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1. Illustrare il contributo alla Storia della Musica offerto da Padre Giovanni Battista
Martini e da Giuseppe Baini e segnalare un paio di testi scientifici importanti di almeno
due musicologi moderni.
Giovanni Battista Martini (Bologna, 24 aprile 1706; † Bologna, 3 agosto 1784) è stato un
presbitero, compositore di musica sacra e profana, frate minore francescano, teorico della
musica, insegnante ed erudito italiano. Fu un uomo di ampia erudizione, di vasti interessi
culturali e musicista stimatissimo; ebbe molti illustri allievi, il più famoso dei quali fu
Mozart e raccolse una sterminata collezione di materiali musicali. Fu senza dubbio una
delle figure più autorevoli del Settecento in campo musicale. Di lui i suoi contemporanei
dicevano che fosse il Dio della musica dei nostri tempi e il celebre cantante castrato
Farinelli a chi lo paragonava a padre Martini rispose:
Ciò che egli ha fatto resterà mentre il poco fatto da me è già dimenticato.
Ai nostri giorni la fama di padre Martini è dovuta soprattutto alla sua attività di studioso e
teorico della musica, tanto da mettere in secondo piano le sue composizioni musicali; va
detto invece che egli fu autore nei più vari generi musicali di moltissime partiture, che
attualmente sono in fase di riscoperta. L'enorme quantità di materiale raccolto da padre
Martini, grazie anche alle sue ottime relazioni con musicisti e potenti del suo tempo,
costituisce un patrimonio che oggi è conservato presso il Museo internazionale e biblioteca
della musica di Bologna, dove si trovano i manoscritti ed i documenti collezionati da
padre Martini ma anche una nutrita iconoteca di ritratti di musicisti, taluni recuperati da
lui, taluni fatti dipingere su sua commissione.
Padre Martini scrisse numerose opere d'interesse storico e teorico. Di queste due sono
fondamentali, sia per la comprensione della sua figura, sia come fonti per la storiografia e
lo studio delle scienze musicali.
Storia della Musica: Ci sono pervenuti tre volumi. Egli non fu un mero compilatore di una
cronologia della musica, ma, autentico continuatore degli storiografi e dei filosofi
dell'antichità, concepì per il suo lavoro uno scopo alto e morale. Diede alla musica la stessa
dignità delle altre arti e scienze; ma soprattutto, opponendosi alla concezione a lui (a anche
a noi) contemporanea della musica come puro diletto dei sensi, sostenne fermamente
l'idea che essa, fondata sulle leggi immutabili dell'armonia e della matematica (Pitagora),
sia un efficace mezzo per l'educazione morale dell'uomo (Platone, Aristotele), per
l'elevazione dell'anima e per l'induzione alla virtù e all'amore di Dio. Martini in questo
scritto sottopone continuamente fonti e documenti ad un severo esame critico e filologico.
GIUSEPPE BAINI
Baini fu custode fedele delle più pure tradizioni musicali e delle norme scritte o
tramandate oralmente nel coro papale. La sua visione artistica rimase pienamente nel
solco della tradizione: la musica sacra non poteva che essere la polifonia vocale
rinascimentale, così come meravigliosamente messa in partitura da Palestrina e dagli altri
rappresentanti della scuola romana del Cinquecento, scuola che aveva dato e dava ancora
e sempre modelli di musica sacra, ai quali bastava richiamare l'esecuzione moderna.
Questa impostazione emerse in tutta la sua opera, dedicata per la maggior parte allo
studio e al recupero della musica di Palestrina, e alla riconsegna delle regole delle sue
armonie alle nuove generazioni tramite l'insegnamento del contrappunto nello stile -
appunto - alla Palestrina.
La critica odierna rileva una certa ristrettezza di visuale, così focalizzata su un unico stile
musicale; ciò lo portò anche a valutare negativamente la produzione a lui contemporanea,
specialmente quella strumentale che egli aborrì ed abolì dai suoi programmi di
insegnamento.
Fu per questo che egli, per esempio, non appoggiò il progetto di riforma della musica
liturgica di Gaspare Spontini, che nel 1838 gli chiese collaborazione: egli riteneva che
questa riforma non fosse consona, in quanto moderna e oltretutto proveniente da un
paese protestante.
