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ALLA SCOPERTA DEL PIÙ BEL PAESE DEL MONDO MENSILE NUMERO 417 GENNAIO 2021

EURO 4,00 IN ITALIA


Poste Italiane Spa - Sped. In A.P. - D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, LO/MI - Austria € 9,90 - Belgio € 8,20 - Francia € 8,00 - Germania € 8,50 - Gran Bretagna Igs 7,90 - Lussemburgo € 8,20 - Portogallo (Cont.) € 6,90 - Svizzera chf 12,50 - Canton Ticino chf 11,00 - Principato di Monaco € 8,00 - Spagna € 7,00

IL MONUMENTO • GENOVA
STAGLIENO, UN MUSEO LA MONTAGNA Veneto
A CIELO APERTO
LA VISITA • EMILIA ROMAGNA
TRESIGALLO DOLOMITI Alla scoperta
L’ARCHEOLOGIA • NAPOLI
LE BASILICHE della Val di Zoldo
DI CIMITILE
IL PAESAGGIO
LOMBARDIA
LA VALLE
DI SCALVE

il weekend
AREZZO
Passeggiata in città
fra i capolavori dell’arte
toscana, da Cimabue
a Piero della Francesca
>
10417
ISSN 0394 7203

720006
770394

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI


9
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NATU

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conservanti
e additivi
di Emanuela Rosa-Clot, Direttore di Bell’Italia Editoriale

INSOSPETTABILI SCOPERTE
FRA OTTO E NOVECENTO
In copertina: il monte Pelmo
visto dal passo Staulanza,
in val di Zoldo (Belluno).
Foto di: Alessandro Addis.

GENNAIO_SULLA NEVE
Riscoprire
l’inverno
in montagna
Una valle segreta non
lontano da Cortina, dove
riscoprire le architetture
dei tradizionali “tabià”
e gli antichi mestieri
dei suoi abitanti. La val
di Zoldo è una delle
proposte che facciamo
in questo periodo in cui L’ex edificio dei bagni a Tresigallo (Ferrara)
la pandemia in corso
ha costretto anche
le località sciistiche

A
più note a ripensarsi. lcune città sono un palinsesto di storie stratificate nei secoli. Esistono
Il nostro sguardo, come
sempre, si estende invece città che nascono da un’idea. La più celebre è Pienza, città ideale
invece al paesaggio, del Rinascimento disegnata per volere di papa Pio II Piccolomini. Oppure Noto,
invitando alla scoperta ricostruita dopo il terremoto del 1693 nello stile di moda dell’epoca, il Barocco.
di territori meno noti.
Come la valle di Scalve,
In età moderna il razionalismo ha disegnato città di fondazione, come Latina
nella Bergamasca, che e Sabaudia nel Lazio o Arborea in Sardegna. E poi ci sono città nate dalla mente
avevamo presentato di un uomo, come Tresigallo, tra Ferrara e le Valli di Comacchio, voluta da
d’estate (vedere n. 389),
Edmondo Rossoni, ministro dell’Agricoltura negli anni Trenta, che ha rifondato
ma che anche con la
neve è un paradiso per in stile razionalista il suo borgo natale. Il nostro fotografo Gabriele Croppi, da
i camminatori (sotto). sempre cultore di paesaggi urbani che interpreta attraverso l’intenso confronto
Da affrontare con con la pittura metafisica, è andato a raccontarla per Bell’Italia. Una scoperta
l’attenzione e il rispetto
dovuti alla montagna. da fare in una limpida giornata di sole, quando le ombre sono più nette.
Un’altra esperienza sorprendente, senza uscire dalla città, in questo caso
Genova, è la visita al Cimitero Monumentale di Staglieno, un vasto museo
di scultura a cielo aperto tra il torrente Bisagno e i colli che cingono la città.
Ci sono opere di Leonardo Bistolfi, grande artista simbolista nato in Piemonte
come Giulio Monteverde, autore a Roma di uno dei gruppi scultorei del
Vittoriano. È sua l’opera forse più famosa di Staglieno, nota come Angelo
Oneto dal nome della famiglia che la commissionò per il monumento funebre.
Una figura androgina e imbronciata che ha sedotto anche David Beckham:
il celebre calciatore se l’è fatta tatuare sul braccio destro.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
40
VAL DI ZOLDO

Gennaio 2021
VALLE DI SCALVE

TRESIGALLO
GENOVA

AREZZO

CIMITILE

VAL DI ZOLDO (Belluno)

66
30 RICAMI DI LEGNO SOTTO IL PELMO
38 Dove Come Quando

TRESIGALLO (Ferrara)
40 PROSPETTIVE METAFISICHE
51 Dove Come Quando

30 54
63

66
CIMITILE (Napoli) Basiliche Paleocristiane
AGLI ALBORI DELLA FEDE
Dove Come Quando

GENOVA Cimitero Monumentale di Staglieno


COME UN MUSEO A CIELO APERTO
76 Dove Come Quando

VALLE DI SCALVE (Bergamo-Brescia)


78 PROFONDO BIANCO
88 Dove Come Quando

AREZZO
90 DISTILLATO DI BELLEZZA TOSCANA
104 Il weekend di Bell’Italia

90
il weekend AREZZO
21 DIRETTORE RESPONSABILE
Emanuela Rosa-Clot
emanuelarosaclot@cairoeditore.it
RESPONSABILE UFFICIO CENTRALE
Elisabetta Planca Caporedattore
elisabettaplanca@cairoeditore.it
UFFICIO CENTRALE
Rossella Giarratana Caporedattore
rossellagiarratana@cairoeditore.it
Pietro Cozzi Caposervizio
pietrocozzi@cairoeditore.it
Giovanni Mariotti giovannimariotti@cairoeditore.it
Carlo Migliavacca carlomigliavacca@cairoeditore.it
Raffaella Piovan raffaellapiovan@cairoeditore.it
Barbara Roveda barbararoveda@cairoeditore.it
REDAZIONE
Matteo Calderaro matteocalderaro@cairoeditore.it
Terry Catturini terrycatturini@cairoeditore.it
Margherita Geronimo
margheritageronimo@cairoeditore.it
Lara Leovino laraleovino@cairoeditore.it

Gennaio 2021
Elena Magni elenamagni@cairoeditore.it
Sandra Minute sandraminute@cairoeditore.it
PHOTO EDITOR
Milena Mentasti milenamentasti@cairoeditore.it
Susanna Scafuri susannascafuri@cairoeditore.it
ART DIRECTOR
10 Lettere Luciano Bobba lucianobobba@cairoeditore.it
12 Notizie Simona Restelli simonarestelli@cairoeditore.it
IMPAGINAZIONE
Franca Bombaci francabombaci@cairoeditore.it
Appuntamenti Francesca Cappellato
con Vittorio Sgarbi francescacappellato@cairoeditore.it

116
Isabella di Lernia isabelladilernia@cairoeditore.it
18 FEDERICO ZUCCARI A URBINO Claudia Pavesi Caposervizio
21 d’arte claudiapavesi@cairoeditore.it
SEGRETERIA E RICERCA ICONOGRAFICA
Mara Carniti maracarniti@cairoeditore.it
Fuoriluogo di Fabio Isman Paola Paterlini paolapaterlini@cairoeditore.it
26 L’ANTIQUARIO DI TIZIANO PROGETTO GRAFICO E CONSULENZA CREATIVA
Silvia Garofoli www.silviagarofoli.com
28 Appuntamenti del gusto HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
Ornella D’Alessio, Giuseppe De Biasi, Barbara
Gabbrielli, Fabio Isman, Albano Marcarini,
Sentieri d’Italia di Albano Marcarini Paolo Massobrio, Auretta Monesi, Alberto Nardi,
Ettore Pettinaroli, Manuela Piancastelli,
107 LE DUE FACCE DEL GARGANO Anna Pugliese, Vittorio Sgarbi, Angelo Surrusca

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI


Cibo&Paesaggio a cura di Slow Food divisione di
110 IL PECORINO DI OSILO

I piaceri
PRESIDENTE
Urbano Cairo
114 Camera con vista DIRETTORE GENERALE
Giuseppe Ferrauto
Buona Italia di Auretta Monesi CONSIGLIERI
Andrea Biavardi, Alberto Braggio,
116 CORTINA E LA VALLE DEL BOITE Giuseppe Cairo, Ugo Carenini, Giuliano Cesari,
124 La ricetta Giuseppe Ferrauto, Uberto Fornara,
Marco Pompignoli, Mauro Sala
CAIRO EDITORE S.P.A.
A tavola di Paolo Massobrio DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE:

125 VILLA MAIELLA A GUARDIAGRELE corso Magenta 55, 20123 Milano,


tel. 02 433131, fax 02 43313927,
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Cantine d’Italia di Giuseppe De Biasi (e-mail: bellitalia@cairoeditore.it)
ABBONAMENTI: tel. 02 43313468,
126 GIUSTI WINE NEL MONTELLO orario 9/13, da lunedì a venerdì
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UFFICIO DIFFUSIONE / ARRETRATI A PAGAMENTO:
127 Occasioni tel. 02 43313333 diffusione@cairoeditore.it
128 L’Italia da leggere
Stampa: ROTOLITO S.p.A., via Brescia 53/65, 20063
132 I borghi disegnati Cernusco sul Naviglio (MI).

114
Distribuzione per l’Italia:
m-dis Distribuzione Media S.p.A., via Cazzaniga 19,
20132 Milano, tel. 02 25821
Distribuzione per l’estero: Sodip Spa,
via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI)

Accertamento diffusione: Certificato n. 2756


del 14.12.1994 Periodico associato alla FIEG
(Feder. Ital. Editori Giornali)
I collaboratori di questo numero
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CONCESSIONARIAESCLUSIVA
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FILIALI

VALLE D’AOSTA/PIEMONTE/LIGURIA:
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Via Cosseria 1, 10131 Torino
Alessandro Addis Barbara Gabbrielli Gabriele Croppi Alberto Nardi Tel. 011/6600390, fax 011/6606815
___ ___ ___ ___ segreteriato@cairocommunication.it
Nuova Giemme Srl (Filiale di Genova)
Cagliaritano, fotografo Giornalista, vive Nato a Domodossola Fotografo di origini Via dei Franzone 6/1, 16145 Genova
professionista, dopo a Firenze con e laureato in Lettere salernitane, residente Tel. 010/3106520, fax 010/3106572
gli studi filosofici si è il marito e due figlie, all’Università Statale nella Bergamasca, info@nuovagiemme.it
dedicato ai reportage in una casa in cui ama di Milano, è docente è professionista
in Sardegna, con circondarsi di libri di Fotografia per dal 1988. I suoi TRIVENETO:
un occhio di riguardo e piante. Dopo aver i Beni Culturali lavori si concentrano Cairo Pubblicità SpA (Filiale di Verona)
all’architettura vissuto per dodici presso l’Accademia soprattutto sulla Vicolo Ghiaia 7, 37122 Verona
Tel. 045/4750016, fax 045/4750017
e al paesaggio. anni a Milano, dove Ligustica di Belle natura dell’ambiente
info-vr@cairocommunication.it
Negli ultimi anni ha ha lavorato per Arti di Genova. alpino, di cui ama
approfondito l’uso Il Sole 24 Ore e per Da sempre attento documentare gli EMILIA ROMAGNA/RSM/MARCHE/
dei droni per video Mondadori, ha scelto al rapporto tra la angoli più nascosti UMBRIA:
e foto. In questo di tornare in Toscana. fotografia e le altre e fiabeschi. Per Cairo Pubblicità SpA (filiale di Bologna)
numero si cimenta Suo il racconto arti, per questo Bell’Italia di gennaio Viale del Risorgimento,10 40136 Bologna
con la montagna: delle architetture numero di Bell’Italia ha ritratto i diversi Tel. 051/3763006, fax 051/0920003
sue le immagini razionaliste di ha realizzato gli scatti aspetti dell’inverno info-bologna@cairocommunication.it
della Val di Zoldo, Tresigallo (p.40), di piazze ed edifici nell’orobica Valle
TOSCANA/UMBRIA:
nel Bellunese (p.30). borgo del Ferrarese. di Tresigallo (p.40). di Scalve (p.78). Firenze Lungarno delle Grazie, 22
Piano Terra, 50122 Firenze
Tel. 051/3763006
Cimitero Monumentale di Staglieno
LAZIO:
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CALABRIA/ABRUZZO/MOLISE:
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LE IMMAGINI DI QUESTO NUMERO è una rivista del gruppo


Notizie: Fondazione Cini, Venezia (pgg.12-13), Thomas Pagani-Comune di Milano (p.14), Museo di San Marco Firenze (p.15), Cairo Editore che comprende anche
Guido Mencari, Scuola di Restauro degli Istituti di Santa Paola, Mibact-Palazzo Ducale di Mantova (p.16). Appuntamento le seguenti testate:
con Vittorio Sgarbi: Gabriele Croppi (p.18), Fine Art Images/Heritage-Images/Mondadori Portfolio (p.19). Fuoriluogo: SETTIMANALI
Manfred Werner (p.26), © Kunsthistorisches Museum Vienna (p.27). Val di Zoldo: Alessandro Addis, Ski Civetta_Alleghe (p.38), DiPiù TV, Diva e Donna, Settimanale
Alessandro Addis, Consorzio Val di Zoldo-Turismo (p.39). Tresigallo: Gianni Berengo Gardin/Dea/Getty, Gabriele Croppi (p.51). DiPiù, Settimanale DiPiù e DiPiù
Cimitile: Reda/Alamy, Adam Eastland/Alamy (p.63), Natalie Krag (p.64). Genova: Oliver Gerhard/Alamy/IPA, Matteo Carassale Stellare, TV MIA, settimanale NUOVO
(p.76). Val di Scalve: Alberto Nardi, Colere Ski Area (p.88), Foto Studio Osvaldo Picenni (p.89). Arezzo: Restauri RICERCA, Arezzo e NUOVO TV, “F”, settimanale GIALLO,
(p.93), Alamy/IPA (p.101), Archivio Scala, Firenze (pgg.102, 103, 104, 105), Gabriele Croppi (p.105). Piaceri: Franco Cogoli Enigmistica PIÙ
(p.113). Camera con vista: Loredana Bensa (pgg.114, 115). Cantine: Andrea Piovesan (p.126). Prossimamente: Giorgio Filippini, QUINDICINALI
Franco Cogoli, Matteo Cirenei (p.131). Cartine: Quaterd, Davide Bassoli. Settimanale DiPiù e DiPiù TV Cucina,
NUOVO e NUOVO TV Cucina
Testi e fotografie non richiesti non vengono restituiti MENSILI
Airone, Antiquariato, Arte, Bell’Europa,
Bell’Italia. Alla scoperta del più bel paese del mondo. Copyright 2021. Cairo Editore S.p.A. Tutti i diritti riservati. Testi, Bell’Italia, For Men Magazine,
fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione Gardenia, In Viaggio, Natural Style
dell’Editore. Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano il 5/4/1986, n. 169. Una copia euro 4, arretrati euro 8.

8 Bell’Italia
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Chi viene qui si innamora per ben


due volte: la prima di Valleggia,
la seconda del Maestro Giorgio.
Ivan Svilpo, Varzo (Verbano‐Cusio‐Ossola)

Dall’Olanda all’Emilia
sulle tracce di Dante
Ho riconosciuto il borgo disegnato
di novembre, Portico di Romagna!
Dopo i nostri studi di lingua e letteratura
italiana, dopo tanti viaggi nel vostro
bel Paese, nel 2004 e nel 2013 abbiamo
deciso di tornare a cercare i luoghi e le
parole di Dante, specialmente in Emilia
Romagna, dove il sommo poeta trovò
rifugio presso i signori locali. Eravamo
alloggiati a Brisighella, borgo splendido.
E siamo riuscito a trovarle, le parole
di Dante, in tante iscrizioni a Ravenna,
Scatti del lago incantato scultore, scrittore), un personaggio Forlì, Faenza, Bertinoro, Bagnocavallo,
che mi ha davvero incantato per la sua Castrocaro, Portico di Romagna.
Vi invio una foto del lago Baccio (sopra), semplicità e preparazione nonostante Dicono che Dante abbia incontrato
nell’Appennino tosco-emiliano, che la “lontananza” dal mondo esterno. l’amata Beatrice proprio qui, a Palazzo
ho scattato a metà ottobre. Vado spesso Valleggia ha solo tre abitanti ed Portinari, appartenuto al padre Folco.
a camminare in questi posti: i laghi è un luogo magico, dove sembra che Elly van Niekerk, Luttenberg, Paesi Bassi
mi danno pace, tranquillità. Quella il tempo si sia fermato: ci sono antichi
ruderi e bellissime dimore in cui
mattina la ricordo bene perché
moderno e rustico si sono fusi alla
Da un italiano all’estero
era nevicato quel poco per coprire
delicatamente i colori dell’autunno. perfezione. Tra tutte spicca la casa-
Sono uno dei tanti italiani all’estero e,
È stato un colpo al cuore vedere quello mostra di Giorgio Sartoretti, noto
dall’anno scorso, un fedele abbonato di
splendore. Il lago mi aveva riempito ai più come Giorgio da Valeggia. Nato
Bell’Italia. Nei primi giorni di ogni mese
cuore e occhi di una bellezza selvaggia. a Caddo nel 1945, si è trasferito qui
aspetto con trepidazione l’arrivo della
a cavallo degli anni 90 e ha ristrutturato
Ketty Nanini, Pievepelago (Modena) rivista. Vi voglio ringraziare per il vostro
una baita, nella quale ha creato uno
instancabile lavoro e per permettermi
studio pieno di luce, con una vista
di viaggiare, seppur solo con la mente,
Un artista tra le montagne mozzafiato sulle montagne. Chi passa
attraverso le bellezze del nostro
di qui può ammirare i suoi magnifici
Paese. Dopo dieci anni all’estero
In valle Antrona, laterale della val lavori di pittura e scultura e i cinque
la nostalgia non si è ancora placata
d’Ossola, mi sono imbattuto in un libri che ha scritto. Già camminando
e, soprattutto in questi tempi nei
bellissimo borgo quasi abbandonato, per il borgo si possono ammirare
quali gli spostamenti sono quasi
Valleggia, dove ho scoperto che da più alcune delle sue opere sparse qua e là,
impossibili, la vostra compagnia
di 30 anni abita un artista (pittore, come fossero i guardiani di Valleggia.
si rivela particolarmente preziosa.
Marco Pietro Massignan, Stoccarda

L’altro San Giovanni


Nel numero di novembre a pagina
103, nella didascalia alla Crocifissione
di Pellino di Vannuccio il Santo accanto
alla Vergine è indicato come il Battista,
mentre si tratta dell’Evangelista.
Scusate la pignoleria e complimenti
per la rivista, bella e istruttiva, lodevole
per la resa cromatica dei dipinti.
Mauro Lubatti, email
©RIPRODUZIONE RISERVATA
10 Bell’Italia
Notizie
A cura di Sandra Minute

VENEZIA I RESTAURI DELLA FONDAZIONE CINI NELL’ISOLA DI SAN GIORGIO MAGGIORE

RINATA DALL’ACQUA
A un anno dall’“acqua granda” rinasce l’isola di San Giorgio
Maggiore. Grazie a donazioni per 800 mila euro raccolti tra
istituzioni, comitati di salvaguardia e privati donatori, italiani
e stranieri, la Fondazione Giorgio Cini ha avviato importanti
restauri del suo patrimonio monumentale danneggiato
dall’inondazione del 12 novembre 2019 (a destra: il chiostro
Palladiano allagato). Già restaurati lo scalone del Longhena
(foto grande) e il portale del Buora. INFO www.cini.it

12 Bell’Italia
Bell’Italia 13
Notizie
FIRENZE BEATO ANGELICO AL MUSEO DI SAN MARCO

UNA SALA
CELESTIALE
Dalle tavole più monumentali come la Deposi-
zione di Cristo per la cappella Strozzi in Santa
Trinita, la Pala di Annalena e il Tabernacolo dei
Linaioli, ai dipinti minori come i pannelli
dell’Armadio degli Argenti, le predelle e i reli-
quiari: 16 capolavori che rappresentano la più
importante collezione al mondo di opere mobi-
li del Beato Angelico. Nel Museo di San Marco
è stata inaugurata la nuova sala a lui dedicata,
completamente riallestita grazie al generoso
finanziamento di Friends of Florence: nuove
strutture, un’illuminazione all’avanguardia, un
coerente percorso cronologico e pannelli espli-
cativi esaltano la maestria del pittore e frate
domenicano il cui nome è legato indissolubil-
mente al convento di San Marco. Al piano su-
periore del complesso si possono ancora ammi-
rare gli affreschi dell’artista nelle antiche celle
dei monaci. INFO polomusealetoscana.beniculturali.it
ROMA CON GLI SCAVI DELLA VIA ALESSANDRINA
ll Foro di Traiano
ancora più grandioso
Torna alla luce una nuova porzione dei Fori
Imperiali: è stato rimosso il primo tratto della via
Alessandrina, l’asse principale del quartiere
costruito nel ’500 e poi demolito negli anni 20 per
la realizzazione di via dei Fori Imperiali. Viene così
restituito in tutta la sua grandiosità il Foro di
Traiano, il più monumentale dell’Urbe, costruito
agli inizi del II secolo per celebrare le vittorie sui
Daci. L’intervento è stato reso possibile da una
donazione di un milione di euro della Repubblica
dell’Azerbaigian. Nei Mercati Traianei sono esposti
in maniera permanente gli straordinari reperti
emersi dagli scavi, tra i quali una testa di Dioniso,
una testa di un giovane Augusto e una sessantina
di frammenti di un fregio decorato con le armi dei
vincitori e dei vinti. INFO www.mercatiditraiano.it

MILANO I DIECI ANNI DEL MUSEO DEL NOVECENTO


Compleanno con raddoppio
In dieci anni l’affaccio su piazza Duomo con il Neon
di Lucio Fontana è diventato un’icona. Il Museo del
Novecento, inaugurato il 6 dicembre del 2010, taglia il
traguardo del decennale con un bilancio di 4 milioni di
visitatori, un patrimonio di 6.000 opere e un ambizioso
progetto: il Comune ha infatti annunciato l’ampliamento
degli spazi espositivi attraverso la riconversione del
Secondo Arengario. INFO www.museodelnovecento.org

14 Bell’Italia
MILANO LA CARD PROMOSSA DALLA VENERANDA FABBRICA
Un passaporto per la cattedrale
Una chiave d’accesso ai tesori del Duomo. È la
Milano Duomo Card promossa dalla Veneranda
Fabbrica per sostenere i restauri della cattedrale:
comprende un ingresso alla chiesa, una salita
in ascensore alle terrazze, l’accesso al Museo
del Duomo per un anno, contenuti multimediali
esclusivi, un gadget a scelta, sconti e diverse
agevolazioni. INFO A partire da 30 €; duomomilano.it

Pagina precedente, in alto: testa di San Marco. Sotto: atrio del


di Dioniso. In basso, da sinistra: futuro Museo della Lingua
veduta del Foro di Traiano e Italiana. A destra, dall’alto: Milano
Museo del Novecento. Sopra: Duomo Card e ricostruzione
sala del Beato Angelico, Museo digitale per il progetto iHeritage.

FIRENZE NEL COMPLESSO DI SANTA MARIA NOVELLA


Nasce il Museo della Lingua Italiana
Dalle prime frasi scritte in
volgare nella Carta di Capua
del 960 fino all’odierno
gergo dei social passando
per Dante, Boccaccio,
Manzoni, Sciascia. La lunga
storia del nostro idioma
sarà raccontata nel primo
Museo della Lingua Italiana, SICILIA PROGETTO IHERITAGE
che nascerà nel complesso La realtà virtuale nei siti Unesco
di Santa Maria Novella,
nell’ex Monastero Nuovo Dall’‘‘ascensore del tempo’’ ai filmati in realtà
affacciato su via della aumentata. È iHeritage, progetto ideato da Lucio
Scala. Secondo il progetto Tambuzzo e promosso dal Dipartimento del
presentato da Ministero dei Turismo, Sport e Spettacolo della Regione
Beni Culturali e Comune, Siciliana per applicare la realtà virtuale alla visita
i lavori inizieranno entro dei siti Unesco di sei paesi del Mediterraneo:
il 2021, per un intervento oltre all’Italia, Egitto, Spagna, Giordania, Libano
da 4,5 milioni di euro. e Portogallo. INFO www.circuitocastelli.com
INFO www.comune.fi.it
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Bell’Italia 15
Notizie
A sinistra: Brunello A destra, la facciata della
Cucinelli, il sindaco di basilica di San Benedetto.
Norcia Nicola Alemanno Sotto: Arnioni in piazza in
e alcuni monaci piazza dei Priori a Volterra.
benedettini davanti alla In basso: l’altare ricollocato
torre Civica restaurata. a Pieve di Coriano.

NORCIA (Perugia) RESTAURATA LA TORRE CIVICA

RINTOCCHI
DI RINASCITA VOLTERRA (Pisa)
L’alabastro va in piazza
A quattro anni dal terremoto gli abitanti di Norcia tornano a
sentire il suono delle loro campane. L’8 dicembre è stato infatti L’alabastro torna, letteralmente, nel
inaugurato il restauro della torre Civica, simbolo cittadino gra- cuore di Volterra. È stata inaugurata
vemente danneggiato dal terremoto dell’ottobre 2016. La torre Arnioni in piazza, installazione di Luisa
risale al 1713 e fa parte del palazzo Comunale, di fondazione Bocchietto che illuminerà piazza dei
medievale ma più volte ricostruito dopo vari terremoti. Il restau- Priori fino ad aprile. È la prima tappa
ro è stato finanziato dall’imprenditore del cashmere Brunello di ‘‘22 designer per 22 artigiani’’, uno dei
Cucinelli, dai suoi dipendenti e dall’imprenditore americano progetti più significativi del dossier di
Marc Benioff, fondatore e presidente di Salesforce. La rinascita candidatura di Volterra a Capitale Italiana
della torre campanaria è il primo concreto segno di una ricostru- della Cultura 2022. La città dell’alabastro
zione che forse vedrà nel 2021 l’anno decisivo; le scosse del 2016 è in lizza per il titolo insieme ad altre
avevano pesantemente ferito tutta Norcia, riducendo in briciole nove finaliste; il verdetto è atteso per
anche il corpo centrale della basilica di San Benedetto. metà gennaio. INFO www.volterra22.it
INFO www.comune.norcia.pg.it

PIEVE DI CORIANO (Mantova) DA PALAZZO DUCALE


L’antico altare ritorna nella sua chiesa
Nel 1932 il parroco lo aveva venduto alla Soprintendenza per
finanziare la costruzione del campanile. Ora il prezioso altare
ligneo del XVI‐XVII secolo è tornato al suo posto nella chiesa
della Beata Vergine di Pieve di Coriano, a incorniciare l’affresco
della Madonna con il Bambino tra i santi Sebastiano e Rocco.
Il Palazzo Ducale di Mantova, proprietario dell’altare, dopo
un accurato restauro eseguito dagli Istituti Santa Paola lo ha
ceduto alla parrocchia. INFO mantovaducale.beniculturali.it
©RIPRODUZIONE RISERVATA

16 Bell’Italia
COMUNE DI CAGLIARI www.cagliariturismo.it

cagliari,
la vita che vuoi
Affacciata sul meraviglioso Golfo degli Angeli,
Cagliari ti apre le Porte della Sardegna.
Cagliari è l’esperienza del buon vivere. E’ un ventaglio di calcare
bianchissimo che abbraccia il mare, riflette la luce del golfo, si apre
in mille stradine da scoprire tra sapori, arte, ritmi mediterranei.
Cagliari è il gusto contemporaneo di millenni di storia.
AD: SUBTITLE.IT. FOTO: ANTONIO SABA
Appuntamento con Vittorio Sgarbi
Un Museo un Capolavoro URBINO Galleria Nazionale delle Marche

L’ALLEGORIA CHE COSTÒ L’ESILIO


A FEDERICO ZUCCARI
Realizzata a Roma nel 1581, la Porta Virtutis raffigura il trionfo della virtù dell’artista di fronte alla critica
ignorante. Un potente prelato si sentì offeso, e una sentenza espulse il pittore dallo Stato della Chiesa

C i fosse una classifica degli artisti che


nel tempo hanno visto più ridimen-
sionata la fama goduta in vita, Federico
le commesse del fratello, in gran parte im-
prontate su quella che considera la più
virile e nobile delle tecniche, l’affresco.
la Diligenza, fuori dal quale l’Adulazione
e la Persuasione mostrano a un uomo
asinino una Tabula Calumniae. Ai suoi
Zuccari (1539-1609), marchigiano di Dopo un soggiorno tra Francia, Fian- piedi una volpe e un cinghiale, simboli
nascita, romano d’adozione, starebbe ai dre e la corte reale inglese (1574), è dell’ignoranza “crassa”, e la nuda Invidia,
primi posti. A Roma giunge dopo il fra- pronto per sfidare la scuola toscana torturata dalle serpi, da cui dipendono i
tello Taddeo, ottimo frescante alla testa sul suo stesso terreno. Morto Vasari tre satiri demoniaci sulla destra, il Biasi-
del Manierismo locale, stimato da Vasari prima di concluderle, a lui va l’incarico mo con i suoi rampolli. In alto, le virtù
e ammirato da Michelangelo. Federico di continuare le decorazioni della cupola dell’arte (Disegno, Colorito, Invenzione,
diventa artista sull’esempio di Taddeo, brunelleschiana di Santa Maria del Fiore Decoro) esibiscono una Tabula Zuccari.
ma ambisce a essere uomo dotto e si pro- a Firenze. Dà il meglio e conclude l’opera Ghiselli ricorre al papa, che obbliga
pone sempre di associare il talento della nel 1579, ma gli artisti toscani criticano Zuccari all’esilio. Solo dopo il perdono
mano a quelli del pensiero e della favella. pesantemente il suo lavoro. Per tutta ri- papale Federico può tornare a con-
Se Michelangelo è il suo modello artistico, sposta, Federico ricorre a un genere de- cludere in Vaticano gli affreschi del-
Vasari lo è come intellettuale. rivato dalla letteratura antica, l’allegoria la cappella Paolina di Michelangelo,
Il suo progetto è ambiziosissimo: fa- satirica, ideando un’immagine di Lamen- legittimando la pretesa di sentirsi il suo
re di Roma, attraverso la sua opera, to della pittura che irride i contestatori. Un erede. Ancora un soggiorno a Loreto e
il nuovo faro della pittura nazionale, episodio simile capita l’anno dopo a Bo- uno in Spagna, presso la corte di Filip-
prendendo il testimone proprio dalla Fi- logna. Federico viene incaricato da Paolo po II (1585-88), prima di rinchiudersi a
renze di Vasari. Il credo rimane lo stesso, Ghiselli, maggiordomo di Gregorio XIII, godere i piaceri della famiglia nella for-
il disegno prima di ogni altra virtù arti- di realizzare una pala propiziatoria con- midabile casa romana che ha progettato
stica, assistito dalle capacità di inventa- tro la peste per la chiesa della Madonna a ridosso di Trinità dei Monti, oggi sede
re degnamente e di colorire. Federico del Baraccano. Di nuovo le critiche degli della Biblioteca Hertziana, e a dedicarsi
diventa uno straordinario disegnatore, artisti locali, che trovano indecorosa la a imporre il suo magistero per verba. Fon-
specializzandosi in uno stile narrativo che presenza di cadaveri nudi in primo pia- da l’Accademia di San Luca (1593), la
precorre il fumetto. Ma non basta predi- no. Ghiselli rivolge perciò la commessa al prima d’arte a Roma, di cui è il dominus
care, per imporre il nuovo-vecchio corso locale Cesare Aretusi. La rivalsa di Fede- incontrastato, e scrive l’Idea de’ pittori,
bisogna diffonderlo, così Federico giunge rico sta tutta nella Porta Virtutis, cartone scultori ed architetti (1607), che diventa
a Venezia (1564) dove entra in contatto esposto davanti alla chiesa romana di vangelo in materia. A questo, in fondo,
con Palladio e lascia un ricordo tale da San Luca, patrono dei pittori, in segui- Federico Zuccari mirava più di tutto.
essere richiamato, un quindicennio do- to copiato su tela per Francesco Maria
po, per le decorazioni di palazzo Ducale. della Rovere, duca di Urbino. Vi si vede Galleria Nazionale delle Marche, Urbino, piazza
Muore intanto Taddeo (1566) e Federico Minerva che presidia l’ingresso al giardi- Rinascimento 13, 0722/27.60. Orario: martedì-
torna nell’Urbe a riprendere e accrescere no della virtù con statue della Fatica e del- domenica 8,30-19,15; ingresso 8 €.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

DOVE SI TROVA: Galleria Nazionale delle Marche


Nelle sale di palazzo Ducale, museo e simbolo del Rinascimento
La Galleria Nazionale delle Marche percorso di visita e ospitano opere
è allestita nel contesto d’eccezione di grande livello: la Flagellazione e la
di palazzo Ducale, voluto da Federico Madonna di Senigallia di Piero della
da Montefeltro e progettato da Luciano Francesca, il Ritratto di Federico
Laurana attorno al cortile porticato da Montefeltro e del figlio Guidobaldo
(nella foto). Gli ambienti del palazzo, di Pedro Berruguete, la quattrocentesca
come lo straordinario studiolo del Duca tavola della Città ideale, il Ritratto
(1476), sono parte integrante del di gentildonna (La muta), di Raffaello.

