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Mascherine chirurgiche e ffp2 


 
Caratteristiche, utilizzi e differenze
 
 

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Sommario 
 

 
Introduzione 3 

Quando e come usare la mascherina 5 

Le mascherine anti-covid in Italia e in Europa: come sono utilizzate nei diversi paesi 7 

Caratteristiche delle mascherine chirurgiche: quando e come usarle 10 

Caratteristiche delle mascherine FFP2: quando e come usarle 16 


Che differenze c’è tra mascherine chirurgiche e FFP2? 23 

   


 

Introduzione 

Le  ​mascherine  sono  dispositivi  che  fino  a  un  anno  fa  eravamo  abituati  a  vedere  solo 
negli  ospedali  e  negli  ambulatori  medici,  indossati  dal  personale  sanitario.  Oggi  invece 
rappresentano  il  ​primo  strumento  di  difesa  e  contrasto  alla  diffusione  del  Covid-19  e 
sono  quindi  entrate  a  far  parte  della  vita  quotidiana  di  ognuno  di  noi. Per legge, in quasi 
ogni  paese  del  mondo,  è  obbligatorio  avere  sempre  con  sé  le  mascherine  in  tessuto, 
chirurgiche​ o ​ffp2​ e indossarla quando si è fuori casa. 

Nella  maggior  parte  dei  casi,  si  ritiene  che  il  Covid-19  sia  trasmesso  da  persona  a 
persona  principalmente  attraverso  le  vie  respiratorie  con  goccioline  e  aerosol  prodotti 
quando si respira, si parla o si tossisce, inalati o depositati sulle membrane mucose. 

Il  contagio  avviene  principalmente  in luoghi chiusi affollati o in spazi limitati come i luoghi 


di  lavoro  (uffici  o  fabbriche),  chiese,  ristoranti,  bar,  negozi,  centri  commerciali  e  mezzi  di 


 

trasporto.  Occasioni  di  contagio  sono  anche  quelle  che  radunano  un  alto  numero  di 
persone  che  si  trovano  a  stare  a  stretto  contatto,  come  matrimoni,  feste  e  anche  eventi 
all'aperto con grandi folle. 

La  prossimità  fisica  e  la  possibilità  di  entrare  in  contatto  con  goccioline  e  aerosol  infetti 
sono  la  causa  del  contagio,  le  misure  che  possono  impedirlo  sono  quindi  il 
distanziamento  sociale  (almeno  due  metri),  l’igiene  delle  mani  e  l’utilizzo  di  mascherine 
anti-covid.  

Studi  condotti  in  tutto  il  mondo dimostrano che le mascherine certificate di buona qualità 


possono  fornire  una  barriera  efficace  per  particelle  e  goccioline  (cosiddette  “​droplet​”) 
che  potrebbero essere responsabili della diffusione del virus e quindi della propagazione 
del contagio. 

Le  mascherine  hanno  infatti  lo  scopo  di  impedire  la  diffusione  sia  delle  goccioline  più 
grandi  che  delle  particelle  di  aerosol  più  piccole  che  espiriamo,  catturando  queste 
particelle  quando  fuoriescono  dalle  nostre  vie  respiratorie  mentre  tossiamo, starnutiamo 
o  parliamo.  Queste  particelle  possono  trasportare  una  significativa  carica  virale  che  può 
sopravvivere  per  periodi  di  ore  o  addirittura  giorni  e  per  questo  è  importante  che  non 
entrino in contatto con altre persone. 

Indossare  le ​mascherine chirurgiche significa principalmente proteggere gli altri, ma può 
anche  fornire  un  livello  di  protezione  base  a  chi  lo  indossa.  Diverso  è  il  discorso  per  le 
mascherine  FFP2​,  che  invece  proteggono  chi  le  indossa.  Più  avanti  vedremo  la 
differenza tra questi due dispositivi. 

Il  principio  importante  da  comprendere  è  che, nella lotta al Coronavirus, i comportamenti 


sono  tanto  più  efficaci  se  sono  adottati  da  tutta  la  collettività:  se  tutti  indossano  una 
protezione  per  naso  e  bocca,  c'è  un  livello  di  protezione  più  alto  poiché  le  goccioline 
potenzialmente dannose vengono espulse nell'aria. 


 

Quando e come usare la mascherina 


L’uso  delle  mascherine  è  sempre  raccomandato  in  spazi  chiusi,  come  bar,  ristoranti, 
negozi,  uffici,  luoghi  di  lavoro  e  anche  in  casa, se in presenza di persone non conviventi. 
È  bene  indossare  la  mascherina  anche  all’aperto  in  tutti  i  casi  in  cui  non  si  può  essere 
sicuri  di  mantenere  la  distanza dalle altre persone, specie se si è in luoghi affollati (che in 
ogni caso è meglio evitare). 

Gli  anziani  e  le  persone  in  cattiva  condizione  di  salute  o  immuno-depresse  dovrebbero 
indossare  mascherine  protettive  sempre  in  presenza  di  altre  persone,  anche  familiari. 
Stesso vale per chi presenta sintomi di Covid-19 e vive in casa con altre persone. 

