Storia
Verso la fine del 1800 negli Stati Uniti si presentò un concreto problema: l’elaborazione dei dati del
censimento americano del 1890. Uno studioso di statistica, Herman Hollerith, adattò la scheda perforata a
questo scopo, registrando su ciascuna scheda i dati di un cittadino e realizzando una macchina in grado di
contarli. La società fondata da questo individuo si chiamò IBM (International Business Machine); con la sua
macchina Hollerith eseguì il lavoro di raccolta e tabulazione dei dati anagrafici del censimento americano
(63 milioni di persone e 150mila comunità minori) in un solo mese.
Il primo computer della storia è stato un calcolatore a valvole chiamato Colossus, concepito nel pieno dei
combattimenti della Seconda Guerra Mondiale da un gruppo di matematici e ingegneri inglesi con una
missione ben precisa: decodificare le comunicazioni segrete tra Hitler e i suoi generali.
Colossus venne progettato dal matematico Max Newman, basandosi sui concetti della macchina di Turing
universale. Il prototipo, Colossus Mark I, fu assemblato a Bletchley Park dove lavorava Newman nel
febbraio 1944.
Il suo contributo alla vittoria fu così importante che alla fine della guerra Churchill ordinò di distruggerlo ed
impose il segreto di Stato sulla vicenda: nessuno poteva sapere come avessero recepito le informazioni. È
stato probabilmente uno dei segreti meglio custoditi di tutta la Seconda Guerra Mondiale e fu necessario
attendere gli anni ’70 perché l’esistenza di questo computer venisse alla luce mediante un’indiscrezione.
Unità di controllo (CU, Control Unit) – Presiede a tutte le operazioni dell’elaboratore, interpretando le
istruzioni prelevate in sequenza dalla memoria centrale e inviando segnali abilitanti alle specifiche unità;
Unità logico aritmetica (ALU, Arithmetical Logical Unit) – Esegue le operazioni aritmetiche e logiche
richieste dalla CU;
Unità di ingresso (Input) – Utilizzate per immettere il programma in fase di caricamento e i dati in fase di
esecuzione;
Unità di uscita (Output) – Impiegate per presentare i risultati dell’elaborazione.
Periferiche di Input Periferiche di Output
Mouse – Joystick – Mouse – Trackball Stampanti
Scanner Monitor LCD
Webcam Casse Audio
Fotocamera digitale Masterizzatori
Modem Modem
Lettore Ottico
Il bit
Unità minima linguaggio digitale che vale 0 oppure 1 e il nome proviene da Binary Digit. Si utilizzano i
multipli del Bit: Byte (B 1 8 Bit); Kilo (KB 210 – un migliaio 1024); Mega (MB 220 – un milione 1024x1024);
Giga (GB 230 – un miliardo (1MBx1024); Tera (TB 240 – mille miliardi 1GBx1024).
Byte: Unità minima del linguaggio di codifica costituito da 8 bit e può rappresentare fino a 28 = 256
combinazioni.
Informazione analogica – La voce umana e la trasmissione di segnali radio e televisione sono comunicazioni
di tipo analogico dove le grandezze fisiche sono funzioni continue del tempo V(t).
Segnale digitale – assume solo stati acceso/spento. Meno interferenza e maggior precisione: meno affetti
da disturbi di trasmissione e la minore sensibilità al rumore consente si replicare perfettamente il segnale.
I segnali analogici vengono convertiti in segnali digitali e questa conversione comporta un grado di
approssimazione.
Sistema operativo
Insieme di programmi necessari al funzionamento dei sistemi che costituiscono macchine virtuali di basso
livello (Windows 98, 2000, NT, XP, Vista, Unix, Linux).
Algoritmo – procedura che tenta di risolvere problemi applicando passi elementari. In informatica,
analogamente, un algoritmo è un procedimento semplice per la risoluzione di problemi mediante
l’applicazione di una sequenza finita di istruzioni, che devono essere interpretate ed eseguite fino alla loro
conclusione seguendo un preciso ordine.
