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Sommario
Introduzione 3
Le mascherine anti-covid in Italia e in Europa: come sono utilizzate nei diversi paesi 7
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Introduzione
Le mascherine sono dispositivi che fino a un anno fa eravamo abituati a vedere solo
negli ospedali e negli ambulatori medici, indossati dal personale sanitario. Oggi invece
rappresentano il primo strumento di difesa e contrasto alla diffusione del Covid-19 e
sono quindi entrate a far parte della vita quotidiana di ognuno di noi. Per legge, in quasi
ogni paese del mondo, è obbligatorio avere sempre con sé le mascherine in tessuto,
chirurgiche o ffp2 e indossarla quando si è fuori casa.
Nella maggior parte dei casi, si ritiene che il Covid-19 sia trasmesso da persona a
persona principalmente attraverso le vie respiratorie con goccioline e aerosol prodotti
quando si respira, si parla o si tossisce, inalati o depositati sulle membrane mucose.
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trasporto. Occasioni di contagio sono anche quelle che radunano un alto numero di
persone che si trovano a stare a stretto contatto, come matrimoni, feste e anche eventi
all'aperto con grandi folle.
La prossimità fisica e la possibilità di entrare in contatto con goccioline e aerosol infetti
sono la causa del contagio, le misure che possono impedirlo sono quindi il
distanziamento sociale (almeno due metri), l’igiene delle mani e l’utilizzo di mascherine
anti-covid.
Le mascherine hanno infatti lo scopo di impedire la diffusione sia delle goccioline più
grandi che delle particelle di aerosol più piccole che espiriamo, catturando queste
particelle quando fuoriescono dalle nostre vie respiratorie mentre tossiamo, starnutiamo
o parliamo. Queste particelle possono trasportare una significativa carica virale che può
sopravvivere per periodi di ore o addirittura giorni e per questo è importante che non
entrino in contatto con altre persone.
Indossare le mascherine chirurgiche significa principalmente proteggere gli altri, ma può
anche fornire un livello di protezione base a chi lo indossa. Diverso è il discorso per le
mascherine FFP2, che invece proteggono chi le indossa. Più avanti vedremo la
differenza tra questi due dispositivi.
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Gli anziani e le persone in cattiva condizione di salute o immuno-depresse dovrebbero
indossare mascherine protettive sempre in presenza di altre persone, anche familiari.
Stesso vale per chi presenta sintomi di Covid-19 e vive in casa con altre persone.
L'uso di mascherine protettive integra e non sostituisce le altre misure di prevenzione del
contagio che sono raccomandate (o imposte per legge) per ridurre la trasmissione del
virus nella comunità, come:
Quando si indossa una mascherina o una protezione per il viso, è importante seguire
alcune regole per usarle in modo sicuro:
● la mascherina dovrebbe coprire completamente il viso dal ponte del naso fino al
mento;
● deve essere regolata correttamente sul ponte del naso e sul viso per ridurre al
minimo lo spazio aperto tra il viso e la mascherina;
● le mani devono essere pulite con acqua e sapone o con disinfettante per le mani
a base di alcool prima di indossare e togliere la mascherina;
● la mascherina deve essere rimossa da dietro quando la si toglie e bisogna evitare
di toccare il lato anteriore se la si vuole riutilizzare;
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● le mascherine per il viso usa e getta come quelle chirurgiche devono essere
smaltite in modo sicuro dopo l'uso;
● immediatamente dopo aver rimosso la mascherina, le mani devono essere lavate
o disinfettate con disinfettante per le mani a base di alcol;
● le mascherine lavabili e riutilizzabili devono essere lavate il prima possibile dopo
ogni utilizzo, seguendo le istruzioni del produttore. Le comuni mascherine in
cotone possono essere lavate a 60 °C con un comune detersivo.
Le mascherine non sono tutte uguali. Soprattutto, non garantiscono tutte la stessa
efficacia. Le mascherine di cotone colorate sono sicuramente più gradevoli a livello
estetico, ma non offrono lo stesso livello di protezione delle mascherine chirurgiche o
ffp2 con marchio CE.
