IL MONUMENTO • GENOVA
STAGLIENO, UN MUSEO LA MONTAGNA Veneto
A CIELO APERTO
LA VISITA • EMILIA ROMAGNA
TRESIGALLO DOLOMITI Alla scoperta
L’ARCHEOLOGIA • NAPOLI
LE BASILICHE della Val di Zoldo
DI CIMITILE
IL PAESAGGIO
LOMBARDIA
LA VALLE
DI SCALVE
il weekend
AREZZO
Passeggiata in città
fra i capolavori dell’arte
toscana, da Cimabue
a Piero della Francesca
>
10417
ISSN 0394 7203
720006
770394
TOS
NATU
IO*
conservanti
e additivi
di Emanuela Rosa-Clot, Direttore di Bell’Italia Editoriale
INSOSPETTABILI SCOPERTE
FRA OTTO E NOVECENTO
In copertina: il monte Pelmo
visto dal passo Staulanza,
in val di Zoldo (Belluno).
Foto di: Alessandro Addis.
GENNAIO_SULLA NEVE
Riscoprire
l’inverno
in montagna
Una valle segreta non
lontano da Cortina, dove
riscoprire le architetture
dei tradizionali “tabià”
e gli antichi mestieri
dei suoi abitanti. La val
di Zoldo è una delle
proposte che facciamo
in questo periodo in cui L’ex edificio dei bagni a Tresigallo (Ferrara)
la pandemia in corso
ha costretto anche
le località sciistiche
A
più note a ripensarsi. lcune città sono un palinsesto di storie stratificate nei secoli. Esistono
Il nostro sguardo, come
sempre, si estende invece città che nascono da un’idea. La più celebre è Pienza, città ideale
invece al paesaggio, del Rinascimento disegnata per volere di papa Pio II Piccolomini. Oppure Noto,
invitando alla scoperta ricostruita dopo il terremoto del 1693 nello stile di moda dell’epoca, il Barocco.
di territori meno noti.
Come la valle di Scalve,
In età moderna il razionalismo ha disegnato città di fondazione, come Latina
nella Bergamasca, che e Sabaudia nel Lazio o Arborea in Sardegna. E poi ci sono città nate dalla mente
avevamo presentato di un uomo, come Tresigallo, tra Ferrara e le Valli di Comacchio, voluta da
d’estate (vedere n. 389),
Edmondo Rossoni, ministro dell’Agricoltura negli anni Trenta, che ha rifondato
ma che anche con la
neve è un paradiso per in stile razionalista il suo borgo natale. Il nostro fotografo Gabriele Croppi, da
i camminatori (sotto). sempre cultore di paesaggi urbani che interpreta attraverso l’intenso confronto
Da affrontare con con la pittura metafisica, è andato a raccontarla per Bell’Italia. Una scoperta
l’attenzione e il rispetto
dovuti alla montagna. da fare in una limpida giornata di sole, quando le ombre sono più nette.
Un’altra esperienza sorprendente, senza uscire dalla città, in questo caso
Genova, è la visita al Cimitero Monumentale di Staglieno, un vasto museo
di scultura a cielo aperto tra il torrente Bisagno e i colli che cingono la città.
Ci sono opere di Leonardo Bistolfi, grande artista simbolista nato in Piemonte
come Giulio Monteverde, autore a Roma di uno dei gruppi scultorei del
Vittoriano. È sua l’opera forse più famosa di Staglieno, nota come Angelo
Oneto dal nome della famiglia che la commissionò per il monumento funebre.
Una figura androgina e imbronciata che ha sedotto anche David Beckham:
il celebre calciatore se l’è fatta tatuare sul braccio destro.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
40
VAL DI ZOLDO
Gennaio 2021
VALLE DI SCALVE
TRESIGALLO
GENOVA
AREZZO
CIMITILE
66
30 RICAMI DI LEGNO SOTTO IL PELMO
38 Dove Come Quando
TRESIGALLO (Ferrara)
40 PROSPETTIVE METAFISICHE
51 Dove Come Quando
30 54
63
66
CIMITILE (Napoli) Basiliche Paleocristiane
AGLI ALBORI DELLA FEDE
Dove Come Quando
AREZZO
90 DISTILLATO DI BELLEZZA TOSCANA
104 Il weekend di Bell’Italia
90
il weekend AREZZO
21 DIRETTORE RESPONSABILE
Emanuela Rosa-Clot
emanuelarosaclot@cairoeditore.it
RESPONSABILE UFFICIO CENTRALE
Elisabetta Planca Caporedattore
elisabettaplanca@cairoeditore.it
UFFICIO CENTRALE
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Pietro Cozzi Caposervizio
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Raffaella Piovan raffaellapiovan@cairoeditore.it
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REDAZIONE
Matteo Calderaro matteocalderaro@cairoeditore.it
Terry Catturini terrycatturini@cairoeditore.it
Margherita Geronimo
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Lara Leovino laraleovino@cairoeditore.it
Gennaio 2021
Elena Magni elenamagni@cairoeditore.it
Sandra Minute sandraminute@cairoeditore.it
PHOTO EDITOR
Milena Mentasti milenamentasti@cairoeditore.it
Susanna Scafuri susannascafuri@cairoeditore.it
ART DIRECTOR
10 Lettere Luciano Bobba lucianobobba@cairoeditore.it
12 Notizie Simona Restelli simonarestelli@cairoeditore.it
IMPAGINAZIONE
Franca Bombaci francabombaci@cairoeditore.it
Appuntamenti Francesca Cappellato
con Vittorio Sgarbi francescacappellato@cairoeditore.it
116
Isabella di Lernia isabelladilernia@cairoeditore.it
18 FEDERICO ZUCCARI A URBINO Claudia Pavesi Caposervizio
21 d’arte claudiapavesi@cairoeditore.it
SEGRETERIA E RICERCA ICONOGRAFICA
Mara Carniti maracarniti@cairoeditore.it
Fuoriluogo di Fabio Isman Paola Paterlini paolapaterlini@cairoeditore.it
26 L’ANTIQUARIO DI TIZIANO PROGETTO GRAFICO E CONSULENZA CREATIVA
Silvia Garofoli www.silviagarofoli.com
28 Appuntamenti del gusto HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
Ornella D’Alessio, Giuseppe De Biasi, Barbara
Gabbrielli, Fabio Isman, Albano Marcarini,
Sentieri d’Italia di Albano Marcarini Paolo Massobrio, Auretta Monesi, Alberto Nardi,
Ettore Pettinaroli, Manuela Piancastelli,
107 LE DUE FACCE DEL GARGANO Anna Pugliese, Vittorio Sgarbi, Angelo Surrusca
I piaceri
PRESIDENTE
Urbano Cairo
114 Camera con vista DIRETTORE GENERALE
Giuseppe Ferrauto
Buona Italia di Auretta Monesi CONSIGLIERI
Andrea Biavardi, Alberto Braggio,
116 CORTINA E LA VALLE DEL BOITE Giuseppe Cairo, Ugo Carenini, Giuliano Cesari,
124 La ricetta Giuseppe Ferrauto, Uberto Fornara,
Marco Pompignoli, Mauro Sala
CAIRO EDITORE S.P.A.
A tavola di Paolo Massobrio DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE:
114
Distribuzione per l’Italia:
m-dis Distribuzione Media S.p.A., via Cazzaniga 19,
20132 Milano, tel. 02 25821
Distribuzione per l’estero: Sodip Spa,
via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI)
Centro
Via Direzionale
Angelo Rizzoli 8 - Tucidide
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Via Tucidide
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- 20134 Milano
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02/76118212
Fax 02 76118212
FILIALI
VALLE D’AOSTA/PIEMONTE/LIGURIA:
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Via Cosseria 1, 10131 Torino
Alessandro Addis Barbara Gabbrielli Gabriele Croppi Alberto Nardi Tel. 011/6600390, fax 011/6606815
___ ___ ___ ___ segreteriato@cairocommunication.it
Nuova Giemme Srl (Filiale di Genova)
Cagliaritano, fotografo Giornalista, vive Nato a Domodossola Fotografo di origini Via dei Franzone 6/1, 16145 Genova
professionista, dopo a Firenze con e laureato in Lettere salernitane, residente Tel. 010/3106520, fax 010/3106572
gli studi filosofici si è il marito e due figlie, all’Università Statale nella Bergamasca, info@nuovagiemme.it
dedicato ai reportage in una casa in cui ama di Milano, è docente è professionista
in Sardegna, con circondarsi di libri di Fotografia per dal 1988. I suoi TRIVENETO:
un occhio di riguardo e piante. Dopo aver i Beni Culturali lavori si concentrano Cairo Pubblicità SpA (Filiale di Verona)
all’architettura vissuto per dodici presso l’Accademia soprattutto sulla Vicolo Ghiaia 7, 37122 Verona
Tel. 045/4750016, fax 045/4750017
e al paesaggio. anni a Milano, dove Ligustica di Belle natura dell’ambiente
info-vr@cairocommunication.it
Negli ultimi anni ha ha lavorato per Arti di Genova. alpino, di cui ama
approfondito l’uso Il Sole 24 Ore e per Da sempre attento documentare gli EMILIA ROMAGNA/RSM/MARCHE/
dei droni per video Mondadori, ha scelto al rapporto tra la angoli più nascosti UMBRIA:
e foto. In questo di tornare in Toscana. fotografia e le altre e fiabeschi. Per Cairo Pubblicità SpA (filiale di Bologna)
numero si cimenta Suo il racconto arti, per questo Bell’Italia di gennaio Viale del Risorgimento,10 40136 Bologna
con la montagna: delle architetture numero di Bell’Italia ha ritratto i diversi Tel. 051/3763006, fax 051/0920003
sue le immagini razionaliste di ha realizzato gli scatti aspetti dell’inverno info-bologna@cairocommunication.it
della Val di Zoldo, Tresigallo (p.40), di piazze ed edifici nell’orobica Valle
TOSCANA/UMBRIA:
nel Bellunese (p.30). borgo del Ferrarese. di Tresigallo (p.40). di Scalve (p.78). Firenze Lungarno delle Grazie, 22
Piano Terra, 50122 Firenze
Tel. 051/3763006
Cimitero Monumentale di Staglieno
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Via Campania 59/C, 00187 Roma
Tel. 06/802251, fax 06/80693188;
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(int.510), 80143 Napoli
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8 Bell’Italia
Lettere Risponde la redazione scrivete a
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Dall’Olanda all’Emilia
sulle tracce di Dante
Ho riconosciuto il borgo disegnato
di novembre, Portico di Romagna!
Dopo i nostri studi di lingua e letteratura
italiana, dopo tanti viaggi nel vostro
bel Paese, nel 2004 e nel 2013 abbiamo
deciso di tornare a cercare i luoghi e le
parole di Dante, specialmente in Emilia
Romagna, dove il sommo poeta trovò
rifugio presso i signori locali. Eravamo
alloggiati a Brisighella, borgo splendido.
E siamo riuscito a trovarle, le parole
di Dante, in tante iscrizioni a Ravenna,
Scatti del lago incantato scultore, scrittore), un personaggio Forlì, Faenza, Bertinoro, Bagnocavallo,
che mi ha davvero incantato per la sua Castrocaro, Portico di Romagna.
Vi invio una foto del lago Baccio (sopra), semplicità e preparazione nonostante Dicono che Dante abbia incontrato
nell’Appennino tosco-emiliano, che la “lontananza” dal mondo esterno. l’amata Beatrice proprio qui, a Palazzo
ho scattato a metà ottobre. Vado spesso Valleggia ha solo tre abitanti ed Portinari, appartenuto al padre Folco.
a camminare in questi posti: i laghi è un luogo magico, dove sembra che Elly van Niekerk, Luttenberg, Paesi Bassi
mi danno pace, tranquillità. Quella il tempo si sia fermato: ci sono antichi
ruderi e bellissime dimore in cui
mattina la ricordo bene perché
moderno e rustico si sono fusi alla
Da un italiano all’estero
era nevicato quel poco per coprire
delicatamente i colori dell’autunno. perfezione. Tra tutte spicca la casa-
Sono uno dei tanti italiani all’estero e,
È stato un colpo al cuore vedere quello mostra di Giorgio Sartoretti, noto
dall’anno scorso, un fedele abbonato di
splendore. Il lago mi aveva riempito ai più come Giorgio da Valeggia. Nato
Bell’Italia. Nei primi giorni di ogni mese
cuore e occhi di una bellezza selvaggia. a Caddo nel 1945, si è trasferito qui
aspetto con trepidazione l’arrivo della
a cavallo degli anni 90 e ha ristrutturato
Ketty Nanini, Pievepelago (Modena) rivista. Vi voglio ringraziare per il vostro
una baita, nella quale ha creato uno
instancabile lavoro e per permettermi
studio pieno di luce, con una vista
di viaggiare, seppur solo con la mente,
Un artista tra le montagne mozzafiato sulle montagne. Chi passa
attraverso le bellezze del nostro
di qui può ammirare i suoi magnifici
Paese. Dopo dieci anni all’estero
In valle Antrona, laterale della val lavori di pittura e scultura e i cinque
la nostalgia non si è ancora placata
d’Ossola, mi sono imbattuto in un libri che ha scritto. Già camminando
e, soprattutto in questi tempi nei
bellissimo borgo quasi abbandonato, per il borgo si possono ammirare
quali gli spostamenti sono quasi
Valleggia, dove ho scoperto che da più alcune delle sue opere sparse qua e là,
impossibili, la vostra compagnia
di 30 anni abita un artista (pittore, come fossero i guardiani di Valleggia.
si rivela particolarmente preziosa.
Marco Pietro Massignan, Stoccarda
RINATA DALL’ACQUA
A un anno dall’“acqua granda” rinasce l’isola di San Giorgio
Maggiore. Grazie a donazioni per 800 mila euro raccolti tra
istituzioni, comitati di salvaguardia e privati donatori, italiani
e stranieri, la Fondazione Giorgio Cini ha avviato importanti
restauri del suo patrimonio monumentale danneggiato
dall’inondazione del 12 novembre 2019 (a destra: il chiostro
Palladiano allagato). Già restaurati lo scalone del Longhena
(foto grande) e il portale del Buora. INFO www.cini.it
12 Bell’Italia
Bell’Italia 13
Notizie
FIRENZE BEATO ANGELICO AL MUSEO DI SAN MARCO
UNA SALA
CELESTIALE
Dalle tavole più monumentali come la Deposi-
zione di Cristo per la cappella Strozzi in Santa
Trinita, la Pala di Annalena e il Tabernacolo dei
Linaioli, ai dipinti minori come i pannelli
dell’Armadio degli Argenti, le predelle e i reli-
quiari: 16 capolavori che rappresentano la più
importante collezione al mondo di opere mobi-
li del Beato Angelico. Nel Museo di San Marco
è stata inaugurata la nuova sala a lui dedicata,
completamente riallestita grazie al generoso
finanziamento di Friends of Florence: nuove
strutture, un’illuminazione all’avanguardia, un
coerente percorso cronologico e pannelli espli-
cativi esaltano la maestria del pittore e frate
domenicano il cui nome è legato indissolubil-
mente al convento di San Marco. Al piano su-
periore del complesso si possono ancora ammi-
rare gli affreschi dell’artista nelle antiche celle
dei monaci. INFO polomusealetoscana.beniculturali.it
ROMA CON GLI SCAVI DELLA VIA ALESSANDRINA
ll Foro di Traiano
ancora più grandioso
Torna alla luce una nuova porzione dei Fori
Imperiali: è stato rimosso il primo tratto della via
Alessandrina, l’asse principale del quartiere
costruito nel ’500 e poi demolito negli anni 20 per
la realizzazione di via dei Fori Imperiali. Viene così
restituito in tutta la sua grandiosità il Foro di
Traiano, il più monumentale dell’Urbe, costruito
agli inizi del II secolo per celebrare le vittorie sui
Daci. L’intervento è stato reso possibile da una
donazione di un milione di euro della Repubblica
dell’Azerbaigian. Nei Mercati Traianei sono esposti
in maniera permanente gli straordinari reperti
emersi dagli scavi, tra i quali una testa di Dioniso,
una testa di un giovane Augusto e una sessantina
di frammenti di un fregio decorato con le armi dei
vincitori e dei vinti. INFO www.mercatiditraiano.it
14 Bell’Italia
MILANO LA CARD PROMOSSA DALLA VENERANDA FABBRICA
Un passaporto per la cattedrale
Una chiave d’accesso ai tesori del Duomo. È la
Milano Duomo Card promossa dalla Veneranda
Fabbrica per sostenere i restauri della cattedrale:
comprende un ingresso alla chiesa, una salita
in ascensore alle terrazze, l’accesso al Museo
del Duomo per un anno, contenuti multimediali
esclusivi, un gadget a scelta, sconti e diverse
agevolazioni. INFO A partire da 30 €; duomomilano.it
Bell’Italia 15
Notizie
A sinistra: Brunello A destra, la facciata della
Cucinelli, il sindaco di basilica di San Benedetto.