L'uso  di mascherine protettive integra e non sostituisce le altre misure di prevenzione del 
contagio  che  sono  raccomandate  (o  imposte  per  legge)  per  ridurre  la  trasmissione  del 
virus nella comunità, come: 

● rispettare il distanziamento sociale; 


● restare in casa quando ci si ammala o si hanno sintomi sospetti; 
● osservare  un’igiene  meticolosa  delle  mani  ed  evitare  di  toccare  il  viso,  il  naso,  gli 
occhi e la bocca; 
● lavorare da casa (telelavoro) quando possibile; 
● ventilare adeguatamente gli spazi chiusi in cui si vive o si lavora; 

Quando  si  indossa  una  mascherina  o  una  protezione  per  il  viso,  è  importante  seguire 
alcune regole per usarle in modo sicuro: 

● la  mascherina  dovrebbe  coprire  completamente  il  viso  dal  ponte  del  naso  fino  al 
mento; 
● deve  essere  regolata  correttamente  sul  ponte  del  naso  e  sul  viso  per  ridurre  al 
minimo lo spazio aperto tra il viso e la mascherina;  
● le  mani  devono  essere  pulite  con  acqua  e  sapone  o  con  disinfettante per le mani 
a base di alcool prima di indossare e togliere la mascherina; 
● la  mascherina  deve  essere  rimossa  da dietro quando la si toglie e bisogna evitare 
di toccare il lato anteriore se la si vuole riutilizzare; 


 

● le  mascherine  per  il  viso  usa  e  getta  come  quelle  chirurgiche  devono  essere 
smaltite in modo sicuro dopo l'uso; 
● immediatamente  dopo  aver  rimosso  la  mascherina,  le  mani  devono  essere  lavate 
o disinfettate con disinfettante per le mani a base di alcol; 
● le  mascherine  lavabili  e  riutilizzabili  devono  essere  lavate  il  prima  possibile  dopo 
ogni  utilizzo,  seguendo  le  istruzioni  del  produttore.  Le  comuni  mascherine  in 
cotone possono essere lavate a 60 °C con un comune detersivo.  

In  Italia,  è  obbligatorio per tutte le persone al di sopra dei 6 anni indossare la mascherina 


antivirus  nei  locali  pubblici,  all’interno  dei  negozi,  sui  trasporti pubblici e anche all’aperto 
in  tutte  le  situazioni  in  cui  non  sia possibile mantenere il distanziamento sociale. Quando 
si è fuori casa, è comunque obbligatorio averla sempre con sé. 

Le  mascherine  non  sono  tutte  uguali​.  Soprattutto,  non  garantiscono  tutte  la  stessa 
efficacia.  Le  mascherine  di  cotone  colorate  sono  sicuramente  più  gradevoli  a  livello 
estetico,  ma  non  offrono  lo  stesso  livello  di  protezione  delle  mascherine  chirurgiche  o 
ffp2 con marchio CE. 

Quando  si  acquistano  le  mascherine  bisogna  fare  attenzione  a  cosa  si  compra,  se  non 
sono  dispositivi  medici  e  se  non  hanno  la  certificazione  CE  il  loro  livello  di  protezione  è 
molto ridotto, se non assente. 

 
 


 

Le  mascherine  anti-covid  in  Italia  e  in  Europa:  come  sono 


utilizzate nei diversi paesi 
 
Ad  oggi,  esistono  ancora  differenze  significative  tra  i  paesi  europei  per  quanto  riguarda 
l’uso  delle  mascherine  all'esterno  per  prevenire  il  contagio  da  coronavirus  (COVID-19), 
principalmente a causa della diversa legislazione nei paesi in materia.  

Secondo  i  risultati  di  uno  studio  Gallup,  oltre  il  96%  degli  intervistati  spagnoli  ha 
dichiarato  di  aver sempre indossato una mascherina per il viso all'esterno nella settimana 


 

precedente,  mentre  una  quota  significativa  di  intervistati  nei  paesi  nordici  non  aveva 
indossato affatto una mascherina protettiva.  

L’Italia  è  al  secondo  posto​,  con il 94% delle persone che usano la mascherina quando si 


trovano  fuori  casa.  Segue  la  Francia,  mentre  gli  altri  paesi  europei  mostrano  percentuali 
nettamente  più  basse.  Questi  dati  mostrano  che  imporre  per  legge  l’utilizzo  della 
mascherina  è  determinante  per  condizionare  il  comportamento  degli  individui  che,  se 
non  obbligati,  tendono  a  trascurare  il  rispetto  delle  misure  di  prevenzione  del  contagio 
da Covid-19.  

L’ECDC  (European  Centre  for  Disease  Prevention  and  Control)  ha  pubblicato il Rapporto 
sull’utilizzo  delle  mascherine  facciali  di  tipo  medico  (chirurgiche  o  altro  dispositivo 
medico)  e  di  tipo  non  medico  nelle  persone  non  malate  per  contrastare  la diffusione del 
nuovo coronavirus nella comunità da parte di chi è in fase pre sintomatica o asintomatica. 

Il Rapporto l’ECDC evidenzia che: 

● L'uso  di  mascherine  facciali  di  tipo  medico  (chirurgiche o altro dispositivo medico) 


da  parte  degli operatori sanitari deve avere la priorità sull'uso delle mascherine da 
parte dei cittadini. 
● L'uso  di  mascherine  facciali  in  pubblico  può  servire  come  mezzo  di  controllo  per 
ridurre  la  diffusione  dell'infezione  nella  comunità  minimizzando  l'escrezione  di 
goccioline  respiratorie da individui infetti che non hanno ancora sviluppato sintomi 
o  che  rimangono  asintomatici.  Non  è  noto  quanto  l'uso  delle  mascherine  facciali 
nella  comunità  possa  contribuire  a  una  riduzione  della trasmissione oltre alle altre 
contromisure. 
● L'uso  di  mascherine  facciali  nella  comunità  può  essere  preso  in  considerazione 
specialmente  quando  si  visitano  spazi  affollati  e  chiusi, come negozi di alimentari, 
centri commerciali o quando si utilizzano i mezzi pubblici, ecc. 
● Si  può  prendere  in  considerazione  l'uso  di  mascherine  facciali  non  mediche 
realizzate  con  vari  tessuti,  specialmente  se  -  a  causa  di  problemi  di  fornitura  -  le 
mascherine  mediche  devono  essere  utilizzate  prioritariamente  come  dispositivi di 
protezione  individuale  da  parte  degli  operatori  sanitari.  A  supporto  dell'uso  di 
mascherine  non  mediche  come  mezzo  di  controllo  della  fonte  di  infezione 
esistono evidenze scientifiche indirette e limitate. 