Software applicativo
Programmi operativi orientati alla risoluzione di problemi specifici utilizzati direttamente dall’utente finale
(elaboratori di testi, banche dati, tabelloni elettronici). Per applicativo si intende un programma o un
insieme di programmi per la gestione e l’elaborazione delle informazioni (office automation); per questo
troviamo programmi per elaborare testi (Word Processing), fogli elettronici (spredsheet), database,
strumenti di presentazione, programmi per la contabilità etc.
Ogni applicativo, a meno che non appartenga a delle “suite”, ha particolarità proprie che lo rendono
incompatibile con un altro applicativo, impedendo la possibilità di condividere dati elaborati su sistemi
differenti a meno che non si utilizzi un convertitore, che non sempre riesce a trasportare dati da un
ambiente all’altro in modo corretto.
Le reti informatiche
Intuitivamente, una rete è un insieme di fili interconnessi tra loro. Ogni intersezione rappresenta un nodo
della rete ed in ogni rete vengono trasferite informazioni da un nodo all’altro.
Una rete informatica è un insieme di PC e altri dispositivi connessi tra loro tramite cavi o antenne in grado
di comunicare. Una rete viene anche definita Network e i dispositivi che la compongono posso essere anche
situati uno lontano rispetto all’altro.
Tipi di rete
LAN (Local Area Network) MAN (Metropolitan Area WAN (Wide Area Network)
Network)
Limitata ad un singolo edificio o Caratteristiche simili alle LAN ma La rete WAN è costituita da un
edifici vicini, e disposta in modo su area più vasta, tipicamente numero elevatissimo di nodi
tale che i cavi non attraversino il grandi città o province. Possono interconnessi tra loro su un
suolo pubblico. essere reti private e pubbliche, e territorio molto vasto come una
Reti LAN sono solitamente fornire servizi di vario tipo in nazione o più nazioni. Vengono
scolastiche, aziendali e ambito urbano (telefonia, TV via definite anche reti geografiche e
universitarie. cavo, interconnessione di le connessioni avvengono
In questo tipo di reti i computer computer. utilizzando sia la rete telefonica
(nodi) sono connessi mediante Una tipica MAN è Iperbole, la sia linee dedicate.
schede di rete o cavi senza rete civica di Bologna.
ausilio di rete telefonica.
Tra le reti LAN vi sono anche le
WLAN (Wireless LAN o Reti Locali
senza fili) impiegate laddove
risulti difficoltoso l’uso di cavi.
Trovano impiego in uso
domestico per la connessione ad
Internet in famiglia, di aziende o
scuole per i costi contenuti.
Stanza 10 LAN
Edificio 100 LAN
Campus 1 kilometro LAN
Città 10 kilometri MAN
Area metropolitana 100 kilometri MAN
Stato o Nazione 1000 kilometri WAN
Continente 5000 kilometri WAN
Pianeta 10000 kilometri WAN
Mezzi trasmissivi
Guidati: quando il canale di comunicazione è di tipo fisico. Tipici cavi distinti in base al costo, alla velocità di
trasmissione e la distanza da coprire sono:
Doppino telefonico – fili di rame intrecciati (il più diffuso);
Cavo coassiale – nucleo di rame ricoperto da isolante e da una calza metallica. Alta velocità di
trasmissione (Mb/s);
Fibra ottica – nucleo di materiale trasparente in cui la trasmissione avviene mediante impulsi
luminosi. Alta velocità di trasmissione (Gb/s) e riduzione di errori.
Non guidati: segnale irradiato nello spazio mediante onde radio, cellulare oppure via satellite.
Catalogazione reti
Le reti possono essere catalogate in base alle seguenti caratteristiche:
Topologia – Disposizione geometrica del sistema informatico (lineare, stella, anello) e definisce i
percorsi per il trasporto dei dati;
Protocollo – insieme di regole standard di comunicazione che definiscono come i diversi computer
comunicano tra si essi. Identificate con la sigla TCP/IP (Transmission Control Protocol/Internet
Protocol);
Architettura – le reti possono essere classificate a seconda se impiegano un’architettura peer to
peer (point to point) oppure client-server.