Norcia Nicola Alemanno Sotto: Arnioni in piazza in
e alcuni monaci piazza dei Priori a Volterra.
benedettini davanti alla In basso: l’altare ricollocato
torre Civica restaurata. a Pieve di Coriano.
RINTOCCHI
DI RINASCITA VOLTERRA (Pisa)
L’alabastro va in piazza
A quattro anni dal terremoto gli abitanti di Norcia tornano a
sentire il suono delle loro campane. L’8 dicembre è stato infatti L’alabastro torna, letteralmente, nel
inaugurato il restauro della torre Civica, simbolo cittadino gra- cuore di Volterra. È stata inaugurata
vemente danneggiato dal terremoto dell’ottobre 2016. La torre Arnioni in piazza, installazione di Luisa
risale al 1713 e fa parte del palazzo Comunale, di fondazione Bocchietto che illuminerà piazza dei
medievale ma più volte ricostruito dopo vari terremoti. Il restau- Priori fino ad aprile. È la prima tappa
ro è stato finanziato dall’imprenditore del cashmere Brunello di ‘‘22 designer per 22 artigiani’’, uno dei
Cucinelli, dai suoi dipendenti e dall’imprenditore americano progetti più significativi del dossier di
Marc Benioff, fondatore e presidente di Salesforce. La rinascita candidatura di Volterra a Capitale Italiana
della torre campanaria è il primo concreto segno di una ricostru- della Cultura 2022. La città dell’alabastro
zione che forse vedrà nel 2021 l’anno decisivo; le scosse del 2016 è in lizza per il titolo insieme ad altre
avevano pesantemente ferito tutta Norcia, riducendo in briciole nove finaliste; il verdetto è atteso per
anche il corpo centrale della basilica di San Benedetto. metà gennaio. INFO www.volterra22.it
INFO www.comune.norcia.pg.it
16 Bell’Italia
COMUNE DI CAGLIARI www.cagliariturismo.it
cagliari,
la vita che vuoi
Affacciata sul meraviglioso Golfo degli Angeli,
Cagliari ti apre le Porte della Sardegna.
Cagliari è l’esperienza del buon vivere. E’ un ventaglio di calcare
bianchissimo che abbraccia il mare, riflette la luce del golfo, si apre
in mille stradine da scoprire tra sapori, arte, ritmi mediterranei.
Cagliari è il gusto contemporaneo di millenni di storia.
AD: SUBTITLE.IT. FOTO: ANTONIO SABA
Appuntamento con Vittorio Sgarbi
Un Museo un Capolavoro URBINO Galleria Nazionale delle Marche
18 Bell’Italia
Le didascalie
Molte delle figure
Una lunga storia
allegoriche dipinte
Il cartone originale affisso
sono accompagnate
sulla chiesa romana dei
da scritte esplicative
Santi Luca e Martina il
per facilitare a chi guarda
18 ottobre 1581 è andato
la comprensione
perduto. Questa versione
del complesso significato
dipinta è registrata nelle
della rappresentazione.
collezioni ducali di Urbino
nel 1599; dopo essere
passata più volte di mano,
è giunta al museo nel 2007.
altezza 159 cm
A cura di Lara Leovino Appuntamenti d’arte
ROVERETO (Trento)
GIOVANNI BOLDINI,
IL POTERE DELL’INCANTO
Al Mart rivive la Belle Époque nelle tele di Boldini. Con visite guidate
online realizzate dai curatori della mostra e da Vittorio Sgarbi
©RIPRODUZIONE RISERVATA
isa Casati, ancora oggi “viva” e moderna.
INFO www.mart.trento.it
22 Bell’Italia
MILANO
ROMA
GALLERIA BORGHESE: ARTE A DISTANZA MA NON DISTANTE
Sul sito e sui canali social della Galleria Borghese molti appuntamenti
permettono di restare in contatto con gli ambienti del celebre
museo immerso nel verde. La formula è originale perché a parlare
sono le persone che vi lavorano o che qui hanno studiato a lungo.
Storici dell’arte, restauratori, funzionari selezionano alcune opere
e le raccontano attraverso approfondimenti, aneddoti e curiosità. Per
mantenere viva la cultura alla Galleria, la direttrice Francesca Cappelletti
ha previsto che le sale ospitino incontri con scrittori e letture di libri
e poesie, tutti da vivere online. A sinistra: Galleria Borghese, scorcio
del salone di Mariano Rossi. Info: galleriaborghese.beniculturali.it
BOLOGNA
IL POLITTICO GRIFFONI: RINASCIMENTO A DOMICILIO
Ha riscosso grande successo nei mesi di apertura la mostra di Palazzo
Fava dedicata al Polittico Griffoni, 16 tavole dipinte tra il 1472 e il 1473 da
Francesco del Cossa ed Ettore de’ Roberti. Oggi è possibile ammirare
il capolavoro rinascimentale, ricomposto dopo 300 anni, anche
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Bell’Italia 23
Appuntamentid’arte
FIRENZE
UFFIZI: L’ARTE
VA IN RETE
In diretta sui social delle Gallerie, video dei curatori dedicati
ad ambienti e capolavori, con risposte online ai visitatori.
E in più la trasposizione digitale delle tre mostre già allestite
24 Bell’Italia
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“più bel Paese del mondo”. E solo chi si abbona mese dopo mese scopre che Bell’Italia
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indagini di mercato. c/o Cairo Editore S.P.A. C.so Magenta 55, 20123 Milano
26 Bell’Italia
Il Ritratto di Jacopo
Strada (1567-68)
dipinto da Tiziano.
Nell’iscrizione in
latino in alto a destra,
in cui compare l’anno
1566, l’uomo è
presentato come
cittadino romano
e antiquario
imperiale di 51 anni.
altezza 126 cm
Appuntamentidel gusto di Pietro Cozzi
TORINO
IL BUONO
È SOSTENIBILE
Green Pea, il nuovo store del Lingotto
dedicato ai prodotti ecologici, ospita
le creazioni del Ristorante Casa Vicina
RICAMI DI LEGNO
SOTTO IL PELMO
All’ombra del Pelmo e del Civetta, questa valle delle Dolomiti
venete si fregia delle architetture tradizionali dei suoi caratteristici
tabià e dell’antica tradizione dell’intaglio che adorna le chiese
TESTI Ettore Pettinaroli FOTOGRAFIE Alessandro Addis
Bell’Italia 31
Q
uando nello scorcio panora- dal Signore per riposarsi dopo aver crea- Sopra: le pareti del
mico che meglio simboleggia to le Dolomiti. È invece storia l’operosità monte Pelmo dal passo
un luogo campeggia qualcosa che ha sempre contraddistinto il popolo Staulanza, nella luce
del tardo pomeriggio.
che assomiglia a una poltrona, zoldano, affermatasi nei secoli nei più di- Qui a destra: caprioli
si potrebbe dubitare che i suoi sparati ambiti produttivi e artistici. Ed è ai margini dei boschi
abitanti siano dediti a una vita rilassata e proprio la secolare stratificazione di arti alle pendici del Pelmo.
non troppo dinamica. Ma il caregon de’l e mestieri che assicura oggi, a chi da Lon- Pagina seguente, dall’alto:
a Coi, un caratteristico
Padreterno, cioè “il trono di Dio”, è in garone risale il corso del torrente Maé, tabià zoldano, l’edificio
realtà un grande anfiteatro di roccia alcune esperienze sorprendenti. rurale in legno che
che si apre sulla parete orientale del A rapire lo sguardo sono in primo luogo caratterizza la zona,
monte Pelmo, la magnifica vetta delle i tabià, cioè le architetture tradizionali utilizzato per il ricovero
Dolomiti venete che domina la Val di che punteggiano le frazioni del comune del bestiame e la
conservazione del fieno;
Zoldo, fronteggiando la sfilata di guglie sparso di Val di Zoldo, che dal 2016 riu- i tabià di Coi con
e pinnacoli del Civetta. Secondo la leg- nisce, nell’alta valle, le località di Forno le raffinate decorazioni
genda, la sontuosa seduta fu modellata di Zoldo e Zoldo Alto, con capoluo- in legno delle facciate.
32 Bell’Italia
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Bell’Italia 35
severe, anche se concede la possibilità di Nel XIV secolo erano attivi sei forni fuso- per fabbricare nuovi attrezzi. Solo più
ristrutturarli e convertirli a uso abitati- ri, poi scomparsi come molti siti estratti- tardi, nell’Ottocento, gli zoldani si spe-
vo. Gli esempi più significativi si trova- vi, anche a causa di valanghe e alluvioni. cializzarono nell’arte della fabbricazio-
no nelle frazioni di Coi (il villaggio che Ma dopo la chiusura delle miniere, il fer- ne dei chiodi, di cui divennero maestri
più di ogni altro ha conservato l’aspetto ro continuò ad avere un ruolo importan- insuperabili. Il catalogo-campionario
originario), Maresòn e Brusadaz. Alcuni te: «Arnesi da lavoro, utensili per la della società che nel 1870 riunì tutte le
risalgono al Seicento: «In quel periodo casa, materiali militari: i nostri arti- fucine attive è esposto nel museo, al cui
iniziarono a chiudere le miniere che fi- giani erano rinomati e prosperavano ingresso si ammira un maglio da 250 chi-
no ad allora avevano garantito reddito. anche grazie alle commesse dell’Arse- li. Senza carbone le fucine non potevano
Per integrare le entrate molti abitanti si nale di Venezia», spiega Florio Lazzaris, però lavorare, e un ruolo di rilievo era
dedicarono all’agricoltura, e costruirono coordinatore del Museo del Ferro e del perciò ricoperto dai carbonai, ai quali è
i tabià», spiega Iral. I toponimi di nume- Chiodo, allestito nel palazzo del Capita- dedicato, nel villaggio di Zoppè, il museo
rosi insediamenti, da Forno di Zoldo a nato a Forno di Zoldo. Quando si esau- etnografico “Al poiat” dove vengono illu-
Fornesighe, testimoniano questa fioren- rirono le miniere, il ferro venne recupe- strate le fasi di preparazione di un poiat
te attività estrattiva e siderurgica. rato nella valli vicine, fuso e poi riciclato (“carbonaia”) e la sua accensione.
36 Bell’Italia
In questa foto: tramonto
sul villaggio di Pieve.
A sinistra: nevicata
a Maresòn, raccolta
intorno alla chiesa
di San Valentino.
Lo stretto rapporto con la Serenissima Zoldo è la terra natia di Andrea Brusto- Nicolò a Fusine, il pregiatissimo organo
Repubblica di Venezia ha anche contri- lon (1662-1732), definito da Honoré de in legno di abete con canne a sezione
buito a regalare alla Val di Zoldo impor- Balzac le Michel-Ange du bois (“il Mi- tonda, l’unico al mondo nel suo genere.
tanti opere d’arte. Pure in questo caso le chelangelo del legno”), e di alcuni suoi Si racconta che all’inizio del XIX secolo
rimesse degli emigrati e la competizione successori di grande valore come Va- Napoleone avesse fatto requisire tut-
tra i diversi nuclei abitati alimentarono lentino Panciera Besarel (1829-1902) to il metallo disponibile, e per avere il
una sorta di gara: ogni frazione doveva e Angelo Majer (1865-1913). A loro si tanto desiderato strumento occorresse
avere la sua chiesetta, e questa doveva devono pale, statue, fregi e altari che trovare soluzioni alternative. Come fe-
essere la più bella e ricca. Gli zoldani impreziosiscono diversi luoghi della ce Agostino De Marco Brunet, zoldano
scesi a lavorare in Laguna conobbero fede come la chiesa di San Floriano a doc, degno erede di una lunga tradizio-
numerosi artisti, apprezzarono le loro Pieve di Val di Zoldo e quelle di Santa ne di creatività e operosità.
creazioni e cercarono di portare nei loro Caterina a Dont, di San Tiziano a Goima ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Bell’Italia 37
come
dove
quando
VAL DI ZOLDO
(Belluno)
Tra artigiani
e gelatieri Museo del Ferro e del Chiodo
Chiese e musei della valle raccontano una lunga tradizione di laboriosa creatività. Da scoprire insieme
alle panoramiche ciaspolate e ai gelati famosi nel mondo di Ettore Pettinaroli Fotografie Alessandro Addis
38 Bell’Italia
LA VALLE GOLOSA
Dall’amaretto al pistacchio,
una storia di dolcezza
L’epopea dei gelatieri zoldani è una storia
di emigrazione, faticosa ma dolcissima.
Tana de l‘Ors
A partire dal XIX secolo molti valligiani
cominciarono a trasferirsi nelle principali
Gli alberghi di risalita. Doppia piazzetta di Pecol ci città dell’Impero austro-ungarico con
con colazione da 96 €. sono i ravioloni ripieni le loro specialità golose (già un secolo
Hotel Valgranda ★★★★ Hotel Brustolon ★★ con erbette e formaggio prima i Colussi erano scesi dalla val di Zoldo
(località Pecol, via Pecol (località Dont, di capra alla zoldana a Venezia per vendere i loro biscotti).
11, 0437/78.91.42). via Brustolon 57, e il lombo di cervo con Poi si misero a vendere sorbetti con
Storico albergo locale, 0437/781.50). Nove ribes e porcini. Ottimo i caratteristici carrettini, e nel periodo
più volte rinnovato, camere, di cui una anche per merende fra le due guerre non c’era città d’Europa
dispone di 26 camere arredata con mobili e aperitivi, in cantina che non contasse una gelateria zoldana.
spaziose e del grande tirolesi, in una delle più ospita oltre duecento Furono ambasciatori ante litteram del
centro benessere tranquille frazioni della etichette. Conto 35 €. gusto made in Italy, depositari di tecniche
Dolomia Spa. Ristorante vallata. Dispone anche di Ristorante L’Insonnia di lavorazione innovative per l’epoca. Ma
di qualità con piatti un buon ristorante tipico (località Forno, erano l’attenzione alla qualità delle materie
della tradizione. Doppia con selvaggina e carni via Canale 7, 0437/ prime, la capacità di dosare gli ingredienti
con colazione da 160 €. cotte sulla pietra. Doppia 78.72.43). Menu fisso e il rispetto dei tempi di lavorazione a fare
Hotel Edelweiss ★★★ con colazione da 70 €. con piatti casalinghi la differenza. Una vacanza nella “valle
(località Mareson, di matrice bellunese dei gelatieri” (guai a chiamarli “gelatai”)
0437/78.91.25). Da oltre I ristoranti e zoldana, soprattutto non può certamente prescindere da
60 anni accoglie gli ospiti a base di carne una degustazione a chilometro zero. Per
in uno degli angoli più Tana de l’Ors (località (ottimi gli spezzatini). farlo a colpo sicuro si va dal pluripremiato
panoramici della zona. Forno, via Roma 28, Dispone di due ampie Al Soler (località Pecol, via Pecol 62,
Ampliato di recente, 0437/79.40.97). Storica sale, ma la prenotazione 0437/78.91.14), che arricchisce il ventaglio
offre camere ampie locanda zoldana, offre è raccomandata. delle tentazioni golose con squisite torte
e accessoriate, una bella piatti tradizionali rivisitati, Conto sui 25 €. come la cioccolato e pere e quella con
stube, spazi per bambini come le chitarrine Trattoria Mezzo Canale grano saraceno e marmellata di mirtillo
e un ristorante. Doppia di grano arso al ragù da Ninetta (località rosso. Invece da Al Pelmo (località
con colazione da 100 €. di anatra e il lombetto Forno, Mezzocanale Dont, 0437/79.41.17), tra le atmosfere
Hotel Corona ★★★ di cinghiale in manto di 22, 0437/78.240). della suggestiva piazza Santa Caterina,
(località Mareson, speck. Dispone di stanze Semplice ma accogliente, si assaggiano gusti di eccellenza come
viale Dolomiti per dormire. Conto 35 €. presenta un menu vaniglia, nocciola e pistacchio, molto
11, 0437/78.92.90). Ristorante Enoteca vario all’insegna cremosi e consistenti allo stesso tempo.
Struttura piccola Coldai (località della tradizione. Ultima sosta alla Gelateria Centrale
e funzionale collocata Pecol, via Pecol 63, Squisiti gli gnocchi (Forno, piazza Apollonio Santin 4, 0437/
in una bella posizione 0437/78.91.26). Tra di zucca e l’agnello 78.130), gestita da quattro generazioni
panoramica, a un le specialità da gustare arrosto. Porzioni dalla famiglia Cercenà. I gusti più
chilometro dagli impianti in questo locale nella generose. Conto 25 €. richiesti sono amaretto, caffè e bacio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Gelatieri al lavoro
info
Consorzio Val di Zoldo Turismo,
Trattoria Mezzo Canale da Ninetta Hotel Corona
0437/78.91.45; www.valdizoldo.net
Bell’Italia 39
TRESIGALLO (Ferrara)
PROSPETTIVE
METAFISICHE
Tra Ferrara e le Valli di Comacchio c’è una città sospesa nel tempo.