Egli fu dunque coerente con la sua visione, e questo gli permise di trasmetterci un
patrimonio inestimabile di musiche polifoniche della scuola romana, patrimonio che egli
consegnò con amore ai suoi allievi; tra di essi si annoverarono anche nomi illustri della
musica europea ottocentesca come Nicolò Cartoni, Adrien de la Fage, Carl Otto Nicolai e
soprattutto Karl Proske, attraverso il quale l'amore per la pura polifonia rinascimentale si
diffuse nei cori cattolici tedeschi.
La sua opera più importante furono senza dubbio i due volumi della monumentale
biografia di Palestrina, intitolata Memorie storico-critiche della vita e delle opere di
Giovanni Pierluigi da Palestrina, cappellano cantore, e quindi compositore della cappella
pontificia, maestro di cappella delle basiliche vaticana, lateranense e liberiana, detto il
Principe della musica, edito in Roma dalla Società Tipografica nel 1828; secondo Fétis
questa è un des plus beaux monuments de l'histoire de l'art.
Baini ritrasse Palestrina come una figura eroica che salvò la musica della chiesa cattolica
dal divieto della Controriforma e come l'apice della storia della musica: tanto che lo
tributò dell'appellativo ancora oggi usato di Principe della musica.
L'opera occupò trent'anni della vita di Baini, il quale attese al compito con dedizione e
premure assidue. La critica non ha mai risparmiato di notare numerosi difetti in
quest'opera: il desiderio di approfondire tutte le questioni che gli si presentavano
condussero l'autore qui e là a perdere di vista l'obiettivo principale, tanto che gli
avvenimenti della vita di Palestrina sono contenuti praticamente nelle ultime pagine del
secondo libro; inoltre sono state riscontrate vere e proprie inesattezze storiche.
I meriti indiscussi delle Memorie sono vari: è stata la prima analisi esauriente della vita e
delle opere di Palestrina; ha delineato una storia della musica sacra dalle origini fino alla
scuola romana; ha affrontato con sapienza e conoscenza profonda problemi di storia
musicale, così come ha tentato di risolvere questioni teoriche; ha fatto rivivere compositori
rimasti ignoti o ravvivato la memoria di altri mal conosciuti.
THEODOR ADORNO
Studia musica con Schoenberg e si forma studiando Kant, Hegel, Nietzsche, Schopenhauer
e Kierkegard. È una personalità poliedrica. Esponente di spiccco della scuola di
Francoforte, assieme a Max Weber, nel testo “Dialerttica Negativa” elabora una teoria
della società moderna alla base dell’odierna socilogia. Accanto alla critica sociologica verso
l’industria culturale, è importante la sua riflessione musicologica, impregnata di elitarismo
e dissenso nei confronti dell’industria musicale, retaggio tra i più significativi della visione
schoenbergiana. Tra le opere musicologiche la più rilevante è sicuramente
Filosofia della musica moderna: in questo saggio Adorno riconduce tutta la musica del
‘900 a due autori diametralmente opposti, scelti non per importanza o superiorità bensì
per la linea di pensiero alla base delle loro scelte compositive: da un lato Schoenberg,
massimo interprete della crisi del primo dopoguerra, che risponde alla crisi d’identità di
un’epoca con il Progresso (csì è intitolata la prima parte del saggio), che passando
attraverso atonalità e dodecafonia finisce per rimanere irretito nella composizione intesa
come “cosa in se” (il compositore diventa un mero strumento a cui è affidato soltanto la
scelta del materiale precompositivo, da cui la composizione si crea autonomamente), per
ritorrnare sui suoi passi nell’ultima fase della sua vita; dall’altro Stravinsky, che opera
mediante una Resaurazione (titolo della seconda parte del saggio) che riporta l’arte
musicale alle origini del mondo, con risultati opposti a quelli di Schonberg ed effetti
laceranti. Naturalmente la tendenziosità del saggio ricade a vantaggio del primo, di cui
Adorno fu allievo.
Vanno segnalati anche numerosi saggi interpretativi su autori vari, quali: Wagner (1952),
Mahler (1960), Berg (1968) e molti altri ancora.