18 Bell’Italia
Le didascalie
Molte delle figure
Una lunga storia
allegoriche dipinte
Il cartone originale affisso
sono accompagnate
sulla chiesa romana dei
da scritte esplicative
Santi Luca e Martina il
per facilitare a chi guarda
18 ottobre 1581 è andato
la comprensione
perduto. Questa versione
del complesso significato
dipinta è registrata nelle
della rappresentazione.
collezioni ducali di Urbino
nel 1599; dopo essere
passata più volte di mano,
è giunta al museo nel 2007.

altezza 159 cm
A cura di Lara Leovino Appuntamenti d’arte
ROVERETO (Trento)

GIOVANNI BOLDINI,
IL POTERE DELL’INCANTO
Al Mart rivive la Belle Époque nelle tele di Boldini. Con visite guidate
online realizzate dai curatori della mostra e da Vittorio Sgarbi

Al Mart è tutto perfettamente al-


lestito. Il Museo d’Arte Moderna
e Contemporanea di Trento e Ro-
vereto è inondato dal fascino sen-
za tempo della Belle Époque, rap-
presentato dai ritratti di Giovanni
Boldini (1842-1931). La mostra è
stata allestita nei mesi scorsi per
non farsi trovare impreparati quan-
do finalmente riapriranno i musei.
Tanta bellezza è, e continuerà a es-
sere, una ricompensa per i lunghi e
difficili mesi trascorsi. La chiusura
dei musei infatti non impedisce la
fruizione del percorso attraverso
visite virtuali accessibili sul web.
Ad accompagnare la “navigazione”
i curatori della mostra e Vittorio
Sgarbi, presidente del Mart, che at-
traverso approfondimenti e curiosi- Giovane donna
in déshabillé (La
tà svelano l’iter creativo di Giovanni toilette), 1880 circa,
Boldini, tra i più virtuosi e fecondi una delle opere della
pittori del suo tempo. Di lui Filippo mostra “Giovanni
de Pisis scriveva: «Fu un indiavolato Boldini. Il piacere”,
talento... Un disegnatore di una feli- allestita al Mart di
Rovereto. Il percorso
cità, di un brio, di una sicurezza..., è fruibile via web
spesso di una grazia sorprendente». attraverso visite
Mentre il grande critico e colle- guidate da remoto.
Appuntamentid’arte

zionista Bernard Berenson lo definisce


«un artista ultrachic, autore di ritratti
dal forte potere d’incanto».
Le opere allestite sono 170, presta-
te da collezioni pubbliche e private,
molte delle quali provenienti dal
Museo Boldini di Ferrara, chiuso do-
po il terremoto del 2012. Il percorso
parte dai primi lavori nella natìa Fer-
rara – alcuni dei quali influenzati dagli
affreschi di palazzo Schifanoia – e giun-
ge agli anni parigini, città dove l’artista
morì all’età di 88 anni. Sottotitolo della
mostra è “Il piacere”, una dimensione
molto boldiniana che proietta il visita-
tore all’interno di caffè mondani, feste
esclusive, salotti eleganti. Protagoniste
sono soprattutto le donne, ritratte con
vestiti di grande eleganza ma anche in
momenti più privati.
La mostra si sofferma poi sul rappor-
to con alcune figure di riferimento
nella vita di Boldini, come Gabriele
d’Annunzio, Giovanni Fattori, Edgar
Degas. Ampio spazio è naturalmente
dedicato ai ritratti del maestro ferrare-
se, capace di superare la tradizionale
compostezza dei soggetti attraverso il
ritmo incalzante delle sue pennellate.
Un virtuosismo pittorico che fece di lui
il pittore più amato dall’alta società in-
ternazionale, con ritratti dal fascino
eterno, come quello della marchesa Lu-

©RIPRODUZIONE RISERVATA
isa Casati, ancora oggi “viva” e moderna.
INFO www.mart.trento.it

In alto: una sala allestita del Mart. A sinistra:


La marchesa Luisa Casati con piume di
pavone. Sotto: La contessa de Rasty coricata.

22 Bell’Italia
MILANO

UN RICCO PALINSESTO DIGITALE PER I SOCI DI BRERA


Dal settembre scorso l’ingresso alla Pinacoteca di Brera non è un biglietto
come gli altri ma una vera e propria tessera che trasforma i visitatori in
soci. BreraPlus+ dà la possibilità di visitare il museo più volte l’anno
e di usufruire della programmazione online. Il palinsesto è ricco: si va
dai documentari della sezione Doc, con interviste e reportage, alla sezione
Spot, con approfondimenti sulla collezione. I capolavori sono raccontati
con immagini ad alta definizione; in più i visitatori possono interagire
attraverso comandi che permettono di approfondire i temi desiderati.
A sinistra: Abramo ripudia Agar e Ismaele, 1658, di Giovanni Francesco
Barbieri detto il Guercino. Info: breraplus.org; pinacotecabrera.org

ROMA
GALLERIA BORGHESE: ARTE A DISTANZA MA NON DISTANTE
Sul sito e sui canali social della Galleria Borghese molti appuntamenti
permettono di restare in contatto con gli ambienti del celebre
museo immerso nel verde. La formula è originale perché a parlare
sono le persone che vi lavorano o che qui hanno studiato a lungo.
Storici dell’arte, restauratori, funzionari selezionano alcune opere
e le raccontano attraverso approfondimenti, aneddoti e curiosità. Per
mantenere viva la cultura alla Galleria, la direttrice Francesca Cappelletti
ha previsto che le sale ospitino incontri con scrittori e letture di libri
e poesie, tutti da vivere online. A sinistra: Galleria Borghese, scorcio
del salone di Mariano Rossi. Info: galleriaborghese.beniculturali.it

SAN GIOVANNI VALDARNO (Arezzo)

CASA MASACCIO: IL GRANDE CINEMA IN MOSTRA


È un omaggio ai registi francesi della Nouvelle Vague Jean-Marie
Straub e Danièle Huillet – insigniti quest’anno del premio Marco Melani –
la mostra “Film and their sites”, che celebra il rapporto dei due visionari
e romantici cineasti con la Toscana, set di molti loro film nonché terra
in cui hanno vissuto. Allestita fino al 31 gennaio a Casa Masaccio
Centro per l’Arte Contemporanea, l’esposizione è visitabile
online. Inoltre sul sito di Casa Masaccio e su www.mymovies.live.it
sono fruibili approfondimenti dedicati alla mostra e proiezioni di film.
A sinistra: Jean-Marie Straub e Danièle Huillet sul set di“Quei loro
incontri”, Buti, 2005, di Marion Befve. Info: casamasaccio.it

BOLOGNA
IL POLITTICO GRIFFONI: RINASCIMENTO A DOMICILIO
Ha riscosso grande successo nei mesi di apertura la mostra di Palazzo
Fava dedicata al Polittico Griffoni, 16 tavole dipinte tra il 1472 e il 1473 da
Francesco del Cossa ed Ettore de’ Roberti. Oggi è possibile ammirare
il capolavoro rinascimentale, ricomposto dopo 300 anni, anche
©RIPRODUZIONE RISERVATA

da casa propria attraverso un click. La visita interattiva (biglietto 5 €


acquistabile sul sito) permette non solo di ascoltare la voce narrante che
racconta l’opera ma anche di soffermarsi su filmati di approfondimento
con curiosità e aneddoti sulle figure rappresentate. L’alta qualità della
digitalizzazione consente di osservare anche minuscoli dettagli. A sinistra:
un frame del percorso interattivo digitale. Info: www.genusbononiae.it

Bell’Italia 23
Appuntamentid’arte

FIRENZE

UFFIZI: L’ARTE
VA IN RETE
In diretta sui social delle Gallerie, video dei curatori dedicati
ad ambienti e capolavori, con risposte online ai visitatori.
E in più la trasposizione digitale delle tre mostre già allestite

Con i suoi quasi 600 mila seguaci su In-


stagram, gli Uffizi sono uno dei musei più
seguiti d’Europa. E proprio attraverso i ca-
nali social dialogano in diretta col pubbli-
co. Ogni martedì e venerdì alle 13, cura-
tori ed esperti delle Gallerie illustrano le
opere d’arte, svelandone dettagli e segre-
ti, e raccontano storia e aneddoti del mu-
seo. Da casa i visitatori possono interagire
facendo domande online. Uffizi On Air,
questo il nome dell’iniziativa, ha preso
il via con il direttore Eike Schmidt, che
ha condotto gli spettatori alla scoperta
del cuore più antico dell’istituzione, la
Tribuna del Buontalenti. Fu eretta tra
il 1581 e il 1583 dall’architetto Bernardo
Buontalenti per «tenere le più preziose
gioie ed altre delizie onorate e belle che
abbi il Granduca», Francesco I de’ Medici.
Secondo la concezione di allora, infatti,
il museo non doveva esporre solo opere
d’arte ma anche oggetti straordinari e
insoliti, provenienti dal mondo naturale.
Tra le iniziative, anche la trasposizione
digitale dell’ultimo trittico di mostre
inaugurate nei mesi scorsi, e pronte a ri-
aprire in presenza. Tra queste ci sono “Il
ritorno a Firenze del Leone X di Raffael-
lo”, splendidamente restaurato, e i mar-
mi dell’esposizione “Imperatrici, matro-
ne, liberte. Volti e segreti delle donne
romane”. INFO www.uffizi.it
©RIPRODUZIONE RISERVATA

In alto: un ritratto di Eike Schmidt, direttore


degli Uffizi. A sinistra, dall’alto: Nascita
di Venere, 1485, di Sandro Botticelli; Busto
di Domizia Longina, inizio II secolo dopo
Cristo. Sotto: la Tribuna del Buontalenti.

24 Bell’Italia
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L’ANTIQUARIO CHE RIUSCÌ A FARSI


RITRARRE DA TIZIANO
Mantovano, ma cosmopolita, Jacopo Strada è protagonista di uno dei più espressivi ritratti
del grande maestro veneziano, dal 1891 al Kunsthistorisches Museum di Vienna

J acopo Strada, mantovano (1515- 88),


era pittore, architetto, orafo, scrit-
tore e numismatico; ma, soprattutto,
Afrodite, che tiene in mano; sul tavolo,
delle monete (l’incasso, o la sua passione
per la numismatica?); alle sue spalle, dei
tratto un profilo psicologico alquanto
inquietante. Per un contemporaneo, era
«presuntuoso e collerico».
mercante d’arte. Un sensale: professio- libri: ne possedeva tremila, con tanti ma-
ne ufficialmente riconosciuta a Venezia, noscritti arabi ed ebraici. La ricchezza e NELLA COLLEZIONE DA CUI
dove nel ’600 c’erano 497 intermediari lo status (apparteneva alla piccola nobil- NACQUE IL MUSEO AUSTRIACO
iscritti negli appositi elenchi, di quadri e tà mantovana) traspaiono dall’anello al Non sappiamo molto sulle vicende del
sculture, e per qualunque affare. Strada mignolo, dai quattro giri della pesante quadro. Si ipotizzava che, tramite il re-
non è certo un antiquario qualunque. catena al collo, dall’elsa della spada. sidente inglese a Venezia Basil Feilding
È impiegato da tre imperatori della (allora, i diplomatici usavano fare simili
casa d’Asburgo e dal duca di Bavie- LA DISCUSSA PERSONALITÀ cose), fosse finito al cognato, il marche-
ra Alberto V, al quale, dopo sette anni DI UN UOMO DI GENIO se James Hamilton, favorito di Carlo I
di trattative con il venditore, nel 1568 Ottenere un ritratto dal vecchio pittore Stuart, che possedeva seicento opere,
cede una delle prime collezioni fuggite ufficiale della Serenissima era un grande la metà veneziane. Ma studi recenti lo
in blocco dall’Italia, quella d’arte antica onore. Strada si adopera per fargli ven- hanno smentito. Lo ritroviamo invece
del veneziano Andrea Loredan: 91 teste dere alcune opere all’imperatore Massi- alla metà del ’600 a Bruxelles, nella
e 43 statue di marmo, 120 bronzi, 33 ri- miliano II (versioni delle Poesie dipinte favolosa raccolta dell’arciduca Leo-
lievi, 2.480 medaglie e monete. Rileva per il re di Spagna Filippo II) e Tiziano poldo Guglielmo, figlio di Ferdinando
dagli eredi i disegni lasciati da Raffaello lo immortala pur se lo reputava «uno II d’Asburgo e governatore dei Paesi
ed è «architetto e antiquario imperiale» delli solenni ignoranti», uso a «cacciar Bassi: 1.300 quadri, di cui 243 italiani e
fino alla morte, a Vienna. Vive in mez- tante carotte a quelli Todeschi quanto fiamminghi, anche 45 Tiziano, 13 Gior-
za Europa, scrive ai potenti del mondo si può imaginare»: e le carote non erano gione, 40 dei due Palma, 17 Veronese,
ed è un protetto di Hans Jakob Fugger, i vegetali, bensì truffe, perché in quelle 22 Tintoretto. Più volte l’arciduca fa im-
banchiere e mecenate, tra gli uomini più vendite il rischio del falso era sempre in mortalare la raccolta da David Teniers
ricchi del tempo, che anche a Rialto, nel agguato. Lo sguardo di Strada, per qual- il Giovane e il ritratto di Tiziano è ben
Fondaco dei Tedeschi, possedeva uno cuno, lascia trasparire «un misto di nobil- visibile in quei quadri. Buona parte del-
straordinario “ufficio”. tà e furfanteria»: appunto. Uno studioso, la collezione va poi a costituire il nucleo
Di Strada ci resta un celebre ritratto di Augusto Gentili, si chiede: «Comprere- originario del Kunsthistorisches Mu-
Tiziano che lo eterna nel 1568 nel pie- ste mai un’auto usata da quest’uomo?». seum di Vienna, inaugurato nel 1891.
no del fulgore e nei panni del mercan- Un altro grande della storia dell’arte, Anche l’erudito sensale vi è esposto,
te. Sembra offrire la statuetta, forse di sir John Pope-Hennessy, dal quadro ha nella sala VIII dedicata al suo autore.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

DOVE SI TROVA: Kunsthistorisches Museum di Vienna


Voluto da Francesco Giuseppe per esporre le collezioni imperiali
Il museo inaugurato nel 1891 sulla strumenti musicali alle armature.
Ringstrasse (nella foto) è al centro di La pinacoteca allestita nel piano
un articolato sistema espositivo che nobile vanta, oltre alla ricchissima
presenta al pubblico la strepitosa galleria di pittori italiani (tra gli altri,
ricchezza delle collezioni della casa Caravaggio, Raffaello, Giovanni
d’Asburgo, dalle antichità egizie, Bellini), opere di eccezionale valore
greche e romane ai dipinti, dalle di provenienza spagnola, francese,
raccolte numismatiche alle opere di olandese, fiamminga e tedesca.
oreficeria della Kunstkammer, dagli INFO www.khm.at

26 Bell’Italia
Il Ritratto di Jacopo
Strada (1567-68)
dipinto da Tiziano.
Nell’iscrizione in
latino in alto a destra,
in cui compare l’anno
1566, l’uomo è
presentato come
cittadino romano
e antiquario
imperiale di 51 anni.

altezza 126 cm
Appuntamentidel gusto di Pietro Cozzi

TORINO

IL BUONO
È SOSTENIBILE
Green Pea, il nuovo store del Lingotto
dedicato ai prodotti ecologici, ospita
le creazioni del Ristorante Casa Vicina

Inaugurato il mese scorso, Green Pea è l’ulti-


mo progetto della famiglia Farinetti. Nell’area
del Lingotto, lo store nasce come “l’altra faccia” di
Eataly Torino e propone prodotti per la casa, l’ab-
bigliamento e il tempo libero realizzati nel rispetto
dell’ambiente. Nel centro commerciale, che ospita
66 negozi su 5 piani, uno spazio importante è de-
dicato alla ristorazione. Al terzo piano, affacciato
La sala del Ristorante Casa Vicina al terzo piano dello store Green Pea. sulla collina di Torino, è il Ristorante Casa Vicina a
occuparsi dell’offerta gastronomica calda di Green
Pea. Già partner da lungo tempo della famiglia
Farinetti a Eataly, il locale stellato ha affidato la
progettazione dell’arredamento ad aziende impe-
gnate nei temi delle sostenibilità ambientale, in
linea con lo spirito del progetto. Nella carta del
menu, che è una creazione dell’artista Ugo Nespo-
lo, lo chef Claudio Vicina affianca ai classici della
casa, come la bagna caoda “da bere”, alcune nuove
creazioni: spiccano in particolare la zuppetta di
piselli e ragù di mare. L’ospite può scegliere fra
tre menu: alla carta, degustazione e gastronomi-
co. INFO 011/664.01.40; www.greenpea.com

GUIDA MICHELIN 2021 SIENA

NASCE LA STELLA VERDE IL MERCATO NEL CAMPO ONLINE


Con l’introduzione della stella verde, La piazza del Campo di Siena si trasforma
assegnata agli chef che propongono una in piazza virtuale per ospitare
cucina più sostenibile, l’edizione 2021 i 130 espositori del tradizionale Mercato
della Guida Michelin Italia si arricchisce nel Campo. Muovendosi sulla mappa
di una nuova sensibilità ambientale. interattiva, i visitatori possono scoprire
A fregiarsene sono 13 cucine della storia e prodotti dei protagonisti
Penisola: una selezione che comprende della grande fiera trecentesca, allestita
tavole prestigiose ma anche Bib ancora secondo le regole dell’epoca.
Gourmand, come il Caffè La Crepa INFO www.mercatonelcampo.it
di Isola Dovarese (Cremona). Sul fronte
RISTORANTI BUON RICORDO
delle stelle tradizionali si segnalano
invece alcune importanti promozioni, SEI LOCALI ALL’ESORDIO
con tre locali che diventano “bistellati”: Salgono a 103 i locali dell’Unione
Dall’alto: zuppetta sono il Ristorante D’O di San Pietro Ristoranti Buon Ricordo, il sodalizio
di piselli e ragù di
mare a Casa Vicina; all’Olmo (Milano), l’Harry’s Piccolo di fondato nel 1964 per rilanciare le cucine
Giorgio Servetto Trieste e il Santa Elisabetta di Firenze. Ma regionali italiane. Nell’edizione 2021
e Takeshi Iwai, due tra le pagine delle guida si contano anche della guida entrano sei ristoranti di
nuovi chef stellati 26 nuove prime stelle: spiccano tre Montagnana, Bornio, Fidenza, Cressogno,
della Michelin 2021;
logo dell’Unione
ristoranti nel Napoletano, tre nel Senese Brianzone e Siena; a contraddistinguerli,
Ristoranti e due in Liguria, tra cui Nove ad Alassio. il tradizionale piatto in ceramica con
Buon Ricordo. INFO www.guide.michelin.com/it la ricetta-simbolo. INFO buonricordo.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
28 Bell’Italia
Saper raccontare l’arte è stata la sua grande arte

I grandi maestri dell’arte spiegati da un grande maestro


Corriere della Sera presenta “Philippe Daverio racconta”: una collana di monografie
introdotte dal grande divulgatore da poco scomparso e dedicate ai protagonisti assoluti dell’arte.
Con il suo stile originale e coinvolgente, Daverio ci offre la chiave di lettura per conoscerli
e capirli a fondo, in un viaggio alla scoperta dei loro capolavori.

Il terzo volume, Raffaello, è in edicola* dal 5 gennaio


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Una gita in carrozza
tra i boschi innevati
della Val di Zoldo,
che da Longarone sale
fino al lago di Pontesei
e al passo Staulanza,
ai piedi dei monti
Pelmo (3.168 metri)
e Civetta (3.218 metri).
VAL DI ZOLDO (Belluno)

RICAMI DI LEGNO
SOTTO IL PELMO
All’ombra del Pelmo e del Civetta, questa valle delle Dolomiti
venete si fregia delle architetture tradizionali dei suoi caratteristici
tabià e dell’antica tradizione dell’intaglio che adorna le chiese
TESTI Ettore Pettinaroli FOTOGRAFIE Alessandro Addis

Bell’Italia 31
Q
uando nello scorcio panora- dal Signore per riposarsi dopo aver crea- Sopra: le pareti del
mico che meglio simboleggia to le Dolomiti. È invece storia l’operosità monte Pelmo dal passo
un luogo campeggia qualcosa che ha sempre contraddistinto il popolo Staulanza, nella luce
del tardo pomeriggio.
che assomiglia a una poltrona, zoldano, affermatasi nei secoli nei più di- Qui a destra: caprioli
si potrebbe dubitare che i suoi sparati ambiti produttivi e artistici. Ed è ai margini dei boschi
abitanti siano dediti a una vita rilassata e proprio la secolare stratificazione di arti alle pendici del Pelmo.
non troppo dinamica. Ma il caregon de’l e mestieri che assicura oggi, a chi da Lon- Pagina seguente, dall’alto:
a Coi, un caratteristico
Padreterno, cioè “il trono di Dio”, è in garone risale il corso del torrente Maé, tabià zoldano, l’edificio
realtà un grande anfiteatro di roccia alcune esperienze sorprendenti. rurale in legno che
che si apre sulla parete orientale del A rapire lo sguardo sono in primo luogo caratterizza la zona,
monte Pelmo, la magnifica vetta delle i tabià, cioè le architetture tradizionali utilizzato per il ricovero
Dolomiti venete che domina la Val di che punteggiano le frazioni del comune del bestiame e la
conservazione del fieno;
Zoldo, fronteggiando la sfilata di guglie sparso di Val di Zoldo, che dal 2016 riu- i tabià di Coi con
e pinnacoli del Civetta. Secondo la leg- nisce, nell’alta valle, le località di Forno le raffinate decorazioni
genda, la sontuosa seduta fu modellata di Zoldo e Zoldo Alto, con capoluo- in legno delle facciate.

32 Bell’Italia
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Sopra: un altro scorcio go Fusine. Sono edifici rurali, per lo più tevano essere belli oltre che funzionali»,
dal pianoro sotto fienili con la stalla al piano terra, che si racconta Sante Iral, studioso di storia e
il passo Staulanza. fanno notare rispetto ai “cugini” di tante tradizioni zoldane. Ogni tabià apparte-
Qui a sinistra: dettaglio
dell’altare maggiore altre vallate alpine per dimensioni ed neva a una famiglia, e nel XIX secolo,
settecentesco eleganza. Non sono rari quelli a tre pia- quando alla perizia degli artigiani si ac-
della chiesa di San ni, alcuni ne hanno quattro, con i livelli compagnò un po’ di benessere alimen-
Valentino a Maresòn superiori spesso più larghi. Le facciate tato dai guadagni degli emigranti, partì
con il Cristo risorto
tra gli angeli festanti,
sono caratterizzate da ampie finestre, la sfida a chi realizzava la facciata più
opera di Andrea che servivano a mantenere aerato il bella. Rimase però immutata la regola
Brustolon. Nella fieno, e da raffinate decorazioni in le- non scritta che voleva i fienili in posizio-
pagina precedente, gno a traforo, che rendono ogni tabià ne distaccata rispetto alle abitazioni, così
dall‘alto: Fusine diverso dagli altri. «I nostri antenati da diminuire i danni dei possibili incen-
e il monte Civetta
sullo sfondo; una lavoravano a Venezia e in molte altre di. Monumento all’identità locale, i tabià
casa in pietra nella città europee, e da lì presero spunto per sono tutelati da un piano regolatore che
frazione di Brusadaz. migliorare l’estetica degli edifici, che po- ha dettato linee di conservazione

Bell’Italia 35
severe, anche se concede la possibilità di Nel XIV secolo erano attivi sei forni fuso- per fabbricare nuovi attrezzi. Solo più
ristrutturarli e convertirli a uso abitati- ri, poi scomparsi come molti siti estratti- tardi, nell’Ottocento, gli zoldani si spe-
vo. Gli esempi più significativi si trova- vi, anche a causa di valanghe e alluvioni. cializzarono nell’arte della fabbricazio-
no nelle frazioni di Coi (il villaggio che Ma dopo la chiusura delle miniere, il fer- ne dei chiodi, di cui divennero maestri
più di ogni altro ha conservato l’aspetto ro continuò ad avere un ruolo importan- insuperabili. Il catalogo-campionario
originario), Maresòn e Brusadaz. Alcuni te: «Arnesi da lavoro, utensili per la della società che nel 1870 riunì tutte le
risalgono al Seicento: «In quel periodo casa, materiali militari: i nostri arti- fucine attive è esposto nel museo, al cui
iniziarono a chiudere le miniere che fi- giani erano rinomati e prosperavano ingresso si ammira un maglio da 250 chi-
no ad allora avevano garantito reddito. anche grazie alle commesse dell’Arse- li. Senza carbone le fucine non potevano
Per integrare le entrate molti abitanti si nale di Venezia», spiega Florio Lazzaris, però lavorare, e un ruolo di rilievo era
dedicarono all’agricoltura, e costruirono coordinatore del Museo del Ferro e del perciò ricoperto dai carbonai, ai quali è
i tabià», spiega Iral. I toponimi di nume- Chiodo, allestito nel palazzo del Capita- dedicato, nel villaggio di Zoppè, il museo
rosi insediamenti, da Forno di Zoldo a nato a Forno di Zoldo. Quando si esau- etnografico “Al poiat” dove vengono illu-
Fornesighe, testimoniano questa fioren- rirono le miniere, il ferro venne recupe- strate le fasi di preparazione di un poiat
te attività estrattiva e siderurgica. rato nella valli vicine, fuso e poi riciclato (“carbonaia”) e la sua accensione.

36 Bell’Italia
In questa foto: tramonto
sul villaggio di Pieve.
A sinistra: nevicata
a Maresòn, raccolta
intorno alla chiesa
di San Valentino.

