Sei sulla pagina 1di 28

1 INTRODUZIONE

L’elaborato di tesi è un documento che corona il proprio


percorso di studi ed è un’occasione per approfondire una
particolare tematica che ti è piaciuta o che ti ha incuriosito.
La tesi di laurea viene definita come “una dissertazione scritta
di natura teorico - applicativa - sperimentale” pertanto dev’essere
coerente con gli obiettivi didattici del corso e pertinente al
profilo professionale dell’infermiere.

Potrei sintetizzare il contenuto di questa guida citando il


grande Umberto Eco:
“Fare una tesi significa: (1) individuare un argomento preciso;
(2) raccogliere documenti su quell’argomento; (3) mettere in
ordine questi documenti; (4) riesaminare di prima mano
l’argomento alla luce dei documenti raccolti; (5) dare una forma
organica a tutte le riflessioni precedenti; (6) fare in modo che chi
legge capisca cosa si voleva dire e sia in grado, all’occorrenza, di
risalire agli stessi documenti per riprendere l’argomento per
conto suo.”

Questa guida vuole accompagnarvi nel lungo percorso della


scelta dell’argomento e della realizzazione del documento finale.
Vi riporto il modello di Joanna Briggs che mostra le fasi della
scrittura di una revisione sistematica della letteratura e da cui
prendo spunto per la stesura di questa guida di tesi:
1. Identificazione di un problema clinico

2. Sviluppo di un protocollo di revisione

3. Localizzazione degli studi

4. Selezione degli studi rilevanti

5. Valutazione della qualità delle ricerche

6. Raccolta dei dati dagli studi individuali

7. Sintesi e riassunto dei risultati degli studi

8. Documentazione del metodo nel report della RS


2 ARGOMENTO

La scelta dell’argomento è una delle fasi che spesso portano gli


studenti alla disperazione ma ora per un attimo non pensare a
titoli o argomenti e rispondi in tutta sincerità a queste semplici
domande:

(PS: Le grandi scoperte derivano da semplici domande. Ricordi Newton?


"perché è caduta la mela?”)
Prova ad individuare un argomento da approfondire per
ogni materia che hai trattato all’università ad esempio
pneumologia, oncologia, pediatria, cardiologia, malattie
infettive, rianimazione e molte altre.

Prima di continuare voglio fare una precisazione


fondamentale, il quesito/i quesiti che ti sei posto possono essere
di due nature:
• BACKGROUND: Sono i quesiti di “base” che vengono
formulati quando un argomento è poco conosciuto. Puoi
trovare le risposte a queste domande sui libri, dispense o
materiale fornito dai professori per cui non sono argomenti
adatti per una tesi. (Es. Come si cura la malattia X?)
• FOREGROUND: Sono quesiti specifi ci utili per
approfondire un argomento e cercare cause o soluzioni ad
esso. (Es. Qual è l’effi cacia del trattamento X rispetto al
trattamento Y nella cura della malattia Z?)

All’inizio della tua ricerca è normale non conoscere in


maniera approfondita un argomento e quindi potrebbe capitare
di trovare una risposta ai tuoi quesiti nella letteratura.
Non scoraggiarti, si può cominciare a formulare una
domanda precisa soltanto leggendo la letteratura presente
sull’argomento!
Puoi procedere quindi formulando una domanda o un
problema provvisori che verranno rivisti e specificati con più
precisione man mano che procederai con il lavoro.

Sono sicura che dopo aver risposto a questa semplice


domanda e aver seguito le indicazioni che ti ho suggerito avrai
trovato uno o più argomenti interessanti, ora non ti resta che
formularlo in maniera più chiara.
Formulare un quesito clinico ben strutturato e specifico è
un’abilità non banale da acquisire ma è fondamentale per un
processo decisionale basato sulle prove di efficacia (evidence
based nursing).
Un quesito clinico ben strutturato prevede quattro elementi
e prende il nome di quesito PICO:
P: il paziente, la popolazione o il problema
I: l’intervento
C: il confronto
O: l’esito (outcome)
Non necessariamente il tuo quesito clinico deve contenere
anche il confronto, può essere anche semplicemente un quesito
di tipo PIO.

