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ORIGINI E NATURA DELLA COMUNITA’ EUROPEA

IL QUADRO STORICO

La storia della comunità europea nasce tra la fine della II Guerra mondiale e l’esplosione della Guerra fredda,
sulla base di aspri contrasti ideologici soprattutto politici tra la destra conservatrice e la sinistra socialista che
trovavano in Germania una linea di frontiera.

Tra il 21 e 22 settembre 1947 fu definito da parte degli USA il Piano Marshall che offriva un supporto
economico alle 16 nazioni dell’Europa occidentale con una convenzione aggiuntiva che istituiva l’OECE
(Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica) che promuoveva la cooperazione tra gli Stati
coordinando i piani di ricostruzione e riduceva le tariffe doganali incentivando una libera circolazione di beni e
persone, le cui decisioni dovevano essere prese all’unanimità, nel 1961 fu trasformata in OCSE (Organizzazione
per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico); contemporaneamente tra il 22 e 27 settembre 1947 l’URSS
promosse la costituzione del Cominform (Ufficio di informazione dei partiti comunisti e operai) rafforzato nel
1949 dal Comecon (Consiglio di mutua assistenza economica).

La “cortina di ferro” (cit. Winston Churchill) creatasi a Berlino esigeva delle alleanze militari capaci di
contrastare il blocco opposto: nel marzo 1948 venne stipulato a Bruxelles un trattato tra Regno Unito, Francia
e Benelux che istituiva la UEO (Unione dell’Europa Occidentale) un’organizzazione di sicurezza militare e
cooperazione politica, la quale necessitava del supporto statunitense, così il 4 aprile 1949 si firmò a
Washington il trattato della NATO (North Atlantic Treaty Organization) a cui l’URSS risposte stipulando il 14
maggio 1955 il Patto di Varsavia, un’alleanza tra gli stati comunisti del blocco sovietico.

Nel maggio 1949 viene istituito il Consiglio d’Europa, un’organizzazione internazionale fondata da 10 stati
dell’Europa occidentale con l’obiettivo di salvaguardare i diritti umani fondamentali, la democrazia e la
risoluzione di problemi interni. E’ formato da due organi:

● il Comitato dei ministri in cui i governi sono rappresentati attraverso i loro ministri degli Esteri
● l’Assemblea consultiva un organo i cui membri sono eletti dai parlamenti nazionali in numero che
varia secondo la popolazione dello Stato.

Il 5 maggio 1949 il Consiglio d’Europa si fa promotore della CEDU (Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo),
integrata successivamente da 14 protocolli aggiuntivi, che impegna gli Stati aderenti al rispetto di una carta dei
diritti garantito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, la quale su ricorso degli interessati ha il compito di
ripristinare i diritti violati potendo anche condannare gli Stati responsabili della violazione ad un indennizzo. Il
sindacato che esercita ha un carattere prettamente sussidiario in rapporto ai sistemi nazionali di garanzia. Essa
entra in relazione con i singoli individui previo esaurimento dei ricorsi interni.

L’invasione della Corea del Sud determinò una rapida risposta della NATO che ideò nel 1950 un progetto di
collaborazione militare chiamato CED (Comunità Europea di Difesa) che prevedeva anche il riarmo della
Germania a favore dell’esercito europeo e al quale il Parlamento francese si oppose facendolo fallire, tra le
principali cause: la morte di Stalin e i problemi interni della Francia.

Il 18 aprile 1951 venne firmato a Parigi da Francia, Germania, Italia e Benelux il Trattato della CECA (Comunità
Europea del Carbone e dell’Acciaio) che cercava di creare un mercato comune e regolato. I suoi organi sono:

