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1855-1991 panorama storico culturale
1881, 1 (13) marzo Alessandro II viene ucciso dai membri di Narodnaja volja, organizzazione
populista dedita a lottare contro il governo
Successore Alessandro III (1881-1894) si fa difensore dell’autocrazia assoluta, ribadendo il motto
parvoslavje (ortodossia) samoderzavje (autocrazia) narodnost (nazionalità0carattere patriottico
dunque). Alessandro III viene così definito il primo nazionalista salito sul trono russo. Si pongono
entrambi nella linea della conservazione come anche Alessandro II. Associati a lui ci sono
Konstantin Pobedonoscev procuratore del Santo Sinodo; Michail Katkov giornalista di tendenze
prima liberali e poi conservatrici, apologeta dell’autocrazia illimitata e centralizzata al massimo. ->
periodo in cui la Russia inizia a leggere
Primi sviluppi di capitalismo russo e pauperizzazione delle campagne. La Russia porterà al
potere una classe formata in tempi veramente brevi.si rafforzano i centri industriali soprattutto nella
parte europea ossia Niznij Novgorod. Nasce il primo partita marxista non in Russia ma a Ginevra da
Georgij Plechanov
Aleksandr Ujanov (fratello di Lenin) tenta di uccidere Alessandro III
Ascesa di Nicola II 1894
• 1897 introduzione della valuta aurea, introdotte le basi di ingegneria finanziaria
• Investimenti dall'estero nel creare industrie, per l'urbanizzazione delle città e sviluppo di un
proletariato operaio
• Minsk, primo congresso del partito social democratico PSDPR poi nel 1903 avviene la
spaccatura tra bolscevichi e menscevichi a Bruxelles e poi a Londra
Attentati riusciti all'inizio del 900:
1. 1901 ministro dell'istruzione
2. 1902 ministro degli interni
3. 1904 ministro degli interni
4. 1905
03/10/2019
Letteratura vera e propria, non come quella della russa antica, poiché ora si concepisce proprio come opera
d’arte, scritta da una sola persona e dunque si può leggere il nome dell’autore.
Possiamo anche ritrovare connotati tipici dell’autore nella sua opera.
Dinamica di alternanza di momenti in cui predomina poesia/prosa.
Nel 700 e fino alla prima parte dell’800 la letteratura russa viene tracciata dalle coordinate della poesia: il
Settecento può quindi considerarsi leggibile all’insegna del dominio della poesia. Prendere in
considerazione Derzavin, Lomonosov e Tredjakovskij: vengono da loro codificate le norme della metrica
russa. Lomonosov -> Lettera sulle regole della versificazione russa; Lomonosov -> Nuovo e breve metodo
per la composizione dei versi russi.
Critico e grande scrittore -> Jurij Tynjanov: 700 = “funzione oratoria, emotivamente
abbagliante, della parola poetica”. Ruolo di poeta di corte di Lomonosov -> scrivere era per lui un
compito, un mandato, le circostanze glie lo commissionano. Lomonosov è classicista, distribuì i vari stili che
andarono poi a creare i vari generi -> organizzazione dei generi. Ode occupa il posto più alto.
Passaggio al periodo del Romanticismo -> chiamato secolo d’oro ossia Zolotoj Vek (1800). Poesia domina in
maniera incontrastata ma inizia a venir fuori la prosa, infatti possiamo prendere in considerazione Puškin,
Lermontov e Baratynskij. Tynjanov afferma che “i fenomeni nuovi vanno a stabilirsi al centro (prosa) e il
centro si trasferisce nella periferia”. Fino ai primi tre decenni dell’800 la poesia comunque domina.
Lidja Ginzburg: compiti della letteratura -> dare impronta civile sia schiudere la vita dell’anima -> quindi
estroflettere sé stessi e parlare di ciò che succede nel mondo e introspezione, dando forma all’animo.
C’è quindi una cesura negli anni 40 che ci fa dire che letteratura imbocca la strada della prosa, inizia quindi
questa a dominare. Il passaggio avviene poiché la poesia inizia ad avere un ruolo marginale, ciò dura quasi
fino alla fine dell’ultimo decennio dell’’800 -> si parlerà dunque di Serebrinyj Vek (secolo d’argento).
Anni 80-90 del XVIII -> sviluppo della prosa a partire da Radiščev e Karamzin.
La crisi della poesia inizia a manifestarsi attorno agli anni 30 poiché ci sono meno versi buoni, la cultura
della poesia si avvicina a una situazione di stagnazione (zastoj) e poi di decadenza (spad).
Esplosione creativa di Puškin, nel 1830:
Finisce Evgenij Onegin (romanzo in versi)
Completa il ciclo di Racconti del defunto Ivan Petrovič Belkin
Scrive Malenkie tragedii (piccole tragedie) -> commedie condensate in versi
Poemetto Domik v Kolomne (casetta a Kolomna) Lunga serie di poesie
Jurij Lotman afferma che i Racconti di Belkin sono la base di tutta la prossima prosa. Geroj našego
vremeni -> romanzo sì, ma in realtà si tratta di una concatenazione di varie novelle messe in una cornice,
poiché vengono dati tre punti di vista.
Un eroe del nostro tempo è definibile spartiacque tra i due periodi. -> la situazione di Pečorin anche se
personalissima assume comunque un significato sociale.
Possibile definizione di realismo: rappresentazione dell’uomo e della società nel loro essere determinati
dall’ambiente naturale, nazionale, storico e sociale in cui nascono, esistono e mutano.
Docenko -> pathos fondamentale della letteratura del realismo: analisi e critica della società in cui si trova
a vivere l’uomo. È possibile quindi definirlo realismo critico, riscontabile nei libri Šinel di Gogol’, Zapiski
ochotnika di Turgenev, Anna Karenin di Tolstoj, Bednye ljudi di Dostoevskij e Gospoda Golovlëvy di
Saltykov-Šcedrin.
Vissarion Belinskij critico dell’800 -> muore nel 1848 quindi vede solo una parte di ciò che avverrà.
Riteneva che in una società priva di libertà di parola e di opinioni politiche, la letteratura invece aveva un
ruolo particolarmente edificante. -> assume compiti che non le sono proprie, ma in Russia sì: ci si aspetta
che letteratura sia rilevante non solo per lo scrittore ma per la società, affinché la aiuti a risolvere i
problemi, il compito è così extra-letterario.
Sootvetstvie dejstvitel’nsoti -> corrispondere alla realtà, combaciare con il reale.
Dmitrij Pisarev e Saltikov-Šcedrin si sono chiesti a cosa servisse la poesia, poiché lo trovava inutile per
raccontare di ciò che succede fuori/per implicare la società.
07/10/2019
Tynjanov su Nekrasov -> i sostenitori accettavano la poesia nonostante la forma e gli avversari la
respingevano a causa della forma. Ciò poiché era accettata la tematica delle sue poesie.
Come veniva vista la sua poesia?
tollerata grazie alle sue istanze latamente politiche
si sforzava a liberarsi di quanto potesse essere considerato e recepito come poetico.
L’apparente semplicità nasceva come preciso effetto artistico
Poesia della verità
prima viene la persona poi viene la sfumatura del poeta, si deve prima essere cittadini, poi poeti.
Idea del poeta civile, Bonamour considera Nekrasov come poeta che si poneva al di sopra di ogni distinzione
tra contenuto e forma.
Nekrasov: troika é scritta in tripodia anapestica con alternanza di piana e tronca (femminile e maschile)
Metrica russa:
tradizione fortemente formale, scrive su una base chiamata sillabo tonica: i poeti scrivono non solo
preoccupandosi delle sillabe ma anche di dove posizionano l’accento, piuttosto regolare.
5 figure di base:
MISURE BINAMICHE
Piede trocheo (хорей): prima sillaba accetata, la seconda no.
Es: буря мглою небо кроет (tetrapidia trocaica)
Giambo (ямб): es Onegin, é diametralmente opposto alla trocaica: prima non accentata e la seconda
si
Es: пора, пора, рога, трубят (tetrapidia giambica)
Tonche maschili
Piane femminile
Native sdrucciolevole
(Cholševnikov schema metrico)
08/10/2019
Testi di Nekrasov sono molto lunghi anche perché spesso sono narrativi, appunto come Мороз красный
нос. La focalizzazione è esterna, ossia il narratore non partecipa ma ovviamente tutto è filtrato dagli occhi
del poeta.
Il contenuto è quello dell’inno della forza e bellezza interiore della contadina Daria. Suo marito le fu
sottratto da una malattia (marito si chiama Prokov). Nekrasov accompagna la contadina fino alla sua morte,
la quale è filtrata attraverso lo sguardo folcloristico -> rielaborazioni letterarie del folclore, non è un
prelevamento puro e semplice. In questo poema infatti la critica ha trovato dei punti in cui ci sono dei
rimedi popolari che il popolo credeva efficace (quando si cerca di curare Prokov), l’altro elemento folclorico
è quello della lamentazione per il defunto (defunto -> покйник). Vedova: вдова
Глядит — хорошо ли метели
Лесные тропы занесли,
И нет ли где трещины, щели
И нет ли где голой земли? (XXX)
Mentre è a rendere la legna, incontra il мороз-воевода. Nekrasov inizia a focalizzare di più sul generale ->
“мороз-воевода дозором обходить владенья своя” -> il generale supervisiona i suoi possedimenti.
“глядит - хорошо ли метели”
Inizia un battibecco tra Daria e il generale, il quale la stuzzica e la invita a rispondere.
— Тепло ли тебе, молодица? —
С высокой сосны ей кричит.
«Тепло!» — отвечает вдовица,
Сама холодеет, дрожит. (XXXII)
Сосна è pino. La contadina risponde che ha caldo, per far vedere che comunque è forte, ma in realtà sta
tremando. Sembra che il generale stia assumendo i connotati di Prokov.
И вот перед ней опустился!
— Тепло ли? — промолвив опять,
И в Проклушку вдруг обратился,
И стал он ее цаловать (XXXII)
Ha iniziato a baciarla, poiché l’avvicinamento si fa sempre più trapassante in chiave erotica. Continua il suo
sogno rievocando la vicenda successa con il marito ma alla fine muore
Ни звука! Душа умирает
Для скорби, для страсти. Стоишь
И чувствуешь, как покоряет
Ее эта мертвая тишь.
Ни звука! И видишь ты синий
Свод неба, да солнце, да лес,
В серебряно-матовый иней
Наряженный, полный чудес,
Влекущий неведомой тайной,
Глубоко-бесстрастный... Но вот
Послышался шорох случайной —
Вершинами белка идет.
Ком снегу она уронила
На Дарью, прыгнув по сосне.
А Дарья стояла и стыла
В своем заколдованном сне... (XXXVI)
Ком снегу -> palla di neve. Viene usato снегу perché serve alla metrica, non avrebbe combaciato il giusto
genitivo снегa.
Sulle cime assa uno scoiattolo che fa cadere una palla di neve sopra Daria, che è ferma e si sta raffreddando,
nel suo sonno incantato/fatato/stregato.
Rimedi popolari tipici del folclore: serie di riti, che sono quasi divertenti.
Случилось в глубоком сугробе
Полсуток ему простоять,
Потом то в жару, то в ознобе
Три дня за подводой шагать:
Покойник на срок торопился
До места доставить товар.
Доставил, домой воротился —
Нет голосу, в теле пожар!
Старуха его окатила
Водой с девяти веретен
И в жаркую баню сводила,
Да нет — не поправился он!
Тогда ворожеек созвали —
И поят, и шепчут, и трут —
Всё худо! Его продевали
Три раза сквозь потный хомут,
Спускали родимого в пролубь,
Под куричий клали насест...
Всему покорялся, как голубь, —
А плохо — не пьет и не ест!
Еще положить под медведя,
Чтоб тот ему кости размял,
Ходебщик сергачевский Федя —
Случившийся тут — предлагал.
Но Дарья, хозяйка больного,
Прогнала советчика прочь:
Испробовать средства иного
Задумала баба: и в ночь
Пошла в монастырь отдаленной
(Верстах в тридцати от села),
Где в некой иконе явленной
Целебная сила была.
Пошла, воротилась с иконой —
Больной уж безгласен лежал,
Одетый как в гроб, причащенный,
Увидел жену, простонал
И умер...
Potere delle icone è unico.
Afanasij Afanasevič Šenšin Fet
Definibile poeta puro -> poesia e realtà non hanno nulla in comune secondo Baevskij
È disinteressato dei temi civili e sociali impegnati. Non si ispira al mondo reale, come fece invece Nekrasov.
Nessuno si attenne alla teoria l’arte per l’arte come fece Fet, si concentra soprattutto sulla bellezza e
sull’amore, concentrati sulla natura -> temi eterni. La poesia non deve avere nessuno scopo al di fuori di sé
stessa:infatti dichiarò che un’opera d’arte in cui ci sia senso (collegamento esplicito e diretto che rende il
testo decifrabile e comprensibile con un messaggio chiaro e inevocabile) per lui non c’è.
Afferma che i contenuti di pensiero gli creano riso, non li considera (non considera idea di uomo, anima o
natura filosofica) ma può interessargli molto di più due uccellini che litigano.
Liriche
Versi scritti in trochei, due testi che avevano fatto epoca, testi telegrafici, molto brevi.
Чудная картина
Questa poesia lo renderà una specie di zimbello poiché scrive senza verbi. Gasparov -> studia la coesione e
la struttura interna: la struttura guida il nostro occhio. L’attore è il nostro primo occhio poiché prima
guarda davanti a sé, guarda verso l’alto, ampia il campo visivo, si abbassa e poi si concentra in un punto. La
successione è ordinata: innalzamento, allargamento, abbassamento e restringimento. Il critico inoltre dice
che ci muoviamo anche non solo fisicamente all’interno del quadro che viene tracciato ma anche tra due
poli, poli fondamentali che caratterizzano la nostra disposizione d’animo dunque dell’essere umani, rispetto
al testo i due poli sono
Soggettivo: partecipazione emotiva
Oggettivo: distaccamento contemplativo
Nei primi due versi partecipiamo emotivamente, poi c’è una descrizione che quindi è oggettiva, non ci
induce all’emotività; quando la slitta lontana è solitaria, c’è di nuovo la partecipazione del lettore alla
solidarietà e dunque all’emozione.
Шепот, робкое дыханье
В дымных тучках пурпур розы, nelle nuvolette simili a fumo della porpora rosa
Отблеск янтаря, il riflesso dell’ambra
И лобзания, и слезы, e baci e lacrime
И заря, заря!.. e l’aurora, l’aurora!
È un incontro amoroso, è un amplesso. Il volto cambia -> passaggio notturno, ambiente notturno nel quale
due persone si incontrano. Lacrime -> separazione. Annegano in una serie di percezioni che non sono molto
naturalistiche, poiché la natura viene trasfigurata-> nuvolette simili al fumo della porpora rosa.
Di nuovo una poesia senza verbo poiché a lui non interessava l’intreccio e la trama.
Organizzazione della poesia secondo Gasparov: udito nella prima strofa, vista nella seconda e nella terza,
ma nella terza c’è una variazione cromatica.
La sua poesia era controcorrente appunto perché si cercava qualcosa di civile, doveva essere una poesia
impegnata.
Sentimenti nella loro fase aurorale, avvisaglie di sentimenti abbozzati, un sorriso di tedio tormentoso,
l’ameno tormento dell’anima. Fet si ispirava di più alla musica che alla poesia tradizionale: la musica non
contiene parole -> aspirazione massima per lui è scrivere senza scrivere.
10/10/2019
Ivan Sergeevič Turgenev (1818-1883)
Primo scrittore nella letteratura russa ad aver iniziato ad indagare la personalità del “homo nobus” degli
anni Sessanta, le sue qualità morali e le peculiarità psicologiche, proprio grazie a lui nella lingua russa è
stato ampiamente usato il termine “nichilista” (никилист)
Le memorie si son accumulate nell’anima dello scrittore per 10 anni, ossia già dal 1842. La maggior parte
del libro viene scritto all’estero, nelle vicinanze di Parigi. Possiamo dire che assomiglia a Un eroe del nostro
tempo, poiché anche lui pensò poi di raggruppare tutti i racconti in una sola opera. Nel 1852 si tirano le
somme di cinque anni di lavoro. Bisogna considerare il fatto che buona parte della sua vita la visse in
Francia, quindi anche a contatto con scrittori stranieri e francesi. Si affaccia all’Europa come ambasciatore
della letteratura russa che era poco conosciuta all’epoca o comunque considerata male.