TIPS: Io ho acquistato un quadernino per appuntarmi tutte


le idee, parole chiavi e informazioni varie che ottenevo durante
la fase di ricerca del quesito. Questo può esserti molto utile poi
nella fase di ricerca degli studi per cui tieni traccia di tutto in un
quaderno o file sul pc ma non cancellare o buttare mai nulla!
3 RICERCA STUDI

Hai abbozzato il tuo quesito? Ora è giunto il momento di capire


come cercare gli studi in letteratura.
Puoi provare anche a contattare il relatore (dev’essere un
docente del CdL) per capire se la tematica scelta può essere
valida e se ha qualche suggerimento da darti a riguardo.
Ti consiglio di scegliere un relatore con esperienza nel
campo, per me è stato di fondamentale importanza aver trovato
una relatrice super disponibile e appassionata alla ricerca.
Ti auguro di avere la stessa fortuna!

In questa fase ci si può trovare di fronte a due scene:


• Ci sia poca letteratura: potresti modificare la propria
strategia di ricerca (studi selezionati, anno di pubblicazione, ..)
o ampliare la propria area di interesse con ulteriori quesiti.
• Ci sia moltissima letteratura: potresti decidere di rendere il
quesito ancora più specifico ad esempio selezionando una
popolazione specifica oppure analizzando solo alcune
tipologie di studi. In ogni caso è necessario definire nella
sezione “Metodi” della tesi quali sono i criteri di inclusione ed
esclusione della letteratura che hai utilizzato.
Nella mia tesi ad esempio ho utilizzato come criteri:
• anno di pubblicazione
• popolazione: donne con età >18 anni
• disegno di ricerca (es. solo RCT)
• gli outcome/esiti misurati
• studi in inglese
La fase iniziale della selezione degli studi consiste nel
selezionare tutte le parole chiave riguardanti il tuo PICO.
Per ogni parola chiave prova a pensare a qualche sinonimo e
trascrivilo qui:
1. ________________________________________
2. ________________________________________
3. ________________________________________
4. ________________________________________
5. ________________________________________
6. ________________________________________
7. ________________________________________

Il processo di selezione degli studi si applica a partire dai


titoli e dagli abstract, dovrai verificare che in essi ci siano
elementi pertinenti al tuo quesito PICO.
Con questa selezione otterrai la prima scrematura e puoi
iniziare a sviluppare e compilare anche una tabella simile a
quella che trovi nella pagina successiva in cui tieni traccia del
processo di selezione che hai svolto.
Successivamente lo stesso processo di scrematura si applica
all’articolo completo, dovrai leggere ogni articolo che è risultato
potenzialmente idoneo e analizzare se rispetta i tuoi criteri di
inclusione ed esclusione oltre ad assicurarti che risponda al
quesito PICO.
Come banche dati ti consiglio di utilizzare Pubmed, Ilisi,
Embase, Psychinfo e Google Scholar, i siti delle riviste
scientifiche per gli articoli scientifici, Guidelines.gov per le linee
guida e Cochrane per le revisioni sistematiche.
Ma ora facciamo un passo indietro e analizziamo come fare
la vera e propria ricerca nella letteratura evidence based nel
prossimo capitolo.

TIPS: Il diagramma in formato PDF o word da inserire nella tua tesi lo trovi
cercando su Google “Flowchart PRISMA word”.
4 UTILIZZARE BANCHE DATI

Ogni banca dati ha il proprio funzionamento, inizialmente potrà


sembrare completamente differente ma in realtà la maggior
parte di essere sono accomunate da alcuni concetti che ora
insieme andremo a sviscerare!
Per comodità analizziamo la banca dati più conosciuta e
utilizzata, PubMed.
Pubmed è un motore di ricerca di letteratura scientifica attivo
dal 1949 fino ad oggi. Contiene numerosissimi studi, per lo più
in lingua inglese per cui sarà fondamentale trascrivere tutte le
parole chiave del nostro quesito in inglese.
La pagina iniziale di PubMed (Fig.1) consente di lanciare
immediatamente una ricerca. E’ sufficiente digitare uno o più
termini nell’apposita finestra “search pubmed”. Cosi facendo
rischi di ottenere migliaia e migliaia di studi in quanto PubMed
ricerca i termini in ogni campo di ogni citazione bibliografica.