 

● L'uso  di  mascherine  facciali  nella  comunità  deve  essere  considerato  solo  come 
una  misura  complementare  e  non  in  sostituzione  delle  misure  preventive 
consolidate,  come,  ad  esempio,  il  distanziamento  fisico,  l’igiene  respiratoria  (tra 
cui  tossire  o  starnutire  in  un  fazzoletto  monouso  o  nella  piega  del  gomito  per 
evitare  di  trasmettere  agli  altri  le  goccioline con le secrezioni respiratorie), l’igiene 
meticolosa  delle  mani  e  l’evitare  di  toccarsi  con  le  mani  il  viso,  il  naso,  gli  occhi e 
la bocca. 
● L'uso  appropriato  e  corretto  delle  mascherine  facciali  è  fondamentale  affinché  la 
misura sia efficace e può essere migliorato attraverso campagne educative. 
● Le  raccomandazioni  sull'uso  delle  mascherine  facciali  nella  comunità  dovrebbero 
tenere  attentamente  conto  delle  lacune  delle  prove  di  efficacia,  della  situazione 
dell'offerta e dei potenziali effetti collaterali negativi. 

 
 

 
 


 

Caratteristiche  delle  mascherine  chirurgiche:  quando  e 


come usarle 
 
Le  ​mascherine  chirurgiche  sono  dispositivi  medici  (DM)  che  servono  a  ridurre 
l’esposizione  a  sostanze  dannose  quali  polveri,  polveri  sottili,  liquidi,  aerosol,  virus  e 
batteri. 

In  seguito  al  propagarsi  della  pandemia  da  Coronavirus-19,  le  mascherine  chirurgiche 
sono diventate un’ oggetto di uso quotidiano da indossare o avere sempre con sé. 

Esistono  molti  tipi  di  mascherine  ed  è  importante  conoscere  le  caratteristiche  di  ogni 
tipologia  e  il  diverso  grado  di  protezione  che  offrono,  per  essere  sicuri  di  acquistare  il 
prodotto giusto che risponde alle nostre esigenze.  

Le  mascherine  chirurgiche  sono  i  dispositivi  medici  monouso  più  diffusi,  più  facili  da 
reperire e più economici. 

Il  loro scopo è proteggere chi le indossa e le persone circostanti da particelle di sostanze 
patogene  o  meno  e creare un filtro tra le proprie e altrui secrezioni respiratorie, chiamate 
droplets, potenzialmente infette. 

Le  mascherine  chirurgiche  non  sono  Dispositivi  di  Protezione  Individuale,  come  spesso 
vengono  definite.  Queste,  infatti,  non proteggono totalmente dal contagio al Coronavirus 
o qualsiasi altro agente patogeno. 

Le  mascherine  chirurgiche  sono  un  dispositivo  di  protezione individuale monouso (usa e 


getta),  solitamente  composte  da  un  triplo  strato  di  tessuto  non  tessuto  in  poliestere  o 
polipropilene,  con  un  ferretto  all’altezza  del  naso  per  modellare  il  più  possibile  la 
mascherina  al  viso  e  degli  elastici  alle  estremità  da  avvolgere  alle  orecchie  per  poter 
essere indossate.  

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Lo  strato  più  interno  è  realizzato  in  Spun  Bond,  ovvero  in  tessuto  non  tessuto 
completamente  in  polipropilene. Il suo scopo è quello di intrappolare l’umidità del respiro 
di chi la indossa. Inoltre, è un materiale ipoallergenico, ovvero non causa allergia.  

Lo  strato  intermedio,  invece,  è  in  Mel  Blown,  un  altro  tipo  di  tessuto  non  tessuto  in 
polipropilene  ma  ad  alta  densità,  ovvero  le  fibre  sono  intrecciate  in  maniera 
tridimensionale  e  molto  fitta  tra  di  loro  in  modo  da  aumentarne  il  potere  filtrante  e 
intrappolare quante più particelle possibili, anche di dimensioni piccole. 

Infine,  lo  strato  esterno  è  composto  come  lo  strato  interno,  ovvero  in  Spun  Bond,  a  cui 
viene  applicato  uno  strato  di  materiale  idrofobo,  ovvero  impermeabile  a  droplets  e 
vapore.  Con  l’utilizzo  nel  tempo,  però,  questo  strato  tende  a  perdere  il  suo  effetto 
idrofobo, ecco perché le mascherine chirurgiche sono monouso. 

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La  mascherina  chirurgica  può  essere  definita  Dispositivo  Medico  solo  se  certificata 
secondo  le  normative  vigenti.  In  commercio  ce  ne  sono  molte  con false certificazioni, se 
non assenti, com’è stato rilevato di recente da alcuni studi e indagini giornalistiche. 

In  un  articolo  del  Corriere del 28 febbraio, ad esempio, viene riportata la denuncia di una 


società  italiana  –  anonima  –  contro  mascherine  Ffp2  provenienti  dalla  Cina  e  vendute 
con  il  certificato  CE  nonostante  non  soddisfino  i  requisiti  di  sicurezza  necessari, 
fondamentali  per  affrontare  l’emergenza  Covid  19.  Ad  aver  fornito  la  certificazione 
sarebbe  stata  una  società  turca  di  Instanbul,  la  Universal Certification, titolata a rilasciare 
il marchio CE 2163 riportato sulle mascherine contestate. 