Il racconto che diede avvio al Zapiski ochotnika è Chor i Kalinyč finito nel dicembre del 1846, uscito nella
rivista Sovremennik (rivista creata da Puškin): importante perché apparteneva all’ala sinistra del
parlamento letterario dell’epoca -> circuito di pre-accoglimento, diventando implicitamente opera dai tratti
civili e impegnati. Turgenev è distante dalla politica, è innanzitutto uno scrittore anche se la sua opera
assume dei tratti civili poiché pubblicata nella rivista. In questo racconti i personaggi vengono associati a
Socrate, soprattutto Chor (“la forma del viso ricordava quella di Socrate”) -> è una figura complessa
poiché è anche capace di alienarsi ossia incantarsi come un eterno bambino, quasi come un poeta-profeta, è
tuttavia appunto molto intelligente e profondo. È un personaggio realmente esistito, quindi Turgenev parte
dal reale. Chor si ritiene superiore al suo stesso padrone.
Sovremennik-> ospitava anche dati statistici: nel numero 9 venne pubblicato il racconto Smert’, legato
idealmente ai dati statistici sulle morti in campagna. Il racconto venne anche letto da Nicola I, che non ne fu
contento. Il fatto di pubblicare il racconto Chori i Kalinyč nella rivista testimonia quanto fosse buono il
rapporto tra Turgenev e la rivista ed anche un’attenzione di Turgenev ai contenuti della rivista, che trova
persino riflesso nell’opera stessa.
La fusione tra istanze sociali e compiti di indagine psicologica è perfetta, tanto che le prime rampollano le
seconde.
Il libro è complicato, raggiunse anche in maniera capillare luoghi impensabili, ne sono state fatte 120
ristampe e proprio a contribuire la celebrità del libro è il tono di interesse che assume l’autore ossia la
сдержонность ossia modi contenuti. Herzen disse che Turgenev non usa espressioni energiche, ma anzi
ha un modo del tutto imperturbabile e quindi obiettivo/oggettivo, avvalendosi soltanto di uno stile che
intensifica l’impressione che si ha grazie a questo atto d’accusa, scritto in modo poetico, contro la servitù
della gleba. -> riassunto della poetica + politica.
Come fece ad uscire questo libro durante Nicola I? -> caso di mal interpretazione dell’opera letteraria,
poiché il censore L’vov caldeggiò il volume come possibile lettura sana, come antidoto al veleno dei libri
stranieri, sia letti in originale sia ma tradotti. -> di solito le istruzioni dall’alto del Comitato di censura
vietava la compassione verso i contadini o che invitavano a modifiche dell’istituzione dei proprietari terrieri.
Periodo dal 1852 al 1855 il libro ha un’esistenza semi-legale appunto perché quando lo lesse lo zar, fu
contrario. Quando invece salì al trono Alessandro II (zar delle riforme), inaugura la sua linea di governo
facendo passare il libro di Turgenev.
Racconti del libro finirono anche in manuali per lo studio della lingua russa per principianti, anche prima
della pubblicazione: Turgenev inizia ad entrare capillarmente nella pedagogia anche senza il suo volere.
Negli Zapiski ochotnika, l’attenzione cade anche sui proprietari terrieri (piccola nobiltà) sia nella loro
interrelazione con i servi della gleba, sia per loro stessi nel raccontino Un Amleto del distretto di
Ščigry, anch’esso pubblicato in Sovremennik, due anni dopo Chor i Kalinyč. Turgenev appartiene alo
schieramento nobiliare, poiché ancora la letteratura era elaborata solo dalle classi più alte. I personaggi di
questo racconto hanno a che fare con la serie di figure che Turgenev frequentava e quindi li descrisse in
maniera naturale. I personaggi sono due, ma ci interessa solo uno ossia Amleto: è importante ricordare che
non è il suo vero nome, dice che non è importante e che lo si può chiamare così. Condensati nella figura di
questo personaggio, ci sono i tratti del tipo umano e letterario che grazie a Turgenev prese il nome di
“лишний человек” ossia uomo superfluo. -> la sua condizione è quella di non essere adatto, è un Amleto
adattato da Turgenev: non ha capacità di trovare la concretezza.
Non troviamo il vero nome di Amleto ossia dell’uomo superfluo in questo libro, ma in un altro racconto
lungo chiamato Diario di un uomo superfluo.
“Sono quindi uno del vostro stampo e non un uomo della steppa, come suppone... Anch'io sono roso dal
verme della speculazione e non vi è nulla di spontaneo in me.”
È un uomo mentale piuttosto che un uomo d’azione, tratto comune a molte persone dell’epoca. -> Mosca e
San Pietroburgo di allora creavano dei circoli aperti ma quasi segreti, dove i giovani si scambiano
esperienze e vivono la filosofia come spiegazione della loro vita.
“La mia fanciullezza non ebbe nulla che la distinguesse da quella di moltissimi giovani gentiluomini; al pari di loro
crebbi stupido e fiacco, come sotto un materasso di piume, al pari di loro cominciai presto a recitare versi a
memoria e a prendere un'aria da funerale con la scusa di un'inclinazione a sognare... che cosa? Ma il bello...
eccetera. All'università non cambiai strada: andai subito a cascare in un circolo” -> circolo definito luogo di
eccessiva intimità poiché le confidenze erano ritenute invasive. Amleto parla negativamente del circolo.
Definizione di uomo superfluo: i tratti caratteristici dell’uomo superfluo, talvolta in forma modificata e resa
complessa, si possono ravvisare in tutto il corso della second metà del XIX secolo e nella prima parte del XX
secolo -> Distacco dalla vita della Russia nella sua sfera ufficiale, dall’ambiente di provenienza, nei
confronti del quale prova superiorità intellettuale e morale; stanchezza spirituale, profondo scetticismo,
scissione tra la parola e l’azione, ha passività sociale.
14/10/2019
Personaggio autoincasellato nella categoria dell’Amleto-> prende solo i tratti della titubanza e
dell’incapacità di prendere decisioni. Si inizia a parlare in quest’epoca (anni 40-50) della figura dell’uomo
superfluo.
Uomo di estrazione nobile, stanca spiritualmente nonostante la giovane età, incapace di tradurre in pratica
ciò che proclama e ha l’inclinazione di meditare, contemplare, …
1850: Diario di un uomo superfluo, è con quest’opera che appunto viene fuori la parola e il concetto di
uomo superfluo. Viene scritto nel 1848, vicino al 1849, quando venne scritto l’Amleto del distretto di
Ščigry.
Čulkaturin -> giovane a cui fu diagnosticata una malattia mortale. Decide di redigere così un diario per
raccontare la sua vita, che si può riassumere facilmente: gli eventi più significativi sono quelli degli ultimi
anni-> si innamora di una ragazza di nome Liza che però lo vede come una figura istante anche come
differenza di età e non prova nessun sentimento nei suoi confronti. Non c’è una datazione cronologica
precisa: 1800… Turgenev cerca di confondere: un conto è che nasca prima della rivoluzione, un conto dopo,
un conto prima dell’invasione napoleonica 1812, un conto 1830 età dei circoli letterari. Il personaggio si
vede strappare la ragazza che ama da un principe pietroburghese, rimane abbagliata e poi verrà delusa
poiché la lascia lì-> la ragazza si sposa poi con un operaio. Ad un certo punto Čulkaturin lo provoca e lo
sfida a duello, abbiamo il topos del duello (già visto con Onegin e Pečorin). Il suo duello ha delle regole ben
precise, tipo distanza, spari, … Čulkaturin spara ma non lo prende, il principe che potrebbe ucciderlo,
decide di sparare in alto-> è finito dal punto di vista sociale e morale: aggancio al topos tra incontro tra
personaggio femminile e maschile, dove la figura di sesso femminile è quella più dura, che fa più bella
figura.
Come Čulkaturin percepisce sé stesso e si rapporta al mondo: si autodefinisce uomo superfluo, il quale per
distinguerlo dagli altri tipo Rudin, si tende ad utilizzare l’aggettivo истинно лишний человек. Abbiam
veramente poche coordinate -> sappiamo che ha fatto l’università ma non si sa dove né quando -> è
superfluo, è quasi pure perché fuori dalle coordinate storiche e contemporanee.
Dice lui di sé stesso: “я,кажетсья, вбаюсь в умозрение”-> mi sembra di star sprofondando in speculazioni.
Turgenev utilizza anche dell’ironia, utilizzando l’aggettivo лишний – лишен (aggettivo breve). Čulkaturin è
quasi masochista poiché non riesce ad uscire dal circolo vizioso del farsi quasi del male: quando vede la sua
amata passeggiare con il principe.
Il racconto è percorso da qualche riferimento letterario:
Puškin – Il prigioniero del Caucaso: lettura condivisa da Liza e Čulkaturin nella fase
dell’innamoramento di quest’ultimo. (“Il giorno prima avevamo letto insieme un poemetto di
Puškin, Il prigioniero del Caucaso”) -> stanchezza spirituale e vecchiezza precoce, tratti
caratteristiche del protagonista appunto. Il poemetto è quasi preludio al concetto di uomo superfluo.
Lermontov – Il giornalista, il lettore e lo scrittore. Poema che richiama la psicologia pečoriniana
(uno si aspetta la parte di Un eroe del nostro tempo ossia “Il diario” ma non è così). Segreto del
torturarsi di Pecorin è di fattura drammatica, mentre quelle di Čulkaturin sfiorano il miserevole e
patetico
Gogol’ – Memorie di un pazzo. Fatto secondo il genere del diario, il personaggio Propiščin ->
Čulkaturin dice che non riesce a continuare il suo diario proprio come Propiščin-> messo in una luce
quasi semicomica, non è tragico poiché in quanto pazzo arriva a credersi Re di Spagna. Pennellata
tragi-comica più similitudine di genere. Non designano figure completamente tragiche come quella
di Pecorin e Onegin, ma è quasi grottesca che tende quasi all’opera di Dostoevskij Memorie dal
sottosuolo.
L’elemento di disturbo dell’opera è la morte del protagonista il 1° aprile. Viene aggiunta una pagina, dove
viene introdotto un personaggio ossia Pëtr Zudotešin -> legge l’opera e non dà l’approvazione all’opera.
diventa così una oppia morte ossia del personaggio e dell’opera letteraria.
Coordinate che ci permettono di determinare cronologicamente la storia ci sono in un’altra opera, ossia
Rudin.
Рудин: povest’ ossia “romanzo breve” di Turgenev composto tra 1855 e 1856 -> esce nella rivista
Sovremmenik: voleva dire quindi sotto una determinata ala letteraria dell’epoca ossia spostata a sinistra.
Rudin rappresenta l’uomo superfluo, il quale arriva anch’esso all’adempimento finale che è la morte.
Nell’edizione del 1860, Turgenev aggiunge delle parti che vanno a far rivalutare il personaggio, il quale ha
bisogno di essere rivalutato. Rudin avrà un’importanza diversa da quella di Čulkaturin: questo personaggio
sta perfettamente dentro alla cornice dell’uomo superfluo, ma senza l’aggettivo истинний, questo perché è
delineato da coordinate spaziali e temporali.
Incontro e attraversamento dell’orizzonte femminile da parte del personaggio maschile, anche qui succede
in provincia, non nelle capitali. Il luogo è una tenuta nobiliare della signora Dar’ja Michajlovna Lasunskaja-
> vuole reintrodurre nel piccolo i tratti della nobiltà: si circonda di figure più o meno interessanti e colte,
creando il suo salone. Fa fruttare la sua proprietà terriera.
Rudin arriva a casa di questa donna, ci arriva quasi da non invitato-> la donna è in attesa del barone
Muffel’, filosofo e letterato: il signore non può venire e quindi Rudin arriva al suo posto. Questo ricorda la
logica di sostituzione, è la riserva, non il personaggio che ci si aspettava.
Irrompe sulla scena, affascina l’auditorio, ne attrae l’attenzione attraverso la sua arma che le è più propria:
la parola. -> parola non del tutto precisa, vaga, ma tuttavia interessante (мyкзыкой красноречия -> il bel
parlato)
I personaggi vengono presentati in base alle reazioni che hanno le persone-> abbiamo da una parte coloro
che lo ammirano e coloro che lo sdegnano, poiché vedono la sua assenza di sostanza.
Volyncev: sa cogliere per ripulsa istintiva. Non conosce Rudin, è una persona semplice, altro
proprietario terriero della zona. È una figura tuttavia intelligente, non è fine nella sua parlata ma
schietta.
Ležnëv: lo conosce da prima. È il più importante poiché ha dei trascorsi con lui, visse con lui
l’esperienza dei circoli. Hanno 20 anni negli anni 3, anno della fioritura dei circoli. Questo
personaggio dà subito delle pennellate acide verso Rudin, facendo come Pigasov, definendolo anche
quasi pericoloso poiché non capace di trasformare in concreto.
Pigasov: sa cogliere per velenosa esperienza. sa cogliere per sofferta esperienza. Conosce il
meccanismo della retorica, la capacità di mettere in fila delle parole per ottenere un buon effetto. È
intellettuale di corte (piccola sia di grandezza che importanza). Non gli piacciono gli intelligentoni,
gli умники. Dice che non si esprime in maniera naturale ma in maniera molto artificiosa “non mi
piace questo intelligentone. Si esprime in modi innaturale, quasi come un personaggio da romanzo
russo”. Può permettersi di commentare poiché ne sa qualcosa.
Basistov: in virtù della sua giovinezza (anticipata già la tematica dei figli), rappresenta il futuro della
Russia. Ha il ruolo di raccogliere l’eredità di Rudin-> la sua padronanza delle parole e dei temi. È
considerabile adepto/allievo di Rudin, ma non in maniera volontaria, lo è malgrado il suo stesso
precettore-> continuazione dell’insegnamento sterile di Rudin, porta avanti le sue campagne
ideologiche distinguendo ciò che c’è di cattivo e ciò che c’è di buono in esse. Si trova nella categoria
tipica degli anni 50, ossia quella dei raznočinec: giovani acculturati, ma non di grado nobiliare,
quindi hanno fatto sacrifici per poter studiare ecc.
Tra le vittime dello charme abbiamo ovviamente la padrona di casa Lasunskaja, quale donna esperta.
Natalja, figlia di Lasunskaja, invece si lascia subito affascinare da questo personaggio di passaggio.
Si innamora e iniziano a frequentarsi, così Rudin si installa a casa Lasunskaja. La ragazza è ingenua
e senza esperienza, anche se ad un certo punto sarà proprio lei a dare il punto di svolta: prende
l’iniziativa e gli chiede cosa si farà, lo invita ad andare contro alla prevedibile opposizione della
madre. Quando bisogna prendere iniziative per quanto riguarda la tenuta, la padrona di casa non
ascolta Rudin, capendo qual è il valore da attribuirgli. Natalja sarebbe pronta a scappare con lui, ma
Rudin si ferma. Trova una scusa per sottrarsi a questa cosa, con la scusa dell’opinione della madre:
dice che la renderebbe infelice -> funziona perché lei rimane delusa e lui si toglie da questa
situazione difficile. (ritirata strategica)
Inizia così il vagabondaggio di Rudin per la Russia, attraversa tappe che Turgenev cita in maniera
riassuntiva. Tenta di impiegarsi come insegnante ma non gli riesce, si avvicina ad un’altra tenuta ma non ce
la fa, … non riesce a trovare il suo posto.
Nell’edizione del 1856, vediamo Rudin che non arriva all’esperienza chiave, lo vediamo fermo nella sua
situazione, parzialmente riabilitato.
Nell’edizione del 1860, troviamo Turgenev che fa un processo di riabilitazione di Rudin. Appare strano che
le tappe passano attraverso il punto di vista di Ležnëv. Tramite un suo racconto, viene introdotto un circolo
molto importante, che Turgenev aveva frequentato non in maniera diretta -> circolo di Stankevič, circolo di
Poposkij.
