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Apparato circolatorio 1a parte

Con apparato circolatorio intendiamo designare sia l’apparato cardiocircolatorio che l’apparato
linfatico. C’è una differenza tra i due che non riguarda solo il connettivo a funzione trofica che viene
veicolato ma anche nell’organizzazione dei due apparati. Infatti la dicitura “circolatorio”
sembrerebbe indicare un circolo che ha inizio e fine coincidente e se questo è vero per l’apparato
cardiocircolatorio non può dirsi altrettanto per l’apparato linfatico. Perché mentre nell’app.
circolatorio c’è il cuore come organo centrale e da lui si dipartono i vasi sanguiferi (arterie) che
raggiungono la periferia riducendosi di calibro fino a diventare capillari, che è molto semplice nella
sua parete tanto da permettere gli scambi con i tessuti e quindi con le cellule. I capillari costituiscono
anche una connessione con i vasi (vene) che invece dai distretti periferici raggiungono il cuore
aumentando man mano di calibro.
Nel caso dell’apparato circolatorio linfatico non esiste un organo centrale in quanto la linfa viene
prodotta dai connettivi interstiziali degli organi e quindi i capillari linfatici originano a fondo cieco
all’interno degli organi e da qui fuoriescono in vasi via via di maggior calibro fino a raggiungere,
attraverso connettori e collettori, i grossi vasi linfatici ed in ultima analisi la linfa verrà poi drenata
dal circolo sanguifero nel versante venoso che si trova ad un regime pressorio inferiore e veicola
sangue refluo (di scarico) un po’ come la linfa che pure esce dagli organi. Quindi origine e punto di
arrivo non coincidono.
Nei punti di incontro dei vasi linfatici si troveranno alcuni organi (linfoidi) che sono i linfonodi che
sono organi secondari dell’apparato linfatico (non producono linfociti) a differenza di quelli primari
che invece producono i componenti principali della linfa e si trovano in determinate regioni e in
determinati organi, come ad esempio il midollo osseo è uno degli organi linfoidi primari che si occupa
della produzione dei linfociti che non sono disseminati lungo il decorso dei vasi linfatici come invece
lo sono i linfonodi. Altro organo linfoide primario è il timo, che è maggiormente sviluppato nel
bambino raggiungendo la sua massima maturazione nella pubertà mentre altro organo linfoide
secondario è la milza.
Apparato circolatorio sanguifero
Si parte dalla descrizione del cuore che ha la funzione di una pompa premente nel senso che spinge
il sangue nei vasi che partono dal cuore e vanno in periferia (le arterie) mentre sulle vene non ha una
reale funzione di pompa premente ma su quelle in prossimità del cuore, che sono anche di calibro
maggiore, ha una sorta di funzione di pompa aspirante. Cioè quando le pareti del cuore si rilassano,

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perché sono prevalentemente muscolari, (diastole) il cuore è come se esercitasse una aspirazione del
sangue che si trova nelle vene centrali (quelle più vicino al cuore).

La direzione è centrifuga (?). la caratteristica che vede il sangue arterioso ricco di O2 mentre quello
venoso povero non deve far supporre che sia una giusta definizione di arteria e vena in quanto le vene
e le arterie non trasportano esclusivamente sangue relativo alla loro nomenclatura in quanto la
divisione del cuore dal punto di vista sagittale ci indica proprio che la reale suddivisione sta in destra
e sinistra. Nelle camere destre circola sangue povero di ossigeno mentre in quelle sinistre ricco di
ossigeno. (schema rappresentativo seguente)

