Sei sulla pagina 1di 10

Informatica

I dati sono entità distinte descritte oggettivamente, senza interpretazione;


Le informazioni sono l’insieme dei dati che vengono strutturati, organizzati ed interpretati con cui un’idea
prende forma e viene comunicata;
Le conoscenze sono informazioni sintetizzate in modo da identificare e sintetizzare le interrelazioni.
Informatica – acronimo di informazione automatica. Il termine è stato coniato a partire da “information” e
“automatique” nel 1962 da Philippe Dreyfus, docente dell’università di Harvard, che nel 1950 aveva
utilizzato il primo computer Mark I. Il computer ebbe un notevole successo in Italia a partire dalla seconda
metà degli anni ’60. Oggi, il termine informatica assume il significato di disciplina scientifica e sta per
Scienza dell’uso dell’elaboratore elettronico (computer science). Alla sua base vi è la conversione di dati
intelligibili all’uomo in impulsi elettromagnetici mediante il codice binario.
Elaboratore – mezzo strumentale per la rappresentazione, memorizzazione ed elaborazione delle
informazioni (macchina);
Computer – deriva dal verbo latino “computare” che significa “fare di conto”.

Storia
Verso la fine del 1800 negli Stati Uniti si presentò un concreto problema: l’elaborazione dei dati del
censimento americano del 1890. Uno studioso di statistica, Herman Hollerith, adattò la scheda perforata a
questo scopo, registrando su ciascuna scheda i dati di un cittadino e realizzando una macchina in grado di
contarli. La società fondata da questo individuo si chiamò IBM (International Business Machine); con la sua
macchina Hollerith eseguì il lavoro di raccolta e tabulazione dei dati anagrafici del censimento americano
(63 milioni di persone e 150mila comunità minori) in un solo mese.
Il primo computer della storia è stato un calcolatore a valvole chiamato Colossus, concepito nel pieno dei
combattimenti della Seconda Guerra Mondiale da un gruppo di matematici e ingegneri inglesi con una
missione ben precisa: decodificare le comunicazioni segrete tra Hitler e i suoi generali.
Colossus venne progettato dal matematico Max Newman, basandosi sui concetti della macchina di Turing
universale. Il prototipo, Colossus Mark I, fu assemblato a Bletchley Park dove lavorava Newman nel
febbraio 1944.
Il suo contributo alla vittoria fu così importante che alla fine della guerra Churchill ordinò di distruggerlo ed
impose il segreto di Stato sulla vicenda: nessuno poteva sapere come avessero recepito le informazioni. È
stato probabilmente uno dei segreti meglio custoditi di tutta la Seconda Guerra Mondiale e fu necessario
attendere gli anni ’70 perché l’esistenza di questo computer venisse alla luce mediante un’indiscrezione.

L’informatica ha due anime:


