A.A. 2016-2017
Marta Marson
Esercitazioni di Economia Industriale
10 Marzo 2017
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Lezione 1 – introduzione e modello SCR
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Lezione 1 – introduzione e modello SCR
1.2) La scuola di Harvard si differenzia dalla scuola di Chicago
perché:
• Scuola di Chicago
• Scuola di Harvard
• Schumpeter e scuola di Vienna
• Nuovi sviluppi (dagli anni 1990)
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Lezione 1 – introduzione e modello SCR
1.2) La scuola di Harvard si differenzia dalla scuola di Chicago
perché:
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Lezione 1 – introduzione e modello SCR
Modello STRUTTURA –COMPORTAMENTI-RISULTATI:
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Lezione 1 – introduzione e modello SCR
1.3) In base al paradigma SCR, quali dei seguenti elementi fa
parte della struttura?
a) barriere innocenti all’entrata
b) costi di produzione
c) politica di prezzo
d) investimenti in ricerca e sviluppo
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Lezione 2 – strutture di mercato
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Lezione 2 – strutture di mercato
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Lezione 2 – Teoria dell’impresa e strutture di
mercato
Spostamento della
curva di offerta
verso destra, con
diminuzione di P e
aumento di Q
In corrispondenza
del nuovo P,
l’impresa
rappresentativa ha
extraprofitto nullo e
produce una
quantità inferiore
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Lezione 2 – Teoria dell’impresa e strutture di
mercato
2.2) In concorrenza perfetta, l’extraprofitto
a) è possibile solo nel lungo periodo perché nel breve periodo viene
annullato dall’entrata di altre imprese nel mercato
b) non è mai possibile
c) è sempre possibile
d) è possibile solo nel brevissimo periodo perché nel medio e lungo
periodo viene annullato dall’entrata di altre imprese nel mercato
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Lezione 2 – strutture di mercato
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Lezione 2 –strutture di mercato
c) è difficilmente verificabile
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Lezione 2 – Teoria dell’impresa e strutture di
mercato
• è difficilmente verificabile
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Lezione 2 – Strutture di mercato
• Sì, se è efficiente
• Sì, ma non nel medio e lungo periodo
• No, a causa della mancanza di differenziazione
del prodotto
• No
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Lezione 2 – Strutture di mercato
• Sì, se è efficiente
• Sì, ma non nel medio e lungo periodo
• No, a causa della mancanza di differenziazione del
prodotto
• No,
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Lezione 2 – strutture di mercato
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Lezione 2 – strutture di mercato
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Lezione 2-3 – strutture di mercato
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Lezione 2-3 – Teoria dell’impresa e strutture
di mercato
La presenza (o assenza) di economie di scala interne
all’impresa è importante perché (individuare la risposta
FALSA)?
a) Perché determina di barriere all’entrata
b) Perché determina concentrazione dell’industria
c) Perché è una caratteristiche che definisce la forma di
mercato
d) Perché determina economie esterne
Le economie di scala fanno si che i costi medi di lungo
periodo siano minimizzati a partire da una certa dimensione
della produzione. Questo pone gli entranti in una posizione di
svantaggio competitivo, determinando una barriera all’entrata
e concentrazione del mercato. Il numero di imprese e la
presenza di barriere all’entrata sono determinanti della forme
di mercato. Le economie esterne non c’entrano.
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Lezione 3 – Barriere all’entrata
economico-finanziarie
Investimenti elevati per l’avvio delle attività
Esistenza di economie di scala significative
controllo dei fattori produttivi – soprattutto se scarsi – da
parte delle imprese già presenti sul mercato (es.: petrolio o
altre risorse primarie, risorse umane specializzate)
costi di cambiamento ed esternalità di rete
legali: brevetti, marchi, diritti di autore, licenze e
concessioni, restrizioni alle importazioni, ecc.
