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BAMBINI NUOVI PER L’UOMO DEL FUTURO Edizioni è una realtà edito-
riale specializzata in letteratura e musica per l'infanzia e l’adolescenza, creata con la
consapevolezza che il futuro del mondo e dell’umanità non può prescindere dall’edu-
cazione dei bambini.
Per noi, educare i bambini significa facilitarli al riconoscimento della sacralità della vita,
alla condivisione di valori spirituali fondamentali quali l’accettazione di sé e dell’altro,
ad una percezione raffinata del proprio sentire più intimo, che permetta loro di agire
ed esprimersi nel rispetto di sé, con affetto, solidarietà, cooperazione e integrazione
con il mondo circostante.
Il mondo di oggi è spesso teatro di aggressività: nei giochi, nelle strade, nelle città,
nelle famiglie, nella scuola, nella società. Affinché i sentimenti di pace e solidarietà
possano prevalere nel futuro della nostra umanità, occorre modificare alcuni mecca-
nismi psichici della nostra intera specie. Ecco perché diventa indispensabile individ-
uare e sviluppare strumenti che permettano ai bambini di conoscere e sperimentare
nuove modalità di essere.
Noi di Bambini Nuovi per l’Uomo del Futuro vogliamo essere fra i guerrieri di
un’evoluzione culturale che mediante una riorganizzazione dei valori dei piccoli, per-
metta loro di crescere e fiorire ad un’esistenza futura di adulti, fondata sul rispetto e
sull’amore della vita in tutte le sue espressioni.
Ogni proposta è stata studiata per facilitare lo sviluppo di una nuova generazione di
uomini consapevoli, per i quali il contatto con la propria essenza e con la spiritualità sarà
semplice e naturale quanto il gioco lo è per i bambini.
La nostra produzione comprende, opere di ricercatori innovativi e liberi pensatori nel
campo della puericultura e della pedagogia, brani musicali per gestanti, favole musicate,
racconti tratti dalle tradizioni spirituali di tutto il mondo, pratiche energetiche, filastroc-
che, giochi e visualizzazioni. Ci piace immaginarla come uno scrigno di tesori da cui i
bambini possono trarre ispirazione, e a cui i loro educatori possono attingere per accom-
pagnarli nel loro percorso di crescita.
Copyright ©:
D&D il giornale delle ostetriche anno X-N 62
www.lotusbirth.it
www.marsupioscuola.it
Clara Scropetta: clara_scropetta@hotmail.com
Bambini nuovi per l’uomo del futuro edizioni
via Arturo Bendini, 36-10093 Collegno TO Italy
tel. 3498701429
info@bambininuovi.com - www.bambininuovi.com
L’Editore
Capitolo 1
[1\
Capitolo II
[2\
[3\
Capitolo III
LA NASCITA IN OSPEDALE
Prontuario per le donne che vanno a partorire in ospedale e vogliono che le loro
esigenze e credenze siano rispettate.
di Clara Scropetta[1]
Determinazione
Requisito indispensabile. Con la determinazione possiamo influenzare in modo
drammatico gli eventi e rendere vero l’impossibile. Con la determinazione smet-
tiamo di considerare siano gli altri a determinare ciò che ci accade e ci riprendia-
mo in mano la nostra sovranità. Necessaria alla determinazione è un’informazione
approfondita e precisa, seguita da un’attenta riflessione che valuti tutti gli aspetti, per
arrivare ad una decisione fondata. È la determinazione a permetterci di raggiungere
all’ultimo momento un’ospedale sconosciuto per ottenere quello che desideria-
mo senza lottare. È la determinazione a permetterci di mantenere a fuoco ciò
che ci è importante senza per forza metterci contro qualcuno, scatenando con-
flitti dalle infelici ripercussioni. Informiamoci per bene e siamo inflessibili sulle
priorità – per esempio, se sappiamo che è indispensabile lasciare intatti madre e
bambino, esprimiamoci in tale senso «Noi non separiamo madre e bambino», e
facciamolo. Anche in situazioni di emergenza è possibile (è addirittura auspica-
bile!) salvaguardare l’unità madre-neonato e non sono certo le abitudini di rou-
tine ospedaliera ad avere la meglio sulle esigenze primarie di un neonato. Una
mia amica, primipara a 41 anni, abbandonata dall’ostetrica a 17 ore di travaglio,
è arrivata in ospedale e dopo quattro ore ne è uscita con il bambino in braccio
senza essere stata separata da lui e senza che venissero fatte i controlli, i prelie-
vi di sangue e i trattamenti di rito nè a lei nè al bambino. Non conosceva nessu-
no, non era un reparto «alternativo», era protetta magnificamente da suo marito:
erano di fatto entrambi molto determinati.
La determinazione ci dona grazia e dolcezza e fa sì che i medici ci comprenda-
no e siano nostri alleati, anche se non sono d’accordo con noi o si trovano a fare
qualcosa di completamente nuovo.
[4\
Responsabilità
Anch’essa indispensabile. Quasi tutto quello che accade durante il parto medicalizzato dipen-
de dalla responsabilità legale di chi lo assiste. Se non crediamo nella validità di quegli
interventi (importante essere bene informati!) eseguiti prima di una reale situazio-
ne di pericolo di vita possiamo rifiutarli riprendendoci la nostra responsabiltà. È
importante tenere a mente, senza illusioni, che la nascita e la morte sono aspetti
dello stesso fenomeno di trasformazione dell’essere e che non è possibile garantire
una sicurezza totale. La protezione dell’ambiente ospedaliero è illusoria: vengono
evitate alcune tragedie, ma non tutte! e per far ciò si perturba massicciamente
ogni parto con gravi conseguenze per madre e bambino, a breve e soprattutto a
lungo termine[2]. Viene fatto in nome di studi che non sono messi in discussione e
riflettono la mitologia del parto pericoloso, sanguinoso e doloroso. Il parto indi-
sturbato, nel rispetto delle reali esigenze di madre e bambino (pace, fiducia, acco-
glienza) non è pericoloso. È estatico.Comunichiamo al personale che ci accudisce
come ci sentiamo responsabili di noi stesse e non deleghiamo loro il peso totale di
decisioni che non gli competono. Ringraziamoli in anticipo per il loro appoggio e
la competenza che dimostreranno in caso di reale emergenza.