Tecnologica – studia i calcolatori elettronici e i sistemi che li utilizzano;
Metodologica – studia metodi per la risoluzione dei problemi e la gestione delle informazioni.
Le tecnologie informatiche si occupano di elaborare dati per ottenere informazioni significative, mantenere
le informazioni elaborate per utilizzarle in collaborazione con altre ed organizzare le informazioni secondo
criteri stabiliti in modo da renderne facile l’accesso.
Questo sistema è caratterizzato da due componenti:
HARDWARE – Insieme dei circuiti delle macchine e dei componenti elettronici, elettrici e meccanici di un
sistema di elaborazione;
SOFTWARE – Insieme dei programmi operanti su di esso.
L’hardware è caratterizzato da una memoria con unità di ingresso, unità di uscita, unità di controllo e unità
di calcolo.
Dagli schemi visti in precedenza si individua un elemento che è la base di qualsiasi tipo di elaborazione: la
memoria. Qualsiasi sia l’informazione che si deve elaborare, deve essere innanzitutto memorizzata. A tal
proposito, in un elaboratore sono presenti vari tipi di “memorie” le quali, qualsiasi sia la loro tipologia,
possono essere immaginate come una sequenza finita di locazioni o celle contenenti ciascuna uno o più
byte, ovverosia uno o più caratteri e/o simboli. Tale locazione prende il nome di parola (word). 
Le parole o celle vengono numerate da 0 in poi per poter essere identificate in modo univoco attribuendo a
ciascuna un proprio indirizzo (address) per recuperare, poi, i dati contenuti nelle celle stesse per la loro
elaborazione. 
Tra le tipologie di memoria è basilare distinguere tra RAM e ROM.  
Per ROM si intende una memoria di sola lettura (Read Only Memory) e per RAM una memoria ad accesso
casuale o diretto (Random Access Memory). Le differenze tra le due memorie sono sostanziali e fisiche: le
ROM sono costituite da componenti elettrici semplici adatti alla memorizzazione permanente, costituiti da
istruzioni per l’avvio delle macchine, di programmi in linguaggio macchina per la gestione delle periferiche e
di tabelle matematiche utilizzate dalla CPU per i calcoli di base. La memoria ROM è detta di sola lettura
perché l’utilizzatore della macchina non è autorizzato ad apportare modificazioni al contenuto della stessa;
in caso di rottura o danneggiamento il calcolatore è del tutto inservibile.
La RAM è una memoria di tipo volatile caratterizzata da circuiti che possano essere soggetti o meno
all’alimentazione elettrica. È costituita da una serie di condensatori il cui stato carico-scarico rappresenta
nella sequenza di 8 elementi il carattere che si vuole memorizzare. La mancanza di alimentazione scarica
completamente la memoria dei suoi elementi, perdendo i dati in essa memorizzati. La funzionalità di questa
memoria si può semplificare immaginando un parcheggio in cui le macchine si dispongono in maniera
casuale, senza seguire un ordine prestabilito. Tale sistema permette di collocare i caratteri nelle celle molto
velocemente tramite gli indirizzi assegnati dal sistema operativo, ritrovati rapidamente al momento del
bisogno. Man mano che si caricano programmi, si creano file e si elaborano informazioni, la memoria si
riempie svuotandosi del tutto o in parte quando usciamo da un programma o abbandoniamo un file, ed in
questo caso il file andrà memorizzato in un’altra memoria.

Unità di memoria di massa


È costituita da supporti di tipo magnetico (Hard Disk, Floppy Disk, Zip Disk) o di tipo ottico (CD ROM).
L’unità di misura è il byte. Ultimamente, a causa delle differenze di velocità tra dischi, RAM e processori,
viene utilizzata una memoria temporanea (cache) che funge da contenitore di istruzioni e dati usati più
frequentemente dalla CPU. Le caratteristiche delle unità di memoria di massa sono:
 Conservazione permanente e in grande quantità di dati;
 Sono memorie trasportabili;
 Sono meno costose e più lente delle memorie centrali;
 Non risiedono sulla scheda madre.
Le più diffuse sono:
 Supporti magnetici come il nastro di un registratore;
 Un disco rivestito da uno strato sottile come il Floppy;
 Hard disk;
 USB flash disk (Pen Drive);
 Dischi CD.

Unità di controllo (CU, Control Unit) – Presiede a tutte le operazioni dell’elaboratore, interpretando le
istruzioni prelevate in sequenza dalla memoria centrale e inviando segnali abilitanti alle specifiche unità;
Unità logico aritmetica (ALU, Arithmetical Logical Unit) – Esegue le operazioni aritmetiche e logiche
richieste dalla CU;
Unità di ingresso (Input) – Utilizzate per immettere il programma in fase di caricamento e i dati in fase di
esecuzione;
Unità di uscita (Output) – Impiegate per presentare i risultati dell’elaborazione.
Periferiche di Input Periferiche di Output
Mouse – Joystick – Mouse – Trackball Stampanti
Scanner Monitor LCD
Webcam Casse Audio
Fotocamera digitale Masterizzatori
Modem Modem
Lettore Ottico