Le  mascherine  contestate  riportano  il  marchio  CE  2163,  la  certificazione  fornita  dalla 
società  turca  a  numerose  aziende  cinesi  che  vendono  le  proprie  Ffp2  in  Europa.  Risulta 
estremamente  semplice  cercarle  e  trovarle  online,  persino  su  Amazon.  Si  trovano anche 
in  alcuni  supermercati  al modico prezzo di 0,99 centesimi l’una. Il marchio CE 2163 è ben 
visibile  sia  sulla  mascherina  che  sulla  confezione,  ed  è  in  quest’ultima  che  si  nota  la 
dicitura relativa all’ente certificatore: Universal Certification di Instanbul. 

Non  è  detto  che  le  mascherine  con  il  marchio  contestato,  vendute  anche  in  alcune 
farmacie,  siano  non  a  norma.  Il  rischio  che  si  corre, in particolare online, è quello relativo 
alle truffe da parte di aziende che sfruttano illecitamente il marchio.  

Le  mascherine Ffp2 vanno sempre acquistate controllando che all’esterno ci sia scritto “a 
norma  Uni  En  149:2001”,  per  essere  sicuri  che  si  tratti  proprio  di  una  mascherina Ffp2. E 
bisogna  diffidare  in  caso  si  evidenzino  difetti  di  qualità,  come  la  mancata  aderenza  al 
volto,  il  distacco  degli  elastici  o  forme  differenti  tra  una  mascherina  e  l’altra.  Una  Ffp2 
deve  aderire  bene  al  volto  e  la  qualità  deve  essere  costante.  Quando  ci sono difetti che 
saltano agli occhi, nasce il sospetto che non siano a norma. 

Utilizzare  una  mascherina  chirurgica  non  certificata  è  come  non  indossarla:  non  si  è 
protetti in alcun modo dal contagio da Coronavirus e non si proteggono le altre persone.  

A  partire  dal  mese  di  luglio  2020,  per  legge  le  mascherine  chirurgiche  senza 
certificazione UNI-EN non possono essere più utilizzate in Italia. 

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Le  mascherine  chirurgiche,  per  essere  realmente  efficaci,  devono essere accompagnate 


da una certificazione rispondente alla normativa tecnica UNI EN 14683:2019. 

Le varie sigle sono acronimi, nello specifico: 

● UNI:  indica  la  sigla  dell’Ente  nazionale  italiano  di  unificazione,  ovvero 
un’associazione  privata  che  redige  e  condivide  le  norme  tecniche  di  tutti  i  settori 
sia  commerciali  sia  industriali.  Questa  sigla  viene  apposta  su  tutti  i  prodotti  e 
dispositivi conformi alle norme tecniche stabilite; 
● EN:  indica  la  sigla  di  tutte  le  norme  redatte  dal  comitato  europeo  che  prende  il 
nome  di  Organismo  di  Normazione  Europea.  Tutti  i  Paesi  che  fanno  parte 
dell’Unione  Europea  devono  obbligatoriamente  rispettare  le  normative  emanate 
da questo comitato. 
● 14683:2019:  è  il numero della norma con la data. Questa norma specifica i requisiti 
fondamentali  di progettazione, fabbricazione e prestazione e i metodi di prova per 
le  mascherine  facciali  ad  uso  medico,  ovvero  quelle  che  devono  limitare  la 
trasmissione  di  agenti  patogeni  tra  personale  medico  e  pazienti,  sia  durante  gli 
interventi chirurgici sia in altri contesti medici. 

La  normativa  UNI  EN  14683  classifica  le  mascherine  chirurgiche  in  base  al  livello  di 
efficacia filtrante in quattro tipi differenti: 

● Tipo  I:  efficacia filtrante dei batteri verso l’esterno superiore al 95%, verso l’interno 


20%; 
● Tipo  II:  efficacia  filtrante  dei  batteri  verso  l’esterno  superiore  al  98%,  verso 
l’interno 20%; 
● Tipo  IR  e  IIR:  mascherine  che  hanno  subito  dei  test  di  resistenza  alla  proiezione 
dove le mascherine chirurgiche di Tipo IIR sono quelle con resistenza maggiore. 

Inoltre,  le  mascherine  chirurgiche  sono  prima  di  tutto  un  dispositivo  medico  (DM)  e, 
quindi,  devono  anche  rispettare  la  normativa  generale  dei  dispositivi  medici,  ovvero  la 
Direttiva  93/42/CEE,  che  specifica  tutti  i  requisiti  che  devono  avere  tutti  gli  accessori  e 
dispositivi medici per poter essere commercializzati ed utilizzati in sicurezza. 

Le caratteristiche fondamentali delle mascherine chirurgiche devono essere: 

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● La  traspirabilità,  infatti  non  sono  totalmente  impermeabili  e  non  permettono  il 
ristagno del vapore; 
● La resistenza agli schizzi di liquidi; 
● La pulizia dai microbi; 
● L’efficienza nel filtrare ingresso e fuoriuscita di virus e batteri. 

In  ogni  caso,  la  mascherina  chirurgica  certificata  deve  possedere  i  requisiti  minimi  di 
traspirabilità ed efficacia filtrante. 

Inoltre,  per  avere  la  sicurezza  della  certificazione  conforme  alle  normative  vigenti,  le 
mascherine chirurgiche devono essere registrate presso la banca dati AIFA. 