Sono usciti molti personaggi importanti da questo circolo -> questo differenzia l’altro racconto poiché
sappiamo che Rudin è figlio dell’esperienza dei circoli degli anni 30.
Lo sguardo è prima negativo, poi di contestualizzazione, infine inquadra in maniera sempre meno negativa
la figura di Rudin -> lo incontra più anziano, che si muove senza un suo posto. Prova per lui non pena ma
rispetto: la fiamma dell’inquietudine fa sì che questa fiamma non si spenga mai, muovendosi in direzioni
che lui stesso non conosce. -> in una parte del libro anticipa ciò che gli accadrà: dice che morirà per
qualcosa di cui non sarà neanche convinto.
1848, Parigi -> rivolta delle “Officine nazionali” -> questa rivolta era già stata soffocata, ad un certo punto
un uomo (descrizione), l’uomo viene preso di mira da un fuciliere, si lascia cadere e muore. Commento di
un francese: “On vient de tuer le Polonais” -> quel polacco era Rudin.
Turgenev fa coincidere il momento di vera e massima azione di Rudin (azione più coraggiosa e intrepida di
prendere parte al 48 europeo dalla parte dei polacchi e dei francesi) con la morte. Quando smette di fare
l’uomo di parole, Turgenev lo fa morire e alla morte gli dà dei tratti di misinterpretazione, quasi come una
beffa dicendo che era polacco: non gli viene riconosciuta la sua identità etnica.
15/10/2019
Turgenev non rinuncia a denunciare le debolezze di Rudin come trionfiaggine, risibilità, piccineria e
meschinità.
Tre incarnazioni letterarie dell’uomo superfluo: Un Amleto del distretto di Ščigry, Diario di un uomo
superfluo (Čulkaturin), Rudin.
Traiettoria di Rudin -> affossamento e poi processo di riabilitazione che avviene attraverso le parole di
Ležnëv (compagno di circolo).
Gesto inutile lo priva della vita poiché la “battaglia” era comunque già finita. Resta di Rudin quindi questo
gesto finale che è come se da una parte lo tirasse fuori dalla categoria di uomo superfluo, ma dall’altra
conferma la sua condizione.
Turgenev continua in altre opere a fotografare cosa la società dell’’epoca offre allo scrittore. Una delle sue
ossessioni è come ci si confronta con il mondo. Sta cercando di vedere se c’è qualcuno degno di essere
rappresentato, che sia un personaggio maschile e positivo, lo fa anche in Rudin ma non gli riesce. Ci prova
con il romanzo Alla Viglia (накануне) -> sempre personaggio femminile forte, considerata anche la più
titanica (Elena Stachova).
Alla Vigilia
Su di Elena convergono le passioni di tre personaggi maschili, rispettivamente Bersenev, Šubin e Insarov
(un bulgaro).
Šubin è una specie di uomo superfluo, è nobile ma è dilettante in tute le sue manifestazioni.
Bersenev, sinceramente innamorato di Elena ma non riesce ad attrarla fino in fondo. A differenza di
Šubin, è un uomo che si integra poiché insegna all’università. Si vede che Turgenev crea questo
personaggio cercando di renderlo un personaggio positivo.
Insarov ha una causa, ossia quella di tornare in Bulgaria, per liberarla dal gioco turco. Ha un
obiettivo preciso che determina tutto il suo carattere. Ciò che dice fa, non ha tentennamenti (non è
amletico), non chiede soldi in prestito.
Elena si innamora di Insarov, è rapita dalla sua personalità e del suo modo di rapportarsi con il mondo.
Fugge con lui, rifiuta quindi di scappare con un nobile e con un prof di università. Quando Insarov morirà al
lido di Venezia, lei continuerà la missione di lui.
Solita figura positiva della donna, questa volta anche l’uomo è positivo ma purtroppo non è russo -> è
bulgaro. Così come la nazionalità russa viene tolta a Rudin in Francia.
Per trovare una vera figura russa positiva, bisogna arrivare all’opera Padri e figli.
Padri e figli - Отцы и Дети
Prima edizione 1862 -> русский вестник (rivista, definibile di centro-destra 1856-1906) non più quindi nel
Sovremennik. Pусский вестник -> rivista di tipo letterario e sociopolitico. Ha avuto due periodi, uno è
liberale quasi come Sovremennik, poi però con l’intensificarsi della lotta ideologica del 1861-1863 la rivista
diventa sempre più conservatore/reazionario.
Turgenev inizia a trovarsi a disagio nella rivista del Sovremennik, poiché Dobroljubov e Černyševskij
imposero le loro idee.
La storia inizia il 20 maggio 1859 quando Nikolaj Petrovič Kirsanov, un modesto proprietario terriero che
aspetta suo figlio Arkadij.
Padri: Nikolaj Petrovič Kirsanov e suo fratello Pavel Petrovič Kirsanov, uomini degli anni 40 -> formazione
durante Nicola I, sono dei liberali ma non in modo violento e sono un po’ i Turgenev e Rudin della
situazione.
Figli: Arkadij Nikolaevič Kirsanov e Evgenij Vasilevič Bazarov.
Si ha una sostanziale quiete ossia quella della campagna dei Kirsanov, la quale viene turbata dall’arrivo di
Arkadij e Evgenij (avevano studiato insieme all’università di Pietroburgo). Bazar si definisce subito un
nichilista.
Arkadij diciamo che poi rientra nella categoria del padre, continuando ad essere un proprietario terriero, si
sposa, tuttavia fa alcune “riforme”, rinnova ciò che ha attorno più o meno perché comunque appartiene ad
un’altra generazione.
Bazarov invece è un antitradizionalista e materialista, concentra tutto sulla scienza e non crede a ciò che
non può da essa esser dimostrata -> disseziona rana.
Bazarov diventa elemento dirompente: si da un nome, non riconosce nessun al di sopra di lui,
anticonformista rispetto ai nobili (bisognava essere educati, rispettare i padri, avere dei modi buoni, …). La
frizione che si crea tra Pavel e Bazarov, è di tipo epidermico poiché non si possono proprio vedere. Pavel è
tutto profumato e perfetto, l’altro non è abituato a queste consuetudini.
Non c’è solo uno scontro ideologico tra gli uomini degli anni 40 e quelli degli anni 60.
Bazarov sconvolge la situazione anche in maniera un po’ inutile, fa un duello con Pavel poiché Bazarov ha
intenzione di conquistare la serva Fenečka, la quale era incinta di Nikolaj poiché era vedovo, lui poi la
sposa. Nikolaj fa qualcosa appunto di inaspettato poiché da proprietario terriero spesa una serva.
Pavel lo sfida a duello per difendere l’onore del fratello. Rimane ferito Pavel ma non in maniera grave. Le
cose si ricompongono.
Turgenev tende una trappola al suo personaggio, esponendolo e mettendolo alla prova per vedere quanto le
sue idee fossero forti: in una delle sue frequentazioni con Anna Sergeevna Odincova, donna intelligente da
lui attratta perché rivoluzionario e vuole distruggere ciò che ha intorno per poi rinnovare. Bazarov cade
nelle trappole della seduzione, viene affascinato e quindi entra in contraddizione con sé stesso (mentre lei
se lo tiene a debita distanza poiché sa che tipo è lui). Bazarov ad un certo punto muore, in un modo poco
eroico, in modo inatteso per la figura eroica che lui era -> ad un certo punto per i suoi interessi scientifici
presta aiuto ad un malato di tifo, senza però cautelarsi poiché non portò la “Pietra Infernale” che serviva a
disinfettare -> si infetta e muore. La sua inclinazione scientifica non lo protegge e non lo blocca a non farlo.
Arkadij si sposa con la sorella della Odincova.
Personaggio che con i suoi modi nega Turgenev stesso, poiché Bazarov nega anche l’arte e la sua
importanza, credendola inutile poiché non supera la scienza -> in contrapposizione alla figura di Turgenev,
gli è antitetico, è il suo nemico e non è facile crearne uno.
Nichilismo -> non coniato da Turgenev poiché già usato nel 1829 da Nikolaj Nadeždin, direttore della
rivista Teleskop, la quale venne chiusa nel 1836 poiché apparse un trattato di Čadaev “Lettere filosofiche”,
scritto in francese, dove critica lo stato russo. Dà anche un quadro dove nascono gli uomini superflui,
poiché dice che si sentono sradicati dalla loro patria. Nadezdin pubblica in Russkij vestnik “L’adunata dei
nichilisti”.
La parola viene sdoganata dopo il romanzo di Turgenev (primo suo romanzo tradotto in italiano, opera
tradotta con “Il nichilismo”).
Nel 1862 ci fu un incendio a Pietroburgo, e la gente disse a Turgenev che erano i suoi nichilisti ad averlo
appiccato. Inizia così il dramma di Turgenev poiché inizia a capire di avere un personaggio, che sfugge dalle
sue mani. Lo scrittore incontrò un medico che gli faceva gli stessi discorsi di Bazarov ed è così grazie a
questa matrice che crea il personaggio -> non ha creato dal nulla.
17/10/2019
Turgenev ebbe l’idea di scrivere Padri e figli quando si trovava nell’Isola di Wight -> vuole avvicinarsi alla
generazione degli anni 60. Prese la personalità di un medico di provincia. Crede che la realtà possa essere
presa e scaricata all’ambito letterario -> dichiarazione di realismo.
Romanzo antinichilista più famoso è quello scritto da Dostoevskij -> vede i nichilisti come figure
demoniache. Turgenev crea così due filoni: una pro e una contro l’istanza ideologica e politica del
nichilismo.
Libro scatenò molte reazioni e polemiche: Turgenev dovette quindi giustificare
Saggio di Isahia Berlin “Il riccio e la volpe” -> fa capire la psicologia di Turgenev. Dice di lui che ha
una capacità negativa, quella di comprendere fenomeni e fatti distanti dal punto di vista ideologico e
spirituale. L’arte di Turgenev non può essere usata da fini ideologici distanti dall’arte stessa. Non vuole che
vengano usati nella lotta di classe, ciò che invece volevano Dobroljubov e Černyševskij del Sovremennik (è
questo che lo fa allontanare dalla rivista).
Turgenev dopo aver iniziato la sua indagine nel mondo dei contadini, va a studiare il “la mobile fisionomia
di coloro che appartengono alla parte colta della società russa” che ovviamente era il mondo a lui più vicino.
Dostoevskij e Tolstoj crearono personaggi più drastici ed erano personaggi temibili e profeti ringhiosi,
mentre Turgenev era più educato e scettico, non faceva paura. A Turgenev non interessa fare il profeta o il
predicatore. Per i lettori deve essere chiaro il messaggio che viene trasmesso e per chi patteggia l’autore ->
non riesce sennò a capire e se la prende con l’autore. Gli attori di adesso sono tre ossia scrittore, lettore e
critico, quest’ultimo colui che aiuta il lettore a capire il testo ed aiutare il lettore nella lettura: es Bazarov è
difficile capire quale sia la sua personalità, è una figura difficile.
Dobrljubov-> declassa la letteratura ad un luogo utilitaristico ed ancillare al ruolo sociologico. Si rivolge alla
letteratura in un modo radicale. Turgenev era affascinato da Dobroljubov e Černyševskij, teneva alla loro
simpatia e alla loro stima: cercava di accattivarsi Dobroljubov ma lui non lo sopportava -> passaggio a
Russkiy vestnik.
turgenev -> dalla destra non può che avere una vera e propria critica poiché vedono nel personaggio
Bazarov come quello che vuole accattivare i giovani del tempo (giovani reazionari).
Antonovič accusa Turgenev di aver dato una falsa immagine dei giovani del tempo, definì l’opera una
caricatura e ciò ferì profondamente Turgenev in quanto aveva creato l’opera proprio per ritrarre i
giovani del tempo. Il critico ebbe quasi ragione poiché ci sono scene che sembrano prese in giro:
Morte non eroica
Lui che cerca di conquistare la serva -> lui dovrebbe essere al di sopra delle sensazioni e sentimenti
Dissezionare le rane
Bazarov che cerca di trovare un rapporto con i contadini -> scena del dialogo tra Bazarov e dei
contadini, che dice che da loro nascerà il nuovo linguaggio: separazione netta tra nobiltà e popolo
Pisarev, critico radicale, invece si trova ben rappresentato e si identifica nell’opera, poiché ritiene i temi
giusti per inquadrare la nuova generazione.
Annenkov è il critico dello schieramento nobiliare, del luogo di provenienza di Turgenev
Katkov è un critico di destra, che vede Bazarov come personaggio molto bello e positivo
Herzen è colui che riesce a capire meglio la personalità e l’opera di Turgenev. Dice che il protagonista
trasforma e forse deforma il progetto dell’autore. Parla di Bazarov proprio come fosse una vera persona,
più di un personaggio.
1. Quelli della destra arrabbiata poiché Bazarov rappresentava l’apoteosi del nichilismo ed era
indecoroso che Turgenev volesse stare dalla loro parte
2. Quelli che si congratulavano con lui
3. Quelli che lo accusavano di aver dato le armi ai reazionari, per loro era un traditore
4. Quelli che lo ringraziavano per la sua onestà e simpatia verso il partito del futuro
5. Quelli che pensano che Turgenev non sapesse bene ciò che lui stesso volesse dire e che quindi
tenesse un atteggiamento ambivalente. Forse la versione più veritiera e accettabile
Ivan Aleksandrovič Gončarov (1812-1891)
Una storia comune (Obyknovennaja istorija) -> preludio alla figura di Oblomov
Romanzo che appare nel Sovremennik, si tratta di un romanzo di formazione (Bildungsroman) -> come si
costituisce la personalità di un determinato personaggio. Colui che si deve formare è Aleksandr Aduev e
colui che lo forma è Pëtr Aduev, lo zio. Il protagonista ha una formazione romantica, vive a San Pietroburgo.
Aleksandrov va a Pietroburgo per formarsi-> spostamento dalla campagna alla città. Lo zio rappresenta il
nuovo russo “europeo”, pratico, il borghese. La differenza principale tra i due personaggi passa soprattutto
attraverso l’uso delle due lingue diverse, ma sempre all’interno del russo-> lo zio finge di non capire, così
Aleksandrov è costretto a tradurre nella lingua pratica poiché Aleksandrov lo dice nella lingua più
elegante/barocca: scontro Lingua del romanticismo vs. Lingua di Pietroburgo
Aleksandr scopre che lo zio deve sposarsi, gli sembra incompatibile per la figura dello zio.
A: come se voi poteste amare?
P: e perché no? Non sono una persona? Ho per caso 80 anni? Solo se amo, amo con senno
A: Un amore razionale? Allora bell’amore quello che ha memoria di sé (capirai che amore è quello che ha
presente sé stesso mentre ama).
[…]
A: ragionate in modo infernalmente freddo.
P: ho capito il tuo ossimoro, ma non è un granché.
[…]
A: tu ti sposi per convenienza (по расчёту)
P: c расчёту. не по расчёту.
Vedremo poi che anche lui si sposerà per convenienza, diventerà una brutta copia dello zio, grasso e calvo.
21/10/2019
Oblomov
Le prime idee del libro risalgono al 1847, ma poi non concede in modo spedito alla sua realizzazione. Trova
la sua conclusione nel 1859, è dunque stata una gestazione molto lunga. Una sua anticipazione fu Una
storia comune, dal quale dipartono i tratti caratteriali che portano al romanzo Oblomov.