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Il cuore è un organo cavo la cui cavità interna è ulteriormente suddivisa in quattro camere
cardiache: due atri e due ventricoli. Le arterie che sono i vasi che partono dal cuore partono dai
ventricoli mentre i vasi che giungono al cuore fluiscono negli atri. Siccome come abbiamo detto in
precedenza la porzione destra trasporta sangue venoso e quella sinistra sangue arterioso, abbiamo
che nel ventricolo destro dove origina una arteria trasporta sangue venoso e nell’atrio sinistro una
vena porta al cuore sangue arterioso. Questo significa che la definizione di arteria e vena non si può
basare sul tipo di sangue trasportato. Ciò che si può dire per questi vasi è che hanno una direzione
centrifuga (destrogira è il termine più corretto!!!) le arterie mentre le vene (due al lato destro: vena
cava superiore e vena cava inferiore; quattro che giungono all’atrio sinistro) hanno un decorso che
le porta in direzione centripeta (dalla periferia verso il centro (ancora non mi convince il termine
mutuato dalla fisica!!!)). Definiremo quindi le arterie come quei vasi che originano nel cuore e
hanno direzione centrifuga (destrogira) e allo stesso modo le vene sono quei vasi che dalla
periferia, in direzione centripeta, tornano il flusso sanguigno al cuore.
Ora guardando ancora la divisione del cuore osserviamo che ci sono due sezioni: una superiore
atriale; una inferiore ventricolare. I ventricoli sono in continuità con le arterie mentre gli atri lo sono
con le vene e non c’è comunicazione tra le due camere parallele: i due atri sono divisi da una parete
che chiamiamo setto interatriale; i due ventricoli da un setto interventricolare. Le camere dello stesso

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lato sono in comunicazione tra loro attraverso una serie di valvole interne. Questo significa che il
sangue che arriva all’atrio giunge al ventricolo che lo spinge nelle arterie. Questo ci consente di
suddividere la circolazione in circolo polmonare e circolo sistemico.
Si partirà per entrambe le circolazioni da un ventricolo tornando attraverso le vene negli atri.
Adesso bisogna definire la funzione delle due circolazioni. La funzione della circolazione polmonare
è quella di dare ossigeno al sangue ed eliminare la CO2 che è un prodotto di rifiuto dell’organismo.
Serve quindi a riossigenare il sangue. Per questo la circolazione polmonare parte dal ventricolo destro
con un vaso che si chiama tronco polmonare che poi si divide in due arterie polmonari che giunte al
polmone si ramificano in capillari che scambiano anidride carbonica con ossigeno a livello degli
alveoli e poi ritorna al cuore nell’atrio sinistro con le vene polmonari. Dall’atrio sinistro il sangue
sarà spinto nel ventricolo sinistro dove il sangue viene spinto all’interno della arteria principale del
circolo sistemico, che è l’Aorta, la più grossa arteria del corpo umano, per il tramite della contrazione
del ventricolo. A livello dei tessuti viene ceduto l’ossigeno che è scambiato con la CO2 per il tramite
della rete dei capillari a livello sistemico. Il sangue che viene drenato dagli organi è quindi refluo
(contenente sostanze di scarto e anidride carbonica). Da qui il sangue arriva al cuore attraverso due
grosse vene di cui una si occupa di drenare il sangue dai distretti sottodiaframmatici e l’altra dei
distretti sopradiaframmatici (il cuore poggia proprio sul diaframma). (Vena cava inferiore e Vena
cava superiore rispettivamente). Queste termineranno nell’atrio destro. Sebbene la circolazione sia
stata descritta come un processo non univoco, nella realtà questa avviene in contemporanea visto che
i ventricoli si contraggono all’unisono e quindi lo stesso flusso di sangue scorre nei vasi (gittata
cardiaca o meglio pulsatoria).

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Il Cuore.