Quando si acquistano le mascherine bisogna fare attenzione a cosa si compra, se non
sono dispositivi medici e se non hanno la certificazione CE il loro livello di protezione è
molto ridotto, se non assente.
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Secondo i risultati di uno studio Gallup, oltre il 96% degli intervistati spagnoli ha
dichiarato di aver sempre indossato una mascherina per il viso all'esterno nella settimana
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precedente, mentre una quota significativa di intervistati nei paesi nordici non aveva
indossato affatto una mascherina protettiva.
L’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) ha pubblicato il Rapporto
sull’utilizzo delle mascherine facciali di tipo medico (chirurgiche o altro dispositivo
medico) e di tipo non medico nelle persone non malate per contrastare la diffusione del
nuovo coronavirus nella comunità da parte di chi è in fase pre sintomatica o asintomatica.
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● L'uso di mascherine facciali nella comunità deve essere considerato solo come
una misura complementare e non in sostituzione delle misure preventive
consolidate, come, ad esempio, il distanziamento fisico, l’igiene respiratoria (tra
cui tossire o starnutire in un fazzoletto monouso o nella piega del gomito per
evitare di trasmettere agli altri le goccioline con le secrezioni respiratorie), l’igiene
meticolosa delle mani e l’evitare di toccarsi con le mani il viso, il naso, gli occhi e
la bocca.
● L'uso appropriato e corretto delle mascherine facciali è fondamentale affinché la
misura sia efficace e può essere migliorato attraverso campagne educative.
● Le raccomandazioni sull'uso delle mascherine facciali nella comunità dovrebbero
tenere attentamente conto delle lacune delle prove di efficacia, della situazione
dell'offerta e dei potenziali effetti collaterali negativi.
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In seguito al propagarsi della pandemia da Coronavirus-19, le mascherine chirurgiche
sono diventate un’ oggetto di uso quotidiano da indossare o avere sempre con sé.
Esistono molti tipi di mascherine ed è importante conoscere le caratteristiche di ogni
tipologia e il diverso grado di protezione che offrono, per essere sicuri di acquistare il
prodotto giusto che risponde alle nostre esigenze.
Le mascherine chirurgiche sono i dispositivi medici monouso più diffusi, più facili da
reperire e più economici.
Il loro scopo è proteggere chi le indossa e le persone circostanti da particelle di sostanze
patogene o meno e creare un filtro tra le proprie e altrui secrezioni respiratorie, chiamate
droplets, potenzialmente infette.
Le mascherine chirurgiche non sono Dispositivi di Protezione Individuale, come spesso
vengono definite. Queste, infatti, non proteggono totalmente dal contagio al Coronavirus
o qualsiasi altro agente patogeno.
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Lo strato più interno è realizzato in Spun Bond, ovvero in tessuto non tessuto
completamente in polipropilene. Il suo scopo è quello di intrappolare l’umidità del respiro
di chi la indossa. Inoltre, è un materiale ipoallergenico, ovvero non causa allergia.
Lo strato intermedio, invece, è in Mel Blown, un altro tipo di tessuto non tessuto in
polipropilene ma ad alta densità, ovvero le fibre sono intrecciate in maniera
tridimensionale e molto fitta tra di loro in modo da aumentarne il potere filtrante e
intrappolare quante più particelle possibili, anche di dimensioni piccole.
Infine, lo strato esterno è composto come lo strato interno, ovvero in Spun Bond, a cui
viene applicato uno strato di materiale idrofobo, ovvero impermeabile a droplets e
vapore. Con l’utilizzo nel tempo, però, questo strato tende a perdere il suo effetto
idrofobo, ecco perché le mascherine chirurgiche sono monouso.
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La mascherina chirurgica può essere definita Dispositivo Medico solo se certificata
secondo le normative vigenti. In commercio ce ne sono molte con false certificazioni, se
non assenti, com’è stato rilevato di recente da alcuni studi e indagini giornalistiche.
