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Boris Leonidovič Pasternak (1890-1960)

Origine ebraica. Poeta, prosatore e traduttore, anche saggista ma di saggistica autobiografica e non applicata
al senso classico.

Il dottor Živago 1957

Unico romanzo di Pasternak, appare come prima edizione mondiale in Italia per la Feltrinelli. Doppio
tamizdat: lingua originale e lingua italiana. Nel 2007 viene ritradotto per offrire una nuova versione del libro
(Pietro Zvetermich)

Trama semplice? Medico Jurij Živago ha combattuto al fronte nella Prima guerra mondiale, rientra a Mosca
proprio allo scoppio della rivoluzione del 1917. Decide di fuggire dalla capitale e si rifugia con moglie e
figlio negli Urali, dove incontra Lara Antipova (crocerossina nel suo stesso reparto al fronte. Catturato dai
partigiani rossi in lotta con i resti dell’esercito bianco. Costretto a seguirli per steppe e foreste ma poi riesce a
fuggire. La moglie nel frattempo è emigrata all’estero, ritrova Lara e vive con lei un breve ma intenso amore.
A Mosca il reinserimento gli è difficile (arriva tra 1921-1929 ossia epoca della NEP). Muore per crisi di
cuore, solo e in miseria.

La trama in realtà è molto più complessa  vuole riallacciarsi quasi all’idea del romanzo epos (stile Guerra
e Pace): abbondanza di personaggi, così tanti che le due edizioni forniscono uno schema dei personaggi. Ci
sono molte digressioni e divagazioni, descrizioni che conferiscono al romanzo una complicatezza che entra
in frizione con un periodo in cui Pasternak aspira coscientemente a un’inaudita semplicità. (citazione poesia
Volny, Tramite queste digressioni vediamo la poeticità di Pasternak.   D.Z. è un romanzo, non la
complessità di un testo poetico ma è accennato. Rapporto tra poesia e romanzo: qualità e
temperamento/indole di Pasternak poeta.

После дождя (dalla raccolta Poverch ber’erov):1915 passione erg i eventi atmosferici e dunque non è
bizzarro trovare interpretazioni della natura. Cielo caduto. (Ripellino scopre Pasternak, lo fa pubblicare da
Einaudi, prima della celebre opera DZ). Accostamenti bellissimi. Fragole viste come un cuneo. Chicchi
come sale da cucina  fenomeno atmosferico quotidianizzato.

Пахота – Arano (dalla raccolta Kogda razguljaestja- Quando rasserena): 1958. Pasternak vuole essere
accessibile (lo dichiara nel 31). Si parla dell’aratura.

Digressioni liriche onnipresenti nel romanzo. Nelle prime e nelle ultime raccolte si costruisce attorno ad un
nucleo.  naturaliter dalla penna dell’autore ogni qual volta se ne dia occasione: anche se si rischia di
allontanare il lettore dalla trama e far calare la tensione. Andrej Sinjavskij vede non semplicemente l’ovvia
maestria nel descrivere i paesaggi cui Pasternak ci ha abituato, bensì incursioni di bellezza e verità, il “volto
interiore dell’uomo”.
Esempio: suicidio del padre di Živago: descrive la fermata non prevista in tempo e punto non preventivato.
Živago ci descrive la sensazione quando il treno si ferma dove non dovrebbe, si parla dei passeggeri che si
trovano in un questo momento strano.

Serie smisurata di coincidenze e incontri chiaramente architettati dall’autore in omaggio a una casualità che
vorrebbe essere causalità  esempio: Lara viene “adottata” dai Kologrivov presso cui vive tre anni (1908-
1911): nell’estate del 1911 è a Dupljanka (dove è già stato Jurij): è uno dei tanti sfioramenti, quasi una pre-
esemplificazione del gioco del destino, un progressivo avvicinamento “guidato” da Pasternak. (ricorda una
poesia di Wislawa Szymborska- Milosc odcpierwszego wejrzenia)

Pasternak ha inteso il miracolo delle coincidenze come espediente possibile nella sua scrittura, è qualcosa di
quasi fiabesco.

Landolfi: “[…] curiosa casualità che sembra presiedere a eventi, cose e personaggi, il curioso distacco
dell’autore dalla sua materia, che è data quasi come indifferente”

De Michelis: critica le coincidenze fortuite e ne elenca molte. Esempio Lara: viene vista due volte prima di
ritrovarsela negli Urali.

In quest’ottica si spiegano così le digressioni liriche, soprattutto quelle legate al mondo della natura 
secondo Aucouturier è un romanzo lirico.

Autore si attribuisce il ruolo di Dio  combina le esistenze e i destini, lo fa apertamente. Digressioni liriche
+ serie di raccordi interni che hanno un sapore di artificiosità.

16/02/2021

Quadro politico: disgelo, fase legata ad un periodo di liberazioni ma per quanto riguardo il Dottor Živago
non sembra così: momento di relativa apertura non viene subito confermato.

Appare nel 1957 in lingua italiana presso l’editore Feltrinelli, pubblicato in russo nel 1959. Nel 2007 viene
ritradotto in italiano.

Trama complessa, scavalca in qualche misura la tradizione modernista per riallacciarsi al romanzo epos tipo
Tolstoj. Trama complesso ma non in senso tecnico ossia complessità tipica di Belyj o Sologub oppure quella
di Zamjatin: è una complessità della trama¸ per questo motivo nelle edizioni italiane troviamo uno schema
dei personaggi. Carattere lirico= eterogeneità: digressioni di carattere lirico, natura di Pasternak poeta. Ciò
che tiene insieme il romanzo sono le numerose coincidenze di incontri tra personaggi ad esempio (preso in
giro da De Michelis).

Vicissitudini editoriali: 25 poesie che troviamo alla fine del libro  eterogeneità. 9 di queste poesie ci
introducono al tema delle vicissitudini editoriali.