Aleksandrov Aduev -> Oblomov
Pëtr Aduev -> Штольц/Štol’c/Stolz che in tedesco significa orgoglio
Prima parte:
Oblomov si confronta con figure tipiche, per questo si parla di fisiologia pietroburghese (ossia emanati della
culturospecificità del luogo -> tipi riconducibili a tratti caratteristici che determinano quasi per intero delle
personalità)
Abbiamo così il fatuo (il mondano determinato dalla vita di città) Volkov, il funzionario (determinato dal
lavoro) Sudbinskij, il letterato (ha elementi di ossessiva ripetizione che non li rende mono nobili ma quasi
meccanici nel loro modo di comportarsi) Penkin e l’insignificante (Oblomov addirittura si addormenta in
sua presenza) Alekseev. Queste figure hanno il movimento come tratto caratteristico, non sono figure
apatiche e non orizzontali, dunque totalmente diversi da Oblomov. Gončarov li mette a confronto con
Oblomov e in questo scontro tuttavia li fa risultare di rango totalmente inferiore a quello di Oblomov,
questo perché Gončarov ce li presenta sì figure in movimento, ma questo movimento non porta a nulla, è
quasi ripetuto in sé stesso.
Seconda parte:
Oblomov inizia ad avere la coscienza della sua situazione. Ha un problema, deve traslocare dal suo
appartamento, diventa un problema di ordine metafisico -> non riesce a fare nulla, deve andarsene e così si
trova in difficoltà. Zacharov, servitore da sempre di Oblomov, è la sua stessa figura in chiave ribassata e
dunque non funge da motore del cambiamento. Oblomov si ritrova in una situazione di mutua dipendenza
nei confronti del servitore, senza il quale non riesce neanche ad allacciarsi le scarpe. Si trova così a non
sapere fare nulla, dove la sua unica fonte di rendita è una tenuta molto distante chiamata quasi come lui,
Oblomovka. Inizia ad avere coscienza della sua figura di inetto. “Il Sogno di Oblomov” 1849 pubblicato
nell’almanacco Literaturnyj sbornik illjustracijami -> anticipa l’Oblomov e troviamo un’ambiguità nella
parola сон: sogno e sonno. Il quadro è quello della Russia antecedente al 1861 (prima dell’abolizione della
servitù della gleba) -> ambientato a Oblomovka, nella dimensione della natura e della traduzione che sono
un vasto quadro sintetico della vita della nobiltà russa. Il luogo è caratterizzato da aconflittualità-> nessun
rapporto con l’”altro” da parte degli abitanti, che sono imperturbabili nella loro idea su come condurre
l’esistenza e incapaci di pensare che esista una vita diversa. L’Oblomovka è un luogo di straordinaria pace
che tende al sonno: sonno meridiano e postprandiale però assomiglia molto alla morte (na podobie smerti),
non è un luogo evolutivo, non c’è progressione ma solo ripetizione totale ed è importante che ogni giorno sia
uguale al giorno successivo. Questo luogo assomiglia ad un luogo arcadico, dal quale deriva però appunto la
figura dell’inetto Oblomov. La scansione del tempo è regolata dalle feste, alle stagioni, dai piccoli casi
famigliari e domestici, come se la storia non toccasse questo luogo. Nel Sogno compare una risata omerica,
come a contrassegnare la dimensione fantastica, quasi mitica del luogo. La letteratura e la cultura in
generale sono viste nel sogno come accessorie, decorative. Resta sempre tutto uguale, è un luogo
impermeabile -> episodio della lettera che dovrebbe arrivare a Oblomovka, ma che non arriva lì, nessuno la
va a prendere perché hanno paura del nuovo, di ciò che è fuori dal quotidiano. Tutto viene tenuto fuori e ciò
che non è ripetizione viene bandito e considerato inutile. Gancarov crea anche una corrispondenza con il
paesaggio, il quale rimane piatto.
Terza parte:
inizia con l’arrivo di Štol’c, sorta di antioblomov, figura dinamica ed intraprendente. Si mette così in moto la
parte romanzesca del libro, cioè il rapporto (iniziato e poi finito) tra Oblomov e Olga. Štol’c e Oblomov si
conoscono sin da piccoli poiché vennero educati insieme (formazione russo-tedesca). Štol’c ha il difetto di
nascere con una specie di antioblomov, ereditandone la meccanicità: è pratico, veloce, iperattivo. È
antioblomov poiché gli orizzonti sono molto piccoli, diversi da quelli di Oblomov che sogna, immagina e
vagheggia. Critica la parte poetica/fantastica di Oblomov, in quanto l’altro è molto più concreto.
È fermo sulla soglia del mistero, teme l’immaginazione.
È lui che fa conoscere ad Oblomov Olga e dunque è lui che fa da scintilla affinché si accenda la vicenda
amorosa tra i due. Parte anche il movimento del romanzo dopo il sogno di Oblomov.
Štol’c è il primo a dare una definizione a oblomovščina (che era anche il titolo del romanzo in
precedenza). Sostantivi formati dal cognome, indicano tutte le modalità di comportamento riconducibili a
quel personaggio. Oblomovismo: serie di comportamenti che rimandano al personaggio Oblomov.
Ci vuole un personaggio femminile a smuovere Oblomov: Olga Ilinskaja è una figura di peso, è un po’ come
Elena Stachova, è una figura volitiva e decisa, sa quello che vuole nonostante la sua giovane età -> è
facilitata in questo poiché vive con la zia che la tiene abbastanza libera, non la limita, è meno vincolata alle
aspettative dell’epoca. Olga mette in moto Oblomov, ma tende di trasfigurarne la persona: vede più il futuro
di Oblomov (persona attiva che si prende responsabilità, simile a Štol’c). si innesta un pedagogismo di Olga,
la quale testa su di lui la sua capacità di influire su una personalità (propria ammirazione per la propria
capacità di plasmare o modificare una personalità altrui) -> riguardo Štol’c ancora non lo vede come futura
figura di marito. Quando lui le affida Oblomov, le dà anche un determinato piano, ossia quello di farlo
cambiare: dottore gli dice che si deve muovere sennò morirà di infarto ben presto.
Parte a loro storia d’amore, piano piano capiscono che tra loro c’è troppa diversità. Oblomov le scriverà una
lettera poiché inizia ad avere paura delle circostanze -> Olga da questa lettera capisce che è un modo di
sottrarsi dai compiti poiché lui le dice che lei è innamorata dell’amore e di un uomo che ancora non esiste.
Olga risponde che la sua felicità supera come forza il timore, la paura -> si presenta così come una fine
psicologa. Inizia così la crepa nel rapporto, che poi si ingigantisce quando Oblomov inizia ad uscire poiché
inizia a sentire una voce esterna -> qualcuno che dice che lui è il fidanzato di Olga: ciò o fa sentire
etichettato ad un ruolo che lo chiude, che lo porta fuori da uno stato di indeterminatezza nella quale è
abituato a vivere. Oblomov inizia a sentire così un dolg (doppia valenza: dovere e debito) verso Olga.
Personaggio di Tarantev, anche lui potrebbe essere inserito nella fisiologia di Pietroburgo, ma lui va molto
oltre -> è un mascalzone, un parassita; con lui si accorda per trasferirsi in periferia: vyborgskuyu storonu.
Gli incontri tra Oblomov e Olga diventano sempre di meno poiché lui si traferì a Vyborg -> Olga capisce che
lui non cambierà mai e gli dice che per lei è ormai morto da tempo.
Quarta parte:
Agafja Maatveevna Pšenicyna è una donna semplice, non si aspetta che lui superi i suoi stessi orizzonti,
esalta i tratti e difetti di Oblomov, lo accetta così com’è -> è affascinata dal suo essere di rango inferiore
rispetto a lei. Lei lo conquista in modo semplice tipo con cibo, liquori ecc. senza voler qualcosa di più da lui
-> è più donna di Olga poiché fa vedere un avvicinamento semplice e quasi puro, mentre per Olga era quasi
una missione. In Agafja vede quasi un grembo materno. Il loro figlio non verrà cresciuto da Oblomov,
poiché morirà appunto di colpo, previsto dal dottore. Il figlio viene scresciuto da Štol’c -> finisce nella
dimensione pratica e concreta del contesto borghese di Olga e Štol’c.
Oblomov finisce la sua vita, senza in realtà mai iniziarla. Finisce anche la vita del suo servo, che non è una
figura secondaria, ma è quasi una figura di Oblomov in scala minore. È talmente legato al suo padrone che
neanche lui riusciva a vivere senza il suo padrone. Rapporto quasi di parità tra Oblomov e Zacharov, si
permette di rimproverarlo. Acharov fu cacciato da Agafja, poiché lei torna ad essere succube del fratello. Lo
incontriamo alla fine per strada, da barbone; Štol’c lo incontra e lo invita ad andare da lui, ma Zacharov
rifiuta poiché non può vivere senza la sua altra metà ossia Oblomov, possiamo dire che più o meno si lascia
finire. Materialmente di Oblomov quindi non rimane quasi nulla: rimane di lui la figura di Olga, poiché di
lui le manca la sua purezza, il suo candore e verginità, tratti che non incontra nella figura di Štol’c.
22/10/2019
Figura dell’uomo superfluo -> se la si vuole collegare al romanzo, bisogna vedere enucleata la social’naja
suščnost (essenza sociale) dell’uomo superfluo, bisogna rivolgersi al saggio di Nikolaj Dobroljubov -> “Čto
takoe oblomvščina” apparso nella rivista Sovremennik. Il saggio è interessante poiché offre sia
un’interpretazione sociologica di Oblomov sia fornisce indicazioni come intendesse Dobroljubov l’approccio
alle opere letterarie. Documento importante poiché Oblomov viene interpretato secondo l’impronta
sociologica dell’epoca, con il problema però che Dobroljubov dice che a lui interessa poco entrare nei
dettagli del libro (pregi estetici e letterari) -> accusa Gančarov di non aver scritto su Oblomov ma a
proposito di Oblomov, quindi strumento e mezzo e non fine/risultato.
Critici come Pisarev, Dobroljubov, Černyševskij oscurano la critica dell’epoca.
Oblomovismo-> segno del tempo ossia immagine perfetta per rappresentare l’epoca del precipitare della
classe dei nobiliari (uomini degli anni 40), i quali hanno perso la capacità di incidere nel mondo reale.
Dobroljubov e Černyševskij cercano di inserire Oblomov in una categoria/genealogia di personaggi già visti:
è il rappresentante arrivato al suo sviluppo assoluto -> personaggi che partono da Onegin e finiscono in
Oblomov. (Rudin Čulkaturin, Amleto, Pečorin). Bisogna tuttavia fare qualche distinzione, ma a Dobroljubov
interessa solo creare una genealogia potente, non precisa come avveniva con gli altri critici. Nella storia
dell’uomo superfluo, il momento di Oblomov è quello dello scoronamento (non più affascinante, è un
inetto). Per Dobroljubov il romanzo di Gončarov è perfetto dal punto di vista realistico -> i personaggi
quindi rispettano la verità della vita: realismo è vincolante poiché si riflette alla vita. Applica questa teoria a
Štolc -> lo vediamo fare tante cose ma non vediamo mai come fa materialmente queste cose; mette in moto
il romanzo e toglie Oblomov da certe situazioni difficili.
Il saggio punta su Oblomov come fenomeno essenzialmente russo e quindi geospazialmente localizzato,
dividendo però la critica in due parti:
Particolarizzazione ossia quelli che seguono la teoria di Dobroljubov (male etnico e storico)
Universalizzazione (stato d’animo a un tempo universale e personalissimo)
Il personaggio principale è un uomo di 40 anni che intrattiene un monologo con un supposto interlocutore
-> abbiamo chi gestisce la parola nella prima parte con modi e atteggiamenti che implicano un destinatario.
Il monologo ne anticipa le repliche del destinatario e le introduce nelle sue risposte. L’uomo parla di sé
stesso ma come se ne parlasse con un altro. Le battute però sono sempre quelle dell’uomo del sottosuolo.
Patologizzazione dell’indagine speculativa e mentale che continua in maniera costante. Qualcuno lo ha
definito figlio degli uomini superflui. Il personaggio è sgradevole, quasi schifoso-> polemizza in maniera
aspra, parla della ragione e del raziocinio nelle manifestazioni politiche che hanno preso nel mondo: la
ragione è vista come un nuovo “mito” di lontana derivazione illuminista e ben si intona con l’epoca
positivista che si sta sempre più affermando nel momento in cui si trova a vivere Dostoevskij. La ragione è
tuttavia assurda poiché nel suo tentativo di concepire l’uomo pretende di poterlo analizzare fino in fondo,
calcolarlo quasi come un’entità matematica.
Racconta in un saggio “Osservazioni invernali su impressioni estive” 1863, racconta di un viaggio in
Europa-> responso negativo riguardo all’Europa: prostituzione a Parigi, egoismo a Londra e Germania, …
riassume tutto ciò nell’immagine del Palazzo di Cristallo, che vide a Londra. Il Palazzo fece parte
dell’esposizione universale -> lo spaventa poiché è l’immagine della ragione inglobata dall’ideologia
capitalistica. L’uomo è prevedibile ed esauribile nei suoi bisogni materiali. Anche Černyševskij aveva usato
l’immagine del Palazzo di cristallo -> idea della ragione che possa chiudere l’uomo dentro una gabbia,
calcolandolo e definendolo.
L’uomo invece può decidere per vie con siano per forza quelle della ragione, non bisogna illudersi che
l’uomo agisce sempre per il proprio bene -> l’uomo non agisce in base a regole codificate ma agisce in
maniera autonoma. Personaggio che esce da ogni cornice.
24/10/2019
Critica serrata attraverso le immagini nelle quali convergono due sistemi: quello nobile e quello
capitalistico. Immagine del Palazzo di Cristallo -> totale libero arbitrio: l’uomo non deve essere calcolato e
le sue aspirazioni non devono essere calcolate ossia l’uomo deve in realtà essere irrazionale e non deve
seguire coordinate prestabilite.
Passo sul raziocinio (arbitrio del volere) -> complessità dell’essere umano. Natura: sia parte cosciente che
parte incosciente. C’è solo un caso nel quale l’uomo desidera per sé qualcosa che gli anche dannoso e
stupido -> quando vuole avere il diritto di desiderare per sé e di desiderare solo cose intelligenti. Con questo
arbitrio del desiderio l’uomo decide di passare all’azione. In Delitto e Castigo l’uomo del sottosuolo mette in
pratica il suo arbitrio, anche se questa libertà assoluta lo mette avanti a qualcosa -> l’arbitrio codificato e
molto preciso.
Come anche in Padri e figli, abbiamo figure marginali che però tuttavia sono anch’esse importanti a suo
modo:
Lebzjatnikov e Lužin -> borghesi, gente che si strusciava ai nichilisti, uno per carrierismo, l’altro per
passione. Lužin voleva sposare la sorella di Raskol’nikov, comprandosela -> tema del denaro che fa
comprare, che fa acquistare le persone anche in maniera indiretta. Figura della borghesia degradata, la
quale utilizza male la sua posizione sociale. C’è il denaro della borghesia e il denaro di Raskol’nikov ossia il
suo rapporto libero che ha con i soldi: regala soldi, anche se è tutto quello che ha (non ha un rapporto di
dipendenza, è un rapporto potenziale per lui poiché è ciò che gli dà possibilità di -> non approfitta del suo
denaro, poiché lo distrugge: non lo salva economicamente e socialmente).
Razumichin -> personaggio positivo, sul quale cade il sospetto. È parente di Porfirij. È la variante positiva
di Raskol’nikov, è nelle sue stesse condizioni e ha i suoi stessi problemi, ma non si inventa una sua filosofia
e non agirebbe mai come lui. È uno studente che ha un attaccamento alla vita nei suoi risvolti concreti, non
si lascia influenzare da idee malsane e traduce libri positivi e utili, è persona di cultura; se la fa con la sorella
di Raskol’nikov. È la figura del buonsenso, è attaccato al suolo russo -> quando Porfirij crede di aver
beccato Raskol’nikov per un interrogatorio, in quel momento Nikolka (imbianchino che stava facendo i
lavori nell’edificio, pensa di dover espiare qualcosa) si autodenuncia; nei confronti di Nikolka Razumchin
capisce che non è nella sua psicologia uccidere in questo modo, poiché è complesso l’omicidio.