Diritti
Senza il nostro esplicito consenso non può esserci fatto nulla. È prevista negli ospe-
dali la prassi di firmare nel caso, per esempio, si voglia essere dimessi anche se il
medico non è d’accordo. Possiamo gentilmente rifiutare tutte le procedure che non desideriamo.
Dobbiamo solo essere informate, determinate e non avere paura. Per esempio,
se non desideriamo essere visitate per via vaginale o altrimenti monitorate
durante il travaglio, può venirci risposto che non vi è altro modo di seguire il
progredire della dilatazione e/o riconoscere uno stress neonatale. Forti della
nostra determinazione (siamo ben informate, sappiamo che questi controlli di fatto
inibiscono il processo della nascita e provocano stress neonatale, sappiamo che esi-
stono ostetriche e medici che sanno seguire l’andamento del parto senza l’ausilio di
queste pratiche[3]) ci prendiamo la nostra responsabilità, forti del nostro diritto, e
firmiamo un pezzo di carta che sancisce come stiamo agendo in base alle nostre
convinzioni contro il parere del medico.
Jeannine Parvati Baker[4] racconta di aver firmato le dimissioni in travaglio con
due gemelle, di cui una podalica, per scampare ad un cesareo. A casa, sotto gli
occhi stupefatti del medico di guardia che l’ha inseguita in macchina preoccupa-
to per la loro incolumità, ha partorito senza problemi entrambe, accovacciata,
senza l’aiuto di nessuno. Sono l’ascolto interiore e la fiducia nella nostra compe-
tenza a guidarci, non il timore, sia anche solo il timore di non essere «brave ragaz-
ze», la cui disobbedienza sarà punita.
[5\
Lettera d’intenti
Detta anche piano per la nascita, alcune donne preferiscono stilarla sentendosi più
sicure e tutelate. In realtà, vi sono esempi di medici che hanno a priori accettato una
tale lettera e poi in pratica (senza situazione di emergenza) non l’hanno rispettata e
di medici che, ignari di tutto, si sono resi disponibili all’ultimo momento a modi-
ficare il loro protocollo. Ricordiamo che è la nostra determinazione a fare la differen-
za. Può essere utile a farci chiarezza, ad instaurare un rapporto franco con il per-
sonale medico e paramedico, a guidare chi ci accompagna.
So di una donna che ha scritto il seguente testo per l’ostetrica che l’avrebbe assistita
in casa :«Desidero che l’ostetrica non mi metta la mani addosso (to be hand off) a
meno che non sia io stessa a chiederglielo ». Eloquente, vero?
Padre
Il padre è il benvenuto a patto che sia libero da paure irrazionali, abbia una fidu-
cia totale nella donna e nel bambino e che la futura madre desideri la sua presen-
za, naturalmente. Le esigenze della donna sono prioritarie. Non si può spiegare
[6\
la magia e la bellezza di un bambino accolto esclusivamente dalla madre, senza
alcuna fretta e senza null’altro da fare nelle prime ore dopo la nascita se non con-
templarlo e goderselo in tutta pace. Un compito del padre è di proteggere questo
scenario irripetibile.
Protocollo
I reparti ospedalieri e le ostetriche a domicilio seguono un protocollo, cosa che
assicura loro una certa tutela legale. Questi protocolli sono stilati in base a princi-
pi di routine pratica e scientifica. Tenedo a mente che il vero parto naturale è indi-
sturbato ovvero senza il minimo intervento, si può chiedere in anticipo o sul
momento di rinunciare a qualsiasi suo punto, firmando beninteso per sancire il
contratto legale in cui ci si riassume responsabilità personale.
Evidenze scientifiche
Non ci sono. Manca completamente una letteratura scientifica che studi ciò che
avviene durante un parto «libero», non disturbato. Ho letto recentemente: «Non vi
sono studi sull’esito del parto in un luogo o in un periodo storico in cui le donne
siano sane, ben nutrite, godano di stabilità relazionale e ambientale, siano amate
e onorate per le loro gravidanze, partoriscano in un’ambiente sicuro di loro scelta,
in assenza di paure sulla nascita di origine culturale che ne influenzino il compor-
tamento o di interventi di personale qualificato impaurito. Dati simili semplice-
mente non sono disponibili». Questi sono i dati di cui abbiamo bisogno per valu-
tare i criteri base di protocolli e interventi.
[7\
essere un fattore importante di stress neonatale ci influenza tutti come antica
memoria di shock e paura. Non è un caso che al racconto di nascite senza assi-
stenza, la prima domanda è, senza eccezioni : «E il cordone? Chi ha fatto il
nodo?» Davvero.
Siamo determinate e chiare, assumendoci tutta la responsabilità. In fin dei conti
grazie a noi hanno l’occasione fantastica di osservare questa pratica ancora inu-
suale che prevede l’attesa calma della nascita spontanea della placenta prima di
considerare il parto concluso e anche allora non recide.
Con la stessa determinazione che ci guida a declinare ogni proposta di separa-
zione dal bambino, decliniamo ogni taglio del cordone anche in caso di parto
operativo – anzi, nel caso vi siano difficoltà diventa ancora più importante per il
bambino godere della connessione fisica ed energetica con la placenta e della tra-
sfusione totale di sangue ossigenato. Ciò è vero particolarmente in caso di taglio
cesareo, sia esso di emergenza o pianificato. I medici obiettano che in tal modo
vi è maggior trasferimento di anestetico al bambino. Di fatto il grosso è già pas-
sato e non vi è evidenza che proprio quell’ultima dose debba essere pericolosa.
Esploriamo senza indugi la «logica» medica. Non si conosce per esempio il
tempo necessario a nascere nel momento in cui ci applica l’anestesia ma non vi
è timore particolare se esso sarà pari a un’ora o a tre ore, però si vuole a tutti i
costi recidere per via di dieci minuti (il tempo medio in cui il cordone continua
a pulsare). Quindi è possibile mettere sul piatto della bilancia i pro e i contro e
decidere di accettare il rischio dovuto al passaggio di anestetico in quei dieci
minuti per via dei benefici enormi della pratica della nascita Lotus .
Un’ulteriore obiezione riguarda il fatto che nel cesareo la placenta viene stacca-
ta artificialmente dalla parete uterina. Non sono un chirurgo e quindi ammetto
che bisogna chiedere bene al medico com’è che questo avviene e se sia effettiva-
mente incompatibile con la nascita Lotus. Michel Odent assicura che non vi è
alcun problema tecnico particolare in caso di cesareo, a parte casi eccezionali.