Le mascherine contestate riportano il marchio CE 2163, la certificazione fornita dalla
società turca a numerose aziende cinesi che vendono le proprie Ffp2 in Europa. Risulta
estremamente semplice cercarle e trovarle online, persino su Amazon. Si trovano anche
in alcuni supermercati al modico prezzo di 0,99 centesimi l’una. Il marchio CE 2163 è ben
visibile sia sulla mascherina che sulla confezione, ed è in quest’ultima che si nota la
dicitura relativa all’ente certificatore: Universal Certification di Instanbul.
Non è detto che le mascherine con il marchio contestato, vendute anche in alcune
farmacie, siano non a norma. Il rischio che si corre, in particolare online, è quello relativo
alle truffe da parte di aziende che sfruttano illecitamente il marchio.
Le mascherine Ffp2 vanno sempre acquistate controllando che all’esterno ci sia scritto “a
norma Uni En 149:2001”, per essere sicuri che si tratti proprio di una mascherina Ffp2. E
bisogna diffidare in caso si evidenzino difetti di qualità, come la mancata aderenza al
volto, il distacco degli elastici o forme differenti tra una mascherina e l’altra. Una Ffp2
deve aderire bene al volto e la qualità deve essere costante. Quando ci sono difetti che
saltano agli occhi, nasce il sospetto che non siano a norma.
Utilizzare una mascherina chirurgica non certificata è come non indossarla: non si è
protetti in alcun modo dal contagio da Coronavirus e non si proteggono le altre persone.
A partire dal mese di luglio 2020, per legge le mascherine chirurgiche senza
certificazione UNI-EN non possono essere più utilizzate in Italia.
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● UNI: indica la sigla dell’Ente nazionale italiano di unificazione, ovvero
un’associazione privata che redige e condivide le norme tecniche di tutti i settori
sia commerciali sia industriali. Questa sigla viene apposta su tutti i prodotti e
dispositivi conformi alle norme tecniche stabilite;
● EN: indica la sigla di tutte le norme redatte dal comitato europeo che prende il
nome di Organismo di Normazione Europea. Tutti i Paesi che fanno parte
dell’Unione Europea devono obbligatoriamente rispettare le normative emanate
da questo comitato.
● 14683:2019: è il numero della norma con la data. Questa norma specifica i requisiti
fondamentali di progettazione, fabbricazione e prestazione e i metodi di prova per
le mascherine facciali ad uso medico, ovvero quelle che devono limitare la
trasmissione di agenti patogeni tra personale medico e pazienti, sia durante gli
interventi chirurgici sia in altri contesti medici.
La normativa UNI EN 14683 classifica le mascherine chirurgiche in base al livello di
efficacia filtrante in quattro tipi differenti:
Inoltre, le mascherine chirurgiche sono prima di tutto un dispositivo medico (DM) e,
quindi, devono anche rispettare la normativa generale dei dispositivi medici, ovvero la
Direttiva 93/42/CEE, che specifica tutti i requisiti che devono avere tutti gli accessori e
dispositivi medici per poter essere commercializzati ed utilizzati in sicurezza.
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● La traspirabilità, infatti non sono totalmente impermeabili e non permettono il
ristagno del vapore;
● La resistenza agli schizzi di liquidi;
● La pulizia dai microbi;
● L’efficienza nel filtrare ingresso e fuoriuscita di virus e batteri.
In ogni caso, la mascherina chirurgica certificata deve possedere i requisiti minimi di
traspirabilità ed efficacia filtrante.
Inoltre, per avere la sicurezza della certificazione conforme alle normative vigenti, le
mascherine chirurgiche devono essere registrate presso la banca dati AIFA.
Come riconoscere un marchio autentico da uno falsificato? Semplice: il marchio deve
prevedere uno spazio tra la lettera C e la lettera E arrotondata “C E” mentre se si
presenta scritto “CE” senza lo spazio di separazione, la certificazione è falsa.