Romanzo inizia a prendere forma nel 1947, portato a termine nel 1955.
Nove poesie del ciclo posto in calce al volume (25 poesie dette Stichotvorenija Jurija Živago) appaiono sulla
rivista Znamja nell’aprile del 1954, facendo presagire una buona sorte anche un prodotto come il romanzo in
fase di stesura (poesie che poi faranno parte del finale dell’opera DZ). Viene raccontato chi è Dottor Zivago:
muore nel 1929=spoiler. Pasternak ha piena fiducia che il romanzo verrà pubblicato. Opera intesa come
summa di Pasternak, è pressante e urgente da mettere in secondo piano la poesia, la guarda quasi con
sospetto DZ è l’unica opera di cui non si fida, le poesie che produce dopo DZ viene vista come cartone
preparatorio, abbozzi potentissimi che dovrebbero portare al romanzo stesso, la stesura del romanzo è
qualcosa di esistenzialmente rilevante.

Romanzo inizia a circolare nelle riviste importanti dell’epoca (Znamja e Novij Mir, Zvezda, Oktjabr)
Recensione interna del Novij Mir con molti firmatari, quella stessa rivista che doveva essere la più
progressista dell’epoca non prende bene il romanzo.

Dmitrij Polikarpov critica il romanzo. Polikarpov contro il Dottor Živago  punto di vista storico non
sovietico: opera antisovietica. Vuole fermare la pubblicazione del libro anche all’estero (contatto con altri
partiti comunisti). “presa di posizione ostile contro l’ideologia marxista” “punto di vista non-sovietico,
improntato a un rancoroso individualismo di stampo borghese”. Viene bollata come opera antisovietica e
dunque non ne viene autorizzata la stampa. Viene detto che si sarebbero presi provvedimenti con gli altri
partiti comunisti (quello italiano) per bloccare la pubblicazione.

Cronologia editoriale:

 1956 Pasternak affida a Sergio d’Angelo il dattiloscritto


 1957 viene pubblicata l’opera dalla Feltrinelli in lingua italiana.
 1958 viene data alle stampe l’edizione pirata in lingua russa e volume distribuito all’Esposizione
universale di Bruxelles
 23 ottobre 1958 l’Accademia svedese conferisce a Pasternak il premio Nobel per la letteratura. In
seguito, l’URSS attacca il poeta definendolo Giuda e traditore
 26 ottobre 1958 Pasternak viene aggredito dal Pravda: lo definisce reazionario e intellettuale
borghese (deve rinunciare al Nobel). Viene espulso dall’Unione degli scrittori sovietici (perde così i
suoi vantaggi editoriali ed economici), così nel 29 ottobre del 1958 rinuncia al premio Nobel.
 06 novembre 1958 pubblica ammenda in Pravda.
 2 febbraio 1959: La Michigsn fa uscire la prima edizione del testo russo del Dottor Zivago,
autorizzata dalla Feltrinelli.
 11 febbraio 1959 il Daily Mail pubblica Il premio Nobel, (Pasternak riporta le definizioni e insulti
che gli arrivano e dice cosa è per lui Il Dottor Zivago: opera commovente che fa piangere il mondo
intero sulla bellezza russa): una poesia di Pasternak che irrita profondamente le autorità sovietiche
 14 marzo 1959 Pasternak interrogato dl pubblico ministero dell’URSS (Rudenko) e accusato di
crimini contro lo stato
 Maggio 1959 la feltrinelli pubblica la sua prima edizione del testo russo
 30 maggio 1960 Pasternak muore a Peredelkino

Recensione interna di Novij Mir: rivista che aveva ruolo di svecchiamento e apertura in epoca sovietica, ma
qui sembra esser in contrasto con la sua ideologia. “Lo spirito del suo romanzo è uno spirito di mancata
accettazione della rivoluzione sociale” “lei ha scritto a bella posa un romanzo a tesi, ma soprattutto un
romanzo politico”  romanzo a tesi come Resurrezione, non sono molti gli autori che inseriscono un
messaggio nella loro opera subordinandola all’opera stessa ma senza rovinarla artisticamente: accusato di
aver scritto un romanzo politico ma ciò è distante dall’idea di Pasternak. Lettera finisce con il dire che è
impossibile alla rivista pubblicare la sua opera.

Feltrinelli riesce ad accaparrarsi uno dei primi best seller. Feltrinelli faceva parte del partito comunista
italiano (PC)  editore di sinistra che decide di dare alle stampe un romanzo che entra in conflitto con il
paese più di sinistra dell’epoca, ossia l’URSS. Dossier Feltrinelli su Pasternak: dossier allegato all’edizione
Pasternak 2007, girato dopo l’assegnazione del Nobel, ossia il dossier Feltrinelli su Pasternak: disco
Feltrinelli 1 + disco Feltrinelli 2 (venivano riportati documenti d’epoca), intervengono Paolo Milano,
Giangiacomo Feltrinelli, Angelo Maria Ripellino, Italo Calvino. È un romanzo divisivo anche all’estero in
quanto non ben accetto dall’ala sinistra italiana.

Romanzo storico? Non del tutto: vuole spiegare il presente alla luce del passato, con le stesse modalità usate
da Tolstoj (per spiegare il decabrismo torna indietro fino al 1805).

Personaggi entrano in contatto con la storia in un rapporto di frizione e non frizione  Živago ha posizioni
ideologiche e temperamento che sembrano portarlo in direzione totalmente contraria, sembra destinato a
soccombere in una delle circostanze (guerra mondiale, 17 o dopo): è la figura meno adatta ad acclimatarsi
nel clima sovietico che va sempre a farsi più difficile da sopportare  Živago, infatti, muore nel 29
(annunciato in Znamja nel 1954) con il passaggio dalla Nep ai Piani quinquennali. Secondo Cesare Garboli,
Živago ha un tratto che è quello della sublime passività: una malleabilità che gli permette di attraversare gli
eventi calamitosi fino al 1929, che gli permette di morire di infarto e di non venire deportato come succederà
a Lara e non sparirà nei lager. Garboli individua una linea netta che marca il flusso dell’esperienza vitale
(vita che si trasforma, evolve e involve) e la cristallizzazione di questo stesso flusso  esperienza di
dinamicità e di stasi allo stesso tempo: in questa opposizione vediamo le vicende dei personaggi. Nel primo
flusso troviamo la verità, nell’altro la falsità e la convenzione. Non c’è un rapporto dialettico ma un vero e
proprio rapporto di opposizione.  Graboli: “tra il flusso dell’esperienza vitale e le sue ‘cristallizzazioni’
non c’è dialettica, ma opposizione marcata da una linea netta, chiara, come tra vero e falso, tra originalità
e convenzione.”