In  pratica,  le  mascherine  chirurgiche  devono essere accompagnate da una dichiarazione 


di conformità ai sensi del Regolamento UE 425/2016, tale certificazione deve contenere: 

● Nome  e  numero  di identificazione dell’organismo notificato, ovvero dell’ente o del 


laboratorio  di  prova  che  ha  valutato  e  testato  la  conformità  delle  mascherine 
chirurgiche.  Tale  ente  o  laboratorio  deve  essere  autorizzato  dal  Governo  e 
notificato alla Commissione Europea; 
● Nome e indirizzo del fabbricante o del mandatario; 
● Numero del Tipo, ovvero il numero di identificazione; 
● Dichiarazione  che  attesti  la  soddisfazione  dei  requisiti  fondamentali  di  salute  e 
sicurezza; 
● Dichiarazione di applicazione di tutte o parte delle normative; 
● Dichiarazione di applicazione di eventuali altre specifiche tecniche; 
● L’indicazione della classe di protezione o livello di prestazioni; 
● La data di produzione e quella di scadenza; 
● Eventualmente, i parametri del modello di mascherina; 
● Eventualmente, le condizioni di rilascio del dispositivo. 

Come  riconoscere  un  marchio  autentico  da  uno  falsificato?  Semplice:  il  marchio  deve 
prevedere  uno  spazio  tra  la  lettera  C  e  la  lettera  E  arrotondata  “C  E”  mentre  se  si 
presenta scritto “CE” senza lo spazio di separazione, la certificazione è falsa. 

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Come  abbiamo  visto,  le  mascherine  chirurgiche  sono  solitamente  composte  da  un  triplo 
strato  di  materiale  in  poliestere  progettato  e  realizzato in maniera tale da filtrare l’entrata 
e  l’uscita  di  particelle  solide,  liquide  e  gassose  prodotte  con il respiro o presenti nell’aria 
dell’ambiente circostante. 

Purtroppo,  le  mascherine  chirurgiche  non  forniscono  una  protezione  adeguata  contro  le 
particelle  molto  piccole  e  per  ottimizzare  la  protezione  bisogna  seguire  le  regole  che 
abbiamo  visto  in  uno  dei  paragrafi  precedenti,  ma  in  ogni  caso  non  c’è  mai  una perfetta 
aderenza tra viso e mascherina chirurgica rispetto ad altri tipi di mascherine. 

Infine,  proprio  per  tutte  queste  caratteristiche,  le  mascherine  chirurgiche  proteggono 
maggiormente  non  chi  le  indossa  ma  chi lo circonda. Per questo, come abbiamo detto in 
precedenza,  è  necessario  osservare  anche  tutte  le  altre  misure  di  protezione  come  il 
distanziamento sociale e l’igiene delle mani. 
 

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Caratteristiche  delle  mascherine  FFP2:  quando  e  come 


usarle 
Le  ​mascherine  FFP2  sono  dispositivi  di  protezione  individuale  (DPI)  che  hanno  lo  scopo 
di  proteggere  in  modo  efficace  da  virus,  batteri,  aerosol  (droplets)  e  polveri  finissime 
l’indossatore e tutti coloro che gli sono attorno. 

Sono  anche  chiamate  respiratori  facciali  o  mascherine  filtranti  KN95  FFP2  e  sono  tra  i 
dispositivi  di  protezione  individuale  più  diffusi  e,  ormai,  di  facile  reperimento  in  seguito 
all’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia di Coronavirus. 

Le  mascherine  FFP2  aderiscono  completamente  al  viso  e  sono  in  grado di filtrare oltre il 
95% delle particelle PM2.5 ovvero particelle con diametro di 2.5 micron. 

Infatti,  le  mascherine  FFP2  sono  le  uniche  in  grado  di  fornire una protezione maggiore e 
abbastanza  sicura  dagli  agenti  patogeni,  infatti  sono  classificate  come  DPI  di  classe  III, 
ovvero la classe di protezione individuale più alta. 

Erano  utilizzate  soprattutto  da  chi  svolgeva  professioni  in  cui  era  previsto  il contatto con 
polveri  finissime  o  altri  agenti  inquinanti,  ma  a  causa  della  pandemia  di  Sars-Covid-19 
sono diventate un’oggetto di uso comune. 

Le  mascherine  filtranti  FFP2  sono  costituite  da  quattro  a  sei  strati  sovrapposti  di  diversi 
materiali  che,  complessivamente,  hanno  un  potere  filtrante  fino  al  95%  delle  particelle 
con diametro di 2.5 micron. 

I vari strati sono così strutturati in sequenza dall’interno all’esterno del dispositivo: 

● Strato  interno:  è  in  tessuto  non  tessuto,  anallergico  e  delicato  in  modo  da  non 
irritare  la  pelle  ed  essere  facilmente  indossate.  Inoltre,  ha  un  potere  adsorbente 
su  saliva  e  aria  espirata  in  modo  da  ripristinare  i  livelli  di  umidità  ideale  nella 
mascherina; 
● Strato  filtrante  elettrostatico:  ha  una  struttura  fitta  e  compatta  con  potere 
elettrostatico per trattenere le particelle di piccole dimensioni; 

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● Strato  filtrante:  è  costituito da 2-4 strati in tessuto non tessuto di polipropilene con 


tecnologia  Meltblown.  Questi  strati  sono  caratterizzati  da  un  reticolo  di  fibre 
intrecciate  tra  di  loro  ad  alta  densità  con  potere  filtrante.  In  alcune  mascherine, 
uno  di  questi  strati  può  essere  realizzato  in carbone attivo, che ha la caratteristica 
di essere poroso e trattenere la maggior parte delle particelle e agenti patogeni; 
● Strato  esterno:  è  in  tessuto  non  tessuto  in  polipropilene,  isola  la  parte  esterna 
della  mascherina  da  droplets,  liquidi  e  altri  tipi  di  particelle  di  grandi  dimensioni. 
Per  rendere  idrorepellente  questo  strato,  solitamente  vi  viene  effettuato  un 
trattamento idrofobo. 