Il bit
Unità minima linguaggio digitale che vale 0 oppure 1 e il nome proviene da Binary Digit. Si utilizzano i
multipli del Bit: Byte (B 1 8 Bit); Kilo (KB 210 – un migliaio 1024); Mega (MB 220 – un milione 1024x1024);
Giga (GB 230 – un miliardo (1MBx1024); Tera (TB 240 – mille miliardi 1GBx1024).
Byte: Unità minima del linguaggio di codifica costituito da 8 bit e può rappresentare fino a 28 = 256
combinazioni.
Informazione analogica – La voce umana e la trasmissione di segnali radio e televisione sono comunicazioni
di tipo analogico dove le grandezze fisiche sono funzioni continue del tempo V(t).
Segnale digitale – assume solo stati acceso/spento. Meno interferenza e maggior precisione: meno affetti
da disturbi di trasmissione e la minore sensibilità al rumore consente si replicare perfettamente il segnale.
I segnali analogici vengono convertiti in segnali digitali e questa conversione comporta un grado di
approssimazione.

SOFTWARE – insieme di programmi


Programma – istruzioni necessarie per l’elaborazione automatica di dati ed informazioni.
Categorie di software: Sistemi Operativi, Applicativi, Linguaggi di programmazione.

Sistema operativo
Insieme di programmi necessari al funzionamento dei sistemi che costituiscono macchine virtuali di basso
livello (Windows 98, 2000, NT, XP, Vista, Unix, Linux).
Algoritmo – procedura che tenta di risolvere problemi applicando passi elementari. In informatica,
analogamente, un algoritmo è un procedimento semplice per la risoluzione di problemi mediante
l’applicazione di una sequenza finita di istruzioni, che devono essere interpretate ed eseguite fino alla loro
conclusione seguendo un preciso ordine.

Software applicativo
Programmi operativi orientati alla risoluzione di problemi specifici utilizzati direttamente dall’utente finale
(elaboratori di testi, banche dati, tabelloni elettronici). Per applicativo si intende un programma o un
insieme di programmi per la gestione e l’elaborazione delle informazioni (office automation); per questo
troviamo programmi per elaborare testi (Word Processing), fogli elettronici (spredsheet), database,
strumenti di presentazione, programmi per la contabilità etc.
Ogni applicativo, a meno che non appartenga a delle “suite”, ha particolarità proprie che lo rendono
incompatibile con un altro applicativo, impedendo la possibilità di condividere dati elaborati su sistemi
differenti a meno che non si utilizzi un convertitore, che non sempre riesce a trasportare dati da un
ambiente all’altro in modo corretto.

Interfacce sistemi operativi


Testuali: le operazioni vengono compiute scrivendo dei comandi su una riga dello schermo (riga di
comando);
Grafiche: le operazioni vengono compiute selezionando oggetti grafici mediante l’utilizzo del mouse. Point
and click – si porta il puntatore del mouse sull’oggetto e si clicca un tasto del mouse; interfacce intuitive –
gli oggetti vengono rappresentati mediante disegni (icone) che ne richiamano la funzione.

Le reti informatiche
Intuitivamente, una rete è un insieme di fili interconnessi tra loro. Ogni intersezione rappresenta un nodo
della rete ed in ogni rete vengono trasferite informazioni da un nodo all’altro.
Una rete informatica è un insieme di PC e altri dispositivi connessi tra loro tramite cavi o antenne in grado
di comunicare. Una rete viene anche definita Network e i dispositivi che la compongono posso essere anche
situati uno lontano rispetto all’altro.