TOPOLOGIA
Il problema nello scegliere la topologia consiste nel quantificare i collegamenti necessari per connettere
efficacemente i nodi tra loro. La topologia indica come le diverse stazioni sono collegate ai mezzi trasmissivi
ed influenza il costo, le prestazioni, la tecnica di accesso multiplo e l’affidabilità della rete. Le principali
topologie di una rete locale sono:
Topologia a stella – presenta procedure di instradamento del traffico e l’inserzione di nuove
stazioni semplici ed è adatta per connettere chiunque con chiunque. Da qualsiasi punto
possono partire informazioni diverse, ad esempio con un telefono è possibile telefonare
dovunque sul pianeta.
I. Ogni nodo è connesso ad un sistema centrale tramite un cavo individuale;
II. Il sistema centrale può essere un nodo con particolari funzioni (server) o un concentratore;
III. Il sistema centrale ha la funzione di controllare che la connessione tra i nodi sia stabilita
correttamente;
IV. Le richieste di comunicazione di un dispositivo con un altro passano sempre dal sistema
centrale, che stabilisce una connessione (circuito) tra i due dispositivi;
V. Fin quando la connessione è attiva, le due stazioni lavorano come se fossero collegate punto a
punto.
La topologia a stella ha come vantaggi le prestazioni elevate grazie ai collegamenti punto a punto, la facilità
di controllo centralizzato del server, la semplicità del protocollo di comunicazione.
Gli svantaggi rappresentati da questa topologia sono la possibilità di sovraccarico in caso di traffico elevato
con possibile blocco della comunicazione, la lunghezza dei cavi richiesti e la dipendenza dall’affidabilità del
server, dato che un suo guasto potrebbe bloccare l’intera rete.
Topologia ad anello – prevede di collegare una stazione con la successiva mediante un
collegamento punto a punto e l’ultima stazione con la prima in modo da formare un anello
chiuso. Questa topologia è adatta a trasferire la stessa informazione a tutti, ad esempio nella
tv via cavo.
I. L’anello consiste in una serie di dispositivi collegati punto a punto che prendono la forma di un
cerchio;
II. Ogni nodo riceve un messaggio dal nodo precedente e se non è indirizzato a lui lo trasferisce al
successivo;
III. La ripetizione del segnale lo amplifica, quindi non sussistono problemi di indebolimento con
l’aggiunta di nodi;
IV. Utilizzate per aree geografiche dove quelle a stella non sono affidabili;
Topologia a bus – un singolo cavo (dorsale) connette in modo lineare tutti i computer.
I. I dati sono inviati a tutti i computer e vengono accettati solo dal computer il cui
indirizzo è contenuto nel segnale di origine;
II. Un solo computer alla volta può inviare dati, quindi maggiore è il numero di dispositivi
connessi, minore è la velocità di trasmissione;
III. Le estremità del cavo hanno un terminatore che assorbe i dati liberi rendendo disponibile il
cavo;
IV. Se un computer si disconnette o manca un terminatore, i dati rimbalzano e l’attività su tutta la
rete è interrotta.
Modelli di rete
Il modello classico di condivisione delle risorse consiste nel client-server: un computer possiede le risorse e
gli altri vi accedono.
Nel modello peer-to-peer, invece, ciascun computer può fungere sia da server che da client. In una rete si
distinguono due tipi di nodi:
Per le reti di piccola dimensione, ciascun utente può fungere sia da server che da client, mettendo a
disposizione risorse e usufruendo delle risorse messe a disposizione da altri senza necessariamente
predefinire ruoli di server e client.
In caso di architetture complesse, la funzione di server è generalmente assunta da un computer
particolarmente potente sul quale vengono memorizzati i dati necessari condivisi dagli utenti della rete; in
questo caso si parla di server dedicato. Un esempio sono le reti LAN connessi a dei concentratori (HUB o
SWITCH).
SWITCH
A differenza di un HUB, uno SWITCH è un dispositivo che inoltra i dati in arrivo da una delle porte soltanto a
quella a cui è collegato il nodo destinatario dei dati; due dispositivi possono comunicare tra loro attraverso
uno switch come se questo non ci fosse, per questo il suo comportamento è anche definito trasparente.