Non sarà nient’altro che la nostra determinazione a fare la differenza, come al
solito.
[8\
te a priori un’esperienza specifica di parto, pero’, non appena ci risvegliamo
all’ascolto interiore, ci si apre la possibilità di esperienze che prima non avevamo
considerato e cresce la consapevolezza che abbiamo in noi tutto il necessario.
Non importa se si tratta del primo figlio, la conoscenza è ben impressa nella
nostra memoria cellulare, basta lasciarla emergere.
[9\
Capitolo IV
LOTUS BIRTH
Presentazione
E’ un metodo di parto, una pratica antica che consiste nel non recidere il cordo-
ne ombelicale e nel lasciare il bambino collegato alla placenta dopo il seconda-
mento, fino al distacco spontaneo, che avviene dai tre ai dieci giorni dopo la
nascita.
Origini e storia
Clair Lotus Day è stata la donna che ha avuto la percezione che il taglio del cor-
done ombelicale fosse una violenza sul corpo fisico ed eterico del bambino.
Clair, infermiera californiana, aveva il dono particolare di vedere l'aura delle per-
sone. Proprio per via di questa sua capacità aveva potuto rendersi conto di come
l'aura di chi non aveva subito il taglio del cordone fosse vibrante e integra. Iniziò
quindi a porsi delle domande sull'effettiva necessità di recidere di routine il cor-
done ombelicale e, quando rimase incinta, ebbe la ferma convinzione che non
lo avrebbe fatto per suo figlio: era il 1974.
Da allora la modalità di non recidere il cordone, che prende il nome da Clair
Lotus, è stata sostenuta strenuamente dalla visione saggia di Jeannine Parvati
Baker negli Stati Uniti e da Shivam Rachana in Australia. Con questa pratica
dolce, dal '74 a oggi, sono nati moltissimi bambini, sia in casa che in ospedale,
in acqua e non, con parto naturale e anche con parto cesareo.
Perché praticarla/o La nascita Lotus Birth è da considerarsi il tassello in più da
aggiungere alla scelta di una "buona nascita". Non è da vedersi come un meto-
do o una tecnica e, meno che meno, la moda del momento. Scegliere questa
nascita implica una presa di responsabilità nei confronti di se stessi e del picco-
lo essere che si vuole dare alla luce. Significa fare una scelta consapevole, ecolo-
gica e spirituale in sintonia con il proprio stile di vita e con i propri pensieri.
Effetti e Benefici
Trasfusione placentare completa (circa 160 ml = 1200 ml in un adulto)
Minor incidenza di anemia per via del maggior apporto di ferro
Maggior quantità di cellule staminali
Minor necessità di trasfusioni per i prematuri
[10\
Maggior apporto di nutrienti, vitamine, minerali
Minor incidenza di sindrome da stress respiratorio-soprattutto per i prematuri
Minor possibilità di danni cerebrali
Minor possibilità di danni agli organi
Maggior apporto di anticorpi materni
Migliori funzioni renali
Migliori risultati di successo nell'allattamento
Si evitano le infezioni del cordone/ombelico
Guarigione dell'ombelico più rapida
Si evita il tetano neonatale (ancora molto presente nel Terzo Mondo)
Si concede al neonato il tempo ottimale per stabilire il proprio regime respiratorio
Fegato e reni sono supportati per smaltire le tossine dovute alla nascita
Imprinting positivi ottimali
Integrazione dell'esperienza di nascita e del periodo appena successivo
Maggior facilità al bonding famigliare
Riduzione dei rischi di emorragia post-partum per la madre
Riduzione drastica della depressione post-partum
Rispetto del primo diritto dell'essere umano di essere donatore consenziente
Rispetto del diritto della salute
Meccanismi d’azione
Il contatto prolungato con la placenta permette al bambino di ricevere
tutta la quantità del preziosissimo sangue placentare che è presente alla
nascita e che la natura ha previsto per la costituzione del sistema immuni-
tario. E' un periodo di transizione in cui il bambino può separarsi dal corpo
della madre dolcemente e gradualmente e completare il suo corpo eterico.
Un tempo importante per stabilizzare il sistema respiratorio autonomo e
gli altri organi. Quindi un tempo che rallenta il processo del dopo nascita
e porta la consapevolezza dei bisogni del neonato, permettendo che ger-
moglino intimità e integrazione: il vero bonding, i cui benefici effetti
accompagnano la famiglia nel corso della vita. Il Lotus Birth è una bellis-
sima e logica estensione della nascita naturale: ci invita a rispettare il cosid-
detto secondamento, la fase in cui nasce la placenta, e ad onorare quest'ul-
tima quale prima fonte di nutrimento del neo-nato.
[11\
Capitolo V
[12\
I risultati delle ricerche (quello che sappiamo)
[13\
Uno studio recente dimostra che la posizione del neonato, dopo il parto e prima
del clampaggio del cordone ombelicale, 20 cm. al di sotto della vulva materna
incrementa significativamente il volume di sangue passato al bambino (9). Subito
dopo la nascita è stata ipotizzata da alcuni ricercatori la "messa a punto", da
parte della placenta, del delicato equilibrio acido-basico (indispensabile per una
buona ossigenazione) che, con successive oscillazioni, tenderebbe a raggiungere
un valore ottimale per il bambino ancora attaccato al cordone pulsante il quale
usufruirebbe così del suo giusto tempo per adattarsi al mondo esterno e alla
madre (10).
Quello che la ricerca non sa: la maggior parte delle ricerche fatte su questo
argomento si limita a pratiche con il taglio del cordone a 4 minuti e non ha tenu-
to in considerazione variabili fondamentali come il rispetto dei tempi fisiologici
del travaglio e del parto che sono invece indici di sicurezza per la salute della
madre e del neonato. Non dicono se i bambini studiati avevano già respirato e
se erano vicini alle madri durante il secondamento e tanto meno se sono stati
attaccati al seno, non ci dicono se l'ambiente della nascita era protettivo nei con-
fronti dei bisogni di queste madri e di questi bambini, elementi questi che garan-
tiscono la risposta ormonale materna deputata al secondamento e al controllo
delle perdite di sangue. La ricerca prende in considerazione il cordone solamen-
te come struttura fisica in funzione di eventi patologici e per la "potenziale peri-
colosità" di attorcigliarsi intorno al feto ma con la recisione immediata o preco-
ce si separano due identità, che sono anche una, con tempi dettati dalla fretta e
da pratiche routinarie che quasi mai coincidono con i tempi naturali della nasci-
ta. Mancano studi approfonditi sul taglio del cordone dopo la effettiva cessazio-
ne di pulsazione e dopo il secondamento avvenuto.