● l’Alta autorità (organo esecutivo) composta da 9 membri: 8 membri ordinari (nominati e scelti dagli
Stati) che nominavano per maggioranza un presidente. Il carattere sovranazionale permetteva di
assumere decisioni vincolanti per gli Stati e le imprese di settore per questo decideva a maggioranza
assoluta;
● il Consiglio speciale dei ministri (organo consultivo rispetto all’Aa) composto da un rappresentante del
Governo di ogni Stato. Il carattere intergovernativo permetteva di armonizzare l’azione dell’Alta
autorità, decideva per lo più a maggioranza assoluta (ma in certi casi i voti dei maggiori paesi
produttori pesavano di più).
● l’Assemblea comune (organo legislativo) i cui membri erano scelti dai parlamenti nazionali e che
svolgeva funzioni di blando controllo politico
● la Corte di giustizia (organo giudiziario) i cui giudici erano nominati dagli Stati membri e che giudicava
sia sulle violazioni del Trattato, sia sulla legittimità degli atti dell’Alta autorità.

Nel 1954 il Regno Unito concludeva accordi per associarsi e contemporaneamente falliva il progetto della CED,
un anno prima la stessa Assemblea della CECA aveva abbozzato un progetto di Costituzione europea con un
sistema di governo tipicamente federale.

Nel maggio 1956 il ministro degli esteri belga Spaak elaborò un rapporto a Venezia che pose le basi per i testi
dei trattavi istitutivi della CEE (Comunità Economica Europea) con l’obiettivo di instaurare un mercato comune
generale, così organizzata:

● Assemblea che è l’organo rappresentativo di II grado il cui numero dei membri è fissato in ragione alla
dimensione dei Paesi, esso delibera a maggioranza assoluta con l’eccezione di permettere l’elezione a
suffragio universale attraverso una procedura uniforme a tutti gli Stati membri (art.138.3 Tr. CEE) e di
esercitare un sindacato sulla Commissione da poter culminare in una mozione di sfiducia che comporti
l’obbligo di dimissione da parte dei membri (art.144 Tr. CEE).
● Consiglio che è l’organo legislativo i cui membri sono formati da un ministro per ogni Stato delegato da
esso stesso in base alla sua competenza, la presidenza è tenuta a turni di 6 mesi e delibera per lo più a
maggioranza qualificata.
● Commissione che è l’organo esecutivo i cui membri in origine, che non possono comprendere più di
due aventi la stessa cittadinanza, nominati di comune accordo dai governi degli Stati membri con l’art.
157 Tr. CEE fissa la regola secondo cui ogni stato doveva avere almeno un commissario e gli stati più
grandi 2, sottolineando che i commissari non rappresentano gli Stati dai cui provengono e devono
offrire una garanzia d’indipendenza per tutelare l’interesse comunitario. Essa delibera a maggioranza
assoluta.

e dell’EURATOM (Comunità europea dell’energia atomica) che guardava a una fonte energetica strategica,
firmati a Roma il 25 marzo 1957. Il trattato istituiva:

● un’Agenzia che doveva funzionare come acquirente unico dei materiali fissili e come fornitore unico
● un Centro di ricerche nucleari con sedi in Paesi diversi

Nel 1965 con il Trattato sulla fusione firmato a Bruxelles fu disposta l’unificazione della CEE, CECA e
EURATOM, con l’istituzione di un unico Consiglio e un’unica Commissione. Con il Trattato di Maastricht del
1992 le tre comunità si riassumono nella CE (Comunità Europea).

La maggioranza qualificata si basa su una diversa pesatura dei voti, quella assoluta presuppone un numero di
voti superiore alla metà. La regola dell’unanimità presuppone, invece, la perfetta concordanza di opinioni.

Il potere normativo della CE si esprime attraverso 3 atti:

● le direttive, che hanno come destinatario lo Stato membro e lo vincolano ad un obbligo di risultato
(raggiungere l’obiettivo nei tempi prefissati) e una discrezionalità (per quanto riguarda i modi);
● i regolamenti, che hanno portata generale (che si rivolgono a tutti gli Stati e individui) e pongono
norme direttamente applicabili (senza un atto dello Stato che ne ordini l’esecuzione);
● le decisioni, che hanno portata portata particolare (che si rivolgono aspecifici Stati e individui) e sono
direttamente applicabili

