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LEO FRANCESCO III D 14/03/2020

RECENSIONE PRIMI 4 CAPITOLI del “Il pollice del violinista”

TRAMA GENERALE

Sam Kean è uno scrittore e giornalista statunitense. Scrive per «The New York
Times Magazine» e pubblica molti libri, tra cui 3 in Italia (edizione Adelphi) nei quali
mescola narrativa e divulgazione scientifica affascinando il lettore non solo per la
accuratezza dei contenuti, ma anche per il modo in cui vengono spiegati. In questo
libro Sam esplora l’elemento fondamentale della vita di tutti gli esseri viventi: il DNA.
Nel libro cita personalità illustre che hanno fatto la storia della biologia mondiale tra
cui Miescher, Mendel, Morgan e tanti altri che hanno dedicato quasi tutta la loro vita
a fare esperimenti che, ai giorni d’oggi, si sono rivelati essenziali.

PRIMO CAPITOLO

Il primo capitolo inizia con un biologo svizzero molto conosciuto, Friedrich Miescher
e si deve proprio a lui la scoperta del DNA (nel suo laboratorio a Tubinga). Lui era un
professore svizzero di fisiologia e aveva particolare interesse per i salmoni e tra le
sue altre ricerche si concentrò in maggior modo su una sostanza ricavata dallo
sperma del salmone e, per evitare che il delicato seme si guastasse a contatto con
l’aria, Miescher doveva tenere le finestre spalancate. Riuscire a lavorare in quelle
condizioni richiede una concentrazione sovrumana ma, nonostante tanta dedizione,
non ottenne dei grandi risultati, infatti la produzione scientifica di tutta la sua vita fu
assai scarsa. Riguardo alla sostanza ricavata dal salmone decise di studiare il suo
nucleo e grazie ad esso riuscì a dedurre la composizione del DNA e dell’RNA ma
con una differenza: il DNA era formato da un doppio filamento, mentre l’RNA da uno
solo. Successivamente si parla del monaco tedesco Gregor Mendel, il quale
studiando con particolare interesse le piante di pisello (piaceva molto il loro gusto),
differenziò i tratti dominanti da quelli recessivi. Molte persone e intellettuali
ammirarono i suoi esperimenti (anche se si era sparsa la voce che sabotasse i
risultati condotti sulle piante per ottenere risultati perfetti, in quanto era molto
improbabile ottenere sempre generazioni con un rapporto costante di 3:1. C’è da
dire che Miescher e Mendel avevano carattere opposti: da un lato Miescher era
abbastanza introverso e non amava molto stare a contatto con la gente, mentre
Mendel era estroverso e amava fare viaggi e scoprire, sempre più curioso, nuove
razze di piante.

SECONDO CAPITOLO
In questo capitolo si parla di Thomas Morgan, un biologo statunitense il quale aveva
dei dubbi sia riguardo il darwinismo e sia del mendelismo. Dopo la morte di Darwin
nel 1882, acquistarono forza ulteriori argomenti contro la selezione naturale e ciò
che girava più contro era il fattore emotivo: infatti alla gente ripegnava l’idea della
selezione naturale, sembrava che la morte spietata fosse il principio supremo, con i
forti che annientavano sempre i più deboli. Morgan decise di lavorare con i
“moscerini della frutta” perché si riproducono molto velocemente e si rivelarono
perfetti per il suo lavoro. Bastavano tante bottiglie di latte da un litro per ospitare un
migliaio di moscerini. Inizialmente non scopre niente di entusiasmante e
successivamente si trasferì in un’università americana (Columbia University) e dopo
aver fatto una lezione come docente, conobbe Albert Sturtevant, il quale scrisse un
lavoro originale sui cavalli e sul colore del malto e, rimasto affascinato, gli offrì una
scrivania nel suo studio. Inoltre conobbe lo studente Bridges che, sapendo che era
orfano, Morgan gli offrì un lavoro come ragazzo delle pulizie, cioè aveva il compito di
lavare le bottiglie di latte ma poi divenne anche lui studioso di moscerini. Infine vi era
Muller, che nonostante fosse molto intelligente, non venne mai tanto considerato e
lui ne risentiva parecchio. Questo team all’inizio non produceva buoni risultati finchè
Morgan non si accorse che, tra i moscerini che stava analizzando, era comparso il
carattere occhi-bianchi (fino al quel momento si conosceva solo il carattere occhi-
rossi). Poi con studi più dettagliati riuscì a dedurre che il tratto occhi bianchi fosse
recessivo e che i moscerini che lo riscontravano erano quasi tutti maschi. Dopo la
scoperta di questi tratti ce ne furono molti altri ai quali Morgan e il suo team assegnò
loro diversi nomi (talvolta divertenti). Morgan ottenne il premio Nobel nel 1923 e
questo premio (in denaro) venne spartito con Bridges e Sturtevant, eccetto Muller.
Lui si allontanò dal gruppo e dopo vari viaggi, riuscì anche lui a ricevere un premio
Nobel per la medicina.

TERZO CAPITOLO

In questo capitolo Sam Kean si sofferma sulle pericolosità che hanno le radiazioni
nucleari sulla nostra salute, in particolare quanto sia importante il nostro DNA e che
il funzionamento varia da persone in persona. Questo viene spiegato attraverso il
racconto di un giovane giapponese chiamato Yamaguchi che venne in parte colpito
dall’esplosione della centrale nucleare di Hiroshima, che provocò molte vittime.
Comunque riuscì a sopravvivere e tornare a casa sua, a Nagasaki, ma, una volta
arrivato, la città fu colpita da un’altra esplosione. Queste esplosioni sono conosciute
per l’effetto che provocò su gran parte della popolazione e comportarono delle
modifiche genetiche permanenti non solo alla popolazione colpita, ma anche a quelli
che sarebbero arrivati dopo. La causa più comune di morte fu per leucemia ma
c'erano anche casi di tumore allo stomaco e ai testicoli. Inoltre se vengono colpite in
modo definitivo le cellule le conseguenze possono essere molto gravi in quanto
possono condizionare il funzionamento o meno degli altri organi. Una piccola parte
di popolazione, invece, non subì alcun danno, come è accaduto a Yamaguchi che
anzi, fortunatamente, morì all’età di 95 anni, nonostante fosse colpito da, appunto,
due esplosioni nucleari.

QUARTO CAPITOLO

In questo capitolo si fa un confronto tra la genetica e la musica, considerando le basi


azotate (adenina, guanina, timina, citosina) come delle noti musicali che
combinandosi danno origine a tante combinazioni. L’autore fa riferimento a Lewis
Carroll, un celebre scrittore che in uno dei suoi testi, dice che a scuola non faceva
“reading and writing”, ma bensì “reeling and withing”, che letteralmente significa
“torsioni e contorsioni” e queste parole hanno a che vedere con i nodi del DNA. A lui
piaceva tanto la matematica ma anche la biologia e la scienza e per questo si pensa
che fu uno dei primi a credere nell’esistenza dei nodi presenti nel DNA. Poi si parla
di William Friedman, il quale definisce la genetica come decifrazione di codici
biologici, e poi di Claude Shannon che unì in un certo senso la genetica con
l’elettronica, facendo fiorire la tecnologia (lui capì che i messaggi dovevano essere
trasmessi con il minor errore possibile in modo da avere in codice genetico perfetto).
Infine si parla di Alan Turing che venne ricordato per aver costruito una sofisticata
macchina che poteva fare lavoro manuale che, tramite un ottimo e ragionevole
meccanismo, suddivideva i problemi in tante parti logiche.

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