È il sogno realizzato di Edmondo Rossoni, uomo politico che negli
anni 30 rifondò il suo borgo natale all’insegna dello stile razionalista
Sopra: riproduzione scultorea di un manichino di De Chirico, realizzata dall’artista Walter Mazzanti; sullo sfondo
la torre per lo smistamento delle acque. Pagina seguente: l’edificio con torretta dell’ex sala da ballo Domus Tua.
40 Bell’Italia
T
ra Ferrara e l’Adriatico, per gli appassionati di architetture lineari, det-
tagli vintage e atmosfere rimaste immobili nel tempo, c’è la “città ideale”.
È Tresigallo, centro urbano sorto negli anni 30 con grandi ambizioni e
oggi piccolo comune (insieme a Tresignana) che lotta per proteggere e far
conoscere il suo prezioso e originale patrimonio architettonico. Tresigallo
appartiene all’elenco delle città di fondazione del regime fascista, e come tale è un
compendio dello stile razionalista. Ma la sua storia ha connotati originali che la
distinguono da altre realtà più note, come Predappio o Sabaudia.
Ci si arriva attraversando un tratto di pianura ferrarese, una linea orizzontale
che evoca la grande bonifica e il bracciantato, ricordi lontani di un capitolo di
storia italiana. Il cielo invernale, un’unica sfumatura di grigio chiaro come gli
aironi cenerini che popolano queste terre umide, fa venire voglia di stringersi nei
cappotti. Una volta arrivati, però, la campagna rimane fuori, e all’interno
dell’abitato esplodono colori e forme. Come l’azzurro pastello dell’edificio
in via del Lavoro, ormai diventato un vero e proprio simbolo di Tresigallo.
Al di sopra della facciata, perfettamente quadrata, la scritta “Sogni” provoca un
piacevole effetto straniante. Sembra un set cinematografico, oppure il disegno
di un bambino, ma in realtà siamo davanti a quelli che un tempo furono i bagni
pubblici. L’insegna “Bagni”, andata perduta, è stata sostituita con quella attuale,
in assonanza e con gli stessi caratteri dell’epoca, ma decisamente più poetica. Ac-
canto, c’è la casa della Cultura, stesso font anni 30 e stesse geometrie (dal paralle-
lepipedo al cilindro) che si intersecano in un edificio tipicamente modernista.
In questa foto:
l’edificio della
seconda metà
degli anni 30 che
ospitava i bagni
pubblici, trasformato
in sede espositiva.
Nel corso del tempo
era stato molto
rimaneggiato ma con
il recupero del 2010
ha ritrovato volumi
e colori dell’epoca.
L’insegna “Bagni”
è stata sostituita
con “Sogni”. A destra:
facciata dell’asilo
parrocchiale; sul
balcone in marmo
spicca il bassorilievo
Sacrario ai caduti.
Bell’Italia 43
In questa foto:
l’edificio che ospita
la Casa della Cultura,
un tempo Casa
della Gioventù
Italiana del Littorio,
che serviva per
l’educazione fisica
e ideologica dei
giovani. Oggi è sede
della biblioteca.
A sinistra: un’insegna
d’epoca in viale
Ferrara. Sotto:
facciata della chiesa
di Sant’Apollinare,
arricchita con lastre
in finto travertino
e bassorilievi
che raccontano
la vita del santo.
Tresigallo come la vediamo oggi è stata progettata a tavolino dal suo più celebre
cittadino, Edmondo Rossoni, figlio di uno “spondino”, cioè di un operaio della
bonifica. Rossoni era una mente brillante, un socialista rivoluzionario, diventato
poi teorico del superamento della lotta di classe e sostenitore del corporativismo
fascista. Tra il 1935 e il 1939, mentre riveste la carica di ministro dell’Agri-
coltura, si dedica al suo personale progetto: fondare, o meglio rifondare, il
suo paese, dandogli un aspetto completamente nuovo.
Tre strade, percorse solo da una diligenza, una manciata di casette, arretratez-
za e povertà. Questo era il borgo ferrarese all’inizio degli anni 30, un piccolo
centro rurale di poche centinaia anime. Il sogno che Rossoni persegue è quello
di trasformarlo in una città moderna, bella e funzionale, basata sull’industria,
dove operai e dirigenti possano coabitare. Il ministro non si muove con un
piano regolatore, né indice concorsi pubblici, come avvenne per le altre città
di fondazione. Al contrario, opera abbastanza in sordina, disegnando viali e
slarghi solenni, ricercando la simmetria con edifici gemelli e simboliche torri
svettanti e realizzando strutture funzionali dalle forme pure, decorate con
infissi in ferrofinestra per alleggerire le facciate.
La sensazione che si ha oggi visitando Tresigallo è quella di entrare dentro un
quadro di Giorgio de Chirico: paesaggi metafisici in cui i moderni loggiati disegna-
no la prospettiva e alcuni elementi citano la classicità. Scorci come piazza della
Repubblica (un tempo piazza della Rivoluzione Fascista), che è al tempo stesso
l’omaggio a Roma e ai fasti imperiali e l’affermazione del progetto rossoniano.
44 Bell’Italia
La sua forma a “D” imita i teatri romani, la fontana al centro è in travertino (la
pietra della Roma imperiale) e le quattro gazzelle sono il simbolo delle colonie
italiane in Africa. I portici fanno da quinta teatrale di uno spazio sul quale si af-
facciano, con pari dignità, le case dipinte di rosso pompeiano degli operai e quelle
dei dirigenti. Questo è il baricentro dell’intero paese, cuore di un asse viario che
collega la zona industriale e il cimitero monumentale.
A Tresigallo c’era tutto quello che serviva per il benessere dei cittadini e per il
lustro della città: il forno e il negozio di alimentari su viale Ferrara, che con-
servano intatte le insegne originali degli anni 30; la colonia postsanatoria-
le, immersa nel verde; il campo sportivo con l’arco di trionfo razionalista,
in piazzale Forlanini; la scuola elementare e, accanto, la sala da ballo. C’era
anche, su viale Verdi, l’albergo di lusso Domus Tua per imprenditori, industriali
e personalità del regime. Poco più avanti, dopo un edificio al quale il parziale
restauro del prospetto laterale ha restituito il colore verde salvia dell’epoca, ecco
i palazzi gemelli dell’Opera Nazionale per la Maternità e l’Infanzia, deputata a
proteggere, secondo le intenzioni del regime, le madri in difficoltà, e della casa
del Ricamo (che conserva integro l’infisso in ferrofinestra), per favorire l’ingres-
so delle giovani nel mondo del lavoro.
Anche la chiesa romanica di Sant’Apollinare si adeguò all’ondata razionalista.
Non solo per il finto travertino che rivestì la facciata, ma anche per l’imponente
porticato, che ancora oggi abbraccia piazza Italia. Di impianto curvilineo, venne
realizzato in cemento armato rivestito di finto marmo, due materiali tipici
In questa foto:
scorcio di piazza Italia
con i bassorilievi che
decorano la facciata
di Sant’Apollinare
e, sulla sinistra,
il portico curvilineo.
A destra: fontanella
con i fasci littori
in piazza della
Repubblica. Nell’altra
foto a destra: la
tromba dello scalone
monumentale
all’interno della colonia
postsanatoriale.
Alcuni edifici sono
aperti al pubblico
durante le “Giornate
Metafisiche”, in
genere a settembre.
Bell’Italia 47
In questa foto:
l’edificio che ospita
la scuola elementare
di Tresigallo. Si trova
tra l’ex sala da ballo
e il campo sportivo.
La facciata era
decorata con fasci
littori che sono stati
rimossi. Negli
anni 60 sono
state rifatte anche
le finestre. A sinistra:
l’insegna della
cassa del campo
sportivo. Sotto:
il grandioso arco
di trionfo razionalista
che fa da ingresso
all’impianto,
in piazzale Forlanini.
a pagina 51
48 Bell’Italia
FAI POSTO
ALLA NATURA.
Con il calendario di Greenpeace
difendi il Pianeta accanto a chi
lo fa da sempre.
come
dove
quando
TRESIGALLO
(Ferrara)
Armonie di natura
e architettura Abbazia di Pomposa
Gli edifici in stile razionalista a Ferrara e Codigoro e il fascino antico del tempio di Pomposa.
Ma anche birdwatching e gite nei parchi e nelle oasi. E poi soste e acquisti di gusto di Barbara Gabbrielli
Bell’Italia 51
come
dove
quando
TRESIGALLO
(Ferrara)
ENOGASTRONOMIA
Il riso e l’anguilla,
re e regina della tavola
L’acqua ha disegnato il paesaggio
della bassa padana, regolando i rapporti
La Brace
tra l’uomo, il territorio e la tavola. Il riso
è una delle eccellenze di queste terre,
considerate la “Camargue d’Italia”.
Baldo, Arborio, Carnaroli e Volano sono
le varietà più diffuse nell’area della bonifica
ferrarese. A Jolanda di Savoia si trova
il territorio più basso d’Italia, quasi quattro
metri sotto il livello del mare. Qui,
La Brace Manifattura Alimentare
tra una fitta rete di canali, l’Azienda Agricola
Penazzi (punto vendita in via Gramsci 5,
Gli alberghi nel verde con otto
canestrelle, anguille 0532/83.61.62) produce una tipologia
camere, un dog park
in umad, canocchie di riso tra le più ricche e nutrienti.
Locanda La Comacina pensato per lasciare
molecate e ragù di giotoli A Comacchio, la “piccola Venezia”, non
★★★ (Comacchio, via liberi gli ospiti a quattro
(piccoli polipetti): tutto meno incantevole, prevalgono i sapori
Fogli 19, 0533/31.15.47). zampe e piscina. Doppia
quello che arriva dalla di mare. Al mercato giornaliero del
Dieci camere e due suite con colazione da 65 €.
laguna qui viene trattato pescato arrivano i pesci della laguna
in una locanda affacciata Locanda del Passo con cura e passione. e naturalmente le anguille, regine delle
sul canale, immersa Pomposa ★★★ Conto da 75 €. valli. La cattura avviene ancora con le
nella romantica atmosfera (Codigoro, via
La Baracca (Volano, tecniche tradizionali e il regolamento per
della laguna. Con giardino Provinciale per Volano
via Volano Centro 42, svolgere la tradizionale lavorazione di
e barca-terrazza per 13, 0533/71.91.31). In un
0533/35.52.47). Nell’ex questo pesce (la marinatura) risale al 1818.
la bella stagione. Doppia bell’edificio affacciato
oratorio della Peschiera, L’antica Manifattura dei Marinati (corso
con colazione da 85 €. sul fiume, un hotel con
questo ristorante dedica Mazzini 200, 0533/ 38.17.15) è diventata un
B&B Il Bagattino 23 camere. La posizione
il proprio menu alla museo e un punto vendita dei prodotti ittici
(Ferrara, corso Porta è strategica per visitare
tradizione regionale a chilometro zero, che vengono trasformati
Reno 24, 0532/24.18.87). il Parco del Delta
e ferrarese. Tanto pesce, tutto l’anno con il marchio i Marinati
Raffinato bed & breakfast del Po e l’abbazia
grigliato e al vapore, e di Comacchio. Orario: martedì-sabato
a 50 metri dal castello di Pomposa. Doppia
l’immancabile risotto 9,30-13 e 14,30-18, domenica 10-17;
Estense, offre sei camere con colazione da 65 €.
all’anguilla. Conto 40 €. ingresso 2 €. E per gustare le anguille,
e una sala spaziosa Manifattura Alimentare pesci dal sapore deciso, serve un vino
per la colazione. Doppia I ristoranti (Ferrara, via Palestro di carattere, come quello che nasce
con colazione da 70 €. 73, 0532/171.60.71). da un vitigno – il Fortana o Uva d’Oro – di
Agriturismo Delizia La Capanna di Eraclio Bistrot e bottega gourmet origine francese ma coltivato proprio qui,
d'Este (Ferrara, via (Codigoro, via per insieme, il tutto curato nelle zone sabbiose delle dune del Delta
Calzolai 259, 0532/ le Venezie 21, 0533/ da un grande chef, e nei dossi del Bosco Eliceo. I “vini delle
72.44.49). A pochi minuti 71.21.54). Una grande Pierluigi Di Diego, che sabbie” si possono acquistare nell’enoteca
da Ferrara, nella riserva tradizione di famiglia ogni giorno allestisce e azienda agricola Corte Madonnina
di caccia degli Estensi, premiata con una stella il suo banco in base (Codigoro, via per Volano 1, 0533/71.90.02).
un agriturismo immerso Michelin. Granseole, alle stagioni e a quello
che decide di cucinare,
B&B Il Bagattino come i cappelletti
di Re Bianco al cacio
e pepe. Conto 35 €.
La Brace (Tresigallo,
via del Mare 150,
0533/60.04.80).
Piatti della tradizione
ferrarese, materie prime
locali e antiche ricette
Anguilla marinata
rivisitate. Nel menu,
cappellacci di zucca,
passatelli asciutti con
salsiccia e funghi e una info
grande varietà di carni Ufficio Informazioni Turistiche di Ferrara,
alla griglia. Conto 25 €. 0532/20.93.70; www.ferrarainfo.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
52 Bell’Italia
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Lo sci si fa digital
presenting sponsor
Vero e proprio pioniere della mobilità integrata, flessibile, sicura e sostenibile, Telepass dal 1990 accompagna la nostra libertà di
movimento, semplificandoci la vita in più occasioni tramite app: superiamo i caselli autostradali in un secondo, possiamo pagare
cashless il carburante, il parcheggio, i taxi e, da un anno a questa parte, persino noleggiare gli scooter, le bici e i monopattini elettrici.
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e piacevole, senza file. Un obiettivo che presenta affinità anche con il mondo dello sci: ecco quindi Telepass nelle vesti di presenting
sponsor dei Campionati del Mondo di sci Cortina 2021 (dal 7 al 21 febbraio). Un progetto importante che integra innovazione
tecnologica, visione del futuro e sviluppo sportivo e turistico del territorio e che conferisce alla “Regina delle Nevi” una concezione
avveniristica della mobilità sostenibile e della fruizione dello sci. L’azienda scende quindi “in pista” per sostenere l’organizzazione dei
Mondiali e attiva anche sui tracciati cortinesi il servizio Skipass di Telepass, con card in edizione limitata per l’occasione. Il tutto grazie
a una piattaforma integrata che rende digital l’esperienza dello sci, senza code e senza passare dalla biglietteria: valore aggiunto
dettato da una filosofia safe & clean, strategica proprio alla luce del momento storico che stiamo vivendo, in cui il distanziamento
sociale e la riduzione delle occasioni di contatto sono sempre necessari. Come funziona? È semplice! Con l’app Telepass Pay potrete
definire il numero di sciatori (massimo quattro) e lo Skipass vi verrà direttamente recapitato a casa. Bisognerà poi associare gli
Skipass ai nominativi tramite app e poi, una volta in montagna, avvicinarli al lettore del tornello di accesso agli impianti per lanciarsi
subito in discesa. In più la certezza della miglior tariffa garantita, la possibilità di attivare anche la copertura assicurativa e la comodità
di vedersi addebitare l’importo solo a fine mese.
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CIMITILE (Napoli) Basiliche Paleocristiane
54 Bell’Italia
Scorcio della parte
absidale della Basilica
dei Santi Martiri,
una delle chiese
paleocristiane del
complesso di Cimitile.
Nelle due nicchie sopra
gli altari sono raffigurati,
in affreschi databili al
XIII secolo, Sant’Eusebio
(a sinistra) e la
Maddalena (a destra),
ritratta con una corona.
In alto, Cristo
in cattedra tra cherubini
e angeli (X secolo).
Bell’Italia 55
In questa foto: e armato di lancia, e la
la tomba di San Madonna con Bambino
Felice, cuore della (XV secolo), entrambi
Basilica Vetus, sulla parete sinistra
circondata dall’edicola dell’atrio d’accesso
monumentale alla basilica. Nella
sorretta da colonne. pagina seguente, sotto:
Nella pagina seguente, dettaglio dei mosaici
sopra da sinistra: San che decorano l’edicola,
Giorgio (XIII secolo), a motivi vegetali
ritratto a cavallo su sfondo dorato.