Tipi di rete
LAN (Local Area Network) MAN (Metropolitan Area WAN (Wide Area Network)
Network)
Limitata ad un singolo edificio o Caratteristiche simili alle LAN ma La rete WAN è costituita da un
edifici vicini, e disposta in modo su area più vasta, tipicamente numero elevatissimo di nodi
tale che i cavi non attraversino il grandi città o province. Possono interconnessi tra loro su un
suolo pubblico. essere reti private e pubbliche, e territorio molto vasto come una
Reti LAN sono solitamente fornire servizi di vario tipo in nazione o più nazioni. Vengono
scolastiche, aziendali e ambito urbano (telefonia, TV via definite anche reti geografiche e
universitarie. cavo, interconnessione di le connessioni avvengono
In questo tipo di reti i computer computer. utilizzando sia la rete telefonica
(nodi) sono connessi mediante Una tipica MAN è Iperbole, la sia linee dedicate.
schede di rete o cavi senza rete civica di Bologna.
ausilio di rete telefonica.
Tra le reti LAN vi sono anche le
WLAN (Wireless LAN o Reti Locali
senza fili) impiegate laddove
risulti difficoltoso l’uso di cavi.
Trovano impiego in uso
domestico per la connessione ad
Internet in famiglia, di aziende o
scuole per i costi contenuti.

Stanza 10 LAN
Edificio 100 LAN
Campus 1 kilometro LAN
Città 10 kilometri MAN
Area metropolitana 100 kilometri MAN
Stato o Nazione 1000 kilometri WAN
Continente 5000 kilometri WAN
Pianeta 10000 kilometri WAN

Mezzi trasmissivi
Guidati: quando il canale di comunicazione è di tipo fisico. Tipici cavi distinti in base al costo, alla velocità di
trasmissione e la distanza da coprire sono:
 Doppino telefonico – fili di rame intrecciati (il più diffuso);
 Cavo coassiale – nucleo di rame ricoperto da isolante e da una calza metallica. Alta velocità di
trasmissione (Mb/s);
 Fibra ottica – nucleo di materiale trasparente in cui la trasmissione avviene mediante impulsi
luminosi. Alta velocità di trasmissione (Gb/s) e riduzione di errori.
Non guidati: segnale irradiato nello spazio mediante onde radio, cellulare oppure via satellite.

Catalogazione reti
Le reti possono essere catalogate in base alle seguenti caratteristiche:
 Topologia – Disposizione geometrica del sistema informatico (lineare, stella, anello) e definisce i
percorsi per il trasporto dei dati;
 Protocollo – insieme di regole standard di comunicazione che definiscono come i diversi computer
comunicano tra si essi. Identificate con la sigla TCP/IP (Transmission Control Protocol/Internet
Protocol);
 Architettura – le reti possono essere classificate a seconda se impiegano un’architettura peer to
peer (point to point) oppure client-server.

TOPOLOGIA
Il problema nello scegliere la topologia consiste nel quantificare i collegamenti necessari per connettere
efficacemente i nodi tra loro. La topologia indica come le diverse stazioni sono collegate ai mezzi trasmissivi
ed influenza il costo, le prestazioni, la tecnica di accesso multiplo e l’affidabilità della rete. Le principali
topologie di una rete locale sono:
 Topologia a stella – presenta procedure di instradamento del traffico e l’inserzione di nuove
stazioni semplici ed è adatta per connettere chiunque con chiunque. Da qualsiasi punto
possono partire informazioni diverse, ad esempio con un telefono è possibile telefonare
dovunque sul pianeta.
I. Ogni nodo è connesso ad un sistema centrale tramite un cavo individuale;
II. Il sistema centrale può essere un nodo con particolari funzioni (server) o un concentratore;
III. Il sistema centrale ha la funzione di controllare che la connessione tra i nodi sia stabilita
correttamente;
IV. Le richieste di comunicazione di un dispositivo con un altro passano sempre dal sistema
centrale, che stabilisce una connessione (circuito) tra i due dispositivi;
V. Fin quando la connessione è attiva, le due stazioni lavorano come se fossero collegate punto a
punto.
La topologia a stella ha come vantaggi le prestazioni elevate grazie ai collegamenti punto a punto, la facilità
di controllo centralizzato del server, la semplicità del protocollo di comunicazione.
Gli svantaggi rappresentati da questa topologia sono la possibilità di sovraccarico in caso di traffico elevato
con possibile blocco della comunicazione, la lunghezza dei cavi richiesti e la dipendenza dall’affidabilità del
server, dato che un suo guasto potrebbe bloccare l’intera rete.
 
