due condizioni
seguenti:
Ø il rapporto luce netta e altezza è uguale o superiore a 3;
Vd = 2 As fy d · sina
essendo a l’angolo tra le diagonali e l’asse orizzontale. In ogni caso deve risultare:
Vd < 15 b d t rd.
39
PARTICOLARI COSTRUTTIVI
5.5.4 Nodi travi-pilastri
PARTICOLARI COSTRUTTIVI
Indipendentemente da quanto richiesto dalla verifica in 5.4.2.2, lungo le armature
longitudinali del pilastro che attraversano i nodi non confinati devono essere disposte
staffe di contenimento in quantità almeno pari alla maggiore prevista nelle zone del
pilastro inferiore e superiore adiacenti al nodo.
Questa regola può non essere osservata nel caso di nodi interamente confinati.
Nel caso di armatura ad X, ciascuno dei due fasci di armatura deve essere racchiuso
da armatura a spirale o da staffe di contenimento con passo non superiore a 100 mm.
In questo caso, in aggiunta all’armatura diagonale sarà disposta su ciascuna faccia
della trave una rete di diametro 10 mm a maglia quadrata di lato 10 cm, ed armatura
corrente di 2 barre da 16 mm ai bordi superiore ed inferiore. Gli ancoraggi delle
armature nelle pareti saranno del 50% più lunghi di quanto previsto per il
dimensionamento nelle zone (N.d.r.) non sismiche.
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