[14\
quel momento in poi ben ancorata all'utero materno, è lei che si occupa di nutri-
re il bambino attraverso il cordone ombelicale. Dopo la nascita, la placenta con-
tinua a funzionare da rene e da polmone, determinando il pH del sangue fetale.
In un primo momento il bambino scarica l'acidosi metabolica
accumulata attraverso l'azione dell'adrenalina fetale e la placenta risponde con
un'ondata alcalina (pH della arteria ombelicale più alcalino di quello della vena),
ciò "toglie ogni credibilità a una pretesa sostanziale di innocuità della pratica del
taglio immediato o affrettato del cordone" e "deve far presumere che sono in
atto interazioni fisiologiche operanti in tempo reale con determinazioni di
dosaggi fuori portata rispetto alle nostre attuali capacità di misurazione e
d'intervento in vivo" Con la recisione del cordone ombelicale lasci l'ultimo lega-
me tra l'interno del tuo corpo e il bambino, fisiologicamente prima c'è la nasci-
ta, poi l'accoglimento e l'unione, e solo dopo il secondamento, in ospedale soli-
tamente abbiamo prima la nascita, il secondamento
e poi l'accoglimento.
Gli aspetti globali e le esperienze delle donne e dei bambini: Per nove mesi
tu e il tuo bambino siete stati un tutt'uno, in una relazione speciale che non si
può eguagliare, vi siete nutriti a vicenda, pensieri e emozioni profonde sono pas-
sate tra voi due in un linguaggio che non conosce tempo: quello dell'amore. Il
cordone ombelicale assicura questo legame privilegiato e la sua cicatrice resterà
per sempre a testimonianza di un antico legame. Recidere il cordone simboleg-
gia la separazione da un vincolo importante. Nell'assistenza rispettosa della
nascita questo momento è prezioso, il bambino e la sua mamma si incontrano
visivamente per la prima volta, il cordone
ombelicale sosterrà il bambino trasferendogli sangue, ossigeno, nutrienti, rego-
landone i liquidi nel corpo, pulsando, fino a quando non sarà in grado di farce-
la da solo in modo equilibrato. Quando la madre compirà l'accoglimento tra le
sue braccia e il bambino avrà trovato il suo seno avverrà spontaneamente il
secondamento. Non c'è bisogno di affrettare i tempi perché gli ormoni materni
e fetali saranno i migliori "guardiani" della loro salute.
Sei geneticamente predisposta alla cura del neonato e a reagire con risposte emo-
zionali, arcaiche e di tenerezza ai suoi segnali corporei. Ogni bimbo genetica-
mente ha un codice della nascita, è il concetto della continuità della specie, in una
sequenza che è sempre quella da quando il mondo esiste e non disturbata fino a
due secoli fa: il bambino entra nel canale da parto, passa attraverso la vagina, le
contrazioni fanno uscire la testa, arriva nel vuoto, è preso in braccio, accolto e
[15\
messo al seno. Se ha delle conferme su queste aspettative si sentirà bene, a posto,
altrimenti si sentirà disorientato e questo determinerà una sensazione di base, di
fiducia o sfiducia verso il mondo, che rimarrà per tutta la vita. Il bambino nasce
con competenze specifiche, mette in atto precise strategie per promuovere, otte-
nere amore, attenzione e cure materne. È guidato dall'istinto a cercare non solo
nutrimento ma soprattutto la vicinanza con te. Le primissime ore successive al
parto sono il periodo più sensibile per lo stabilirsi di un rapporto intimo e pro-
fondo, per le condizioni particolari in cui vi trovate e grazie alle vostre compe-
tenze biologiche vi sintonizzate in un dialogo che inizia dal contatto corporeo e
che si sviluppa in un linguaggio unico e specifico proprio della vostra relazione.
Per il padre all'inizio c'è stordimento, il bambino diventa reale solo quando lo
vede, si riattiva il proprio imprinting e se aveva una buona relazione con il bam-
bino in pancia gli sarà più facile ritrovarlo anche fuori. Il cordone integro pro-
tegge e dà tempo a questi importanti processi.
[16\
pulsazioni, cioè fino a quando è bianco e flaccido.
• che venga tagliato dopo l'espulsione della placenta
• puoi toccare e tenere il cordone tra le dita, osservare se in alcune zone è anco-
ra violaceo (segno di comunicazione ancora attiva)
come:
• tramite un piano del parto consegnato al momento del ricovero in ospedale
• in occasione della visita alla sala parto
• durante un colloquio pre-travaglio o informandoti sulle procedure vigenti.
Con quale sapere: L'OMS dichiara "non esiste pratica di routine che giustifichi
l'allontanamento del neonato dalla madre" e raccomanda che questo non avven-
ga. Dichiara inoltre "il taglio del cordone ritardato o nessun taglio è la procedu-
ra fisiologica, il taglio precoce è una procedura invasiva che deve essere giustifi-
cata. Nel parto fisiologico non è giustificata". (1)
[17\
• Subito dopo la nascita il mio bambino può restare con me?
• Vorrei che il cordone ombelicale fosse tagliato quando ha smesso di pulsare o
quando è uscita la placenta, ci sono limitazioni a questa mia richiesta?
• Se sì perché è necessario il taglio precoce? Quali i benefici attesi e i rischi
potenziali?
• Ci sono evidenze scientifiche sui vantaggi del taglio precoce?
• Cosa succederebbe al bambino se venisse ritardato il taglio del cordone?
Quali sono i miei diritti? Nessuno può essere obbligato a un determinato trat-
tamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge in nessun caso può vio-
lare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. I genitori godono dei diritti
riconosciuti ad ognuno quali l'inviolabilità della propria persona (art. 2 e 13 della
Costituzione), la libertà di opinione (art. 21 della
Costituzione) e la libertà di confessione religiosa (art. 8 e 19 della Costituzione); il
ruolo decisionale dei genitori rimane insostituibile ed insormontabile ma troppo
spesso, nell'oggettiva difficoltà di operare delle scelte, viene rilasciata una delega in
bianco a medici e personale sanitario. Nell'ottica dell'umanizzazione della cura è un
diritto pretendere che siano rispettati i propri bisogni. La nascita di un bambino non
è una malattia e pretendere che avvenga nel rispetto della fisiologia è una garanzia
per se stessi e per i propri figli (14).