 Topologia ad anello – prevede di collegare una stazione con la successiva mediante un
collegamento punto a punto e l’ultima stazione con la prima in modo da formare un anello
chiuso. Questa topologia è adatta a trasferire la stessa informazione a tutti, ad esempio nella
tv via cavo.  
I. L’anello consiste in una serie di dispositivi collegati punto a punto che prendono la forma di un
cerchio;
II. Ogni nodo riceve un messaggio dal nodo precedente e se non è indirizzato a lui lo trasferisce al
successivo;
III. La ripetizione del segnale lo amplifica, quindi non sussistono problemi di indebolimento con
l’aggiunta di nodi;
IV. Utilizzate per aree geografiche dove quelle a stella non sono affidabili;

 Topologia a bus – un singolo cavo (dorsale) connette in modo lineare tutti i computer.
I. I dati sono inviati a tutti i computer e vengono accettati solo dal computer il cui
indirizzo è contenuto nel segnale di origine;
II. Un solo computer alla volta può inviare dati, quindi maggiore è il numero di dispositivi
connessi, minore è la velocità di trasmissione;
III. Le estremità del cavo hanno un terminatore che assorbe i dati liberi rendendo disponibile il
cavo;
IV. Se un computer si disconnette o manca un terminatore, i dati rimbalzano e l’attività su tutta la
rete è interrotta.

 Topologia a maglie completa – prevede di interconnettere sistemi con canali trasmissivi


bidirezionali. Se ogni sistema è connesso con tutti gli altri si parla di maglia completa.
TCP/IP
Affinché due computer possano comunicare, essi devono impiegare un protocollo comune, ossia delle
regole sulla struttura del messaggio. A tale scopo è stato ideato il protocollo Transport Control
Protocol/Internet Protocol, diventato uno standard universale. Un indirizzo IP è costituito da 4 numeri,
ciascuno da 0 a 255 (1 byte, 8 bit), separati da un punto; per ogni indirizzo servono dunque 4 byte. Poiché
memorizzarli risulta ostico, si usano indirizzi simbolici individuati da sigle ed associati a numeri.
La suddivisione in pacchetti ha il vantaggio che essendo di dimensioni ridotte sono più in grado di trovare
reti libere, seguendo il percorso più rapido per giungere a destinazione. Ciascun pacchetto deve contenere
l’indirizzo del destinatario ed un numero d’ordine per poter ricostruire, all’arrivo, il messaggio completo.
Tale procedura viene svolta appunto dal protocollo TCP/IP:
 TCP – dal PC di partenza il messaggio viene suddiviso in più parti numerate e le invia corredate
all’indirizzo IP. All’arrivo, provvede alla ricomposizione del messaggio;
 IP – determina il percorso migliore per far giungere a destinazione il messaggio.
Il software di gestione del protocollo viene installato su ciascun computer quando viene predisposto
all’accesso ad Internet.

Modelli di rete
Il modello classico di condivisione delle risorse consiste nel client-server: un computer possiede le risorse e
gli altri vi accedono.
Nel modello peer-to-peer, invece, ciascun computer può fungere sia da server che da client. In una rete si
distinguono due tipi di nodi:

Nodo server (host) Nodo client


È un computer sul quale è installato il software per È un computer utente che funge da postazione di
la condivisione delle risorse disponibili con gli altri lavoro e utilizza le risorse messe a disposizione dal
computer, chiamati client. server.