CARL DAHLHAUS
Punto focale delle ricerche di D. rimase a lungo la musica del 19° sec., cui si interessò
inizialmente in quanto 'preistoria' della musica contemporanea, per concentrarsi
successivamente su Liszt e la musica a programma, poi sullo snodo, considerato epocale,
dell'opera wagneriana (dal 1970 diresse la pubblicazione dei Richard Wagners sämtliche
Werke). Tra i saggi dedicati all'Ottocento musicale ricordiamo Zwischen Romantik und
Moderne (1974), Die Musik des 19. Jahrhunderts (1980; trad. it. 1987), Musikalischer
Realismus (1982; trad. it. 1987). A partire da questo nucleo, ma con sviluppi del tutto
autonomi, si diramano da un lato alcuni grandi studi di interesse estetologico e
storiografico, da Die Idee der absoluten Musik (1978) a Klassische und romantische
Musikästhetik (1988), dall'altro le ricerche sul teatro musicale: oltre ai volumi dedicati a
Wagner, come Wagners Konzeption des musikalischen Dramas (1971; trad. it. 1983) e Richard
Wagners Musikdramen (1971; trad. it. 1984), ricordiamo Vom Musikdrama zur
Literaturoper (1983) nonché il saggio sulla Drammaturgia dell'opera italiana (1988, in Storia
dell'opera italiana, a cura di L. Bianconi, G. Pestelli, vol. VI). Sempre concentrato sul
concreto contesto musicale, pur in un quadro concettuale estremamente articolato, D.
realizzò tuttavia anche un costante confronto con i problemi metodologici alla base di ogni
specifica ricerca; testo fondamentale sui principi basilari della storiografia musicale
rimane Grundlagen der Musikgeschichte (1977; trad. it. 1980). Si ricordano
inoltre Musikästhetik (1967), Analyse und Werturteil (1970; trad. it. 1987), Ludwig van
Beethoven und seine Zeit (1987) e Was ist die Musik? (in collab. con H.H. Eggebrecht, 1985;
trad. it. 1988). Tra i progetti editoriali diretti da D., oltre alla già ricordata edizione
dell'opera completa di Wagner, vanno segnalati il supplemento al Riemann
Musiklexikon (1972), la rielaborazione, con H.H. Eggebrecht, del Brockhaus-Riemann
Musiklexikon (1978), il Neue Handbuch der Musikwissenschaft (dal 1980).
2. Indicare due esempi (non generici) di fonti musicali “Mute” e di Fonti musicali
“Narrative”.
Fonti musicali mute: strumenti musicali in disuso (ad es. Aulos, Arghilofono ecc.), ma
anche edifici adibiti all’esecuzione musicale (teatri, stanze di palazzi del periodo classico
ecc.)
Fonti musicali narrative: scritti in cui si nominano eventi musicali avvenuti in passato, ma
anche trattati in cui vengono descritti strumenti musicali antichi non pervenutici
fisicamente.
Per binione si intende un fascicolo composto di due bifogli, ossia di quattro carte, ovvero
di otto pagine.
L'Exsultet (nei Messali prima del 1920 veniva scritto Exultet) è un canto liturgico proprio
della Chiesa cattolica che viene cantato la notte di Pasqua nella solenne Veglia pasquale,
da un diacono o un cantore. In ambito musicologico p ossiamo dire che è un vero
prodotto “multimediale” del passato. Secondo una prassi attestata pressoché
esclusivamente nell’Italia meridionale tra X e XIV secolo l’Exultet è un rotolo
formato da fogli di pergamena cuciti insieme sui quali è trascritto il testo
della Benedictio cerei. Era corredato da notazioni musicali e illustrato da miniature
che corrono nel senso inverso alla scrittura ad usum dei fedeli i quali, vedendo le
immagini sacre srotolate dal pulpito davanti ai loro occhi, pur da illetterati
riuscivano a comprendere i significati religiosi del rito.
La difficoltà consisteva nel far combaciare perfettamente le tre parti per ottenere un
risultato ottimale. Nel 1501 a Venezia fu stampato il primo componimento musicale,
il "Harmonice Musices Odhecaton"(fig.1), tradotto "Cento Canzoni di Musica Armonica".
In realtà erano presenti 96 chansons a tre e quattro voci composte da Agricola, Antoine
Busnois, Josquin Desprez e altri compositori franco-fiamminghi.
La nascita della stampa musicale permise, analogamente a quella della stampa più
generale, di ampliare lo spettro di fruizione della musica ad un pubblico molto più ampio.