[18\
10. "Parto e nascita senza violenza" Braibanti L. RED ed. L'altra Medicina Studio/34
11. "I bambini ricordano la nascita" di Chamberlain D. Bonomi Edizioni - "Le emozioni della
vita prenatale" di Soldera G. Macro Edizioni
12. D&D il giornale delle ostetriche n° 13 "La placenta" Centro Studi Il Marsupio
13. Accademia Pediatrica Americana : Pediatrics 104:116-118,1999.
14. www.sanita.it
"Un tempo per nascere" Nathanielsz, ediz. Boringhieri
D&D il giornale delle ostetriche n.° 36 "Il secondamento e il taglio del cordone" , n. 13 La pla-
centa, Scuola Elementale di Arte Ostetrica srl ed.
[19\
Capitolo VI
La modalità attiva, attualmente pratica corrente ospedaliera, comporta il taglio precoce del cor-
done, l'uso di farmaci per via endovenosa o intramuscolare al momento dell'espulsione della spal-
la anteriore del bambino, manovre di trazione controllata del cordone e di "spremitura" dell'ute-
ro, per cui, premendo sulla pancia della neomamma stimolando la contrazione dell'utero da una
parte e tirando il cordone dall'altra parte, si provoca il distacco e la fuoriuscita della placenta. I
tempi sono brevi, inferiore ai 30 minuti... (di Alessandra
Cellana).
IL SECONDAMENTO
di Alessandra Cellana, Ostetrica
Definizione: Espulsione della placenta o parto della placenta con modalità atti-
va o passiva.
Vantaggi:
• minore perdita ematica nel 30-40% delle donne.
Svantaggi:
• forse maggiore ritenzione placentare (dati incerti)
• manovra dolorosa per la donna
• nausea, vomito
• emicrania, ipertonia uterina
• con solo ergometrina è possibile: arresto cardiaco, emorragia cerebrale, infarto del
miocardio, eclampsia, edema polmonare (rare) quando viene somministrato
l'uterotonico, il cordone deve essere clampato presto (rischio: ipertrasfusione, coli-
che neonatali nel primo trimestre per l'effetto sulla muscolatura liscia)
[20\
La conduzione attiva comporta anche la trazione controllata del funicolo.
Questo comporta l'attesa sempre di un segno di distacco, poi: una mano è posta
appena sopra il pube e fa pressione in direzione de fondo uterino, l'altra tira il
funicolo.
Vantaggi:
• accelera il distacco
Svantaggi:
• taglio immediato del cordone
• rottura del funicolo
• disagio della madre
• distacco parziale della placenta
• inversione uterina
• disturba il processo dell'accoglimento?
La modalità passiva comporta l'attesa dello svolgimento fisiologico di distacco
della placenta: il cordone viene lasciato integro, il bambino è con la madre, non
si somministrano farmaci, non si eseguono manovre di spremitura salvo che
non se ne ravveda la necessità clinica. L'ostetrica facilita il primocontatto madre-
bambino, bonding e imprinting. I tempi sono spesso lunghi, fino a due ore.
Vantaggi:
• nessun disagio per te?
• cordone integro?
• secondamento come competenza biologica?
• posizione eretta, spinta attiva?
• tempo per vivere l'esperienza della nascita e l'accoglimento del bambino?
• prevenzione dei rischi da conduzione attiva?
• degli studi trovano che le madri senza sintometrina allattano più a lungo?
• numerosi vantaggi per il bambino
Svantaggi:
• possibilità di maggior perdita ematica (non è chiaro se ciò sia effettivamente
svantaggioso, dato l'aumento di liquidi nella circolazione materna durante la
gravidanza)
• tempi più lunghi per lasciare la sala parto.
[21\
I punti critici:
Le ricerche scientifiche affermano che il secondamento attivo sembra più sicu-
ro e che riduca la perdita di sangue dopo parto. Non tengono conto di possibi-
li effetti negativi dati dal taglio precoce del cordone e dalla somministrazione di
farmaci. Tutte le ricerche sono state fatte in centri a conduzione attiva, mentre
sarebbe opportuno farle in centri a conduzione fisiologica e extraospedalieri. I
vantaggi della conduzione attiva non sono ben chiari né tanto meno esenti da
complicanze; i vantaggi ci sono solo su indicazione medica specifica.
Elementi di fisiologia
La placenta è un organo meraviglioso, molto speciale che svolge diverse impor-
tanti funzioni ossia quelle di: ghiandola endocrina: produce o partecipa alle pro-
duzioni di diversi ormoni che servono a mantenere lo stato di gravidanza,
all'utilizzazione dei nutrienti, al travaglio, parto e alla preparazione dell'allatta-
mento; respirazione: fa arrivare al bambino l'ossigeno che gli occorre, anche in
modo attivo (a pompa) nei casi di bisogno; nutrizione: seleziona le sostanze
richieste dal bimbo anche intaccando le riserve della madre, può pompare atti-
vamente glucosio verso il bambino e alzare il livello di zuccheri nel sangue
materno; deposito: di nutrienti, vitamine e sali minerali: una specie di riserva
energetica funzione renale: mantiene un buon equilibrio di liquidi e sali nel
corpo del bambino ed elimina le sostanze di scarto; protezione: protegge da
molti microrganismi, (ma non da tutti), dallo stress materno. Produce il liquido
amniotico.
Queste funzioni non cessano con la nascita del bambino, ma continuano fino al
taglio del cordone o (se quest'ultimo non viene reciso) al secondamento permet-
tendo il graduale adattamento del bambino alla vita extrauterina e la creazione
di depositi energetici, di sangue e di ferro. Alla nascita del bimbo, a cordone
integro, la placenta produce delle sostanze (prostaglandine) che fanno contrar-
re l'utero e ispessire la parete muscolare uterina tranne la porzione in cui è attac-
cata la placenta.
Progressivamente altre contrazioni ridurranno l'area in cui è attaccata fino al
completo distacco; secondo dove è adesa (sul fondo o anteriormente o poste-
riormente) il sanguinamento può esserci prima o dopo il completo distacco.