✓ Situato nel mediastino


✓ Rivestito dal pericardio
pericardio fibroso
pericardio sieroso
- foglietto viscerale (epicardio)
- foglietto parietale
Facce
Anteriore o sternocostale
Postero-inferiore o diaframmatica
Margini
Sinistro o ottuso
Destro o acuto
Base
Apice

Il cuore è l’organo centrale dell’apparato cardiocircolatorio. Si trova nel pericardio e quindi nel
mediastino (tra le due cavità pleuriche) avrà quindi come limite anteriore la parete costituita dallo
sterno e dalle cartilagini costali e come limite posteriore invece le vertebre toraciche; inferiore il
diaframma e superiormente comunica con lo spazio viscerale del collo. Il cuore si trova
completamente nel mediastino inferiore1, rivestito dal pericardio (sacco fibro-sieroso esternamente
da un connettivo fibroso che chiamiamo pericardio fibroso e internamente da una sierosa che si
ripiega per andare a costituire in effetti la parete del cuore e che quindi sarà costituita di due foglietti
uno che riveste internamente il pericardio fibroso: “foglietto parietale”; e l’altro invece che si ripiega
sulla superficie esterna del cuore andando a costituire la tonaca più esterna: “foglietto viscerale” che
chiamiamo epicardio).
Il cuore ha la forma di un cono appiattito in senso anteroposteriore quindi ci sarà una base e un
apice e riconosceremo due superfici maggiormente estese e due che invece lo saranno meno. Una
delle superfici maggiori si troverà nella parte anteriore e la diremo faccia sterno-costale mentre l’altra
poggerà sul diaframma cioè sarà rivolta posteriormente e inferiormente e sarà adagiata sul centro
frenico del diaframma (centro tendineo del diaframma) e quindi la chiamiamo diaframmatica.

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Al di sotto del piano toracico trasverso che passa nell’angolo sternale del Luiss.
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Proprio per l’appiattimento anteroposteriore si avranno lateralmente due superfici meno estese che
saranno chiamate margini per distinguerle da quelle più estese. Cioè si avranno un margine destro e
uno sinistro che saranno anche detti rispettivamente acuto e ottuso. Non si trova in posizione
simmetrica rispetto al piano sagittale trovandosi per i 2/3 nella parete sinistra del torace. Proprio per
questa ragione il polmone di sinistra riceverà un’impronta maggiore da parte del cuore e avrà quindi
anche un volume minore rispetto al polmone di destra.

Come si vede dalla sezione di cui sopra la porzione del


mediastino può essere suddivisa ulteriormente da 3 sezioni:
anteriore, Medio, posteriore. Il cuore si trova proprio nella
sezione mediana del mediastino.
Nella figura a destra è ben visibile come il piano che passa
dall’angolo sternale del Luis suddivida questa regione in due
porzioni (una superiore e una inferiore) separate dal piano che
passa tra la IV e la V vertebra (angolo sternale del Luis).

Il piano suddivide il mediastino superiore da quello inferiore


in cui il cuore che si trova nel medio.

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Isolando il cuore e lasciandolo nella posizione che occupa nel torace si può ben determinare la sua
costituzione all’interno del mediastino con la configurazione dei vasi sulle facce.

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Ciò che non si riesce ad apprezzare è l’orientamento della terza dimensione in senso postero-
anteriore perché la base è rivolta anche indietro e l’apice in avanti. Quindi l’apice è più in avanti
rispetto alla base e si troverà più vicino alla parete toracica.

I rapporti del cuore sono mediati dal pericardio.

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adesso dobbiamo descrivere i rapporti andando a specificare quali organi si trovano a contatto col
cuore. A sinistra non vediamo la superficie del cuore mentre a destra si e questo significa che questo
a sinistra è completamente ricoperto dal pericardio. Nessun organo è in diretto contatto col cuore in
quanto questo è mediato dal pericardio. La superficie del cuore può essere intravista nella porzione
sierosa del pericardio essendo questa meno densa rispetto alla fibrosa.
La faccia sterno-costale si chiama così perché si trova dietro la superficie dello sterno ma una
piccola porzione è in contatto diretto con la faccia sterno costale in quanto si interpongono polmoni
e pleure. Per quanto riguarda invece la faccia posteriore diaframmatica:
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Nella figura si notano le parti bianche che costituiscono il centro tendineo diaframmatico e si nota
come porzioni di questo sono coperte dal pericardio. Il cuore si pone proprio sul centro frenico. Al
di sotto del diaframma si trovano il fegato e lo stomaco e quindi per interposizione del pericardio e
del diaframma si trova ad essere in rapporto con fegato e stomaco. Quindi poggiando sul diaframma
si trova ad essere in rapporto con questi due organi per interposizione del diaframma. Per quanto
riguarda i due margini i rapporti saranno con le facce mediastiniche dei polmoni rivestiti dalle
pleure.