Lo stretto rapporto con la Serenissima Zoldo è la terra natia di Andrea Brusto- Nicolò a Fusine, il pregiatissimo organo
Repubblica di Venezia ha anche contri- lon (1662-1732), definito da Honoré de in legno di abete con canne a sezione
buito a regalare alla Val di Zoldo impor- Balzac le Michel-Ange du bois (“il Mi- tonda, l’unico al mondo nel suo genere.
tanti opere d’arte. Pure in questo caso le chelangelo del legno”), e di alcuni suoi Si racconta che all’inizio del XIX secolo
rimesse degli emigrati e la competizione successori di grande valore come Va- Napoleone avesse fatto requisire tut-
tra i diversi nuclei abitati alimentarono lentino Panciera Besarel (1829-1902) to il metallo disponibile, e per avere il
una sorta di gara: ogni frazione doveva e Angelo Majer (1865-1913). A loro si tanto desiderato strumento occorresse
avere la sua chiesetta, e questa doveva devono pale, statue, fregi e altari che trovare soluzioni alternative. Come fe-
essere la più bella e ricca. Gli zoldani impreziosiscono diversi luoghi della ce Agostino De Marco Brunet, zoldano
scesi a lavorare in Laguna conobbero fede come la chiesa di San Floriano a doc, degno erede di una lunga tradizio-
numerosi artisti, apprezzarono le loro Pieve di Val di Zoldo e quelle di Santa ne di creatività e operosità.
creazioni e cercarono di portare nei loro Caterina a Dont, di San Tiziano a Goima ©RIPRODUZIONE RISERVATA

luoghi d’origine un po’ di quella bellez- e di San Valentino a Maresòn. Gioielli


za. Spesso non fu necessario rivolgersi sacri da collezionare in un itinerario do- alla pagina seguente
a maestri venuti da lontano. La Val di ve si ammira anche, nella chiesa di San

Bell’Italia 37
come
dove
quando
VAL DI ZOLDO
(Belluno)

Tra artigiani
e gelatieri Museo del Ferro e del Chiodo

Chiese e musei della valle raccontano una lunga tradizione di laboriosa creatività. Da scoprire insieme
alle panoramiche ciaspolate e ai gelati famosi nel mondo di Ettore Pettinaroli Fotografie Alessandro Addis

Caterina (località Dont), SULLA NEVE


statua ottocentesca in Sci di fondo, biathlon
legno dorato di Giovanni e lunghe camminate
Battista Panciera
Besarel, sopra l’altare Il comprensorio dello Ski Civetta (0437/
maggiore. A Pieve 72.13.76) offre 72 chilometri di piste
di Zoldo, nella chiesa collegate al carosello del Dolomiti Superski.
di San Floriano (piazza Sul versante zoldano gli impianti sono
San Floriano), dalla a Palafavera e Pecol, dove c‘è anche un
facciata ricca di affreschi tracciato illuminato per lo sci notturno.
cinquecenteschi, I fondisti si divertono invece ai 1.550 metri
sono conservati l’altare di Palafavera, nel Centro Fondo e Biathlon
delle Anime di Andrea (via Brustolon 47, 327/071.35.86) con anelli
Brustolon e una statua per 12 chilometri e varianti impegnative.
in legno della Vergine Sono poi meta di escursioni con le racchette
La val di Zoldo, che comprende l’omonimo comune sparso del Rosario di Valentino da neve, qui chiamate ciaspe, alcuni rifugi
e Zoppè di Cadore, si raggiunge in auto con l’autostrada Panciera Besarel (1829- in quota, aperti in genere nei weekend.
A27 fino a Pian di Vedoia; da qui si segue la statale 1902); per la visita In un’ora dal passo Duran si giunge al
51 fino a Longarone e poi la statale 251 che risale alle chiese contattare Rifugio Carestiato (Agordo, località Col dei
la valle. Il primo centro è Forno (a 17 km da Longarone); la parrocchia di Pieve Pas, 0437/629.49), su una comoda strada
con altri 10 chilometri si raggiunge Pecol. In treno: di Zoldo (0437/781.64; innevata. Ancora più agevole l’escursione
la stazione più vicina è quella di Longarone-Zoldo, parrocchia@pievezoldo.it). al Rifugio Città di Fiume (Borca di Cadore,
sulla linea Calalzo-Padova; da qui si prosegue con i bus Si passa poi dal sacro località Malga Durona, 320/037.74.32), che
di Dolomitibus (dolomitibus.it). In aereo: l’aeroporto più al profano visitando dista un’ora di marcia dal parcheggio a valle
vicino è quello di Treviso, a 103 km. In camper: Camping il Museo del Ferro del passo Staulanza. Una vista unica sul
Palafavera, località Palafavera 1, 0437/78.85.06. e del Chiodo (località monte Antelao attende chi sale da Zoppè
Forno di Zoldo, via al Rifugio Talamini (Vodo di Cadore, località
San Francesco 15), che Forcella del Col Botéi, 380/908.14.96):
Sculture lignee e antichi mestieri racconta la storia delle la camminata è di circa un’ora. Itinerari
Il giro delle chiese della Croce di Andrea fucine e dei ciodarot non troppo impegnativi per lo sci alpinismo
della val di Zoldo Brustolon (1662-1732) zoldani. Il Museo si trovano in val Pramper, una delle più
consente di ammirare e alcuni dipinti di Nicolò Etnografico “Al Poiat” apprezzate per l’ambiente selvaggio.
diverse opere d’arte. de Barpi (XVII secolo). (Zoppè di Cadore, via Ma pure il Pelmo e il Civetta garantiscono
A Goima, nella chiesa L’organo in legno Bortolot 29) è invece escursioni entusiasmanti, come quella alla
di San Tiziano (via di abete di Agostino dedicato ai metodi Forcella delle Sasse. Per farsi accompagnare:
Chiesa 142) spiccano De Marco Brunet non di costruzione delle Guide Alpine Val di Zoldo (328/217.08.15)
un cinquecentesco è l’unica attrazione della carbonaie. Infine e guide Mountainfree (340/378.80.18).
flügelaltar (“altare chiesa di San Nicolò il Museo dei Mestieri, Per pattinare si va alla Disco Arena (Forno,
alato”), attribuito (località Fusine), che Usi e Costumi di Goima località Soccampo, 0437/78.73.49).
alla bottega di Andrea ospita anche una pala (località Goima 1)
Haller, e il paliotto settecentesca di Jacopo ricostruisce gli ambienti Ski Civetta
dell’altare maggiore, Marieschi e il crocifisso e le attività tradizionali
forse opera di Francesco in legno policromo della valle; d’inverno
Guardi. A Maresòn, nella attribuito alla bottega tutti i musei si visitano
chiesa di San Valentino di Andrea Brustolon. solo su appuntamento
(via Mareson 26), Notevole anche la chiamando il comune
si ammirano l’altare Madonna della Salute di Val di Zoldo
maggiore e l’altare nella chiesa di Santa (0437/781.44).

38 Bell’Italia
LA VALLE GOLOSA
Dall’amaretto al pistacchio,
una storia di dolcezza
L’epopea dei gelatieri zoldani è una storia
di emigrazione, faticosa ma dolcissima.
Tana de l‘Ors
A partire dal XIX secolo molti valligiani
cominciarono a trasferirsi nelle principali
Gli alberghi di risalita. Doppia piazzetta di Pecol ci città dell’Impero austro-ungarico con
con colazione da 96 €. sono i ravioloni ripieni le loro specialità golose (già un secolo
Hotel Valgranda ★★★★ Hotel Brustolon ★★ con erbette e formaggio prima i Colussi erano scesi dalla val di Zoldo
(località Pecol, via Pecol (località Dont, di capra alla zoldana a Venezia per vendere i loro biscotti).
11, 0437/78.91.42). via Brustolon 57, e il lombo di cervo con Poi si misero a vendere sorbetti con
Storico albergo locale, 0437/781.50). Nove ribes e porcini. Ottimo i caratteristici carrettini, e nel periodo
più volte rinnovato, camere, di cui una anche per merende fra le due guerre non c’era città d’Europa
dispone di 26 camere arredata con mobili e aperitivi, in cantina che non contasse una gelateria zoldana.
spaziose e del grande tirolesi, in una delle più ospita oltre duecento Furono ambasciatori ante litteram del
centro benessere tranquille frazioni della etichette. Conto 35 €. gusto made in Italy, depositari di tecniche
Dolomia Spa. Ristorante vallata. Dispone anche di Ristorante L’Insonnia di lavorazione innovative per l’epoca. Ma
di qualità con piatti un buon ristorante tipico (località Forno, erano l’attenzione alla qualità delle materie
della tradizione. Doppia con selvaggina e carni via Canale 7, 0437/ prime, la capacità di dosare gli ingredienti
con colazione da 160 €. cotte sulla pietra. Doppia 78.72.43). Menu fisso e il rispetto dei tempi di lavorazione a fare
Hotel Edelweiss ★★★ con colazione da 70 €. con piatti casalinghi la differenza. Una vacanza nella “valle
(località Mareson, di matrice bellunese dei gelatieri” (guai a chiamarli “gelatai”)
0437/78.91.25). Da oltre I ristoranti e zoldana, soprattutto non può certamente prescindere da
60 anni accoglie gli ospiti a base di carne una degustazione a chilometro zero. Per
in uno degli angoli più Tana de l’Ors (località (ottimi gli spezzatini). farlo a colpo sicuro si va dal pluripremiato
panoramici della zona. Forno, via Roma 28, Dispone di due ampie Al Soler (località Pecol, via Pecol 62,
Ampliato di recente, 0437/79.40.97). Storica sale, ma la prenotazione 0437/78.91.14), che arricchisce il ventaglio
offre camere ampie locanda zoldana, offre è raccomandata. delle tentazioni golose con squisite torte
e accessoriate, una bella piatti tradizionali rivisitati, Conto sui 25 €. come la cioccolato e pere e quella con
stube, spazi per bambini come le chitarrine Trattoria Mezzo Canale grano saraceno e marmellata di mirtillo
e un ristorante. Doppia di grano arso al ragù da Ninetta (località rosso. Invece da Al Pelmo (località
con colazione da 100 €. di anatra e il lombetto Forno, Mezzocanale Dont, 0437/79.41.17), tra le atmosfere
Hotel Corona ★★★ di cinghiale in manto di 22, 0437/78.240). della suggestiva piazza Santa Caterina,
(località Mareson, speck. Dispone di stanze Semplice ma accogliente, si assaggiano gusti di eccellenza come
viale Dolomiti per dormire. Conto 35 €. presenta un menu vaniglia, nocciola e pistacchio, molto
11, 0437/78.92.90). Ristorante Enoteca vario all’insegna cremosi e consistenti allo stesso tempo.
Struttura piccola Coldai (località della tradizione. Ultima sosta alla Gelateria Centrale
e funzionale collocata Pecol, via Pecol 63, Squisiti gli gnocchi (Forno, piazza Apollonio Santin 4, 0437/
in una bella posizione 0437/78.91.26). Tra di zucca e l’agnello 78.130), gestita da quattro generazioni
panoramica, a un le specialità da gustare arrosto. Porzioni dalla famiglia Cercenà. I gusti più
chilometro dagli impianti in questo locale nella generose. Conto 25 €. richiesti sono amaretto, caffè e bacio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Gelatieri al lavoro

info
Consorzio Val di Zoldo Turismo,
Trattoria Mezzo Canale da Ninetta Hotel Corona
0437/78.91.45; www.valdizoldo.net

Bell’Italia 39
TRESIGALLO (Ferrara)

PROSPETTIVE
METAFISICHE
Tra Ferrara e le Valli di Comacchio c’è una città sospesa nel tempo.
È il sogno realizzato di Edmondo Rossoni, uomo politico che negli
anni 30 rifondò il suo borgo natale all’insegna dello stile razionalista

TESTI Barbara Gabbrielli FOTOGRAFIE Gabriele Croppi

Sopra: riproduzione scultorea di un manichino di De Chirico, realizzata dall’artista Walter Mazzanti; sullo sfondo
la torre per lo smistamento delle acque. Pagina seguente: l’edificio con torretta dell’ex sala da ballo Domus Tua.

40 Bell’Italia
T
ra Ferrara e l’Adriatico, per gli appassionati di architetture lineari, det-
tagli vintage e atmosfere rimaste immobili nel tempo, c’è la “città ideale”.
È Tresigallo, centro urbano sorto negli anni 30 con grandi ambizioni e
oggi piccolo comune (insieme a Tresignana) che lotta per proteggere e far
conoscere il suo prezioso e originale patrimonio architettonico. Tresigallo
appartiene all’elenco delle città di fondazione del regime fascista, e come tale è un
compendio dello stile razionalista. Ma la sua storia ha connotati originali che la
distinguono da altre realtà più note, come Predappio o Sabaudia.
Ci si arriva attraversando un tratto di pianura ferrarese, una linea orizzontale
che evoca la grande bonifica e il bracciantato, ricordi lontani di un capitolo di
storia italiana. Il cielo invernale, un’unica sfumatura di grigio chiaro come gli
aironi cenerini che popolano queste terre umide, fa venire voglia di stringersi nei
cappotti. Una volta arrivati, però, la campagna rimane fuori, e all’interno
dell’abitato esplodono colori e forme. Come l’azzurro pastello dell’edificio
in via del Lavoro, ormai diventato un vero e proprio simbolo di Tresigallo.
Al di sopra della facciata, perfettamente quadrata, la scritta “Sogni” provoca un
piacevole effetto straniante. Sembra un set cinematografico, oppure il disegno
di un bambino, ma in realtà siamo davanti a quelli che un tempo furono i bagni
pubblici. L’insegna “Bagni”, andata perduta, è stata sostituita con quella attuale,
in assonanza e con gli stessi caratteri dell’epoca, ma decisamente più poetica. Ac-
canto, c’è la casa della Cultura, stesso font anni 30 e stesse geometrie (dal paralle-
lepipedo al cilindro) che si intersecano in un edificio tipicamente modernista.

L’ex edificio dei bagni è il simbolo del borgo


———————

In questa foto:
l’edificio della
seconda metà
degli anni 30 che
ospitava i bagni
pubblici, trasformato
in sede espositiva.
Nel corso del tempo
era stato molto
rimaneggiato ma con
il recupero del 2010
ha ritrovato volumi
e colori dell’epoca.
L’insegna “Bagni”
è stata sostituita
con “Sogni”. A destra:
facciata dell’asilo
parrocchiale; sul
balcone in marmo
spicca il bassorilievo
Sacrario ai caduti.

Bell’Italia 43
In questa foto:
l’edificio che ospita
la Casa della Cultura,
un tempo Casa
della Gioventù
Italiana del Littorio,
che serviva per
l’educazione fisica
e ideologica dei
giovani. Oggi è sede
della biblioteca.
A sinistra: un’insegna
d’epoca in viale
Ferrara. Sotto:
facciata della chiesa
di Sant’Apollinare,
arricchita con lastre
in finto travertino
e bassorilievi
che raccontano
la vita del santo.

La chiesa romanica con la facciata anni 30


———————

Tresigallo come la vediamo oggi è stata progettata a tavolino dal suo più celebre
cittadino, Edmondo Rossoni, figlio di uno “spondino”, cioè di un operaio della
bonifica. Rossoni era una mente brillante, un socialista rivoluzionario, diventato
poi teorico del superamento della lotta di classe e sostenitore del corporativismo
fascista. Tra il 1935 e il 1939, mentre riveste la carica di ministro dell’Agri-
coltura, si dedica al suo personale progetto: fondare, o meglio rifondare, il
suo paese, dandogli un aspetto completamente nuovo.
Tre strade, percorse solo da una diligenza, una manciata di casette, arretratez-
za e povertà. Questo era il borgo ferrarese all’inizio degli anni 30, un piccolo
centro rurale di poche centinaia anime. Il sogno che Rossoni persegue è quello
di trasformarlo in una città moderna, bella e funzionale, basata sull’industria,
dove operai e dirigenti possano coabitare. Il ministro non si muove con un
piano regolatore, né indice concorsi pubblici, come avvenne per le altre città
di fondazione. Al contrario, opera abbastanza in sordina, disegnando viali e
slarghi solenni, ricercando la simmetria con edifici gemelli e simboliche torri
svettanti e realizzando strutture funzionali dalle forme pure, decorate con
infissi in ferrofinestra per alleggerire le facciate.
La sensazione che si ha oggi visitando Tresigallo è quella di entrare dentro un
quadro di Giorgio de Chirico: paesaggi metafisici in cui i moderni loggiati disegna-
no la prospettiva e alcuni elementi citano la classicità. Scorci come piazza della
Repubblica (un tempo piazza della Rivoluzione Fascista), che è al tempo stesso
l’omaggio a Roma e ai fasti imperiali e l’affermazione del progetto rossoniano.

44 Bell’Italia
La sua forma a “D” imita i teatri romani, la fontana al centro è in travertino (la
pietra della Roma imperiale) e le quattro gazzelle sono il simbolo delle colonie
italiane in Africa. I portici fanno da quinta teatrale di uno spazio sul quale si af-
facciano, con pari dignità, le case dipinte di rosso pompeiano degli operai e quelle
dei dirigenti. Questo è il baricentro dell’intero paese, cuore di un asse viario che
collega la zona industriale e il cimitero monumentale.
A Tresigallo c’era tutto quello che serviva per il benessere dei cittadini e per il
lustro della città: il forno e il negozio di alimentari su viale Ferrara, che con-
servano intatte le insegne originali degli anni 30; la colonia postsanatoria-
le, immersa nel verde; il campo sportivo con l’arco di trionfo razionalista,
in piazzale Forlanini; la scuola elementare e, accanto, la sala da ballo. C’era
anche, su viale Verdi, l’albergo di lusso Domus Tua per imprenditori, industriali
e personalità del regime. Poco più avanti, dopo un edificio al quale il parziale
restauro del prospetto laterale ha restituito il colore verde salvia dell’epoca, ecco
i palazzi gemelli dell’Opera Nazionale per la Maternità e l’Infanzia, deputata a
proteggere, secondo le intenzioni del regime, le madri in difficoltà, e della casa
del Ricamo (che conserva integro l’infisso in ferrofinestra), per favorire l’ingres-
so delle giovani nel mondo del lavoro.
Anche la chiesa romanica di Sant’Apollinare si adeguò all’ondata razionalista.
Non solo per il finto travertino che rivestì la facciata, ma anche per l’imponente
porticato, che ancora oggi abbraccia piazza Italia. Di impianto curvilineo, venne
realizzato in cemento armato rivestito di finto marmo, due materiali tipici

I restauri hanno rispettato l’estetica del periodo


———————

In questa foto:
scorcio di piazza Italia
con i bassorilievi che
decorano la facciata
di Sant’Apollinare
e, sulla sinistra,
il portico curvilineo.
A destra: fontanella
con i fasci littori
in piazza della
Repubblica. Nell’altra
foto a destra: la
tromba dello scalone
monumentale
all’interno della colonia
postsanatoriale.
Alcuni edifici sono
aperti al pubblico
durante le “Giornate
Metafisiche”, in
genere a settembre.

Bell’Italia 47
In questa foto:
l’edificio che ospita
la scuola elementare
di Tresigallo. Si trova
tra l’ex sala da ballo
e il campo sportivo.
La facciata era
decorata con fasci
littori che sono stati
rimossi. Negli
anni 60 sono
state rifatte anche
le finestre. A sinistra:
l’insegna della
cassa del campo
sportivo. Sotto:
il grandioso arco
di trionfo razionalista
che fa da ingresso
all’impianto,
in piazzale Forlanini.

Atmosfere che ricordano i dipinti di De Chirico


———————

dell’epoca. Una lunga sequenza di formelle, create da Francesco Guerra, raf-


figura i simboli della cultura rurale, che si trasformano in temi militari man
mano che ci si avvicina a quello che fu l’asilo. La piazza introduce all’ampio e
solenne viale Roma, con la casa del Fascio, in travertino e intonaco color rosso
pompeiano, e la grande torre littoria. Poco distante, il bar Roma è un’altra
interessante testimonianza dello stile del Ventennio, con il suo rivestimento
originale in litoceramica a finti mattoni.
Fuori dall’abitato ecco il cimitero, dove un portale a tre ingressi annun-
cia solenne l’imponente tomba di Rossoni. Più all’interno, un bellissimo
angelo operaio, creato dallo scultore Enzo Nenci, spicca il volo e ribadisce
ciò in cui Rossoni credette per tutta la vita: la possibilità per chi nasce di umili
origini (come lui) di aspirare a una vita migliore. All’estremo opposto, la zona
industriale, oggi in larga parte rimaneggiata, conserva tracce preziose: portali
scenografici, simmetrie, svettanti torrette e pensiline in ferrocemento. Luo-
ghi inaccessibili ma che ogni anno, a settembre, si aprono al pubblico grazie
alle “Giornate Metafisiche”, un programma di mostre ed eventi organizzati
dall’Associazione Torri di Marmo per mantenere accesi i riflettori su questa
città-museo, che ha ancora molte cose da raccontare.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

a pagina 51

48 Bell’Italia
FAI POSTO
ALLA NATURA.
Con il calendario di Greenpeace
difendi il Pianeta accanto a chi
lo fa da sempre.
come
dove
quando
TRESIGALLO
(Ferrara)

Armonie di natura
e architettura Abbazia di Pomposa

Gli edifici in stile razionalista a Ferrara e Codigoro e il fascino antico del tempio di Pomposa.
Ma anche birdwatching e gite nei parchi e nelle oasi. E poi soste e acquisti di gusto di Barbara Gabbrielli

Colpiscono per il loro NEI DINTORNI


rigore geometrico A piedi, in bici o a cavallo
anche il Museo nel Parco del Delta
di Storia Naturale
(via De Pisis 24) e il A meno di 40 km da Tresigallo, il Parco
palazzo delle Poste del Delta del Po (www.parcodeltapo.it) è una
(via Cavour 27), delle zone umide più importanti d’Europa,
rivoluzionari ma ben nonché paradiso del birdwatching. È un’area
integrati con il contesto molto vasta, ideale per escursioni a piedi,
urbano preesistente. a cavallo o in bici. La Riserva Naturale del Gran
Lasciata Ferrara, nei Bosco alla Mesola (Mesola, via dei Frassini
dintorni di Tresigallo 24, 0533/79.42.85), ad esempio, è uno degli
si erge palazzo Pio ultimi residui di bosco planiziale, con percorsi
(via del Mare 277), che consentono di ammirare rari esemplari
cinquecentesco edificio del cervo delle dune, specie autoctona
Tresigallo, che fa parte del comune sparso di Tresignana, signorile, oggi aperto e protetta. Si entra a piedi o in bici da marzo
si raggiunge in auto con l’autostrada A13, uscita Ferrara soltanto in occasioni a ottobre. Orario: martedì, venerdì, sabato,
sud; poi si prende il raccordo autostradale Ferrara- speciali. Torniamo domenica e festivi 8-16; ingresso 1 €.
Porto Garibaldi, uscita Rovereto. Da Ferrara si percorre al Razionalismo a La Cooperativa Aqua (Mesola, via Boschetto
invece la provinciale 15. In treno: stazione di Ferrara Codigoro con l’ex casa 17, 345/251.85.96) organizza tutto l’anno,
(linea Bologna-Venezia) e poi bus 320-321-322 (www. del Fascio (piazza all’interno della riserva, visite con guida
tper.it). In aereo: aeroporto di Bologna, a circa 50 km, Matteotti 36) e i resti ambientale in pulmino (12 €), escursioni
collegato a Ferrara con navette su prenotazione dell’ex Zuccherificio nel Parco del Delta con noleggio bici (8 €
(Bus& Fly, 333/200.51.57). In camper: area attrezzata Eridania (via per la mezza giornata, 12 l’intera) e passeggiate
Camper Service Tresigallo, via dello Sport. Per la visita: Ferrara), straordinario lungo gli argini e nei canneti (da 10 €
Tresigallo si visita in autonomia o con un tour guidato esempio di archeologia a persona). Tra le opportunità anche quella di
(circa 1 ora e mezza) con l’Associazione Culturale industriale. Si cambia un itinerario in sella ai cavalli bianchi del Delta
Torri di Marmo (info@tresigallolacittametafisica.it; invece completamente con Maneggio Po Delta Tourism (Comacchio,
348/133.12.80); costo 15 € a persona, 7 € per i gruppi. stile ed epoca quando strada Romea 6, 0533/813.02); costo 24 €.
si raggiunge, lungo Infine c’è l’Oasi Valli di Ostellato (Ostellato,
la Via Romea, l’abbazia via Argine Mezzano 1, 347/216.53.88):
Dalla città all’abbazia romanica di Pomposa (località quattro anse vallive abitate da 150 specie di
A circa 30 chilometri si possono ammirare Pomposa, strada uccelli acquatici, come gli aironi e i trampolieri,
da Tresigallo c’è la dall’esterno diversi statale 309 Romea, con canneti e ninfee. Visite da marzo
splendida Ferrara, interessanti edifici. 0533/71.91.10). a novembre, martedì-domenica 7-19; 2 €.
capitale del Ducato In primis, ecco L’antico insediamento
Estense. La nobile il conservatorio benedettino, fondato
città concentra nel Frescobaldi e, nel IX secolo, ha una
cosiddetto Quadrivio nell’attigua via Previati, storia affascinante,
Novecentista, il complesso Boldini. strettamente connessa
l’intervento urbanistico Tra le architetture da a queste terre paludose.
realizzato a partire non perdere, il palazzo La chiesa (XI secolo)
dagli anni Venti. dell’Aeronautica è un capolavoro di
Per visitare il quartiere (viale Cavour 118), architettura romanica
modernista si parte voluto da Italo Balbo Orario: martedì
da largo Antonioni, e considerato uno -sabato 8,30-18,45,
a pochi metri dal dei capolavori del domenica 13,30-18,45;
Parco del Delta del Po
castello Estense, dove Novecento ferrarese. ingresso 2,50 €.

Bell’Italia 51
come
dove
quando
TRESIGALLO
(Ferrara)

ENOGASTRONOMIA
Il riso e l’anguilla,
re e regina della tavola
L’acqua ha disegnato il paesaggio
della bassa padana, regolando i rapporti
La Brace
tra l’uomo, il territorio e la tavola. Il riso
è una delle eccellenze di queste terre,
considerate la “Camargue d’Italia”.
Baldo, Arborio, Carnaroli e Volano sono
le varietà più diffuse nell’area della bonifica
ferrarese. A Jolanda di Savoia si trova
il territorio più basso d’Italia, quasi quattro
metri sotto il livello del mare. Qui,
La Brace Manifattura Alimentare
tra una fitta rete di canali, l’Azienda Agricola
Penazzi (punto vendita in via Gramsci 5,
Gli alberghi nel verde con otto
canestrelle, anguille 0532/83.61.62) produce una tipologia
camere, un dog park
in umad, canocchie di riso tra le più ricche e nutrienti.
Locanda La Comacina pensato per lasciare
molecate e ragù di giotoli A Comacchio, la “piccola Venezia”, non
★★★ (Comacchio, via liberi gli ospiti a quattro
(piccoli polipetti): tutto meno incantevole, prevalgono i sapori
Fogli 19, 0533/31.15.47). zampe e piscina. Doppia
quello che arriva dalla di mare. Al mercato giornaliero del
Dieci camere e due suite con colazione da 65 €.
laguna qui viene trattato pescato arrivano i pesci della laguna
in una locanda affacciata Locanda del Passo con cura e passione. e naturalmente le anguille, regine delle
sul canale, immersa Pomposa ★★★ Conto da 75 €. valli. La cattura avviene ancora con le
nella romantica atmosfera (Codigoro, via
La Baracca (Volano, tecniche tradizionali e il regolamento per
della laguna. Con giardino Provinciale per Volano
via Volano Centro 42, svolgere la tradizionale lavorazione di
e barca-terrazza per 13, 0533/71.91.31). In un
0533/35.52.47). Nell’ex questo pesce (la marinatura) risale al 1818.
la bella stagione. Doppia bell’edificio affacciato
oratorio della Peschiera, L’antica Manifattura dei Marinati (corso
con colazione da 85 €. sul fiume, un hotel con
questo ristorante dedica Mazzini 200, 0533/ 38.17.15) è diventata un
B&B Il Bagattino 23 camere. La posizione
il proprio menu alla museo e un punto vendita dei prodotti ittici
(Ferrara, corso Porta è strategica per visitare
tradizione regionale a chilometro zero, che vengono trasformati
Reno 24, 0532/24.18.87). il Parco del Delta
e ferrarese. Tanto pesce, tutto l’anno con il marchio i Marinati
Raffinato bed & breakfast del Po e l’abbazia
grigliato e al vapore, e di Comacchio. Orario: martedì-sabato
a 50 metri dal castello di Pomposa. Doppia
l’immancabile risotto 9,30-13 e 14,30-18, domenica 10-17;
Estense, offre sei camere con colazione da 65 €.
all’anguilla. Conto 40 €. ingresso 2 €. E per gustare le anguille,
e una sala spaziosa Manifattura Alimentare pesci dal sapore deciso, serve un vino
per la colazione. Doppia I ristoranti (Ferrara, via Palestro di carattere, come quello che nasce
con colazione da 70 €. 73, 0532/171.60.71). da un vitigno – il Fortana o Uva d’Oro – di
Agriturismo Delizia La Capanna di Eraclio Bistrot e bottega gourmet origine francese ma coltivato proprio qui,
d'Este (Ferrara, via (Codigoro, via per insieme, il tutto curato nelle zone sabbiose delle dune del Delta
Calzolai 259, 0532/ le Venezie 21, 0533/ da un grande chef, e nei dossi del Bosco Eliceo. I “vini delle
72.44.49). A pochi minuti 71.21.54). Una grande Pierluigi Di Diego, che sabbie” si possono acquistare nell’enoteca
da Ferrara, nella riserva tradizione di famiglia ogni giorno allestisce e azienda agricola Corte Madonnina
di caccia degli Estensi, premiata con una stella il suo banco in base (Codigoro, via per Volano 1, 0533/71.90.02).
un agriturismo immerso Michelin. Granseole, alle stagioni e a quello
che decide di cucinare,
B&B Il Bagattino come i cappelletti
di Re Bianco al cacio
e pepe. Conto 35 €.
La Brace (Tresigallo,
via del Mare 150,
0533/60.04.80).
Piatti della tradizione
ferrarese, materie prime
locali e antiche ricette
Anguilla marinata
rivisitate. Nel menu,
cappellacci di zucca,
passatelli asciutti con
salsiccia e funghi e una info
grande varietà di carni Ufficio Informazioni Turistiche di Ferrara,
alla griglia. Conto 25 €. 0532/20.93.70; www.ferrarainfo.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA

52 Bell’Italia
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Lo sci si fa digital

presenting sponsor

Da sinistra, Valerio Giacobbi (Amministratore Delegato


di Fondazione Cortina 2021) e Gabriele Benedetto
(Amministratore Delegato di Telepass) durante la
conferenza stampa di presentazione della sponsorship
ai prossimi Mondiali di Sci, tenutasi sulla Terrazza Duca
d’Aosta di Cortina.

Vero e proprio pioniere della mobilità integrata, flessibile, sicura e sostenibile, Telepass dal 1990 accompagna la nostra libertà di
movimento, semplificandoci la vita in più occasioni tramite app: superiamo i caselli autostradali in un secondo, possiamo pagare
cashless il carburante, il parcheggio, i taxi e, da un anno a questa parte, persino noleggiare gli scooter, le bici e i monopattini elettrici.
La filosofia che sottende ogni innovazione di Telepass è riassunta dal desiderio di aiutare le persone a spostarsi in modo fluido, veloce
e piacevole, senza file. Un obiettivo che presenta affinità anche con il mondo dello sci: ecco quindi Telepass nelle vesti di presenting
sponsor dei Campionati del Mondo di sci Cortina 2021 (dal 7 al 21 febbraio). Un progetto importante che integra innovazione
tecnologica, visione del futuro e sviluppo sportivo e turistico del territorio e che conferisce alla “Regina delle Nevi” una concezione
avveniristica della mobilità sostenibile e della fruizione dello sci. L’azienda scende quindi “in pista” per sostenere l’organizzazione dei
Mondiali e attiva anche sui tracciati cortinesi il servizio Skipass di Telepass, con card in edizione limitata per l’occasione. Il tutto grazie
a una piattaforma integrata che rende digital l’esperienza dello sci, senza code e senza passare dalla biglietteria: valore aggiunto
dettato da una filosofia safe & clean, strategica proprio alla luce del momento storico che stiamo vivendo, in cui il distanziamento
sociale e la riduzione delle occasioni di contatto sono sempre necessari. Come funziona? È semplice! Con l’app Telepass Pay potrete
definire il numero di sciatori (massimo quattro) e lo Skipass vi verrà direttamente recapitato a casa. Bisognerà poi associare gli
Skipass ai nominativi tramite app e poi, una volta in montagna, avvicinarli al lettore del tornello di accesso agli impianti per lanciarsi
subito in discesa. In più la certezza della miglior tariffa garantita, la possibilità di attivare anche la copertura assicurativa e la comodità
di vedersi addebitare l’importo solo a fine mese.