Iniziò così quel rapido processo che vide la musica spostarsi dalla sfera religiosa (che fino
a quel momento era stata il principale veicolo della pratica musicale) alle corti
rinascimentali, per poi espandersi verso un pubblico sempre più borghese, meno affetto
dall’influenza cristiana. Si pensi a tal proposito la diffusione che ebbe la musica stampata
nei salotti classici e, nell’800, verso un pubblico molto più variegato e meno colto.
Editio Princeps: prima edizione di un’opera, con partic. riferimento alle prime edizioni dei
classici o di opere medievali stampate nel sec. 15° o nella prima metà del 16°, che sono
spesso di grande importanza filologica, soprattutto se siano andati perduti i manoscritti da
cui esse derivano; con questo stesso sign. si usa anche l’espressione ital. edizione principe,
mentre per le altre opere e con senso generico si preferisce prima edizione o edizione
originale.
Edizione anastatica: si riferisce ad un testo già stampato tipograficamente quando questo
viene fotografato per ottenere una matrice litografica che consente una nuova
stampa: (ristampa) anastatica
6. Indicare tre importanti bacini culturali (non generici) del proprio territorio (regione o
provincia o comune).
Biblioteca del santuario di San Pompilio Maria Pirrotti (ex chiesa di Santo
Spirito), Campi Salentina: fondata nel 1633, e quindi in contemporanea con la
costituzione dell’Istituto Calasanzio a Campi, la Biblioteca attualmente è composta da quasi
ventimila volumi. Il suo nucleo principale e più antico è costituito da manoscritti ed
incunaboli, da diverse cinquecentine e da testi risalenti al 1600, al 1700 ed al 1800.
Diverse e molteplici le attività ad essa legate che possono essere svolte grazie al
supporto della comunità dei Padri Scolopi e di studiosi e ricercatori volontari che
hanno collaborato alla catalogazione ed all’archiviazione di tutto il materiale
presente. Risulta importante l’attività di ricerca, con studi specifici relativi
alla sezione del fondo antico della stessa Biblioteca. Di notevole importanza storica
e culturale è la presenza nell’annesso archivio della casa scolopica, di alcune lettere
autografe di San Pompilio Maria Pirrotti. Si tratta degli scritti che il santo inviò ai
suoi figli spirituali e ai parenti, durante l’anno (1765-66) della sua permanenza a
Campi: materiale di assoluto valore e pregio, missive dalle quali meglio si può
comprendere la sua grande umanità e la statura elevata di insegnante e sacerdote.
8. Indicare per quale tipologia di documenti può essere usato l’ISMN (es. Riduzioni per
canto e pianoforte) e per quali no.
Partiture tascabili
Antologie
Altri media che sono parte integrante di una pubblicazione musicale (per esempio il
nastro registrato che è parte di una composizione)
Musica in microforme
Publicazioni elettroniche
Periodici
Libretti d'opera
10. Spiegare il significato delle locuzioni Terminus ante quem e Terminus post quem.
Analogamente, l’espressione latina terminus post quem (abbrev. tpq o TPQ “data dopo la
quale”) indica una data che precede sicuramente l’evento che si vuole datare, a di cui non
si conosce la data esatta.
Con la locuzione latina Tabula gratulatoria si intende un elenco di persone che intendono
onorare un certo personaggio in una determinata occasione, stampato all'inizio di un
volume pubblicato a tale scopo.
L’ufficio Ricerca Fondi Musicale è un ufficio con sede a Milano il cui fine è quello di
promuovere la ricerca, lo studio e la catalogazione di beni musicali in forma scritta o
stampata anteriore al ‘900 presente in Italia, ovunque si trovino essi (presso privati,
istituzioni pubbliche,, musei, conventi ecc.). Scopo della ricerca è quello di salvare la
cultura musicale dall’oblio e dalla passibilità di distruzione, oltre che quello di riportare
alla luce opere dimenticate e provuomerne la diffusione in tutto il mondo.
I caratteri jolly sono dei marcatori che permettono di effettuare una ricerca in assenza di
informazioni complete sulla corrispondenza precisa tra parola ed elemento. I più comuni
sono:
: corrisponde a un numero qualsiasi di caratteri. È possibile usare l'asterisco (*) in
qualsiasi posizione in una stringa di caratteri.
15. George Eliot, Middlemarch, Norton Critical Editions (New York: W. W. Norton, 1977).
Eliot, George. Middlemarch. Norton Critical Editions. New York: W. W. Norton, 1977.