Figura 1
Per ovviare a questo problema è preferibile impostare una
ricerca per parole chiave utilizzando il vocabolario Mesh,
vediamo come fare!
Al di sotto della barra di ricerca di Pubmed puoi trovare la
ricerca avanzata “Advanced”, qui potrai impostare tutti i filtri che
preferisci e creare delle stringhe di ricerca specifiche quanto
efficaci.

Figura 2

Puoi selezionare “MeSH terms” (Fig.2) per ricercate tutte le


parole chiavi con la modalità MeSH. Esso è un acronimo che sta
per: Medical Subject Headings cioè un enorme vocabolario
controllato che ha l’obiettivo di indicizzare la letteratura
scientifica in ambito biomedico.
In alternativa può essere utile anche ricercare le parole
chiavi utilizzando la modalità “Title/abstact”.
Dopo aver capito come cercare le parole chiavi è necessario
imparare a capire come collegarle tra di loro per creare una vera
e propria stringa di ricerca (es. (nurse OR nursing) AND (cancer
OR tumor OR …)).
Come avrai notato nell’esempio precedente le parole chiave
ricercate attraverso mesh o title/abstract sono unite dai cosidetti
operatori booleani.
Gli operatori booleani sono delle parole che
consentono di effettuare una ricerca mirata
intregrando due o più argomenti.
• AND: permette l’intersezione di due
argomenti, ad esempio nurse AND cancer il
risultato sarà di articoli che comprendono sia la Figura 3

parola “nurse” sia la parola “cancer”


• OR: permette la scelta tra due argomenti, ad esempio
con nurse OR cancer si otterranno tutti gli articoli che
contengo o “nurse” o “cancer”.
• NOT: permette di escludere una parola, ad esempio
nurse NOT cancer porterà ad ottenere articoli che
presentano solo la parola “nurse” e non “cancer”.

Dovrai procedere con questa metodologia per ogni parola


chiave, unire le parole chiavi sinonimo con l’operatore OR e i vari
concetti chiavi con AND in modo tale da ottenere una stringa di
ricerca.
Ti consiglio di creare una stringa per ogni macro-concetto
con all’interno i vari sinonimi come ‘cancer OR tumor OR …’ e
dare l’invio “search”, fare cosi per tutti i vari macro-concetti e solo
alla fine unirli selezionando “add query” (Fig.4) e unendoli con
l’operatore AND.

Figura 4
Alla fine otterrai una stringa simile a
“((nurse[MeSH Terms]) OR (nursing[MeSH Terms])) AND
(((cancer[MeSH Terms]) OR (tumor[MeSH Terms])) OR
(metastasis[MeSH Terms]))”
Pubmed permette anche agli iscritti di
salvare le proprie ricerche e gli articoli che
ritieni interessanti, questa la trovo una
funzione molto utile cosi eviterai di dover
riscrivere la stringa milioni di volte ma avrai
sempre tutte le tue ricerche a portata di
mano!
Una volta scelta la stringa di ricerca molto
probabilmente troverai tantissimi risultati ed
è in questo momento che entrano in gioco i
criteri di inclusione/esclusione di cui
abbiamo parlato nel capitolo precedente,
nella schermata di Pubmed sulla destra
appare una sezione apposita per i filtri
come quella che vedi qui in figura 5.
Potrai scegliere la tipologia di studi da
selezionale, l’anno di pubblicazione, l’età
della popolazione indagata, il giornale in cui
sono stati pubblicati gli studi, la lingua degli
Figura 5
studi e molti altri filtri.
Nel caso in cui vorresti un filtro non disponibile puoi sempre
aggiungerlo dal tasto “Additional filters” che trovi in basso.
Quando hai raggiunto un numero moderato di studi puoi
passare alla lettura degli abstract e alla successiva selezione.
5 SELEZIONARE GLI STUDI