Lara Antipova: quanto questa bipolarità segnalata da Garpoli ci serva, Lara dimostra come ci serve questo
strumento critico. Lara è una delle tre donne (Lara, Tonja e Marina – presso la quale Zivago va a vivere alla
fine). Zivago vive il suo primo matrimonio con Antonina Gromeko (Tonja). Lara ha statura più vasta perché
non si lascia incasellare dentro un ruolo, non si lascia cristallizzare dentro una figura. Lara (Larisa) è figlia di
Amalja Karlovna Gišar (Guichard), a capo di una sartoria. Lara è l’emblema del sentimento, “della forza
vitale che anima il mondo, la gioia di vivere al di fuori e al di sopra di ogni restrizione imposta da legami
sociali o dalle leggi dell’uomo o dei fatti”. Lara era la creatura più pura al mondo ma è anche donna perduta
in quanto “caduta” si fa sedurre da un uomo cristallizzato Komarovskij (il malvagio del romanzo).
Komarovskij riesce sempre con i suoi agganci a trovarsi un luogo, ma non è un personaggio mobile ma è un
uomo di mondo che sa trovarsi sempre un ruolo anche se il panorama politico cambia  lui non è emblema
di vita ma figura statica: da imprenditore a uomo politico. La sua abilità è nella seduzione pratica  è il
compagno della madre di Lara. Lara rischia di trovarsi ossificata e chiusa dentro un ruolo, rischia di esser
etichettata: era una donna caduta, si era lasciata compromettere durante la gioventù. Lara, tuttavia, è sì una
donna caduta ma non compromessa: non è compromessa almeno agli occhi di Jurij, che la ama avendo un
senso ampio e non gretto dell’esistenza, vista nella sua complessità e nella sua presenza di chiaroscuri (è per
certi versi una figura dostoevskiana di donna caduta, ma non moralmente storpiata: si pensi a Sonja
Marmeladova o Nastasja Filipovna- che non sono moralmente cadute)  non è caduta ma ha avuto
un’esperienza: bisogna cadere per potersi rialzare secondo Jurij. Si ha un’identificazione di Lara con la vita
in quanto tale: vita nel suo fluire, lo vediamo nei modi in cui Zivago ne dà descrizione, Lara non è al pari del
medico-poeta, non è un correspettivo intellettuale di Živago ma è adeguata al mondo e all’esistenza. È
paragonata all’acqua, ha leggerezza e semplicità  docilità inerme. È con Zivago che Lara ha un’apoteosi in
quanto non è solo amante, ma ha la vera storia affrancante e liberante della propria vita, è momento anche in
cui lei chiede a Jurij come lui vede la sua caduta.

Diversamente da Lara, Pavel Antipov si lascia cristallizzare. È un giovane di estrazione non molto alta. Pavel
assiste al massacro di alcuni dimostranti (è già avvenuta la domenica di sangue del 1905). È l’emblema della
razionalità pura: lo è nel momento in cui diventa Strelnikov, ma prima di cristallizzarsi davvero ella figura di
razionalità pura (troviamo correlativo oggettivo nella sua mania del pulito- il padre era morto per
un’infezione-, così come elimina gli avversari ideologici). Diventa freddo, chirurgicamente potente e netto
nelle sue posizioni, quasi disinfettante. La sua razionalità è indotta, nasce da una reazione potente: Pavel
Antipov è un giovinetto con poca esperienza della vita in termini sentimentali, quando si innamora di Lara lo
fa puramente. Si trasforma poi nel suo contrario, diventa espressione di crudeltà potente, come se andasse a
rappresentare plasticamente la reazione di chi è stato colpito nelle sue zone più care  dalla purezza di Lara,
compromessa ai suoi occhi, Pavel ha il limite umano di non capire e di non perdonare. Lara parla proprio dei
cambiamenti del volto di Pasa Antipov, ripete il monito di Pasternak sulla necessità che la vita non si
offuschi in un’idea: “il suo volto umano era diventato una personificazione, un principio, l’effige di un’idea”

18/02/2021

Paša Antipov  due comportamenti: innamoramento puro per Lara prima e figura spietata poi. Il suo flusso
vitale si è arrestato ed è diventato il ruolo che ricopre, è il contrario di Lara.
Figura che subirà una potente cristallizzazione in un ruolo: quello del rivoluzionario spietato che vedremo in
azione a bordo di un treno nero e rosso. Il suo cambiamento è dovuto al fatto che Lara spara a Komarovskij
 Paša che inizia a diventare Strel’nikov: Lara gli confessa il suo grande peccato, non si assolve mai del
tutto (se non alla fine con Jurij che comprende la vita nella sua complessità). Nome che anticipa il suo
cambiamento. Diventa iper-razionale e il suo correlativo oggettivo del suo modo di porsi è la sua mania per il
pulito.

Lara nota cambiamenti nel volto di Antipov  macchina inespressiva, no trascolorare dell’esistenza.

Mutamento di Paša quasi paradossale: quando L+P decidono di partire verso gli Urali  atteggiamenti
diversi nei confronti del popolo: Lara apprezza la terra e il popolo semplice (Pasternak strizza l’occhi al
potere sovietico?) mentre P ha un rapporto intellettualistico e di distacco culturale (Antipov si fa difensore
ma se ne distacca intellettualmente). Pasa si accorge che Lara non ama lui ma la sua missione, è sconcertato
dai terremoti rivoluzionari del secolo. La trasformazione si attua totalmente in Strelnikov quando parte come
volontario per la guerra.

Lara e Pasa partono per Jurjatin (avranno una figlia): vedono svaligiato il loro appartamento, porta via delle
cose ma non porta via il gioiello che i Kologrivov avevano regalato a Lara (collana sparsa tra avanzi e
briciole): sembra una scena inserita a caso e testimone della forza del caso stesso  Sinjavskij: collana come
allegoria che fa da guida nel romanzo: come se il romanzo preso in senso generale è una sorta di preziosa
collana che giace però tra il pattume della vita quotidiana, sparso in un naturale disordine. Lettore è come il
ladro che cerca ricchezza nel romanzo.