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Come abbiamo visto, le mascherine chirurgiche sono solitamente composte da un triplo
strato di materiale in poliestere progettato e realizzato in maniera tale da filtrare l’entrata
e l’uscita di particelle solide, liquide e gassose prodotte con il respiro o presenti nell’aria
dell’ambiente circostante.
Purtroppo, le mascherine chirurgiche non forniscono una protezione adeguata contro le
particelle molto piccole e per ottimizzare la protezione bisogna seguire le regole che
abbiamo visto in uno dei paragrafi precedenti, ma in ogni caso non c’è mai una perfetta
aderenza tra viso e mascherina chirurgica rispetto ad altri tipi di mascherine.
Infine, proprio per tutte queste caratteristiche, le mascherine chirurgiche proteggono
maggiormente non chi le indossa ma chi lo circonda. Per questo, come abbiamo detto in
precedenza, è necessario osservare anche tutte le altre misure di protezione come il
distanziamento sociale e l’igiene delle mani.
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Sono anche chiamate respiratori facciali o mascherine filtranti KN95 FFP2 e sono tra i
dispositivi di protezione individuale più diffusi e, ormai, di facile reperimento in seguito
all’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia di Coronavirus.
Le mascherine FFP2 aderiscono completamente al viso e sono in grado di filtrare oltre il
95% delle particelle PM2.5 ovvero particelle con diametro di 2.5 micron.
Infatti, le mascherine FFP2 sono le uniche in grado di fornire una protezione maggiore e
abbastanza sicura dagli agenti patogeni, infatti sono classificate come DPI di classe III,
ovvero la classe di protezione individuale più alta.
Erano utilizzate soprattutto da chi svolgeva professioni in cui era previsto il contatto con
polveri finissime o altri agenti inquinanti, ma a causa della pandemia di Sars-Covid-19
sono diventate un’oggetto di uso comune.
Le mascherine filtranti FFP2 sono costituite da quattro a sei strati sovrapposti di diversi
materiali che, complessivamente, hanno un potere filtrante fino al 95% delle particelle
con diametro di 2.5 micron.
I vari strati sono così strutturati in sequenza dall’interno all’esterno del dispositivo:
● Strato interno: è in tessuto non tessuto, anallergico e delicato in modo da non
irritare la pelle ed essere facilmente indossate. Inoltre, ha un potere adsorbente
su saliva e aria espirata in modo da ripristinare i livelli di umidità ideale nella
mascherina;
● Strato filtrante elettrostatico: ha una struttura fitta e compatta con potere
elettrostatico per trattenere le particelle di piccole dimensioni;
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Le mascherine FFP2 possono essere anche dotate di valvola di espirazione, il cui scopo
è solo quello di favorire una respirazione più facile poiché l’espirazione emessa da chi le
indossa fuoriesce dalla valvola.
Le mascherine FFP2 possono essere utilizzate per la durata di un ciclo lavorativo di 8-10
ore circa, in ambiente contaminato. Quindi possono essere utilizzate per più giorni se si
usano solo per poche ore/minuti giornalieri, a patto che permettano la normale
respirazione, siano pulite e non contengano polveri.
Dopo queste ore di utilizzo complessivo devono essere gettate, ma normalmente sulla
confezione ci sono le indicazioni di quanto tempo possono essere utilizzate e se
possono essere riutilizzate dopo averle indossate la prima volta.
Infatti, se sulla confezione o sulla mascherina c’è la sigla “R” significa che sono
riutilizzabili, mentre se la sigla apposta è “NR”, significa che non è possibile riutilizzarla
(es.: FFP2 NR).
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Quando indossate per poche ore e nel caso possano essere riutilizzate, è bene pulire la
mascherina nebulizzando sulla loro superficie una soluzione disinfettante contenente
dell’alcol almeno a 70%, per poi riporle e conservarle in un luogo asciutto e non
contaminato.