SCIARE CON TELEPASS: DOVE?


Il servizio Skipass di Telepass è attivo in 20 comprensori tra
Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige ed
Emilia Romagna. Sono 1.500 i km di piste coperti, ai quali
si aggiungono quest’anno i 120 km di Cortina a partire da
febbraio 2021. Per un elenco completo:
www.telepass.com/it/privati/servizi/servizi-di-mobilita/
skipass/comprensori
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https://www.instagram.com/telepass/
CIMITILE (Napoli) Basiliche Paleocristiane

AGLI ALBORI DELLA


FEDE
Nato intorno al culto di San Felice di Nola, sotto la spinta
di San Paolino, il complesso di Cimitile è una straordinaria
rassegna di arte e architettura dei primi secoli della cristianità

TESTI Manuela Piancastelli FOTOGRAFIE Luciano Romano

54 Bell’Italia
Scorcio della parte
absidale della Basilica
dei Santi Martiri,
una delle chiese
paleocristiane del
complesso di Cimitile.
Nelle due nicchie sopra
gli altari sono raffigurati,
in affreschi databili al
XIII secolo, Sant’Eusebio
(a sinistra) e la
Maddalena (a destra),
ritratta con una corona.
In alto, Cristo
in cattedra tra cherubini
e angeli (X secolo).

Bell’Italia 55
In questa foto: e armato di lancia, e la
la tomba di San Madonna con Bambino
Felice, cuore della (XV secolo), entrambi
Basilica Vetus, sulla parete sinistra
circondata dall’edicola dell’atrio d’accesso
monumentale alla basilica. Nella
sorretta da colonne. pagina seguente, sotto:
Nella pagina seguente, dettaglio dei mosaici
sopra da sinistra: San che decorano l’edicola,
Giorgio (XIII secolo), a motivi vegetali
ritratto a cavallo su sfondo dorato.

56 Bell’Italia
Un’edicola decorata con mosaici
dorati cinge la tomba di San Felice
———————

I
l senso profondo di un luogo, e la sua importanza, si pos-
sono comprendere anche ripercorrendo l’insieme di cre-
denze e leggende che vi ruotano intorno. Il complesso delle
Basiliche di Cimitile, la più illustre testimonianza di arte e
architettura paleocristiana nell’Italia meridionale, è in que-
sto senso emblematico. Qui si conservano l’Ara Veritatis, cioè
la tomba di San Felice, sulla quale nessun criminale riuscirebbe
a mentire; la fornace dove San Gennaro sarebbe stato gettato tre vol-
te, uscendone sempre vivo; un pozzo che si vorrebbe pieno di san-
gue ribollente dei martiri; il primo campanile della cristianità, con
le campane che per primo San Paolino avrebbe inventato; e ancora,
la scala santa, da cui sarebbero scese verso le prigioni sotterranee
le martiri Alcalà, Tecla e Susanna. Storie, miti e racconti tramandati
per secoli, che ancora aleggiano tra le chiese di questo complesso,
che già a partire dal IV secolo fu tra le più importanti mete di
pellegrinaggio dell’antichità. Ben sette edifici, costruiti quasi uno
sull’altro, ci raccontano la storia di cinque figure fondamentali: Feli-
ce, santo nolano del III-IV secolo, intorno al quale nasce il culto; San
Paolino (354-431), che costruì la prima basilica intorno alla tomba di
Felice, suo modello spirituale; Leone III, vescovo di Nola (IX-X secolo),
che ampliò e impreziosì il complesso; padre Carlo Guadagni, vero e
proprio promotore delle basiliche nel XVII secolo; e l’architetto Gino
Chierici (1877-1961), che ha recuperato il complesso.
Un giovane ingegnere-architetto, Giuseppe Trinchese, appassionato
studioso di Cimitile, ci accompagna in questo nostro breve viaggio.
Tutto comincia dalla tomba di San Felice, considerato martire pur non
avendo subìto un vero e proprio martirio, sepolto in quella che era

Bell’Italia 57
Il complesso accoglie gli imponenti
resti della Basilica Nova
———————

la necropoli romana della città di Nola (Cimitile prende nome da co-


emeterium). La tomba del santo divenne da subito meta di fedeli, che
eressero a protezione del sepolcro un piccolo mausoleo sui terreni di
proprietà di Ponzio Anicio Meropio Paolino, il futuro San Paolino, già
governatore romano della provincia senatoria della Campania. Poeta
e teologo, proveniente da un’illustre famiglia di senatori, Paolino fu
fortemente attratto dalla figura di Felice, al quale dedicò ben
cinquemila dei diecimila versi che ci ha lasciato. Sotto la guida
della moglie Therasia si convertì al cristianesimo, fu battezzato nel
389 e, spogliandosi di ogni ricchezza, decise di fondare una piccola
comunità monastica e una vera e propria “cittadella del culto”, ca-
pace di accogliere migliaia di pellegrini. «I pellegrini sono la chiave
di lettura della fede di Paolino, che rinuncia a tutto per loro, dando
vita al nuovo modello di monachesimo occidentale, sintesi fra la
vita cenobitica e l’accoglienza ai poveri, che anticipa di secoli sia San
Benedetto che San Francesco», spiega Trinchese.

UN INTARSIO DI EDIFICI SACRI DI EPOCHE DIVERSE


La Basilica di San Felice, la prima che visitiamo, forma con la Basili-
ca Orientale (dove è collocato l’Antiquarium) la cosiddetta Basilica
Vetus. Paolino restaura e amplia l’originario santuario feliciano e lo
arricchisce con affreschi bucolici e scene del Nuovo Testamento. In
seguito viene realizzata la monumentale edicola che racchiude
la tomba di San Felice, sorretta da colonne e ornata di mosaici
su sfondo oro e azzurro, mentre il vescovo Leone III farà coprire
con un’abside le sepolture e realizzare alcuni affreschi. L’Ultima Cena
in particolare, su una parete dell’abside, mostra un Cristo “tri-

58 Bell’Italia
In questa foto:
particolare della
Basilica dei Santi
Martiri, edificata
su un mausoleo
del III secolo.
Pagina precedente,
sopra da sinistra:
dettaglio della
pavimentazione
marmorea originale
della Basilica Nova,
realizzata in opus
sectile; la facciata
della chiesa di
San Giovanni, che
racchiude l’abside
della Basilica Nova,
edificata da Paolino
tra il 401 e il 403;
sotto: la Vergine
con il Bambino nella
cappella di Santa
Maria degli Angeli.

Bell’Italia 59
partito”, cioè ritratto in tre diverse pose: benedicente con un libro (la
Parola), mentre porge il pane e poi mentre offre il calice col vino. Sulla
sua testa, che nel viso richiama ancora i modelli orientali, è posta una
croce gemmata a rilievo. Paolino edifica poi, trasversalmente alla Basilica
Vetus, la Basilica Nova (401-403), che fa affrescare con scene questa volta
dell’Antico Testamento, e collega le due chiese con un portico, quasi a
rappresentare una mano tesa tra passato e presente.
Ricco di oggetti preziosi è l’Antiquarium, collocato nella navata cen-
trale della Basilica Orientale, dove si conserva, tra gli altri reperti,
un’urna cineraria strigilata in marmo luccicante (I-II secolo), ritro-
vata in un’abitazione privata dove fungeva da ombrelliera. Impres-
sionanti le decorazioni stilizzate di animali del cosiddetto pulpito di
San Paolino (IX-X secolo), e delicatissimi i due piccoli affreschi del
III secolo che rappresentano Adamo ed Eva (lui somigliante a Er-
cole, lei a Venere) e Giona col pescecane, qui spostati dalla Basilica
dei Santi Martiri. Ma l’opera più importante è una croce in mar-
mo del XV secolo a doppia faccia, sormontata da un pellicano,
simbolo dell’amore del Padre, con la crocifissione da un lato e
la resurrezione dall’altro. Le navate laterali danno accesso l’una al-
la Basilica di San Caulonio (IV-V secolo), con alcune sepolture a vi-
sta, e l’altra all’ambiente che conserva la “fornace di San Gennaro”.
Tornando sui nostri passi, lungo un atrio esterno alla basilica incon-
triamo un sarcofago pagano del III secolo sormontato da un arcosolio
cristiano del XIII secolo, con un Cristo benedicente “mostrato” al mon-

60 Bell’Italia
Pagina precedente, sopra: la sala dell’Antiquarium con
in primo piano il mito di Endimione e Selene, scolpito
su un sarcofago romano (III secolo); sotto: transenna
decorata a squame e gigli. Qui sotto, da sinistra: urna
strigilata (I-II secolo); pilastrino con motivi floreali. In basso:
dettaglio di lastra (IX-X secolo) con un toro e un leone.

Nell’Antiquarium, urne,
croci e lastre marmoree
raccontano la storia del sito
———————

do dalla Vergine Maria e da San Giovanni. E poi l’Albero di Jesse, con


l’immagine di diversi Santi, e una Madonna quattrocentesca con il
bambino, dal viso dolcissimo.

I PREZIOSI AFFRESCHI DELLA BASILICA DEI SANTI MARTIRI


All’ingresso della Basilica dei Santi Martiri, ecco una delle tante epi-
grafi esplicative apposte nel XVII secolo dal sacerdote Carlo Gua-
dagni, preposito di Cimitile, forzando spesso la mano alla storia per
creare maggiore interesse nei pellegrini. «Fu un vero maestro della
comunicazione e del marketing», spiega Trinchese, «tanto che nel
Venerdì di Quaresima riusciva ad attrarre a Cimitile oltre ventimila
pellegrini. Raccolse le tradizioni orali del Medioevo scrivendo nel
1676 la prima guida turistico-spirituale alle basiliche».
Costruita da Leone III su un preesistente mausoleo funerario del III
secolo, la Basilica dei Santi Martiri presenta al suo interno un’abside
sfondata, che dava accesso alla basilica di San Giacomo, con due al-
tari sormontati da nicchie affrescate (XIII secolo). Una straordinaria
Maddalena a dimensioni reali, vestita come la regina di Saba e con la
corona di santità, ha dato adito a numerosi studi ed interpretazioni.
L’importante ciclo di affreschi della Passione di Cristo, comple-
tato da un paio di rappresentazioni petrine, rappresenta secon-
do lo storico dell’arte Hans Belting «la più valida testimonianza
della pittura murale dell’Italia meridionale nel X secolo». Sempre
secondo lo studioso, l’immagine della cattedra petrina insolita-

Bell’Italia 61
CIMITILE (Napoli)

In questa foto: la navata


unica della Basilica
di Santo Stefano
(V-VI secolo), coperta
da un soffitto
a capriate. Sotto:
l’abside della basilica
vista dall’esterno.

mente vuota s’intreccerebbe simbolicamente con le vicende personali


di Leone stesso, a rischio di perdita del vescovato in quanto nominato
da papa Formoso, dichiarato “antipapa” con il cosiddetto “Sinodo del
cadavere” (897), un macabro processo post mortem in cui la salma
del pontefice venne riesumata, interrogata e addirittura giustiziata.
Nelle viscere della basilica si troverebbe, secondo la leggenda, il pozzo
contenente il sangue ribollente dei martiri.
Dopo la Basilica di San Tommaso (VI-VII secolo), adibita ad au-
ditorium, e la Basilica di Santo Stefano (V-VI secolo), con un arco
sostenuto da colonne con capitelli corinzi databili al II secolo, tor-
niamo alla Basilica Nova. Della chiesa non si conserva molto: l’abside
trilobata (detta “chiesa di San Giovanni”), qualche frammento di mo-
saico e di colonna e, all’esterno, i segni del portico al quale si affianca
la piccola cappella di Santa Maria degli Angeli. Il soprintendente ai
Monumenti Gino Chierici, che negli anni 30 curò il restauro di Cimitile,
procedette infatti, con metodo oggi discutibile, a una vera e propria di-
struzione delle varie superfetazioni per ritrovare la struttura originaria.
Chierici, come ha scritto la storica dell’arte Eva Tea, «non scavava ruderi,
cercava idee». E a Cimitile cercava l’impronta di San Paolino, incurante
di tutte le successive e altrettanto importanti tracce della storia del sito.
I nuovi scavi stanno ora portando alla luce le camere funerarie che fa-
cevano parte della basilica, coperte dal fango e dai detriti di un’eruzione
del Vesuvio e delle inondazioni del Clanio nel VI secolo. alla pagina seguente
©RIPRODUZIONE RISERVATA

62 Bell’Italia
come
dove
quando
CIMITILE
(Napoli)

Percorsi di fede
e devozione Palazzo abbaziale di Loreto

Nell’area protetta del Parco Regionale del Partenio scopriamo l’abbazia benedettina di Loreto
e il santuario di Montevergine, con l’antica e veneratissima Madonna Nera di Manuela Piancastelli

Nera. Detta “Mamma PATRIMONIO UNESCO


Schiavona”, questa A giugno i Gigli danzano
è un enorme ex voto in onore del patrono
del XIII secolo, alto
oltre 4 metri e collocato Spettacolare e imperdibile la Festa dei
su un trono, donato Gigli di Nola (www.fondazionefestadeigigli.
dagli Angiò di Napoli; it), dal 2013 Patrimonio Orale e Immateriale
è venerata come patrona dell’Umanità Unesco. Si svolge a fine
anche dai femminielli giugno, in occasione della festa del patrono
(omosessuali) che vi si San Paolino. Prigioniero presso i Vandali, in
recano in processione Africa, il santo si diede in riscatto dell’unico
il 2 febbraio, a Candelora. figlio di una vedova, e riuscì poi a ottenere
Il santuario ospita la libertà per sé e per tutti i nolani che
anche un ricco museo rientrarono con una barca, accolti dalle
con pinacoteca, icone corporazioni cittadine che portarono ognuna
Cimitile si raggiunge in auto con l’A30 Caserta-Salerno, orientali, presepi e un giglio. La festa è una processione
uscita Nola. In treno: dalla stazione Centrale di Napoli centinaia di ex voto. danzante della barca e di otto Gigli, enormi
partono ogni 30 minuti i mezzi della Circumvesuviana Orario santuario: feriali obelischi di legno addobbati con cartapesta e
(eavsrl.it; 800.21.13.88) diretti a Cimitile (linea 8-14, sabato e festivi 8-18; alti 25 metri, con una base cubica di circa tre
Napoli-Nola-Baiano). In aereo: l’aeroporto di Napoli orario museo: sabato metri per lato e un peso totale che supera
Capodichino dista circa 30 km. In camper: area 9,30-13, festivi 9,30-13 i 30 quintali. Queste grandi macchine da
sosta e rimessaggio De Risi, Nola, strada provinciale e 15-18; offerta libera. scena, che prendono il nome delle antiche
di Nola, 320/175.41.67. Per la visita: le Basiliche Nel palazzo abbaziale corporazioni (ortolani, salumieri, bettolieri,
Paleocristiane di Cimitile (via Madonnelle 5, di Loreto (Mercogliano, panettieri, beccai, calzolai, fabbri e sarti) sono
377/554.68.97) sono aperte lunedì-sabato 9-13 via Loreto, 0825/78.71.50) portate a spalla dai “cullatori”, che le fanno
e 14-17,30, domenica e festivi 9-13; ingresso 4 €. sono invece visitabili la muovere a suon di musica, affrontando
farmacia del 1750, con prove di abilità e di forza. I Gigli volteggiano,
più di 300 pregiati vasi ondeggiano, sobbalzano e vengono lasciati
Storie sacre sull’Appennino in ceramica, la sala degli cadere a terra cercando di far vibrare il meno
A mezz’ora da Cimitile Vergine (1.493 metri), Stemmi, il salone degli possibile la punta, al grido “cuoncio cuoncio”
si raggiunge il Parco dove troviamo anche Arazzi, la sala riunioni, (“con accortezza”) lanciato dal capo-paranza;
Regionale del Partenio il celebre santuario il giardino e, su richiesta, la discesa del Giglio crea un tonfo che fa
(0825/69.11.66; www. di Montevergine la distilleria, dove vibrare la terra e manda in visibilio la folla.
parcopartenio.it), che (Mercogliano, via ancora oggi i monaci
comprende 22 comuni Santuario, 0825/ (17 in tutto) producono
e protegge quasi 729.24), una delle liquori con le erbe
15 mila ettari di boschi due sedi dell’abbazia selvatiche (acquistabili
sul versante campano (l’altra è a Loreto). su santuariodimonte
dell’Appennino Fondato da Guglielmo vergine.it). C’è infine,
meridionale, meta da Vercelli nell’XI la biblioteca, che
ideale per gli amanti secolo, il santuario, conserva circa 7.000
del trekking. Di notevole raggiungibile anche con pergamene, 200
interesse le diverse una comoda funicolare mila volumi, 1.000
grotte presenti sul (0825/78.90.00, www. cinquecentine e
territorio, dove sono air-spa.it; aperta sabato- 35 incunaboli dal 947
stati ritrovati anche domenica, 8 € a/r), al 1952, in gran parte
numerosi fossili. Tra le è meta di milioni di consultabili online;
Festa dei Gigli di Nola
cime più alte c’è monte devoti della Madonna visite su prenotazione.

Bell’Italia 63
come
dove Pizzaria Biliardo ‘65
quando
CIMITILE
(Napoli)

GASTRONOMIA CAMPANA
Specialità dolci e salate
tra il Vesuvio e l’Irpinia
Cimitile si trova a ridosso dell’area
vesuviana con i suoi straordinari prodotti,
pomodori prima di tutto. Da Eccellenze
Nolane (Nola, via Mario De Sena 231,
081/18.74.65.05) si possono trovare
passate di pomodori “antichi” napoletani,
pomodori a pacchetelle, datterini
caramella interi e alcune particolarità come
le papaccelle (squisiti peperoni tondi
e polputi) sott’olio o sott’aceto, le torzelle
Villa Minieri Resort Re Santi e Leoni
(biotipo di cavolo broccolo) sott’olio,
e le creme di zucca lunga napoletana,
Gli alberghi storico, di fronte al palazzo la cotoletta di calamaro, di friarielli o di mela annurca. Formaggi
vescovile. Sei stanze scapece e mandorle. di pecora artigianali dal 1956 al Caseificio
Villa Minieri Resort ★★★ raffinate e confortevoli Delicati i dolci, buona Martone (Polvica di Nola, via Polvica 30,
(Nola, via San Francesco e belle aree comuni carta dei vini. Menu 081/821.03.37): caciotta con curcuma
41, 081/829.50.54). Bella dotate di camino. Doppia degustazione da 65 €. e zenzero, caciotta al peperoncino
villa immersa in un grande con colazione 60 €. Rear Restaurant Ro o al finocchietto, alle noci o primo sale
giardino, con piscina Villa Nancy B&B World (Nola, strada e poi la tradizionale mozzarella di bufala.
all’aperto e palestra. di Charme (Cimitile, statale 7 bis km 50, Nella vicina Avella, Noccioro (via Parroco
Camere e suite arredate via Roma 129, 320/ 081/18.17.73.25). Ercolino 3, 388/118.89.31) è specializzato
con gusto. Buono il 931.03.04). Piccolo b&b Spazio polifunzionale nella trasformazione della nocciola
ristorante Bistrot. Doppia in un palazzo del centro, con pasticceria, bistrot irpina, altro famoso prodotto dell’area:
con colazione da 97 €. a pochi minuti dalle e ristorante. Da provare si acquistano nocciole tostate, in granella,
Hotel Palazzo Giordano basiliche. Offre sei stanze il ramen campano, la pasta in farina, in pasta e creme spalmabili.
Bruno ★★★★ (Nola, con bagno privato. Doppia e lenticchie con trippa di Spostandosi da Cimitile una decina
strada statale 7 bis con colazione da 45 €. baccalà e il gambero di di chilometri si può scoprire Mugnano
321, 081/823.22.44). Mazara crudo in tempura del Cardinale, la patria dei salumi,
In un palazzo moderno I ristoranti di rapa rossa. Ricca lista dove si acquistano pancetta arrotolata,
a ridosso del centro, di Champagne. Conto 60 €. capocolli e salsiccia casereccia e, con
con esposizione Re Santi e Leoni (Nola, Osteria Raro (Pomigliano un po’ di fortuna, le famose “palle di Nola”
permanente dell’artista via Anfiteatro Laterizio d’Arco, via Principe di (un grosso salame di sapore affumicato).
Peppe Capasso. Trentuno 92, 081/278.15.26). Piemonte 246, 081/844. Gli indirizzi sono Corbisiero (viale De Lucia
comode camere, palestra Aperto da poco, questo 90.30). In un ambiente 1, 081/825.72.79) e De Lucia (via Vittorio
attrezzata e buon ristorante già fa parlare caldo e suggestivo, Emanuele 148, 081/825.72.20).
ristorante. Doppia di sé per la cucina di tra prosciutti e bottiglie
con colazione da 95 €. classe con materia prima di vino, le migliori carni
Relais Palazzo Duomo freschissima. Ottimo da tutto il mondo, paste
(Nola, via San Felice 40, il salmone con neve fresche ripiene con
349/179.70.50). Elegante di mozzarella, rucola burrata e porcini, pasta
b&b nel cuore del centro e wasabi, così come al sugo genovese,
gateau di patate. Cantina
Rear Restaurant Ro World ben fornita, anche
di distillati. Conto 45 €.
Pizzaria Biliardo ’65
(Nola, via Flora
20, 081/512.90.16).
Atmosfera gradevole,
tra il bistrot e la pizzeria
napoletana. Impasti
leggeri e digeribili
Caseificio Martone
e grande varietà di pizze,
da scegliere tra “classiche”,
“intramontabili” e
“stellate”, tutte realizzate info
e condite con ingredienti Pro Loco di Cimitile, vico Giuseppe
di alta qualità. Conto 12 €. Mautone 4, 081/18.89.53.39.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

64 Bell’Italia
REGIONE PIEMONTE INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

PIEMONTE
LA MAGIA DELL’INVERNO A TAVOLA
AFFASCINANTE IN TUTTE LE STAGIONI,

QUANDO LE SUE MONTAGNE INNEVATE

V
alli di silenzi, natura, scoperte, di Susa, alle ravioles delle valli occitane
sport ossigenanti e rigeneranti. cuneesi, la paniccia di Macugnaga,
A fare da filo conduttore è la mortadella ossolana, le carni sotto
un’arte di vivere declinata nella sale. Senza dimenticare l’altro piatto
convivialità e in tradizioni di piemontese per eccellenza, la bagna
gusto che sono il marchio del Piemonte cauda, mix di aglio, acciughe, olio
più autentico, terra di grandi vini, e verdure tipiche, il cardo (quello
prodotti d’eccellenza e piatti tipici. gobbo di Nizza Monferrato è
Così andare sulle strade del cibo e presidio Slow Food),i topinambur, i
del vino diventa un modo per scoprire peperoni.. Dolci e biscotti utilizzano
la regione, un tour gourmand-culturale prodotti locali: la focaccia di Susa, i
fra valli e borghi. gofri e le miacce, cialde perfette con
Cominciamo dal Nord dei Sacri il miele di montagna e le marmellate, i
Monti, Patrimonio Unesco (il Piemonte dolci di castagne (i marroni di Cuneo,
ne conta ben 7, fra i più famosi dop celebratissima). Il mais, il cereale
Oropa, Varallo, Orta). Questo è il della polenta, è un culto in Piemonte
regno della cremosa polenta concia e le paste di meliga (come viene
al formaggio e qui i formaggi sono chiamata la farina di mais), diffuse
speciali, dalla Toma di Oropa al in tutte le vallate, nel Monregalese
Beddo al Maccagno. Ma un po’ sono un Presidio Slow Food e un rito,
in tutte le valli, sullo sfondo di una magari abbinate a un bicchierino
natura intatta - i Parchi Nazionali del di Barolo chinato, come piaceva a
Gran Paradiso e della Val Grande, Cavour.
l’Oasi Zegna - si producono grandi Famosi nel mondo, i grandi vini
formaggi, dal Blu del Moncenisio piemontesi sono l’ abbinamento
al Gorgonzola al Bettelmatt delle ideale con le specialità della tavola.
valli Walser dell’Ossola, conosciuto Compresi i vini “eroici” di montagna,
fin dal ‘200. Nel Cuneese c’è da nati da vigne estreme, come nell’Alta
scoprire persino un intero “borgo Val di Susa e nel Pinerolese, e oggi
dei formaggi” a Valcasotto, vicino al ritrovati: Avanà, Becuet, Baratuciat,
Castello, Residenza Reale Patrimonio Ramiè, Doux d’Henry, il misterioso
dell’ Unesco. vino del ghiaccio... Star dell’anno
Ogni valle ha le sue specialità e il Cortese, altro vitigno storico e
se la polenta è un po’ la star della autoctono verso i rilievi dell’Appennino,
montagna piemontese sono diverse le ai confini con la Liguria.
proposte di tradizione da gustare: i Vino e gastronomia sono davvero gli
primi a base di patate di montagna, ambasciatori del territorio in Piemonte.
dalle cajettes, grossi gnocchi della Val E andarli a scoprire è un piacere.

INFO: Foto: VisitPiemonte-GettyImages


www.visitpiemonte.com
GENOVA Cimitero Monumentale di Staglieno

COME UN MUSEO
A CIELO APERTO
Il grande cimitero genovese, aperto nel 1851, ospita un’eccezionale
rassegna di monumenti funerari di stili diversi, dal Neoclassicismo
al Liberty. Sculture d’autore da scoprire tra i porticati del Quadrilatero
e la natura del Boschetto Irregolare TESTI Ornella D’Alessio FOTOGRAFIE Matteo Carassale

In questa foto: scorcio del Boschetto Irregolare, il settore del cimitero che si sviluppa sulla collina
retrostante integrandosi con la natura del luogo. Pagina seguente: l’Angelo della Tomba
Oneto (1882), opera di Giulio Monteverde, una delle sculture più famose e riprodotte di Staglieno.
Bell’Italia 67
Sopra: dettaglio della galleria frontale con tombe e monumenti funerari. Sotto: particolare del pronao dorico che introduce il Pantheon,
o cappella dei Suffragi, completato per la parte architettonica intorno al 1860. Il monumentale edificio si inserisce nel lato a nord del Quadrilatero
del cimitero. Nella pagina seguente: scorcio della volta del Pantheon, con il Cristo benedicente (1923) di Francesco Messina in primo piano.