Altri ormoni prodotti fisiologicamente in questa fase (picchi d'adrenalina, di
ossitocina) aiutano nell'espulsione della placenta: la posizione in cui ti poni può
essere molto d'aiuto, se sei in piedi o accovacciata, l'espulsione è favorita. Nel
frattempo i livelli d'ossitocina aumentano ancora di più fino a 30 minuti dalla
[22\
nascita, se il bimbo è vicino a te, la fisiologia prevede che, in assenza di qualsia-
si manovra, il contatto pelle a pelle, occhi-occhi e l'attaccamento precoce al seno
del bambino favoriscono l'attivazione ormonale che prepara al secondamento,
la suzione precoce mantiene alti i livelli d'ossitocina per tutto il periodo post
parto (fattore molto importante e che permette di ridurre notevolmente la per-
dita di sangue). L'attesa media del secondamento è di una - due ore. Le compli-
canze che possono sopraggiungere nel secondamento sono una perdita emati-
ca superiore alla norma, il distacco parziale e la ritenzione placentare.
[23\
secondamento: è anche per questo che i tempi variano molto da donna a donna.
In talune culture la placenta gode di un'attenzione particolare, è un organo
sacro, è tramite tra il mondo degli spiriti e il mondo terreno. Dopo la nascita del
bambino e il distacco suo dalla placenta, essa rimane la sua parte appartenente
al mondo degli spiriti. Alcune popolazioni la seppelliscono sotto un giovane
albero che crescerà insieme al bambino, oppure la bruciano. In altri la osserva-
no accuratamente per prevedere gli avvenimenti futuri che interesseranno il vil-
laggio, in altri ancora le neomamme bevono o mangiano la placenta (come suc-
cede negli animali) per favorire la ripresa e stimolare la produzione di latte. Di
fatti la placenta è un potente farmaco, con poteri ricostituenti, antidepressivi,
curativi per molte malattie di madre e bambino, tra cui sembra anche il cancro.
Può essere essiccata al forno, polverizzata e usata in piccole dosi, sia in puerpe-
rio che dopo. In Germania, ad esempio, è possibile produrre rimedi omeopati-
ci da una piccola porzione di placenta prelevata vicino al cordone ombelicale
grande come un unghia del pollice (vedi D&D n° 36): questi rimedi possono
diventare un’importante risorsa per mamma (per allattamento, future gravidan-
ze, dismenorrea, climaterio etc.) e bambino (coliche, malattie da raffreddamen-
to etc).
[24\
Che cosa può fare l'ostetrica
• informare e educare la futura mamma;
• rispettare i tempi fisiologici;
• rispettare le tue richieste
• favorire il primo legame, l'accoglimento del bambino nella coppia in un
ambiente il più intimo possibile;
• limitare gli interventi e le manovre a quelle strettamente necessarie
• offrire sostegno difensivo
• osservare bene i segni di distacco fisiologico e mantenere l'attenzione sua e tua
[25\
Quali sono i miei diritti
• Diritto di non essere separata dal bambino;
• Diritto di dare o meno il consenso informato per interventi e procedure medi-
che attive;
• Diritto che vengano ascoltate le richieste dell'utente per il travaglio/parto e
post-parto (piano del parto).
• Benché la placenta appartenga alla donna, ci sono delle norme igienico-sanita-
rie che per legge si contrappongono a questo desiderio tu cosa ne pensi?
Riferimenti:
• Carta dei servizi pubblici sanitari (1995) riferiti al parto
• Tecnologia appropriata per la nascita: Raccomandazioni dell'Organizzazione
Mondiale della Sanità;
• Leggi regionali per una corretta assistenza alla nascita ad es.: Lazio: LR n° 84 del
3 giugno 1985; Abruzzo: LR n° 35 del 11 aprile 1990; Marche: LR n° 22 del 27 luglio 1998;
Liguria: LR n°24 del 6 aprile 1995; Emilia Romagna:LR n26 del 11 agosto 1998.
• Rapporto sanità 2001, la continuità assistenziale.
• DPR 15 LUGLIO 2003 N° 254?
[26\
Capitolo VII
3. il diritto alla privacy riferita sia alla persona sia ai propri affetti.
6. il diritto di ottenere precise informazioni riguardo alle modalità del parto pos-
sibili nelle diverse situazioni.
[27\
11. il diritto a potersi riferire per quanto possibile, anche durante il travaglio e
parto in ospedale, ad un unico operatore che si occupi di lei e con il quale inte-
ragire per ottenere consigli, sostegno, incoraggiamento, benessere emozionale,
assistenza.
13. il diritto del proprio figlio ad una nascita senza violenza in un ambiente pro-
tetto dalle luci dove sia eliminato ogni rumore superfluo ed ogni presenza non
strettamente necessaria.
[28\
Capitolo VIII
“Per il bambino una cosa molto dannosa è quella di clampare e tagliare il cordo-
ne ombelicale troppo presto. Dovrebbe essere lasciato, non solo fino a che il
neonato abbia ripetutamente respirato, ma fino a quando siano completamente
cessate le pulsazioni. Altrimenti il bambino rimane molto più debole perché gli
viene a mancare una parte di sangue che gli appartiene e che invece resta nella
placenta”. Erasmus Darwin - Zoonomia, 1801
“Il momento in cui viene clampato il cordone può avere un legame con la pato-
genesi di sindrome da stress respiratorio idiopatico (relativo ad una malattia di
causa ignota). Prima avviene il clampaggio, più facilmente avviene lo stress.”
Saigat, Saroj - Placental transfusion and Hyperbilirubinemia
in the premature, 1972
“Nel parto cesareo, il neonato viene sollevato rispetto all'utero; ciò comporta
che il sangue rifluisca nella placenta causando una forte perdita ematica. Perdite
ematiche significative causano un aumento di difficoltà respiratorie. Gli studi
dimostrano che ciò è comune ai bambini nati con cesareo, ma può essere evita-
to se si permette una trasfusione placentare completa.”
Peltonen, 1981 - 1997
[29\
“Si stima che il clampaggio immediato privi il neonato della metà circa del volu-
me di sangue. Clampare il cordone, prima che il bambino abbia fatto il suo
primo respiro, comporta che il sangue venga sacrificato dagli altri organi, per sta-
bilire una perfusione polmonare (la respirazione polmonare)”.
M. George Morley, 1997 - 1997
“Mi sembra più che possibile che molti di noi subiscano conseguenze durevoli
in seguito al fatto che il nostro cordone ombelicale sia reciso troppo presto.