56 Bell’Italia
Un’edicola decorata con mosaici
dorati cinge la tomba di San Felice
———————
I
l senso profondo di un luogo, e la sua importanza, si pos-
sono comprendere anche ripercorrendo l’insieme di cre-
denze e leggende che vi ruotano intorno. Il complesso delle
Basiliche di Cimitile, la più illustre testimonianza di arte e
architettura paleocristiana nell’Italia meridionale, è in que-
sto senso emblematico. Qui si conservano l’Ara Veritatis, cioè
la tomba di San Felice, sulla quale nessun criminale riuscirebbe
a mentire; la fornace dove San Gennaro sarebbe stato gettato tre vol-
te, uscendone sempre vivo; un pozzo che si vorrebbe pieno di san-
gue ribollente dei martiri; il primo campanile della cristianità, con
le campane che per primo San Paolino avrebbe inventato; e ancora,
la scala santa, da cui sarebbero scese verso le prigioni sotterranee
le martiri Alcalà, Tecla e Susanna. Storie, miti e racconti tramandati
per secoli, che ancora aleggiano tra le chiese di questo complesso,
che già a partire dal IV secolo fu tra le più importanti mete di
pellegrinaggio dell’antichità. Ben sette edifici, costruiti quasi uno
sull’altro, ci raccontano la storia di cinque figure fondamentali: Feli-
ce, santo nolano del III-IV secolo, intorno al quale nasce il culto; San
Paolino (354-431), che costruì la prima basilica intorno alla tomba di
Felice, suo modello spirituale; Leone III, vescovo di Nola (IX-X secolo),
che ampliò e impreziosì il complesso; padre Carlo Guadagni, vero e
proprio promotore delle basiliche nel XVII secolo; e l’architetto Gino
Chierici (1877-1961), che ha recuperato il complesso.
Un giovane ingegnere-architetto, Giuseppe Trinchese, appassionato
studioso di Cimitile, ci accompagna in questo nostro breve viaggio.
Tutto comincia dalla tomba di San Felice, considerato martire pur non
avendo subìto un vero e proprio martirio, sepolto in quella che era
Bell’Italia 57
Il complesso accoglie gli imponenti
resti della Basilica Nova
———————
58 Bell’Italia
In questa foto:
particolare della
Basilica dei Santi
Martiri, edificata
su un mausoleo
del III secolo.
Pagina precedente,
sopra da sinistra:
dettaglio della
pavimentazione
marmorea originale
della Basilica Nova,
realizzata in opus
sectile; la facciata
della chiesa di
San Giovanni, che
racchiude l’abside
della Basilica Nova,
edificata da Paolino
tra il 401 e il 403;
sotto: la Vergine
con il Bambino nella
cappella di Santa
Maria degli Angeli.
Bell’Italia 59
partito”, cioè ritratto in tre diverse pose: benedicente con un libro (la
Parola), mentre porge il pane e poi mentre offre il calice col vino. Sulla
sua testa, che nel viso richiama ancora i modelli orientali, è posta una
croce gemmata a rilievo. Paolino edifica poi, trasversalmente alla Basilica
Vetus, la Basilica Nova (401-403), che fa affrescare con scene questa volta
dell’Antico Testamento, e collega le due chiese con un portico, quasi a
rappresentare una mano tesa tra passato e presente.
Ricco di oggetti preziosi è l’Antiquarium, collocato nella navata cen-
trale della Basilica Orientale, dove si conserva, tra gli altri reperti,
un’urna cineraria strigilata in marmo luccicante (I-II secolo), ritro-
vata in un’abitazione privata dove fungeva da ombrelliera. Impres-
sionanti le decorazioni stilizzate di animali del cosiddetto pulpito di
San Paolino (IX-X secolo), e delicatissimi i due piccoli affreschi del
III secolo che rappresentano Adamo ed Eva (lui somigliante a Er-
cole, lei a Venere) e Giona col pescecane, qui spostati dalla Basilica
dei Santi Martiri. Ma l’opera più importante è una croce in mar-
mo del XV secolo a doppia faccia, sormontata da un pellicano,
simbolo dell’amore del Padre, con la crocifissione da un lato e
la resurrezione dall’altro. Le navate laterali danno accesso l’una al-
la Basilica di San Caulonio (IV-V secolo), con alcune sepolture a vi-
sta, e l’altra all’ambiente che conserva la “fornace di San Gennaro”.
Tornando sui nostri passi, lungo un atrio esterno alla basilica incon-
triamo un sarcofago pagano del III secolo sormontato da un arcosolio
cristiano del XIII secolo, con un Cristo benedicente “mostrato” al mon-
60 Bell’Italia
Pagina precedente, sopra: la sala dell’Antiquarium con
in primo piano il mito di Endimione e Selene, scolpito
su un sarcofago romano (III secolo); sotto: transenna
decorata a squame e gigli. Qui sotto, da sinistra: urna
strigilata (I-II secolo); pilastrino con motivi floreali. In basso:
dettaglio di lastra (IX-X secolo) con un toro e un leone.
Nell’Antiquarium, urne,
croci e lastre marmoree
raccontano la storia del sito
———————
Bell’Italia 61
CIMITILE (Napoli)
62 Bell’Italia
come
dove
quando
CIMITILE
(Napoli)
Percorsi di fede
e devozione Palazzo abbaziale di Loreto
Nell’area protetta del Parco Regionale del Partenio scopriamo l’abbazia benedettina di Loreto
e il santuario di Montevergine, con l’antica e veneratissima Madonna Nera di Manuela Piancastelli
Bell’Italia 63
come
dove Pizzaria Biliardo ‘65
quando
CIMITILE
(Napoli)
GASTRONOMIA CAMPANA
Specialità dolci e salate
tra il Vesuvio e l’Irpinia
Cimitile si trova a ridosso dell’area
vesuviana con i suoi straordinari prodotti,
pomodori prima di tutto. Da Eccellenze
Nolane (Nola, via Mario De Sena 231,
081/18.74.65.05) si possono trovare
passate di pomodori “antichi” napoletani,
pomodori a pacchetelle, datterini
caramella interi e alcune particolarità come
le papaccelle (squisiti peperoni tondi
e polputi) sott’olio o sott’aceto, le torzelle
Villa Minieri Resort Re Santi e Leoni
(biotipo di cavolo broccolo) sott’olio,
e le creme di zucca lunga napoletana,
Gli alberghi storico, di fronte al palazzo la cotoletta di calamaro, di friarielli o di mela annurca. Formaggi
vescovile. Sei stanze scapece e mandorle. di pecora artigianali dal 1956 al Caseificio
Villa Minieri Resort ★★★ raffinate e confortevoli Delicati i dolci, buona Martone (Polvica di Nola, via Polvica 30,
(Nola, via San Francesco e belle aree comuni carta dei vini. Menu 081/821.03.37): caciotta con curcuma
41, 081/829.50.54). Bella dotate di camino. Doppia degustazione da 65 €. e zenzero, caciotta al peperoncino
villa immersa in un grande con colazione 60 €. Rear Restaurant Ro o al finocchietto, alle noci o primo sale
giardino, con piscina Villa Nancy B&B World (Nola, strada e poi la tradizionale mozzarella di bufala.
all’aperto e palestra. di Charme (Cimitile, statale 7 bis km 50, Nella vicina Avella, Noccioro (via Parroco
Camere e suite arredate via Roma 129, 320/ 081/18.17.73.25). Ercolino 3, 388/118.89.31) è specializzato
con gusto. Buono il 931.03.04). Piccolo b&b Spazio polifunzionale nella trasformazione della nocciola
ristorante Bistrot. Doppia in un palazzo del centro, con pasticceria, bistrot irpina, altro famoso prodotto dell’area:
con colazione da 97 €. a pochi minuti dalle e ristorante. Da provare si acquistano nocciole tostate, in granella,
Hotel Palazzo Giordano basiliche. Offre sei stanze il ramen campano, la pasta in farina, in pasta e creme spalmabili.
Bruno ★★★★ (Nola, con bagno privato. Doppia e lenticchie con trippa di Spostandosi da Cimitile una decina
strada statale 7 bis con colazione da 45 €. baccalà e il gambero di di chilometri si può scoprire Mugnano
321, 081/823.22.44). Mazara crudo in tempura del Cardinale, la patria dei salumi,
In un palazzo moderno I ristoranti di rapa rossa. Ricca lista dove si acquistano pancetta arrotolata,
a ridosso del centro, di Champagne. Conto 60 €. capocolli e salsiccia casereccia e, con
con esposizione Re Santi e Leoni (Nola, Osteria Raro (Pomigliano un po’ di fortuna, le famose “palle di Nola”
permanente dell’artista via Anfiteatro Laterizio d’Arco, via Principe di (un grosso salame di sapore affumicato).
Peppe Capasso. Trentuno 92, 081/278.15.26). Piemonte 246, 081/844. Gli indirizzi sono Corbisiero (viale De Lucia
comode camere, palestra Aperto da poco, questo 90.30). In un ambiente 1, 081/825.72.79) e De Lucia (via Vittorio
attrezzata e buon ristorante già fa parlare caldo e suggestivo, Emanuele 148, 081/825.72.20).
ristorante. Doppia di sé per la cucina di tra prosciutti e bottiglie
con colazione da 95 €. classe con materia prima di vino, le migliori carni
Relais Palazzo Duomo freschissima. Ottimo da tutto il mondo, paste
(Nola, via San Felice 40, il salmone con neve fresche ripiene con
349/179.70.50). Elegante di mozzarella, rucola burrata e porcini, pasta
b&b nel cuore del centro e wasabi, così come al sugo genovese,
gateau di patate. Cantina
Rear Restaurant Ro World ben fornita, anche
di distillati. Conto 45 €.
Pizzaria Biliardo ’65
(Nola, via Flora
20, 081/512.90.16).
Atmosfera gradevole,
tra il bistrot e la pizzeria
napoletana. Impasti
leggeri e digeribili
Caseificio Martone
e grande varietà di pizze,
da scegliere tra “classiche”,
“intramontabili” e
“stellate”, tutte realizzate info
e condite con ingredienti Pro Loco di Cimitile, vico Giuseppe
di alta qualità. Conto 12 €. Mautone 4, 081/18.89.53.39.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
64 Bell’Italia
REGIONE PIEMONTE INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
PIEMONTE
LA MAGIA DELL’INVERNO A TAVOLA
AFFASCINANTE IN TUTTE LE STAGIONI,
V
alli di silenzi, natura, scoperte, di Susa, alle ravioles delle valli occitane
sport ossigenanti e rigeneranti. cuneesi, la paniccia di Macugnaga,
A fare da filo conduttore è la mortadella ossolana, le carni sotto
un’arte di vivere declinata nella sale. Senza dimenticare l’altro piatto
convivialità e in tradizioni di piemontese per eccellenza, la bagna
gusto che sono il marchio del Piemonte cauda, mix di aglio, acciughe, olio
più autentico, terra di grandi vini, e verdure tipiche, il cardo (quello
prodotti d’eccellenza e piatti tipici. gobbo di Nizza Monferrato è
Così andare sulle strade del cibo e presidio Slow Food),i topinambur, i
del vino diventa un modo per scoprire peperoni.. Dolci e biscotti utilizzano
la regione, un tour gourmand-culturale prodotti locali: la focaccia di Susa, i
fra valli e borghi. gofri e le miacce, cialde perfette con
Cominciamo dal Nord dei Sacri il miele di montagna e le marmellate, i
Monti, Patrimonio Unesco (il Piemonte dolci di castagne (i marroni di Cuneo,
ne conta ben 7, fra i più famosi dop celebratissima). Il mais, il cereale
Oropa, Varallo, Orta). Questo è il della polenta, è un culto in Piemonte
regno della cremosa polenta concia e le paste di meliga (come viene
al formaggio e qui i formaggi sono chiamata la farina di mais), diffuse
speciali, dalla Toma di Oropa al in tutte le vallate, nel Monregalese
Beddo al Maccagno. Ma un po’ sono un Presidio Slow Food e un rito,
in tutte le valli, sullo sfondo di una magari abbinate a un bicchierino
natura intatta - i Parchi Nazionali del di Barolo chinato, come piaceva a
Gran Paradiso e della Val Grande, Cavour.
l’Oasi Zegna - si producono grandi Famosi nel mondo, i grandi vini
formaggi, dal Blu del Moncenisio piemontesi sono l’ abbinamento
al Gorgonzola al Bettelmatt delle ideale con le specialità della tavola.
valli Walser dell’Ossola, conosciuto Compresi i vini “eroici” di montagna,
fin dal ‘200. Nel Cuneese c’è da nati da vigne estreme, come nell’Alta
scoprire persino un intero “borgo Val di Susa e nel Pinerolese, e oggi
dei formaggi” a Valcasotto, vicino al ritrovati: Avanà, Becuet, Baratuciat,
Castello, Residenza Reale Patrimonio Ramiè, Doux d’Henry, il misterioso
dell’ Unesco. vino del ghiaccio... Star dell’anno
Ogni valle ha le sue specialità e il Cortese, altro vitigno storico e
se la polenta è un po’ la star della autoctono verso i rilievi dell’Appennino,
montagna piemontese sono diverse le ai confini con la Liguria.
proposte di tradizione da gustare: i Vino e gastronomia sono davvero gli
primi a base di patate di montagna, ambasciatori del territorio in Piemonte.
dalle cajettes, grossi gnocchi della Val E andarli a scoprire è un piacere.
COME UN MUSEO
A CIELO APERTO
Il grande cimitero genovese, aperto nel 1851, ospita un’eccezionale
rassegna di monumenti funerari di stili diversi, dal Neoclassicismo
al Liberty. Sculture d’autore da scoprire tra i porticati del Quadrilatero
e la natura del Boschetto Irregolare TESTI Ornella D’Alessio FOTOGRAFIE Matteo Carassale
In questa foto: scorcio del Boschetto Irregolare, il settore del cimitero che si sviluppa sulla collina
retrostante integrandosi con la natura del luogo. Pagina seguente: l’Angelo della Tomba
Oneto (1882), opera di Giulio Monteverde, una delle sculture più famose e riprodotte di Staglieno.
Bell’Italia 67
Sopra: dettaglio della galleria frontale con tombe e monumenti funerari. Sotto: particolare del pronao dorico che introduce il Pantheon,
o cappella dei Suffragi, completato per la parte architettonica intorno al 1860. Il monumentale edificio si inserisce nel lato a nord del Quadrilatero
del cimitero. Nella pagina seguente: scorcio della volta del Pantheon, con il Cristo benedicente (1923) di Francesco Messina in primo piano.
F
orse non tutti sanno che l’originale dell’angelo tatuato sul brac-
cio destro dell’ex calciatore inglese David Beckham, una tra le
opere più riprodotte al mondo insieme al Pensatore di Rodin e al
David di Michelangelo, è custodito al Cimitero Monumentale di
Staglieno, nell’omonimo quartiere a nord-est del centro storico
cittadino. Come il Père Lachaise di Parigi e la Recoleta di Buenos Ai-
res, il cimitero genovese, inaugurato l’1 gennaio 1851, rappresenta uno
straordinario luogo d’attrazione internazionale per gli appassionati di
scultura. «Staglieno è oggi uno dei 35 cimiteri della città: chiunque decida
di visitarlo rimarrà sorpreso dalla quantità delle sue opere d’arte e dall’o-
riginalità delle sue sculture», esordisce Caterina Olcese Spingardi, storica
dell’arte allieva di Franco Sborgi, pioniere nella valorizzazione della scul-
tura funeraria europea. Vi si può accedere dall’ingresso di ponente del
Quadrilatero, il cuore del complesso progettato da Carlo Barabino
e Giovanni Battista Resasco e realizzato a partire dal 1846. Imboc-
cato il porticato inferiore di ponente si apre una meravigliosa sfilata
di opere d’arte, definita da guide e pubblicazioni già negli anni 70 e
80 dell’Ottocento, momento di massimo splendore del sito, «galleria di
statuaria capace di destare meraviglia e sorpresa», «nobile palestra per
gli artisti» e «tempio dell’arte». Da subito si apprezza la varietà di sculture
ispirate a una sequenza di linguaggi artistici diversi. Al Neoclassicismo,
che è anche lo stile architettonico del cimitero, fa seguito il Realismo
celebrato nella statua della Tomba Caterina Campodonico (1881), vendi-
trice ambulante di dolci e nocciole, opera di Lorenzo Orengo. È un
68 Bell’Italia
In questa foto:
iIt ex esciam
sitatur
alibustorum,
con eum ipit,
temquiberi doles
nonsendis reri
dolectatum
esequi ipsum
necatec umquibus
aspeles esequi
quis audaerchit
es delenihil im
fugiamus, aut
eum fugiant
vit quia si bero
doluptatur repre
ne volupta
A destra: il Cimitero
di Staglieno, tra il torrente
Bisagno e i colli che
cingono la città, in una foto
d’epoca. Si distinguono
l’ingresso monumentale,
il Quadrilatero, la scalinata
che sale al Pantheon
e, alle spalle, il Boschetto
Irregolare. Sotto: la Tomba
Solari (1901), di Federico
Fabiani. Nella pagina
seguente: la Tomba
Spinola Grimaldi Durazzo,
nella galleria di ponente.
Bell’Italia 71
unicum, famosissimo perché ritrae una proletaria nella zona riserva-
ta alla borghesia, mentre il suo posto sarebbe dovuto essere nei campi
all’interno del Quadrilatero, luogo di sepoltura dei meno abbienti. Invece
Caterina, risparmiando tutta la vita come spiega la poesia sul basamento,
si poté permettere di pagare lo scultore.