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Osserviamo ora cosa c’è nel mediastino posteriore:

Riconosciamo quali sono i rapporti della base del cuore. La base guarderà verso il mediastino
posteriore dove troviamo i bronchi principali che si dipartono dalla trachea a livello dell’angolo
sternale del Luis. Ancora l’esofago accompagnato nel suo decorso dai nervi vaghi e poi Aorta
discendente. L’apice può essere facilmente individuato se non si è sviluppata la ghiandola mammaria
e quindi si può individuare nel maschio e nel bimbo a livello emiclaveale tra il 4 e il 5 spazio
intercostale.

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Le cavità cardiache.

Le camere non comunicano in senso sagittale tra loro per la presenza di setti che dividono le due
camere omonime. La circolazione avviene in un unico senso. La comunicazione tra atrio dx
ventricolo dx avviene tramite orifizi atrioventricolari regolati da valvole ( tricuspide a dx e mitrale a
sx2) mentre la circolazione è invece garantita dagli orifizi arteriosi: polmonare (dx) e aortico
(sx)(anche questi regolati da valvole dette semilunari).

Prima di andare a studiare le varie sezioni in cui è diviso il cuore dobbiamo descrivere ciò che
riconosciamo sulla sua superficie. Le camere si possono riconoscere anche sulla superficie esterna
in quanto è solcata da divisioni dette solchi che consentono di suddividere le diverse porzioni del
cuore. Quello che si può osservare il tronco polmonare e indietro l’arco aortico allora stiamo
osservando la faccia sterno costale. Mettendo il cuore in piedi sull’apice, si nota il primo solco sulla

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Le valvole sono costituite da lembi che si richiudono per impedire il reflusso del sangue; vengono detti cuspidi; sono
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destra che ha un decorso trasversale che divide il cuore nel comparto destro in atrio e ventricolo.
Quindi viene detto solco atrioventricolare anteriore o anche solco coronarico destro. Il solco è
accompagnato da tessuto adiposo e dai vasi coronarici che alimentano il cuore.
Porzione sterno costale.
AURICOLA

Da osservare che il cuore posto in posizione anatomica mostra, attraverso il solco interventricolare
anteriore, una porzione destra del ventricolo maggiore rispetto a quella di sinistra e questo dipende
dal fatto che il cuore, rispetto all’asse è ruotato verso sinistra così che gran parte del ventricolo
sinistro è nascosto sulla faccia sterno costale. Sulla faccia diaframmatica chiaramente è esattamente
all’opposto. Osservano si vede che l’apice è costituito esclusivamente dal ventricolo sinistro3.
All’interno di questo solco sono riconoscibili l’arteria coronarica discendente e la grande vena
cardiaca.
L’auricola è una regione a minor pressione dell’atrio; è come se fosse una appendice dell’atrio e
una delle funzioni è la funzione endocrina (ci sono cellule endocrine nell’auricola che producono il
fattore natriuretico atriale4.

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Infatti molto spesso un infarto al mio cardio si localizza all’apice e non interessa entrambi i ventricoli ma solo quello
sinistro.
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È prodotto dai cardiociti atriali perlopiù nell’auricola. Non deve meravigliare questo perché pur non essendo un organo
del sistema endocrino, il cuore ha una funzione endocrina in quanto produce ormoni che servono a regolare l’apporto
sodico in quanto questo influenza la pressione.
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Faccia diaframmatica

Sulla faccia diaframmatica si può riconoscere come prima un solco che ora si chiamerà solco
interventricolare posteriore. Si può osservare anche il solco atrioventricolare (solco coronario) che
è poco visibile in zona anteriore.
“quando si asporta un cuore per trapianto si lasciano gli atri per adattare il nuovo cuore”
Una volta visionata la suddivisione del cuore nel complesso delle camere cardiache sulla parete
esterna del cuore adesso per descrivere tali camere in dettaglio ci dobbiamo addentrare nella
porzione interna del muscolo cardiaco per andare a considerare tutte le particolarità.