L’inoltro selettivo dei pacchetti consente a più pacchetti di attraversare lo switch contemporaneamente, e
dunque possiamo dire che uno switch possiede l’intelligenza di riconoscere i confini dei pacchetti,
immagazzinarli, decidere a quali porte inviarli, trasferirli e trasmetterli.
Con il termine sistema informativo automatizzato si intende quella parte del sistema informativo realizzato
con tecnologie informatiche: le informazioni vengono raccolte, elaborate, archiviate, e scambiate mediante
l’utilizzo delle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione).
Ad esempio, un sistema informativo aziendale, si occupa di gestire informazioni relative a contabilità,
magazzino, marketing, posta elettronica e gestione clienti.
Un sistema informativo istituzionale, invece, si occupa di gestire informazioni relative ad anagrafe, piano
regolatore, paghe, sistema elettorale, tributi, multe, clienti.
Il sistema informatico che regola sistemi aziendali sanitari è detto INFORMATICA BIOMEDICA.
Metodologie e tecnologie
Le metodologie di base della bioingegneria riguardano:
La modellistica dei sistemi fisiologici;
La descrizione di fenomeni elettrici e/o meccanici;
L’elaborazione di dati, segnali, immagini;
Strumenti per lo studio e la progettazione di dispositivi ed impianti medicali, materiali naturali e
artificiali, tessuti, apparati, organismi;
Metodi di analisi del legame struttura-proprietà caratteristico dei biomateriali e delle strutture
biomeccaniche.
Le tecnologie riguardano:
Strumentazione biomedica e biotecnologica (dalle componenti elementari ai complessi sistemi
ospedalieri);
Protesi, robot per applicazioni biomediche, sistemi di intelligenza artificiale;
Sistemi per la gestione e l’organizzazione sanitaria;
Sistemi informativi;
Informatica medica;
La telemedicina.
Informatica biomedica
Il primo campo di applicazione è quello della gestione informatica dei dati sanitari (cartella clinica
elettronica), con attenzione alle problematiche legali nella manipolazione dei dati sensibili. Affronta inoltre
il problema della trasmissione ed indicizzazione delle immagini ottenute da dispositivi di acquisizione (TAC,
MRI, etc).
Il problema principale riguarda la trasmissione di immagini per l’applicazione della telemedicina e
l’immagazzinamento dei dati in appositi server digitali (PACS). Infine, l’informatica biomedica affronta il
problema dell’elaborazione dei segnali e delle immagini, spaziando da problematiche di analisi quantitativa
per l’estrazione automatica o semi-automatica di indici diagnostici e quelli della visualizzazione
tridimensionale.
PACS – Picture Archiving and Communication Systems (Sistema di archiviazione e comunicazione immagini).
Consiste in un sistema computerizzato per l’archiviazione digitale di immagini radiologiche e la loro
trasmissione e visualizzazione su workstation dedicate, collegate mediante rete informatica. Il PACS si
integra con il sistema RIS per l’immissione di dati del paziente nel sistema informatico e la loro
memorizzazione, richiesta per legge per un periodo di 1 o 2 anni. Dopodiché i dati vengono memorizzati in
memorie economiche di tipo CD-ROM i quali vengono conservati per un possibile riutilizzo;
RIS – Radiology Information System. È necessario che il RIS si interfacci con l’HIS così da avere un unico
codice identificativo ID che accompagni per sempre il medesimo paziente in qualunque iter diagnostico
successivo;
HIS – Hospital Information System;
LIS – Laboratory Information System e WAM – Work Area Managers. Sistemi che supportano il processo dal
campione al risultato, ed hanno in genere funzione pre-analitica per l’ordinazione, l’organizzazione e la
distribuzione dei campioni. Il compito principale è la gestione e l’organizzazione di informazioni in entrata
da analizzatori IVD (in vitro devices) connessi al sistema: calibrazione, controllo qualità e scadenza,
feedback con vari strumenti analitici (tecnici e validazione clinica). Hanno inoltre funzione post-analitica:
risultati, statistiche, reporting.