I monumenti funerari nella Genova del secondo Ottocento erano
uno status symbol che scatenava una competizione tra le famiglie
più in vista su chi poteva permettersi la tomba più bella, con l’in-
tento di comunicare, anche dopo la morte, il prestigio del proprio
rango sociale. Dalla consultazione delle carte d’archivio delle diverse
dinastie genovesi si scopre che per le tombe in marmo di Carrara si
stanziavano cifre ingenti, talvolta pagate a rate, al punto da scatenare
la gelosia dei pittori nei confronti dei guadagni degli scultori. La realiz-
zazione era preceduta da mini-concorsi tra artisti diversi, o da diverse
proposte dello stesso artefice: è il periodo in cui l’Accademia Ligustica
di Belle Arti di Genova sforna talenti nella scultura, la cui notorietà
viene diffusa nel mondo attraverso album fotografici e cartoline. Nelle
cronache dell’epoca si parlava delle sculture al cimitero come delle ope-
re nei musei. Questo spiega anche il successo dell’Angelo della Tomba
Oneto (1882), di cui esistono un’infinita di copie e un’unica vera replica
realizzata dall’autore stesso, lo scultore Giulio Monteverde, per la sua
tomba al Cimitero del Verano di Roma.
Sopra: particolare della Tomba Raggio (1872), nel porticato
superiore di ponente. Augusto Rivalta rappresenta in un TRA RIGORE NEOCLASSICO E ROMANTICISMO NORDICO
dettagliato interno borghese il cordoglio per la morte del Salendo la rampa di ponente fino a metà e imboccando la scalinata prin-
capofamiglia. Sotto: la Tomba Campodonico (1881) con la cipale si raggiunge un punto panoramico sopraelevato, da cui cogliere
famosa venditrice di noccioline. Pagina seguente, dall’alto: la struttura neoclassica d’insieme del Quadrilatero e la sua estensione
l’infilata del porticato inferiore di levante; la Tomba
Salvatore ed Emma Rebora (1916), di Giacinto Pasciuti.
verso la collina con il monumentale Pantheon, terminato intorno al 1860.
Detto anche cappella dei Suffragi, l’edificio è introdotto dalle statue ap-
pena restaurate di Giobbe e Geremia e da un pronao dorico. A fianco si
sviluppano i due porticati superiori. In quello di ponente troviamo la
Tomba Raggio (1872), opera di Augusto Rivalta, autore di monumenti
risorgimentali in tutta Italia. Scolpito con eccellente maestria, il gruppo
presenta l’accorato cordoglio, intorno al letto di morte, di un’importan-
tissima famiglia borghese dell’epoca. Oltre al compianto per la morte
del capofamiglia, nulla sembra alludere alla trascendenza. Non lontana
è proprio la Tomba Oneto, che per molti aspetti rappresenta un punto di
rottura con questa tradizione realista e l’approdo ai primi elementi del
Simbolismo. L’angelo, dalle fattezze femminili e dallo sguardo assorto,
sensuale e al tempo stesso inquietante, è un’immagine nuovissima, che
genera sconcerto ma dà inizio a una nuova stagione della scultura funera-
ria, più incline al mistero e all’inquietudine. Un percorso che Giulio Mon-
teverde porta avanti nella Tomba Celle (1891-93), nel porticato superiore
di levante, dove ritrae l’inquietante danza macabra di una giovane donna
ghermita dalla rappresentazione della morte. E tornando per un momento
nel porticato inferiore di ponente, un altro dei capolavori che già guardano
al Simbolismo è la Tomba Erba (1883) di Santo Saccomanno, dove una
figura femminile seduta, con gli occhi chiusi e i papaveri in mano, simbolo
pagano dell’eterno oblio, rappresenta il sonno eterno.
In tutto il porticato superiore si trova un concentrato di monumenti
dedicati alle più illustri famiglie genovesi fra Ottocento e Novecento,
imprenditori come i Piaggio e i Dufour e banchieri come i Balduino
e i Parodi. Da qui si sale al Boschetto Irregolare, la cui notorietà ruota
intorno alla tomba di Mazzini e alle altre figure del Risorgimento che
riposano qui, come Michele Novaro, autore della musica dell’Inno d’I-
talia. «Siamo davanti a un vero coup de théâtre», spiega Olcese Spingardi.
«Abbandonati i porticati e l’impostazione neoclassica, qui il contesto
72 Bell’Italia
Sopra: tre fanciulle cingono con il loro abbraccio il corpo del giovane defunto nella Tomba Bauer (1904), di Leonardo Bistolfi, maestro
del Simbolismo italiano molto attivo in Liguria. Sotto: la Tomba Orsini (1906), un altro capolavoro di Bistolfi. Pagina seguente: il monumento
di Lorenzo Orengo che ritrae, nell’area policonfessionale del cimitero, Julia Morison Bentley (1887), vicino al marito Benjamin Whitehead.
a pagina 76
©RIPRODUZIONE RISERVATA
74 Bell’Italia
come
dove
quando
GENOVA
Dalle mura
al Porto Antico Castello D'Albertis
Le fortezze verso l’Appennino, i palazzi neogotici, le meraviglie dell’Acquario e le botteghe del centro
storico: visita invernale a una città multiforme e ricca di attrattive di Ornella D'Alessio
76 Bell’Italia
BOTTEGHE GOLOSE
Spezie da tutto il mondo
Hotel De Ville Voltalacarta
e i formaggi delle valli
Gli alberghi affrescati in stile Le Cicale Trattoria La gastronomia ligure è sempre più
liberty. Doppia con (via Ruspoli 55r, rinomata e a Genova non mancano negozi
NH Collection Genova colazione da 70 €. 010/991.07.24). dove è possibile fare acquisti golosi.
Marina ★★★★ Hotel Colombo ★★★ I piatti della tradizione Tra questi spiccano le confetterie Rossi.
(molo Ponte Calvi 5, (via di Porta Soprana rivisitati con estro Nel negozio di via Galata 30r (010/56.43.32)
010/253.91). Edificio 27, 010/251.36.43). da Matteo Costa. si sceglie in un’infinita gamma di confetti
moderno nella zona A pochi metri dal duomo Tra gli imperdibili, e di cioccolata proveniente da tutto
riqualificata da Renzo e dalla casa dove la panzanella alla il mondo; nell’altro shop (via Cesarea
Piano, con spettacolare visse in gioventù gallinella. Conto 50 €. 21r, 010/56.49.55) l’offerta si allarga
affaccio sul Porto Antico. Cristoforo Colombo. Voltalacarta a una selezione di prodotti gastronomici
L'Acquario e il Museo Le camere sono arredate (via Assarotti 60r, 010/ di tutta la regione, dalla stroscia di
del Mare sono a pochi con oggetti di design. 831.20.46). È il posto Pietrabruna, nell’Imperiese, alla marmellata
passi. Doppia con Prima colazione migliore per assaggiare di chinotto di Finalborgo. Non mancano
colazione da 164 €. a self service. Doppia il cappon magro, alfiere l’olio di oliva extravergine Dop, i vini
Hotel De Ville ★★★★ con colazione da 65 € della cucina ligure. Da liguri, come lo Sciacchetrà, e i formaggi
(via di Sottoripa 5, provare anche la crema dell’entroterra. Nel cuore del centro
010/796.06.86). I ristoranti di patate con i ciuffi storico, per acquisti di spezie spicca
Negli ambienti di palazzo di calamaro croccante la Torielli Drogheria e Coloniali (via di San
Serra Gerace, l’albergo Trattoria detta e i diversi risotti. Il nome Bernardo 32r, 010/246.83.59), una piccola
che ospitò lo scrittore del Bruxaboschi del locale si ispira a una e coloratissima bottega che da oltre un
futurista Filippo Tommaso (via Francesco Mignone canzone di Fabrizio secolo ne offre più di 250 tipi, provenienti
Marinetti offre 16 camere 8, 010/345.03.02). De André. Conto 40 €. da tutti i continenti. E per i migliori formaggi
e tante spaziose Attiva dal 1862 A Cornabuggia e salumi dalle valli genovesi e da tutta
aree comuni. Doppia nel quartiere di San (piazza del Carmine la Liguria, il posto giusto è Da Carlo Salumi
con colazione da 120 €. Desiderio, la trattoria 10r, 010/246.24.47). e Formaggi (via di Prè 63r, 010/246.55.29).
Hotel Genova Liberty offre interessanti Nel quartiere del La bottega si riconosce subito perché davanti
★★★ (via XX Settembre selezioni di materie Carmine, prepara all’ingresso c’è la coda a qualsiasi ora.
23, 010/099.56.05). prime di qualità, anche il meglio della cucina
Completamente non genovesi, dalla toma storica ligure, dalle
rinnovato, si trova in al tartufo. Lo chef classiche trofie al pesto
posizione centralissima, Matteo Losio si esprime fino alle torte salate.
sulla via dello shopping. al meglio nei piatti Cornabuggia è il nome
Le camere e la sala della dell’entroterra e a base in dialetto di un tipo
colazione hanno soffitti di funghi. Conto 55 €. di origano. Conto 25 €.
Confetteria Rossi
©RIPRODUZIONE RISERVATA
info
Iat-Informazione e Accoglienza Turistica
Genova, via Garibaldi 12r, 010/557.29.03;
Le Cicale Trattoria
www.visitgenoa.it
Bell’Italia 77
Una distesa di abeti innevati visti da Malga Alta di Pora (1.489 metri) verso
la valle di Codalarga. Sullo sfondo, la Presolana (2.521 metri) e la Valle di Scalve.
78 Bell’Italia
VALLE DI SCALVE (Bergamo-Brescia)
PROFONDO
BIANCO
Scavata dal torrente Dezzo, la valle si snoda tra abetaie innevate,
pareti a strapiombo e cascate di ghiaccio. Un mondo fiabesco
da scoprire lungo l’antica Via Mala o camminando con le ciaspole
TESTI E FOTOGRAFIE Alberto Nardi
Bell’Italia 79
Sopra: faggi contorti ammantati di neve nella Foresta Regionale Val di Scalve, che ricopre quasi interamente il versante destro
della valle. La foresta comprende 631 ettari di latifoglie e conifere, soprattutto faggi e abeti rossi. Sotto: con gli sci di fondo
alla scoperta della foresta, in un candido scenario incantato. Pagina seguente: il profondo solco scavato dal torrente Dezzo.
L
a Valle di Scalve, al confine tra le province di Berga-
mo e Brescia, è un profondo solco scavato dal fiume
Dezzo nel corso delle ere geologiche. Il toponimo
Scalve sembra derivare dal celtico skalf, ovvero “fes-
sura”, esattamente come si presenta la stretta forra
a chi la risale dalla valle Camonica lungo la tortuosa strada
provinciale 294. Se da una parte questa caratteristica ha da
sempre reso difficili i collegamenti, dall’altra proprio l’isola-
mento ha conservato il grande valore naturalistico della
zona, immune dallo smog che invade a volte la valle Camo-
nica. Circondata dalle splendide Prealpi Bergamasche,
nelle quali spicca il massiccio montuoso della Presolana
(2.521 metri), la valle è coperta da fitti e quasi impene-
trabili boschi. Il più noto, che ricopre quasi interamente il
versante destro della valle, è la Foresta Regionale Val di
Scalve, 631 ettari di boschi misti di latifoglie e conifere, con
predominanza del faggio e dell’abete rosso.
Risalendo il fondovalle da Darfo Boario Terme, in valle Ca-
monica, fanno subito una grande impressione i restringi-
menti alla viabilità, soprattutto nel tratto in cui la strada
costeggia il torrente Dezzo, spesso circondata da alte pareti
da cui gocciola copiosamente acqua che in inverno si tra-
sforma in splendide stalattiti di ghiaccio. Stiamo entrando
nella cosiddetta Via Mala, il cui toponimo ricorda qual-
80 Bell’Italia
DUE ITINERARI INVERNALI
Lungo l’aspro orrido della Via Mala Svizzera
Alto
Adige
Austria
Dezzo
N
d i S calve
Veneto
di Scalve
O E
0 200 600m
Piemonte
Emilia-
Va l l e
della Presolana
strada della Valle di Scalve. di Scalve. L’itinerario segue la
da
Passo Salto
La camminata, da affrontare strada forestale che conduce della Presolana degli Sposi
pr
1.297
ov
Monte
è in piano, ma per il fondo e poi punta verso il colle di Scanapà
ghiacciato sono indispensabili Vareno (1.375 metri). Da qui 1.669
2
grande attenzione e scarponi si può salire, a piedi o con gli Castello Orsetto
da trekking. L’intero percorso impianti di risalita, sul monte 1.277
è lungo circa 1 km e richiede Pora. La lunghezza del percorso Monte Lantana
1.614
una quarantina di minuti, è poco più di 4 km, per una
compresa la sosta per ammirare durata di 2 ore. In caso di forte Colle Angolo
di Vareno Terme
il canyon dal balcone a sbalzo innevamento l’itinerario va Monte Pora 1.375
proteso sulla forra del Dezzo. affrontato con racchette da
La ciaspolata verso il Salto degli neve e abbigliamento adatto.
Dal tracciato della Via
Mala, uno scorcio che
evidenzia la peculiare
conformazione della
valle, molto profonda
e con i ripidi versanti
ammantati di boschi.
Bell’Italia 83
Sopra: stalattiti di ghiaccio lungo la Via Mala, lo spettacolare sentiero turistico che si sviluppa su un tratto dell’antica
strada d’accesso alla valle, scavata nella parete rocciosa del canyon del Dezzo. Sotto: il balcone panoramico a sbalzo,
affacciato su uno strapiombo di 80 metri. Pagina seguente: vertiginose cascate di ghiaccio rivestono le pareti della forra.
84 Bell’Italia
Sopra: neve e silenzio accompagnano i passi di chi si avventura nel bosco, lungo la ciaspolata tra il passo della Presolana
e il colle di Vareno. Pagina seguente: le abetaie quasi impenetrabili che rivestono i versanti della valle si diradano a tratti
e lasciano spaziare lo sguardo sulle cime delle Prealpi Bergamasche, tra le quali spicca il massiccio della Presolana.
incantato. Le numerose cascate di ghiaccio attirano inoltre giorno dopo, ancora abbracciati. Narrazione tragico-roman-
spericolati ma esperti ice climber, che affrontano quelle più tica a parte, il Salto degli Sposi costituisce uno dei punti più
spettacolari con l’aiuto di ramponi e picozze, calandosi a panoramici sulla valle, da cui si possono ammirare molte
volte nel profondo della forra. Un balcone a sbalzo permet- cime delle Prealpi Bergamasche simili a rilievi dolomitici,
te di ammirare l’orrido in tutta sicurezza. Il percorso conti- come il pizzo Camino. Il sentiero entra poi nella splendida
nua tortuoso tra pareti verticali e profondi precipizi; alcuni Foresta Regionale Val di Scalve, la cui abetaia si interrompe
pannelli raccontano origini e particolarità geologiche delle di tanto in tanto consentendo allo sguardo di spaziare sulle
pareti che ci circondano. Sotto di noi le limpide acque del montagne circostanti e sulle caratteristiche formazioni geo-
torrente Dezzo continuano inesorabilmente la loro opera di logiche della zona. Si prosegue quasi in piano fino alla loca-
erosione delle rocce, mentre le stalattiti di ghiaccio ri- lità Castello Orsetto, dove alcune strutture coperte consen-
splendono alla luce dei pochi raggi solari che riescono tono di fermarsi per un rapido picnic, anche in caso di forte
a penetrare l’oscurità invernale della Via Mala. innevamento. I più allenati possono poi proseguire verso
Ripresa l’auto, per avere una visuale dall’alto ci si può diri- il colle di Vareno e il monte Pora (1.880 metri), affron-
gere verso il passo della Presolana, valico delle Prealpi Ber- tando una facile ascesa o servendosi degli impianti di
gamasche che unisce la val Seriana alla Valle di Scalve. Qui risalita. Dalla sommità del Pora si può ammirare la maesto-
ci aspetta un percorso, da affrontare con le racchette da neve sità del massiccio della Presolana e delle vette bergamasche
o con gli sci di fondo, reso famoso da una triste storia. Il delle Alpi Orobie. L’alternativa è tornare sui propri passi
sentiero del Salto degli Sposi deve infatti il nome alla tragica verso il passo della Presolana per gustare un profumato piat-
vicenda di Massimiliano Prihoda, musicista polacco, e della to di casonsei alla bergamasca, pasta ripiena condita con
giovane moglie, la pittrice Anna Stareat. Della loro storia burro e salvia, in uno dei locali della zona.
esistono varie versioni, più o meno modificate dalla leggen- ©RIPRODUZIONE RISERVATA
86 Bell’Italia
come
dove
quando
VALLE DI SCALVE
(Bergamo-Brescia)
Lungo la valle alla scoperta di Colere, Vilminore e Schilpario, tra storia, arte e sapori dei pascoli.