Oltre alla sigla NR, sulla mascherina FFP2 è possibile trovare anche la sigla “D”, che
indica che la mascherina è stata sottoposta a test di intasamento.
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Il test di intasamento serve a sottolineare le prestazioni delle mascherine in condizioni
critiche, quindi se sulle mascherine è presente la lettera D le mascherine hanno superato
il test ed hanno una minore resistenza respiratoria rispetto alle mascherine che non
hanno superato il test di intasamento.
Esempio: FFP2 NRD, mascherina FFP2 non riutilizzabile che ha superato il test di
intasamento.
Se sulla mascherina c’è apposta la sigla KN95, significa che quella mascherina è stata
prodotta in Cina, dove viene prevista la classe di filtrazione KN95 che equivale al
filtraggio di almeno 95% di particelle esterne, come tutte le mascherine certificate FFP2
europee.
Quando si acquista una mascherina FFP2 bisogna stare attenti alle certificazioni perché
spesso vengono commercializzate anche mascherine senza certificazione o
accompagnate da certificazioni false.
Il primo controllo che deve essere fatto è che sia presente (sulla confezione o nei
documenti che accompagnano le mascherine) il nome del produttore, poiché bisogna
controllare che il tipo di mascherina prodotto sia stato approvato e registrato presso
l’Inail, informazioni consultabili sul sito web.
Se invece presentano la scritta “CE” bisogna controllare se l’ente certificatore è
convalidato dalla Comunità Europea. Inoltre, in caso di marchiatura “C E” possiamo
effettuare già un test visivo: se è presente lo spazio tra la C e la E arrotondata il marchio
è vero, se lo spazio è assente (CE) si tratta di una marchiatura falsa.
In ogni caso, le mascherine FFP2 devono essere progettate, prodotte e
commercializzato seguendo le specifiche tecniche della normativa UNI EN 149:2001 +
A1:2009. I prodotti e i dispositivi con la sigla UNI sono conformi alle norme tecniche
stabilite poiché la sigla sta per Ente Nazionale Italiano di Unificazione, un’associazione
privata che si occupa di redigere e condividere le norme tecniche sia dei settori
industriali sia di quelli commerciali. EN è la sigla di tutte le norme che l’Organismo di
Normazione Europea ha redatto: tutti i paesi dell’Unione Europea devono rispettare le
norme emanate da questo ente. Infine, 149:2001, indica il numero della norma seguita
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dalla data in cui è stata emanata, mentre la dicitura + A1:2009 indica la sostituzione e
l’aggiornamento di tale norma nel 2009.
La norma in questione indica tutte le caratteristiche tecniche e requisiti minimi che tutti i
respiratori facciali commercializzati devono rispettare con i relativi test a cui devono
essere sottoposti, sempre secondo i requisiti della direttiva Europea sui dispositivi di
protezione individuali.
Inoltre, in questa norma vengono indicate tutte le classificazioni dei dispositivi di
protezione individuale monouso e tutti gli altri requisiti che devono rispettare, sia nel
momento di progettazione, sia in quello di realizzazione, sia nel momento della
commercializzazione.
I test fondamentali a cui le mascherine FFP2 devono essere sottoposte e che devono
superare per ottenere l’approvazione dei requisiti minimi, sono:
La dichiarazione di conformità delle mascherine FFP2 deve essere conforme al
Regolamento UE 425/2006 e, quindi, deve contenere:
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Con la diffusione di nuove varianti del coronavirus in tutta Europa, le autorità stanno
adeguando le raccomandazioni sui tipi di protezione per il viso che le persone
dovrebbero indossare e stanno promuovendo molto di più l’utilizzo delle FFP2.
Le autorità sanitarie francesi, ad esempio, hanno avvertito che le mascherine di stoffa
fatte a mano potrebbero non essere sufficientemente protettive. In Baviera e in Austria, i
cittadini sono oggi obbligati a indossare mascherine FFP2 sui trasporti e in tutti i luoghi
pubblici.