Completano  la  mascherina  FFP2  il  ferretto nasale, che si modella alla parte superiore del 


naso  per adattarsi meglio al viso di chi la indossa, e laccetti elastici, che passano dietro la 
nuca o le orecchie per reggere la mascherina e aderire correttamente al volto. 

Le  mascherine  FFP2  possono  essere  anche  dotate  di  valvola  di  espirazione, il cui scopo 
è  solo  quello  di  favorire  una  respirazione più facile poiché l’espirazione emessa da chi le 
indossa fuoriesce dalla valvola. 

Per  questo  motivo  le mascherine con valvola di qualsiasi tipo non sono sicure, poiché chi 


è  potenzialmente  portatore  di  virus  e  batteri  e  le  indossa  può  facilmente  trasmettere  il 
contagio a chi lo circonda con l’espulsione dell’aria. 

Le  mascherine  FFP2  possono  essere  utilizzate  per  la  durata  di un ciclo lavorativo di 8-10 
ore  circa,  in  ambiente  contaminato.  Quindi  possono  essere  utilizzate  per  più  giorni  se  si 
usano  solo  per  poche  ore/minuti  giornalieri,  a  patto  che  permettano  la  normale 
respirazione, siano pulite e non contengano polveri. 

Dopo  queste  ore  di  utilizzo  complessivo  devono  essere  gettate,  ma  normalmente  sulla 
confezione  ci  sono  le  indicazioni  di  quanto  tempo  possono  essere  utilizzate  e  se 
possono essere riutilizzate dopo averle indossate la prima volta. 

Infatti,  se  sulla  confezione  o  sulla  mascherina  c’è  la  sigla  “R”  significa  che  sono 
riutilizzabili,  mentre  se  la  sigla  apposta  è  “NR”,  significa  che  non  è  possibile  riutilizzarla 
(es.: FFP2 NR). 

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Quando  indossate  per  poche  ore  e  nel  caso  possano  essere  riutilizzate, è bene pulire la 
mascherina  nebulizzando  sulla  loro  superficie  una  soluzione  disinfettante  contenente 
dell’alcol  almeno  a  70%,  per  poi  riporle  e  conservarle  in  un  luogo  asciutto  e  non 
contaminato. 

Oltre  alla  sigla  NR,  sulla  mascherina  FFP2  è  possibile  trovare  anche  la  sigla  “D”,  che 
indica che la mascherina è stata sottoposta a test di intasamento. 

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Il  test  di  intasamento  serve  a  sottolineare  le  prestazioni  delle  mascherine  in  condizioni 
critiche,  quindi  se  sulle mascherine è presente la lettera D le mascherine hanno superato 
il  test  ed  hanno  una  minore  resistenza  respiratoria  rispetto  alle  mascherine  che  non 
hanno superato il test di intasamento. 

Esempio:  FFP2  NRD,  mascherina  FFP2  non  riutilizzabile  che  ha  superato  il  test  di 
intasamento. 

Se  sulla  mascherina  c’è  apposta  la  sigla  KN95,  significa  che  quella  mascherina  è  stata 
prodotta  in  Cina,  dove  viene  prevista  la  classe  di  filtrazione  KN95  che  equivale  al 
filtraggio  di  almeno  95%  di  particelle  esterne,  come  tutte  le  mascherine  certificate  FFP2 
europee. 

Quando  si  acquista  una  mascherina  FFP2  bisogna  stare  attenti  alle  certificazioni  perché 
spesso  vengono  commercializzate  anche  mascherine  senza  certificazione  o 
accompagnate da certificazioni false. 

Il  primo  controllo  che  deve  essere  fatto  è  che  sia  presente  (sulla  confezione  o  nei 
documenti  che  accompagnano  le  mascherine)  il  nome  del  produttore,  poiché  bisogna 
controllare  che  il  tipo  di  mascherina  prodotto  sia  stato  approvato  e  registrato  presso 
l’Inail, informazioni consultabili sul sito web. 

Se  invece  presentano  la  scritta  “CE”  bisogna  controllare  se  l’ente  certificatore  è 
convalidato  dalla  Comunità  Europea.  Inoltre,  in  caso  di  marchiatura  “C  E”  possiamo 
effettuare  già  un  test  visivo:  se  è  presente  lo  spazio  tra  la C e la E arrotondata il marchio 
è vero, se lo spazio è assente (CE) si tratta di una marchiatura falsa. 

In  ogni  caso,  le  mascherine  FFP2  devono  essere  progettate,  prodotte  e 
commercializzato  seguendo  le  specifiche  tecniche  della  normativa  UNI  EN  149:2001  + 
A1:2009.  I  prodotti  e  i  dispositivi  con  la  sigla  UNI  sono  conformi  alle  norme  tecniche 
stabilite  poiché  la  sigla  sta  per  Ente  Nazionale  Italiano  di  Unificazione,  un’associazione 
privata  che  si  occupa  di  redigere  e  condividere  le  norme  tecniche  sia  dei  settori 
industriali  sia  di  quelli  commerciali.  EN  è  la  sigla  di  tutte  le  norme  che  l’Organismo  di 
Normazione  Europea  ha  redatto:  tutti  i  paesi  dell’Unione  Europea  devono  rispettare  le 
norme  emanate  da  questo  ente.  Infine,  149:2001,  indica  il  numero  della  norma  seguita 

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dalla  data  in  cui  è  stata  emanata,  mentre  la  dicitura  +  A1:2009  indica  la  sostituzione  e 
l’aggiornamento di tale norma nel 2009. 

