APPUNTI
A. ANTINFERNO
B. PRIMO CERCHIO
E. CERCHIO VIII
F. CERCHIO IX
Dante inizia il viaggio «nel mezzo del cammin» della vita, cioè intorno ai
35 anni, più precisamente nella notte tra il giovedì e il venerdì santo
dell’anno 1300. È a quell’età che si accorge di essersi perduto in una
foresta. La «selva oscura» in cui Dante dice di essersi perduto rappresenta
allegoricamente lo smarrimento morale e la condizione di peccato in
cui si trovano Dante e l’umanità intera. Perso in questa condizione il
poeta non riesce a trovare la «diritta via» cioè il sentiero che lo avrebbe
condotto alla salvezza spirituale.
Smarrito nella selva dei suoi peccati, d’improvviso Dante scorge un
«colle» illuminato dai raggi del Sole: il colle rappresenta la vita virtuosa
mentre il Sole rappresenta la luce della grazia di Dio.
Dante allora inizia a dirigersi verso il colle ma all’inizio della salita tre
animali feroci (fiere) gli sbarrano il passo. Le tre fiere rappresentano i
tre peccati di Dante: lince: lussuria; leone: superbia; lupa: avarizia.
Nel raccontare queste prime vicende Dante utilizza spesso nelle prime
terzine la prima persona plurale (es. «nostra vita») per indicare che il
percorso che farà deve coinvolgere anche il lettore: la sua opera vuole
essere allora portatrice di un messaggio universale diretto a tutti gli
uomini.
2. LA PORTA DELL’INFERNO
3. CARONTE
4. PAOLO E FRANCESCA
5. IL CONTE UGOLINO
Dante giunge poi nel nono cerchio e nel canto XXXIII della Divina
Commedia incontra il conte Ugolino
Nel nono cerchio sono punite le anime dei traditori: dei parenti,
della patria, dell’autorità, della Chiesa, dell’impero.
I dannati sono immersi in un lago ghiacciato, il Cocito.
Il contrappasso dei traditori è il seguente: come in vita ebbero un
cuore ghiacciato così devono sopportare il gelo per l’eternità.
Dante vede Ugolino in una buca mentre rode/morsica la testa di un
altro dannato, l’Arcivescovo Ruggieri che lo aveva murato vivo a morir
di fame insieme ai suoi due figli e nipoti sulla torre della Muda a Pisa.
6. LUCIFERO