geografiche
altre barriere strategiche create direttamente dall’industria
a fini competitivi: (es. accordi di cartello nell’oligopolio,
creazione di albi o ordini professionali, strategie di prezzo,
strategie di prodotto)
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Lezione 3 – barriere all’entrata
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Lezione 3 – Barriere all’entrata
3.2) Un’impresa dominante può avere un vantaggio
assoluto di costo su un potenziale entrante se
a) la sua funzione di CMeLP si colloca sotto quella
dell’impresa entrante per ogni livello produttivo
b) la sua funzione di RMeLP si colloca sotto quella
dell’impresa entrante per ogni livello produttivo
c) la sua funzione di CMeLP si colloca sopra quella
dell’impresa entrante per ogni livello produttivo
d) Nessuna delle risposte precedenti è vera
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Lezione 3 – Barriere all’entrata
La strategia del prezzo limite… (quale delle seguenti non è
vera? Illustrare con grafici)
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Lezione 3 – Barriere all’entrata
PREZZO LIMITE basato su VANTAGGIO DI COSTO
ASSOLUTO
l’incumbent e il potential entrant hanno funzioni
di costo diverse, più basso l’incumbent (1 solo)
Se incumbent si comporta da monopolista e fissa
P e Q di monopolio però il potetial entrant può
entrare perchè Pm > CMElp potential entrant
Pm
CMElp potential entrant
CMElp incumbent
QM Quantità
CMElp incumbent
QM Q2 Quantità
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Lezione 3 – Barriere all’entrata
PREZZO LIMITE basato su ECONOMIE DI SCALA
se l’incumbent e il potential
entrant hanno la stessa funzione
di CMe (decrescente
PM economie di scala)
il prezzo è fissato valutando se la
domanda residuale consenta al
PE un profitto normale (giace al di
sopra CME)
Nel caso mostrato qui c’è
possibilità di entrata
QM
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Lezione 3 – Barriere all’entrata
PREZZO LIMITE basato su ECONOMIE DI SCALA
se l’incumbent e il potential
entrant hanno la stessa funzione
P limite di CMe (decrescente
economie di scala) il prezzo
limite è fissato in modo che la
domanda residuale non consenta
al PE un profitto normale (giace al
di sopra CME)
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Lezione 3 – Barriere all’entrata
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Lezione 3 – Barriere all’entrata
3.3) La teoria dei mercati contendibili:
a) Si riferisce a settori in cui la concorrenza è molto
elevata
b) Prevede la presenza di costi irrecuperabili
c) Si riferisce a settori in cui gli incumbent sono
minacciati dall’entrata di nuovi competitori
d) Tutte le risposte precedenti sono vere
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Lezione 3 – Barriere all’entrata PREZZI PREDATORI
3.4) La strategia dei prezzi predatori (identificare quale
non è vera e illustrare con grafico)
b) È temporanea
Pc
P*
Qpc
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Lezione 3 – Barriere all’entrata
PREZZI PREDATORI
per questo
prezzo E può
scegliere di
produrre in
perdita una
quantità Qe
(P*=Cma)
CMe
Pc
P*
Qe Qpc
Cd
Ce
Pc
P*
Qe Qpc Qd=Q*-Qe Q*
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Lezione 3 – Barriere all’entrata
PREZZI PREDATORI
con uguali funzioni di costo, D deve sostenere
perdite maggiori di E, ma quando E si ritira può
rialzare il prezzo
Cd
Ce
Pc
P*
Qe Qpc Qd=Q*-Qe Q*
b) È temporanea
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Lezione 4 – Concentrazione del mercato
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Lezione 4 – Concentrazione del mercato
4.1) Il livello di concentrazione dei venditori dipende
a) dal numero di imprese e dalla loro distribuzione dimensionale: min è n
imprese, min è concentrazione; mag è dimensione media, min è
concentrazione; mag è differenza di quote di mercato tra imprese, min è
concentrazione.
b) dal numero di imprese e dalla loro distribuzione dimensionale: mag è n
imprese, mag è concentrazione; min è dimensione media, mag è
concentrazione; min è differenza di quote di mercato tra imprese, mag è
concentrazione.
c) dal numero di imprese e dalla loro distribuzione dimensionale: min è n
imprese, mag è concentrazione; mag è dimensione media, mag è
concentrazione; mag è differenza di quote di mercato tra imprese, mag è
concentrazione.
d) Dalla grado di tecnologia del settore e dalla presenza di cooperazione tra
imprese: mag è il grado di tecnologia, mag è concentrazione; min è la
cooperazione tra imprese, mag è concentrazione.
