XIII-XIV SECOLO
Le storie di Isacco
Registro alto della seconda campata dall'ingresso
La prima scena rappresenta l’episodio conclusivo: il cieco Isacco
respinge il primogenito Esaù (suo favorito) sotto gli occhi di una serva
che assiste, quasi partecipe nel dolore, al dramma in atto. Più a
destra una figura di spalle sta per uscire dalla stanza seguendone
un’altra che è già fuori dalla scatola prospettica costituita dalle
pareti della camera (e che noi purtroppo non possiamo leggere
bene).
colori brillanti
realismo nei volti
(si notano le
(rosso, giallo)
emozioni, distacco Giotto
dall'arte bizantina)
attenzione ai
particolari
ambientazione
fisionomici
scenografica
Giotto a Padova
Enrico commissionò i lavori di
Giotto, in particolare quelli
nella sua cappella privata.
Questa in seguito ad alcuni
lavori di ampliamento stava
assumendo i caratteri di una
vera chiesa, quindi ci fu una
questione sul suo
ridimensionamento. Fu
eliminata la parte absidiale.
LA CAPPELLA
DEGLI SCROVEGLI
Programma decorativo:
Vi sono 40 scene con tema solenne, che si leggono dall'alto
verso il basso. Sono distinte in 3 registri:
1) registro superiore (Maria, Gioacchino e Anna)
2) registro mediano (Maria e Cristo)
3) registro inferiore (allegorie di vizi e virtù e decorazioni come finti marmi)
Crocifissione
Vi è il Cristo sofferente crocifisso con un alone che
risplende dietro la sua testa. L’aspetto tragico è
espresso da coloro che circondano Cristo: gli angeli che
volano intorno piangendo, Maria Maddalena ai piedi
della croce, sostenuta da Giovanni e un’altra donna …
L’intera scena esprime umanità e spicca davanti a un
cielo di un blu intenso: il colore della fede.
Giudizio universale
Per la prima volta viene abolita la suddivisione della scena in fasce orizzontali
sovrapposte: Giudizio, Paradiso e Inferno sono presentati in un insieme unitario e
tutte le figure si muovono nel medesimo spazio, come un vero e proprio
“avvenimento”.
Cristo Giudice campeggia al centro, circondato da una mandorla iridata, retta da
serafini. Intorno a Cristo si raccolgono i dodici apostoli, giudici a latere. In alto si
organizzano, per file e in due gruppi simmetrici, le schiere angeliche, guidate dagli
arcangeli Michele e Gabriele. Esponendo le piaghe della Passione, con l’esplicito gesto
delle mani, Cristo divide i vizi e l'inferno (nord) dalle virtù e dal paradiso (sud).
L'opera vuole esprimere il messaggio della salvezza. Giotto stesso si ritrae nel paradiso.
L'unicità dell'opera sta nel particolare stile che solo Giotto poteva avere.
Ultima cena
Ambientata in una stanza senza due pareti
per permettere la visione dell'interno, Giotto
dipinge il volto dubbioso degli apostoli che si
interrogano su chi sia il traditore del Cristo.
L'apostolo Giuda è seduto vicino a Gesù,
indossa un mantello giallo e intinge la mano
nello stesso piatto di Cristo e appare
indifferente. Giovanni invece sembra
disperato. L'annerimento delle aureole è stato
causato in seguito per ossidazione.
Allegorie
La giustizia è raffigurata come
una regina coronata e seduta su
un trono. Nelle mani regge i due L'Ingiustizia è un banchiere imprigionato,
piatti di una bilancia in cui si seduto come in un trono sotto un arco
trovano a destra un angelo con la oscuro, l'entrata di un castello circondato
spada sguainata in atto di colpire da rupi rocciose. Esso tiene in mano una
dei malfattori (regola i rapporti spada e nell'altra un arpione, armi di
pubblici) e a sinistra un altro rapina e violenza. Come un feudatario
angelo che incorona invece un ribelle o un magistrato corrotto, al quale
uomo seduto ad un banco, quasi assomiglia nella posa e nell'abbigliamento,
illeggibile (regola i rapporti guarda orgogliosamente verso l'esterno
privati). con mento alto, non comunica con lo
spettatore ed è indifferente alle scene di
violenza ai suoi piedi.