Questa fase è stata per me la più lunga nella stesura della tesi, la
lettura di ogni abstract e la selezione degli studi idonei o meno
ha impiegato quasi la metà del tempo che ho dedicato alla tesi.
Cercherò di riassumere i vari passi in maniera chiara e
semplice, ti ricordo che è fondamentale annotare i numeri degli
studi totali che hai escluso/incluso per ogni fase di selezione e
soprattutto riportare le motivazioni dell’esclusione come ad
esempio studi duplicati, la popolazione non completamente
pertinente ai tuoi criteri di ricerca o qualsiasi altra motivazione tu
abbia.
1. Lettura dei titoli: già da questa semplice azione potrai
fare una prima scrematura. Man mano che trovi gli studi che
risultano apparentemente utili, il mio consiglio è quello di
annotare il titolo dello studio in un fi le excel che poi ti servirà
per estrarre i dati e che riempirai man mano che procederai
con la selezione.
2. Analisi Abstract: gli abstract sono una sintesi che
consente di capire la tipologia di studio, la popolazione
indagata, i risultati ottenuti e le informazioni base di ogni
studio. Anche in questa fase ti consiglio di completare man
mano le informazioni aggiuntive relative agli studi che
mantieni nel fi le excel, se invece trovi qualche studio non
idoneo puoi semplicemente cancellare la riga relativa al suo
titolo.
3. Analisi studi completi: questa fase richiede molta molta
attenzione, scarica i fi le integrali degli studi e sottolinea con
colori differenti le varie informazioni che dovrai riportare poi
all’interno del fi le excel.
Ad esempio puoi utilizzare una leggenda simile a questa:
Blu: Autore, anno e rivista di pubblicazione
Giallo: Popolazione
Verde: Tipologia studio
Rosso: Risultati
Rosa: informazioni utili per la discussione

Il file excel per l’estrazione dei dati puoi organizzarlo in


maniera simile alla tabella sotto riportata in modo tale da avere
sempre a portata di mano le informazioni principali di ogni
studio senza tornare a rileggerli ogni volta integralmente.
Titolo Anno Autori Rivista Tipologia Popolazi Setting Intervento Controllo Descrizione Outcome Risultati
studio one intervento

L’importante è che siano presenti:


• Informazioni generali: referenze (autore, articolo,
giornale, anno pubblicazione) paese dove si è svolto lo
studio),
• Caratteristiche dello studio: obiettivo, disegno,
randomizzato/non, criteri di esclusione
• Caratteristiche dei partecipanti: età media, genere,
comorbidità, e altre pertinenti al quesito della revisione
• Intervento / esposizione e setting: il contesto nel
quale l’intervento e/o l’esposizione è avvenuta , la
descrizione degli interventi effettuati
• Esiti misurati: la definizione degli esiti e eventuali
strumenti usati per misurarli
• Risultati: rispetto agli esiti estrarre i principali (es.
Odds Ratio, RR,NNT, p value, intervallo confidenza, ..)
Possono essere aggiunte anche altre colonne, per esempio
una dedicata ai commenti, in cui puoi annotare osservazioni o
riflessioni utili per la scrittura della discussione e/o conclusione.

TIPS: Se hai qualche difficoltà a comprendere gli studi in lingua inglese il


mio consiglio è quello di utilizzare un traduttore per testi (non Google
translate) ma piuttosto DeepL.
6 MAPPA CONCETTI

La tesi può essere di tipo compilativo o sperimentale.


Io vi parlerò in particolare di tesi compilativa perchè ho
realizzato una revisione sistematica per l’elaborato della mia tesi.
Una volta selezionati gli studi che utilizzerai puoi procedere
ad abbozzare un iniziale indice che include gli argomenti e sotto
argomenti che possono essere usati nella revisione.
Questo ti faciliterà nella scrittura poi della tesi e soprattutto ti
permetterà di rimanere focalizzato sui contenuti da inserire.
Per la realizzazione della mappa dei concetti puoi utilizzare
applicazioni come Xmind oppure stenderla semplicemente con
la modalità indice.
La mappa permette di mettere in relazione i concetti chiave,
questo aiuta a collegare le idee chiave e ad organizzarle in
modo logico anche nel momento della discussione.
7 STESURA DELLA REVISIONE

A differenza di come può sembrare logico per la stesura della


tesi ti consiglio di non iniziare dall’introduzione e man mano in
ordine arrivare alla bibliografia ma di iniziare dal metodo in cui
descrivi come stai realizzando la ricerca bibliografica e
concludere con la scrittura della sezione di introduzione ed
indice.
Puoi scegliere di scrivere la tesi in Office Word oppure se
punti ad avere un file molto più ordinato e professionale puoi
optare per la scrittura in modalità Latex, io ad esempio ho
utilizzato la piattaforma gratuita: Overleaf. Su internet puoi
trovare molti progetti Latex già pronti in cui ti basterà solo
scrivere le varie sezioni senza aver bisogno di particolari
conoscenze e abilità nell’utilizzo di questo programma, il
alternativa trovi diverse guide e chat di confronto in lingua
inglese e italiana per imparare ad utilizzarlo o per chiedere
supporto a qualche esperto.
Non mi soffermerò a parlare della bibliografia perche ogni
università richiede di utilizzare un determinato stile ad esempio
AMA, APA o altri ancora per cui attieniti alle loro indicazioni.