La particolarità del sistema normativo che caratterizza la Comunità è dato dalla coesistenza di atti di diritto
internazionale (che costituiscono la base dell’ordinamento giuridico) e di diritto derivato (che nei trattati
trova base giuridica) che oltrepassa la sovranità nazionale creando diritti e obblighi a carico di ogni
soggetto. Inoltre in essa vige il principio di attribuzione secondo cui per volontà di Stati sovrani si
trasferisce a esso parte della loro sovranità, limitando le funzioni alle sole competenze. Il problema pratico
è nell’assegnazione di una netta separazione delle competenze dei diversi livelli di governo, cosa che
avverrà in parte poiché il Trattato di Lisbona ricorre alla tecnica di enumerazione delle competenze. Ciò
significa che:

● gli atti e le decisioni istituzionali europee devono fondarsi su un’espressa base giuridica nel
Trattato (con obbligo di motivazione e base giuridica lì indicata)
● regolamenti e direttive vengono precisate nei modi dal Trattato

Le due norme che rompono lo schema sono:

● il Consiglio stabilisce direttive volte al riavvicinamento delle disposizioni degli Stati membri che
abbiano un’incidenza sull’instaurazione o sul funzionamento del mercato comune, competenza
teologica in quanto indica un obiettivo. Decisioni vincolate (nella procedura) con la richiesta
dell’unanimità e (nello strumento) dalla direttiva (art. 100 Tr. CEE o art.115 TFUE);
● quando un’azione della Comunità risulti necessaria per raggiungere uno degli scopi di essa stessa, il
Consiglio (deliberando all’unanimità su proposta della Commissione e dopo aver consultato
l’Assemblea) prende le disposizioni del caso. Essa contiene una clausola di flessibilità, in quanto rende
flessibile il principio di attribuzione consentendo di esercitare tutti i poteri che sono funzionali agli
scopi della Comunità (art. 235 Tr. CEE o art. 352 TFUE).

IL QUADRO TEORICO

La Comunità Europea è un tipo di organizzazione politica sovranazionale che si colloca al di fuori


dell’ordinamento internazionale e dell’ordinamento interno. Il suo presupposto è il concetto di Stato, un’entità
che detiene il monopolio del diritto e l’uso legittimo della forza coercitiva. Il suo monopolio sul territorio è
espresso dal concetto di sovranità che comporta il principio di esclusività, ovvero l’esclusione di altri
ordinamenti non autorizzati. Lo Stato crea il diritto nel suo ordinamento (interno), ma crea anche diritto
interstatuale (nell’ordinamento internazionale). Un ordinamento giuridico indica l’insieme degli elementi
normativi che regolano la vita di una comunità all’interno di un sistema giuridico.

Lo Stato è un ordinamento verticistico, rappresentato da:

● lo Stato apparato, formato dal potere centrale sovrano (potere governante)


● lo Stato comunità, formato dal popolo (potere governato)

Nell’ordinamento interno lo Stato organizza il suo potere politico su una base di enti derivati, posti nella
posizione di tendenziale subordinazione gerarchica rispetto al diritto dell’ente originario.

L’organizzazione internazionale

Nell’ordinamento internazionale lo Stato è soggetto di diritti e doveri che esso stesso disciplina attraverso
trattati basati sul consenso paritario. Perché tali trattati possano avere efficacia giuridica all’interno
dell’ordinamento statale è necessario che vengano prodotte apposite norme interne, la procedura di
formazione di un trattato internazionale è:

● una fase disciplinata dal diritto internazionale


● una fase disciplinata dal diritto interno

Il trattato che si forma validamente deve perciò avere una norma interna di recepimento.

Entrambi sono ordinamenti dinamici e i soggetti di diritto, Stati o persone, sono tutti formalmente uguali. Il
diritto, l’insieme di norme giuridiche che uno Stato esercita, si distingue da altri sistemi prescrittivi per la
tipicità della sanzione che si fonda proprio sulla reciprocità, ossia la ritorsione.
Attualmente l’Unione Europea si basa su due trattati fondativi:

● TUE (Trattato sull’Unione Europea) di Maastricht;


● TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea) di Roma.

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