Per le reti di piccola dimensione, ciascun utente può fungere sia da server che da client, mettendo a
disposizione risorse e usufruendo delle risorse messe a disposizione da altri senza necessariamente
predefinire ruoli di server e client.
In caso di architetture complesse, la funzione di server è generalmente assunta da un computer
particolarmente potente sul quale vengono memorizzati i dati necessari condivisi dagli utenti della rete; in
questo caso si parla di server dedicato. Un esempio sono le reti LAN connessi a dei concentratori (HUB o
SWITCH).

HUB (dall’inglese fulcro, mozzo)


Rappresenta un concentratore, un dispositivo che funge da nodo di smistamento di una rete di
comunicazioni con una topologia prevalentemente a stella. Nel caso delle reti Ethernet, un hub è un
dispositivo che inoltra i dati in arrivo da una qualsiasi delle sue porte su tutte le altre; per questa ragione
può anche essere definito ripetitore multiporta.

SWITCH
A differenza di un HUB, uno SWITCH è un dispositivo che inoltra i dati in arrivo da una delle porte soltanto a
quella a cui è collegato il nodo destinatario dei dati; due dispositivi possono comunicare tra loro attraverso
uno switch come se questo non ci fosse, per questo il suo comportamento è anche definito trasparente.
L’inoltro selettivo dei pacchetti consente a più pacchetti di attraversare lo switch contemporaneamente, e
dunque possiamo dire che uno switch possiede l’intelligenza di riconoscere i confini dei pacchetti,
immagazzinarli, decidere a quali porte inviarli, trasferirli e trasmetterli.

Sistema Informativo Aziendale (SIA)


Ogni organizzazione deve disporre di informazioni accurate e poterle elaborare tempestivamente. Questo
aspetto è di grande importanza, per questo la risorsa INFORMAZIONE viene isolata dalle altre con
particolare attenzione tramite il SIA.
Con il termine sistema si riconosce l’esistenza di un’organizzazione formata da elementi di natura differente
che interagiscono in maniera coordinata.
Con l’aggettivo INFORMATIVO si precisa che tutto ciò è finalizzato alla gestione e allo scambio di
informazioni mediante un flusso informativo.

 
Con il termine sistema informativo automatizzato si intende quella parte del sistema informativo realizzato
con tecnologie informatiche: le informazioni vengono raccolte, elaborate, archiviate, e scambiate mediante
l’utilizzo delle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione).
Ad esempio, un sistema informativo aziendale, si occupa di gestire informazioni relative a contabilità,
magazzino, marketing, posta elettronica e gestione clienti.
Un sistema informativo istituzionale, invece, si occupa di gestire informazioni relative ad anagrafe, piano
regolatore, paghe, sistema elettorale, tributi, multe, clienti.
Il sistema informatico che regola sistemi aziendali sanitari è detto INFORMATICA BIOMEDICA.

Metodologie e tecnologie
Le metodologie di base della bioingegneria riguardano:
 La modellistica dei sistemi fisiologici;
 La descrizione di fenomeni elettrici e/o meccanici;
 L’elaborazione di dati, segnali, immagini;
 Strumenti per lo studio e la progettazione di dispositivi ed impianti medicali, materiali naturali e
artificiali, tessuti, apparati, organismi;
 Metodi di analisi del legame struttura-proprietà caratteristico dei biomateriali e delle strutture
biomeccaniche.
Le tecnologie riguardano:
 Strumentazione biomedica e biotecnologica (dalle componenti elementari ai complessi sistemi
ospedalieri);
 Protesi, robot per applicazioni biomediche, sistemi di intelligenza artificiale;
 Sistemi per la gestione e l’organizzazione sanitaria;
 Sistemi informativi;
 Informatica medica;
 La telemedicina.