Svjdrigaljov, personaggio negativo che non può conquistare la sorella di Raskol’nikov, ma ha la fortuna di
sentire Raskol’nikov che si autodenuncia quando è in camera. È una figura fetida, è colui che rappresenta le
crudeltà dei dominatori -> ha eserienza di pedofilia ecc. vuole portarsi a casa Dunija. È la raffigurazione del
male, è quasi il doppio di Raskol’nikov, lui stesso dice a R che sono nella stessa barca. È l’unico personaggio
che si sente costretto a deviare la storia di R, poiché capisce che non può conquistare Dunija e quindi si
suicida, va a morire in una zona periferica di Pietroburgo, ha la visione di una ragazzina di 5 anni, la quale si
atteggia a donna di strada e così ha avanti agli occhi l’orribile gesto che ha compiuto in passato.
Raskol’nikov confessa nel momento in cui potrebbe non confessare, Sonija non lo tradirà mai. Potrebbe
uscire indenne ma poi confessa vedendo Sonija. La storia non finisce qui, ma c’è Raskol’nikov in Siberia:
racconta di ciò che ha fatto e piano piano avrà coscienza di ciò che ha fatto. Sonija gli fa leggere il vangelo e
ha quasi una conversione sia religiosa ce morale. Tema dell’attaccatura tra R, che non viene visto come
omicida ma figura non mescolabile con il popolo e figura senza dio -> lontano dal punto di vista concettuale
e religioso. Deve attraversare il deserto tra la differenza della gente comune e lui. Il percorso è molto lungo e
le tappe superano l’aspetto giudiziario.
C’è coincidenza tra giustizia giudiziaria e giustizia morale -> pagare perché si è compiuto qualcosa di
orribile, come orribile moralmente. Questo non ci sarà più in Fratelli Karamazov.
04/10/2019
L’Idiota – идиот
Uscì a puntate dal 1868 nella rivista Russkij vestnik. Considerato uno dei massimi capolavori della
letteratura russa poiché rappresenta un uomo totalmente positivo (tipo Cristo del XIX secolo).
La stesura fu contemporanea alla permanenza forzata all’estero dello scrittore dovuta ai debiti: ebbe inizio a
Ginevra nel 1867, poi a Milano e terminò nel 1869 a Firenze (vedi targa a Piazza de’ Pitti).
Prova a rappresentare un uomo totalmente positivo e buono (figura che cercavano di creare tutti gli altri
autori) ma questo esperimento non gli riesce del tutto.
Spiega in una lettera la sua intenzione, scrive ad Apollon Majkov -> idea di rappresentare l’uomo
stupendo. Aveva un’idea ma aveva paura di trarne da essa un romanzo poiché il pensiero è complicato e non
sono pronto ad esso, anche se l’idea è del tutto accattivante/affascinante/seducente e la amo/ne sono
affezionato. L’idea è – raffigurare un uomo assolutamente buono. Più difficile di ciò secondo me non può
esserci nulla, nella nostra epoca in particolare.
Prekrasnyj -> considerandola una bellezza interiore e dunque spirituale.
Il protagonista è Myškin, è un principe -> ha una comprensione ampia delle cose e delle persone poiché
ignora le leggi della causalità, della non contraddizione, ignora le norme della morale codificata. Si rapporta
al mono in maniera particolare dunque in maniera defamiliarizzante (quando abbiamo parlato dei
formalisti tipo Nekrasov abbiamo visto questo termine). Defamiliarizza la visione del mondo tramite la sua
visione, viene resa strana la città e la società -> le percepiamo tramite i suoi occhi.
Myškin per sua stessa definizione è superfluo. Il suo antagonista è Rogožin -> è passionale. Lo conosce in
treno e viene a sapere della presenza di un terzo personaggio, un personaggio femminile, uno dei più belli
-> Nastasija Filipovna, di cui Rogozin ne è appassionato e la vuole comprare in senso banale poiché con il
denaro. Esso ha appena ereditato molti soldi. Da donna diventa oggetto, poiché si mercanteggia -> viene
sporcata e corrosa la sua persona che la comprende negli aspetti esterni come la bellezza. Nastasija è stata
adottata da un uomo molto rande e l’ha tenuta e mantenuta (ha abusato sessualmente di lei, così come
Sonja Marmeladova conserva però la sua purezza, non è storpiata moralmente e dunque non corrotta).
Se la contendono entrambi. Scena famosa/conclave: è contesa da tutti.
Arriva a Pietroburgo e cerca di essere accolto da una sua lontana parente, chiamata Epančina, moglie di un
generale -> si presenta alla porta degli Epančiny, il servo non sa come accoglierlo poiché pensa che sia uno
di quelli che chiedono denaro.
Si mette a parlare della pena di morte, supera molte convenzioni e delle norme non scritte: interagisce con il
domestico parlando di un tema alto e dunque importante -> primo annullamento delle consuetudini. Viene
ricevuto dal generale, il quale gli offre un lavoro: calligrafo; viene presentata alla moglie e viene battuta
un’altra “confort zone” intima delle camere. Scatta il primo segno di congiunzione con un personaggio:
indica la temperatura spirituale di Myškin. Entra in contatto con la madre delle 3 sorelle, viene definita da
lui sovremennyj rebënok (bambino in tutto e per tutto) -> lo fa con chi ha tratti fanciulleschi, non ricoperti
da strati di consuetudini, non perché vive fuori dalle convenzioni.
Myškin non entra subito in contatto diretto con Nastasija: Ganja (Gavrila)-> stato scelto come marito
potenziale di Nastasija Filipovna per 80 mila rubli, compare anche un ritratto di lei. Prima dunque tramite
le parole di Rogozin, poi tramite il ritratto di Ganja.
Il sentimento: al trasporto amoroso si affianca e quasi prende il primo posto la pietà, la compassione, non in
modo miserevole, Myškin ha sofferto con lei.
Nella scena – conclave Nastasija dice di Myškin: per la prima volta ho veduto un uomo (essere umano in
senso vero).
Modo carnevalizzato del loro incontro, quasi imbarazzante.
La scena poi si sposta a casa di Ganja -> Rogožin vuole liberarsi di lei, non la vuole più e la quantifica: 80
mila lire. Quando lei arriva a casa di Ganja, vede come se la passa -> le apre Myškin, lei pensa che è il
servitore e dunque lo tratta abbastanza male, lui rimane sconcertato perché vede la ragazza di cui aveva
sentito parlare e vestito tramite ritratto. C’è sempre il continuo fraintendimento della figura di Myškin:
Mendiacante in anticamera degli Epančin
Postulante degli stessi e presso il generale
Buffo intrattenitore delle sorelle Epančiny
Servo a casa d Ganja, da parte di Nastasija
Innamorato nel senso volgare del termine a casa di Nastasija Filipovna
Si continua a vedere Nastasija come oggetto di trattativa e non come persona -> sale il prezzo a 100 mila
rubli.
Si passa a casa di Nastasija Filipovna e finalmente dunque la si vede: Myškin si autoinvita a casa sua, dice
che Ganja la tratta male e dice di come ha vissuto in maniera infelice. Dal modo in cui si comporta, si
capisce che non ha una visione di sé lusinghiera, appunto perché ne è corrosa.
Myškin viene scambiato da un giullare della buona società, come innamorato folle -> che non è riuscito a
resisterle.
Denaro come potenza, come possibilità di fare qualcosa.
Nastasija non si sente all’altezza, quindi non si sente a suo agio quando Myškin la pone al di sopra di tutto,
si sente quasi più a suo agio per strada. Myškin dice di aver ricevuto una lettera dalla Svizzera e quindi forse
avrà una grande eredità. Nastasija alla fine va con Ragožin appunto perché non si sente all’altezza, non
vuole rovinare l’innocenza di Myškin.
Il cuore di Myškin non è un cuore tradizionale, ma è strano per i tempi: dispensa amore, pietà ecc in
maniera non esclusiva, è un uomo che non sembra prendere mai posizione rispetto alle persone che ha di
fronte, ma li ama tutti. Ha connotati gravi quando lo fa anche con un’altra donna: una delle sorelle Aglaja
Epančina si innamora di lui. Aspetta il compimento del personaggio maschile, lei scappa alla fine però con
un altro personaggio, il quale la ingaggia per la liberazione in Polonia: ha una missione anche ideologica, si
lascia portare via. Lei entra in competizione con Nastasija, la quale cercherà di avvicinare lei stessa Aglaja a
Myškin, poiché lei potrà dare una bella vita a lui.
Ennesimo equivoco, il fraintendimento più grande: Myškin letto come salvatore di Nastasija Filipovna
secondo principi ideologici-umanitari, anziché amore-compassione (cosa di cui sospetta anche l’orgogliosa
Nastasija, la quale in un misto di amor proprio e fustigazione di sé, rifiuta l’offerta del principe e segue
Ragožin.)
Non viene capito dalla società e neanche da Nastasija Filipovna del perché lui la voglia-> fascino della
questione femminile. Viene introdotto un elemento di natura sociale poiché Myškin viene visto come
filantropo che si abbassa a livello della donna perduta e la redime. Tuttavia, è un fraintendimento totale, lui
non procede mai per vie ideologiche, non è il suo metodo di ragionamento, ma se ne innamora per vie
intuitive.
05/10/2019
L’idiota -> Nastasija si sente troppo perduta per stare all’altezza e ripagare la tantissima fiducia che Myškin
ripone in lei, dunque se ne va con Rogožin.
Critico Chances: « Myškin is too good for other human beings to felel comfortable with ».
Posizione continua di allontanamento e avvicinamento di Nastasija nei confronti sia di Myškin che di
Rogožin.
Parte conclusiva del romanzo: preponderare della passione di Rogozin, non riesce a controllare il suo
dominio che non può passare per il denaro -> compie il gesto definitivo ossia quello di uccidere Nastasija
con un coltello, cerca anche di uccidere Myškin ma che si difende con un attacco epilettico. Myškin qui non
reagisce come dovrebbe fare una persona: passano una notte insieme a vegliare sul corpo morto di
Nastasija, il quale inizia anche a decomporsi e dunque puzzare. Si ritrovano saldati intimamente, che
coincide con la fine di Myškin -> condiziona personaggi, fa irruzione nelle vite delle persone e le cambia
quasi. Torna ad essere un idiota, viene rispedito in Svizzera per guarirsi. Rogožin inviato ai lavori forzati.
Non riesce a porti in modo critico di fronte alle persone, ma chiede sempre il perché, anche a Rogožin
chiede come fece ad ucciderla ecc. -> ha un senso di comprensione rispetto al prossimo.
Duplice senso: storia d’amore (passionale di R e divino di M), la passione è sia amorosa (R) ma anche la
passione intesa come quella di Cristo: M che diventa idiota e rispedito in Svizzera. Inizialmente il
personaggio era una figura demoniaca e violenta, dotata di energia fantastica.
Il modello di M è la figura di Cristo, che su Dostoevskij ritorna sempre in quanto lo preferisce anche alla
chiesa come istituzione: figura incarnata con tratti terrestri ma sempre una figura luminosa: è il massimo
ideale sviluppo della personalità, pur nella condizione transeunte dell’uomo. Il concetto è quello di donare
sé stesso integralmente e senza riserve, in piena abnegazione. M porta il segno (le stigmate) della sua
diversità, nel “mal caduco” (epilessia) che oltre ad essere una croce, è anche una sorta di tremendo
previlegio -> figura di Cristo integrata anche con la povertà della terra, quindi santità + terrestre.
L’epilessia lo rende eccezionale, quasi benedetto -> questo è quasi un privilegio poiché è quasi un dono: è
un’infelice infelicità -> aura come stato premonitore dell’accesso convulsivo epilettico come uno stato
privilegiato di felicità che è impossibile in condizione normale e di cui non hanno nozione gli altri.
I Demoni 1873
Romanzo politico di Dostoevskij, entra nel dibattito riguardo ai pensieri in voga del momento. Romanzo
quasi come risposta al Padre e figli di Turgenev: viene quasi ribaltato.
Svolto in provincia, si racconta di un gruppo di giovani terroristi (sovvertitori che hanno il compito di
distruggere) -> compiono un gesto terribile, ossia quello di rinsaldare il loro legame di setta, uccidendo uno
di questi membri che decise di togliersi dalla setta. Questi sono proprio nichilisti ma in azione,
diversamente da Bazarov. È un’irruzione nella storia poiché dietro alla figura dei rivoluzionari che popolano
il romanzo, abbiamo la figura di Nečaev, figura realmente esistita: storicamente aveva in progetto con
Bakunin (faceva parte dei circoli) di progettare un’associazione rivoluzionaria clandestina in Russia. Questo
libro genera la corrente antinichilista, ne condanna le origini (che Dostoevskij trova nei padri e non nei figli
come Turgenev). Introduce la filiazione del nichilismo, ossia quello storicamente determinato che viene
originato dai padri. Verchovenskij.
Pubblicato a puntate nel Russkij vestnik a partire da gennaio 1879 e concluso nel novembre del 1880.
Dostoevskij muore nel 1881. Tragedia corale e romanzo polifonico.
Trama:
Vicende dei membri della famiglia Karamazov. Tema chiave è quello del parricidio, al quale
concorrono e dunque sono implicati tutti e quattro i fratelli -> concorso di colpa sottile e
relativamente complesso secondo il quale Dostoevskij non lo riduce ad un semplice fatto di cronaca:
tema del conflitto morale tra fede, dubbio, ragione, libero arbitrio, … distribuiti su vari personaggi.
Fëdor -> padre. Fa partorire questi figli da diverse donne
Dmitrij -> primogenito, figlio riconosciuto
Ivan -> figlio riconosciuto
Aleksej -> figlio riconosciuto. È un discendete quasi di Myškin.
Smerdjakov -> figlio che si aggiunge, non è riconosciuto. (nome parlante: puzzolente). È un figlio
illegittimo fatto con una ragazza di passaggio.
Parricidio-> variante più sofisticata del giallo di Delitto e castigo. Implicazioni: giudiziarie, psicoanalitiche,
latamente simboliche (come annullamento dell’autorità, che può essere il padre o anche dio), politiche (lo
zar, con fallito attentato di Dmitrij Karakozov ad Alessandro II del 4 aprile 1866 -> Dostoevskij ne rimase
molto scosso).
La vicenda è ambientata a Skotoprigonevsk, una provincia molto lontana e il nome del luogo compre solo a
pagina 621, quasi a fine del romanzo dunque (800 pagine totali). Skotoprigonevsk significa stabbio, ossia
letame, stallatico, mercato di bestiame, … -> metafora dunque di luogo sporco, al quale non viene data
molta fiducia. Quando avviene il processo (scena conclave del libro, al quale assistono tutti) tutti si
ritrovano a dire la loro, nel microcosmo viene allargata la questione a livelli panrussi e quasi cosmici.
Raskolnikov: il suo lavoro mentale e il suo amore per la teorizzazione finiscono nell’intelligenza
euclidea di Ivan e quindi nella sua incapacità di amare la vita prima del senso della vita stessa. È un
uomo dal filtro intellettuale sempre attivo, inabile a immergersi nel flusso vitale, sempre alla ricerca
di un senso per irrorare di sostanza e vita, capace di amare astrattamente l’umanità ma non il
singolo uomo -> questo tratto si ritrova banalizzato e pervertito in Smerdjakov
Myškin: finisce in Alëša, il quale ama l’uomo, non è un idiota, tenta di stare saldamente nel mondo.
È l’amore attivo e la purezza morale.
Rogožin: finisce nella figura di Fëdor Karamazov ma non così drammatico, la passione in Fëdor è
veramente degradata (basta che respiri cit.), si gode la vita in modo comico ma non tragico. Finisce
anche nella figura di Dmitrij, è passionale e istintivo però ha un freno morale che fa sì che non lo
vediamo come il padre: è il più vicino al padre ma ha il suo codice d’onore, infatti Dostoevskij gli
offre la rigenerazione e il ravvedimento.
Smerdjakov si lascia riempire come un contenitore, assimila alcune frasi e principi di Ivan soprattutto, che
diventa quasi un suo mentore involontario. Si lascia riempire di contenuti che non gli appartengono, non ha
una personalità ma ha il coraggio di tradurre queste idee in gesti concreti e quotidiani-> è lui il vero
esecutore dell’omicidio. Scopre di non avere più l’appoggio di Ivan, capisce che non è più protetto (era in
realtà la sua fantasia mentale) e quindi decide di suicidarsi.