Pasternak fa coinvolgere i destini di personaggi: Lara, Jurij e Misa  sembra quasi che agisca in maniera
scoperta e deliberata: più che essere difetto e ingenuità strutturale del romanzo, è una scelta di Pasternak,
quasi esibita. Procedimento quasi artistico.

Zivago: ambiente di provenienza (e tema della pošlost) Antonina (Tonja) figura poco evolutiva,
influenzata da ruolo. Zivago invece viene dalla famiglia Gromeko (adottato dopo il suicidio del padre), nella
quale respira aria di intellettualità e raffinatezza culturale. Con Michail Gordon e Antonina Gromeko crea
una sorta di triumvirato della purezza, specchio del clima culturale delle classi colte dell’epoca d’argento, il
bisogno di tratti nobilmente assoluti  approccio alla pošlost. Triumvirato che ha atteggiamento inadeguato.
Questi tre personaggi formano un triumvirato della purezza in quanto hanno un rapporto nei confronti della
compromissione carnale complesso: visto come segno di pošlost (che vedremo cambiare). Sono dei grandi
originali, dei grandi bambini  usano parola trivialità. Ha una dimensione vicina a quella che tocca Blok
processo angelificante della Bellissima Dama (impreparati all’esistenza su quel piano).

Zivago matura, cambia atteggiamento di fronte alla pošlost quando per la prima volta si trova di fronte a
Lara: serata di musica, suona il nipote di Kjui ossia Cezar (importante compositore de Gruppo dei Cinque).
Jurij va ad aiutare il dottore per fare la lavanda gastrica alla madre di Lara (voleva suicidarsi per
avvicinamento di Komarovskij e Lara). Qui Jurij vede Lara e ha l’impressione che sia una marionetta e che
Komarovskij sia il burattinaio. (parabola di Lara che si sovrappone alla Bellissima Dama di Blok). Segreto
non era strato scoperto e la madre avvelenata fosse ancora viva. Lara non è complice è vittima cade
veramente. Zivago vede ma non è visto. “trivialità” quella cosa spaventosa e affascinante. Viene reinquadrata
la pošlost.

Dimensione non iniziata al mondo, avviene l’iniziazione con la Prima Guerra Mondiale. Non è solo medico
ma ha una doppia natura: medico e poeta, nature che sembrano non sposarsi tra loro; qui però Zivago è
abilmente creato, Pasternak sa conciliare le due nature (divisione come in Cechov): poeta non inserito nel
contesto saldo e riconoscibile nel contesto letterario, è un poeta dilettante nel senso che ha un rapporto con la
poesia molto libero (al di fuori di gruppi e circoli)  importanza dell’occhio, sia dal punto di vista medico
che poetico. Svincolato dalle convenzioni, ha un impegno e mestiere vero che lo radicano nella vita concreta.

Tonja dà un maschietto a Zivago ma sta per morire lei stessa (madre di Tonja muore
contemporaneamente) digressione lirica: Tonja sollevata dopo il parto, si parla del baldacchino (era come
se vaporasse estenuazione/ aveva appena effettuato lo sbarco di una di queste anime). Tonja è emblema del
focolare. Madre di Tonja viene seppellita nel cimitero dove riposa quella di Jurij, qui Jurij ah una concezione
quasi estetica de momento.

Jurij ferito che incontra Lara, dopo il tentato suicidio della madre e dopo lo sparo a Komarovskij. Lavorano
poi insieme in campo sanitario, cominciano a frequentarsi e Jurij si innamora della donna.

Zivago e la Rivoluzione: filosofia della rivoluzione vista da Jurij  Jurij attraversa l’esistenza, non la
sorvola, compie con Lara un percorso parallelo in quanto attraversano la vita e non si lasciano chiudere in un
ruolo. Jurij si trova di fronte il fenomeno della rivoluzione. Ci fa schierare a favore o contro l’anti sovieticità
che pare inscritta nel romanzo: no uniforme, ci sono momenti in cui Jurij vede rivoluzione come benefica e
salvifica, irresistibile e qualcosa che deve essere. Non viene visto solo come avvenimento politico, anzi,
viene trasfigurato il fenomeno poiché è poco incline a leggere nella rivoluzione un fatto meramente politico.
Si coniuga in questo punto con una sorta di dichiarazione d’amore a Lara; qui si può vedere come
l’interpretazione dell’evento storico del libro sia restituita in chiave non ortodossa, inconsueta, non canonica.
Come Pasternak fece attraversare in Zivago varie idee sulla rivoluzione: mai condensabili in fatti di ordine
banalmente politico. Rivoluzione scoppiata: rivoluzione doppia propria e comune  concilia e amplifica il
ruolo della rivoluzione intendendolo come luogo dove ogni elemento individuale deve confluire dentro un
mare (utopia).

Zivago sposa il byt (vita quotidiana) sovietico va a sbattere contro questo byt, del quale segno più
tangibile è il fenomeno dell’uplatnienie: la divisione di appartamenti che prima del 1917 erano destinate a
delle famiglie, ora destinati a più famiglie (divisi gli appartamenti in microappartamenti) e Zivago si trova ad
aver a che fare con questa circostanza, la prende in modo olimpico e sembra intonato con ciò che accade dal
punto di vista politico. Zivago è d’accordo con la divisione delle stanze. Incontra Tonja e due figli e il padre
di lei e per il fenomeno dell’uplatnenie hanno dovuto confinarsi in un angolino che prima era il loro grande
appartamento. (avete fatto bene a stringervi. Ma è ancora poco. Bisogna stringersi di più.) Racconta
dell’episodio della Guerra Mondiale e dice che nella vita dei benestanti c’era qualcosa di superfluo (tutto
definito superfluo): dichiarazione che sembra invece in linea con gli ideali sovietici. Superfluo anche il
linguaggio. Per un attimo Jurij sembra sposare la causa rivoluzionaria che ha spazzato via oggetti inutili,
sentimenti ed espressioni superflue. Cambiamento sul piano anche umano e nel campo della lingua.

