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Giacomo Meyerbeer (Vogelsdorf, 5 settembre 1791 – Parigi, 2 maggio 1864) è stato

un compositore tedesco attivo soprattutto in Francia.


È importante, nella storia dell'opera, per aver fatto da tramite tra Rossini e i compositori romantici,
fondendo elementi desunti dalla scuola tedesca, italiana e francese. È stato il più rappresentativo
compositore di grands opéras, opere da grande spettacolo tipicamente francesi.
Il suo vero nome era Jacob Liebmann Beer. La fusione del cognome originario (Beer) con quello
materno risale al 1810, quando morì il nonno materno, Liebmann Meyer Wulff: rimasto senza eredi
maschi che ne perpetuassero il nome, l'avo gli lasciava una ricca eredità purché aggiungesse Meyer al
cognome paterno. L'italianizzazione del nome, Giacomo, risale invece al suo periodo italiano (1815-
1826). Fece parte della Massoneria[1].

La famiglia[modifica | modifica wikitesto]


Nacque a Tasdorf, un sobborgo di Berlino (oggi parte del comune Rüdersdorf bei Berlin), da Judah
Herz Beer, ricchissimo industriale ebreo (possessore tra l'altro di importanti raffinerie di zucchero),
e Amalie "Malka" Meyer Wulff, discendente di una dinastia di banchieri e di rabbini (suo antenato
l'illustre rabbi Herschel), e famosa salonnière berlinese. Suo fratello maggiore (il primogenito) Wilhelm
Beer (m. 1850), banchiere, diventerà un famoso astronomo; un altro fratello, anch'egli nato prima di
lui, Michael Beer, morto prematuramente il 23 marzo 1833, fu poeta drammatico di talento (scrisse i
drammi Il Paria e Struensee, per cui Giacomo Mayerbeer scriverà le musiche di scena nel 1846).

Oltre ai grand-opéras, è da ricordare anche l'opéra comique Le pardon de Ploërmel, (1858), noto fuori
dalla Francia come Dinorah; l'aria della protagonista, Ombre légère (Ombra leggera), di grande
difficoltà virtuosistica, è stata per buona parte del Novecento in repertorio come aria da concerto; ma
nell'intera partitura, certamente uno dei capolavori di Meyerbeer, è notevole l'evocazione ambientale,
debitrice del romanticismo tedesco e di Mendelssohn in particolare, e il melodismo patetico; dal punto
di vista strettamente musicale è posta da taluni al disopra dei grand-opéras.
Al 1844 risale l'ultima sua opera in tedesco, i 6 quadri viventi con diorami, Ein Feldlager in
Schlesien (Un accampamento in Slesia), più tardi rielaborata in francese col titolo L'étoile du nord (La
stella del nord), 1854, importante per l'uso del leitmotiv, o "motivo conduttore", presente in nuce in
diversi melodrammi romantici tedeschi e protoromantici italiani (tra cui Lucia di
Lammermoor di Donizetti, per esempio) ma portato a perfezione e reso asse portante di una poetica
musicale da Richard Wagner.

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