(Eliot 1977)
Eliot, George. 1977. Middlemarch. Norton Critical Editions. New York: W. W. Norton.
Con l'A, e usando le note a pié di pagina, si vede subito, lì dove si sta leggendo, il
riferimento bibliografico: non c'è bisogno di andare in fondo al testo. Ogni citazione è
ripetuta, a gradi diversi di completezza, almeno due volte in un testo. La forma generale
della citazione è comunemente usata, anche in contesti diversi: è leggibile da sé secondo
canoni correnti. Il B alleggerisce notevolmente il testo, non ci sono citazioni in nota, la
citazione è fatta una sola volta, leggendo si dà un riferimento all'opera che, agli addetti ai
lavori, dovrebbe risultare perlopiù perspicuo
Citazioni:
sic: locuzione latina che significa “così”. Si scrive tra parentesi dopo una parola
errata o incomprensibile per richiamare l’attenzione del lettore ed evitare che lo
sbaglio sia attribuito al redattore. Si può paragonare a una strizzata d’occhio al
lettore, per fargli notare l’errore.
item: altresì, Inoltre, Anche, Ancora, Parimenti, Similmente, Così pure, ...
e.g.: “exempli gratia”, locuzione latina che significa “per esempio”
b.c.: “before Christ”, analogo inglese di a.c. (“avanti Cristo”)
Bar: baritono [voce]
trb: trombone
16. Illustrare il contributo alla storia della musica di François-Joseph Fétis e di Stendhal.
FRANÇOIS-JOSEPH FÉTIS
Molto più importanti delle sue composizioni sono gli scritti sulla musica, storici, come le
Curiosità della musica (Parigi, 1850) e la Storia generale della musica (Parigi, 1869-1876),
teorici come il Metodo dei metodi per pianoforte (Parigi, 1840), scritto in collaborazione
con Moscheles. Seppure contenenti numerose imprecisioni, i suoi otto volumi della
Biografia Universale dei Musicisti rimangono uno strumento di ricerca di inestimabile
valore.
François-Joseph Fétis nel 1841 pubblica la prima storia della teoria armonica: Esquisse de
l’histoire de l’harmonie, volume assemblato dai singoli articoli da lui pubblicati sulla Revue
et Gazette musicale de Paris; il libro, una visione d’insieme piuttosto che uno studio
esaustivo, precede di cinquant’anni la più nota Geschichte der Musiktheorie di Hugo
Riemann.
STENDHAL
Stendhal, pseudonimo per Henri Beyle, è stato un autore francese del periodo romantico,
con un grande amore per l’Italia, in cui trascorse non pochi anni della sua vita. Scrittore di
grande interesse, autore di due dei romanzi più noti del XIX secolo, era dotato di interessi
che spaziavano dal campo della pittura a quelli del teatro, fino alla musica. È proprio in
quest’ambito che esordisce come scrittore, pubblicando nel 1815 un testo di critica
intitolato Vite di Haydn, Mozart e Metastasio, sotto lo pseudonimo di Louis-Alexandre
Bombet, e nel 1817 un testo a metà tra la divagazione colta del turista appassionato e la
critica d'arte, Roma, Napoli e Firenze. Pur essendo limitato dalla prospettiva
dell’appassionato di musica e non da un occhio propriamente scientifico ed esperto,
quest’opera rappresenta un contributo di grande importanza ai fini della ricostruzione
storica di tali compositori e librettisti, se non dal punto di vista tecnico, almeno per
l’interpretazione del livello estesico presente nella sua epoca. In altri lavori sono inoltre
presenti riferimenti (talvolta finzioni letterarie) ad altri autori, in particolare Mozart
(alcune vicende biografiche circa l’infanzia del compositore) e Rossini, di cui Stendhal era
un grande estimatore.
Si tratta di un’edizione “scientifica” dell’opera, tale cioè che possa essere utilizzata dal
lettore come testo “ufficiale” e affidabile, e nella quale si affrontino i problemi posti da
quello specifico testo in ordine al suo stato di conservazione e, ove necessario, alla sua
ricostruzione. Essa può consistere nella riproduzione dell’originale, se è conservato; o in
un’ipotesi di ricostruzione dell’originale, se esso non è conservato; o ancora nella
pubblicazione comparativa di testi diversi, ognuno dei quali gode della qualifica di
originale o è comunque importante ad illustrare il processo di sviluppo testuale. È
un’edizione solitamente non destinata al grande pubblico, ma soltano agli studiosi.