Usare abbreviazioni o acronimi quando la o le parole lunghe,


devono essere riportate più volte nella tesi. In questo caso, il
termine va scritto per esteso (seguito dall’abbreviazione fra parentesi)
la prima volta in cui viene citato e successivamente potrai utilizzare
solamente la sua abbreviazione.
1. METODO

In questa sezione dovrai essere molto chiaro e preciso


perchè le indicazioni che tu fornisci permettono a chiunque
legge il tuo elaborato di realizzare lo stesso studio con i
medesimi risultati e può essere utile anche a capire e valutare il
lavoro svolto.
In questa sezione dovrai esplicitare l’obiettivo della tua
ricerca e il quesito di ricerca descritto con la formula PICO/PIO
di cui ti ho parlato precedentemente.
Per descrivere il procedimento che hai svolto puoi iniziare
dal dire quali banche dati hai
analizzato per ottenere questi studi
(es. PubMed, Cinhail, …) e quale
stringa di ricerca hai utilizzato.
Per riportare la stringa di ricerca
utilizzata puoi copiarla da PubMed
cosi sarà chiara e precisa, questa a
destra è la mia stringa e puoi
prenderla come un’esempio di come
può essere scritta.
Descrivi quali filtri hai impostato
nella ricerca (anno, lingua, tipologia
di studio, …) e quali sono stati i criteri di inclusione e/o
esclusione che hai adottato (età, popolazione, interventi, …)
Infine, spiega come hai organizzato gli studi, se su un foglio
Excel o con qualche applicazione differente puntualizzando
anche quali dati e informazioni sono stati estratti: autore, anno,
titolo, tipologia di studio, …
2. RISULTATI

I “risultati” rappresenteranno la parte centrale della tua tesi a


cui la commissione darà maggior rilevanza.
Fai una breve sintesi su come sei arrivato a selezionare gli
studi finali riportando anche la flowchart utilizzata e una tabella
riassuntiva in cui nella prima colonna indichi i titoli dei vari studi
analizzati e nelle seguenti mostri quali studi hanno dato efficacia
per un determinato intervento piuttosto che un altro e quali per
tutti o nessuno.

Puoi decidere di suddividere i risultati in categorie differenti


ad esempio a seconda delle variabili dipendenti, indipendenti o
per criteri cronologici. Per ogni categoria descrivere brevemente
i relativi studi, la tipologia di studio, i risultati ottenuti, il Setting,
gli outcome primari e secondari e perchè sono significativi.
E’ molto utile per questo processo avere in mente una
struttura prima di cominciare a scrivere in modo che la
presentazione sia scorrevole e chiara. Se hai utilizzato le tabelle
di estrazione dei dati mentre facevi l’analisi degli studi sarai
aiutato a presentare i risultati in modo logico e organizzato, ad
esempio “Rosen, … e … (2016) hanno valutato l’efficacia
dell’utilizzo di …: attraverso questa era possibile … “.
Un altro fattore da tenere presente è che la revisione deve
essere più oggettiva possibile, non dovrai quindi riportare
opinioni o frasi del tipo “Secondo me…”
3. DISCUSSIONE

Ora dovrai fare il punto della situazione, quasta sezione


dev’essere discorsiva pertanto ti consiglio di iniziare spiegando
quali e quanti studi sono stati efficaci e quali risultati sono stati
ottenuti e allo stesso modo anche quali e quanti studi non
hanno dato efficacia.
Nel capitolo dei risultati ti ho consigliato di suddivideeli per
categorie proprio perchè in questa fase sarà utile e scorrevole
fare un riassunto per categoria in cui descrivi quali metodi o
scale sono state utilizzate per valutare i risultati e quali sono stati.
Per aiutare il lettore a capire meglio quali sono gli interventi
efficaci e quali no e per creare una “discussione” dovrai trovare
altri studi simili in letteratura e citare analogie o differenze.