Similitudine della rivoluzione un’operazione chirurgica: assimilata ad una somma suprema operazione
chirurgica “che magnifica operazione di chirurgia! Prendere e asportare artisticamente, d’un colpo, i
vecchi bubboni fetidi”. Rivoluzione come medico che asporta i bubboni dell’epoca precedente senza
cerimonie.

Se ci fermassimo qui nella lettura sembrerebbe che Novij Mir e Polikarpov lessero male l’opera in quanto
individuarono un’idea antisovietica. Qui però non c’è nulla di ideologico, ci sono punti in cui Zivago
interpreta questo cataclisma politico ma in carattere cosmico: deve ambientarsi nel nuovo ordine: abbiamo
esempi di ridenominazione dei luoghi (es. ospedale Krestovozdviženskaja ridenominato Secondo Ospedale
Riformato, ospedale dove Jurij si ritrova a lavorare, viene visto con disprezzo dam coloro che inizieranno a
lasciare il lavoro di medico in quanto non guadagnano adeguatamente). Jurij si ammala di tifo ma viene
curato dal fratellastro di Omsk, Evgraf, uomo che ha fatto una scalata al potere sovietico, è uomo di partito
molto importante.

Viaggio negli Urali. Suprema coincidenza: famiglia Zivago (Zivago, Tonja, figli e padre di lei) partono per
Varykino, località dove i Zivago avevano una loro tenuta ancor libera, si stabiliscono e vivono li vivendo di
prodotti della terra. Questo viaggio è quasi epico. Incontro tra Zivago e Strelnikov: S passa con il suo treno
velocissimo, treno della rivoluzione che sistema le circostanze. Strelnikov non conosce compromessi.
Passando in uno dei villaggio con il treno, scopre che abitanti hanno ceduto dei cavalli ai bianchi (sotto
minaccia) e così lui incendia quel villaggio, non ha mezze misure. Strelnikov passa così con la sua
straordinaria velocità che contrasta con quella lenta con cui Jurij e famiglia si spostano verso luoghi più
protetti. Incontro quasi miracoloso in quanto rappresentanti di due mondi diversi: incontro nel vagone pulito
di Strelnikov, è manifestazione di un’idea della volontà e della razionalità, quasi privo di tratti umani.
Strelnikov conosce le poesie di Zivago, critica la sua poesia in quanto introspettiva, l’io è ormai morto in
epoca post-rivoluzionaria. È uno scontro tra pari, Zivago viene lasciato libero, ma S va a sminuire il mondo
rappresentato dalla poesia di Jurij. Strelnikov fa una ramanzina a Jurij, in quanto scoordinato rispetto
all’epoca e in un certo senso superfluo.

Anticollettivismo (antiegualitarismo) di Jurij: “l’appartenere a un tipo definito è la fine dell’uomo, la sua


condanna. Se invece non si riesce a farlo entrare in nessuna categoria, se non è rappresentativo di altri,
allora già possiede metà dei suoi requisiti. È libero da sé stesso, ha ottenuto un granello di immortalità”.
Immortalità si ottiene quando non si ricade in una casella, quando non ci si lascia chiudere dentro una nuova
tabella dei ranghi.
Jurij e Lara si rincontrano nella biblioteca di Jurjatin, momento che non dura molto. Ammira la leggerezza e
semplicità con cui svolge ogni cosa = sintonia con la semplicità dell’esistenza.

Jurij con l’esercito del bosco: preso dai partigiani rossi (a loro serve un medico) per due anni, per fortuna
preso a benvolere dal capo  è strappato dal suo byt: viene così trovata una casella per Jurij contro la sua
volontà, ossia stare nel campo dei rossi suo malgrado. Rivendica a sé la figura di medico, di super partes, di
colui che è lì per guarire e non per uccidere. Durante la guerra civile si ritrova ad esser solidale con gli
avversari bianchi, i rampolli di famiglie che gli erano affini per spirito, educazione, ordine morale e opinioni.
È quasi più solidale con loro: negli anni 50 parteggiare con i bianchi era mal visto e difficile da sostenere.

Episodio di Serëža Rancevič: attesta come Jurij si voglia mantenere in condizione di neutralità nella guerra
civile, senza sparare a nessuno, ma non può farlo finirà per sparare a Rancevič, che però poi soccorrerà.
Episodio di due soldati di fazioni diverse che si portano dietro un amuleto/astuccio dove sono contenuti i
passi da un medesimo salmo (n 90), simbolo di comunanza. Pasternak getta un ponte di comunanza su un
piano sovrapersonale religioso, c’è qualcosa che unisce gli esseri umani anche in circostanze divisive.

Ci sono spaccati violenti: umano inviato dai bianchi ad ammonire i rossi, un rosso preferisce uccidere moglie
e figli pur di non vederli nella contingente indigenza. Per Zivago non ci sono rossi e bianchi, ma esseri umani
che rivaleggiano in barbarie.

C’è dunque mancanza di una presa di posizione netta sulla differenza ideologico-umana tra rossi e bianchi
(in questo senso la posizione di Pasternak aspira a essere impossibilmente neutra.