A corredo del testo critico è presente un apparato critico, da non confondersi con il
commento. L’apparato critico serve a registrare le lezioni non accolte nel testo critico
(respinte), presenti nel manoscritto base e/o negli altri testimoni. Spesso vi è trascritta la
parola del testo critico seguita da parentesi quadra cui segue la lezione respinta, se
necessario con l’indicazione della sigla del testimone dove essa si trova.
18. Illustrare i rapporti di rivalità tra le storiche Case Musicali Lucca, Ricordi e
Sonzogno.
È il marzo del 1893 quando Giacomo Puccini incontra Ruggero Leoncavallo in un caffè di
Milano. Parlando, i due compositori scoprono di star lavorando allo stesso progetto, un
racconto di Henri Murger che narra episodi di vita di giovani bohémiens. Inizia così una
querelle documentata dai quotidiani del tempo, che si conclude con Puccini che scrive:
“Egli musichi, io musicherò. Il pubblico giudicherà”, una frase che già racchiude la
consapevolezza della futura vittoria. Scrive Fabrizio Datteri nelle sue note allo spettacolo:
“Il duello tra i due compositori è impari sotto tutti i punti di vista, ed è solo un particolare
il fatto che Leoncavallo completi la sua opera un anno più tardi del rivale: Puccini
dimostra tutto il suo genio musicale, coadiuvato dalla splendida trasposizione poetica del
romanzo di Murger operata da Illica e Giacosa, mentre il compositore napoletano realizza
una Bohème non equilibrata, con un libretto debole, da lui stesso curato”. Ma c’è un altro
aspetto molto significativo in questa vicenda: il rapporto fra editoria, comunicazione e
artista. A un livello parallelo, la sfida si gioca infatti anche fra gli editori Giulio Ricordi
(Puccini) ed Edoardo Sonzogno (Leoncavallo), e la posta in gioco è altissima: la
trasformazione dell’azienda di famiglia in un’industria mondiale, più che la ‘vittoria’ del
proprio protetto. L’episodio viene narrato dall’angolo visuale di Giulio Ricordi, il
personaggio più controverso della vicenda, che cerca la propria gloria attraverso
l’esaltazione del genio di Puccini.
Un testo stampato in formato oblungo presenta un lato lungo (quello di base, orizzontale)
ed un lato più corto (lato verticale). Le righe di stampa sono parallele al lato lungo.
Di ogni libro cartaceo pubblicato in Italia è obbligatorio effettuare il deposito legale, ossia
la consegna di 2 o 4 copie (a seconda del numero di copie prodotte) della pubblicazione
agli enti predisposti. Con “deposito legale” si intende l’obbligo, stabilito dalla legge, di
depositare presso particolari organismi libri e altri documenti. Il deposito, che avviene in
seguito all’attribuzione del codice Isbn, deve essere effettuato dai produttori o dai
distributori delle opere. In particolare, la Legge 106 del 15 aprile 2004 – che, insieme
al D.P.R. 252 del 3 maggio 2006 regola l’istituto del “deposito legale” – stabilisce che i
soggetti obbligati al deposito sono: l’editore, o comunque il responsabile della
pubblicazione; il tipografo, qualora manchi l’editore; il produttore o il distributore di
documenti non librari o di prodotto editoriali simili; il Ministero per i beni e le attività
culturali e il produttore di opere filmiche. Nel caso del self-publishing il responsabile della
pubblicazione è l’autore (all’apposizione del codice isbn) ed è pertanto tenuto agli
adempimenti previsti dalla legge per quanto riguarda i depositi legali. La nuova legge si
occupa anche delle pubblicazioni digitali native. Il Deposito Legale va effettuato entro 6
mesi dalla pubblicazione dell’opera.
Internet culturale è uno strumento di ricerca il cui fine è quello di rendere disponibile a
chiunque le risorse presenti fisicamente presso biblioteche, archivi e istituzioni culturali
italiane. Esso prevede i cataloghi dei testi stampati presenti su tutto il territorio italiano,
facilitando allo studioso l’opera di ricerca del testo.