La  norma  in  questione  indica  tutte  le  caratteristiche  tecniche  e  requisiti  minimi  che tutti i 
respiratori  facciali  commercializzati  devono  rispettare  con  i  relativi  test  a  cui  devono 
essere  sottoposti,  sempre  secondo  i  requisiti  della  direttiva  Europea  sui  dispositivi  di 
protezione individuali. 

Inoltre,  in  questa  norma  vengono  indicate  tutte  le  classificazioni  dei  dispositivi  di 
protezione  individuale  monouso  e  tutti  gli  altri  requisiti  che  devono  rispettare,  sia  nel 
momento  di  progettazione,  sia  in  quello  di  realizzazione,  sia  nel  momento  della 
commercializzazione. 

I  test  fondamentali  a  cui  le  mascherine  FFP2  devono  essere  sottoposte  e  che  devono 
superare per ottenere l’approvazione dei requisiti minimi, sono: 

● Prova di resistenza respiratoria; 


● Prova di perdita di tenuta verso l’interno; 
● Prova di penetrazione del materiale filtrante; 
● Test di infiammabilità; 
● Test di tenore di anidride carbonica; 
● Pratiche di impiego; 
● Test di intasamento. 

La  dichiarazione  di  conformità  delle  mascherine  FFP2  deve  essere  conforme  al 
Regolamento UE 425/2006 e, quindi, deve contenere: 

● Nome  e  numero  di  identificazione  dell’organismo  notificato,  ossia  l’ente  o  il 


laboratorio  che  ha  effettuato  le  valutazioni  e  i  test  di  conformità  delle mascherine 
FFP2.  L’ente  o  laboratorio  in  questione  deve  essere  autorizzato  dal  Governo  e 
notificato alla Commissione Europea; 
● Nome e indirizzo del produttore; 
● Dati di identificazione del dispositivo di protezione individuale; 
● Dichiarazione  attestante  la  soddisfazione  dei  requisiti  fondamentali  di  salute  e 
sicurezza; 
● Dichiarazione di applicazione di tutte o parte delle normative; 

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● Dichiarazione di applicazione di eventuali altre specifiche tecniche; 


● L’indicazione della classe di protezione o livello di prestazioni; 
● La data di produzione e quella di scadenza; 
● Eventualmente, i parametri del modello di mascherina; 
● Eventualmente, le condizioni di rilascio del dispositivo. 

Con  la  diffusione  di  nuove  varianti  del  coronavirus  in  tutta  Europa,  le  autorità  stanno 
adeguando  le  raccomandazioni  sui  tipi  di  protezione  per  il  viso  che  le  persone 
dovrebbero indossare e stanno promuovendo molto di più l’utilizzo delle FFP2. 

Le  autorità  sanitarie  francesi,  ad  esempio,  hanno  avvertito  che  le  mascherine  di  stoffa 
fatte  a  mano  potrebbero  non  essere  sufficientemente  protettive.  In Baviera e in Austria, i 
cittadini  sono  oggi  obbligati  a  indossare  mascherine  FFP2  sui  trasporti  e  in  tutti  i  luoghi 
pubblici. 

Partiamo  dal  presupposto  che  ci  sono  mascherine  progettate  per  impedire  a  chi  le 
indossa  di  espirare  aerosol  o  particelle  che  possono  raggiungere  altre persone. Si pensi 
alle  mascherine  in  tessuto  o  alle  mascherine  chirurgiche  blu e bianche. Se chi la indossa 
tossisce  o  starnutisce,  la  maggior  parte  delle  goccioline  espulse  rimarrà  intrappolata 
nella  mascherina  invece  di  atterrare  sulle  persone  vicine.  Di  contro,  non  impediscono  in 
modo  efficiente  a  chi  la  indossa  di  inalare  particelle  di  coronavirus  molto  più  piccole 
nell'aria. 

D'altra  parte,  alcune  mascherine  servono  anche  come  Dispositivi  di  Protezione 
Individuale:  sono  progettate  per  proteggere chi le indossa dalla respirazione di particelle 
virali  molto  più  piccole.  Queste  sono  le  mascherine  FFP:  mascherine filtranti, note anche 
come respiratori. 

In  Europa,  le  mascherine  FFP2  filtrano  almeno  il  94%  degli  aerosol.  Sono  simili  alle 
mascherine  N95,  che  filtrano  almeno  il  95%  degli  aerosol.  Questi  sono  i  tipi  di 
mascherine spesso visti nelle strutture sanitarie e nei laboratori di biologia. 

Chiunque  abbia  lavorato  in  questo  tipo  di  ambienti,  però,  sa  che  non  basta  solo 
indossare  una  mascherina:  bisogna  anche  proteggere  le  mani  (ad esempio indossando i 

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guanti  o  lavandole  spesso  e  accuratamente),  fare  attenzione  a  non  toccare bocca, occhi 


e naso, mantenere le distanze. 

All'inizio  della  pandemia,  le autorità di tutto il mondo erano preoccupate che gli operatori 


sanitari  avrebbero  esaurito  i  dispositivi  di  protezione  individuale  e  in  particolare  le 
mascherine  FFP2.  Per  questo,  l’uso  di  questi  DPI  non  è  stato  consigliato  alle  persone 
comuni sin da subito. 

Ora che più aziende producono mascherine di questo tipo e quindi le FFP sono molto più 
ampiamente  disponibili,  le  autorità  di  tutto  il  mondo  hanno  iniziato  a  incoraggiare  i 
cittadini a indossarle in ambienti chiusi, affollati o ristretti. 

   

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Che differenze c’è tra mascherine chirurgiche e FFP2? 