Sono colpevoli tutti e quattro i fratelli -> correità familiare che trapassa in corresponsabilità universale:
siamo colpevoli perché liberi e responsabili.
Smerdjakov è l’esecutore materiale. Ha motivo di ucciderlo poiché figlio illegittimo e trattato come
servo in caso. Cova rancore verso il padre poiché nonostante sappia che sia suo figlio, non lo tratta
come tale. Interpreta la frase di Ivan, decide di uccidere il padre.
Ivan è il mandante o responsabile morale (ideologico). Ha movente economico: eredità. Ma anche
distanza tra i due che si consuma a livello di caratteri diversi, si confronta con un uomo basico e
terrestre che è il padre. Meno facile da accusare, è l’intellettuale e paradossalista del romanzo: dice
all’inizio del romanzo “tutto è lecito”, quindi permesso -> è affascinato dal libero arbitrio ed è questa
frase che finisce nella testa di Smerdjakov, che respira la sua influenza ma in maniera tossica. La
frase in realtà voleva significare -> presenza di dio, c’è o non c’è? Se dio c’è allora lui rappresenta il
freno morale che impedisce agli uomini di scannarsi e uccidersi a vicenda per la paura di un aldilà.
Se dio non c’è tutto è permesso e diventerebbe lecito e quasi giustificato e normale uccidere,
sopraffare l’altro, essere prevaricatori. -> non c’è un mezzo tra esistenza o non esistenza. Dostoevskij
pone le questioni in modo radicale, è tipico del suo essere. Ivan diventa una sorta di mandante in
quanto è l’ideologo senza volerlo -> non si capisce se siano volontarie o involontarie queste frasi che
dice. Si capisce in realtà che c’è un briciolo di consapevolezza quando capisce che Smerdjakov ha
qualcosa in mente.
Dmitrij lo vuole uccidere perché ha problemi di denaro, tema sempre presente nelle opere di
Dostoevskij. Inoltre, con il padre si contende una donna, Grušenka. Contesa di denaro e di donna.
Sarà quello che verrà accusato. È il più facile indiziato. È colui che ha preparato il terreno e le
situazioni perché la cosa accadesse, ha dichiarato in varie forme che vorrebbe ucciderlo
Alëša non ha un vero motivo per uccidere il padre poiché dispensa amore a tutti i prossimi. È
distratto dalla sua affezione per padre Zosima e non è abbastanza vigile e questa è la sua colpa. Non
sta sufficientemente nel mondo per sorvegliare i fratelli e scongiurare il misfatto, doveva essere il
guardiano.
In Fratelli Karamazov c’è la contrapposizione tra giustizia accorta e psicologicamente efficace di Porfirij
Petrovic (…)
Ci si pone il problema dell’esistenza o meno di dio -> tramite Ivan. Dostoevskij pone problemi più
complessi. Scontro tra titani -> Ivan contro Alëša: figure intellettuali, intellettuale freddo contro quello
spirituale; sono in una locanda, si parlano e si mettono a parlare dell’esistenza di dio. L’argomento viene
introdotto da Ivan tramite parabole, il quale per convincere il fratello che dio è una figura totalmente
complesso se esiste. Polifonia di Dostoevskij: non sappiamo a chi dar ragione poiché non riusciamo a capire
neanche da che parte sta Dostoevskij. Ivan -> racconta storia del ragazzino, il quale fa male al cane del
padrone per disgrazia; il padrone lo prende e lo fa sbranare vivo dagli altri cani avanti agli occhi della madre
-> bambino che è stato offeso: basta questa cosa per distruggere tutta l’armonia del cosmo. Ivan dice che
può ammettere che dio ci sia e che in un’ipotetica armonia saremo tutti felici e che la madre abbraccerà il
carnefice del figlio: non gli interessa l’armonia finale poiché non è sufficiente a ripagare le lacrime di questo
bambino-> Offesa dei minori, tema centrale in opere di Dostoevskij. Ivan dice quindi che il mondo di dio
non gli interessa se è così, poiché è sufficiente un po’ di lacrime che questo mondo si distrugga. È così
convincente che Alëša si alza in piedi e risponde a Ivan che gli chiede cosa farebbe a quel padrone: “lo fare
trucidare” -> inizia anche lui piano piano a cedere.
07/11/2019
Dialogo che intrattengono Ivan e Alëša -> creazione di architetture polifoniche: le voci hanno uguale
importanza e dunque è impossibile capire chi ha ragione e da che parte è Dostoevskij. Questo confronto è
senza esclusione di colpi e c’è una forte persuasione.
Ivan racconta leggenda de Il Grande Inquisitore -> libro nel libro. Sorta di poema, mette a confronto e si
escludono a vicenda due concetti chiavi: felicità e libertà. Due concetti incompatibili tra loro-> nel 600 a
Sevilla, viene raccontata la seconda venuta di Cristo, il quale viene identificato da un vecchio rinsecchito
(l’inquisitore) il quale capisce che Cristo è tornato. Evento importante, anche se l’inquisitore è quasi
arrabbiato, lo rimprovera -> cristo non parla, l’unica cosa che fa è baciarlo sulla fronte (perdono,
misericordia) che è la stessa cosa che farà Alëša a Ivan. L’inquisitore gli rimprovera di aver lasciato l’uomo
libero, non ci ha chiesto di seguirlo nella strada della fede ma ci ha lasciati liberi di farlo. Questo gesto
secondo lui è mal calcolato, poiché l’essere umano non può sopportare il peso della libertà, non se la sente
sua, è un gran fardello. Gli esseri umani aspirano a cercare qualcuno a cui consegnare la propria libertà
affinché sia qualcun altro a decidere: preferiscono consegnare la libertà affinché siano felici. Gli inquisitori
infatti decidono cosa sia giuso e cosa sia sbagliato, per rendere gli uomini felici: loro si prendono la loro
libertà.
“Nulla attrae l’uomo quanto la libertà della propria coscienza e al tempo stesso nulla li è alquanto penoso”
-> di nuovo pensiero radicale di Dostoevskij: o bianco o nero.
Dmitrij viene condannato, ma non è colpevole tecnicamente: tuttavia si sente di dover espiare una colpa.
Smerdjakov paga per volontà propria poiché si suicida, poiché capisce di non essere più protetto da Ivan, il
quale lo deride.
Si punisce anche Ivan Karamazov, poiché dichiara di aver concepito la possibilità che tutto sia lecito. Ivan
scatena una bomba ideologica di cui non vuole vedersi al centro ma ha in realtà fini meschini (eredità),
ferini (odio per il padre), metafisici (tutto è lecito). Ivan paga la sua colpa poiché impazzisce, viene privato
della cosa che a lui era più cara ossia la sua mente. Crederà di vedere un diavoletto meschino il melkij čërt,
che ha reumatismi, è ironico, quasi bonario ma che offende l’estetica di grandezza in cui si è sempre sentito
calato Ivan -> non arriva il male con la M maiuscola. La sua colpa è l’essere appunto il mandante ideologico.
Alëša paga ma in misura minore, è colui che resta a testimoniare la possibilità della continuazione e rimane
nel mondo, non si rinchiude nel monastero: continua il progetto di fede e redenzione, vuole esserne la
rappresentazione.
Vita: 1828 nasce nella tenuta di Jasnaja Poljana nel governatorato di Tula-> sua madre era principessa,
mentre suo padre è conte. Andò all’università di Kazan e studia arabo e turco, ma molla nel 47. Inizia a
tenere un diario. Frequenta il gran mondo e dunque frequenta l’agio nobiliare, ha l’esperienza della guerra
(Guerra di Crimea: ne scrive in Racconti di Sebastopol’). Scrive di sé in Infanzia, Adolescenza, Giovinezza:
1852 nel Sovremennik. Non si lascia identificare da nessuna esperienza, Tolstoj le attraversa e poi le lascia
-> è un anti-letterato, rifiuta le fazioni e circoli. Fa un viaggio e conosce l’Europa, disincantandosene (come
Dostoevskij). A Jasnaja Poljana crea una scuola, crea una rivista -> idea che la scrittura deve essere una
cosa semplice, in mano ai semplici: chi sono i migliori autori? I contadini. Si sposa nel 1862 con Sofja
Andreevna Bers, se ne innamora, è più giovane di lui -> ha un ruolo chiave in Guerra e Pace: è lei che
trascrive in scrittura leggibile per poi darla in editoria. 13 figli ma 5 morti.
Risente in maniera positiva di un equilibrio di vita composta e felice nella sua vita familiare: riflesso della
temporanea felicità familiare al quale sembra di essere arrivato.
Vive le correnti tardo ottocentesche ossia il Modernismo-> sconvolgimento del mondo del realismo.
“Non è un romanzo, ancor meno un poema, meno che mai una cronaca storica” -> impossibilità di dare un
genere, sono le parole stesse dell’autore. “Guerra e Pace è ciò che l’autore ha voluto e potuto esprimere in
quella forma in cui è venuto a prendere espressione”. Problema di definire il libro.
Non vuole chiudersi dentro generi importate da altrove, un po’ come Anime morte di Gogol’.
Dopo aver passato ad esaminare, nel primo periodo della creazione letteraria, l’uomo nel procedere dell’età,
pensa ora a collocarlo nella Storia.
Inizialmente voleva parlare di un decabrista, reduce della Siberia ossia uno dei partecipanti al primo
tentativo di abbattimento del potere zarista., avvenuto nel dicembre del 1825.
Poi capisce che per capire il decabrismo è necessario tornare indietro nel tempo, almeno fino al 1805
(Alessandro I sconfitto ad Austerlitz dai francesi) e da lì procedere in avanti fino al 1812 (invasione della
Russia da parte di Naoleone I e la sua cacciata) fino al 1820 (prime società segrete che porteranno appunto
all’insurrezione decabrista)
Famiglia Rostov, la famiglia per eccellenza, anche se il padre Ilja Andreevič è uno scialacquatore (distrugge
il patrimonio della famiglia). Ci sono quattro adolescenti. La figlia è Natasha Ilinična, ha una buona dose di
evoluzione: passa da essere una giovane canterina e danzatrice, si innamora, viene quasi rapita, e si evolve
perché diventa una madre, una sfornatrice di bambini-> da giovane bella a donna completamente risolta
nella sua dimensione familiare che come trofeo della sua esistenza ha un pannolino sporco, che dal colore
degli escrementi si capisce che è in salute.
11/11/19
Famiglia Rostov
Ne fanno parte quattro adolescenti. Fra loro s’imprimono soprattutto nella memoria le figure di Natal’ja
Il’inična Rostova- la vivace figlia più giovane. Introdotta all’inizio del romanzo come una bella e romantica
giovane ragazza, nel corso del romanzo cresce, attraverso le avversità, e raggiunge alla fine la felicità. È una
cantante e ballerina compiuta. Alla fine del romanzo lei viene rappresentata da Tolstoj come una donna
dedita a procreare e basta.
Famiglia Bolkonskij
Andrej Nikolaevič Bolkonskij è il secondo personaggio principale del romanzo. Intelligente e sardonico,
trova scarso appagamento nella vita di uomo sposato, cui preferisce il ruolo di aiutante di campo del
generale Kutuzov nell’imminente guerra contro Napoleone. Il padre impedisce di sposare Natas’ja.
Famiglia Kuragin
Sono coloro che rappresentano la meschinità, l’ipocrisia della società dell’epoca. Il principe Vasilij
Sergeevič Kuragin- uomo spietato ed arrivista è determinato a ben sposare i suoi figli con eponenti della
nobiltà russa, nonostante non nasconda qualche dubbio sul carattere di alcuni di essi.
Principessa Helene- bellissima e seducente donna, con molte relazioni amorose, inclusa quella con il
fratello Anatole
Principe Anatolij-fratello di Helene, molto attraente, ricercatore di piacere senza regole ed amorale, è
segretamente sposato con la sorella.
Famiglia Dolochov
Fёdor Dolochov-ufficiale, amante di Helena e, in quanto tale, è sfidato a duello dal marito di lei, Pierre,
venutone a conoscenza, ne rimane gravemente ferito. Lui sarà la rovina della famiglia Rostov, in quanto
batterà uno dei componimenti a carte e gli sfilerà 40000 rubli.
Ci sono anche personaggi storici: essi confermano la valenza storica del romanzo. Attraverso il conflitto tra
Napoleone e Kutuzov si arriva a interpretare il valore delle leggi storiche, ossia se sono il frutto degli eventi
accaduti o sono norme esuli da quest’ultimi. Napoleone I per Tostoj è una figura negativa e dallo scontro
con il generale inizia la parte “guerra” del romanzo.
[Lui per la composizione dell’opera, si avvale di 74 fonti storiche.] Nello scontro, Kutuzov, secondo Tolstoj,
non si muove secondo una strategia militare scelta ma si basa su una dote, istinto, comprensione non
razionale. Questi tratti non razionali permettono di battere Napoleone in quanto non crede che la storia
possa essere cavalcata e manovrata dagli eventi. Kutusov è un uomo saggio, non ha soltanto l’intelligenza,
sa comprendere le permanenti connessioni delle cose, il tessuto universale della vita umana, poiché solo qui
è possibile trovare la verità e la giustizia grazie a una forma di conoscenza “naturale”, in qualche modo
aristotelica, che è poi una capacità di vedere i limiti posti alla volontà e alla ragione umana. Non vale la
stessa cosa per Napoleone. È noto per la sua attitudine a farsi guidare da regole pratiche-la saggezza
“immemorabile” di cui sono depositari i contadini e la gente semplice -là dove non valgono, in generale, le
regole della scienza. Kutuzov non modifica gli eventi, non li governa ma segue il loro decorso. Questa è
“l’arte di vivere”. La rappresentazione plastica assoluta della “saggezza della realtà” è Platon Karataev.
Nikolaj Strachov dice alcune cose relative al 1812 e del patriottismo: Guerra e pace offre una potente chiave
per mitizzare l’evento storico del 1812 che vide coinvolte, nel respingimento dell’invasore francese, tutte le
classi della società russa dal nobile al contadino, in una sorta di spontaneo patto di alleanza e di coesione
sociale. Il filosofo e critico Nikolaj ha colpito nel segno due volte: quando dice che Tolstoj è realista–
psicologico e quando dice “in guerra e pace abbiamo di nuovo trovato il nostro lato eroico e ora nessuno ce
lo potrà portare via”. Il patriottismo di Tolstoj è complesso: non nasconde nel romanzo l’assurdità della
guerra, sebbene i russi abbiano vinto, e non sempre prende le posizioni dei russi. Le controparti della
guerra avranno modo anche di dialogare, francesi e russi, e questo fa capire che il patriottismo di T non
morboso e blando.
Il concetto di guerra lo potremmo vedere anche nella partita di carte tra Dolochov e Nikolaj nella testa di
Nikolaj Rostov notiamo quali pensieri attraversano la sua testa: stupore elementare di fronte a una persona
che prima era suo amico e dopo desidera la sua rovina (Dolochov stava vincendo a carte). Il commento a
questa scena di Gizburg l’immagine del gioco d’azzardo iperdettagliata è scomposta nelle sue componenti
essenziali, ognuna delle quali porta al contesto del romanzo il proprio sistema di causa ed effetto. Così
Rostov, giocatore perdente, è condizionato dal contesto dei suoi passati rapporti- dal suo principio familiare
rostoviano, dal suo amore per Sonja che sta diminuendo, e dalla sua residua ammirazione per Dolochov.
Come risultato della verifica analitica, il sentimento atteso è sostituito da altri ->tutti gli impulsi sono
disposti a diversi livelli dell’esperienza spirituale, derivano da cause diverse appartenenti a sfere diverse di
vita; perciò, agendo simultaneamente, essi entrano inevitabilmente in conflitto tra loro.
Concezione storica di Tolstoj: non sono i grandi uomini che fanno la storia, noi nel nostro agire siamo
condizionati dalle circostanze e quindi siamo quasi predefiniti nei nostri gesti. Secondo Tolstoj quanto più
riduciamo la nostra sfera d’azione, più siamo liberi. L’uomo non è libero quando ha a che fare con un
contesto sociale complesso, in quanto quest’ultimo ha una storia, delle regole e quindi ci adattiamo ad esse.