22. Segnalare una “Biblioteca Digitale Musicale” non già negli appunti.
Scor Ser - Sistema di ricerca per musicisti è una biblioteca digitale musicale che offre servizi
gratuiti a musicisti e studiosi. Nata con il fine principale di rendere fruibile il download
gratuito di partiture strumentali e vocali, ad oggi contiene:
L’edizione consta di circa 130 volumi, divisi in 35 gruppi e 10 serie. In ciascun gruppo le
opere sono disposte in ordine cronologico, mentre schizzi, frammenti ed abbozzi sono
riportati in un’appendice apposita. Ciascun volume contiene, oltre alla stampa della
partitura, anche un’ampia introduzione di grande valore storiografico e filologico, nonché
delle fotografie di alcuni manoscritti e fonti originali.
Il Catalogo Numerico Ricordi è un elenco delle opere acquistate dalla casa editrice
Ricordi, fondata dall’omonimo Giovanni Ricordi. Tutte le opere acquistate sono disposte
in ordine approssivamente cronologico e riportano i dati essenziali ai fini
dell’inquadramento storico della composizione (tra cui anche il prezzo e l’edizione), oltre
che naturalmente alle informazioni necessarie all’identificazione dell’opera stessa.
Sul sito della Biblioteca nazionale di Napoli è dedicata un’apposita sezione alle arti, con
link di riferimento per la musica (ad es. allmusic.com)
http://www.bnnonline.it/index.php?it/212/virtual-reference-desk/1698&paginate_pageNum=1
26. Cosa s’intende per “Letteratura grigia” e “Letteratura nera”.
Si parla di libro antico quando esso è stato prodotto senza l’intervento della meccanica,
cioè il libro prodotto manualmente secondo l’”arte della stampa”. La data che
convenzionalmente segna il passaggio da libro antico a libro moderno è il 1830, anno in cui
viene creato il torchio meccanico e la stampa diventa un processo quasi esclusivamente
meccanico. Pertanto un libro moderno è un libro prodotto con la stampa meccanica, senza
nessun intervento (o quasi) da parte dell’uomo.
28. Per datare un documento musicale manoscritto o la pagina sciolta di uno spartito
privi di datazione, quali possibili strategie adottare.
Nel caso in cui si debba procedere con una datazione approssimata di una pagina sciolta o
di un manoscritto privo di datazione, esistono diverse strategie da adottare:
i fogli possono essere datati tramite il numero di lastra che compare in basso al
centro della pagina (v. “Inventario Numerico Ricordi”) oppure mediante il timbro a
secco ovvero senza inchiostro.
per i manoscritti, importanti informazioni possono essere ricavate dal tipo di carta,
di filigrana o marca d’acqua, l’impronta dei filoni e delle vergelle della carta,
l’andamento del cursus scrittorio.
partiture musicali prive di data si possono datare attraverso un’indagine
sull’eventuale presenza di un dedicatario, attraverso i riferimenti interni del testo,
quelli del prezzo dello spartito
29. Sciogliere gli acronimi RISM, RILM, RIPM, RIdIM, ICCU, SBN, OPAC, SIdM,
MUSPE, URFM, MiBACT, ICCD, ISRC.
ibid.: ibidem, nello stesso luogo (si usa nelle citazioni per non ripetere il titolo di
un’opera già nominata)
s.e.: senza luogo di pubblicazione
op.: opus, nella designazione delle composizioni musicali di un autore secondo un
numero d'ordine progressivo
cit.: citazione di un autore diverso
s.n.t.: senza note tipografiche
fl.: floruit, fiorì (usata in editoria come indicazione temporale approssimata)
eadem.: in caso di citazioni di seguito dello stesso autore usare
e.g.: exempli gratia (per esempio)
cfr.: confer (imperativo, si confronti)
s.l.: sine loco (senza indicazione del luogo di pubblicazione o di stampa)
figg.: figure
mss.: manoscritti
sgg. seguent
sic: così (per sottolineare che l'errore è riportato così come lo si trova nel testo
originale citato, in modo che non venga scambiato per un refuso prodotto da chi
riporta il testo)
vlc: violoncelo
pf: pianoforte
A: Alto
Bar.: Baritono
Bar: Battuta
b.c.: basso continuo
ott: ottavino
cfag: controfagotto
trb.: trombone
xil: xilofono
euf: eufonio
org: organo
Glock: glockenspiel
tr: tromba
vibr: vbrafono
T: Tenore
B: Basso