I  rivestimenti  per  il  viso  si  dividono in due categorie: mascherine chirurgiche e respiratori 
(o  FFP).  Lo  scopo  principale  delle  mascherine  chirurgiche  è  quello  di  essere  utilizzato 
come  dispositivo  medico,  mentre  i  respiratori  sono  utilizzati  come  DPI,  dispositivi  di 
protezione  individuale,  da  operatori  sanitari  e  pazienti  contagiosi.Il  livello  di  protezione 
dipende  dal  tipo  di  rivestimento.  Alla  stragrande  maggioranza  delle  mascherine 
chirurgiche  non  viene  assegnata  una  classificazione  di  sicurezza,  mentre  i  respiratori 
includono valutazioni di sicurezza. 

Cos'è una mascherina chirurgica?  

Una  mascherina chirurgica è un dispositivo medico usa e getta che protegge dagli agenti 
infettivi  trasmessi  dalle  goccioline.  Tuttavia, non protegge dalle particelle aerodisperse, il 
che significa che non impedirà a chi lo indossa la potenziale contaminazione da virus.  

Le mascherine chirurgiche hanno due scopi principali: 

● Prevenire  che  le  goccioline  di  saliva  e  le  secrezioni  dalle vie respiratorie viaggino 


attraverso  l’aria  quando  chi  le  indossa  espira.  Se  indossata  da  un  operatore 
sanitario,  la  mascherina  protegge  sia  il  paziente  che  l'ambiente  (aria,  superfici, 
attrezzatura).  Se  indossata  da  un  paziente,  impedirà  di  contaminare  l'ambiente 
circostante. 
● Proteggere  chi  le  indossa  dalla  trasmissione  tramite  goccioline  e  dal  rischio  di 
essere  infettato  da  fluidi  biologici.  Per  quest'ultimo,  la mascherina chirurgica deve 
avere  uno  strato  impermeabile,  con  ulteriore  rinforzo  sotto  forma  di  una  visiera 
che offre protezione per gli occhi.  

Usi tipici delle mascherine chirurgiche: 

● Odontoiatria 
● Chirurgia 
● Numerose procedure mediche 

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● Auto-isolamento 

Cos'è un respiratore?  

Un  respiratore  è un tipo di DPI che impedisce a chi lo indossa di inalare agenti pericolosi, 


come  aerosol  (es.  polvere,  fumo)  e  gas  (es.  Gas  anestetici,  disinfettanti).  I  respiratori 
proteggono  anche  chi  li  indossa  da  agenti  infettivi aerodispersi, come i coronavirus (cioè 
Covid-19, MERS, SARS).  

Cosa sono i respiratori FFP? 

I  respiratori  facciali  filtranti  (FFP)  sono  costituiti  da  un  facciale  e  da  un  dispositivo  di 
filtraggio.  Il  tipo  di  filtro  determina  il  livello  di  protezione  offerto, ad esempio, i respiratori 
FFP1  sono  adatti  per  polvere  di  basso  livello  e  nebbie  a  base  d’acqua,  mentre  gli  FFP2 
offrono  una  maggiore  protezione  contro  livelli  moderati  di  polvere,  nebbie  a  base 
d’acqua  e  olio.  I  respiratori  conformi  FFP3  vengono  generalmente  utilizzati  per  la 
rimozione di polvere, agenti biologici e amianto di livello superiore. 

Va  inoltre  notato  che  i  respiratori  proteggono  i  portatori  dall’inalazione  di  goccioline  di 
agenti infettivi. 

Come scegliere la giusta protezione per il viso 

Diversi criteri dovrebbero essere considerati quando si sceglie una copertura per il viso: 

Quale tipo di copertura per il viso è richiesta? 

Come  abbiamo  spiegato,  mascherine  chirurgiche  e  respiratori  hanno  funzioni  e  obiettivi 


diversi.  L'aspetto  chiave  da  tenere  a  mente  è  che  le mascherine chirurgiche proteggono 
solo  dagli  agenti  infettivi  trasmessi  tramite  goccioline,  mentre  i  respiratori  proteggono 
anche dall'inalazione di agenti infettivi aerodispersi. 

Applicazione  

L'uso  di  un  rivestimento  per  il  viso  è  determinato  dall'ambiente  di  lavoro  e  dalla 
potenziale  presenza  di  malattie  contagiose.  Ad  esempio,  i  respiratori  FFP1  possono 

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essere  adatti  in  situazioni  a  basso  rischio,  mentre  i  respiratori  FFP3  saranno  essenziali 
nelle industrie ad alto rischio. 

Usa e getta o riutilizzabile 

Le  mascherine  chirurgiche  sono  disponibili  solo  come  monouso.  I  respiratori,  d'altra 
parte,  sono  spesso  riutilizzabili.  Con  i  respiratori  è  anche  possibile  sostituire  il  filtro 
quando è pieno. 

Comfort  

Sono  disponibili  mascherine  di  diverse  dimensioni,  adattabili  alla  morfologia  di  chi  le 
indossa.  Alcuni  respiratori  possono  anche essere dotati di una valvola di espirazione che 
migliora la traspirabilità, mentre altri sono dotati di una visiera per proteggere gli occhi. 

Quali mascherine o respiratori proteggono dal coronavirus? 

In  presenza  di  pazienti  con  virus  contagiosi  come  il  coronavirus,  gli  assistenti  devono 
essere  dotati  di  una  mascherina  adeguata  che  offra  una  protezione  sufficiente.  Si 
raccomanda  agli  operatori  sanitari  di  indossare  un  respiratore  almeno  di  classe  FFP2  o 
FFP3  per  garantire  la  massima  filtrazione  di  aerosol  e particelle durante l'assistenza a un 
paziente  infetto.  I  pazienti,  invece,  dovrebbero  indossare  una  mascherina chirurgica non 
appena si sospetta un contagio. 

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