ESEMPIO: processo di ricovero


Richiesta di ricovero o urgenza Carico/scarico materiali-farmaci
Prenotazione Turni e consegne
Accettazione Colloqui parenti
Entrata in reparto ed assegnazione letto Diagnosi
Anamnesi Terapia in dimissione
Esame obbiettivo Lettera di dimissione
Richiesta esami/consulenze Compilazione SDO
Prenotazione esami/consulenze Dimissione
Piano terapeutico Controllo SDO ed invio alla Regione
Referti Rimborso prestazioni da SSN
Dieta Follow-up, statistiche, gestione
Somministrazione terapia strumentazione/materiali/locali personale
Raccolta parametri Valutazione qualità/tempi d’attesa/servizi
Eventi / interventi
Monitoraggio
Protocolli
Valutazione stato paziente

Informatica biomedica
Il primo campo di applicazione è quello della gestione informatica dei dati sanitari (cartella clinica
elettronica), con attenzione alle problematiche legali nella manipolazione dei dati sensibili. Affronta inoltre
il problema della trasmissione ed indicizzazione delle immagini ottenute da dispositivi di acquisizione (TAC,
MRI, etc).
Il problema principale riguarda la trasmissione di immagini per l’applicazione della telemedicina e
l’immagazzinamento dei dati in appositi server digitali (PACS). Infine, l’informatica biomedica affronta il
problema dell’elaborazione dei segnali e delle immagini, spaziando da problematiche di analisi quantitativa
per l’estrazione automatica o semi-automatica di indici diagnostici e quelli della visualizzazione
tridimensionale.
PACS – Picture Archiving and Communication Systems (Sistema di archiviazione e comunicazione immagini).
Consiste in un sistema computerizzato per l’archiviazione digitale di immagini radiologiche e la loro
trasmissione e visualizzazione su workstation dedicate, collegate mediante rete informatica. Il PACS si
integra con il sistema RIS per l’immissione di dati del paziente nel sistema informatico e la loro
memorizzazione, richiesta per legge per un periodo di 1 o 2 anni. Dopodiché i dati vengono memorizzati in
memorie economiche di tipo CD-ROM i quali vengono conservati per un possibile riutilizzo;
RIS – Radiology Information System. È necessario che il RIS si interfacci con l’HIS così da avere un unico
codice identificativo ID che accompagni per sempre il medesimo paziente in qualunque iter diagnostico
successivo;
HIS – Hospital Information System;
LIS – Laboratory Information System e WAM – Work Area Managers. Sistemi che supportano il processo dal
campione al risultato, ed hanno in genere funzione pre-analitica per l’ordinazione, l’organizzazione e la
distribuzione dei campioni. Il compito principale è la gestione e l’organizzazione di informazioni in entrata
da analizzatori IVD (in vitro devices) connessi al sistema: calibrazione, controllo qualità e scadenza,
feedback con vari strumenti analitici (tecnici e validazione clinica). Hanno inoltre funzione post-analitica:
risultati, statistiche, reporting.

   
L’efficienza produttiva può essere migliorata grazie all’ automazione e rappresenta la condizione
indispensabile per avere un processo di riduzione dei costi di gestione. Rappresenta una risorsa
organizzativa che integra le risorse umane, i flussi di lavoro, la strumentazione, i sistemi gestionali in
un’unica soluzione finalizzata ad un aumento della produttività del laboratorio senza però perdere di vista
la qualità. I vantaggi sono rappresentati inoltre da una diminuzione del numero di provette per paziente, la
rintracciabilità delle provette, la sicurezza dei lavoratori e la validazione anche da postazioni esterne.
Esami di laboratorio
FASE PRE-ANALITICA
Questa fase costituisce il 70% dell’attività del laboratorio e ne rappresenta il collo di bottiglia. È inoltre la
fonte di maggiori errori di laboratorio, la maggior fonte di rischi per lavoratori e pazienti ed è una fase
molto costosa in quanto manuale.
Le tappe principali di questa fase sono:
 Prelievo e relativo trasporto in lab;
 Accettazione campioni e verifica della loro idoneità;
 Centrifugazione ed eventuale sieraggio;
 Smistamento in settori analitici;
 Conservazione campione o aliquote successivamente all’analisi.