E, per gli appassionati di sport invernali, sci di fondo nei boschi e pattinaggio in pista di Alberto Nardi
88 Bell’Italia
GASTRONOMIA
Da gustare Formaggella,
Quadrel e Scalvitondo
Una zona ricca di boschi e pascoli come
la valle di Scalve è l’ideale per gustare
Alpen Chalet Baita Termen
i prodotti tipici della montagna. Nel settore
che collega l’alta val Seriana con la valle
Gli alberghi A breve distanza dai panoramica, circondata di Scalve, da Artigiana Funghi (Castione della
principali sentieri per dai monti, con amichevoli Presolana, via Fantoni 12, 0346/300.59)
Grand Hotel Presolana le camminate, la pista animali da cortile. si trovano non solo funghi e verdure
★★★★ (Castione di fondo e di pattinaggio, Cucina tradizionale con sott’olio ma anche miele, oli aromatizzati,
della Presolana, una comoda soluzione formaggi e salumi locali, tisane, confetture e paste speciali.
via Santuario 35, con diciotto camere, casoncelli, pizzoccheri La spesa golosa può poi proseguire con
0346/329.11). L’albergo un ristorante tipico, una e polenta. Conto 30 €. i latticini dell’Azienda Agricola Presolana
offre un centro sala relax e un piccolo Hotel Alpino Ristorante (Castione della Presolana, località Dorga,
benessere e 104 camere museo di minerali (passo della Presolana, via IV Novembre 5, 335/176.92.14 e 328/
e suite in stile classico e cristalli. Doppia con via Cantoniera 7, 543.13.02; spaccio a Vilminore di Scalve,
affacciate sulla bella colazione da 80 €. 0346/311.03). Il ristorante località Nona, via Scultore Piccini 12),
pineta. Il Boccon d’Oro, B&B Edelweiss unisce piatti tipici italiani che produce formaggio di monte, stracchino,
uno dei due ristoranti (Castione della a specialità locali, così ricotta e yogurt. Nella piazza centrale di
dell’hotel, serve piatti Presolana, piazza Roma da soddisfare tutti Schilpario troviamo pane fresco e prodotti
della cucina bergamasca 5, 0346/602.68 e i palati. L’hotel accoglie tipici da forno alla Panetteria Rusconi (piazza
preparati dallo chef 340/002.24.51). anche cani al seguito Cardinal Angelo Maj 21, 347/377.26.16).
Raffaele Vistocco. Nel centro storico di purché muniti della A Vilminore di Scalve un altro produttore
Conto da 35 €, doppia Castione, accanto al propria brandina. Doppia di formaggi tipici è la Latteria Sociale
con colazione da 130 €. municipio e all’ufficio in mezza pensione Montana di Scalve (Vilminore di Scalve,
Alpen Chalet ★★★ turistico, è l’ideale per da 90 € e conto 30 €. via San Giorgio 29, 0346/511.31). Da
(Schilpario, via Serta una vacanza in coppia. Rifugio Cima Bianca quarant’anni utilizza il latte di bovine adulte
1d, 0346/09.02.80). Di Possibilità di ristorazione (Colere, via Carbonera, alimentate esclusivamente a erba e fieno.
proprietà della famiglia con cucina tradizionale 330/73.69.29). Situato Il profumo del latte dei pascoli montani
Pizio, propone dal 1978 (menu degustazione da a 2.100 metri di quota, in si potrà apprezzare assaggiando
calde e panoramiche 20,50 €). Doppia con posizione panoramica tra la Formaggella della Val di Scalve, il Quadrel,
camere in stile alpino. colazione da 70 €. la Presolana e il monte lo Scalvitondo o i saporiti formaggi caprini.
Disponibilità di guide Ferrante, si trova a pochi
per ciaspolate e ottima I ristoranti passi dalla stazione
ristorazione. Conto di arrivo della seggiovia
da 30 € e doppia con Cascina Calpa che sale da Carbonera
colazione da 120 €. (Castione della di Colere. Costruito
Hotel San Marco ★★★ Presolana, via Calpa 22, secondo il tipico stile
(Schilpario, località 345/670.34.70). Rustica alpino, offre cucina
Pradella, 0346/550.24). baita alpina in posizione tradizionale e possibilità
di pernottamento.
Grand Hotel Presolana Notte con prima
colazione da 45 € a
persona e conto da 25 €.
Baita Termen (località
Pian del Termen-Monte
Pora, 0346/651.36).
Situata sul monte Pora,
a quota 1.610 metri,
la baita può essere
comodamente raggiunta
con la seggiovia Termen,
Latteria Sociale Montana di Scalve
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Bell’Italia 89
il weekend AREZZO
DISTILLATO
DI BELLEZZA
TOSCANA
Il recente restauro del trecentesco
polittico di Pietro Lorenzetti ha restituito
ad Arezzo uno dei suoi simboli.
La ritrovata luminosità dell’opera
è il punto di partenza per un fine
settimana nella splendida città d’arte
che offre capolavori di Cimabue,
Piero della Francesca e Giorgio Vasari
P
iazza Grande è la carte de visite di Arezzo. Irregolare, Il primo omaggio alla ricca sedimentazione artistica cittadina va
in forte dislivello ma a misura d’uomo, incarna in mo- tributato proprio alla pieve di Santa Maria: per la splendida fac-
do esemplare l’antico sapere italiano nella creazione ciata romanica che sfuma in un ricamo di loggette, per gli altori-
di spazi dedicati alla comunità, luoghi in cui l’unione lievi duecenteschi del ciclo dei Mesi nel portale maggiore, dalla
di funzione e bellezza definiva il senso e i valori della vivida policromia, e in particolare per il grande polittico sopra
vita associata. Dal Medioevo è stata sede di mercato e palcosce- l’altare maggiore, opera trecentesca di Pietro Lorenzetti.
nico cittadino, ruolo che ancora oggi interpreta – come “salotto Restauri durati sei anni e terminati lo scorso novembre hanno
buono” – ospitando la celebre Fiera Antiquaria (ogni prima do- restituito brillantezza ai colori e allo sfondo dorato delle tavole
menica del mese e il sabato che la precede) e la storica Giostra che lo compongono, migliorando sensibilmente la lettura dello
del Saracino (a giugno e a settembre). Le case-torri medievali, stuolo di santi e sante che affianca il tenero abbraccio della Ma-
l’abside romanica della pieve di Santa Maria, il palazzo della donna col Bambino. L’intervento, compiuto dallo studio aretino
Fraternita dei Laici, tra Gotico e Rinascimento, le Logge Vasa- RICERCA, con la vigilanza scientifica della Soprintendenza di Sie-
riane con la loro maestosa fiorentinità, il settecentesco palazzo na Grosseto e Arezzo, permette di apprezzare al meglio lo stile
del Tribunale: in questa piazza le pietre raccontano secoli di raffinato del pittore senese, in cui l’elegante linearismo di Duc-
storia e d’arte e invitano a seguire, magari nel corso di un fine cio di Buoninsegna si sposa alla freschezza espressiva ispirata al
settimana, la trama della narrazione tra le vie di una città che Giotto di Assisi (dove Lorenzetti ebbe modo di lavorare) e alla
ha saputo conservare l’eredità di un passato importante. scultura di Giovanni Pisano. L’importante recupero è stato
90 Bell’Italia
Armonioso incontro di epoche e stili
A sinistra: piazza Grande, cuore della città storica. Sullo
sfondo, da sinistra, l’abside della pieve di Santa Maria,
il palazzo del Tribunale e quello della Fraternita dei
Laici; a destra, il palazzo loggiato progettato da Giorgio
Vasari nel 1573. Sotto: Annunciazione, particolare del
polittico dipinto da Pietro Lorenzetti tra il 1320 e il 1324
per la pieve di Santa Maria, tornato da poco sopra
l’altare maggiore dopo un restauro durato sei anni.
Pagina precedente: San Donato, patrono di Arezzo,
un’altra delle molte figure che compongono il polittico.
La cattedrale sul colle di San Pietro
Pagina precedente: la cattedrale dedicata ai Santi Pietro
e Donato, sorta a partire dal 1278. L’altare maggiore
ospita la trecentesca arca marmorea di San Donato;
gli affreschi nelle volte della navata centrale illustrano
storie dell’Antico Testamento (XVI-XVII secolo).
A sinistra: la Maddalena affrescata intorno al 1460
da Piero della Francesca nella cattedrale. Sotto: la parte
superiore del cenotafio del vescovo Guido Tarlati
(1330), spostato accanto alla Maddalena nel Settecento.
il weekend AREZZO
sostenuto da RICERCA e, dal 2017, dall’associazione nonprofit Art na: gli affreschi con la Leggenda della vera Croce che Piero
Angels Arezzo attraverso una raccolta fondi (oltre 300 mila eu- della Francesca realizzò tra 1452 e il 1466 su commissione
ro) che ha visto il concorso della Fondazione Cassa di Risparmio dei Bacci, importante famiglia di mercanti che risiedeva nel pa-
di Firenze, di aziende del territorio come Power One e di molti lazzo, ancora esistente, distante poche decine di metri. L’artista
singoli donatori. La raccolta è ancora aperta perché occorre lavorò quasi in casa – il paese natale di Sansepolcro dista trenta
completare la ricollocazione del polittico (www.gofundme. chilometri –, ma negli stessi anni era richiesto da grandi corti
com/f/progetto-restauro-lorenzetti). Un bel modo per tornare alle italiane, come quelle di Rimini e Ferrara, e stava per approdare
origini dell’opera commissionata dal potente vescovo Guido nella Roma dei papi. L’opera che ha dato ad Arezzo un posto
Tarlati nel 1320 con un minuzioso e vincolante contratto giunto tra le capitali del Rinascimento testimonia la ricchezza della cit-
fino a noi. Per finanziarne la realizzazione si fece infatti ricorso tà in quell’epoca, grazie agli scambi legati alle attività agricole
anche alle donazioni dei cittadini: «domina Adelasia», vedova, del territorio, al fiorente artigianato (concia delle pelli, lavora-
fu la prima a contribuire con 12 fiorini d’oro. zione dei metalli) e alla commercializzazione del guado, pianta
I duecento metri che separano la pieve dalla chiesa di San Fran- da cui si derivava una tintura blu per tessuti molto richiesta.
cesco, lungo corso Italia e via Cavour, bastano per fare un salto Sulle slanciate pareti della cappella, la geometrica eleganza del-
in avanti nel tempo di un secolo e mezzo. Nella chiesa france- le figure mette ordine nelle intricate vicende narrate nel XIII
scana, improntata a un Gotico semplice e sereno, la cappella secolo da Jacopo da Varagine nella Legenda Aurea, la storia del
maggiore esibisce uno dei capisaldi della storia artistica italia- sacro legno della Croce di Gesù dalla morte di Adamo, sulla
Bell’Italia 93
Il giovane Cimabue in San Domenico
A destra: la chiesa gotica di San Domenico, eretta
presso le mura settentrionali tra la fine del Duecento
e i primi anni del Trecento. Sotto: la navata unica della
chiesa, caratterizzata dai profili bicromi delle aperture
e degli archi del presbiterio. Sopra l’altare maggiore
è sospeso il Crocifisso dipinto da Cimabue intorno
al 1265, una delle opere meglio conservate dell’artista.
Pagina seguente: il Crocifisso segna una discontinuità
con le pose ieratiche dell’arte bizantina.
il weekend AREZZO
cui tomba nacque l’albero da cui fu tratta, all’ingresso in Geru- vanni XXII, che lo scomunicò nel 1324, ma la circostanza non
salemme dell’imperatore bizantino Eraclio, vittorioso sul re gli impedì di proseguire nella sua azione di vescovo e signore:
persiano Cosroe che se ne era impossessato. La solenne presen- nel 1327 fu lui a incoronare re d’Italia a Milano Ludovico il Ba-
za dei personaggi si dispiega in paesaggi altrettanto rigorosi, da varo, altro scomunicato eccellente. Al fratello, e successore,
cui emerge anche una veduta della turrita Arezzo. Pier Saccone Tarlati dobbiamo il maestoso monumento fune-
La cappella Tarlati, a sinistra di quella maggiore, rimanda alla bre realizzato nel 1330 dai senesi Agostino di Giovanni e
famiglia che ha retto Arezzo nel Trecento al momento del suo Angelo di Ventura. Il vescovo vi è rappresentato giacente tra
apogeo come centro indipendente, prima dell’ingresso nella una piccola folla di dolenti; sedici bassorilievi raccontano le sue
sfera d’influenza fiorentina culminato con l’acquisto della città gesta, in particolare la conquista e la sottomissione di terre e
(1384). Per conoscere le imprese del suo rappresentante più in- castelli. Restaurato nel 2016 dallo studio RICERCA, il colosso mar-
signe, quel Guido Tarlati che commissionò il polittico a Loren- moreo è stato spostato nell’attuale posizione nel XVIII secolo.
zetti, occorre salire – in pochi minuti – fino alla cattedrale sul Da allora incombe sulla pur monumentale Maddalena affresca-
colle di San Pietro. All’interno, un maestoso cenotafio celebra ta da Piero della Francesca accanto all’ingresso della sacrestia,
il vescovo che estese l’egemonia della città nelle valli circostanti potente figura ricca di dettagli di grande realismo.
con la politica e con le armi, diede ad Arezzo una nuova cinta di Alle spalle del duomo, il Passeggio del Prato è un parco pubbli-
mura e, nel 1321, ricevette la signoria della città. Sostenitore co che offre belle viste sulla città e sulla campagna; al centro, il
della parte ghibellina, Tarlati entrò in conflitto con papa Gio- monumento a Francesco Petrarca inaugurato nel 1928 ri-
94 Bell’Italia
il weekend AREZZO La pieve urbana dedicata alla Madonna
Edificio romanico tra i più importanti in Toscana, la pieve di Santa Maria è sorta
tra XII e XIII secolo. Profondamente modificata da Vasari, ha ritrovato fattezze
romaniche nell’Ottocento. 1. La facciata in stile pisano-lucchese presenta tre ordini
di loggette sovrapposti. 2. L’archivolto del portale è decorato dai rilievi policromi
del ciclo dei Mesi. 3. Il campanile, portato a compimento nel 1330, è alto 59 metri
e ingentilito su ogni lato da cinque coppie di bifore. 4. Gli archi a sesto acuto
dell’interno risentono delle prime influenze dello stile gotico. 5. Il presbiterio è la parte
più antica della chiesa, ma ha subìto importanti modifiche nel XIX scolo. 6. Il polittico
di Pietro Lorenzetti ha da poco ritrovato il suo posto sopra l’altare maggiore.
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4
1 2
Bell’Italia 101
DA SETTECENTO ANNI
NEL CUORE DELLA CITTÀ
Colori vividi su fondo oro: il polittico di Pietro Lorenzetti
risplende di nuovo sull’altare maggiore della pieve di Santa Maria,
per il quale era stato dipinto tra il 1320 e il 1324
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AREZZO
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❶ Le origini tomba di Adamo. Sotto,
La costruzione della la regina di Saba ne
chiesa fece seguito riconosce il legno in un
all’arrivo in città ponte e si inginocchia per
dei Francescani (1290). adorarlo; accanto, incontra
❷ La basilica Davide, re d’Israele.
Rinnovata nel corso ❼ Rimozione del ponte
del XIV secolo, si Il legno riconosciuto
caratterizza per la sobria dalla regina viene
interpretazione dello rimosso e seppellito.
stile gotico propria ➑ Sogno di Costantino
degli ordini mendicanti. Un angelo appare
❸ Navata unica all’imperatore e gli predice
Ospita affreschi la vittoria su Massenzio
di artisti locali di nel segno della croce.
notevole valore, come ➒ La battaglia
Spinello Aretino. Costantino sconfigge
❹ Crocifisso dipinto Massenzio nella battaglia
Sospeso sopra l’altare di Ponte Milvio (312).
maggiore, è databile ❿ Tortura dell’ebreo
intorno al 1270-80. Dopo la morte di Cristo,
❺ Cappella maggiore la croce era stata
La sua decorazione fu sepolta; solo l’ebreo
commissionata dalla Giuda sa in quale luogo.
famiglia Bacci nel 1447 L’informazione gli viene
a Bicci di Lorenzo, che estorta con la tortura
ne dipinse la volta e la per volere di Elena,
13 sommità dell’arco prima madre di Costantino.
di morire (1452). Il lavoro ⓫ La croce ritrovata
passò a Piero della Elena fa disseppellire
Francesca che affrescò la croce e la riconosce
scene della Leggenda grazie a un miracolo.
11 della vera Croce, tratte ⓬ Eraclio e Cosroe
dalla Legenda Aurea Il re persiano Cosroe
di Jacopo da Varagine conquista Gerusalemme
(XIII secolo). Il restauro e ruba la croce, ma
del ciclo si è concluso l’imperatore bizantino
nel 2000; dalla fine dl Eraclio lo sconfigge.
2019 gode di un nuovo ⓭ Restituzione
impianto di illuminazione Cosroe riporta la croce
realizzato dallo sponsor a Gerusalemme.