Es. “Analogamente, anche lo studio condotto da … et al. (2008) ha


dimostrato come …” oppure “Questi valori sono in linea anche con i
fattori che ha evidenziato lo studio mirato sulla … condotto da …”

Più riuscirai a discutere i risultati ottenuti e a confrontarli con altri


studi presenti in letteratura migliore sarà il tuo elaborato, il mio
consiglio è quello di trovare un confronto almeno per ogni categoria di
risultati.
Puoi decidere alla fine di integrare la discussione con una
riflessione sull’utilizzo nella pratica di questi strumenti/interventi
risultati efficaci, cercando se la letteratura ha indagato le barriere
all’utilizzo di questi strumenti da parte dei professionisti piuttosto che
fattori di rischio all’utilizzo di alcuni interventi.
Infine fai delle ipotesi per le implicazioni nella pratica dicendo in
quali contesti nel nostro paesi potrebbe essere più idoneo l’utilizzo o
quali competenze sarebbe utile avere e quali benefici potrebbe
portare.
4. CONCLUSIONE

In poche righe devi riuscire a concentrare il lavoro di


giornate, settimane a mesi. Provo quindi a riportarti delle frasi
con cui aiutarti a sintetizzare il più possibile, spero di riuscire
nell’intento.

❖ In questa revisione è stato indagato/analizzato ….


❖ In letteratura sono presenti pochi/tanti studi relativi

all’intervento …
❖ In questo studio sono stati analizzati … studi che offrivano

interventi differenti tra cui …


❖ I risultati hanno evidenziato/dimostrato che …

❖ In conclusione, i risultati di questo studio/analisi/revisione

hanno evidenziato come l’intervento … possa essere un


valido strumento/intervento per …

E per concludere puoi fare un appunto descrivendo quali


sarebbero i benefici per l’assistenza infermieristica e soprattutto
per i pazienti
5. INTRODUZIONE

Con la lettura di questo capitolo introduttivo il lettore


dev’essere in grado di capire qual è l’argomento della tesi e
soprattutto quali informazioni vuoi veicolare con il tuo elaborato.
Innanzitutto cerca di stimolare l’attenzione del paziente con
frasi brevi e presentando il maniera chiara e sintetica il problema
(P) che stai indagando all’interno della tesi facendo un accenno
anche alla letteratura che hai analizzato relativa all’argomento
stesso.
Parte fondamentale dell’introduzione dev’essere dedicata
alla presentazione del quesito a cui cerchi di rispondere con il
tuo elaborato, spiegare il perchè è stata condotta questa
revisione, qual è l’obiettivo e lo scopo di questa ricerca affinchè
scaturisca al lettore la curiosità di capire se l’ipotesi descritta è
stata confermata o meno.
La lunghezza dell’introduzione dev’essere abbastanza
sintetica, per approfondire le varie tematiche puoi decidere di
creare dei sottocapitoli in cui descrivi in maniera dettagliata la
popolazione, gli interventi, i fattori di rischio, …
6. INDICE DEFINITIVO

Ringraziamenti
Riassunto
Introduzione
1. Capitolo 1 (es. popolazione)
2. Capitolo 2 (es. interventi)
3. Materiali e Metodi
4. Risultati
5. Discussione
6. Conclusione
Bibliografia e sitografia
Allegati

Per ogni di questi capitoli puoi decidere di fare dei


sottocapitoli per rendere la tesi ancora più chiara e precisa, ad
esempio nella sezione Materiali e metodi può essere utile
suddividere:

3.1 Obiettivo di ricerca


3.2 Quesito di ricerca
3.3 Metodi
3.4 Criteri di inclusione ed esclusione

Una rilettura attenta della tesi è fondamentale per assicurare che il


testo sia corretto, evita frasi troppo lunghe, errori ortografici e
grammaticali, tabelle e figure senza titolo, doppi spazi fra le parole ed
imprecisioni nelle citazioni bibliografiche sono errori da evitare.
Spero veramente di esserti stato d’aiuto per la stesura
del tuo elaborato di tesi!
Se avrai piacere sarò felice di leggerlo una volta
ultimato, puoi inviarlo al mio indirizzo mail
nursingpillswithgiulia@gmail.com

Auguroni per la fine del tuo percorso di studi e per


un’inizio pieno di soddisfazioni!

Potrebbero piacerti anche