23/02/2021

Guerra civile: fase di assestamento molto feroce della prima epoca sovietica. Permanenza di Jurij nel bosco:
episodio impossibile poiché trova risoluzione attraverso una sorta di miracolo чудо в Доктор Живаго
dottor si trova schierato fisicamente nei rossi, deve anche uccidere (convenzione vuole che il medico non
debba uccidere) fa di tutto purché lo sparo non sia letale. Tenta di sparare a degli alberi, ma una pallottola
colpisce uno dei bianchi, rispetto ai quali Jurij si sente solidale: dichiarazione di preferenza verso i bianchi
 in mano ai recensori come Novij Mir solidarizzare con i bianchi era un delitto. Jurij crede di aver privato
un essere umano della propria vita, quando in realtà non l’ha ucciso ma solo ferito. Poco prima era stato
ucciso nella parte dei rossi un telegrafista. Ciò che accumuna le due figure uccise: si portano dietro
rispettivamente un amuleto e un astuccio che contengono passi del medesimo salmo (n 90/91). Jurij vestirà il
bianco con i vestiti del telegrafista rosso, dunque lo lascia andare e tornare nelle file di Kolčak (è uno dei
tanti militari di grado alto dei bianchi che assedia la Russia sovietica nel tentativo di ristabilire lo status quo
antem)  con questo episodio Pasternak vuole accumunare le sorti delle due figure che sono dal punto di
vista bellico opposte, li accumuna ad un piano che va oltre la belligeranza ossia siamo tutti esseri umani. Ciò
che li accumuna inoltre sono le loro barbarie. (ciò non poteva piacere ai recensori di Novij Mir)

A proposito l’intervento di Polivanov su Arzamas: parla appunto del miracolo che accade. Racconta la
vicenda di Sereža Rancevič (colpito da Jurij per rimbalzo). Non è ferito mortalmente, salvato dal salmo.
Viene fatta un’operazione poco ortodossa dal punto di vista della mera interpretazione di un testo:
personaggio di Živago è come se parteggiasse per i bianchi, fatto traslato sull’autore come se non esistesse
una separazione tra autore-personaggio. Živago desidera essere dalla parte dei bianchi. Viene sottolineato
come sia impossibile, una volta che si è nel cuore del conflitto, prendere una decisione laterale o sopra ad
esso, non è possibile dunque una neutralità: il conflitto ingloba. I parla del miracolo che consente una serie di
incroci di destini, incontri impensabili e quasi impossibili. Miracolo: salvarsi e custodirsi dei versi tramite
l’aiutante magico che è il fratellastro Evgraf.

Živago inizia a cambiare punto di vista riguardo la rivoluzione Posizione di Živago non era così ostile e
contrario, era moderatamente positiva e interpretazione supera evento storico assurgendo a categorie più alte.
Come il personaggio si rapporta alla lingua: veniva visto un cambio nella lingua dopo il 1917, come
comparsa di acronimi. Inizia però poi a vedere un eccesso di astrazione e abbreviazione. Vediamo la
declinazione nel tempo della rivoluzione attraverso gli occhi di Zivago. Si sopisce l’entusiasmo con cui Jurij
aveva salutato a suo tempo l’energia positiva, senza fronzoli, sbrigativa della neolingua sovietica, la quale
ora appare sempre più strampalata e ingessata nelle sue manifestazioni più astratte e propagandistiche. “un
tempo, nella sua vita, si era entusiasmato per l’immediatezza di quella lingua e per la linearità del pensiero
che esprimeva. Possibile che per questo sventato entusiasmo fosse condannato a non vedere mai più altro in
vita sua se non queste stesse esclamazioni e rivendicazioni strampalate, destinate a restare immutate nel
corso degli anni, a via via sempre più astratte, incomprensibile e inattuabili?”

Dichiarazione apertis verbis che Lara = Russia. “non amo i giusti, quelli che non sono mai caduti, che non
hanno mai messo il piede in fallo. La loro virtù è morta e di scarso valore. La bellezza della vita non si è
loro rivelata.” La dimensione espansa di Lara si fa sempre più ampia, ad un certo punto Lara, paragonata
inizialmente alla vita, ora paragonata alla Russia. Lara espansa al suo ruolo e dunque tende uscire da esso, si
trova assolta dal suo peccato. Zivago dice che la bellezza si rivela anche attraverso le cadute. “Ecco, una
sera primaverile, in cortile. L’aria tutta ricamata di suoni. Le voci dei bambini persi nei loro giochi
disseminate in luoghi a varie distanze, come a segnalare che lo spazio è tutto permeato da qualcosa di vivo.
E questa lontananza è la Russia, la sua incomparabile, celebre madre la cui fama risuona oltre i mari, la
Russia martire, ostinata, strampalata, folle, venerata, con colpi di testa eternamente grandiosi e funesti, che
mai è possibile prevedere! Oh, com’è dolce esistere! Com’è dolce vivere al mondo e amare la vita! Oh, che
voglia di dire grazie alla vita stessa, alla stessa esistenza, dirglielo così, direttamente! Ecco, questo è Lara.
Con quelle cose non è possibile comunicare, e lei è la loro rappresentante, la loro espressione, il dono
dell’udito e della parola concesso ai principi muti dell’esistenza”. Bellezza e paradossale purezza della
donna caduta, ossia Lara, che confessa a Jurij i suoi trascorsi con Komarovskij. Jurij ne parla: viene assolto il
suo peccato, in questo punto abbiamo il suo definitivo affrancamento dal fardello del passato. Momento in
cui viene smacchiata della sua colpa antica.

Critica della rivoluzione come soppressione dell’istinto all’opinione propria (di nuovo viene messo in rilievo
l’elemento individualizzante, caratterizzante, “originalizzante”: si ricordi quanto detto da Živago in
precedenza sulla Rivoluzione con foce armonica delle diverse individualità). La Rivoluzione, quando smette
di essere artistica e imprevedibile, diventa ripetitiva e schiacciante, perché “colonizza” l’immaginazione
(dichiarazione della rivisitazione dell’apprezzamento nei confronti della rivoluzione): “la principale
disgrazia, la radice del male futuro fu la perdita della fede nel valore nella propria opinione. Si immaginò
che fossero passati i tempi in cui si seguivano le suggestioni dell’istinto personale, che adesso fosse
necessario cantare a una sola voce, vivere di concetti altrui, imposti a tutti quanti. Ha cominciato a
estendersi il dominio della frase, dapprima monarchica, quindi rivoluzionaria” principio di individualità che
Živago salutava inizialmente come individualità che deve confluire in una rivoluzione che salvaguardasse
queste individualità. Ora il male è che queste non sono conservate.

I Gromeko (Tonja, padre e nipoti) vengono spediti fuori dalla Russia, a Parigi, questo episodio è allusione di
un fatto accaduto realmente: espulsione dalla Repubblica sovietica nel 1922 di varie centinaia di personalità
della cultura che il nuovo potere comunista, uscito vincitore dalla guerra civile, riteneva potenzialmente
pericolose per la propria totale egemonia ideologica e culturale. (la cosiddetta Nave dei Filosofi – articolo di
Vittorio Strada). Философский пароход.  epurazione intellettuale.