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È molto più semplice individuare le camere cardiache sezionando il cuore. Questa è una sezione
frontale.
La prima cosa che si può notare è la differenza nelle camere dello spessore della parete cardiaca
che risulta maggiore nei ventricoli piuttosto che negli atri e ancora maggiore nel ventricolo sinistro
rispetto al destro. Il setto interventricolare ha lo stesso spessore della parete libera del ventricolo
sinistro. Il rapporto tra lo spessore tra ventricolo dx e ventricolo sx è 1:3. Se osserviamo la superfice
interna si vede come quella degli atri è prevalentemente liscia mentre nei ventricoli, pur essendoci
una porzione di parete liscia per la gran parte la parete è accidentata, cioè irregolare per la
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sporgenza di rilievi carnosi, che pur essendo presenti anche negli atri ma prevalentemente nelle
auricole. Questi sono quelli che chiameremo muscoli pettinati (come parzialmente si vede nella
figura); ancora si può osservare la presenza delle valvole che tra loro sono diverse. Ci sono quelle
atrioventricolari che nella sistole ventricolare garantiscono la chiusura delle valvole così che il
sangue fluisca solo nell’arteria e la valvola semilunare che è diversa da quelle di cui prima.

Ancora una volta si può notare che appare la sezione liscia dell’atrio sinistro costituita
dall’auricola e si nota come la controparte invece sia più simile alla conformazione dei ventricoli.
Quindi, mentre l’atrio mostra una superficie a due sfondi il ventricolo invece presenta una superficie

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trabecolata tranne nella porzione di efflusso dove il sangue fuoriesce dal ventricolo per entrare
nell’arteria.
Camere di destra

Atrio destro:
✓ Ha la forma di un cubo
✓ Vi sboccano le vene cave e il seno coronario
✓ Vi si trovano rudimentali valvole
✓ I muscoli pettinati rendono la superficie in parte dell’atrio
irregolare
✓ L’orifizio atrioventricolare, provvisto della valvola tricuspide, lo
separa dal ventricolo destro
✓ Sulla superficie mediale si trova la fossa ovale

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Ventricolo destro
✓ Ha la forma di una piramide triangolare
✓ Alla base si riconoscono gli orifizi atrioventricolare e polmonare
✓ Da esso origina il tronco polmonare
✓ Le trabecole carnee (tra cui i tre muscoli papillari) ne rendono
irregolare la superficie
✓ Sulla superficie anteriore è riconoscibile il cono arterioso