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4 tecnico iGuzzini. ⓮ Annunciazione
❻ Adamo e regina di Saba Esordio del percorso
L’albero che darà il legno della Salvezza che
della croce nasce sulla si compie sulla croce.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Tra le allegorie di Casa Vasari
Pagina precedente, in alto: la sala del Trionfo della Virtù
nel Museo di Casa Vasari. Deve il nome al Trionfo della
Virtù che lotta con la Fortuna e l’Invidia affrescato
da Vasari sul soffitto. Pagina precedente, in basso: scorcio
della cinquecentesca fortezza Medicea sul colle di San
Donato. A sinistra: allegoria della pittura nella sala
della Fama di Casa Vasari. Sotto: il Passeggio del Prato,
parco pubblico tra il duomo e la fortezza; il campanile
della cattedrale risale alla seconda metà del XIX secolo.
il weekend AREZZO
corda che il poeta nacque ad Arezzo nel 1304. Lo spazio Casa Vasari. Il poliedrico uomo di cultura, pittore, architetto,
verde fu ricavato dal 1810, in epoca granducale, colmando l’av- storiografo, nacque ad Arezzo nel 1511; a trent’anni acquistò
vallamento tra il colle di San Pietro e quello di San Donato, la casa in borgo San Vito, «nella migliore aria della città», e la
sulla cui sommità sorge ciò che resta della stella a cinque punte decorò con complesse allegorie che culminano nel Trionfo del-
della fortezza Medicea, sorta dal 1538 su preesistenze tre- la Virtù che lotta con la Fortuna e l’Invidia.
centesche. È tornata in gran parte visitabile grazie agli inter- Le Vite de’ più eccellenti pittori, scultori ed architetti, il primo testo
venti di recupero che si sono protratti fino al 2019. della nostra storiografia artistica, pubblicate da Vasari nel 1550
Dalla platea del duomo, verso cui si aprono il palazzo Vescovi- e nel 1568, si aprono con la biografia di Cimabue, presentato
le, con il Museo Diocesano di Arte Sacra, e il turrito palazzo come il fondatore dell’arte italiana. È probabile che Vasari ab-
dei Priori, sede del Comune, il percorso prosegue in discesa fi- bia visto il Crocifisso nella chiesa di San Domenico, distante
no al Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna, in palazzo solo duecento metri dalla sua nuova casa aretina. Non ne parla
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Bruni-Ciocchi. Nelle sue sale la fervida cultura figurativa citta- nelle Vite, l’accostamento dell’opera al nome di Cimabue risale
dina tra Duecento e Quattrocento è documentato dalle tavole all’inizio del Novecento. Appartiene alla giovinezza dell’artista,
di Margarito d’Arezzo, di Spinello Aretino, di Parri di Spinello, intorno al 1270, e segna la prima tappa dello straordinario per-
di Bartolomeo della Gatta. L’imponente Convito per le nozze di corso di allontanamento dalla fissità dei modelli bizantini com-
Ester e Assuero di Giorgio Vasari, del 1548, offre invece un sag- piuto dal pittore: un seme della rinascita dell’arte in Italia ger-
gio dell’eclettico manierismo che si ritrova nel vicino Museo di mogliato nel fertile terreno della cultura aretina.
Bell’Italia 103
il weekend
AREZZO
104 Bell’Italia
Trattoria Il Saraceno
Gli alberghi palazzetto settecentesco, ai prodotti del territorio. tendenza dal vivace design
La Corte del Re servite da una bella scala in Ambiente informale e piatti contemporaneo che si
(via Borgunto 5, angolo piazza pietra. Atmosfera accogliente curati: gnocchi con spinaci, caratterizza per una proposta
Grande, 377/253.95.81). Guest e cura per i dettagli. porcini e crema di latte, stinco gastronomica fuori dai canoni
house di charme nel cuore Doppia con colazione da 80 €. di maiale con patate arrosto, della tradizione: hamburger
della città, in un antico palazzo “tapas toscane” per un pranzo (anche di pesce, maiale e pollo),
che guarda verso la splendida I ristoranti veloce. Conto medio 25 € panini vegetariani, club
piazza Grande. Arredi moderni Ristorante Antica Fonte Jungle in Town sandwich, insalate e un’ampia
si sposano al carattere (via Porta Buia 18, 0575/ (via Giuseppe Garibaldi 97, selezione di birre artigianali.
medievale della struttura, con 280.38). Cucina regionale 0575/283.42). Locale di Conto medio 15 €.
pietre e mattoni a vista. toscana interpretata con
Doppia con colazione da 145 €. raffinatezza in un contesto
Vogue Hotel ★★★★ semplice e accogliente. Seguendo Dante nel Casentino
(via Guido Monaco 54, 0575/ Nel menu, ravioli di coniglio Arezzo fu una delle prime tappe del lungo esilio di Dante, seguito
243.61). Sulla via che conduce al burro e carote, tortelli alla condanna inflittagli dalla sua Firenze nel 1302. Negli anni
dalla stazione al centro storico. di patate con lardo, pomodorini successivi il poeta frequentò spesso il vicino Casentino, ospite
Propone 26 camere ampie e rosmarino, tagliata di vitella nei castelli e nelle residenze dei conti Guidi. Risalendo da
che coniugano tradizione con tartufo, peposo alla Arezzo l’alta valle dell’Arno, dopo 40 km si raggiunge il castello
e modernità; servizio fornacina. Conto medio 30 €. di Poppi (piazza della Repubblica 1, 0575/52.05.16), sorto
attento e cordiale. Doppia Trattoria Il Saraceno nella seconda metà del XIII secolo su una rocca preesistente.
con colazione da 120 €. (via Giuseppe Mazzini 6, 0575/ Dante vi soggiornò più volte, ospite di Guido da Battifolle;
B&B De’ Montetini 276.44). Cucina della tradizione, da qui nel 1311 inviò alcune delle sue celebri epistole, come
(via de’ Montetini 7, ma anche pizza cotta nel forno quella a Margherita di Brabante, moglie di Enrico VII. Orario:
328/752.62.94). Al piano terra a legna a due passi da piazza lunedì-giovedì 10-18, venerdì-domenica 10-19; ingresso 7 €.
e al primo piano di un edificio Grande. Robusto omaggio Dal castello si vede la piana di Campaldino, dove nel 1289
ottocentesco, tre camere ai sapori locali: ribollita aretina, si svolse la battaglia tra guelfi e ghibellini cui prese parte anche
dalle tinte tenui arredate pici al cinghiale, anatra e Dante (nelle schiere guelfe). Alla piana guarda anche il castello
©RIPRODUZIONE RISERVATA
con ricercata semplicità. coniglio in porchetta. Conto di Romena (Pratovecchio, via Pieve di Romena 10, 366/560.93.95,
Doppia con colazione da 93 €. medio per il ristorante 30 €. aperto da giugno a novembre), altro luogo dantesco, come pure
B&B Il Piccolo Cavour Il Covo dei Briganti la sottostante pieve di San Pietro (Pratovecchio, via Pieve
(via Cavour 108, 0575/34.84.86 (via Guido Monaco 9, 349/ di Romena 1, 0575/58.20.60), del XII secolo, bell’esempio
e 327/792.72.22). Sei camere 231.27.63). Osteria che si ispira di architettura romanica. Orario: tutti i giorni 9-19; ingresso libero.
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Bell’Italia 105
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Bell’Italia 107
Sentieri d’Italia
IL RIENTRO A VIESTE
TRA PASCOLI E VALLONI
Lasciata Pugnochiuso, la strada si riporta
all’interno e, al km 25,4, si congiunge di
nuovo con la provinciale 53, da seguire
verso sinistra. Si sale, con moderata pen-
denza e con curve continue, fra lembi di
bosco da cui spiccano begli esemplari di
pini d’Aleppo. Giunti al bivio per Vigna-
notica (km 31,1), si abbandona definiti-
vamente la provinciale e si piega a destra
(direzione Monte Sacro) lungo una stret-
ta strada asfaltata che, fra pascoli e ulive-
ti sparsi, risale una dorsale montuosa. È il
tratto più faticoso ma di impagabile bel-
lezza per via del paesaggio, che pare di-
segnato da un ignoto giardiniere. Più in
quota, nelle radure, affiorano i primi
banchi di pietra calcarea, spesso sor-
volati dai bianconi. A 35 km da Vieste,
la strada sfocia sulla statale 89 Garganica,
come indicato sulla parete di una diruta
casa cantoniera: a 623 metri d’altezza è il
culmine dell’itinerario. Si piega a destra
per un breve tratto, poi, lasciata la stata-
le, si rimonta a destra su uno stradello
dal fondo in dissesto (segnavia 31), fra
masserie in abbandono.
Si procede mantenendo la traccia più
battuta, trascurando tutte le diramazio-
ni. Si affronta così una lunga discesa su
sterrato, fra mandrie al pascolo brado e
stallazzi cintati da muretti in pietra. Iso-
lati, fra i pascoli, grossi esemplari di lecci,
cerri e carpini, mentre sul manto erboso
spuntano in primavera incredibili esem-
plari di orchidee, di cui il Gargano conta
ben 56 specie. Più avanti si raggiunge
l’azienda agrituristica Sgarrazza, l’unico
(“pezzo di mondo”). Abbandonate le ginepro e tamerice. Stupisce il contrasto luogo abitato nel raggio di parecchi chilo-
attrezzature balneari ci si inerpica sulle di colori fra il verde della vegetazione, metri, ideale punto di sosta. Si prosegue
prime salite della strada costiera (pro- le bianchissime falesie e il blu del mare. nella discesa che si fa ripida, ma su fon-
vinciale 53), tratto comune alla Ciclovia Si aggira cala di San Felice e, sul suc- do in asfalto. La vegetazione riprende il
Adriatica, il lunghissimo itinerario che cessivo capo (la Testa del Gargano), suo aspetto domestico con uliveti e man-
unisce Ravenna con Santa Maria di Leu- si avvicina la torre omonima, uno dei dorleti. Aggirato il monte Peloso si entra
ca. Sulle colline compaiono gli ulivi, ma tanti presidi del XVI secolo a guardia nell’incavo di un vallone. Si procede ve-
quando la strada s’insinua fra gli anfratti della costa. Al km 11,3 appare la baia di locemente ma con prudenza per via della
costieri, segnati dalle stratificate pareti Campi con la sua isoletta. Qui la strada strada stretta e del fondo non mantenu-
di calcare, la macchia mediterranea volge verso l’entroterra ed è opportuno to. Dopo un lungo tratto, le attrezzature
prende il sopravvento con le sue piante lasciarla per proseguire, a sinistra, lungo turistiche annunciano Vieste.
aromatiche: mirto, lentisco, rosmarino, la provinciale 54, che rimane più vicina ©RIPRODUZIONE RISERVATA
108 Bell’Italia
come
dove
quando
Alberghi e ristoranti
B&B “A un passo dal mare”
(Vieste, lungomare Enrico
Mattei 22, 340/638.26.80).
Con vista mare, è la scelta
ideale, alla partenza dell’itinerario.
Doppia con colazione da 85 €.
Masseria Sgarrazza (Vieste,
contrada San Salvatore,
347/754.51.80). Da una masseria
ottocentesca nasce questo
agriturismo immerso tra boschi
e pascoli, produttore di
grano e olio, con allevamenti
di vacche podoliche da cui
si ricava il tipico caciocavallo.
Offre ospitalità in camere
doppie o appartamenti
e un ristorante con menu da 25 €.
Trattoria Il Paniere (Vieste,
via Tordisco 4, 0884/70.24.92).
Specialità di mare (tonno,
pesce spada e polipo) in un
locale a conduzione familiare,
con dehors sulla piazza del
centro storico. Conto 25 €.
Trattoria La Montagna
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Bell’Italia 109
CIBO & PAESAGGIO OSIL0 (Sassari)
Un piccolo grande
formaggio sardo
Il pecorino di Osilo, di dimensioni un po’ ridotte rispetto
alla media, ha pasta morbida e un gusto molto intenso
A cura di SLOW FOOD
Testi Angelo Surrusca Fotografie Alberto Peroli/Slow Food
110 Bell’Italia
come
dove
quando
OSILO
(Sassari)
Pecorino di Osilo
Panorami e sapori
del nord dell’isola
Soggiorni con vista sul golfo dell’Asinara e cene nell’antico
mulino. In tavola ravioli di ricotta e le dolci tabaccheras
Non è inoltre consentita la produzione Hotel Carlo Felice ★★★★ gestore del locale, sceglie 342/126.71.15;
di formaggio da latte di più allevamenti (Sassari, via Carlo tra selezionati produttori gavinuccioturra@virgilio.it
o di ovini allevati in stalla. L’allevamen- Felice 50, 079/27.14.40). locali e della Gallura. Sopra, il simbolo
to delle pecore del Presidio, infatti, è In una zona tranquilla Da provare le melanzane che garantisce, sulla
brado o semibrado e caratterizzato dal a 3 chilometri dal centro, alla sassarese, le lumache confezione, i prodotti
pascolo per buona parte dell’anno. un moderno albergo con con aglio e prezzemolo, dei Presidi Slow Food.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Bell’Italia 111
Giri pagina
e giri l’Europa.
Oggi non devi andare molto lontano per viaggiare in Europa. Leggere Bell’Europa è Il miglior modo per
scoprire il Vecchio Continente. Gli angoli più nascosti, le località più affascinanti, tutti i segreti delle grandi
città e dei piccoli borghi. In attesa di poterli visitare in tempi migliori, puoi girare l’Europa girando pagina.
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A Cortina,
ricette e sapori
della tradizione pagina 116
L’OCCASIONE
DEL MESE
VACANZA
E LAVORO
IN ROMAGNA
Unire lavoro e tempo
libero: dal 6 gennaio
l’Atlantic Hotel Riccione,
4 stelle superior sul
mare, ha una proposta
per chi vuole fare smart
working. Le camere
vista mare offrono
connessione superveloce
e meeting room. E poi
c’è la spa per rilassarsi
e rigenerarsi. Il prezzo
è 130 € a notte in doppia,
compresa la cena nel
ristorante dell’hotel e
l’ingresso alla piscina
con acqua marina.
In più, sconti del 50 per
cento per bambini fino
a 13 anni e servizio extra
di baby sitting. Vale
per minimo 3 notti.
INFO hotel-atlantic.com
MONTI SIBILLINI
Bell’Italia 113
CAMERA CON VISTA
Testi di Anna Pugliese
114 Bell’Italia
re di colori. Il Nido è un alloggio minima- grande vasca e una sauna a infrarossi, per nata, scottata solo dal calore della polenta
le, che viene proposto agli ospiti solo dopo concedersi il tempo di prendersi cura di e del sugo di gulasch su cui è adagiata. Op-
la cena: una volta goduta la passeggiata sé. Anche qui le pareti sono trasparenti pure i sapori dell’Osteria, dove troviamo
nel bosco, si entra in una sorta di tunnel di e la vista è sul parco. Ci sono poi le case pietanze semplici per accompagnare i vi-
piante. È piccolo, raccolto: un solo grande più tradizionali, quelle country o “della ni della cantina di casa. C’è chi fa il viaggio
letto affiancato da una vasca, affacciata su nonna”, edifici dove si celano altre sor- sin qui anche solo per i famosi aceti della
un bosco privato. La Libreria nel Bosco è prese. La casa dell’Acetaia, ad esempio, è Subida. Da circa 45 anni sono la passione
invece una casetta sulla collina, protetta una baita tutta in legno. E c’è la casa delle di Josko Sirk. E si possono degustare con
da una fitta siepe, isolata da tutto. Una Chiome, un po’ rialzata, dove si ha la sen- dei percorsi guidati nell’Acetaia, un’espe-
parete è completamente coperta di libri sazione di stare tra rami e foglie, sospesi. rienza spesso sorprendente.
– romanzi e saggi di storia, filosofia, bota- Ma La Subida non è solo un’occasione ©RIPRODUZIONE RISERVATA
nica – e l’unico arredo è un grande letto di riposo. Si arriva in quest’angolino di
da dove ammirare le felci e i castagni, o Collio anche per godersi sapori unici. Sopra, da sinistra: l’elegante veranda
da sfruttare per totali immersioni nella Quelli ispirati dalla tradizione, ma com- la casa delle Chiome, della Trattoria al
lettura, abbracciati da un verdissimo pa- pletamente rinnovati, della Trattoria al open space che Cacciatore; uno
sembra immerso dei tavoli esterni
esaggio e dal silenzio assoluto. C’è poi la Cacciatore, stellata Michelin, dove un nel bosco; scorcio per la colazione in
casa Relax, che ospita un comodo divano piatto antico come il gulasch viene scom- della casa Relax. terrazza; il letto della
(all’occorrenza si trasforma in letto), una posto e ripensato con carne di daino mari- Sotto, da sinistra: casa delle Chiome.
info
La Subida Country Resort
Cormons (Gorizia), via Subida 52,
0481/605.31; www.lasubida.it
Camere: 21 casette.