F
orse non tutti sanno che l’originale dell’angelo tatuato sul brac-
cio destro dell’ex calciatore inglese David Beckham, una tra le
opere più riprodotte al mondo insieme al Pensatore di Rodin e al
David di Michelangelo, è custodito al Cimitero Monumentale di
Staglieno, nell’omonimo quartiere a nord-est del centro storico
cittadino. Come il Père Lachaise di Parigi e la Recoleta di Buenos Ai-
res, il cimitero genovese, inaugurato l’1 gennaio 1851, rappresenta uno
straordinario luogo d’attrazione internazionale per gli appassionati di
scultura. «Staglieno è oggi uno dei 35 cimiteri della città: chiunque decida
di visitarlo rimarrà sorpreso dalla quantità delle sue opere d’arte e dall’o-
riginalità delle sue sculture», esordisce Caterina Olcese Spingardi, storica
dell’arte allieva di Franco Sborgi, pioniere nella valorizzazione della scul-
tura funeraria europea. Vi si può accedere dall’ingresso di ponente del
Quadrilatero, il cuore del complesso progettato da Carlo Barabino
e Giovanni Battista Resasco e realizzato a partire dal 1846. Imboc-
cato il porticato inferiore di ponente si apre una meravigliosa sfilata
di opere d’arte, definita da guide e pubblicazioni già negli anni 70 e
80 dell’Ottocento, momento di massimo splendore del sito, «galleria di
statuaria capace di destare meraviglia e sorpresa», «nobile palestra per
gli artisti» e «tempio dell’arte». Da subito si apprezza la varietà di sculture
ispirate a una sequenza di linguaggi artistici diversi. Al Neoclassicismo,
che è anche lo stile architettonico del cimitero, fa seguito il Realismo
celebrato nella statua della Tomba Caterina Campodonico (1881), vendi-
trice ambulante di dolci e nocciole, opera di Lorenzo Orengo. È un

68 Bell’Italia
In questa foto:
iIt ex esciam
sitatur
alibustorum,
con eum ipit,
temquiberi doles
nonsendis reri
dolectatum
esequi ipsum
necatec umquibus
aspeles esequi
quis audaerchit
es delenihil im
fugiamus, aut
eum fugiant
vit quia si bero
doluptatur repre
ne volupta
A destra: il Cimitero
di Staglieno, tra il torrente
Bisagno e i colli che
cingono la città, in una foto
d’epoca. Si distinguono
l’ingresso monumentale,
il Quadrilatero, la scalinata
che sale al Pantheon
e, alle spalle, il Boschetto
Irregolare. Sotto: la Tomba
Solari (1901), di Federico
Fabiani. Nella pagina
seguente: la Tomba
Spinola Grimaldi Durazzo,
nella galleria di ponente.
Bell’Italia 71
unicum, famosissimo perché ritrae una proletaria nella zona riserva-
ta alla borghesia, mentre il suo posto sarebbe dovuto essere nei campi
all’interno del Quadrilatero, luogo di sepoltura dei meno abbienti. Invece
Caterina, risparmiando tutta la vita come spiega la poesia sul basamento,
si poté permettere di pagare lo scultore.
I monumenti funerari nella Genova del secondo Ottocento erano
uno status symbol che scatenava una competizione tra le famiglie
più in vista su chi poteva permettersi la tomba più bella, con l’in-
tento di comunicare, anche dopo la morte, il prestigio del proprio
rango sociale. Dalla consultazione delle carte d’archivio delle diverse
dinastie genovesi si scopre che per le tombe in marmo di Carrara si
stanziavano cifre ingenti, talvolta pagate a rate, al punto da scatenare
la gelosia dei pittori nei confronti dei guadagni degli scultori. La realiz-
zazione era preceduta da mini-concorsi tra artisti diversi, o da diverse
proposte dello stesso artefice: è il periodo in cui l’Accademia Ligustica
di Belle Arti di Genova sforna talenti nella scultura, la cui notorietà
viene diffusa nel mondo attraverso album fotografici e cartoline. Nelle
cronache dell’epoca si parlava delle sculture al cimitero come delle ope-
re nei musei. Questo spiega anche il successo dell’Angelo della Tomba
Oneto (1882), di cui esistono un’infinita di copie e un’unica vera replica
realizzata dall’autore stesso, lo scultore Giulio Monteverde, per la sua
tomba al Cimitero del Verano di Roma.
Sopra: particolare della Tomba Raggio (1872), nel porticato
superiore di ponente. Augusto Rivalta rappresenta in un TRA RIGORE NEOCLASSICO E ROMANTICISMO NORDICO
dettagliato interno borghese il cordoglio per la morte del Salendo la rampa di ponente fino a metà e imboccando la scalinata prin-
capofamiglia. Sotto: la Tomba Campodonico (1881) con la cipale si raggiunge un punto panoramico sopraelevato, da cui cogliere
famosa venditrice di noccioline. Pagina seguente, dall’alto: la struttura neoclassica d’insieme del Quadrilatero e la sua estensione
l’infilata del porticato inferiore di levante; la Tomba
Salvatore ed Emma Rebora (1916), di Giacinto Pasciuti.
verso la collina con il monumentale Pantheon, terminato intorno al 1860.
Detto anche cappella dei Suffragi, l’edificio è introdotto dalle statue ap-
pena restaurate di Giobbe e Geremia e da un pronao dorico. A fianco si
sviluppano i due porticati superiori. In quello di ponente troviamo la
Tomba Raggio (1872), opera di Augusto Rivalta, autore di monumenti
risorgimentali in tutta Italia. Scolpito con eccellente maestria, il gruppo
presenta l’accorato cordoglio, intorno al letto di morte, di un’importan-
tissima famiglia borghese dell’epoca. Oltre al compianto per la morte
del capofamiglia, nulla sembra alludere alla trascendenza. Non lontana
è proprio la Tomba Oneto, che per molti aspetti rappresenta un punto di
rottura con questa tradizione realista e l’approdo ai primi elementi del
Simbolismo. L’angelo, dalle fattezze femminili e dallo sguardo assorto,
sensuale e al tempo stesso inquietante, è un’immagine nuovissima, che
genera sconcerto ma dà inizio a una nuova stagione della scultura funera-
ria, più incline al mistero e all’inquietudine. Un percorso che Giulio Mon-
teverde porta avanti nella Tomba Celle (1891-93), nel porticato superiore
di levante, dove ritrae l’inquietante danza macabra di una giovane donna
ghermita dalla rappresentazione della morte. E tornando per un momento
nel porticato inferiore di ponente, un altro dei capolavori che già guardano
al Simbolismo è la Tomba Erba (1883) di Santo Saccomanno, dove una
figura femminile seduta, con gli occhi chiusi e i papaveri in mano, simbolo
pagano dell’eterno oblio, rappresenta il sonno eterno.
In tutto il porticato superiore si trova un concentrato di monumenti
dedicati alle più illustri famiglie genovesi fra Ottocento e Novecento,
imprenditori come i Piaggio e i Dufour e banchieri come i Balduino
e i Parodi. Da qui si sale al Boschetto Irregolare, la cui notorietà ruota
intorno alla tomba di Mazzini e alle altre figure del Risorgimento che
riposano qui, come Michele Novaro, autore della musica dell’Inno d’I-
talia. «Siamo davanti a un vero coup de théâtre», spiega Olcese Spingardi.
«Abbandonati i porticati e l’impostazione neoclassica, qui il contesto

72 Bell’Italia
Sopra: tre fanciulle cingono con il loro abbraccio il corpo del giovane defunto nella Tomba Bauer (1904), di Leonardo Bistolfi, maestro
del Simbolismo italiano molto attivo in Liguria. Sotto: la Tomba Orsini (1906), un altro capolavoro di Bistolfi. Pagina seguente: il monumento
di Lorenzo Orengo che ritrae, nell’area policonfessionale del cimitero, Julia Morison Bentley (1887), vicino al marito Benjamin Whitehead.

si fa completamente diverso. È una delle peculiarità di Staglieno, legata


anche alla geomorfologia del sito, da cui nasce un cimitero a due anime.
La prima parte, mediterranea e rigorosamente razionale, si contrappone
alla seconda, nordico-romantica, dai percorsi sinuosi che propongono
un’immersione totale nella natura». La passeggiata può così proseguire
verso la parte alta del Boschetto, lungo i silenziosi viali che risalgono
la collina. Uno spazio dove ammirare le cappelle, luminosi esempi
di architettura eclettica del primo Novecento, e capolavori come la
Tomba Ferraris Baroni (1915), monumento funebre per la madre dello
scultore Eugenio Baroni, autore del monumento dei Mille a Quarto.
Il percorso si chiude tornando al livello più basso e percorrendo il porti-
cato inferiore di levante, lungo il quale spiccano le tre figure femminili
della Tomba Rebora (1916) di Giacinto Pasciuti. In prossimità dell’uscita
principale, che affaccia su piazzale Resasco, la Tomba Gnecco (1882),
opera di Antonio Rota, stupisce per il dettaglio degli abiti dei due ragaz-
zini che, su indicazione dell’angelo, contemplano l’ascesa al cielo della
madre. Si tratta anche dell’ultimo dei sedici interventi di restauro soste-
nuti da Walter Arnold, mecenate e scultore, l’ultimo di una lunga serie di
americani innamorati di Staglieno, da Mark Twain a Ernest Hemingway,
che lo definì «una delle meraviglie del mondo».

a pagina 76
©RIPRODUZIONE RISERVATA

74 Bell’Italia
come
dove
quando
GENOVA

Dalle mura
al Porto Antico Castello D'Albertis

Le fortezze verso l’Appennino, i palazzi neogotici, le meraviglie dell’Acquario e le botteghe del centro
storico: visita invernale a una città multiforme e ricca di attrattive di Ornella D'Alessio

Il Cimitero Monumentale di Staglieno GENOVA E IL SUO MARE


si raggiunge in auto con l’autostrada I segreti del porto
A12 Genova-Livorno, uscita Genova e una giornata con i delfini
Est. In treno: stazione Genova Piazza
Principe, poi autobus 34, oppure Dopo aver ammirato la città dalle mura
stazione Genova Brignole (più vicina) e dai colli circostanti, per comprenderne
e autobus 14. In aereo: aeroporto di in profondità il destino secolare bisogna
Genova-Cristoforo Colombo, a 13 km. osservarla dal mare. Dal 1955 con
In camper: Pons Caravan, via Funtanin le escursioni in battello del Consorzio Liguria
1, 010/377.32.31; area parcheggio Via Mare (010/26.57.12; www.liguriaviamare.
in piazzale Resasco. Per la visita: it) si scoprono le attività e gli aspetti più
il Cimitero Monumentale di Staglieno interessanti e curiosi del Porto di Genova,
(piazzale Resasco, 010/557.64.00; navigando tra Porto Antico, Avamporto
www.staglieno.comune.genova.it) e Porto Nuovo. Le escursioni vanno
è aperto tutti i giorni 7,30-17 dal Porto Antico fino a Pegli; partenze tutti
(ingresso consentito fino a mezz’ora i giorni: lunedì-venerdì ore 14,15, 17,20 e
prima della chiusura). Visite guidate, 18,40, sabato-domenica 14, 15,30 e 17; 8 €.
su prenotazione (328/422.21.68), All’avanguardia e frequentatissimo, un altro
sabato 14,30-17; costo 10 €. simbolo del legame fra Genova e il mare è
l'Acquario (ponte Spinola; acquariodigenova.
it). Oltre al percorso classico, tra le
A piedi, in ferrovia e con l’antica funicolare esperienze proposte c’è “A tu per tu con
Sempre alla periferia il più alto del parco. Un raccolto memorie i delfini”. Accompagnati dagli addestratori,
della città, il Parco suggestivo collegamento e cimeli dei suoi viaggi si approfondisce la conoscenza dei cetacei
delle Mura (via del tra il centro e le mura è tra ’800 e ’900, poi seguendo un percorso privilegiato ai bordi
Peralto 6), a cavallo anche la storica ferrovia diventate il Museo delle delle vasche; tour disponibile martedì-
tra la val Bisagno e la Genova-Casella Culture del Mondo. giovedì e sabato-domenica, su prenotazione
val Polcevera, protegge (ferroviagenovacasella.it), Orario: venerdì 10-17, (atupertudelfini@costaedutainment.it); costo
la cinta muraria inaugurata nel 1929, da sabato e domenica 10- 120 €, 1 adulto più due bambini 270 €.
seicentesca, lunga seguire fino alla fermata 18; ingresso 6 €. Ultima
ben 12 chilometri. Campi. Sul percorso sosta, nel centro storico,
Il parco comprende tra Staglieno e il porto, al Museo Diocesano
anche diverse fortezze il castello Mackenzie (via Tommaso Reggio
costruite fra il XVII e il (mura di San Bartolomeo 20r, 010/247.51.27).
XIX secolo. Il percorso 16) è un maniero Ospitato nel chiostro dei
di visita comincia neogotico di fine ’800, canonici di San Lorenzo,
dal quartiere Righi, progettato dall’architetto offre una collezione di
al capolinea della Gino Coppedè; visibile dipinti e sculture dal XII
funicolare (amt.genova. dall’esterno. Realizzato al XVI secolo. Il fiore
it), e punta verso i forti nel medesimo stile, all’occhiello è la mostra
Castellaccio e Sperone. il vicino castello “Blu di Genova”, che
Si può poi raggiungere D’Albertis (corso Dogali espone i 14 teli della
l’ottocentesco forte 18, 010/272.38.20) Passione di Cristo. I lini,
Begato, che domina la ospita una sorta realizzati a partire dal
val Polcevera, oppure di “camera delle 1538, sono tinti con
verso l’interno il piccolo meraviglie” in cui indaco e dipinti a biacca.
forte Puin e il forte il capitano Enrico Orario: tutti i giorni
Delfini all'Acquario
Diamante (660 metri), Alberto D’Albertis ha tranne martedì 12-18; 8 €.

76 Bell’Italia
BOTTEGHE GOLOSE
Spezie da tutto il mondo
Hotel De Ville Voltalacarta
e i formaggi delle valli
Gli alberghi affrescati in stile Le Cicale Trattoria La gastronomia ligure è sempre più
liberty. Doppia con (via Ruspoli 55r, rinomata e a Genova non mancano negozi
NH Collection Genova colazione da 70 €. 010/991.07.24). dove è possibile fare acquisti golosi.
Marina ★★★★ Hotel Colombo ★★★ I piatti della tradizione Tra questi spiccano le confetterie Rossi.
(molo Ponte Calvi 5, (via di Porta Soprana rivisitati con estro Nel negozio di via Galata 30r (010/56.43.32)
010/253.91). Edificio 27, 010/251.36.43). da Matteo Costa. si sceglie in un’infinita gamma di confetti
moderno nella zona A pochi metri dal duomo Tra gli imperdibili, e di cioccolata proveniente da tutto
riqualificata da Renzo e dalla casa dove la panzanella alla il mondo; nell’altro shop (via Cesarea
Piano, con spettacolare visse in gioventù gallinella. Conto 50 €. 21r, 010/56.49.55) l’offerta si allarga
affaccio sul Porto Antico. Cristoforo Colombo. Voltalacarta a una selezione di prodotti gastronomici
L'Acquario e il Museo Le camere sono arredate (via Assarotti 60r, 010/ di tutta la regione, dalla stroscia di
del Mare sono a pochi con oggetti di design. 831.20.46). È il posto Pietrabruna, nell’Imperiese, alla marmellata
passi. Doppia con Prima colazione migliore per assaggiare di chinotto di Finalborgo. Non mancano
colazione da 164 €. a self service. Doppia il cappon magro, alfiere l’olio di oliva extravergine Dop, i vini
Hotel De Ville ★★★★ con colazione da 65 € della cucina ligure. Da liguri, come lo Sciacchetrà, e i formaggi
(via di Sottoripa 5, provare anche la crema dell’entroterra. Nel cuore del centro
010/796.06.86). I ristoranti di patate con i ciuffi storico, per acquisti di spezie spicca
Negli ambienti di palazzo di calamaro croccante la Torielli Drogheria e Coloniali (via di San
Serra Gerace, l’albergo Trattoria detta e i diversi risotti. Il nome Bernardo 32r, 010/246.83.59), una piccola
che ospitò lo scrittore del Bruxaboschi del locale si ispira a una e coloratissima bottega che da oltre un
futurista Filippo Tommaso (via Francesco Mignone canzone di Fabrizio secolo ne offre più di 250 tipi, provenienti
Marinetti offre 16 camere 8, 010/345.03.02). De André. Conto 40 €. da tutti i continenti. E per i migliori formaggi
e tante spaziose Attiva dal 1862 A Cornabuggia e salumi dalle valli genovesi e da tutta
aree comuni. Doppia nel quartiere di San (piazza del Carmine la Liguria, il posto giusto è Da Carlo Salumi
con colazione da 120 €. Desiderio, la trattoria 10r, 010/246.24.47). e Formaggi (via di Prè 63r, 010/246.55.29).
Hotel Genova Liberty offre interessanti Nel quartiere del La bottega si riconosce subito perché davanti
★★★ (via XX Settembre selezioni di materie Carmine, prepara all’ingresso c’è la coda a qualsiasi ora.
23, 010/099.56.05). prime di qualità, anche il meglio della cucina
Completamente non genovesi, dalla toma storica ligure, dalle
rinnovato, si trova in al tartufo. Lo chef classiche trofie al pesto
posizione centralissima, Matteo Losio si esprime fino alle torte salate.
sulla via dello shopping. al meglio nei piatti Cornabuggia è il nome
Le camere e la sala della dell’entroterra e a base in dialetto di un tipo
colazione hanno soffitti di funghi. Conto 55 €. di origano. Conto 25 €.

Confetteria Rossi
©RIPRODUZIONE RISERVATA

info
Iat-Informazione e Accoglienza Turistica
Genova, via Garibaldi 12r, 010/557.29.03;
Le Cicale Trattoria
www.visitgenoa.it

Bell’Italia 77
Una distesa di abeti innevati visti da Malga Alta di Pora (1.489 metri) verso
la valle di Codalarga. Sullo sfondo, la Presolana (2.521 metri) e la Valle di Scalve.

78 Bell’Italia
VALLE DI SCALVE (Bergamo-Brescia)

PROFONDO
BIANCO
Scavata dal torrente Dezzo, la valle si snoda tra abetaie innevate,
pareti a strapiombo e cascate di ghiaccio. Un mondo fiabesco
da scoprire lungo l’antica Via Mala o camminando con le ciaspole
TESTI E FOTOGRAFIE Alberto Nardi

Bell’Italia 79
Sopra: faggi contorti ammantati di neve nella Foresta Regionale Val di Scalve, che ricopre quasi interamente il versante destro
della valle. La foresta comprende 631 ettari di latifoglie e conifere, soprattutto faggi e abeti rossi. Sotto: con gli sci di fondo
alla scoperta della foresta, in un candido scenario incantato. Pagina seguente: il profondo solco scavato dal torrente Dezzo.

L
a Valle di Scalve, al confine tra le province di Berga-
mo e Brescia, è un profondo solco scavato dal fiume
Dezzo nel corso delle ere geologiche. Il toponimo
Scalve sembra derivare dal celtico skalf, ovvero “fes-
sura”, esattamente come si presenta la stretta forra
a chi la risale dalla valle Camonica lungo la tortuosa strada
provinciale 294. Se da una parte questa caratteristica ha da
sempre reso difficili i collegamenti, dall’altra proprio l’isola-
mento ha conservato il grande valore naturalistico della
zona, immune dallo smog che invade a volte la valle Camo-
nica. Circondata dalle splendide Prealpi Bergamasche,
nelle quali spicca il massiccio montuoso della Presolana
(2.521 metri), la valle è coperta da fitti e quasi impene-
trabili boschi. Il più noto, che ricopre quasi interamente il
versante destro della valle, è la Foresta Regionale Val di
Scalve, 631 ettari di boschi misti di latifoglie e conifere, con
predominanza del faggio e dell’abete rosso.
Risalendo il fondovalle da Darfo Boario Terme, in valle Ca-
monica, fanno subito una grande impressione i restringi-
menti alla viabilità, soprattutto nel tratto in cui la strada
costeggia il torrente Dezzo, spesso circondata da alte pareti
da cui gocciola copiosamente acqua che in inverno si tra-
sforma in splendide stalattiti di ghiaccio. Stiamo entrando
nella cosiddetta Via Mala, il cui toponimo ricorda qual-

80 Bell’Italia
DUE ITINERARI INVERNALI
Lungo l’aspro orrido della Via Mala Svizzera
Alto
Adige
Austria
Dezzo
N
d i S calve

o con le ciaspole verso il monte Pora LOMBARDIA


Trentino

Veneto
di Scalve
O E
0 200 600m
Piemonte
Emilia-
Va l l e

Dei due itinerari illustrati Sposi, Castello Orsetto e il Romagna


1
nel servizio (nella cartina, monte Pora (2) comincia invece
in arancione), quello della Via dal parcheggio del passo della
Casa Cantoniera
Mala (1) è il più breve. Inizia Presolana (1.297 metri); da qui Via Mala-parcheggio
vicino all’ex casa cantoniera ci si incammina verso sud-est
della provinciale 294, che ospita su una strada forestale, che
un punto informativo; superate presto si lascia per imboccare
alcune sagome di animali il sentiero per il Salto degli Sposi.
intagliate nel ferro ci si immette Si procede verso sud entrando
sul vecchio tracciato della nella Foresta Regionale Val Castione
stra

della Presolana
strada della Valle di Scalve. di Scalve. L’itinerario segue la
da

Passo Salto
La camminata, da affrontare strada forestale che conduce della Presolana degli Sposi
pr

1.297
ov

solo con meteo favorevole, a Castello Orsetto (1.277 metri)


inciale 294

Monte
è in piano, ma per il fondo e poi punta verso il colle di Scanapà
ghiacciato sono indispensabili Vareno (1.375 metri). Da qui 1.669
2
grande attenzione e scarponi si può salire, a piedi o con gli Castello Orsetto
da trekking. L’intero percorso impianti di risalita, sul monte 1.277
è lungo circa 1 km e richiede Pora. La lunghezza del percorso Monte Lantana
1.614
una quarantina di minuti, è poco più di 4 km, per una
compresa la sosta per ammirare durata di 2 ore. In caso di forte Colle Angolo
di Vareno Terme
il canyon dal balcone a sbalzo innevamento l’itinerario va Monte Pora 1.375
proteso sulla forra del Dezzo. affrontato con racchette da
La ciaspolata verso il Salto degli neve e abbigliamento adatto.
Dal tracciato della Via
Mala, uno scorcio che
evidenzia la peculiare
conformazione della
valle, molto profonda
e con i ripidi versanti
ammantati di boschi.

Bell’Italia 83
Sopra: stalattiti di ghiaccio lungo la Via Mala, lo spettacolare sentiero turistico che si sviluppa su un tratto dell’antica
strada d’accesso alla valle, scavata nella parete rocciosa del canyon del Dezzo. Sotto: il balcone panoramico a sbalzo,
affacciato su uno strapiombo di 80 metri. Pagina seguente: vertiginose cascate di ghiaccio rivestono le pareti della forra.

cosa di sinistro ma anche di misteriosamente affasci-


nante. L’appellativo “mala” in passato contrassegnava i
percorsi più difficili e inquietanti, spesso accompagnati da
vertiginosi precipizi, che i viandanti dovevano affrontare
per andare da una valle all’altra. Oggi per le auto c’è la co-
moda provinciale, ma l’antico tracciato si può percorrere a
piedi; superata la vecchia casa cantoniera, che ospita un
punto informativo, un ampio parcheggio indica dove inizia-
re la scoperta di questo percorso affascinante e un po’ mi-
sterioso. Nonostante la recente messa in sicurezza, va af-
frontato con molta prudenza, sia per l’eventuale presenza
di ghiaccio che per il pericolo di caduta di pietre. Si entra
così sull’antico tracciato di origine altomedievale, poi
allargato e migliorato nella prima metà dell’800, che
doveva servire soprattutto al trasporto del minerale fer-
roso estratto dalle miniere di Schilpario verso i forni fusori
della valle Camonica. Superata una piccola galleria che pro-
teggeva la vecchia strada dalle frequenti frane, ci si avvicina
ben presto alla profonda forra di origine glaciale, ulterior-
mente scavata dalle acque impetuose del torrente Dezzo,
che scorre 80 metri più in basso rispetto al livello stradale.
In caso di forti nevicate e basse temperature, lo scarso so-
leggiamento fa sì che neve e ghiaccio restino a lungo nel
canyon, rendendo il paesaggio ancora più fiabesco e

84 Bell’Italia
Sopra: neve e silenzio accompagnano i passi di chi si avventura nel bosco, lungo la ciaspolata tra il passo della Presolana
e il colle di Vareno. Pagina seguente: le abetaie quasi impenetrabili che rivestono i versanti della valle si diradano a tratti
e lasciano spaziare lo sguardo sulle cime delle Prealpi Bergamasche, tra le quali spicca il massiccio della Presolana.

incantato. Le numerose cascate di ghiaccio attirano inoltre giorno dopo, ancora abbracciati. Narrazione tragico-roman-
spericolati ma esperti ice climber, che affrontano quelle più tica a parte, il Salto degli Sposi costituisce uno dei punti più
spettacolari con l’aiuto di ramponi e picozze, calandosi a panoramici sulla valle, da cui si possono ammirare molte
volte nel profondo della forra. Un balcone a sbalzo permet- cime delle Prealpi Bergamasche simili a rilievi dolomitici,
te di ammirare l’orrido in tutta sicurezza. Il percorso conti- come il pizzo Camino. Il sentiero entra poi nella splendida
nua tortuoso tra pareti verticali e profondi precipizi; alcuni Foresta Regionale Val di Scalve, la cui abetaia si interrompe
pannelli raccontano origini e particolarità geologiche delle di tanto in tanto consentendo allo sguardo di spaziare sulle
pareti che ci circondano. Sotto di noi le limpide acque del montagne circostanti e sulle caratteristiche formazioni geo-
torrente Dezzo continuano inesorabilmente la loro opera di logiche della zona. Si prosegue quasi in piano fino alla loca-
erosione delle rocce, mentre le stalattiti di ghiaccio ri- lità Castello Orsetto, dove alcune strutture coperte consen-
splendono alla luce dei pochi raggi solari che riescono tono di fermarsi per un rapido picnic, anche in caso di forte
a penetrare l’oscurità invernale della Via Mala. innevamento. I più allenati possono poi proseguire verso
Ripresa l’auto, per avere una visuale dall’alto ci si può diri- il colle di Vareno e il monte Pora (1.880 metri), affron-
gere verso il passo della Presolana, valico delle Prealpi Ber- tando una facile ascesa o servendosi degli impianti di
gamasche che unisce la val Seriana alla Valle di Scalve. Qui risalita. Dalla sommità del Pora si può ammirare la maesto-
ci aspetta un percorso, da affrontare con le racchette da neve sità del massiccio della Presolana e delle vette bergamasche
o con gli sci di fondo, reso famoso da una triste storia. Il delle Alpi Orobie. L’alternativa è tornare sui propri passi
sentiero del Salto degli Sposi deve infatti il nome alla tragica verso il passo della Presolana per gustare un profumato piat-
vicenda di Massimiliano Prihoda, musicista polacco, e della to di casonsei alla bergamasca, pasta ripiena condita con
giovane moglie, la pittrice Anna Stareat. Della loro storia burro e salvia, in uno dei locali della zona.
esistono varie versioni, più o meno modificate dalla leggen- ©RIPRODUZIONE RISERVATA

da: forse perché il loro amore era contrastato, oppure per


renderlo eterno, in una notte di luna del 1871 i due innamo- a pagina 88
rati si gettarono dallo strapiombo; furono rinvenuti solo il

86 Bell’Italia
come
dove
quando
VALLE DI SCALVE
(Bergamo-Brescia)

Tre paesi sotto


la Presolana Vilminore di Scalve

Lungo la valle alla scoperta di Colere, Vilminore e Schilpario, tra storia, arte e sapori dei pascoli.
E, per gli appassionati di sport invernali, sci di fondo nei boschi e pattinaggio in pista di Alberto Nardi

spicca una Madonna ALL’ARIA APERTA


settecentesca opera Gli sport della neve
dei Calegari, dinastia tra gli abeti e in quota
di scultori bresciani;
all’interno diverse tele Per chi ama lo sci, il comprensorio Colere
realizzate da pittori Ski Area 2200 (Colere, via Carbonera 28,
locali settecenteschi, 0346/190.38.25; www.colereskiarea.it)
come Giovanni Raggi offre piste fino a 7 km di lunghezza
ed Enrico Albrici. e dislivelli fino a 1.200 metri
Orario: 7-19. In piazza ed è una delle poche stazioni invernali
Giustizia si ammira lombarde con tracciati omologati per
invece la facciata gare internazionali di discesa libera
a tre arconi dell’antico e supergigante. In alternativa, la ski area
palazzo Pretorio, oggi Presolana-Monte Pora (Pian Del Termen-
sede della Comunità Castione della Presolana, 0346/650.00 e
La valle di Scalve si raggiunge in auto con l’A4, uscita Montana della Valle 0346/651.36; www.presolana montepora.it),
Seriate, quindi statale 42 fino a Darfo Boario Terme di Scalve (0346/511.33). situata sul fianco ovest del monte Pora
e provinciale 294, che conduce al punto d’accesso Costruito nel 1375 e (1.880 metri), in alta val Seriana, offre
dell’itinerario della Via Mala; in alternativa, uscita più volte rimaneggiato, 9 impianti di risalita e 20 piste. Per il fondo,
Bergamo e provinciale 671 della val Seriana, che conserva le prigioni la prima opzione è la Pista degli Abeti
valica il passo della Presolana. In treno: dalla stazione del 1563 e il bel salone (centrofondoschilpario.com) a Schilpario,
di Bergamo, collegata con Milano e Brescia, autobus delle Udienze, con un un anello di quasi 12 km che attraversa
S70a di Bergamo Trasporti (www.bergamotrasporti. monumentale camino numerosi ponticelli in legno sul torrente
it) per Castione della Presolana (in circa due ore) e affreschi con gli Dezzo. Nell’area di partenza è situato
e Schilpario (3 ore). In aereo: l’aeroporto più vicino stemmi dei podestà. il Palazzetto del Ghiaccio (via Santa Elisabetta
è Bergamo-Orio al Serio, a 50 km. In camper: Sempre a Vilminore, in 16, 348/300.05.46), una struttura in legno
Alpen Camping, Schilpario, via Lesa, 0346/560.51. posizione panoramica, che ospita una pista per il pattinaggio.
il piccolo oratorio In località Magnolini si trova l’altra
di San Carlo (località pista da fondo, con un anello di 7 km.
Dall’antica miniera alle chiese Bares-strada provinciale
A Colere, l’Ecomuseo si consiglia di verificare 61) vanta un bel Colere Ski Area 2200
delle Miniere preventivamente portico affrescato
Zanalbert (via Polzone l’apertura. Di origine (1616). A Schilpario,
15, 0346/540.51), romana (Vicus la parrocchiale
allestito nell’edificio Minor), Vilminore di Sant’Antonio
delle vecchie laverie di Scalve si sviluppò da Padova (via Padre
in località Carbonera, durante l’epoca dello Maj 29, 0346/563.04)
racconta la dura sfruttamento delle è di origine trecentesca,
vita dei minatori risorse minerarie in ma l’aspetto attuale
scalvini addetti, fino valle. Nel centro storico dell’imponente
alla fine degli anni sorge la chiesa di campanile risale
70, all’estrazione Santa Maria Assunta al ’600. All’interno,
della fluorite nelle e San Pietro (via di particolare rilievo
miniere della Presolana; Arciprete Acerbis 10a, l’ancona dell’altare
notevole anche la 0346/510.39), edificata della Madonna del
collezione di minerali. dai maestri Comacini Rosario, di Giovanni
Orario: di solito sabato alla fine del XVII Giuseppe Piccini
e domenica 14-18, ma secolo. Sopra il portale (1719). Orario: 7-19.