Occorre proprio reciderlo? Se si aspetta avvizzisce per conto suo. Che danno c'è
ad attendere? Poiché il distacco avviene in modo naturale, perché interferire con
il corso naturale degli eventi?”.
Ronald Laing 6 - (psichiatra e ricercatore)- I fatti della vita, 1976
[30\
Capitolo IX
DICHIARAZIONE OMS
[31\
Capitolo X
TESTIMONIANZE
BO
Poco dopo, nacque in acqua anche la placenta.
Restammo a goderci la meraviglia della nostra unità, per circa un’ora, finchè Bo cercò avida-
mente il seno ed io iniziai a nutrirla.
L’ostetrica ci ringraziò per la bellissima ed insolita esperienza che le avevamo fatto vivere. Da
parte mia, le ero riconoscente per l’assistenza rispettosa, grazie alla quale avevo sperimentato
che partorire in ospedale può anche essere, in fin dei conti, una bella esperienza.
WALTER
Vivere i primi 6 giorni con la placenta attaccata è stata un’esperienza molto particolare.
All’inizio era un po’ complicato muoverci nel letto con il lunghissimo cordone e la tazza con
kg solo di placenta, più il sale, ma ben presto ho preso la mano e quando è arrivato il momen-
to per Walter di staccarsi da essa….è stato quasi un lutto: mi è sembrato di aver perso il
“secondo”, come se fosse quasi un altro bimbo!
Ho avuto anche la sensazione che Walter si fosse preso tutto il tempo necessario per staccarsi
da…”se stesso”, da quella parte di sé che lo aveva accompagnato, nutrito e protetto fino a quel
momento.
ALBERTO
Noto con enorme e immenso amore per mio figlio che il parto integrale gli ha permesso di nasce-
re senza traumi. Alberto è un bambino che incarna la pace e la serenità. Piange poco da quan-
do è nato, si esprime molto serenamente. Scrivo la mia esperienza perché credo fermamente che
aver letto il libro del parto integrale, abbia dato ad Alberto la possibilità di fare qualcosa di
veramente importante per la sua crescita e la sua vita.
[32\
ANDREA
La placenta ci ha protetto molto dall’invadenza di chi vuole prendere in braccio a tutti i costi
il neonato come se fosse un bambolotto. Andrea ha riposato tranquillo in mezzo al lettone ed
è stato silenziosamente ammirato.
ANGELO
Penso che il nostro Lotus-birth sia stato un grande dono del destino, arrivato sulle ali del caso e
spero che la mia testimonianza possa raggiungere ancora tante madri e tanti bambini, al momen-
to giusto, così come è stato per me a suo tempo. Perchè la salute, la pace e la grande consapevolez-
za di sè che ancora accompagnano il nostro bambino, secondo il mio cuore, hanno un pò a che
fare con i 5 giorni di paziente commiato dalla sua placenta-sorella dei 9 mesi.
CECILIA
Cecilia e la sua placenta sembravano essere un tutt’uno.
I primi giorni sono passati così con Cecilia e accanto a lei la sua placenta: “questo duo” ema-
nava una sensazione di pace e serenità specialmente i primi giorni, durante i quali il loro lega-
me sembrava essere ancora molto profondo.
Tutto questo è stato molto forte. Via via che la placenta ed il cordone seccavano, l’intensità del
rapporto e l’interesse di Cecilia per le “sorti” della sua placenta sembrava scemare…
ELIA
Elia ha sempre dimostrato una certa precocità, sia nel contatto sociale che nello sviluppo psi-
comotorio, ha imparato da subito a interagire richiamando la nostra attenzione con gorgheggi,
piuttosto che col pianto…. questo bimbo ha davvero superato le più rosee aspettative: non ha
mai sofferto di coliche, fin dalla nascita ha dormito tutta la notte, si sveglia sorridendo, si
addormenta sorridendo, i suoi occhi sorridono… e sono carichi di tutta la saggezza dell’uma-
nità: è una creatura davvero angelica, è completo!
Il mio augurio è che la pratica del lotus birth si diffonda il più possibile e che tutte le mamme,
vivendo questa esperienza, si lascino guidare dalla natura e dall’istinto e imparino a fidarsi
di loro stesse e dei loro bambini: tutto è così semplice che è difficile a credersi, ma è così.
[33\
ELEONORA
Fu stupefacente vedere come l’atmosfera della casa si inebriò della sua presenza, fatta di calma
serenità e, perché no, di mistero. Era evidente, in quei primi giorni, che gli esseri viventi,
Eleonora e la sua placenta, erano due che collegati interagivano fra loro scambiandosi nutri-
mento ed energia.
Consigliamo a tutti di avvicinarsi al Lotus Birth senza scetticismo e a cuore aperto perché ha
reso nostra figlia più forte e più integra.
FRANCESCO
Il piacere di un continuum… era come partecipare alla realtà della vita fetale di poche ore
prima. Tutto questo ha toccato di riflesso le nostre emozioni rendendo più morbido e cosciente
il passaggio, tra essere “piena/vuota”, e “dentro/fuori”, spesso sottovalutato.
GIOVANNI
Succhiava vigorosamente ma per poco tempo e poi si riaddormentava pacifico senza chiedere di
essere tenuto in braccio, come se il fatto di avere la sua placenta gli bastasse per sostituire il
contatto fisico con me. Avevo la sensazione di avergli lasciato una parte di me perciò riuscivo
a spostarmi tranquillamente per la casa senza avere continuamente paura che avesse bisogno
di me cosa che invece mi è successa con il primo bambino.
Inoltre il suo rapporto con il seno è molto equilibrato rispetto ad altri neonati che lo ricercano
in modo quasi nevrotico probabilmente perché mentre aveva ancora la placenta ha potuto pro-
vare i primi contatti con calma e gradualità senza sperimentare l’angoscia del distacco.
LIAM
La placenta era come una calamita che ci attirava e nel contempo amplificava ogni attimo ren-
dendolo senza tempo. Sono momenti indimenticabili che porto con grande gioia e riconoscenza
nel cuore. Fare il lotus birth, una prima per tutti noi (levatrice compresa), è stato un miraco-
lo d’amore!!
LORENZO
I giorni in cui Lorenzo era ancora attaccato alla sua placenta, li ricordiamo tutti intensamente.