La storia non viene spiegata come frutto di azioni fatte da grandi uomini, ma come un insieme di interessi
entrano in contatto tra loro Svalutazione della storia, la libertà della persona esiste solo nella sua sfera
privata.
12/11/2019
Prosa di Tolstoj -> fa confluire molti microcontesti e li analizza portandoli in una sola scena (es. quella dove
vengono persi 43 mila rubli a carte).
Pietro Citati: Guerra e pace è un romanzo nato da una fatale rinuncia conoscitiva.
Ambizione di Tolstoj: riscrivere il mondo, entrando nelle teste dei personaggi. Crea un mondo detto in
parole. Ha privilegiato certe famiglie e certi eventi -> come se Tolstoj voglia coprire tutto e non lasciare
qualcosa di non detto.
Ginzburg: prosa anti-drammaturgica -> Tolstoj è bravo nei dialoghi e nei discorsi diretti criptati in quelli
indiretti ma deve sempre ribadire in modo extradialogico lo stesso concetto: non solo fa parlare i personaggi
ma parla anche lui stesso tramite i suoi giudizi: il narratore è onnisciente. (esempio: fine libro -> “le
raccontò come gli fosse insopportabile a Pietroburgo andare alle serate e ai pranzi dove c’erano signore”.
-Ho proprio disimparato a parlare con le signore, disse)
Profonda crisi spirituale di Tolstoj: nel 1879-1882. Questa crisi viene già vista in quest’opera.
Primo cenno di Anna Karenina risale al 1870, registrato dalla moglie Sofja Andreevna nel suo diario.
Antefatto: suicidio di Anna Pirogova che si butta sotto il treno (amante di un amico di Tolstoj); ebbe un
grande ruolo anche la prosa incompiuta di Puškin “Gli ospiti convenivano alla villa” -> in questa troviamo
dei tratti di AK.
Anna Karenina è un’adultera dell’alta società, nulla di nuovo nella Pietroburgo dell’epoca ma essa vuole
dare legittimità alla sua relazione extraconiugale. Anna si colloca in un momento importante della
sociologia del matrimonio: momento di passaggio tra matrimonio di convenienza a quello d’amore
(matrimonio affettivo borghese). Dal romanzo capiamo ad esempio che AK si sposò per convenienza e non
per scelta d’amore.
Tolstoj apre il romanzo con la frase celebre -> tutte le famiglie felici si assomigliano tra loro, le famiglie
infelici sono infelici a modo proprio.
Porzione molto più ristretta a differenza di Guerra e pace: romanzo famigliare (ma nella storia della sua
eroina è il rovescio della ricomposizione familiare di Guerra e pace) -> dialettica famiglia e non-famiglia:
esempio rapporto Anna e Vronskij, Kitty e Lëvin. Seguiamo quindi due linee di queste due coppie.
Vronskij e Anna: Vronskij viene da una comunità di provenienza è quella dei militari, ha avanti a
sé una bella carriera militare. Scontro con Anna: quando i due entrano in contatto spezzano le loro
dimensioni-> Anna ci rimette da ogni punto di vista (riconoscimento e giudizi della società,
condotta addirittura al suicidio) mentre Vronskij che sembra solo un giovane militare di carattere
meno alto rispetto Anna e Lëvin, perde la carriera, perde il riconoscimento della società in modo
stupido poiché vuole stare con una donna sposata. Vronskij uscendo dalla dimensione propria,
quella della famiglia militare, è tolto da un contesto che gli è proprio -> lui non farà più nulla e non
avrà nessuna attività, l’unica cosa che fa è viaggiare con Anna. La loro storia è molto lunga ma molto
veloce, il rapporto è basato su un’attrazione fisica e carnale, è un rapporto di consumazione. Si
innamorano in 5 minuti. (critica di Nobokov)
Lëvin (che deriva da Lev, quindi l’autore prende soprattutto le sue parti, è portavoce) e Kitty: il
loro amore matura attraverso ostacoli e impedimenti -> le due coppie si intrecciano all’inizio poiché
Kitty era innamorata di Vronskij e si aspettava che lui le facesse una proposta. Dopo la vicenda con
Vronskij, Lëvin e Kitty si rivedono e capiscono che possono diventare una coppia. Storia d’amore
come costruzione faticosa.
È Anna a creare un ponte tra le due storie: lei va da suo fratello per risolvere il suo tradimento con la
governante nei confronti della moglie (Stiva Oblonskij e Dolly) -> la loro storia rappresenta una linea
intermedia e di racconto/cerniera -> anticipa a rovescio la storia di Anna e Vronskij. Anna viene chiamata a
ricucire il loro rapporto e ha una funzione di riparatrice, cercherà di indurre Dolly a perdonarlo, è in quella
circostanza che Anna inizierà a distruggere il proprio matrimonio.
Storia tra Nikolaj (fratello di Lëvin) e una prostituta: Nikolaj ha una vita irregolare e cerca di avere qualcosa
di regolare ossia un matrimonio, lui cerca un po’ di redenzione e lei anche poiché non sarà più una
prostituta.
Tutte queste famiglie non sono casuali: tutte queste gettano luci nelle due coppie principali opposte. Non
vedremmo la velocità della storia tra Anna e Vronskij se non avessimo la lentezza della storia tra Lëvin e
Kitty-> Ripellino: romanzo di simmetrie, equilibri strutturali e contrappesi.
Nel romanzo vediamo riflessa la natura duplice di Tolsoj: Nobokov ne parla così-> opposizione interna di
Tolstoj tra sensualità del temperamento (si pensi alla giovinezza) contro l’ipersensibilità della coscienza e
necessità morale (cosa che si verifica passata abbondantemente la quarantina). Troviamo così la sua
sensualità in Stiva e in Anna-> sensualità che non riescono a controllare, Tolstoj è “innamorato” di Anna
ma capisce la sua colpevolezza e così la fa uccidere. Il tratto dell’ipersensibilità lo troviamo invece in Lëvin.
Tolstoj artista e predicatore-> predicatore perché Anna viene punita dopo aver compiuto il gesto empio.
Anna arriva al suicidio perché Tolstoj la intrappola in un groviglio di tentacoli etici: seguo la morale del
sentimento e faccio sì che domini l’accettazione da parte del pubblico? -> impossibile per la società
dell’epoca. Il destino di Anna infatti si apre e si chiude con la stessa immagine: il treno. Il treno lo
incontriamo all’inizio e alla fine -> quando Anna e Vronskij si incontrano, un addetto della ferrovia muore
stritolato sotto ad un treno: la coppia viene quindi subito bagnata dal sangue. Anche qui troviamo il denaro:
Vronskij dice di dare 200 mila rubli alla famiglia dell’addetto, per pavoneggiarsi di fronte ad Anna. Il treno
così è tratto causale che determina la morte.
Anna ha una moralità profonda che supera le convenzioni, la pone sopra alla dimensione dell’adultera.
Lëvin fatica a trovare il suo proprio posto, è perennemente inquieto, anche alla fine quando poi in realtà si
sposa (Tolstoj che si avvicina alla sua crisi)
Karenin è un fantoccio di correttezza, è integrato nello stato, è moralmente irreprensibile e prima di tutto
non capisce la vicenda di Anna (non è pronto a scardinare la sua famiglia, sanzionata dalla mano di dio), si
attacca al suo punto saldo ossia alla sacralità del matrimonio, il quale viene letto come legame sovraumano.
È una persona pericolosa nel libro poiché è inizialmente passivo e poi attivo: sembra prima incline al
divorzio e poi glie lo nega in quanto influenzato dalla società (consigliera), si fa condizionare dalle
consuetudini e la sua debolezza viene fuori dal fatto che non ha una sua moralità ben salda come Anna.
Idea del contrappunto: circostanze che in uno stesso momento/ scena mette in circolo elementi opposti tra
loro o che hanno valori opposti: Anna e il treno ad esempio. Pljuchanova: due elementi opposti-> volontà
e predestinazione-> due verbi che indicano questa opposizione tra volontà e destino.
Altro contrappunto: Lëvin che assiste al parto di Kitty da fuori, lui ha già assistito alla morte del fratello
Nikolaj (Kitty arriva con Lëvin ad assisterlo, Lëvin è atterrito perché ha paura della morte poiché non la
affronta nella dimensione naturale ma ideologicamente ne cerca il significato. Kitty invece ha una grandezza
composta poiché capisce che è il normale corso della vita e rende più semplice, normale e comodo il
passaggio all’altra vita; come se lo accompagnasse al suo viaggio); quando invece Lëvin attende il parto di
Kitty (nuova vita ma anche possibilità di morte di Kitty, paura perché gli ritorna in mente Nikolaj), lui non
comprende l’evento perché appunto ha paura. Tuttavia, abbiamo l’immagine della luce come elemento
positivo-> luce=vita ma poi Tolstoj porta alla morte di Anna con immagine della luce che però si spegne.
Sogno di un contadino che sta battendo il ferro-> torna nella vicenda di Anna, sente il rumore del treno e
tutto ciò è in francese, lingua che sicuramente un contadino non può sapere.
Tolstoj costruisce questo libro dunque con simmetrie ed equilibri.
Entriamo dentro la mente di Anna, crede che Vronskij si sia stancato di lei, è ripudiata dalla società, fa
fatica a vedere il figlio, non riesce ad ottenere il divorzio. Anna va a Mosca per suicidarsi, in carrozza
abbiamo ciò che pensa lei, guarda l’esterno e vede delle cose. (stream of consciousness -> поток сознание)
Tema dell’incomunicabilità
Tema della posizione morale
Tema della potenza seduttrice
tema dell’incomunicabilità innestato su quello di un uomo compiaciuto
Nesso tra appetito umano e appetito gastronomico elementare
14/11/2019
Fine di AK-> parte del romanzo che privilegia la line Vronskij-Anna. Passaggio straordinario per l’epoca:
permette di entrare nella mente di Anna nel momento tragico, ossia quello del sospetto che Vronskij si stia
stancando di lei. Vronskij è una figura tragica, viene sposata nella dimensione mondana ma disancorata
dalla sua provenienza militare.
Monologo di Anna-> idea apparente della non-selezione del materiale che si offre allo sguardo di Anna,
registrato dalla sua mente. In questo pezzo che dal punto di vista sintattico e lessicale è perfettamente
strutturato, il quale ordine della scrittura però cerca di far capire il disordine mentale di Anna.
Anna inizia a domandarsi sull’incomunicabilità-> è possibile raccontare a qualcuno ciò che si sente?
Voleva raccontare a Dolly e dice di aver fatto bene a non averglielo detto poiché sarebbe stata felice
dell’infelicità di Anna. (persona con cui aveva un certo rapporto, sospetta però anche di lei; Anna riesce a
fare ciò che Dolly non riuscirebbe a fare) lei avrebbe nascosto la sua felicità, ma dentro di lei sarebbe felice
della punizione che Anna sta subendo-> tema della punizione morale.
Anche Kitty sarebbe stata felice della sua infelicità, la capisce e sa cosa pensa: sa che sono stata gentile,
carine e affabile con suo marito più del solito; è gelosa e mi odia e mi disprezza; ai suoi occhi sono una
donna senza morale (una donna amorale e dunque perduta). Se fossi stata una donna amorale sarei riuscita
a far innamorare suo marito di lei, se volessi. -> tema della potenza seduttrice.
Questo è soddisfatto di sé, ha pensato di un tizio ciccione con le gote rosse che incontra, il quale era passato
e l’aveva scambiata per una persona conosciuta e così si levò il cappello ma poi capì che si era sbagliato. ->
tema dell’incomunicabilità. Pensava di conoscermi, ma lui mi conosce così poco come molti mi
conoscono poco, io conosco i miei interessi, come dicono i francesi. -> nesso tra appetito umano e
gastronomico. Ecco loro (dei bambini) hanno voglia di un gelato sporco (sporco perché sta applicando
delle valutazioni a una cosa neutra), e lo sanno forse, guardando a due ragazzi che vanno dal gelataio il
quale si tolse dalla testa il cappellino e si puliva con uno straccio la sua fronte sudata. A tutti noi piace il
goloso e buono. -> tema della sporcizia, appetiti sovraumani. Non ci sono le caramelle, quindi si
prende il gelato, così anche Kitty, no Vronskij allora Levin-> giudizio su Kitty, che parrebbe aver
accettato il ripiego di Levin, non potendo aver Vronskij.
E lei mi invidia, e mi odia, tutti noi ci odiamo -> odio
Anna passa a raccontare da ciò che pensa a ciò che le passa nel suo campo visivo.
Il monologo di Anna anticipa il monologo interiore dei romani del XX secolo.
Lëvin -> semplicità della vita, immagini meravigliose che veicolano concetti. Immagine che fa capire
l’approvo alla vita semplice: Lëvin che vede un bagarozzo che cerca di passare su un filo, è troppo piccolo:
così semplifica una cosa che è già semplice di suo -> autosemplificazione come la vita di Tolstoj.
Scrive nel periodo di crisi. Cambia il suo rapporto con la letteratura, vede le sue opere passate come
qualcosa di peccaminoso. Possiamo quindi vedere un primo e un secondo Tolstoj.
Il primo Tolstoj è cantore della vita nella sua immediatezza e sentimento panico che ci fa aderire alle sue
manifestazioni, gioendo del piacere di contemplare la vita nello specchio dell’arte. -> fa parte del flusso
della vita, è mediato tramite l’uso della parola. In questo abbandonarsi, non si contrappone alla vita e
possiamo dire che vive nel panteismo. Nel secondo Tolstoj vediamo invece la contrapposizione tra io e non
io, condanna come peccato l’abbandonarsi al flusso della vita che costituisce la grande conquista del primo
T. questo quindi fa si che venga ribaltata anche la sua concezione artistica. La sua arte diventa una “non-
arte” poiché riflette e fa giudizi sulla vita, come sforzo di scoprire e insegnare il suo significato e le leggi
secondo cui l’uomo deve vivere. Da artista passa quindi a predicatore, dal pubblicare opere letterarie, inizia
a pubblicare opere che siano funzionali e conative-> spostamento d’asse rilevante. Scrive soprattutto molti
trattati come “Cos’è l’arte?” (1897). -> presunzione di chi è giunto ad un livello tale da poter criticare tutti
gli altri (Baudelaire, Verlaine, filosofi ecc.), se consiglia letture, lo fa però consigliandone poche tipo (Hugo-
Miserabili; Dostoevskij-Memoria da una casa di morti; Sotwe-Capanna dello Zio Tom).
Ripudia l’idea di bellezza-> non coincide con il bene, gli si contrappone: bene si identifica con la vittoria
delle passioni umane mentre la bellezza è quasi ciò che racchiude tutte le passioni umane. La bellezza
spirituale e morale è il bene, ma non coincide sicuramente con la bellezza.
L’arte deve diventare semplice e comprensibile, popolare in senso alto-> dire che un’opera è buona e
incomprensibile è come dire che una bevanda è buona ma imbevibile. L’arte deve essere apprezzabile dalla
maggior parte delle persone.
Terzo grande romanzo di Tolstoj. È una resurrezione di tipo religioso ma soprattutto è la resurrezione di
due personaggi. Con il ricavato di questo libro, (80 mila rubli) li vuole consegnare alla setta duchoborcy
(perseguitata all’epoca). Libro nasce con intenti extra-estetici e materialmente contribuirà ad una cosa
pratica ossia al trasferimento dalla Russia al Canada di questa setta. Pubblicato contemporaneamente in
Russia e in Inghilterra.
Tolstoj decide di introdurre un elemento ideologico in maniera evidente e strutturante nel libro-> decide di
farci arrivare messaggi ideologici tramite la letteratura, lo faceva anche prima ma non era il cuore del libro,
mentre ora lo è. È un romanzo ideologico, di predicazione a tesi, contaminato da un’idea da trasmettere->
problema: l’idea può mangiare l’opera, deformandola e togliendone la bellezza.