L’efficienza produttiva può essere migliorata grazie all’ automazione e rappresenta la condizione
indispensabile per avere un processo di riduzione dei costi di gestione. Rappresenta una risorsa
organizzativa che integra le risorse umane, i flussi di lavoro, la strumentazione, i sistemi gestionali in
un’unica soluzione finalizzata ad un aumento della produttività del laboratorio senza però perdere di vista
la qualità. I vantaggi sono rappresentati inoltre da una diminuzione del numero di provette per paziente, la
rintracciabilità delle provette, la sicurezza dei lavoratori e la validazione anche da postazioni esterne.
Esami di laboratorio
FASE PRE-ANALITICA
Questa fase costituisce il 70% dell’attività del laboratorio e ne rappresenta il collo di bottiglia. È inoltre la
fonte di maggiori errori di laboratorio, la maggior fonte di rischi per lavoratori e pazienti ed è una fase
molto costosa in quanto manuale.
Le tappe principali di questa fase sono:
Prelievo e relativo trasporto in lab;
Accettazione campioni e verifica della loro idoneità;
Centrifugazione ed eventuale sieraggio;
Smistamento in settori analitici;
Conservazione campione o aliquote successivamente all’analisi.
Costo per campione: 40% preanalitica (60% errori), 45% analitica, 15% postanalitica.
I principali errori preanalitici riguardano:
Errata identificazione paziente;
Errata specifica reparto;
Dimenticanza di uno o più esami;
Provetta inappropriata;
Modalità raccolta scorretta;
Omissione data di nascita paziente;
Omissione reparto provenienza;
Omissione sesso paziente;
Utilizzo fotocopie di schede di prenotazione;
Mancanza timbro reparto e firma del compilatore.
Tecnologie odierne
Total Lab Automation – Automazione globale di tutti i processi analitici del laboratorio, che riguarda la fase
preanalitica, analitica e post analitica;
Automazione del CORELAB – consolidamento ed integrazione dei test in area siero (chimica clinica,
immunochimica, chemiluminescenza);
Automazione per singole aree – ogni singola area prevede l’automazione delle fasi analitiche e l’impiego di
stazioni analitiche consolidate che permette di estendere l’area a più settori analitici;
Point of care testing – mini sistemi per la determinazione di base dirette a letto/casa del paziente; da
destinare in casi di emergenza e al di fuori del laboratorio.
CORE LAB
Il laboratorio Core Lab è di dimensioni intermedie: più piccolo di un hub ma più grande di uno spoke, che
grazie all’automazione è in grado di lavorare con TAT (Turn Around Time) corti (2h) così da assicurare con le
medesime macchine sia una grande routine che le emergenze.
Automazione Corelab
Esegue la centrifugazione del campione, la distribuzione delle provette agli strumenti connessi per
l’esecuzione di test programmati e gestisce la fase di archiviazione post-analitica indirizzando le
provette all’unità di archiviazione refrigerata (stockyard). A questo sistema di automazione (catena)
sono collegati gli analizzatori ed il layout del lab si sviluppa a pettine; nel nostro sistema ci sono 4
strumenti collegati in catena (2 per chimica clinica e 2 per chemiluminescenza).
Tramite un braccio meccanico, le provette si trasferiscono da un’area di INLET ai CARRIER posizionati
nel binario di trasporto; da qui le provette sono indirizzate alle centrifughe e poi al modulo di decapper
per la rimozione dei tappi. Successivamente il campione è inviato al modulo di ritappatura e poi
all’unità di stoccaggio refrigerata.
Dalla stazione di ingresso INLET è possibile gestire con logica prioritaria il carico delle provette (urgenze
rack rosso, routine rack blu, archivio rack giallo).
Codice a barre
È la codifica di caratteri numerici o alfanumerici sotto forma di barre ed è un ottimo sistema per
l’acquisizione e la gestione dei dati da parte di un calcolatore e si basano su una codifica binaria.
Per la lettura dei codici a barre si utilizzano dispositivi ottici-elettronici: penne ottiche manuali, lettori
CD, scanner a raggio laser, terminali palmari con scanner laser, scanner laser con trasmissione a
radiofrequenza.