Chiunque abbia visto Lorenzo in quel periodo, ha avvertito la serenità e la magia dell'atmosfera
e dell'aura di Lorenzo. Oggi Lorenzo ha quasi 7 mesi, è sicuro di sè, sereno, sempre sorridente e
[34\
questo suo essere permea tutta la nostra famiglia e le persone che entrano in contatto con lui...
Ho un solo rimpianto: avrei voluto un LOTUS BIRTH anche per il mio primogenito
Tommaso...
NOAH
In quei quattro giorni e mezzo sono stata in competizione con lei (la placenta), creata da me
per nutrire mio figlio, carne della mia carne diventata però “nemica”, antagonista. Sembrava
togliermi l’affetto del piccolo; nello stesso tempo però mi rendevo conto che stava succedendo qual-
cosa di molto speciale e poi Noah era così tranquillo, mi dicevo che quando sarebbe caduto il
cordone avremmo recuperato.
Sono stata contenta di aver fatto il Lotus, ho dato la possibilità a Noah di accomiatarsi con dolcez-
za e profondità dalla sua amica e poi non è stato così difficile permetterlo...
RAPHAEL TOLOMEO
Il Lotus Birth ci parve ancor più necessario quando vedemmo nostro figlio guardare con dol-
cezza la sua placenta ed il sacco amniotico che l’ostetrica, ci stava mostrando. Il suo commen-
to fu: “sta guardando la sua casetta”!
Il Lotus Birth di Raphael Tolomeo è stata un‘esperienza meravigliosa che abbiamo voglia di
ripetere, per quanto coscienti che ogni nascita sia un evento unico ed irripetibile proprio come
ogni essere umano.
STELLA
Auguro a tutte le donne che vivono la maternità di provare un’esperienza piena… quella che rende
la mamma unica, perché solo lei sente realmente come sta la creatura che le cresce dentro, cosa le serve.
Un altro grande regalo è stata la fiducia che mi ha restituito tutta questa esperienza, fiducia
che i miracoli accadono. A tutte semplicemente dico: non smettiamo mai di sognare, né di chie-
dere ciò che sognamo!
ANNA Ostetrica
Il giorni del post-partum furono poi per me, l’effettiva verifica della veridicità di ciò che pensa-
vo; il silenzio, la calma, i gesti misurati, lenti, delicati, che spontaneamente venivano da noi
attuati quando toccavamo la piccola e la sua placenta, mi facevano pensare che veramente quel
legame ancora intatto, era un continuum che proseguiva. Era il continuum di quei ritmi, di
[35\
quei movimenti, di quelle percezioni sensoriali che ha un bimbo in utero e sentivo quanto fosse
necessario affinchè la piccola si potesse adattare gradualmente all’ambiente esterno: era come
una dolce modalità del suo divenire.
RITA Ostetrica
A distanza di pochi giorni nacquero Francesco, Eleonora e Giovanni con il Lotus Birth e in tutti
e tre i bambini ho notato una tranquillità, una serenità che non ho mai visto negli altri neonati.
Per tutto il periodo in cui erano in contatto con la loro placenta sembrava non avessero quasi
bisogno di altro; l’adattamento alla vita, all’esterno dell’utero, avveniva senza scossoni, dormi-
vano molto e si calmavano con poco dando così tempo anche ai genitori di adattarsi a loro volta.
GIULIA Ostetrica
Il metodo del lotus birth mi sembra un ottimo strumento per rispettare sempre di più i tempi
del neonato, della mamma e della famiglia in generale. Non riesco a vederla separata, quando
la fisiologia lo permetta, dalla continuità dell’assistenza ostetrica, da un legame chiaro da
nutrire in gravidanza con il proprio bambino, da un parto fisiologico e senza interventi ester-
ni, da un ambiente protetto e accogliente che accolga mamma e bambino nei primi mesi dopo
la nascita.
Insomma può essere un ottimo strumento che insieme ad altri può riportare la nascita a quell’
evento pacifico e naturale che ben conoscevano i nostri avi…
[36\
Capitolo XI
IL LOTUS BIRTH
DAL PUNTO DI VISTA GIURIDICO
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della colletti-
vità, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trat-
tamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limi-
ti imposti dal rispetto della persona umana.
Art.32 della Costituzione;
[37\
Entrando nello specifico della nascita Lotus, in presenza delle condizioni fisiologiche
necessarie (salute del neonato e della placenta), si delineano i seguenti punti:
1) Il clampaggio e il taglio del cordone ombelicale non può essere effettuato
senza il consenso dei legali rappresentanti del neonato (i Genitori).
2) Se in assenza di condizioni patologiche, un operatore sanitario decidesse di
effettuare il clampaggio e il taglio del cordone, andrebbe incontro ad un reato di
violenza privata e di lesioni volontarie.
3) I genitori avrebbero di conseguenza il diritto di richiedere i danni all’Azienda
Sanitaria e all’operatore per condotta illecita.
L’OMS dichiara che: “A tutte le donne che partoriscono in una struttura deve venire garan-
tito il rispetto dei loro valori e della loro cultura”.
La logica conclusione è che non esistono impedimenti legali per poter effettua-
re il Lotus Birth in ospedale.
Se l’Azienda Sanitaria dovesse insistere in merito alla normativa relativa allo
smaltimento di rifiuti sanitari (nei quali includono la placenta), sarà sufficiente
porre una domanda al medico di turno; la placenta è una derivazione della
fecondazione spermatozoo/ovulo? Ed è di proprietà del neonato? SI O NO?
A lei la risposta!
[38\
Capitolo XII
[39\
[40\
[41\
[42\
[43\
[44\
[45\
[46\
In questo piccolo libro ci occuperemo in particolare del parto
naturale, dando delle informazioni di carattere scientifico
e legislativo per consentire ad altre famiglie di effettuare
il LOTUS BIRTH in ospedale e di cancellare definitivamente
dai protocolli delle aziende sanitarie il barbaro rituale
del clampaggio e del taglio anticipato del cordone.
Il nostro impegno sarà sempre proteso verso il raggiungimento
di una nuova modalità di nascita e il riconoscimento della sacra-
lità della vita, nella consapevolezza che nulla cambierà sulla
terra finché i bambini continueranno ad essere accolti come
esseri non senzienti e separati precocemente dalle proprie radi-
ci con il clampaggio e il taglio del cordone.
Questo è il punto di partenza per una vera evoluzione dell’uma-
nità, conseguenza di una vera rivoluzione interiore che passa
proprio da come entriamo nel mondo.