88 Bell’Italia
GASTRONOMIA
Da gustare Formaggella,
Quadrel e Scalvitondo
Una zona ricca di boschi e pascoli come
la valle di Scalve è l’ideale per gustare
Alpen Chalet Baita Termen
i prodotti tipici della montagna. Nel settore
che collega l’alta val Seriana con la valle
Gli alberghi A breve distanza dai panoramica, circondata di Scalve, da Artigiana Funghi (Castione della
principali sentieri per dai monti, con amichevoli Presolana, via Fantoni 12, 0346/300.59)
Grand Hotel Presolana le camminate, la pista animali da cortile. si trovano non solo funghi e verdure
★★★★ (Castione di fondo e di pattinaggio, Cucina tradizionale con sott’olio ma anche miele, oli aromatizzati,
della Presolana, una comoda soluzione formaggi e salumi locali, tisane, confetture e paste speciali.
via Santuario 35, con diciotto camere, casoncelli, pizzoccheri La spesa golosa può poi proseguire con
0346/329.11). L’albergo un ristorante tipico, una e polenta. Conto 30 €. i latticini dell’Azienda Agricola Presolana
offre un centro sala relax e un piccolo Hotel Alpino Ristorante (Castione della Presolana, località Dorga,
benessere e 104 camere museo di minerali (passo della Presolana, via IV Novembre 5, 335/176.92.14 e 328/
e suite in stile classico e cristalli. Doppia con via Cantoniera 7, 543.13.02; spaccio a Vilminore di Scalve,
affacciate sulla bella colazione da 80 €. 0346/311.03). Il ristorante località Nona, via Scultore Piccini 12),
pineta. Il Boccon d’Oro, B&B Edelweiss unisce piatti tipici italiani che produce formaggio di monte, stracchino,
uno dei due ristoranti (Castione della a specialità locali, così ricotta e yogurt. Nella piazza centrale di
dell’hotel, serve piatti Presolana, piazza Roma da soddisfare tutti Schilpario troviamo pane fresco e prodotti
della cucina bergamasca 5, 0346/602.68 e i palati. L’hotel accoglie tipici da forno alla Panetteria Rusconi (piazza
preparati dallo chef 340/002.24.51). anche cani al seguito Cardinal Angelo Maj 21, 347/377.26.16).
Raffaele Vistocco. Nel centro storico di purché muniti della A Vilminore di Scalve un altro produttore
Conto da 35 €, doppia Castione, accanto al propria brandina. Doppia di formaggi tipici è la Latteria Sociale
con colazione da 130 €. municipio e all’ufficio in mezza pensione Montana di Scalve (Vilminore di Scalve,
Alpen Chalet ★★★ turistico, è l’ideale per da 90 € e conto 30 €. via San Giorgio 29, 0346/511.31). Da
(Schilpario, via Serta una vacanza in coppia. Rifugio Cima Bianca quarant’anni utilizza il latte di bovine adulte
1d, 0346/09.02.80). Di Possibilità di ristorazione (Colere, via Carbonera, alimentate esclusivamente a erba e fieno.
proprietà della famiglia con cucina tradizionale 330/73.69.29). Situato Il profumo del latte dei pascoli montani
Pizio, propone dal 1978 (menu degustazione da a 2.100 metri di quota, in si potrà apprezzare assaggiando
calde e panoramiche 20,50 €). Doppia con posizione panoramica tra la Formaggella della Val di Scalve, il Quadrel,
camere in stile alpino. colazione da 70 €. la Presolana e il monte lo Scalvitondo o i saporiti formaggi caprini.
Disponibilità di guide Ferrante, si trova a pochi
per ciaspolate e ottima I ristoranti passi dalla stazione
ristorazione. Conto di arrivo della seggiovia
da 30 € e doppia con Cascina Calpa che sale da Carbonera
colazione da 120 €. (Castione della di Colere. Costruito
Hotel San Marco ★★★ Presolana, via Calpa 22, secondo il tipico stile
(Schilpario, località 345/670.34.70). Rustica alpino, offre cucina
Pradella, 0346/550.24). baita alpina in posizione tradizionale e possibilità
di pernottamento.
Grand Hotel Presolana Notte con prima
colazione da 45 € a
persona e conto da 25 €.
Baita Termen (località
Pian del Termen-Monte
Pora, 0346/651.36).
Situata sul monte Pora,
a quota 1.610 metri,
la baita può essere
comodamente raggiunta
con la seggiovia Termen,
Latteria Sociale Montana di Scalve
©RIPRODUZIONE RISERVATA

che porta direttamente


a fianco della struttura.
C’è un spazio per far
divertire i più piccoli info
con il bob. Da gustare Ufficio per il Turismo Ars-Infopoint Val di Scalve,
foiade al tartufo nero e Vilminore di Scalve, piazza Giustizia 4;
pizzoccheri. Conto 20 €. 0346/516.05; www.valdiscalve.it

Bell’Italia 89
il weekend AREZZO

DISTILLATO
DI BELLEZZA
TOSCANA
Il recente restauro del trecentesco
polittico di Pietro Lorenzetti ha restituito
ad Arezzo uno dei suoi simboli.
La ritrovata luminosità dell’opera
è il punto di partenza per un fine
settimana nella splendida città d’arte
che offre capolavori di Cimabue,
Piero della Francesca e Giorgio Vasari

Testi Carlo Migliavacca


Fotografie Gabriele Croppi

P
iazza Grande è la carte de visite di Arezzo. Irregolare, Il primo omaggio alla ricca sedimentazione artistica cittadina va
in forte dislivello ma a misura d’uomo, incarna in mo- tributato proprio alla pieve di Santa Maria: per la splendida fac-
do esemplare l’antico sapere italiano nella creazione ciata romanica che sfuma in un ricamo di loggette, per gli altori-
di spazi dedicati alla comunità, luoghi in cui l’unione lievi duecenteschi del ciclo dei Mesi nel portale maggiore, dalla
di funzione e bellezza definiva il senso e i valori della vivida policromia, e in particolare per il grande polittico sopra
vita associata. Dal Medioevo è stata sede di mercato e palcosce- l’altare maggiore, opera trecentesca di Pietro Lorenzetti.
nico cittadino, ruolo che ancora oggi interpreta – come “salotto Restauri durati sei anni e terminati lo scorso novembre hanno
buono” – ospitando la celebre Fiera Antiquaria (ogni prima do- restituito brillantezza ai colori e allo sfondo dorato delle tavole
menica del mese e il sabato che la precede) e la storica Giostra che lo compongono, migliorando sensibilmente la lettura dello
del Saracino (a giugno e a settembre). Le case-torri medievali, stuolo di santi e sante che affianca il tenero abbraccio della Ma-
l’abside romanica della pieve di Santa Maria, il palazzo della donna col Bambino. L’intervento, compiuto dallo studio aretino
Fraternita dei Laici, tra Gotico e Rinascimento, le Logge Vasa- RICERCA, con la vigilanza scientifica della Soprintendenza di Sie-
riane con la loro maestosa fiorentinità, il settecentesco palazzo na Grosseto e Arezzo, permette di apprezzare al meglio lo stile
del Tribunale: in questa piazza le pietre raccontano secoli di raffinato del pittore senese, in cui l’elegante linearismo di Duc-
storia e d’arte e invitano a seguire, magari nel corso di un fine cio di Buoninsegna si sposa alla freschezza espressiva ispirata al
settimana, la trama della narrazione tra le vie di una città che Giotto di Assisi (dove Lorenzetti ebbe modo di lavorare) e alla
ha saputo conservare l’eredità di un passato importante. scultura di Giovanni Pisano. L’importante recupero è stato

90 Bell’Italia
Armonioso incontro di epoche e stili
A sinistra: piazza Grande, cuore della città storica. Sullo
sfondo, da sinistra, l’abside della pieve di Santa Maria,
il palazzo del Tribunale e quello della Fraternita dei
Laici; a destra, il palazzo loggiato progettato da Giorgio
Vasari nel 1573. Sotto: Annunciazione, particolare del
polittico dipinto da Pietro Lorenzetti tra il 1320 e il 1324
per la pieve di Santa Maria, tornato da poco sopra
l’altare maggiore dopo un restauro durato sei anni.
Pagina precedente: San Donato, patrono di Arezzo,
un’altra delle molte figure che compongono il polittico.
La cattedrale sul colle di San Pietro
Pagina precedente: la cattedrale dedicata ai Santi Pietro
e Donato, sorta a partire dal 1278. L’altare maggiore
ospita la trecentesca arca marmorea di San Donato;
gli affreschi nelle volte della navata centrale illustrano
storie dell’Antico Testamento (XVI-XVII secolo).
A sinistra: la Maddalena affrescata intorno al 1460
da Piero della Francesca nella cattedrale. Sotto: la parte
superiore del cenotafio del vescovo Guido Tarlati
(1330), spostato accanto alla Maddalena nel Settecento.

il weekend AREZZO

sostenuto da RICERCA e, dal 2017, dall’associazione nonprofit Art na: gli affreschi con la Leggenda della vera Croce che Piero
Angels Arezzo attraverso una raccolta fondi (oltre 300 mila eu- della Francesca realizzò tra 1452 e il 1466 su commissione
ro) che ha visto il concorso della Fondazione Cassa di Risparmio dei Bacci, importante famiglia di mercanti che risiedeva nel pa-
di Firenze, di aziende del territorio come Power One e di molti lazzo, ancora esistente, distante poche decine di metri. L’artista
singoli donatori. La raccolta è ancora aperta perché occorre lavorò quasi in casa – il paese natale di Sansepolcro dista trenta
completare la ricollocazione del polittico (www.gofundme. chilometri –, ma negli stessi anni era richiesto da grandi corti
com/f/progetto-restauro-lorenzetti). Un bel modo per tornare alle italiane, come quelle di Rimini e Ferrara, e stava per approdare
origini dell’opera commissionata dal potente vescovo Guido nella Roma dei papi. L’opera che ha dato ad Arezzo un posto
Tarlati nel 1320 con un minuzioso e vincolante contratto giunto tra le capitali del Rinascimento testimonia la ricchezza della cit-
fino a noi. Per finanziarne la realizzazione si fece infatti ricorso tà in quell’epoca, grazie agli scambi legati alle attività agricole
anche alle donazioni dei cittadini: «domina Adelasia», vedova, del territorio, al fiorente artigianato (concia delle pelli, lavora-
fu la prima a contribuire con 12 fiorini d’oro. zione dei metalli) e alla commercializzazione del guado, pianta
I duecento metri che separano la pieve dalla chiesa di San Fran- da cui si derivava una tintura blu per tessuti molto richiesta.
cesco, lungo corso Italia e via Cavour, bastano per fare un salto Sulle slanciate pareti della cappella, la geometrica eleganza del-
in avanti nel tempo di un secolo e mezzo. Nella chiesa france- le figure mette ordine nelle intricate vicende narrate nel XIII
scana, improntata a un Gotico semplice e sereno, la cappella secolo da Jacopo da Varagine nella Legenda Aurea, la storia del
maggiore esibisce uno dei capisaldi della storia artistica italia- sacro legno della Croce di Gesù dalla morte di Adamo, sulla

Bell’Italia 93
Il giovane Cimabue in San Domenico
A destra: la chiesa gotica di San Domenico, eretta
presso le mura settentrionali tra la fine del Duecento
e i primi anni del Trecento. Sotto: la navata unica della
chiesa, caratterizzata dai profili bicromi delle aperture
e degli archi del presbiterio. Sopra l’altare maggiore
è sospeso il Crocifisso dipinto da Cimabue intorno
al 1265, una delle opere meglio conservate dell’artista.
Pagina seguente: il Crocifisso segna una discontinuità
con le pose ieratiche dell’arte bizantina.

il weekend AREZZO

cui tomba nacque l’albero da cui fu tratta, all’ingresso in Geru- vanni XXII, che lo scomunicò nel 1324, ma la circostanza non
salemme dell’imperatore bizantino Eraclio, vittorioso sul re gli impedì di proseguire nella sua azione di vescovo e signore:
persiano Cosroe che se ne era impossessato. La solenne presen- nel 1327 fu lui a incoronare re d’Italia a Milano Ludovico il Ba-
za dei personaggi si dispiega in paesaggi altrettanto rigorosi, da varo, altro scomunicato eccellente. Al fratello, e successore,
cui emerge anche una veduta della turrita Arezzo. Pier Saccone Tarlati dobbiamo il maestoso monumento fune-
La cappella Tarlati, a sinistra di quella maggiore, rimanda alla bre realizzato nel 1330 dai senesi Agostino di Giovanni e
famiglia che ha retto Arezzo nel Trecento al momento del suo Angelo di Ventura. Il vescovo vi è rappresentato giacente tra
apogeo come centro indipendente, prima dell’ingresso nella una piccola folla di dolenti; sedici bassorilievi raccontano le sue
sfera d’influenza fiorentina culminato con l’acquisto della città gesta, in particolare la conquista e la sottomissione di terre e
(1384). Per conoscere le imprese del suo rappresentante più in- castelli. Restaurato nel 2016 dallo studio RICERCA, il colosso mar-
signe, quel Guido Tarlati che commissionò il polittico a Loren- moreo è stato spostato nell’attuale posizione nel XVIII secolo.
zetti, occorre salire – in pochi minuti – fino alla cattedrale sul Da allora incombe sulla pur monumentale Maddalena affresca-
colle di San Pietro. All’interno, un maestoso cenotafio celebra ta da Piero della Francesca accanto all’ingresso della sacrestia,
il vescovo che estese l’egemonia della città nelle valli circostanti potente figura ricca di dettagli di grande realismo.
con la politica e con le armi, diede ad Arezzo una nuova cinta di Alle spalle del duomo, il Passeggio del Prato è un parco pubbli-
mura e, nel 1321, ricevette la signoria della città. Sostenitore co che offre belle viste sulla città e sulla campagna; al centro, il
della parte ghibellina, Tarlati entrò in conflitto con papa Gio- monumento a Francesco Petrarca inaugurato nel 1928 ri-

94 Bell’Italia
il weekend AREZZO La pieve urbana dedicata alla Madonna
Edificio romanico tra i più importanti in Toscana, la pieve di Santa Maria è sorta
tra XII e XIII secolo. Profondamente modificata da Vasari, ha ritrovato fattezze
romaniche nell’Ottocento. 1. La facciata in stile pisano-lucchese presenta tre ordini
di loggette sovrapposti. 2. L’archivolto del portale è decorato dai rilievi policromi
del ciclo dei Mesi. 3. Il campanile, portato a compimento nel 1330, è alto 59 metri
e ingentilito su ogni lato da cinque coppie di bifore. 4. Gli archi a sesto acuto
dell’interno risentono delle prime influenze dello stile gotico. 5. Il presbiterio è la parte
più antica della chiesa, ma ha subìto importanti modifiche nel XIX scolo. 6. Il polittico
di Pietro Lorenzetti ha da poco ritrovato il suo posto sopra l’altare maggiore.

6 3
4

1 2

Illustrazione di Massimo Tosi


96 Bell’Italia
In questa pagina, due particolari degli affreschi di Piero della Francesca: la regina
di Saba in adorazione del sacro legno (sopra) e la battaglia tra Eraclio e Cosroe. il weekend AREZZO

Bell’Italia 101
DA SETTECENTO ANNI
NEL CUORE DELLA CITTÀ
Colori vividi su fondo oro: il polittico di Pietro Lorenzetti
risplende di nuovo sull’altare maggiore della pieve di Santa Maria,
per il quale era stato dipinto tra il 1320 e il 1324

Il restauro condotto dallo studio RICERCA


(Paola Baldetti, Marzia Benini e Isabella
Droandi) e finanziato con il sostegno
di Art Angels Arezzo (in collaborazione
con Friends of Florence) ha riportato a
un aspetto quanto più possibile vicino
all’originale le dorature e la superficie
pittorica del polittico. Queste si
presentavano offuscate dalle alterazioni
causate dal tempo ai materiali usati nel
precedente restauro (1976) e da vernici
e patinature di antichi interventi. Il ritorno
sull’altare maggiore della pieve è la felice
conclusione di una storia che nel corso
di sette secoli ha riservato all’opera 21 22
spostamenti e manomissioni che ne hanno
ridimensionato la forma. Il contratto di
allogazione firmato il 17 aprile 1320 dal 16 17
vescovo Guido Tarlati prevedeva anche
due montanti laterali con sei figure di santi
ciascuno, andati perduti, e Giorgio Vasari,
che fece spostare il polittico per fare
posto all’altare di famiglia (oggi nella badia
delle Sante Flora e Lucilla), descrive una
predella che non si è conservata. L’opera
doveva dunque apparire più monumentale, 8 9 10 11
arricchita dagli elementi di una cornice
dorata e argentata. Una ricostruzione
della struttura iniziale è stata ipotizzata,
attraverso lo sviluppo di un modello
digitale, nel corso di questo restauro.
Il programma iconografico dettato da Tarlati
e dai canonici della pieve si sviluppa attorno
alla centralità del tema mariano,
in relazione alla titolazione della chiesa.
1. Madonna col Bambino. 2. Annunciazione.
3. Assunzione della Vergine. 4. San
Donato, patrono di Arezzo. 5. San Giovanni
Evangelista. 6. San Giovanni Battista.
7. San Matteo. 8. San Giovanni.
9. San Paolo. 10. San Vincenzo. 11. San Luca.
12. San Giacomo Maggiore. 13. San Giacomo
l’Interciso. 14. San Marcellino.
15. Sant’Agostino. 16. Profeta Geremia.
17. Profeta Ezechiele. 18. Profeta Davide.
19. Profeta Isaia. 20. Profeta Daniele.
21. Santa Reparata. 22. Santa Caterina
d’Alessandria. 23. Sant’Orsola. 24. Sant’Agata.
©RIPRODUZIONE RISERVATA 4 5
3

18

23 24

19 20

12 13 14 15

1 6 7
AREZZO

LE STORIE DEL SACRO LEGNO


NELLA CHIESA FRANCESCANA
Il capolavoro di Piero della Francesca illustra la Leggenda della vera Croce
sulle pareti della cappella maggiore nella chiesa di San Francesco
Illustrazione di Massimo Tosi

2
❶ Le origini tomba di Adamo. Sotto,
La costruzione della la regina di Saba ne
chiesa fece seguito riconosce il legno in un
all’arrivo in città ponte e si inginocchia per
dei Francescani (1290). adorarlo; accanto, incontra
❷ La basilica Davide, re d’Israele.
Rinnovata nel corso ❼ Rimozione del ponte
del XIV secolo, si Il legno riconosciuto
caratterizza per la sobria dalla regina viene
interpretazione dello rimosso e seppellito.
stile gotico propria ➑ Sogno di Costantino
degli ordini mendicanti. Un angelo appare
❸ Navata unica all’imperatore e gli predice
Ospita affreschi la vittoria su Massenzio
di artisti locali di nel segno della croce.
notevole valore, come ➒ La battaglia
Spinello Aretino. Costantino sconfigge
❹ Crocifisso dipinto Massenzio nella battaglia
Sospeso sopra l’altare di Ponte Milvio (312).
maggiore, è databile ❿ Tortura dell’ebreo
intorno al 1270-80. Dopo la morte di Cristo,
❺ Cappella maggiore la croce era stata
La sua decorazione fu sepolta; solo l’ebreo
commissionata dalla Giuda sa in quale luogo.
famiglia Bacci nel 1447 L’informazione gli viene
a Bicci di Lorenzo, che estorta con la tortura
ne dipinse la volta e la per volere di Elena,
13 sommità dell’arco prima madre di Costantino.
di morire (1452). Il lavoro ⓫ La croce ritrovata
passò a Piero della Elena fa disseppellire
Francesca che affrescò la croce e la riconosce
scene della Leggenda grazie a un miracolo.
11 della vera Croce, tratte ⓬ Eraclio e Cosroe
dalla Legenda Aurea Il re persiano Cosroe
di Jacopo da Varagine conquista Gerusalemme
(XIII secolo). Il restauro e ruba la croce, ma
del ciclo si è concluso l’imperatore bizantino
nel 2000; dalla fine dl Eraclio lo sconfigge.
2019 gode di un nuovo ⓭ Restituzione
impianto di illuminazione Cosroe riporta la croce
realizzato dallo sponsor a Gerusalemme.
12
4 tecnico iGuzzini. ⓮ Annunciazione
❻ Adamo e regina di Saba Esordio del percorso
L’albero che darà il legno della Salvezza che
della croce nasce sulla si compie sulla croce.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

14
10

8
7

9
N

6
Tra le allegorie di Casa Vasari
Pagina precedente, in alto: la sala del Trionfo della Virtù
nel Museo di Casa Vasari. Deve il nome al Trionfo della
Virtù che lotta con la Fortuna e l’Invidia affrescato
da Vasari sul soffitto. Pagina precedente, in basso: scorcio
della cinquecentesca fortezza Medicea sul colle di San
Donato. A sinistra: allegoria della pittura nella sala
della Fama di Casa Vasari. Sotto: il Passeggio del Prato,
parco pubblico tra il duomo e la fortezza; il campanile
della cattedrale risale alla seconda metà del XIX secolo.

il weekend AREZZO

corda che il poeta nacque ad Arezzo nel 1304. Lo spazio Casa Vasari. Il poliedrico uomo di cultura, pittore, architetto,
verde fu ricavato dal 1810, in epoca granducale, colmando l’av- storiografo, nacque ad Arezzo nel 1511; a trent’anni acquistò
vallamento tra il colle di San Pietro e quello di San Donato, la casa in borgo San Vito, «nella migliore aria della città», e la
sulla cui sommità sorge ciò che resta della stella a cinque punte decorò con complesse allegorie che culminano nel Trionfo del-
della fortezza Medicea, sorta dal 1538 su preesistenze tre- la Virtù che lotta con la Fortuna e l’Invidia.
centesche. È tornata in gran parte visitabile grazie agli inter- Le Vite de’ più eccellenti pittori, scultori ed architetti, il primo testo
venti di recupero che si sono protratti fino al 2019. della nostra storiografia artistica, pubblicate da Vasari nel 1550
Dalla platea del duomo, verso cui si aprono il palazzo Vescovi- e nel 1568, si aprono con la biografia di Cimabue, presentato
le, con il Museo Diocesano di Arte Sacra, e il turrito palazzo come il fondatore dell’arte italiana. È probabile che Vasari ab-
dei Priori, sede del Comune, il percorso prosegue in discesa fi- bia visto il Crocifisso nella chiesa di San Domenico, distante
no al Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna, in palazzo solo duecento metri dalla sua nuova casa aretina. Non ne parla
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Bruni-Ciocchi. Nelle sue sale la fervida cultura figurativa citta- nelle Vite, l’accostamento dell’opera al nome di Cimabue risale
dina tra Duecento e Quattrocento è documentato dalle tavole all’inizio del Novecento. Appartiene alla giovinezza dell’artista,
di Margarito d’Arezzo, di Spinello Aretino, di Parri di Spinello, intorno al 1270, e segna la prima tappa dello straordinario per-
di Bartolomeo della Gatta. L’imponente Convito per le nozze di corso di allontanamento dalla fissità dei modelli bizantini com-
Ester e Assuero di Giorgio Vasari, del 1548, offre invece un sag- piuto dal pittore: un seme della rinascita dell’arte in Italia ger-
gio dell’eclettico manierismo che si ritrova nel vicino Museo di mogliato nel fertile terreno della cultura aretina.

Bell’Italia 103
il weekend
AREZZO

Arezzo si raggiunge in auto con la A1 Milano-


Napoli; il casello è a dieci chilometri dalla città,
da percorrere lungo la statale 679. In treno:
la stazione, servita da treni regionali da Firenze
e Roma e Intercity da Bologna e Roma, dista
15 minuti a piedi da piazza Grande. In aereo:
aeroporto di Firenze, a 90 km, e aeroporto
di Perugia, a 95 km. In camper: area attrezzata
comunale in via Pier Luigi da Palestrina;
info Atam 800.38.17.30. Info: Infopoint
Discover Arezzo, Logge Vasari, piazza Grande
13, 0575/37.74.68; www.discoverarezzo.com
Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna ad Arezzo

Paesaggi costellati di storia e d’arte


Il territorio aretino offre splendidi panorami naturali che custodiscono i segni di un grande
passato, dalle opere di Piero della Francesca al passaggio di Dante Alighieri di Carlo Migliavacca

Per la visita giorni e orari di apertura:


Capolavori in Valtiberina
Pieve di Santa Maria Ufficio Cultura del Comune
e Polittico di Pietro Lorenzetti di Arezzo, 0575/37.75.03. Conteso dalle grandi corti incinte. Pochi chilometri a nord,
(corso Italia 7, 0575/226.29). Museo Nazionale d’Arte italiane, Piero della Francesca nella natia Sansepolcro
Orario: da lunedì a domenica Medievale e Moderna amava tornare nella sua terra restano la casa che Piero fece
8-12,30 e 15-18,30 (via San Lorentino 8, d’origine dove ha lasciato, oltre edificare, e che ora ospita
(sono possibili variazioni); 0575/40.90.50). alla Leggenda della vera Croce, la Fondazione Piero della
ingresso libero. Turni di visita di un’ora e 15 opere di grande rilievo. Per Francesca (via Niccolò Aggiunti
Basilica di San Francesco minuti: martedì 9,15-13,30 e conoscerle occorre lasciare 71, 0575/74.04.11), sede
e Leggenda della vera Croce 15-19,15; mercoledì e venerdì Arezzo e raggiungere la vicina di mostre e centro studi,
di Piero della Francesca 15-19,15; giovedì, 1° e 3° Valtiberina. Del piccolo centro e le opere commissionate
(piazza San Francesco 1, sabato del mese 9,15-13,30; di Monterchi, arroccato su un dai suoi concittadini esposte
0575/200.59). Orario: lunedì ingresso libero. colle, era originaria la madre di nel Museo Civico in palazzo
9-13,30, da martedì a venerdì Museo di Casa Vasari Piero. Qui, nella piccola chiesa dei Conservatori (via Niccolò
9-18, sabato 9-17, domenica (via XX Settembre 55, di campagna di Santa Maria a Aggiunti 65, 0575/73.22.18).
13-17,30. Le visite al ciclo 0575/35.44.49). Momentana, l’artista affrescò Si tratta di dipinti di grande
pittorico sono solo su Visite su prenotazione in turni l’intensa Madonna del Parto rilievo: la Resurrezione (1463
prenotazione, 0575/35.27.27 e di 8 persone ogni ora: lunedì (1455 circa), solenne circa) affrescata per la sala
0575/29.90.71; ingresso 10 € e da mercoledì a domenica eppure umanissima immagine del Consiglio del palazzo,
(compresa prenotazione). ingressi alle 9, 10, 11,20, 12,30, di Maria incinta. Oggi è il Polittico della Misericordia
Cattedrale dei Santi Pietro martedì chiuso; ingresso 4 €. conservata nei Musei Civici (1445-62), e i frammentari
e Donato (piazza del Duomo 1, Chiesa di San Domenico Madonna del Parto (via della affreschi con San Giuliano
0575/402.72.26). e Crocifisso di Cimabue Reglia 1, 0575/707.13), in e San Ludovico (1455-60
Orario: tutti i giorni 6,30-12,30 (piazza San Domenico, genere aperti tutti i giorni, circa). Orario: lunedì-giovedì
e 15-19; ingresso libero. 0575/35.47.69). 10-13 e 14,30-17,30; ingresso 14,30-18, venerdì-domenica
Fortezza Medicea (viale Bruno Orario: tutti i giorni 9-13 6,50 €, gratuito per le donne 10-13 e 14,30-18; ingresso 8 €.
Buozzi). Per informazioni su e 15-17,30; ingresso libero.

104 Bell’Italia
Trattoria Il Saraceno

La Madonna del Parto a Monterchi Ristorante Antica Fonte gfdhgfdhfdhfdh


La Corte del Re

Gli alberghi palazzetto settecentesco, ai prodotti del territorio. tendenza dal vivace design
La Corte del Re servite da una bella scala in Ambiente informale e piatti contemporaneo che si
(via Borgunto 5, angolo piazza pietra. Atmosfera accogliente curati: gnocchi con spinaci, caratterizza per una proposta
Grande, 377/253.95.81). Guest e cura per i dettagli. porcini e crema di latte, stinco gastronomica fuori dai canoni
house di charme nel cuore Doppia con colazione da 80 €. di maiale con patate arrosto, della tradizione: hamburger
della città, in un antico palazzo “tapas toscane” per un pranzo (anche di pesce, maiale e pollo),
che guarda verso la splendida I ristoranti veloce. Conto medio 25 € panini vegetariani, club
piazza Grande. Arredi moderni Ristorante Antica Fonte Jungle in Town sandwich, insalate e un’ampia
si sposano al carattere (via Porta Buia 18, 0575/ (via Giuseppe Garibaldi 97, selezione di birre artigianali.
medievale della struttura, con 280.38). Cucina regionale 0575/283.42). Locale di Conto medio 15 €.
pietre e mattoni a vista. toscana interpretata con
Doppia con colazione da 145 €. raffinatezza in un contesto
Vogue Hotel ★★★★ semplice e accogliente. Seguendo Dante nel Casentino
(via Guido Monaco 54, 0575/ Nel menu, ravioli di coniglio Arezzo fu una delle prime tappe del lungo esilio di Dante, seguito
243.61). Sulla via che conduce al burro e carote, tortelli alla condanna inflittagli dalla sua Firenze nel 1302. Negli anni
dalla stazione al centro storico. di patate con lardo, pomodorini successivi il poeta frequentò spesso il vicino Casentino, ospite
Propone 26 camere ampie e rosmarino, tagliata di vitella nei castelli e nelle residenze dei conti Guidi. Risalendo da
che coniugano tradizione con tartufo, peposo alla Arezzo l’alta valle dell’Arno, dopo 40 km si raggiunge il castello
e modernità; servizio fornacina. Conto medio 30 €. di Poppi (piazza della Repubblica 1, 0575/52.05.16), sorto
attento e cordiale. Doppia Trattoria Il Saraceno nella seconda metà del XIII secolo su una rocca preesistente.
con colazione da 120 €. (via Giuseppe Mazzini 6, 0575/ Dante vi soggiornò più volte, ospite di Guido da Battifolle;
B&B De’ Montetini 276.44). Cucina della tradizione, da qui nel 1311 inviò alcune delle sue celebri epistole, come
(via de’ Montetini 7, ma anche pizza cotta nel forno quella a Margherita di Brabante, moglie di Enrico VII. Orario:
328/752.62.94). Al piano terra a legna a due passi da piazza lunedì-giovedì 10-18, venerdì-domenica 10-19; ingresso 7 €.
e al primo piano di un edificio Grande. Robusto omaggio Dal castello si vede la piana di Campaldino, dove nel 1289
ottocentesco, tre camere ai sapori locali: ribollita aretina, si svolse la battaglia tra guelfi e ghibellini cui prese parte anche
dalle tinte tenui arredate pici al cinghiale, anatra e Dante (nelle schiere guelfe). Alla piana guarda anche il castello
©RIPRODUZIONE RISERVATA

con ricercata semplicità. coniglio in porchetta. Conto di Romena (Pratovecchio, via Pieve di Romena 10, 366/560.93.95,
Doppia con colazione da 93 €. medio per il ristorante 30 €. aperto da giugno a novembre), altro luogo dantesco, come pure
B&B Il Piccolo Cavour Il Covo dei Briganti la sottostante pieve di San Pietro (Pratovecchio, via Pieve
(via Cavour 108, 0575/34.84.86 (via Guido Monaco 9, 349/ di Romena 1, 0575/58.20.60), del XII secolo, bell’esempio
e 327/792.72.22). Sei camere 231.27.63). Osteria che si ispira di architettura romanica. Orario: tutti i giorni 9-19; ingresso libero.
disposte sui vari livelli di un ai sapori di un tempo e guarda

Bell’Italia 105
2021: UN ANNO COME LA TUA AGENDA
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orchidee che Margherita Leoni ha realizzato per Gardenia.
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di Albano Marcarini

LE DUE FACCE DEL


GARGANO ORIENTALE
Un percorso ciclistico con partenza e arrivo a Vieste segue la meravigliosa costa
fino a Pugnochiuso, offrendo, al rientro, un assaggio del più selvatico entroterra

I l Gargano, sta scritto in una descrizio-


ne geografica dell’Italia datata 1832,
«è un’alta montagna, ed estesissimo pro-
lingua di terra che collegava l’Italia alla
costa dalmata, al di là dell’Adriatico. Un
“ponte” sul quale, in tempi remotissimi,
nere e proteggere le case, come fossero
un solo insieme. Gli edifici sono bianchi,
come il colore dei borghi pugliesi. Siamo
montorio nel regno delle Due Sicilie, cele- vivevano caratteristiche specie animali e nell’antica Apeneste dauna, fortificata da
bre per la sua forma, per la situazione e la vegetali, a volte uniche. Federico II nel 1240. Il castello si presenta
qualità e quantità delle sue alte vette. Sor- Questo itinerario ciclistico riguarda nell’impianto datogli dagli Spagnoli nel
ge lungo la riva australe del mare Adria- la porzione orientale del Gargano, fra 1537, quando subì gli assalti più cruenti,
tico, bruscamente elevandosi dal mare e Vieste e la splendida costa adriatica in come quello del pirata Dragut che, una
dalle pianure della Puglia sino a 828 tese. direzione di Mattinata, con un ritorno volta conquistata la città, fece settemi-
Questa mirabile montagna, tutta di mar- verso l’interno, fra montagne non eleva- la vittime fra gli abitanti. Anch’essa dal
mi granitosi, coperta di selve d’alto fusto, te ma di grande fascino per la loro selvag- passato tormentato, la cattedrale del IX
in sé racchiude città, borghi, villaggi, tor- gia solitudine. Il nucleo medievale di Vie- secolo, posta sul luogo di un tempio pa-
renti e laghi». Oggi, a distanza di quasi due ste sembra un vascello sospinto nel mare, gano, oggi mostra una singolare mesco-
secoli, il celebre promontorio ospita uno con a prua il castello e la chiesa dedicata lanza di stili di epoche diverse.
dei più estesi parchi nazionali d’Italia, la a San Francesco. L’abitato si sviluppa in Si esce da Vieste in direzione Mattinata
cui biodiversità è espressa dalla varietà vicoli stretti e contorti tagliati dai “migna- (lungomare Mattei) sfiorando, all’inizio
di ambienti naturali e di paesaggi. Per gli li”, tipiche scalinate addossate ai muri, e della spiaggia del Castello, il famoso fa-
studiosi il Gargano è quanto resta di una scavalcati da archi che sembrano soste- raglione di calcare detto “Pizzomunno”

Bell’Italia 107
Sentieri d’Italia

al mare toccando in sequenza alcuni dei


più celebri monumenti naturali del Gar-
gano: dalla cala Sanguinara alla spiag-
gia di Portogreco, dominata dalla torre
dell’Aglio, per finire alla baia di Pugno-
chiuso, con il suo arco naturale.