Nel romanzo ricompare Komarovskij, offre la salvezza a Lara (che ne ha bisogno come moglie di Strelnikov,
il quale è caduto in disgrazia) e a Jurij (come uomo avente una visione idiosincratica e quindi sospetta della
Rivoluzione). Komarovskij è Ministro della Giustizia in Estremo Oriente, a Vladivostok, in una zona in via
di comunisticizzazione. Così Komarovskij parla a Jurij: “esiste una sorta di stile comunista. Pochi vi si
adattano alla perfezione. Ma nessuno infrange questo modo di vivere e di pensare quanto voi”. Esiste uno
stile comunista, non dice quale sia, non viene stabilito ma si sa che eiste. (Komarovskij vuole mantenere il
potere su Lara, per questo offre salvezza a Lara).

Nel romanzo abbiamo una parte consistente della redazione del taccuino di Živago: il personaggio approfitta
del momento di “stasi”, di forzato eremitaggio, per scrivere su: meccanismo della composizione, rapporto tra
poesia e realtà, opera selettiva della memoria in poesia, ruolo di “genio buono” di Evgraf (il fratellastro
aiutante magico), Puškin, Čechov e altro ancora. Vi si trova anche – non furbesca né servile - una
glorificazione del lavoro manuale. Filosofia di Zivago che è nettamente antisovietica. Contenuto non
romanzesco e quindi contribuisce all’eterogeneità dell’opera bisogno di riempire il romanzo di contenuti
non propriamente romanzeschi, così come Tolstoj inseriva parti di filosofia della storia/manovre militari in
Guerra e Pace. Bisogno di nuovo di non esser racchiusi in un ruolo (vedi anticollettivismo, appartenere ad
un tipo definito è la fine dell’uomo) si entra in rotta di collisione contro l’unanimità che lo stato sovietico
chiedeva ai suoi sudditi. Jurij distante fisicamente dalla Rivoluzione.

Nuovo incontro tra Jurij e Strelnikov (quasi trasformato di nuovo in Paša Antipov): quest’ultimo visita Jurij
e discutono di Lara, che si fa anche figura, a suo modo, “anticipatrice dell’idea di rivoluzione”. Punto
importante: cosa legge Pasa nella figura di Lara, modo politico e coartante, molto limitante. Vedeva anche in
Lara un esempio in quanto soggetta alle angherie/ possibilità di essere angariata da Komarovskij, vedeva un
segno drammatico dell’epoca: “Voi non potete capire (riferito a Živago). Siete cresciuto in un altro modo. Io
sto parlando di un mondo di periferie urbane, un mondo di strade ferrate e di casermoni operai. Sporcizia,
ressa, miseria, oltraggio dell’uomo come lavoratore, oltraggio della donna. C’era l’insolenza beffarda,
impunita del vizio, dei figli di papà, degli studenti con le fodere bianche e dei piccoli mercanti. Una battuta
o uno scatto di irritazione sprezzante erano la loro risposta alle lacrime e ai lamenti di chi era stato
depredato, offeso, sedotto” Lara non appartiene al ceto popolare di Paša (madre imprenditrice in quanto
sarta). “Era una ragazza, una bambina, ma sul suo volto, nei suoi occhi, già era possibile leggere un
pensiero ansioso, l’angoscia del secolo. Tutti i temi del tempo, tutte le sue lacrime e le offese, tutti i suoi
impulsi, tutta la sua vendetta accumulata e l’orgoglio erano impressi sul suo volto e nel suo portamento,
nella mistura del suo pudore verginale e dell’ardita armonia del corpo. L’accusa al secolo avrebbe potuto
essere fatta in suo nome, con le sue labbra […] è una sorta di predestinazione, di marchio. È qualcosa che
si ha per natura, a cui bisogna avere il diritto.” Lara consenziente e lusingata che uomo importante la
seduca. Sorta di predestinazione: Lara letta come colei per cui bisogna battersi, in lei è racchiusa idea di
necessità di riformare il mondo (anche se classe di provenienza di Lara è diversa da quella di Paša) viene
vista come figura oppressa e deturpata, nel nome della quale bisogna combattere. Chi legge bene la figura di
Lara? Jurij (abbraccia tutti i suoi peccati) o Paša (uno dei momenti che lo spinse combattere)? (Jurij sa
abbracciare più parti/sfaccettature di Lara rispetto a Pavel). Elemento di improbabilità in questa scena:
entrambi gli uomini che amano Lara che parlano insieme di lei.

Strel’nikov si suicida e il suo sangue raggrumato forma nella neve palline rosse, come bacche di un sorbo
gelato (richiamo di sorbo). Sorbo (рябина) già trovato, capitolo del sorbo nello zucchero, così ritorna nel
romanzo. Preferenza nell’elemento della natura, ci sono molte pagine sul sorbo, è uno dei tanti squarci del
dottor Živago.