Lo studio dell’anatomia delle porzioni interne del cuore evidenzia bene le trasformazioni che sono
avvenute nella vita fetale. Questo comporta che tutte le presupposte simmetrie, nel dettaglio, non
sono presenti. Se per esempio consideriamo l’atrio vediamo che la differenza tra dx e sx appare
subito evidente. Morfologicamente l’atrio dx ha la forma di un cubo avendo sei facce così come
capita anche nell’atrio di sx ma la forma dell’atrio di sx è meno marcata, più globosa; anche
l’orientazione dei due atri è diversa presentando a dx una direzione perlopiù longitudinale. L’atrio
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di sx invece è prevalentemente trasversale. Dalla parete laterale si accede all’auricola dove sono
evidenti i rilievi carnosi chiamati muscoli pettinati che rendono in parte la superficie dell’atrio
irregolare per la parte che compete la parete laterale e l’auricola dove sono particolarmente fitte
soprattutto nella punta mentre la restante parte dell’atrio è liscia. Si vedono gli sbocchi della vena
cava ma si riconosce un altro sbocco che permette il drenaggio del sangue refluo proveniente dalle
pareti del cuore stesso attraverso la più grossa vena che drena il sangue del cuore e che corrisponde
al seno coronario. Inoltre proprio la vena cava inferiore e il seno coronario hanno una sorta di
valvola che però è rudimentale in particolare quella della vena cava inferiore che chiamiamo valvola
di Eustachio mentre quella del seno coronario si chiama di Tebesio (è una valvola continente). Il
seno coronario è importante durante la vita uterina perché, non respirando il feto, il sangue
ossigenato viene dagli scambi con la placenta della madre. Ora, siccome il feto comincia a respirare
alla nascita, il circolo polmonare durante questa fase non ha quasi importanza tanto che il sangue
viene quasi completamente deviato a sinistra e questa valvola, orientata verso la parete mediale che
guarda verso il lato di sinistra, trova una regione che appare diversa nel suo aspetto dato che in
quella regione c’era una comunicazione tra atrio dx e sx per cui il sangue giunto nell’atrio dx veniva
indirizzato nell’atrio di sinistra attraverso questa apertura perché non aveva senso mandarlo verso
i polmoni e solo una piccola parte del sangue entra nel circolo polmonare il resto va nell’atrio di
sinistro. Questa apertura alla nascita o nei primi mesi o anni di vita viene chiusa5. Quello che resta
si chiama forame ovale o forame di Botallo e serve proprio di comunicazione tra atrio dx e sx. Ora,
quando questo poi si chiude, anche per le pressioni delle camere cardiache, resta una depressione
con parete più sottile che si chiama fossa ovale che può rimanere pervia. Questa piccola
comunicazione comunque non comporta un passaggio di sangue da una parte all’altra. Alla base
dell’atrio di dx si trova poi l’area di comunicazione tra atrio dx e ventricolo dx che è provvisto di
una valvola (valvola tricuspide) che serve a determinare il flusso unidirezionale del sangue dall’atrio
verso il ventricolo dx.
Per quanto riguarda il ventricolo destro ha grossolanamente la forma di piramide con base rivolta
verso l’alto dove originano gli orifizi che determinano la connessione con l’atrio dx e il tronco
polmonare. Entrambi questi orifizi sono provvisti di valvole diverse nella loro conformazione.
L’orifizio atrioventricolare è infatti contornato da un fasciame di corde tendinee che si uniscono,
laddove dovrebbero essere liberi, ai muscoli papillari e che coprono la valvola tricuspide. Le cuspidi
non sono, quindi, libere perché sono ancorate sia all’orifizio che alla parete del ventricolo tramite
le corde. Le valvole arteriose hanno la conformazione fatta dalle pieghe semilunari (3 pieghe). Nel

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Questo perché può essere una chiusura graduale più che improvvisa
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ventricolo gran parte mostra rilievi muscolari ad eccezione della zona di eflusso e afflusso mentre la
restante parte mostra trabecole carnee (rilievi muscolari che si spingono dalla parete alla porzione
interna del ventricolo, rivestiti da endocardio e anastomizzati sono cioè legate a formare un reticolo
senza soluzione di continuità). Riconosciamo diversi tipi di trabecole: vi sono trabecole di terzo
ordine (la maggior parte di quelle che si trovano nel ventricolo, che sono adese alla parete e si
spingono nel lume dell’organo legandosi tra loro; ma si trovano anche trabecole libere ancorate alle
estremità (di secondo ordine) (es. trabecola di Leonardo Da Vinci (setto marginale: si porta dalla
superficie verso il margine destro). Le trabecole di secondo ordine hanno estremi liberi. C’è poi
quella che ha ancoraggio solo in una parte e finisce per formare un reticolo muscolare (muscoli
papillari) che sono definite di primo ordine. I muscoli papillari servono ad ancorare le cuspidi e
quindi il numero di muscoli papillari è pari alle cuspidi della valvola.

***Nella parete laterale notiamo una depressione sulla superficie mediale che è diversa dalle altre
perché appare più sottile, è transilluminabile. (fossa ovale)

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