Partiamo dal presupposto che ci sono mascherine progettate per impedire a chi le
indossa di espirare aerosol o particelle che possono raggiungere altre persone. Si pensi
alle mascherine in tessuto o alle mascherine chirurgiche blu e bianche. Se chi la indossa
tossisce o starnutisce, la maggior parte delle goccioline espulse rimarrà intrappolata
nella mascherina invece di atterrare sulle persone vicine. Di contro, non impediscono in
modo efficiente a chi la indossa di inalare particelle di coronavirus molto più piccole
nell'aria.
D'altra parte, alcune mascherine servono anche come Dispositivi di Protezione
Individuale: sono progettate per proteggere chi le indossa dalla respirazione di particelle
virali molto più piccole. Queste sono le mascherine FFP: mascherine filtranti, note anche
come respiratori.
In Europa, le mascherine FFP2 filtrano almeno il 94% degli aerosol. Sono simili alle
mascherine N95, che filtrano almeno il 95% degli aerosol. Questi sono i tipi di
mascherine spesso visti nelle strutture sanitarie e nei laboratori di biologia.
Chiunque abbia lavorato in questo tipo di ambienti, però, sa che non basta solo
indossare una mascherina: bisogna anche proteggere le mani (ad esempio indossando i
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Ora che più aziende producono mascherine di questo tipo e quindi le FFP sono molto più
ampiamente disponibili, le autorità di tutto il mondo hanno iniziato a incoraggiare i
cittadini a indossarle in ambienti chiusi, affollati o ristretti.
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Una mascherina chirurgica è un dispositivo medico usa e getta che protegge dagli agenti
infettivi trasmessi dalle goccioline. Tuttavia, non protegge dalle particelle aerodisperse, il
che significa che non impedirà a chi lo indossa la potenziale contaminazione da virus.
● Odontoiatria
● Chirurgia
● Numerose procedure mediche
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● Auto-isolamento
Cos'è un respiratore?
I respiratori facciali filtranti (FFP) sono costituiti da un facciale e da un dispositivo di
filtraggio. Il tipo di filtro determina il livello di protezione offerto, ad esempio, i respiratori
FFP1 sono adatti per polvere di basso livello e nebbie a base d’acqua, mentre gli FFP2
offrono una maggiore protezione contro livelli moderati di polvere, nebbie a base
d’acqua e olio. I respiratori conformi FFP3 vengono generalmente utilizzati per la
rimozione di polvere, agenti biologici e amianto di livello superiore.
Va inoltre notato che i respiratori proteggono i portatori dall’inalazione di goccioline di
agenti infettivi.
Diversi criteri dovrebbero essere considerati quando si sceglie una copertura per il viso:
Applicazione
L'uso di un rivestimento per il viso è determinato dall'ambiente di lavoro e dalla
potenziale presenza di malattie contagiose. Ad esempio, i respiratori FFP1 possono
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essere adatti in situazioni a basso rischio, mentre i respiratori FFP3 saranno essenziali
nelle industrie ad alto rischio.
Le mascherine chirurgiche sono disponibili solo come monouso. I respiratori, d'altra
parte, sono spesso riutilizzabili. Con i respiratori è anche possibile sostituire il filtro
quando è pieno.
Comfort
Sono disponibili mascherine di diverse dimensioni, adattabili alla morfologia di chi le
indossa. Alcuni respiratori possono anche essere dotati di una valvola di espirazione che
migliora la traspirabilità, mentre altri sono dotati di una visiera per proteggere gli occhi.
In presenza di pazienti con virus contagiosi come il coronavirus, gli assistenti devono
essere dotati di una mascherina adeguata che offra una protezione sufficiente. Si
raccomanda agli operatori sanitari di indossare un respiratore almeno di classe FFP2 o
FFP3 per garantire la massima filtrazione di aerosol e particelle durante l'assistenza a un
paziente infetto. I pazienti, invece, dovrebbero indossare una mascherina chirurgica non
appena si sospetta un contagio.
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