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Lezione 4 – Concentrazione del mercato
Rapporto di concentrazione delle prime n imprese
n
Cn=∑si n=3, 4, 5, 8 di solito s = quote di mercato
i=1
N
si= xi/∑xi N=numero totale imprese settore
i=1
0<Cn≤1
Impre fattura
se to qi C3
1 100 0.33
2 75 0.25
3 50 0.17 0.75
4 50 0.17
5 25 0.08
tot 300 1.00
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Lezione 4 – Concentrazione del mercato
indice di Herfindhal-Hirschman (HH)
N
HH=∑si 2 s = quote di mercato
i=1
1/n ≤ HH ≤1
1 ≤1/HH ≤N
in monopolio HH=1
in mercato con N imprese della stessa dimensione HH= 1/N
Impre fattura HH
se to qi C3 qi^2
1 100 0.33 0.11
2 75 0.25 0.06
3 50 0.17 0.75 0.03
4 50 0.17 0.03
5 25 0.08 0.01
tot 300 1.00 0.24
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Coefficiente di GINI
Impre fattura HH
se to qi C3 qi^2 pi Σpi Σqi Σpi-Σqi G
1 100 0.33 0.11 0.20 0.00
2 75 0.25 0.06 0.20 0.80 0.67 0.13
3 50 0.17 0.75 0.03 0.20 0.60 0.42 0.18
4 50 0.17 0.03 0.20 0.40 0.25 0.15
5 25 0.08 0.01 0.20 0.20 0.08 0.12
tot 300 1.00 0.24 1.00 2.00 1.42 0.58 0.29
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Lezione 4 – Concentrazione del mercato
4.2) Data la seguente tabella, l’indice di
concentrazione con 3 imprese, l’indice HH e il
coefficiente di Gini sono pari a:
Cn 3 HH G
a) 1 12 0.73
b) 0.75 0.24 0.29
Imprese fatturato
c) 0.8 0.56 0
d) 0.6 0.32 1.3
1 100
2 25
3 75
4 50
5 50
c) vicino all’Oligopolio
d) vicino al Monopolio
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Lezione 4 – Concentrazione del mercato
4.3) Il coefficiente di entropia di un’industria è 0,152. L’industria
ha una struttura di mercato…:
a) vicino alla Concorrenza perfetta
b) vicino alla Concorrenza monopolistica
c) vicino all’Oligopolio
d) vicino al Monopolio
E N 0 ln(N)
∑si ln(1/si ) monopolio tutte uguali
i=1
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Lezione 5 – Oligopolio non cooperativo
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Lezione 5 – Oligopolio non cooperativo
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Lezione 5 – Oligopolio non cooperativo
Modello di Cournot
Partiamo dal punto F; se impr. A aumenta la produzione fino a G, aumenta (cala P,
ma D è elastica e CMa basso per bassi livelli di QA); se impr. B aumenta la
produzione fino a H, il prezzo cala e di A, a output e costi invariati, diminuisce;
viceversa, partendo dal punto X ed aumentando QA fino a Y, A decresce (D
anelastica). Se B diminuisce la produzione a Z, A aumenta.
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Lezione 5 – Oligopolio non cooperativo
5.2) Cosa NON sono le curve di isoprofitto?
a) Curve che rappresentano la ripartizione del mercato tra due
imprese per cui le due imprese hanno lo stesso profitto;
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Lezione 5 – Oligopolio non cooperativo
Stackelberg (1934): Come Cournot ma il gioco è sequenziale e
l’potesi di variazione congetturale nulla è mantenuta solo per una
impresa, il follower. A, il leader, è consapevole che, per ogni sua
q, B sceglierà sempre la q corrispondente sulla sua funzione di
reazione. Nell’equilibrio di Stackelberg, l’impresa A ottiene un
profitto più alto che in equilibrio di Cournot-Nash e B più basso.
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Lezion Doma Doma Doma Doma Quali
e nde tot nde nde da nde da sono le
palesi 3 6 doman
de da
6
1 3 3 3 0
2 6 4 1 3 1, 2, 3
3 6 4 2 2 1, 4
4 3 3 2 1 2
5 3 3 2 1 3
tot 21 17 10 7
Tempo 5.5 14
per
dom
Tempo 55 98 153
tot
44