Nelle arti figurative queste teorie sono rintracciabili nelle opere degli
esponenti di spicco della Secessione viennese. Tra questi ricordiamo
Gustav Klimt, pittore illustre e capostipite del movimento da cui presero
spunto altri due importanti artisti: Oskar Kokoschka ed Egon Schiele.
Per quanto riguarda l’architettura ricordiamo invece Joseph Maria
Olbrich, Josef Hoffmann e Otto Wagner. Il movimento ebbe vita fino al
1906, anno in cui avvenne una secessione nella Secessione. Klimt infatti si
scisse dal gruppo per creare il Kunstschau Wien o Gruppo Klimt.
In ambito pittorico Klimt fu la massima espressione di questo movimento.
Egli ebbe fin da piccolo legami con l’arte grazie ai genitori (padre
cesellatore e orafo) e decise autonomamente di non frequentare
l’accademia di Belle Arti preferendo la Scuola di Arti Decorative di Vienna.
In questi anni si fece conoscere e acquistò notorietà grazie a dipinti e
disegni ispirati al Rinascimento italiano. Il 1897 fu l’anno della svolta:
nacque la Secessione Viennese e Klimt divenne il presidente
dell’Associazione degli Artisti diventando il punto di riferimento artistico
del movimento.
Per rendersi conto dell’innovazione e delle caratteristiche pittoriche di
Klimt è bene analizzare due delle sue opere più rappresentative: Giuditta I
e Giuditta II (o Salomè).
Qui Klimt si rifà all’eroina biblica che salvò il popolo ebraico dall’assedio
degli Assiri. Giuditta sedusse il generale assiro per poi decapitarlo e
dunque assicurando vittoria certa al suo popolo.
Già dalla vicenda a cui il quadro si ispira risulta evidente quel motivo
amore-morte che lega indissolubilmente l’opera al pensiero freudiano
dove queste due tendenze contrapposte trovano risoluzione nell’acme
dell’eccitamento sessuale.
Klimt nella composizione raffigura Giuditta come una femme fatale: ella è
infatti caratterizzata dalle labbra rosse, gli occhi socchiusi che
racchiudono tutto il potere incantatore dello sguardo mentre nella mano
tiene la testa di Oloferne.
Per quanto riguarda l’ambientazione sottolineiamo un’atmosfera sospesa
e vaga richiamante la dimensione onirica data dall’utilizzo del colore
sfumato contrapposto al fondo bidimensionale realizzato mediante le
foglie d’oro.
Come si è detto, Vienna tra 800 e 900 fu una città ricca di fervore
culturale e fu proprio in questo ambiente che operò il compositore e
didatta Schönberg, il quale diede vita alla cosiddetta seconda scuola di
Vienna di cui fecero parte i suoi allievi Berg e Webern. Egli rivoluzionò il
mondo musicale ideando un nuovo linguaggio musicale che non obbediva
più a rapporti gerarchici dei suoni, ma che si fondava sul concetto di
parità fra essi. Quest’idea di atonalità venne sviluppata nel periodo che va
tra il 1908 e il 1913 e trovò espressione nelle opere di questi anni come i
5 pezzi per orchestra op.16 in cui nel terzo movimento, intitolato Colori, è
costituito da un accordo tonalmente ambiguo che cambia continuamente
il timbro strumentale inducendo il compositore a parlare di melodia di
timbri. Di questo periodo ricordiamo anche i Tre pezzi per pianoforte
op.11 del 1909 di cui forniamo una breve analisi della prima
composizione;
Nel primo pezzo dei tre per pianoforte dell’opera 11 notiamo già alcuni
elementi che saranno poi propri del successivo metodo dodecafonico
risalente al 1913 ideato da Schönberg e che altro non è che l’estrema
conseguenza dell’abolizione della tonalità. La dodecafonia infatti si fonda
di quell’idea di parità fra i 12 suoni, i quali vengono inseriti in serie dove
non c’è ripetizione fin quando la serie non viene riprodotta nella sua
interezza.
La composizione tuttavia non è inscrivibile nello stile dodecafonico, ma
rappresenta uno dei primi esperimenti di questo nuovo sistema. Infatti
qui Schönberg presenta serie di 11 suoni che non vengono riproposte con
quella rigidità che sarà tipica della fase dodecafonica vera e propria.
Tuttavia l’opera nella sua innovatività è ancora legata alle forme classiche:
presenta infatti una sorta di esposizione (battute 1-11) dove il
compositore fornisce il materiale tematico che verrà sviluppato durante
tutto il corso del brano. All’interno di quest’ultimo troviamo forti contrasti
di agogica e di dinamica che sottolineano gli interessanti contrasti
cromatici nelle “dissoluzioni” che il compositore inserisce tra l’esposizione
e i seguenti momenti di sviluppo tematico. Il primo esempio di queste
“dissoluzioni” lo troviamo alla fine dell’esposizione (battute 12-16).
Successivamente abbiamo uno sviluppo tematico (battute 17-27) in cui
possiamo notare la ripresa di frammenti melodici presentati
nell’esposizione, ma variati per diminuzione e aumentazione e per
spostamento di accenti. Notiamo una prevalenza di intervalli di settima
maggiore e di quinta diminuita e l’utilizzo di accordi già presentati
precedentemente nell’esposizione.
Dopo un’alternanza di dissoluzioni e riprese tematiche giungiamo alla
coda (ultime 6 battute) in cui è presente una sorta di pedale particolare
non in ottava, ma in settima maggiore (la sol#); questo pedale risolve
sull’ottava giusta nell’ultima battuta al basso, il quale viene armonizzato
con un accordo per quarte prevalentemente eccedenti all’interno delle
quali riecheggia l’intervallo armonico di settima maggiore.
As we have seen, the city of Vienna was a very active musical town and its
long musical tradition has not been forgotten. In fact, in Vienna every
year are celebrated many festivals like: the Osterklang, a classical music
festival, the Wien Modern, an electronic music festival and in December
there is for three weeks the Mozartfest.
Beyond these, we remember the Jazzfest. It is celebrated in July in many
Vienna clubs and it brings together jazz stars from all over Austria.
Jazz is a musical form born between the end of 1800 and the beggining of
1900 in the Usa, in New Orleans. The birth of Jazz hasn’t certain dates as
it has many ancestors and parents. We’ll try to explain what is this
musical form.
The Blues is the fondation of Jazz and it is an African American derived
form evolved from hyms, work song and field hollers. Instead the basic
rhythm of jazz is the Swing; it indicates an elastic pattern, so means being
in sync with other people.
Jazz came also to Chicago and later in Europe thanks Louis Armstrong
who perfected the improvised jazz solo, the most defining feature of jazz.
SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA
http://www.swissinfo.ch/ita/klimt--schiele-e-la-vienna-del-primo-
900/28441984
https://it.wikipedia.org/wiki/Vienna#Feste_e_festival