Parte finale del romanzo: inizio della Nep, Jurij vive ancora qualche anno. Vive a Mosca in compagnia di
Vasja Brykin, che di mestiere fa quello che stampa con Jurij degli scritti del Dottor Z è nel periodo della
NEP che è ancora consentita iniziativa di tipo privato, dunque anche editoria. Grazie a Vasja (poi litigherà
con il dottore e si separerà da lui) riesce a commerciare qualche opuscoletto scritto da lui che hanno come
argomento l’individualità come fondamento ideologico dell’individuo, dunque va contro ciò che si avvia ad
essere uno spazio totalmente collettivizzato e questo avverrà in maniera più marcata con la fine della NEP e
dunque con i Piani Quinquennali. Negli anni 20 ancora la letteratura ha nomi che permettono di parlare di
poetiche diverse come Babel’-Armata a Cavallo e Oleša- l’Invidia ossia opere che non si incastrano nel
realismo socialista. C’è un fermento intellettuale che permette che manifestazioni meno conclamate e
sotterranee come la pubblicazione di opuscoli a tema di individualità possa trovare pubblicazione. Jurij ha
una fama quasi misconosciuta, deve anche fare l’uomo di fatica per guadagnarsi da vivere. Scopre ad
esempio molte persone che speculavano nel periodo della NEP (improvvisi arricchimenti), Živago si trova
appunto in casa di uno di questi uomini economicamente forti (habentes dell’epoca) per fare un lavoro di
fatica, scopre che questo sta sottolineando le prime edizioni dei libri suoi stampati con Vasja. (opuscolo di
Živago), ha in casa l’uomo che scrive quelli scritti ma non ne è a conoscenza.
Grado di abbruttimento: Jurij si lascia andare, abbruttisce. Lo ritroviamo a casa della famiglia Markel
Ščapov, suo ex factotum, che ora spadroneggia come rappresentante della classe vincente (scena della
trasposizione cinematografica in cui Jurij viene invitato, paternalisticamente, a leggere una poesia di
Dem’jan Bednyj, e legge invece un suo stesso capolavoro, Gamlet, prima poesia di quelle infondo al volume)
Jurij si accasa presso di lui, anzi presso la figlia Marina, la quale si innamora del dottore dandogli dei figli.
Da figura che apparteneva all’élite della famiglia, ora ricopre ruolo decorativo all’interno della compagine,
capeggiata da Markel. Jurij avrà dei figli dalla figlia di Markel

Terza ed ultima dimensione: sa di essere cardiopatico, anticipa dunque la sua morte, interessante come
Zivago penetri l’epoca. Jurij vede nelle malattie fisiche una specie di somatizzazione dovuta a turbamenti
morali. Si sofferma su tratto del double thinking e ne enuncia il principio deleterio: incursione nella
psicologia dell’homo sovieticus e delle ripercussioni di questo double thinking. “Ai giorni nostri sono
diventate molto frequenti delle forme microscopiche di emorragie cardiache. Non sono tutte mortali. In
alcuni casi le persone sopravvivono. È la malattia del nostro tempo. Penso che la causa sia di ordine
morale. Dalla stragrande maggioranza di noi si pretende una costante ipocrisia, che è eretta a sistema.
(critica palese al sistema sovietico) Non è possibile che non abbia conseguenze per la salute il doversi di
giorno in giorno mostrare diversi da quello che si prova; farsi in quattro dinanzi a quello che non si ama,
gioire di quello che ci porta sventura. Il nostro sistema nervoso non è fatto di parole vane, non è
un’invenzione. […] La nostra anima occupa un posto nello spazio e si installa in noi come i denti nella
bocca. Non la si può in continuazione forzare impunemente.” Rappresentato il sistema per cui homo
sovieticus deve celare ciò che prova nei confronti del sistema, deve sorridere a ciò che accade, fare buon viso
a cattivo gioco e secondo Jurij questo fa male alla salute.

Si noti che Jurij ha 40 anni (è circa del 1889/1890 come Pasternak), come dice il suo amico Gordòn (invece
inserito nell’establishment dell’epoca) “è finito in nulla” è un uomo che non si è mai davvero adattato al
sistema sovietico, nonostante la sua sublime passività, è quasi un uomo superfluo. La sua morte arriverà in
un contesto molto prosaico, ossia su un tram mentre sta andando all’ospedale Botkinskaja; incrocia con lo
sguardo una vecchia signora canuta ossia Mademoiselle Fleury, donna che Jurij aveva conosciuto e alla
quale verrà concesso il visto per espatriare e tornare nella sua patria in Svizzera (cosa a cui Jurij non viene
concessa per raggiungere i suoi in Francia) parallelismo in quanto costei accompagna il suo piccolo
calvario di cardiopatico alle prese con il caldo. È un parallelismo stradale che diventa esistenziale. Così come
si muove Jurij, si muove la Madamoiselle Fleury: destino di Jurij che si muove verso la morte e della donna
che lo supera e gli sopravvive.

Parte finale – riesumazione di coincidenze (non solo attuate ma verbalizzate in quanto meccanismo, con
procedimento metaletterario scoperto, quasi esibito). “Camera ardente” dove si trova il corpo del dottore-
poeta è la stessa dove si era consumata la confessione di Lara a Paša (Paša l’aveva presa in affitto tempo fa),
mentre Jurij notava la candela attraverso il vetro passando in slitta con Tanja per andare alla festa degli
Sventickij, dove Lara si dirigerà subito dopo per sparare a Komarovskij. Sempre lì si ritrovano Evgraf e per
puro caso Lara che lì si era recata, essendo la stanza una di quelle affittate da Antipov durante la sua vita
studentesca: Lara ed Evgraf cercheranno di occuparsi dei manoscritti di Jurij, ma soprattutto parleranno della
figlia Tanja, avuta da Lara e Jurij, poi finita tra i besprizorniki (bambini randagi, fenomeno sovietico di
imponente portata dopo il 1917). Anche Lara morirà, anonimamente, arrestata, forse, in piena epoca
staliniana, ma quella circostanza verrà riscattata ed eternata da una delle poesie di Jurij poste in fondo al
romanzo.

Romanzo non finisce così: epoca tardo staliniana. Storia di Tanja Živago (estate 1943) che “per ironia della
sorte non è affatto una creatura eccezionale, ma una giovane e umile lavandaia, dal comunissimo nome”
(Spendel).

Da una conversazione di Miša Gordòn e Dùdorov si apprende la notizia (piena Seconda guerra mondiale-
Grande Guerra Patriottica). C’è l’intendimento della guerra come vita reale e, seppur dolorosa, purificatrice
rispetto all’astrattezza dell’epoca staliniana. Guerra che porta realtà: “e quando scoppiò la guerra, i suoi
orrori reali, il pericolo reale e la minaccia di una morte reale furono un bene al confronto con l’inumano
dominio della finzione e portarono un sollievo perché misero un limite alla magica forza della lettera
morta”.

Tra il 1948 e il 1953: Miša Gordon e Dudorov leggono poesie di Jurij (poesie con le quali si conclude il
romanzo stesso). Prima poesia è la già citata Amleto (Гамлет), della quale si veda l’analisi di Strada

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