Costo per campione: 40% preanalitica (60% errori), 45% analitica, 15% postanalitica.
I principali errori preanalitici riguardano:
 Errata identificazione paziente;
 Errata specifica reparto;
 Dimenticanza di uno o più esami;
 Provetta inappropriata;
 Modalità raccolta scorretta;
 Omissione data di nascita paziente;
 Omissione reparto provenienza;
 Omissione sesso paziente;
 Utilizzo fotocopie di schede di prenotazione;
 Mancanza timbro reparto e firma del compilatore.

Tecnologie odierne
Total Lab Automation – Automazione globale di tutti i processi analitici del laboratorio, che riguarda la fase
preanalitica, analitica e post analitica;
Automazione del CORELAB – consolidamento ed integrazione dei test in area siero (chimica clinica,
immunochimica, chemiluminescenza);
Automazione per singole aree – ogni singola area prevede l’automazione delle fasi analitiche e l’impiego di
stazioni analitiche consolidate che permette di estendere l’area a più settori analitici;
Point of care testing – mini sistemi per la determinazione di base dirette a letto/casa del paziente; da
destinare in casi di emergenza e al di fuori del laboratorio.

HUB and SPOKE


Caratterizzato da un gran laboratorio centrale (HUB) totalmente automatizzato, al quale si appoggiano una
serie di laboratori più piccoli (SPOKE) che si fanno carico di urgenze e svolgono l’attività analitica che per
determinati motivi non è stata centralizzata.

CORE LAB
Il laboratorio Core Lab è di dimensioni intermedie: più piccolo di un hub ma più grande di uno spoke, che
grazie all’automazione è in grado di lavorare con TAT (Turn Around Time) corti (2h) così da assicurare con le
medesime macchine sia una grande routine che le emergenze.

Automazione fase pre-analitica


 Distribuzione automatica provette;
 1200 campioni/ora;
 Identifica le provette dotate di codici a barre;
 Distribuisce da un’area di caricamento ad un’area di smistamento con dei bracci robotici Pick and
Place in base alle richieste;
 Distribuzione in rack per tipi di provette gestiti;
 Rilevamento 3D tappo provette come controllo sicurezza. Viene eseguito per stabilire se il
materiale combacia con la richiesta ed il codice a barre (ad esempio tappo rosso che identifica
sangue intero);

Automazione Corelab
Esegue la centrifugazione del campione, la distribuzione delle provette agli strumenti connessi per
l’esecuzione di test programmati e gestisce la fase di archiviazione post-analitica indirizzando le
provette all’unità di archiviazione refrigerata (stockyard). A questo sistema di automazione (catena)
sono collegati gli analizzatori ed il layout del lab si sviluppa a pettine; nel nostro sistema ci sono 4
strumenti collegati in catena (2 per chimica clinica e 2 per chemiluminescenza).
Tramite un braccio meccanico, le provette si trasferiscono da un’area di INLET ai CARRIER posizionati
nel binario di trasporto; da qui le provette sono indirizzate alle centrifughe e poi al modulo di decapper
per la rimozione dei tappi. Successivamente il campione è inviato al modulo di ritappatura e poi
all’unità di stoccaggio refrigerata.
Dalla stazione di ingresso INLET è possibile gestire con logica prioritaria il carico delle provette (urgenze
rack rosso, routine rack blu, archivio rack giallo).

Codice a barre
È la codifica di caratteri numerici o alfanumerici sotto forma di barre ed è un ottimo sistema per
l’acquisizione e la gestione dei dati da parte di un calcolatore e si basano su una codifica binaria.
Per la lettura dei codici a barre si utilizzano dispositivi ottici-elettronici: penne ottiche manuali, lettori
CD, scanner a raggio laser, terminali palmari con scanner laser, scanner laser con trasmissione a
radiofrequenza.

Gli archivi sono organizzati in RECORD, generalmente di lunghezza fissa.


Nome Cognome Indirizzo Telefono

Potrebbero piacerti anche