IL RIENTRO A VIESTE
TRA PASCOLI E VALLONI
Lasciata Pugnochiuso, la strada si riporta
all’interno e, al km 25,4, si congiunge di
nuovo con la provinciale 53, da seguire
verso sinistra. Si sale, con moderata pen-
denza e con curve continue, fra lembi di
bosco da cui spiccano begli esemplari di
pini d’Aleppo. Giunti al bivio per Vigna-
notica (km 31,1), si abbandona definiti-
vamente la provinciale e si piega a destra
(direzione Monte Sacro) lungo una stret-
ta strada asfaltata che, fra pascoli e ulive-
ti sparsi, risale una dorsale montuosa. È il
tratto più faticoso ma di impagabile bel-
lezza per via del paesaggio, che pare di-
segnato da un ignoto giardiniere. Più in
quota, nelle radure, affiorano i primi
banchi di pietra calcarea, spesso sor-
volati dai bianconi. A 35 km da Vieste,
la strada sfocia sulla statale 89 Garganica,
come indicato sulla parete di una diruta
casa cantoniera: a 623 metri d’altezza è il
culmine dell’itinerario. Si piega a destra
per un breve tratto, poi, lasciata la stata-
le, si rimonta a destra su uno stradello
dal fondo in dissesto (segnavia 31), fra
masserie in abbandono.
Si procede mantenendo la traccia più
battuta, trascurando tutte le diramazio-
ni. Si affronta così una lunga discesa su
sterrato, fra mandrie al pascolo brado e
stallazzi cintati da muretti in pietra. Iso-
lati, fra i pascoli, grossi esemplari di lecci,
cerri e carpini, mentre sul manto erboso
spuntano in primavera incredibili esem-
plari di orchidee, di cui il Gargano conta
ben 56 specie. Più avanti si raggiunge
l’azienda agrituristica Sgarrazza, l’unico
(“pezzo di mondo”). Abbandonate le ginepro e tamerice. Stupisce il contrasto luogo abitato nel raggio di parecchi chilo-
attrezzature balneari ci si inerpica sulle di colori fra il verde della vegetazione, metri, ideale punto di sosta. Si prosegue
prime salite della strada costiera (pro- le bianchissime falesie e il blu del mare. nella discesa che si fa ripida, ma su fon-
vinciale 53), tratto comune alla Ciclovia Si aggira cala di San Felice e, sul suc- do in asfalto. La vegetazione riprende il
Adriatica, il lunghissimo itinerario che cessivo capo (la Testa del Gargano), suo aspetto domestico con uliveti e man-
unisce Ravenna con Santa Maria di Leu- si avvicina la torre omonima, uno dei dorleti. Aggirato il monte Peloso si entra
ca. Sulle colline compaiono gli ulivi, ma tanti presidi del XVI secolo a guardia nell’incavo di un vallone. Si procede ve-
quando la strada s’insinua fra gli anfratti della costa. Al km 11,3 appare la baia di locemente ma con prudenza per via della
costieri, segnati dalle stratificate pareti Campi con la sua isoletta. Qui la strada strada stretta e del fondo non mantenu-
di calcare, la macchia mediterranea volge verso l’entroterra ed è opportuno to. Dopo un lungo tratto, le attrezzature
prende il sopravvento con le sue piante lasciarla per proseguire, a sinistra, lungo turistiche annunciano Vieste.
aromatiche: mirto, lentisco, rosmarino, la provinciale 54, che rimane più vicina ©RIPRODUZIONE RISERVATA

108 Bell’Italia
come
dove
quando

A sinistra: la spiaggia di Vignanotica


con la caratteristica falesia calcarea,
non lontana dal nostro itinerario.
A destra: la ricca colazione nel B&B
“A un passo dal mare”, con vista su
Pizzomunno, il faraglione di Vieste.
ITINERARIO ciclabile ad anello nel
Gargano orientale, in provincia
di Foggia, per cicloturisti allenati.
Partenza e arrivo: Vieste, che
si raggiunge da Foggia (a 108 km)
con la strada statale 89.
Lunghezza: 51 chilometri.
Dislivello: 1.170 metri; tratto
di massima salita dal km 31
al km 35, all’8,5% medio.
Tempo di percorrenza: 3 ore
e mezza (escluse le soste).
Tipo di percorso: strade
provinciali asfaltate (89%)
e campestri sterrate (11%).
Mezzo consigliato: mountain-bike
e gravel; e-mtb per i non allenati.
Periodo indicato: tutto l’anno.
INFO Iat Turismo Vieste, piazza
Kennedy 13, 0884/70.88.06;
disponibile la traccia gpx
del percorso facendo richiesta
a info@guidedautore.it

Alberghi e ristoranti
B&B “A un passo dal mare”
(Vieste, lungomare Enrico
Mattei 22, 340/638.26.80).
Con vista mare, è la scelta
ideale, alla partenza dell’itinerario.
Doppia con colazione da 85 €.
Masseria Sgarrazza (Vieste,
contrada San Salvatore,
347/754.51.80). Da una masseria
ottocentesca nasce questo
agriturismo immerso tra boschi
e pascoli, produttore di
grano e olio, con allevamenti
di vacche podoliche da cui
si ricava il tipico caciocavallo.
Offre ospitalità in camere
doppie o appartamenti
e un ristorante con menu da 25 €.
Trattoria Il Paniere (Vieste,
via Tordisco 4, 0884/70.24.92).
Specialità di mare (tonno,
pesce spada e polipo) in un
locale a conduzione familiare,
con dehors sulla piazza del
centro storico. Conto 25 €.
Trattoria La Montagna
©RIPRODUZIONE RISERVATA

(Mattinata, strada provinciale


53 km 20, 330/35.48.34).
In posizione strategica al bivio
per Vignanotica, prima della salita
più impegnativa. Offre ottime
grigliate di pesce e spuntini di
salumi e formaggi. Conto 20 €.

Bell’Italia 109
CIBO & PAESAGGIO OSIL0 (Sassari)

Un piccolo grande
formaggio sardo
Il pecorino di Osilo, di dimensioni un po’ ridotte rispetto
alla media, ha pasta morbida e un gusto molto intenso
A cura di SLOW FOOD
Testi Angelo Surrusca Fotografie Alberto Peroli/Slow Food

C on i suoi 672 metri di quota, Osilo


è uno dei paesi più alti della Sarde-
gna. Si trova 15 chilometri a est di
’900 con il nome locale caxu cottu a fogu
(“formaggio cotto nel fuoco”). Il cano-
nico Francesco Liberi Tolu, nel libro
Sassari, sulla più settentrionale delle Osilo (1913), sottolinea come il fatto che
tre cime del monte Tuffudesu, e basa la cagliata sia sottoposta a cottura lo
buona parte della sua economia da renda più saporito e resistente.
tempo immemorabile sul settore lat-
tiero-caseario. Fiore all’occhiello è il COTTURA E PRESSATURA:
pecorino, che presenta già alla vista al- ECCO I SEGRETI DELLA QUALITÀ
cune differenze rispetto ai suoi omolo- Il pecorino di Osilo si produce solitamen-
ghi regionali: è infatti un po’ più piccolo te da ottobre a luglio. Il latte viene posto
della media (ha un peso che oscilla tra in una caldaia di rame stagnato o di ac-
1,4 e 2,2 chili), il diametro è inferiore, ciaio e riscaldato a 36-37 gradi, quindi si
lo scalzo è più alto. La crosta è sottile e aggiunge il caglio liquido di vitello. La
di colore giallo paglierino, come la pa- cagliata viene fatta riposare e poi rotta in
sta, che è morbida, grassa, untuosa, e granuli delle dimensioni di un chicco di
possiede una grande intensità all’olfat- mais mentre si procede alla semicottura
to e un sapore particolarmente aroma- (45-47 gradi). La massa così ottenuta vie-
tico. Al naso i profumi sono quelli tipici, ne tagliata e modellata. Ciascuna for-
quali note di lana, legno secco e, talvol- ma, avvolta in teli di cotone, viene si-
ta, erbe aromatiche; in bocca si rivela stemata negli stampi e sottoposta a
In alto, da sinistra: il borgo di Osilo burroso e fondente, con belle note di una lunga pressatura, a volte con l’aiu-
si sviluppa intorno al castello dei nocciola tostata. Questo pecorino, pro- to di rudimentali presse meccaniche:
Malaspina (XIII secolo), sulla punta
dotto anche in alcuni comuni limitrofi questa caratteristica, non comune alla
nord del monte Tuffudesu; pecore
al ritorno dal pascolo. Qui sopra: una (Sassari, Ploaghe, Nulvi, Codrongianos, lavorazione di altri pecorini, conferisce
fase della lavorazione del pecorino Tergu), viene citato da diversi viaggia- al formaggio una pastosità che si mantie-
nell’azienda di Gavinuccio Turra. tori e studiosi dell’isola sin dai primi del ne anche con la stagionatura. Immerso

110 Bell’Italia
come
dove
quando
OSILO
(Sassari)

Pecorino di Osilo

Panorami e sapori
del nord dell’isola
Soggiorni con vista sul golfo dell’Asinara e cene nell’antico
mulino. In tavola ravioli di ricotta e le dolci tabaccheras

i primi di pasta fresca


come i ravioli di ricotta,
la grigliata di carni
miste. Conto 27-35 €.
Il Vecchio Mulino
(Sassari, via Frigaglia
in salamoia per 24 ore, viene infine asciu- 5, 079/492.03.24). Locale
gato e posto a stagionare. È pronto dopo accogliente e familiare
60 giorni, ma raggiunge le migliori carat- in un mulino del ‘600.
teristiche organolettiche dopo 5-6 mesi. L’interno, disposto su due
Quasi tutti i produttori preferiscono af- livelli sfalsati, è semplice,
fidare i loro pecorini a esperti affinatori, curato e informale.
che nelle loro cantine rivoltano periodi- La proposta di Anna
camente le forme, le lavano con acqua e Spano e Andrea Scotto
salamoia e le ungono in superficie con Osilo si raggiunge dal capoluogo Sassari (15 km) con la è orientata alla scelta
una miscela di olio di oliva. Con il siero statale 127 Settentrionale Sarda. In camper: Li Nibari, di piatti realizzati con
avanzato dalla lavorazione si ricava la a Marina di Sorso, località Li Nibari, 079/31.03.03. materie prime locali.
ricotta mustìa: leggermente affumica- Ricca l’offerta di antipasti,
ta (questo il significato del nome) al Gli alberghi 74 camere luminose, tra i quali primeggia
fuoco di piante aromatiche, ha la for- arredate in stile classico il carpaccio di bue rosso.
ma di una pagnotta schiacciata, colore Piazza San Pantaleo e dotate di ogni comfort. Da provare anche i ravioli
ambrato e un sapore intenso. Si mangia (Sorso, piazza Ricca colazione dolce di ricotta e finocchietto
fresca, dopo due o tre giorni di asciugatu- San Pantaleo 14, e salata, pranzo e cena con fiori di zucca,
ra, ma si può anche stagionare. 079/35.35.62 e 340/ a base di specialità sarde pecorino dolce e scorza
936.02.45). Elegante e nazionali. Doppia di limone, e come dessert
DUE CASARI E UN RIGOROSO e curato b&b in una con colazione da 69 €. le tabaccheras, dolci
DISCIPLINARE DI PRODUZIONE palazzina accuratamente ripieni di crema di latte.
Attualmente la produzione del pecorino restaurata, in cui sono I ristoranti Meritano una visita
di Osilo è frammentata e ridotta rispetto stati mantenuti gli originali le cantine. Nel corso
alle potenzialità: tanti conferiscono il elementi Liberty. Le L’Assassino dell’anno vengono
latte a grandi caseifici o non posseggono camere sono di diverse (Sassari, via Pettenadu organizzati diversi eventi
locali e attrezzature adatte alla produ- tipologie e dimensioni. 19, 079/23.34.63). culturali. Conto 28-34 €.
zione e alla vendita. Il Presidio Slow Fo- Al piano terra merita una Nel cuore del centro
od, sostenuto dall’Assessorato regionale visita la cantina con volte storico, all’interno di una
dell’agricoltura e riforma agro-pastora- in pietra della prima metà corte suggestiva, è uno
le, riunisce due casari di Osilo, i quali
aderiscono a un rigoroso disciplinare di
dell’800. Dal terrazzo
si può ammirare il golfo
dei locali più caratteristici
della città. Il punto
info
produzione. Questo sancisce che solo dell’Asinara. Molto curate di forza della cucina sono Presidio Slow Food
gli allevatori della zona storica posso- le colazioni. Doppia le materie prime Referente dei produttori
no produrre il pecorino del Presidio. con colazione da 80 €. che Carmelo Nieddu, Gavinuccio Turra,
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Non è inoltre consentita la produzione Hotel Carlo Felice ★★★★ gestore del locale, sceglie 342/126.71.15;
di formaggio da latte di più allevamenti (Sassari, via Carlo tra selezionati produttori gavinuccioturra@virgilio.it
o di ovini allevati in stalla. L’allevamen- Felice 50, 079/27.14.40). locali e della Gallura. Sopra, il simbolo
to delle pecore del Presidio, infatti, è In una zona tranquilla Da provare le melanzane che garantisce, sulla
brado o semibrado e caratterizzato dal a 3 chilometri dal centro, alla sassarese, le lumache confezione, i prodotti
pascolo per buona parte dell’anno. un moderno albergo con con aglio e prezzemolo, dei Presidi Slow Food.
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Bell’Italia 111
Giri pagina
e giri l’Europa.

Oggi non devi andare molto lontano per viaggiare in Europa. Leggere Bell’Europa è Il miglior modo per
scoprire il Vecchio Continente. Gli angoli più nascosti, le località più affascinanti, tutti i segreti delle grandi
città e dei piccoli borghi. In attesa di poterli visitare in tempi migliori, puoi girare l’Europa girando pagina.
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EDITORIALE GIORGIO MONDADORI

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I PIACERI gennaio

Camera con vista | Alberghi | Benessere | Agriturismo | Buona Italia | Cantine e altro

A Cortina,
ricette e sapori
della tradizione pagina 116

L’OCCASIONE
DEL MESE

VACANZA
E LAVORO
IN ROMAGNA
Unire lavoro e tempo
libero: dal 6 gennaio
l’Atlantic Hotel Riccione,
4 stelle superior sul
mare, ha una proposta
per chi vuole fare smart
working. Le camere
vista mare offrono
connessione superveloce
e meeting room. E poi
c’è la spa per rilassarsi
e rigenerarsi. Il prezzo
è 130 € a notte in doppia,
compresa la cena nel
ristorante dell’hotel e
l’ingresso alla piscina
con acqua marina.
In più, sconti del 50 per
cento per bambini fino
a 13 anni e servizio extra
di baby sitting. Vale
per minimo 3 notti.
INFO hotel-atlantic.com

MONTI SIBILLINI

Nelle Marche tour gratuiti in taxi per gli over 65


Scoprire i Monti Sibillini, tra paesaggi, borghi e botteghe, viaggiando
in taxi. Per gli over 65 il servizio è gratuito: il tour prevede tappe nel borgo
di Comunanza (Ascoli Piceno), alla grotta della Sibilla e all’eremo della
Madonna dell’Ambro. Si parte da Fermo o Servigliano; da febbraio il taxi
conduce anche alla scoperta di botteghe artigiane che organizzano laboratori
di lavorazione della pelle e del ferro. INFO Social Infopoint, Cooperativa La
Sorgente, 329/90.52.97. Prenotazioni: Il Giardino Che Cura e Cooperativa Eureka, 351/178.05.27

Altre Occasioni a pag. 127


©RIPRODUZIONE RISERVATA

Bell’Italia 113
CAMERA CON VISTA
Testi di Anna Pugliese

CORMONS (Gorizia) LA SUBIDA COUNTRY RESORT

Tra i silenzi e i sapori del Collio


Circondato dai colli
goriziani, il country È un mondo in evoluzione, che regala
vere esperienze sensoriali, quello
della Subida, un resort immerso nella
Sirk, figlio di Josko, padrone di casa al-
la Subida da più di 50 anni. Per quanto
riguarda gli alloggi, l’esordio è alla fine
resort della famiglia
Sirk offre una calda natura del Collio, circondato da boschi degli anni 70 con delle case contadine,
e familiare accoglienza. e vigneti, tra le colline che abbracciano arredate in stile country chic, «oggi com-
Gorizia spingendosi verso la Slovenia. pletamente stravolte perché ogni anno
Famoso per i suoi
Un vero e proprio borgo, con gli al- rinnoviamo e ripensiamo almeno un pa-
due ristoranti, uno loggi, due rinomati ristoranti e tanto io delle nostre casette», aggiunge Mitja.
dei quali stellato verde per darsi tempo e spazio. «Tut-
Michelin, propone to è nato alla fine della Seconda guerra DALLA LIBRERIA NEL BOSCO
23 alloggi diffusi mondiale, quando mio nonno iniziò con ALLA CASA RELAX
con ampie vetrate sul un’attività di ristoro. Nel 1968 gli su- Le proposte più nuove e intriganti offro-
bosco. Un’esperienza bentrò mio padre e nel 1983 prese il via no la preziosa occasione di isolarsi nella
golosa a stretto l’avventura della Subida nella forma in natura, grazie alle pareti in gran parte in
contatto con la natura cui la conosciamo oggi», riassume Mitja vetro che lasciano entrare luci e sfumatu-

114 Bell’Italia
re di colori. Il Nido è un alloggio minima- grande vasca e una sauna a infrarossi, per nata, scottata solo dal calore della polenta
le, che viene proposto agli ospiti solo dopo concedersi il tempo di prendersi cura di e del sugo di gulasch su cui è adagiata. Op-
la cena: una volta goduta la passeggiata sé. Anche qui le pareti sono trasparenti pure i sapori dell’Osteria, dove troviamo
nel bosco, si entra in una sorta di tunnel di e la vista è sul parco. Ci sono poi le case pietanze semplici per accompagnare i vi-
piante. È piccolo, raccolto: un solo grande più tradizionali, quelle country o “della ni della cantina di casa. C’è chi fa il viaggio
letto affiancato da una vasca, affacciata su nonna”, edifici dove si celano altre sor- sin qui anche solo per i famosi aceti della
un bosco privato. La Libreria nel Bosco è prese. La casa dell’Acetaia, ad esempio, è Subida. Da circa 45 anni sono la passione
invece una casetta sulla collina, protetta una baita tutta in legno. E c’è la casa delle di Josko Sirk. E si possono degustare con
da una fitta siepe, isolata da tutto. Una Chiome, un po’ rialzata, dove si ha la sen- dei percorsi guidati nell’Acetaia, un’espe-
parete è completamente coperta di libri sazione di stare tra rami e foglie, sospesi. rienza spesso sorprendente.
– romanzi e saggi di storia, filosofia, bota- Ma La Subida non è solo un’occasione ©RIPRODUZIONE RISERVATA
nica – e l’unico arredo è un grande letto di riposo. Si arriva in quest’angolino di
da dove ammirare le felci e i castagni, o Collio anche per godersi sapori unici. Sopra, da sinistra: l’elegante veranda
da sfruttare per totali immersioni nella Quelli ispirati dalla tradizione, ma com- la casa delle Chiome, della Trattoria al
lettura, abbracciati da un verdissimo pa- pletamente rinnovati, della Trattoria al open space che Cacciatore; uno
sembra immerso dei tavoli esterni
esaggio e dal silenzio assoluto. C’è poi la Cacciatore, stellata Michelin, dove un nel bosco; scorcio per la colazione in
casa Relax, che ospita un comodo divano piatto antico come il gulasch viene scom- della casa Relax. terrazza; il letto della
(all’occorrenza si trasforma in letto), una posto e ripensato con carne di daino mari- Sotto, da sinistra: casa delle Chiome.

info
La Subida Country Resort
Cormons (Gorizia), via Subida 52,
0481/605.31; www.lasubida.it
Camere: 21 casette.
Prezzi: casetta per 2 da 130 a 250 €
al giorno; colazione 15 € se
consumata in hotel, 20 € in camera.
Servizi: piscina (da giugno a fine
settembre), Acetaia (con visite
guidate), maneggio, parco, noleggio
bici e Vespe. Trattoria al Cacciatore
(una stella Michelin): menu
degustazione 60-75 €, alla carta 60 €.
Osteria (più informale): conto 25 €.
Apertura: chiuso dal 15 a 28 febbraio.
PIACERI

CORTINA D’AMPEZZO E VALLE DEL BOITE (Belluno)

Gnocchi, formaggio
e orti di montagna
A cura di Auretta Monesi Foto di Franco Cogoli

CORTINA D’AMPEZZOìL’Enoteca Cortina, l’Hotel Villa


Alpina, la Pasticceria Alverà, la Latteria Cortina, il Ristorante
Al Camin, il Ristorante Rio Gere e il Panificio Ghedina
| SAN VITO DI CADOREìIl Premiato Panificio Fiori | VODO
DI CADORE L’Azienda Agricola Michielli e l’Azienda Agricola
Fratelli Talamini “De la Tela” | TAI DI CADOREìGurmont |
PERAROLO DI CADOREìIl Salumificio Unterberger

D
al Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo,
dove nasce, il fiume Boite scende impetuoso
verso Cortina, la attraversa e prosegue
entrando nella parte orientale del Cadore,
per poi finire nel Piave. Tra ampezzani
e cadorini esiste un velo di campanilismo, anche
gastronomico, con i primi che guardano un po’ più verso
l’Austria e i secondi verso Venezia. «È una cucina
di montagna, basata sull’orto, con latte e carne
di maiale spesso affumicata», spiega Silvana Savaris
Grasselli, studiosa del gusto locale. «Le ricette del Cadore
sono più autenticamente venete, nell’Ampezzano invece
spunta la commistione con i gusti austriaci. Un mix
geniale, ottenuto con ingredienti non ricchi». Che
si tramanda sulle tavole, senza tradire le diverse origini.

116 Bell’Italia
Sopra: la conca ampezzana con
il Pomagagnon e il Cristallo. Pagina
precedente, in basso: casunziei del
Panificio Ghedina. A destra: la chiesa
di Vinigo, località di Vodo di Cadore.

CORTINA D’AMPEZZO Architettura d’epoca e ambienti curati


Il rito dell’aperitivo sotto al campanile L’Hotel Villa Alpina si presenta come una villa di montagna
Ancora prima che il rito dell’aperitivo diventasse un must, dei primi del Novecento, con gli erker (“balconi”) chiusi
a Cortina il pre-cena si faceva all’Enoteca Cortina. Gerry da vetrate, uno sopra all’altro e uniti verticalmente da aste
Gaspari e la moglie Rita si sono inventati questo locale per di legno. E una villa lo era davvero, sino a quando la famiglia
gustare l’ombra de vin quasi sotto al campanile. Taglieri Zardini non ha deciso di trasformarla in un piccolo hotel, ora
di salumi e formaggi selezionati si accompagnano al bicchiere, insignito delle tre stelle Superior. Siamo in centro ma con vista
insieme a tramezzini o tartine mutuate dai bàcari veneziani. panoramica da ogni finestra. Gli interni sono stati arredati
La scelta di Champagne è notevole e tra i liquori spiccano con l’impiego di legno chiaro naturale, stufe in ceramica
le raccolte di grappe. Le etichette di maggior pregio si e caminetto; le stanze hanno un tono montanaro, i bagni sono
affiancano al semplice Fragolino, lo spumante dolce e fruttato recenti e il wi-fi è gratuito come il parcheggio. Non c’è ristorante
adatto a tutti. È un locale raccolto: oltre al bancone su cui ma la colazione a buffet è piacevole e abbondante. Elio Zardini,
poggiare il calice, i pochi tavoli riservati a chi ordina la bottiglia il proprietario, e la moglie, la signora Alice, curano con attenzione
intera sono sempre presi d’assalto. Ospiti fissi qui sono il benessere dei loro ospiti e sono disponibili per prenotare
gli ampezzani doc, intenti a chiacchierare nel loro dialetto. lezioni di sci (deposito in loco). Doppia con colazione da 150 €.

Bell’Italia 117
Cortina d’Ampezzo

Sopra: l’Antelao (3.264 metri), uno dei re delle Dolomiti.


A sinistra: la pala d’altare della chiesa di Vinigo, attribuita
a Francesco Vecellio (1475-1560), fratello di Tiziano. Pagina
seguente, dall’alto in senso orario: il kranz, dolce tradizionale;
la passeggiata di corso Italia fotografata al crepuscolo;
vassoio di kranz e veneziane alla Pasticceria Alverà.

Una secolare passione fornaia


Massimo Alverà, con il suo staff familiare formato da uno
stuolo di solerti aiutanti di ogni età e ben quattro pasticcieri,
ha trasformato il locale di vendita dei suoi prodotti da forno,
fondato dal bisnonno Adolfo, in una caffetteria dagli arredi
molto attuali. Nella Pasticceria Alverà la parte dei banconi
dedicata al pane si è ristretta per far posto a macaron
e pasticceria d’avanguardia in monoporzioni, accanto ai classici
strudel, in assoluto la specialità della casa; poi la torta Linzer,
la Sacher, torte assortite, croissant, krapfen, praline e bavaresi.
Seppur ridimensionato negli spazi, resiste il pane, l’origine di
una vera fortuna fornaia. Tra le diverse varietà eccelle la puccia,
omonima ma senza nulla in comune con la puccia pugliese:
si tratta di una pagnotta rotonda di farine di segale e grano
tenero, aromatizzate con semi di finocchio. Sempre affollato,
Alverà declina la scelta salata in pizzette, finger food e snack.

118 Bell’Italia
In questa foto: Dida negativo bold, giate
vent ing ea faccume quam, venim et
wisi blaorero consenim iusto odolute
tat incipsum velit ilit et vent num quati
autpatuer ipsusci duipsustrud molum in
utema quam alit iurer iriureet at lutem
dolenibh enita nim nulput wis adipa.

I 140 formaggi dell’ex latteria sociale Tradizione e innovazione al Camin


In un appartato angolo del centro storico, la Latteria Cortina, Il benvenuto è dato dalle bottiglie sistemate sulla parete
nata come latteria sociale della valle, si nasconde vicino in legno dell’ingresso. Il Ristorante Al Camin è un locale
al fiume Boite. Da lustri raccoglie il latte delle sempre più rare che vanta una lunga storia. Nato come semplice trattoria,
mucche ampezzane e quello dalle montagne dei dintorni, che negli anni si è pian piano raffinato: la svolta decisiva è stata
confluisce qui per diventare formaggio. La vecchia casa in stile data dallo chef Fabio Pompanin, che ha portato il suo locale
valligiano, con balconate in legno e un grande stemma dipinto a diventare uno dei migliori di Cortina. Il servizio è svolto
sulla facciata, ha due grandi locali adibiti a shop. Qui si possono da personale cortese e solerte, supervisionato dalla moglie
acquistare tanti formaggi genuini delle valli venete, altoatesine e patronne Lorena. Nel menu di Fabio, accanto ai piatti
e di altre zone alpine. In alta stagione si arrivano a contare della tradizione trovano spazio anche proposte innovative.
ben 140 diverse qualità di prodotti lattiero-caseari a varia Qualche esempio: il timballo di riso nero con gamberi
stagionatura, tra i quali, oltre al Malga, al Cortina e al Dobbiaco, e curry, gli gnocchi di patate con pesto di rucola, gamberi
troviamo anche un formaggio lasciato “ubriacare” nel Prosecco. e coda di rospo, il rollè di pollo alle olive e carciofi spadellati,
Ai formaggi è stata affiancata una vasta scelta di prodotti la tagliata di cervo con cipolla rossa e finferli e la guancia
gastronomici come canederli, casunziei, gnocchi, pasta di vitello al Barolo. Come dessert, la scelta è tra strudel
fresca e salumi; poi pane e qualche dolce, miele e marmellate. con gelato e tante altre dolcezze. Conto da 50 €.

Bell’Italia 119
Cortina d’Ampezzo

Sopra: Vinigo e la chiesa di San Giovanni Battista, con


il monte Pelmo (3.168 metri) sullo sfondo. A sinistra: il gruppo
del Pomagagnon dalla strada per Misurina. Pagina seguente,
da sinistra in senso orario: l’angelo della chiesa di San Rocco,
a Borca; canederli freschi; formaggi alla Latteria Cortina.