Prezzi: casetta per 2 da 130 a 250 €
al giorno; colazione 15 € se
consumata in hotel, 20 € in camera.
Servizi: piscina (da giugno a fine
settembre), Acetaia (con visite
guidate), maneggio, parco, noleggio
bici e Vespe. Trattoria al Cacciatore
(una stella Michelin): menu
degustazione 60-75 €, alla carta 60 €.
Osteria (più informale): conto 25 €.
Apertura: chiuso dal 15 a 28 febbraio.
PIACERI
Gnocchi, formaggio
e orti di montagna
A cura di Auretta Monesi Foto di Franco Cogoli
D
al Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo,
dove nasce, il fiume Boite scende impetuoso
verso Cortina, la attraversa e prosegue
entrando nella parte orientale del Cadore,
per poi finire nel Piave. Tra ampezzani
e cadorini esiste un velo di campanilismo, anche
gastronomico, con i primi che guardano un po’ più verso
l’Austria e i secondi verso Venezia. «È una cucina
di montagna, basata sull’orto, con latte e carne
di maiale spesso affumicata», spiega Silvana Savaris
Grasselli, studiosa del gusto locale. «Le ricette del Cadore
sono più autenticamente venete, nell’Ampezzano invece
spunta la commistione con i gusti austriaci. Un mix
geniale, ottenuto con ingredienti non ricchi». Che
si tramanda sulle tavole, senza tradire le diverse origini.
116 Bell’Italia
Sopra: la conca ampezzana con
il Pomagagnon e il Cristallo. Pagina
precedente, in basso: casunziei del
Panificio Ghedina. A destra: la chiesa
di Vinigo, località di Vodo di Cadore.
Bell’Italia 117
Cortina d’Ampezzo
118 Bell’Italia
In questa foto: Dida negativo bold, giate
vent ing ea faccume quam, venim et
wisi blaorero consenim iusto odolute
tat incipsum velit ilit et vent num quati
autpatuer ipsusci duipsustrud molum in
utema quam alit iurer iriureet at lutem
dolenibh enita nim nulput wis adipa.
Bell’Italia 119
Cortina d’Ampezzo
120 Bell’Italia
Grissini, Cortinesi al cioccolato e casunziei fortuna, oggi portata avanti da Andrea. Tante le tipologie di pane
I Ghedina sono in tanti a Cortina: una grande famiglia ramificata proposte, molto variegate per quantità di forme, impasti
e importante. Qui, al Panificio Ghedina, troviamo Pietro, di farine e aggiunte di semi ed erbe. Numerose anche le qualità
il padre, e i due figli Paolo e Alberto. Il loro negozio si trova di pasta fresca: canederli, ravioli, casunziei, pasticci, crespelle
a Pian da Lago, la zona operosa di Cortina. Fornai da sempre, e gnocchi. Poi ci sono i dolci, con torta Sacher, strudel, crostate,
si sono inventati diversi prodotti, come i grissini friabili con kipferl, torte rustiche, millefoglie, krapfen e biscotti. Non
e senza sesamo, e i Cortinesi, bocconi croccanti di grande manca un banco di formaggi e salumi con cui si confezionano
successo, anche ricoperti di cioccolato nella versione dolce gustosi sandwich: la scorta ideale per le ciaspolate in quota.
(Corticioc); poi i grissini delle Dolomiti e vari tipi di biscotti.
A tutto ciò si affianca la rinomata pasta fresca, con gli spatzle VODO DI CADORE
e gli immancabili casunziei, emblemi del gusto ampezzano. Nel borgo degli ortaggi e del cavolo cappuccio
Vinigo è un bel villaggio appeso alle pendici della montagna,
SAN VITO DI CADORE con la sua quattrocentesca chiesa dalle ricche decorazioni, tra
Dal 1910, una lunga storia di pane cui una tela di Francesco Vecellio, fratello di Tiziano. In questo
L’avventura del Premiato Panificio Fiori inizia nel 1910 paesino, immerso in un panorama da incanto e famoso
con Tommaso Fiori, che avvia un’attività destinata a gran per i suoi ortaggi, Alessandro Michielli dell’Azienda Agricola
Bell’Italia 121
Cortina d’Ampezzo
Indirizzi
CORTINA D’AMPEZZO Pasticceria Alverà,
Enoteca Cortina, piazza Pittori Fratelli
via del Mercato 5, Ghedina 14, 0436/86.21.66;
0436/86.20.40; www. www.pasticceriaalvera.com
enotecacortina.com Latteria Cortina,
Hotel Villa Alpina, via Marangoni 2-4,
via Roma 72, 0436/24.18; 0436/36.33.
www.villaalpina.it Ristorante Al Camin,
122 Bell’Italia
località Alverà 99, 0436/86.63.13; VODO DI CADORE località Palada, 0435/50.01.79;
0436/86.20.10; www.ghedina.org Azienda Agricola via Chiarediego 1, www.gurmont.it
www.ristorantealcamin.it Michielli, località Vinigo, 347/755.15.72;
Ristorante Rio Gere, SAN VITO DI CADORE via Savilla 36, www.agricoladelatela.it PERAROLO DI CADORE
località Rio Gere 1, Premiato 345/391.46.24; Salumificio Unterberger,
0436/34.34; riogere.it Panificio Fiori, www.michielli.com TAI DI CADORE via Regina Margherita 33,
Panificio Ghedina, corso Italia 76, Azienda Agricola Fratelli Gurmont, 0435/712.18;
località Pian da Lago 19a, 0436/91.35. Talamini “De la Tela”, via Cortina 55, www.becher.it
si ricavano da mucche che trascorrono molti mesi all’anno sidro, salumi e tanti formaggi, anche preparati nel mini-caseificio
in alpeggio, in piena libertà: latticini freschi, formaggi a varia annesso; e ancora, la cartufola (nome dialettale del topinambur),
stagionatura (anche aromatizzati), ricotta, yogurt naturale, le farine, i prodotti da forno, i funghi secchi e sott’olio, le birre
al malto e ai frutti di bosco. I tagli bovini più pregiati si vendono artigianali, i canederli, le confetture, le cioccolate e le tisane.
in confezioni richiestissime, mentre per la carne di maiale Tutte le specialità sono acquistabili anche dallo shop online.
la scelta spazia tra insaccati, pastin (un salame molto morbido),
salsiccia, sopressa, cotechini, braciole e costine. Nell’agriturismo PERAROLO DI CADORE
si gustano poi le specialità caserecce: pasta fresca, canederli, Lo speck cadorino affumicato e stagionato
gelato fatto con latte appena munto e panna cotta. Dinastia di origine tirolese, gli Unterberger vennero insigniti
del titolo nobiliare nel 1546 dall’imperatore Carlo V. Un ramo
TAI DI CADORE della casata giunse a Perarolo, e qui cominciò a produrre
L’eccellenza dei sapori dolomitici salumi, dando il via al marchio Speck del Cadore, affumicato
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’impegno dei creatori di Gurmont, sfizioso negozio dalle pareti con legno di faggio e stagionato da tre a sei mesi. Ora
foderate in legno, è sintetizzato dallo loro ricercata selezione di il Salumificio Unterberger è stato acquisito dai Bonazza,
prodotti di montagna. Sugli scaffali trova posto il miele biologico esperti norcini veneti. Nello spaccio di Perarolo troviamo
alpino: c’è quello di acacia, prodotto da arnie che trasmigrano speck in tranci o affettato, wurstel, stinchi, prosciutti, arrosti,
nei boschi del Montello, e quello di tarassaco, ricavato dai fiori salami e salamini, porchetta, guanciale e pancetta; tutto
gialli che punteggiano i prati intorno a Domegge di Cadore. Poi è lavorato con metodologie artigianali, consolidate nel tempo.
Bell’Italia 123
Cortina d’Ampezzo
La ricetta
Rufioi ampezzani
Questi gnocchi di patate, dalla caratteristica forma allungata,
sono una delle preparazioni simbolo della zona
Procedimento
Ingredienti 1
Passare le patate,
4
Far bollire l’acqua salata
già lessate e pelate, e immergervi i rufioi;
Per 4 persone: con lo schiacciapatate. quando vengono a galla,
scolarli ben bene
con un mestolo forato.
• 1 kg di patate
lesse e pelate
• 1 uovo
• 300 g di farina 00
• 200 g di burro
• 2 pugni di ricotta 2
Impastarle con la farina,
5
In un tegamino
affumicata grattugiata
l’uovo, il sale e la noce far fondere il burro fino
• 400 g di crauti moscata come per a che diventi ben dorato;
i normali gnocchi. in contemporanea,
già cotti scaldare bene i crauti.
• sale e noce moscata
quanto basta
3
Formare con l’impasto
6
Disporre su ogni piatto
dei cilindri di circa un letto di crauti caldi
1 centimetro di diametro e sistemarvi sopra i rufioi
e 5 centimetri di a più strati. Dare una
lunghezza. Farli scivolare spolverata di ricotta
sul palmo della mano fino affumicata e versare
Vino consigliato: a formare dei piccoli fusi. il burro caldissimo.
un Refosco
dal Peduncolo Rosso
©RIPRODUZIONE RISERVATA
124 Bell’Italia
A TAVOLA
A cura di Paolo Massobrio Il Golosario
Bell’Italia 125
CANTINE D’ITALIA
Testi di Giuseppe De Biasi
Un mecenate
tra le colline
del Montello
Grande patriarca del vino, dall’Amarone al Prosecco, Ermenegildo Giusti
ha finanziato il recupero di un eremo e dell’antica abbazia di Sant’Eustachio
126 Bell’Italia
OCCASIONI
Testi di Margherita Geronimo e Lara Leovino
LOW-COST DI QUALITÀ
Valsugana regale
Nella residenza costruita per la principessa Sissi,
romantici soggiorni per cominciare il nuovo anno
Remènch.
Transumanza
in Lombardia,
di Carlo Meazza,
testi di Marta Morazzoni,
Anna Carissoni, Giovanni
Mocchi, Lucia Maggiolo,
Pubblinova Edizioni Negri
2020, 266 pagine, 39 €.
Formato: 30x30 cm
TRADIZIONI
L’ANTICO CAMMINO
DEI PASTORI FOTOGRAFIA
IMMAGINI DA UNA VITA
Erano circa centomila gli ovini (pecore Cremonese, le campagne attorno a Ripercorre la biografia di Gianni Berengo
e agnelli) censiti in Lombardia nel Milano. Dalle pianure sempre meno Gardin il volume edito da Contrasto nella
2019. Nella regione più industrializzata ospitali ai pascoli in quota, il viaggio collana In parole, dedicata ai grandi maestri
d’Italia li immaginiamo tutti sempre ha il sapore di un’epopea senza della fotografia. Scritto in prima persona e
chiusi in grandi stalle, ma la ricerca tempo che rivendica uno spazio curato dalla figlia Susanna, segue l’infanzia tra
fotografica condotta da Carlo Meazza nel mondo contemporaneo; Santa Margherita Ligure e l’arrivo a Venezia,
documenta una realtà diversa: accanto alle pecore, i suoi la città che segnerà la scelta di dedicarsi alla
tra la pianura e l’arco alpino è protagonisti sono i pastori, spesso fotografia. In particolare, il dibattito nel Circolo
ancora viva la millenaria pratica interpreti di una tradizione familiare, Fotografico La Gondola segna un punto di non
della transumanza (riconosciuta ma anche i tosatori, gli artigiani che ritorno nelle scelte di contenuto e stile nella
patrimonio culturale immateriale realizzano coltelli, bastoni, scarponi, poetica di Berengo Gardin. Il viaggio a Parigi
dell’umanità dall’Unesco). Meazza, campanacci e collari, i cani e gli e l’incontro con Henry Cartier Bresson (e gli
che al rapporto tra uomo e natura, asini che accompagnano e aiutano il intellettuali che animavano la scena culturale
ambiente urbano e rurale ha dedicato lavoro umano. Un mondo in perenne della capitale francese) apriranno prospettive
gran parte dei suoi lavori, ha seguito movimento, ramingo: remènch in gaì, di più ampio respiro alle sue indagini su
per un paio di anni una decina di l’antica lingua dei pastori delle valli pellicola, sempre rigorosamente in bianco
greggi in tutto il territorio regionale, bresciane e bergamasche (nella foto: e nero. Alcuni dei più importanti impegni
tra Bergamo e Brescia, la Brianza e gregge che scende da un cavalcavia professionali arrivano dopo il trasferimento
la Valtellina, il Pavese, il Varesotto e il sull’autostrada Milano-Torino). a Milano, nel 1962. Di questi anni sono
i reportage commissionati dalla Olivetti negli
stabilimenti all’avanguardia di Ivrea e una lunga
collaborazione con il Touring Club Italiano.
Una riflessione sul patrimonio artistico
e paesaggistico che si esprime anche nella
documentazione dell’impatto delle grandi navi
sul fragile equilibrio della laguna di Venezia
(a sinistra, Gianni Berengo Gardin in una foto
di Marco D’Anna del 2015). Susanna Scafuri
In parole
povere,
di Gianni
Berengo Gardin,
introduzione di
Ferdinando Scianna,
ContrastoBooks
2020, 208 pagine,
22,90 €. Formato:
16x22,4 cm
128 Bell’Italia
CATALOGHI D’ARTE
Casa Museo
Boschi
Di Stefano,
a cura di Maria
L’ARTE IN CUCINA
Fratelli, Skira 2020,
176 pagine, 15 €.
GLI ARTISTI INCONTRANO GLI CHEF
Formato: 15x21 cm
STORIE D’ARTE
PASSIONE DI FAMIGLIA
Chef
Sono trascorsi quasi vent’anni
incont rano gli
dall’apertura al pubblico della Casa Museo G li Artisti
Boschi Di Stefano, che si è conquistata
un ruolo di rilievo nel panorama culturale
milanese. La nuova edizione della guida
edita da Skira è un riuscito invito alla
visita dell’importante collezione nata dalla
passione di Francesco Di Stefano, della
figlia Marieda e di suo marito, Antonio
Boschi, donata al Comune di Milano ed
esposta nell’appartamento di via Jan
in cui è cresciuta, dove gli artisti erano
di casa. Un viaggio nell’arte italiana
del XX secolo, dal solido nucleo della
figurazione novecentista alla costante
apertura al nuovo, tra metafisica ed
espressionismo, astrattismo e informale.
Venezia è
anche un sogno.
Guida alla città
invisibile,
di Monique
Pistolato, Ibis 2020,
204 pagine, 18 €.
Formato: 12x21 cm
È il quarto volume della riuscita collana lanciata da Domenico
Monteforte, artista con la passione per la buona tavola. Il
progetto editoriale invita cinquanta artisti a proporre altrettante
ricette, tutte “certificate” da cuochi di alto livello. Il volume, che
quest’anno propone anche una divertente intervista di Francesca
Ada Navari a Bruno Vespa, dedica la copertina a un giovane e
bravissimo chef ligure, Florian Zaja del Nettuno Restaurant di
ITINERARI
Borgio Verezzi, che con il suo piatto di mare riporta alla mente i
DETTAGLI VENEZIANI
colori della tavolozza di un pittore impressionista. Con i contributi
A Venezia ci sono luoghi che «si fanno di Domenico Monteforte, Filippo Lotti, Marco Botti, Francesca
trovare da soli», scrive l’autrice di Geloso, Silvia Lucchini, Alessandro Brogani, Rosario Sprovieri.
questa guida, che come tutti i veneziani
vive gli splendori, ma anche le molte Volume di 176 pagine; formato cm 24 x 30; legatura cartonata
difficoltà della città. Palazzo Ducale, San In vendita nelle librerie a € 40,00.
Marco, i musei sono mete ben note
e documentate, ma c’è anche «una
Prezzo speciale per i nostri lettori a € 36,00
città minore, di confine: la Venezia
che resiste», quella descritta negli
Per le ordinazioni scegliere tra: 1) Invio assegno bancario a Cairo Publishing Srl,
itinerari proposti nelle pagine. Sono corso Magenta 55 - 20123 Milano; 2) Versamento su c.c. postale n. 71587083 intestato
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raccontate in prima persona, che toccano 4) Addebito su carta di credito (escluse le elettroniche e American Express).
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©RIPRODUZIONE RISERVATA
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La tua scoperta delle Dolomiti
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Un viaggio tra i borghi più belli d’Italia che metterà alla prova la vostra conoscenza
del Bel Paese. Riconoscete la località interpretata dalla matita di Matteo Pericoli?
Chi invierà la risposta esatta potrà proporre il soggetto per uno dei prossimi numeri
Qualche indizio qua e là... Tutte le frazioni che compongono questo falesia, a offrire la vista più emozionante:
comune sparso, una ventina, vantano un affaccio da brivido da una terrazza
qualche attrattiva, tra scorci medievali, sospesa sulle acque del lago. E lascia
chiesette, passeggiate gastronomiche. senza fiato anche la strada d’accesso,
Ma è il capoluogo, appollaiato su un’alta scavata nella roccia più di cent’anni fa.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
132 Bell’Italia
che sugo!
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