Una pausa golosa tra Faloria e Cristallo


Il Ristorante Rio Gere è un punto di riferimento per gli sciatori
che si spostano dalle piste del Faloria a quelle del Cristallo.
È d’obbligo passare davanti alla baita, che nacque come
Capanna Rio Gere nel 1957, sulla strada per il passo
Tre Croci e Misurina. Frequentatissimo, soprattutto per i tavoli
al sole nella sosta pranzo, la sera si veste di gala e, nelle
sue belle sale rivestite di legno e decorate con quadri
e pezzi d’epoca, ci si accomoda per godere di un’ottima
cucina ampezzana e non solo. Nicola Bellodis e Adriana Rella
propongono i classici primi piatti: i casunziei ripieni di ricotta
e barbabietole o erbette, i canederli agli spinaci, speck o
formaggio, gli spatzle (gnocchetti di spinaci), la pasta al ragù di
selvaggina; e poi stinchi, agnello, carni grigliate e uova con speck
e patate. Ottimo per finire il kaiserschmarren, la frittata
dolce preferita dall’imperatore Francesco Giuseppe. Conto 45 €.

120 Bell’Italia
Grissini, Cortinesi al cioccolato e casunziei fortuna, oggi portata avanti da Andrea. Tante le tipologie di pane
I Ghedina sono in tanti a Cortina: una grande famiglia ramificata proposte, molto variegate per quantità di forme, impasti
e importante. Qui, al Panificio Ghedina, troviamo Pietro, di farine e aggiunte di semi ed erbe. Numerose anche le qualità
il padre, e i due figli Paolo e Alberto. Il loro negozio si trova di pasta fresca: canederli, ravioli, casunziei, pasticci, crespelle
a Pian da Lago, la zona operosa di Cortina. Fornai da sempre, e gnocchi. Poi ci sono i dolci, con torta Sacher, strudel, crostate,
si sono inventati diversi prodotti, come i grissini friabili con kipferl, torte rustiche, millefoglie, krapfen e biscotti. Non
e senza sesamo, e i Cortinesi, bocconi croccanti di grande manca un banco di formaggi e salumi con cui si confezionano
successo, anche ricoperti di cioccolato nella versione dolce gustosi sandwich: la scorta ideale per le ciaspolate in quota.
(Corticioc); poi i grissini delle Dolomiti e vari tipi di biscotti.
A tutto ciò si affianca la rinomata pasta fresca, con gli spatzle VODO DI CADORE
e gli immancabili casunziei, emblemi del gusto ampezzano. Nel borgo degli ortaggi e del cavolo cappuccio
Vinigo è un bel villaggio appeso alle pendici della montagna,
SAN VITO DI CADORE con la sua quattrocentesca chiesa dalle ricche decorazioni, tra
Dal 1910, una lunga storia di pane cui una tela di Francesco Vecellio, fratello di Tiziano. In questo
L’avventura del Premiato Panificio Fiori inizia nel 1910 paesino, immerso in un panorama da incanto e famoso
con Tommaso Fiori, che avvia un’attività destinata a gran per i suoi ortaggi, Alessandro Michielli dell’Azienda Agricola

Bell’Italia 121
Cortina d’Ampezzo

Indirizzi
CORTINA D’AMPEZZO Pasticceria Alverà,
Enoteca Cortina, piazza Pittori Fratelli
via del Mercato 5, Ghedina 14, 0436/86.21.66;
0436/86.20.40; www. www.pasticceriaalvera.com
enotecacortina.com Latteria Cortina,
Hotel Villa Alpina, via Marangoni 2-4,
via Roma 72, 0436/24.18; 0436/36.33.
www.villaalpina.it Ristorante Al Camin,

Michielli ha recuperato terreni a 1.029 metri di quota e in pochi


anni è riuscito a ottenere la bellezza di 17 tonnellate di verdure,
un record per l’economia agricola montanara. I cavoli
cappucci, con certificazione DeCO (Denominazione Comunale),
si consumano freschi; in alternativa, tagliati finissimi e messi
in salamoia diventano capuze garbe, edizione cadorina dei
crauti. Oltre ai cavoli, ecco fagioli, fagiolini, zucchine, cetrioli,
patate e rape rosse, preziose per la preparazione dei casunziei.
Non solo verdura, però: anche piccoli frutti, come fragole
e frutti di bosco, e fiori in primavera. L’azienda è presente con
i suoi prodotti al mercato di Cortina del martedì e del venerdì.
Qui sopra: il formaggio nel fieno proposto da Gurmont,
a Tai di Cadore. In alto: il lago di Misurina all’imbrunire. Pagina Dalla Pezzata Rossa, le mille forme del latte
seguente, da sinistra: il laghetto di Scin, nei dintorni di Rio L’Azienda Agricola Fratelli Talamini “De la Tela” nasce
Gere, con la superficie parzialmente ghiacciata; lo staff nel 2009 come allevamento di mucche da latte di razza Pezzata
di Gurmont; cartina con le località citate in queste pagine.
Rossa, affiancato poi dall’attività casearia. I Talamini, detti
“de la Tela” per distinguerli dagli altri rami della famiglia,
allevano anche suini e bovini da carne. I prodotti del caseificio

122 Bell’Italia
località Alverà 99, 0436/86.63.13; VODO DI CADORE località Palada, 0435/50.01.79;
0436/86.20.10; www.ghedina.org Azienda Agricola via Chiarediego 1, www.gurmont.it
www.ristorantealcamin.it Michielli, località Vinigo, 347/755.15.72;
Ristorante Rio Gere, SAN VITO DI CADORE via Savilla 36, www.agricoladelatela.it PERAROLO DI CADORE
località Rio Gere 1, Premiato 345/391.46.24; Salumificio Unterberger,
0436/34.34; riogere.it Panificio Fiori, www.michielli.com TAI DI CADORE via Regina Margherita 33,
Panificio Ghedina, corso Italia 76, Azienda Agricola Fratelli Gurmont, 0435/712.18;
località Pian da Lago 19a, 0436/91.35. Talamini “De la Tela”, via Cortina 55, www.becher.it

si ricavano da mucche che trascorrono molti mesi all’anno sidro, salumi e tanti formaggi, anche preparati nel mini-caseificio
in alpeggio, in piena libertà: latticini freschi, formaggi a varia annesso; e ancora, la cartufola (nome dialettale del topinambur),
stagionatura (anche aromatizzati), ricotta, yogurt naturale, le farine, i prodotti da forno, i funghi secchi e sott’olio, le birre
al malto e ai frutti di bosco. I tagli bovini più pregiati si vendono artigianali, i canederli, le confetture, le cioccolate e le tisane.
in confezioni richiestissime, mentre per la carne di maiale Tutte le specialità sono acquistabili anche dallo shop online.
la scelta spazia tra insaccati, pastin (un salame molto morbido),
salsiccia, sopressa, cotechini, braciole e costine. Nell’agriturismo PERAROLO DI CADORE
si gustano poi le specialità caserecce: pasta fresca, canederli, Lo speck cadorino affumicato e stagionato
gelato fatto con latte appena munto e panna cotta. Dinastia di origine tirolese, gli Unterberger vennero insigniti
del titolo nobiliare nel 1546 dall’imperatore Carlo V. Un ramo
TAI DI CADORE della casata giunse a Perarolo, e qui cominciò a produrre
L’eccellenza dei sapori dolomitici salumi, dando il via al marchio Speck del Cadore, affumicato
©RIPRODUZIONE RISERVATA

L’impegno dei creatori di Gurmont, sfizioso negozio dalle pareti con legno di faggio e stagionato da tre a sei mesi. Ora
foderate in legno, è sintetizzato dallo loro ricercata selezione di il Salumificio Unterberger è stato acquisito dai Bonazza,
prodotti di montagna. Sugli scaffali trova posto il miele biologico esperti norcini veneti. Nello spaccio di Perarolo troviamo
alpino: c’è quello di acacia, prodotto da arnie che trasmigrano speck in tranci o affettato, wurstel, stinchi, prosciutti, arrosti,
nei boschi del Montello, e quello di tarassaco, ricavato dai fiori salami e salamini, porchetta, guanciale e pancetta; tutto
gialli che punteggiano i prati intorno a Domegge di Cadore. Poi è lavorato con metodologie artigianali, consolidate nel tempo.

Bell’Italia 123
Cortina d’Ampezzo

La ricetta

Rufioi ampezzani
Questi gnocchi di patate, dalla caratteristica forma allungata,
sono una delle preparazioni simbolo della zona

Questo piatto nasce molte generazioni fa dalla povertà dei prodotti


dell’agricoltura e dell’allevamento locale, i pochi che queste
vallate dolomitiche potevano offrire. Un tempo, quando Cortina
d’Ampezzo non era ancora una meta sportiva e mondana, i primi
piatti non prevedevano alcun condimento se non il burro fuso,
e anche i tradizionali rufioi non fanno eccezione: questi gnocchi
allungati, qui nella versione del Ristorante Rio Gere, preparata
dallo chef Nicola Bellodis, si presentano bianchi. La preparazione,
abbastanza semplice, è a base di patate, crauti, burro e ricotta. I rufioi
ampezzani non vanno confusi con i “cugini” veronesi, che sono tortelli Nicola Bellodis, chef e titolare del Ristorante Rio Gere,
dolci, o trentini, sempre tortelli ma ripieni di verza e formaggio. con i suoi rufioi ampezzani pronti da gustare.

Procedimento

Ingredienti 1
Passare le patate,
4
Far bollire l’acqua salata
già lessate e pelate, e immergervi i rufioi;
Per 4 persone: con lo schiacciapatate. quando vengono a galla,
scolarli ben bene
con un mestolo forato.
• 1 kg di patate
lesse e pelate
• 1 uovo
• 300 g di farina 00
• 200 g di burro
• 2 pugni di ricotta 2
Impastarle con la farina,
5
In un tegamino
affumicata grattugiata
l’uovo, il sale e la noce far fondere il burro fino
• 400 g di crauti moscata come per a che diventi ben dorato;
i normali gnocchi. in contemporanea,
già cotti scaldare bene i crauti.
• sale e noce moscata
quanto basta

3
Formare con l’impasto
6
Disporre su ogni piatto
dei cilindri di circa un letto di crauti caldi
1 centimetro di diametro e sistemarvi sopra i rufioi
e 5 centimetri di a più strati. Dare una
lunghezza. Farli scivolare spolverata di ricotta
sul palmo della mano fino affumicata e versare
Vino consigliato: a formare dei piccoli fusi. il burro caldissimo.
un Refosco
dal Peduncolo Rosso

©RIPRODUZIONE RISERVATA

124 Bell’Italia
A TAVOLA
A cura di Paolo Massobrio Il Golosario

A sinistra: una delle sale del ristorante


Villa Maiella. Sopra: pasta Ma’kaira alla
clorofilla di rape e lumache. In basso:
il tradizionale bocconotto abruzzese

GUARDIAGRELE (Chieti) VILLA MAIELLA LA BOTTEGA


LANCIANO (Chieti)

La cucina di famiglia LA DOLCISSIMA CASA


tra Abruzzo e Francia DEL BOCCONOTTO
Ha superato ormai il mezzo secolo
di attività la pasticceria di Giulia La
Nel borgo ai piedi della Maiella, i Tinari coniugano le tradizioni Castellina, baluardo del tradizionale
locali con l’esperienza maturata in rinomati locali d’Oltralpe bocconotto abruzzese, dolce tipico
preparato dal 1967 con pasta frolla
Se l’Abruzzo è una terra sospesa basilico? A seguire, due sfoglie spolverata di zucchero a velo e
tra mare e montagna, Guardiagrele di pasta Ma’kaira (semola di grano farcita con cioccolato e mandorle
ne rappresenta la sintesi perfetta, duro e sfarinato d’orzo) alla clorofilla tostate, secondo l’immutata ricetta
che ha l’aspetto di uno dei borghi di rape fanno da scrigno alle lumache di un tempo. A mezz’ora d’auto
più belli d’Italia. Da qui lo sguardo rosolate. Come primi, imperdibili da Guardiagrele, la Casa del
si allunga fino alle isole Tremiti, mentre la chitarrina al ragù d’agnello e ricotta Bocconotto è però imperdibile
le spalle sono accarezzate dalla affumicata al ginepro e le tagliatelle anche per altre specialità, come
brezza che scende dal massiccio della ai porcini. L’agnello battuto i calcionetti ceci e castagne,
Maiella. Il ristorante Villa Maiella croccante su crema di canestrato i mustaccioli, i confetti e i fiadoni.
della famiglia Tinari racchiude di pecora rimarca i sapori identitari, Notevoli i celli pieni, composti
in sé lo spirito del territorio. Qui mentre il pagello alla brace ci riporta da una sfoglia croccante di pasta
incontri le radici di Angela e Peppino all’Adriatico. La chiusura è affidata fatta con farina, olio e vino bianco;
ma anche la spinta creativa dei figli: al semifreddo al Parrozzo. Orgoglio dentro si nasconde un ripieno di
Arcangelo, con un’esperienza di Pascal Tinari è poi la cantina: oltre confettura d’uva amalgamata con
francese da Michel e Sébastien Bras, 1.500 etichette per accompagnare mosto cotto arricchito da noci,
nella zona del Massiccio Centrale, una “cucina della gioia” che racconta mandorle, biscotti tritati, buccia
e Pascal, il fratello minore che si il felice percorso di una famiglia. d’arancia, caffè e cannella.
è formato al ristorante Dal Pescatore A disposizione degli ospiti del locale, INFO
della famiglia Santini, in Lombardia, che si fregia di una stella Michelin, Casa del Bocconotto, Lanciano (Chieti),
e a L’Auberge de l’Ill, in Alsazia. anche 14 camere dove pernottare. via Follani 5, 0872/428.10 e
È pura bellezza la luce calda ©RIPRODUZIONE RISERVATA
0872/453.88; casadelbocconotto.com
e soffusa che entra dalla terrazza
avvolgendo ogni cosa, mentre si gusta
l’aperitivo accompagnato da una
info
Villa Maiella, Guardiagrele (Chieti),
polpettina di patate e pecorino e dalla via Sette Dolori 30, 0871/80.93.19;
spugna di prezzemolo e acciuga. www.villamaiella.it
Ma che dire del carpaccio di ricciola Come arrivare: autostrada A14 Adriatica,
uscita Ortona; proseguire poi sulla statale
e sfere d’ostrica o delle cac’ e ove, le 538 e la provinciale 215 fino in paese.
golose pallotte di formaggio pecorino Menu degustazione: 60-75-95 €.
e uovo fritto su salsa di pomodoro e Giorno di chiusura: domenica a cena e lunedì.

Bell’Italia 125
CANTINE D’ITALIA
Testi di Giuseppe De Biasi

NERVESA DELLA BATTAGLIA (Treviso) GIUSTI WINE

Un mecenate
tra le colline
del Montello
Grande patriarca del vino, dall’Amarone al Prosecco, Ermenegildo Giusti
ha finanziato il recupero di un eremo e dell’antica abbazia di Sant’Eustachio

La vicenda umana delle sue ricchezze. Qui generoso contributo


e imprenditoriale riacquista ed estende il tempio sta vivendo una
di Ermenegildo Giusti le terre appartenute alla sua nuova giovinezza come
si potrebbe definire famiglia, fino ad arrivare centro culturale e turistico.
un’appassionata storia all’attuale superficie Per completare il suo
d’amore per la propria vitata di ben 100 ettari, progetto, Ermenegildo
IL VINO
terra in forma di tralcio suddivisi in dieci tenute, il 6 luglio dello scorso
di vite. Giusti, classe ciascuna battezzata con anno ha inaugurato AUGUSTO
1954, è un illuminato i nomi di famiglia. Nel la nuova cantina, un RECANTINA
imprenditore trevigiano frattempo si impegna tecnologico “tempio DOC 2017
alla guida di un florido nella valorizzazione bacchico”, distribuito su Vitigno autoctono
gruppo industriale del Montello anche con cinque piani, che riprende riscoperto da pochi anni,
in Canada, nel settore azioni di disinteressato le curve delle colline del e con numeri ancora
delle costruzioni. mecenatismo, come Montello. Poco distante, esigui per avere una
Partito a cercare fortuna il recupero dell’antico nella barricaia collocata fortuna commerciale,
oltreoceano all’età di eremo di San Girolamo all’interno della Tenuta i grappoli di Recantina che
17 anni, tre decenni più e l’imponente restauro Abazia, affinano alfieri compongono l’Augusto
tardi è rientrato da ricco della abbazia benedettina territoriali come l’Umberto provengono da vigneti
emigrante tra le colline di Sant’Eustachio a I, premiato supervenetian di delle tenute Emily e Aria
del Montello per restituire Nervesa della Battaglia, Cabernet e Merlot, dedicato Valentina. Vinificato in
alla propria terra una parte luogo dove monsignor al bisnonno, e l’Augusto, acciaio con contatto sulle
Giovanni Della Casa Recantina in purezza, raro bucce per circa 15 giorni,
completò, intorno al 1550, vitigno autoctono. Insieme affina in botti grandi
info il famosissimo Galateo. all’Amarone e ai profumati di rovere di Slavonia per
Giusti Wine Distrutto dall’incuria e dalle Prosecco, come il Rosalia, almeno un anno prima
Nervesa della Battaglia bombe della Prima guerra sono i figli adottivi di un di essere imbottigliato in
(Treviso), via Arditi 14a, mondiale, grazie al suo orgoglioso patriarca del vino. 6.000 esemplari, venduti
0422/72.01.98; ©RIPRODUZIONE RISERVATA al prezzo di 20-22 €.
www.giustiwine.com I suoi 13 gradi esprimono
Come arrivare: dall’autostrada
A27 uscire a Treviso Nord note fruttate di prugna
e proseguire per Nervesa. rossa, cassis, pepe nero,
Appena fuori dal centro china e poi un
del paese si seguono floreale di viola
le indicazioni aziendali.
Visite e degustazioni: tutti
e ciclamino
i giorni su prenotazione con nota finale
(welcome@giustiwine.com). di erba bagnata.
La visita guidata con Al gustativo
degustazione di 5 etichette, risulta morbido
accompagnata da assaggi
di prodotti tipici nella sala e levigato,
panoramica vista Montello, con tannini
costa 30 €. Possibilità di dolci e sorso
pernottare e cenare nella appagante. Ideale
vicina Giusti Country House
Abazia con la cucina dello Dall’alto: veduta della Giusti Country House Abazia, per soggiornare l’abbinamento
chef Stefano Sordi; menu tra i filari; le vetrate affacciate sul Montello, nella sala degustazione. con i bigoli al
sui 35 €, doppia da 112 €. Qui sopra: Ermenegildo Giusti degusta uno dei suoi vini nella barricaia. sugo d’anatra.

126 Bell’Italia
OCCASIONI
Testi di Margherita Geronimo e Lara Leovino
LOW-COST DI QUALITÀ

LIVIGNO (Sondrio) SETTE GIORNI SULLE PISTE


SKIPASSION IN VALTELLINA
Si chiama SkiPassion l’offerta per una
vacanza al Lac Salin Spa & Mountain Resort
(foto), 4 stelle superior vicino alle piste
di Livigno, in Alta Valtellina. Dal 6 gennaio
al 3 aprile 7 notti in mezza pensione
in camera doppia Prestige, con uno skipass
a camera, costano 1.500 €. L’occasione
non è solo per chi ama lo sci ma anche per
chi apprezza le spa di charme e lo shopping.
Il pacchetto comprende la Lungolivigno
Card con una serie di sconti nelle fashion
boutique del paese. INFO www.lacsalin.com
LEVICO TERME (Trento) SCI DI FONDO E DA DISCESA

Valsugana regale
Nella residenza costruita per la principessa Sissi,
romantici soggiorni per cominciare il nuovo anno

Tutto il fascino di un hotel storico costruito come residenza estiva


della principessa Sissi e dell’imperatore Francesco I d’Austria: è il 4
stelle Grand Hotel Imperial (foto). A gennaio propone un soggiorno
nei suoi ambienti raffinati a un prezzo speciale: in camera doppia si
spendono 89 € a persona, inclusa la mezza pensione. Un’occasione
per godere delle piste di sci di fondo ma anche di quelle da discesa, nel
comprensorio delle Funivie Lagorai e Panarotta 2020. Levico è poi
famosa per le sue terme: lo stabilimento di oltre settemila metri quadri MONTE BONDONE (Trento) SKIPASS GIORNO E NOTTE
si trova nel centro storico della cittadina. INFO www.termedilevico.it
NEVE A PICCOLI PREZZI
Sciare sulle piste del monte Bondone
RIO DI PUSTERIA (Bolzano) ALTO ADIGE DA SCOPRIRE (foto), affacciarsi sugli scenari delle
Dolomiti di Brenta e concedersi un giro
SPORT E BENESSERE IN VAL DI VALLES
nella vicinissima Trento. L’occasione,
A nord di Bressanone, il 4 stelle Hotel & Spa Falkensteinerhof (foto)
a un prezzo speciale, la offre l‘hotel 3 stelle
di Valles, a soli 300 metri dalle piste, dal 7 gennaio offre un pacchetto
Dolomiti Chalet, in località Vason, che dall’11
di 4 notti in pensione 3/4
al 29 gennaio propone il pacchetto Smart
che include un‘escursione
Week a 345 € a persona. L‘offerta include
guidata sulla neve, una
5 notti in mezza pensione (domenica-venerdì),
lezione di meditazione
4 giorni di skipass, 2 skipass serali e la
all’aperto e l‘ingresso
Trentino Guest Card che permette il libero
alla spa. Tutto a 200 €
utilizzo dei mezzi pubblici e l’ingresso gratuito
a notte per due persone.
nei musei del territorio. INFO 0461/94.71.58
Lo skipass si acquista in
hotel. INFO falkensteiner.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Bell’Italia 127
L’Italia da leggere A cura di Carlo Migliavacca

Remènch.
Transumanza
in Lombardia,
di Carlo Meazza,
testi di Marta Morazzoni,
Anna Carissoni, Giovanni
Mocchi, Lucia Maggiolo,
Pubblinova Edizioni Negri
2020, 266 pagine, 39 €.
Formato: 30x30 cm

TRADIZIONI

L’ANTICO CAMMINO
DEI PASTORI FOTOGRAFIA
IMMAGINI DA UNA VITA
Erano circa centomila gli ovini (pecore Cremonese, le campagne attorno a Ripercorre la biografia di Gianni Berengo
e agnelli) censiti in Lombardia nel Milano. Dalle pianure sempre meno Gardin il volume edito da Contrasto nella
2019. Nella regione più industrializzata ospitali ai pascoli in quota, il viaggio collana In parole, dedicata ai grandi maestri
d’Italia li immaginiamo tutti sempre ha il sapore di un’epopea senza della fotografia. Scritto in prima persona e
chiusi in grandi stalle, ma la ricerca tempo che rivendica uno spazio curato dalla figlia Susanna, segue l’infanzia tra
fotografica condotta da Carlo Meazza nel mondo contemporaneo; Santa Margherita Ligure e l’arrivo a Venezia,
documenta una realtà diversa: accanto alle pecore, i suoi la città che segnerà la scelta di dedicarsi alla
tra la pianura e l’arco alpino è protagonisti sono i pastori, spesso fotografia. In particolare, il dibattito nel Circolo
ancora viva la millenaria pratica interpreti di una tradizione familiare, Fotografico La Gondola segna un punto di non
della transumanza (riconosciuta ma anche i tosatori, gli artigiani che ritorno nelle scelte di contenuto e stile nella
patrimonio culturale immateriale realizzano coltelli, bastoni, scarponi, poetica di Berengo Gardin. Il viaggio a Parigi
dell’umanità dall’Unesco). Meazza, campanacci e collari, i cani e gli e l’incontro con Henry Cartier Bresson (e gli
che al rapporto tra uomo e natura, asini che accompagnano e aiutano il intellettuali che animavano la scena culturale
ambiente urbano e rurale ha dedicato lavoro umano. Un mondo in perenne della capitale francese) apriranno prospettive
gran parte dei suoi lavori, ha seguito movimento, ramingo: remènch in gaì, di più ampio respiro alle sue indagini su
per un paio di anni una decina di l’antica lingua dei pastori delle valli pellicola, sempre rigorosamente in bianco
greggi in tutto il territorio regionale, bresciane e bergamasche (nella foto: e nero. Alcuni dei più importanti impegni
tra Bergamo e Brescia, la Brianza e gregge che scende da un cavalcavia professionali arrivano dopo il trasferimento
la Valtellina, il Pavese, il Varesotto e il sull’autostrada Milano-Torino). a Milano, nel 1962. Di questi anni sono
i reportage commissionati dalla Olivetti negli
stabilimenti all’avanguardia di Ivrea e una lunga
collaborazione con il Touring Club Italiano.
Una riflessione sul patrimonio artistico
e paesaggistico che si esprime anche nella
documentazione dell’impatto delle grandi navi
sul fragile equilibrio della laguna di Venezia
(a sinistra, Gianni Berengo Gardin in una foto
di Marco D’Anna del 2015). Susanna Scafuri

In parole
povere,
di Gianni
Berengo Gardin,
introduzione di
Ferdinando Scianna,
ContrastoBooks
2020, 208 pagine,
22,90 €. Formato:
16x22,4 cm

128 Bell’Italia
CATALOGHI D’ARTE

Casa Museo
Boschi
Di Stefano,
a cura di Maria
L’ARTE IN CUCINA
Fratelli, Skira 2020,
176 pagine, 15 €.
GLI ARTISTI INCONTRANO GLI CHEF
Formato: 15x21 cm

STORIE D’ARTE
PASSIONE DI FAMIGLIA
Chef
Sono trascorsi quasi vent’anni
incont rano gli
dall’apertura al pubblico della Casa Museo G li Artisti
Boschi Di Stefano, che si è conquistata
un ruolo di rilievo nel panorama culturale
milanese. La nuova edizione della guida
edita da Skira è un riuscito invito alla
visita dell’importante collezione nata dalla
passione di Francesco Di Stefano, della
figlia Marieda e di suo marito, Antonio
Boschi, donata al Comune di Milano ed
esposta nell’appartamento di via Jan
in cui è cresciuta, dove gli artisti erano
di casa. Un viaggio nell’arte italiana
del XX secolo, dal solido nucleo della
figurazione novecentista alla costante
apertura al nuovo, tra metafisica ed
espressionismo, astrattismo e informale.

Venezia è
anche un sogno.
Guida alla città
invisibile,
di Monique
Pistolato, Ibis 2020,
204 pagine, 18 €.
Formato: 12x21 cm
È il quarto volume della riuscita collana lanciata da Domenico
Monteforte, artista con la passione per la buona tavola. Il
progetto editoriale invita cinquanta artisti a proporre altrettante
ricette, tutte “certificate” da cuochi di alto livello. Il volume, che
quest’anno propone anche una divertente intervista di Francesca
Ada Navari a Bruno Vespa, dedica la copertina a un giovane e
bravissimo chef ligure, Florian Zaja del Nettuno Restaurant di
ITINERARI
Borgio Verezzi, che con il suo piatto di mare riporta alla mente i
DETTAGLI VENEZIANI
colori della tavolozza di un pittore impressionista. Con i contributi
A Venezia ci sono luoghi che «si fanno di Domenico Monteforte, Filippo Lotti, Marco Botti, Francesca
trovare da soli», scrive l’autrice di Geloso, Silvia Lucchini, Alessandro Brogani, Rosario Sprovieri.
questa guida, che come tutti i veneziani
vive gli splendori, ma anche le molte Volume di 176 pagine; formato cm 24 x 30; legatura cartonata
difficoltà della città. Palazzo Ducale, San In vendita nelle librerie a € 40,00.
Marco, i musei sono mete ben note
e documentate, ma c’è anche «una
Prezzo speciale per i nostri lettori a € 36,00
città minore, di confine: la Venezia
che resiste», quella descritta negli
Per le ordinazioni scegliere tra: 1) Invio assegno bancario a Cairo Publishing Srl,
itinerari proposti nelle pagine. Sono corso Magenta 55 - 20123 Milano; 2) Versamento su c.c. postale n. 71587083 intestato
dieci passeggiate presentate “in diretta”, a Cairo Publishing Srl; 3) Bonifico, IBAN IT 66 X 02008 09432 000030040098 - Unicredit;
raccontate in prima persona, che toccano 4) Addebito su carta di credito (escluse le elettroniche e American Express).
i giardini nascosti a nord della stazione, Si prega di inviare l’attestazione del pagamento al fax 02 43313580 o all’indirizzo mail
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industriali di Marghera, al tramonto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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TUTTO IL BELLO E ANCHE IL BUONO DELLA MONTAGNA


Questo mese inViaggio ti porta sulle Dolomiti e ti segnala i posti più belli dove vivere la neve
senza affollamento: nelle valli segrete intorno a Vipiteno, nei borghi della Val Boite, alle porte di Cortina,
sui sentieri della Val d’Ega all’ombra del Catinaccio e del Latemar e nei silenzi innevati dell’Alta Val Venosta.
In questo numero i Monti Pallidi sono anche da gustare: sulle terrazze al sole dei rifugi più panoramici,
alle tavole stellate degli hotel gourmet, o facendo la spesa di prodotti tipici a km zero sulle Dolomiti Friulane.

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI

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I borghi disegnati di Matteo Pericoli scrivete a
a cura di Sandra Minute lapostadibellitalia@cairoeditore.it
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Un viaggio tra i borghi più belli d’Italia che metterà alla prova la vostra conoscenza
del Bel Paese. Riconoscete la località interpretata dalla matita di Matteo Pericoli?
Chi invierà la risposta esatta potrà proporre il soggetto per uno dei prossimi numeri

Qualche indizio qua e là... Tutte le frazioni che compongono questo falesia, a offrire la vista più emozionante:
comune sparso, una ventina, vantano un affaccio da brivido da una terrazza
qualche attrattiva, tra scorci medievali, sospesa sulle acque del lago. E lascia
chiesette, passeggiate gastronomiche. senza fiato anche la strada d’accesso,
Ma è il capoluogo, appollaiato su un’alta scavata nella roccia più di cent’anni fa.

Il borgo di dicembre: Trevi (Perugia) I primi lettori


che hanno indovinato:
Importante centro sulla Via Flaminia Giorgio Mercuri, Alessia Balzarotti, Simone
in età romana, deriva forse il toponimo Passeri, Maria Savina Gozzini, Angela
da Trivia, appellativo della dea Diana. Pasqual, Piero Parmeggiani, Marisa
Di certo Trevi, che fa parte del Cassoni, Emanuele Ojetti, Romanello
movimento Cittaslow, è una delle Galgani. Abbonati: Massimo Perina,
indiscusse capitali dell’olio italiane Gianni Carboni, Claudio Vio, Valentino
(suggerimento di Arianna Carapelli Morello. Dall’estero: Antonin Kazda
e Francesco Bonamente). Santangelo, Praga, Repubblica Ceca.

©RIPRODUZIONE RISERVATA
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