Scena del processo a Maslova-> Tolstoj fa il processo al processo, lo destruttura guardando dentro i pensieri
riconditi dei membri della corte. Fa vedere come questi personaggi arrivano ben vestiti con un compito alto
da compiere: la parte esterna non corrisponde alla dimensione interna-> i due elementi esterno/interno
non coincidono e lo fa vedere tramite elementi derisori-> pensieri e idee poco solenni.
Colui che deve rappresentare la giustizia, si rapporta a ciò che sta succedendo tramite dei criteri assurdi.
Eucarestia-> Tolstoj mette in piedi una scena bellissima: prete ortodosso celebra l’eucarestia in prigione->
non c’è trasporto emotivo, non c’è empatia: viene visto come qualcuno che non ha mai visto prima. Tolstoj
cerca di denunciare e svelare qualcosa-> tutto è intenzionalmente tendenzioso, la scrittura è non-neutra,
cerca di portarci a capire qualcosa. Ostia e vino che con certe manipolazioni si trasformano in corpo e
sangue di Cristo. Somministra l’eucarestia anche ai bambini. Il prete portò via il calice e si bevve tutto il
sangue rimanente e si mangiò gli altri pezzettini del corpo di Cristo e si lecca anche i baffi. (tolto l’elemento
di mediazione tra ostia=corpo; vino=sangue). Mangia e beve come un cannibale, sembra quasi un
banchetto. Riesce a distruggere la concezione dell’eucarestia. Tolstoj non è più l’artista di prima, ma usa lo
strumento della lingua per ottenere altri risultati ossia quelli di denuncia -> viene tutto descritto ma non
viene mai nominata l’eucarestia.
Tolstoj riesce a scorporare il rito, suggerisce l’inutilità dell’elemento decorativo.
Bachtin-> libro perfettamente riuscito, uno dei tanti generi possibili e non deve essere giudicato ma visto
nella sua efficacia nell’essere persuasivo. Tolstoj non teme la tendenziosità ma la sottolinea in ogni
particolare della sua opera, non tenda di essere oggettivo, non ammira semplicemente gli uomini e le cose e
li rappresenta per quelli che sono (come in GeP e AK).
Nechljudov che si alza la mattina-> crea un parallelo tra Maslova e Nechljudov. Descrizione: svela ciò che è
Nechljudov, è un seduttore che vive nel comfort. Contrapposizione dà andamento tendenzioso, sceglie ogni
epiteto per risaltare la contrapposizione.
La vera resurrezione è quella della Maslova, otterrà anche la grazia in carcere, si sposerà con uomo
conosciuto in carcere -> da amore corrotto ad amore sincero (dopo aver attraversato l’inferno in prigione).
Nechljudov deve rappresentare con un nobile pentito cerca di redimersi.
Romanzo finisce con una serie di precetti ai quali bisogna attenersi: Sermone della Montagna del Vangelo di
Matteo: più o meno i 10 comandamenti. Si imbatte nel vangelo di Matteo e quasi vede la luce. Principi sui
quali Nechljudov deve ricostruire la propria vita-> non uccidere, non sedurre, non giurare e perdona.
18/11/19
Anton Pavlovič Čechov (1860-1904)
Lui è stato un prosatore e un drammaturgo. Non ha origini nobiliari, nasce in un contesto piccolo-borghese.
Esordisce negli anni ’80, nel periodo in cui la Russia si sta industrializzando. Le prime pubblicazioni sono
realizzate sulle riviste di stampo umoristico, dunque si rivolge ad un pubblico che non si interessa a
questioni etiche e morali, ma a questioni più leggere. Lui si guadagna da vivere attraverso la medicina e la
letteratura. La sua produzione è di tipo narrativo, racconti brevi ma non troppo lunghi. Raramente
troviamo opere che possono essere assimilate al romanzo, in quanto una delle sue caratteristiche principale
è il fatto che lo scrittore sia coinciso. La sua prima produzione, fino al 1886 circa, può essere suddivisa in
quattro tipologie di racconto (Primo Čechov):
1. Il primo non ha altra ambizione oltre quella di divertire il lettore. Lo scopo viene raggiunto anche grazie
ad un’efficacissima parodia letteraria.
2. Il secondo tipo è anch’esso di stampo umoristico, ma di un umorismo condotto sino alle sue conseguenze
ultime, sino al surreale.
3. Nel terzo tipo o non vi è alcuna situazione umoristica o essa è solo in apparenza il centro di gravità del
racconto. Il quale invece ruota attorno a questo o a quell’aspetto della vita sociale del paese: il servilismo,
l’ottuso conformismo della burocrazia statale.
4.Il quarto e ultimo tipo prescinde da ogni intenzione dichiaratamente umoristica e implica solo
indirettamente una critica sociale. In definitiva si tratta di racconti che sembrano restare nei limiti della
tranche de vie, del bozzetto di costume, ma in realtà già scavano più in profondità, già contengono più di
quanto rivelano a prima vista.
I racconti:
Primo tipo: qui serve una serie di norme che hanno una nota scherzosa, sebbene si riferiscano a temi non
del tutto leggeri Norme per gli autori principianti: si parla di democraticità nella scrittura (tutti lo posso
fare) e che tutti possono scrivere in quanto chiunque, sebbene realizzi un’opera banale, può avere dei
lettori. È a favore della libertà di scrittura anche dal punto di vista tematico ed esalta una modalità di
stesura coinciso. L’estetica cechoviana, in questi casi, può essere definita letteratura da caffè.
Secondo tipo: qui abbiamo un racconto umoristico condotto sino alle sue estreme, surrealistiche
conseguenze. La morte dell’impiegato: storia di un impiegato Červjakov (Červj verme), che dopo aver
starnutito inavvertitamente a teatro sulla testa del generale Brizžalov (statskij general, uno dei primi
quattro della tabella dei ranghi), crede ossessivamente di doversi scusare, in quanto il suo gesto
involontario lo considera altamente irrispettoso. Chiede venia fa importunando lo stesso Brižalov che,
scocciato, lo caccia dal suo ufficio in malo modo. L’impiegato torna a casa e muore. Lo scrittore riproduce la
morte dell’impiegato attraverso motivi futili, che in realtà sono volti a rimarcare come un uomo di un rango
nettamente più basso si senta inferiore rispetto a un uomo di un grado più alto.
Terzo tipo: il racconto che segue è un racconto in cui o non c’è alcuna situazione umoristica o essa è solo in
apparenza il centro di gravità del racconto, che invece ruota attorno a questo o quell’aspetto della vita
sociale del paese. Tolstyi i tonkij: concepito in modo tale che Porfirij e Michail mettano in evidenza il loro
rapporto di subordinazione a livello lavorativo, sebbene essi all’inizio fossero compagni di vecchia data.
Questa subordinazione viene eliminata a livello lavorativo e si sposta a quella dei ranghi. [Due vecchi amici,
uno grasso e uno magro, si incontrano dopo anni alla stazione e si abbracciano felici e un po' commossi:
amici d'infanzia, sono stati compagni di scuola al ginnasio, ma non si vedevano da anni. Il magro Porfirij sta
scendendo dal treno, carico di valigie, fagotti e scatole, in compagnia della moglie e del figlio adolescente; il
grasso Miša, odoroso di xeres e profumo francese, è appena uscito dal ristorante della stazione. I due, dopo
aver ricordato i vecchi tempi, i loro rispettivi nomignoli, passano a parlare del presente. Il magro Porfirij
dice con orgoglio all'amico di essere assessore di collegio; il grasso Miša è però consigliere privato, è posto
cioè cinque gradi gerarchici più in alto di Porfirij. A questa notizia, Porfirij dapprima impallidisce, poi
sorride, quindi si mette sull'attenti, si abbottona la divisa e si rivolge al grasso con l'allocutivo "Eccellenza".
Il grasso dapprima redarguisce affettuosamente l'amico per il cambiamento di tono e di persona, dal "tu" al
"lei"; ma quando vede il magro aumentare in reverenza e addirittura inchinarsi, il grasso si sente nauseato e
porge la mano al magro per congedarsi; il magro e i suoi familiari (moglie Luiza e figlio Nafanail) si
inchinano e sembrano piacevolmente stupefatti.]
I loro nomignoli: Erostrato ed Efialte. Il primo incendiò il celeberrimo tempio di Artemide nel 356 a.C., il
secondo fu un pastore greco che nel 480 a.C. tradì gli Spartani di Leonida I durante la battaglia delle
Termopili.
Quarto tipo: il racconto che segue è un racconto in cui si prescinde da ogni intenzione dichiaratamente
umoristica e implica solo indirettamente una critica sociale. Sembrano tranche de viem bozzetti di costume,
ma in realtà scavano più in profondo. Znakomyi mužčina (1886): Vanda, ossia Nastas’ja Kavnakina, è una
accompagnatrice (una escort?), ora, senza un soldo. Cerca di ricordare a chi possa chiedere e gli sovviene un
dentista, Finkel’. Va da lui, ma abbigliata da pezzente, non viene riconosciuta [l’abito fa il monaco!
Determinismo dell’abito! Dialettica essere/apparire accennata] e non ha il coraggio di farsi riconoscere…
così finisce per farsi togliere un dente sano e andarsene usando l’ultimo rublo che aveva. Questo tema tocca
regioni molto vaste, non si riferisce più alla tabella dei ranghi, ma si estende ad altri campi. Lei è abituata a
vestirsi in maniera accattivante a causa del suo lavoro, nel momento in cui si presenta in maniera
sprovvista, senza “divisa”, dal suo cliente, nelle vesti di professionista, i ruoli si invertono. Lei non fa che
pensare alle sue condizioni, lui non la riconosce e la sua personalità viene totalmente declassata. Per
rimarcare la sua posizione, nello studio del dentista c’è un enorme specchio in cui lei può assaporare, con
amarezza, la sua pesante condizione. Molto molto spesso ci sono nei personaggi di Cechov, incontriamo un
punto di rivelazione dove essi si riscoprono e rimangono ciò che sono o cercano di cambiare strada.
21/11/2019
La corsia n. 6 -> ottima ricezione della critica sia in termini di approfondimento psicologico sia per
quanto riguarda il carattere edificante. Questo reparto diventa praticamente metafora della Russia secondo
Leskov. Cosa si aspettava il lettore? -> grande emozione emotiva, con conseguenti svenimenti:
ipersensibilità dei lettori dell’epoca che leggevano con grande partecipazione emotiva. Michajlovskij: si
lamenta dell’indecisione di Cechov, la quale riguarda i dati -> indecisione: lettore deve essere chiamato alla
decifrazione spetta al lettore decifrare ciò che l’autore intende e questo dopo Dostoevskij e Tolstoj è
totalmente strano e inadeguato, è una novità. Il lettore ha il compito di doversi orientare da solo nel
racconto. Secondo Michajlovskij è un errore di Cechov, mentre a noi sembra perfetta. Il lettore a suo rischio
e pericolo (lett. paura e rischio in russo) può sbagliarsi e dunque essere ambiguo è un difetto per l’autore
dell’epoca. Skabičevskij dice di Cechov che è troppo oggettivo e spassionato nella descrizione, infatti dà al
lettore di arrivare lui stesso alle conclusioni. lettore non deve avere questo fardello.
La grandezza di questo racconto invece risiede proprio in questo, appunto nell’ambiguità.
Kupletskij: alla base del rapporto c’è una falsa idea: è impossibile distinguere la gente sana e pazza sono
tutti pazzi.
La logica cechoviana è di natura conoscitiva la scoperta di essere diversi da quello che si è creduto di
essere, la scoperta di vivere in un mondo che non coincide con quello immaginario. Molla dei racconti
cechoviani: Equivoco e disillusione, direzioni aperte dalla scoperta sono la speranza e la rassegnazione.
Cechov è più incline a dire ciò che non è piuttosto quello che è lo fa meglio attraverso la negazione.
Protagonista: Sergej Nikitin, insegnante sposato con Maša, ha un suo equilibrio familiare e felicità
domestica, crede di essersi costruito questa dimensione. Lo vediamo cadere e avere questa rivelazione,
momento di scoperta dunque di epifania. Mentre chiacchiera la sera con la moglie ha questa rivelazione.
Inizio dello sgretolamento: consapevolezza non viene trascurata, ma congela la persona dandogli la
chiarezza assoluta e poi spingendolo a fare qualcosa. Gli rivela che tutto il percorso che ha seguito non è
veramente suo ma le consuetudini e le circostanze sono state soddisfatte a pieno ma senza la sua
partecipazione umana attiva Nikitin soffre e si sposta verso uno spazio che non si conosce. (moto
conoscitivo)
Dmitrij Dmitrievič Gurov e Anna Sergeevna Fon Dideric -> luovo Jalta. Lui è di Mosca e lei di S. (Saratov).
Si innamorano, si frequentano poi si vanno a trovare a vicenda. Non sanno come affrontare il loro
innamoramento la vita fino ad ora era infelice. Argomento dell’adulterio, come se fosse un fenomeno
biologico - si chiama Anna come Anna Karenina. Non si trova mi un solo giudizio su ciò che accade, no
considerazioni valutative. Comportamento con toni logici che però non smettono di sorprendere.
Fine: Saratov, in un hotel non sanno cosa fare: lascia i personaggi sulla soglia delle decisioni.
Gorkij: dice che Cechov sta uccidendo il realismo. Non perché non sia realista ma perché introduce un
elemento etico e valutativo non nell’opera. Lazarevskij: lo definisce compassionevole avanti a tutti.
Tolstoj: manca giudizio riguardo ai comportamenti. Dice che così i lettori non sanno dove sta il buono e il
cattivo, cosa si deve e non si deve fare; tira in ballo Nietzsche sottolinea bestialità delle persone, la
biologia delle persone cancella tutte le varie istituzioni. Non sono capaci di lottare per la loro felicità.
Michajlovskij: Gurov rinasce moralmente, da farfallone estivo a uomo che riesce ad innamorarsi.
Andreevič: Cevchov come uomo che guarda dal punto di vista cosmologico; ha indifferenza cosmica.
Sementkovskij: opera come apologia dell’immoralità, è impossibile chiamare buono un uomo che
inganna la moglie, incline a distruggere la vita familiare corretta, che mette per un capriccio in una
posizione di grande sofferenza i suoi stessi figli, che si comporta in maniera superficiale riguardo ai suoi
obblighi sociali e trova distrazione e piacere solo negli intrighi amorosi. Burenin: corrispondenza con
Anna Karenina.
25/11/19
Modernismo russo: sostituzione del ruolo dell’etica con quello dell’estetica
Le questioni etiche vengono messe in secondo piano a favore dell’estetica e della tecnica. Questo fenomeno
influenza il teatro, la letteratura e la pittura.
I pittori peredvižniki [ambulanti, itineranti], sono un gruppo di artisti formatosi nel 1863. Guidati da Ivan
Kramskoj, alcuni studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Pietroburgo rifiutarono di mettere su tela il
compito a loro assegnato, volevano portare in pittura le pressanti problematiche sociali che
caratterizzavano il realismo critico in letteratura. In base a questo concetto si fonda nel 1870, grazie a
Kramskoj, Perov,Mjasoedov, Repin la Compagnia delle mostre d’arte ambulanti.**
Nell’ottica degli ambulanti, l’arte doveva avere il supremo scopo di educare le masse e di difenderne gli
interessi. Ai peredvižniki dovevano naturalmente opporsi le nuove generazioni, che attorno alla rivista “Mir
iskusstva” (1898), propagandavano il cosiddetto modern, ossia la variante russa dell’art noveau francese e
del liberty italiano. I miriskusniki assunsero una posizione nettamente <<occidentalista>>, nel senso che
cercavano di europeizzare l’arte russa operando due direzioni:
• Alla fine degli anni ’90 cercano di organizzare mostre dei più moderni pittori europei
• Dall’inizio del XX secolo dedicano maggior attenzione alla esposizione di quadri russi all’estero
Negando ciò che propugnavano i peredvižniki, i miriskusniki esalta lo stile dell’arte e la libertà di raffigurare
ciò che si crede seguendo il proprio gusto. Il pittore si sofferma sulla propria tecnica, quindi parliamo di una
vera e propria individualizzazione e personalizzazione dello stile.
Reazione a “Mir iskusstva”: si realizza una deestetizzazione, a favore di un’arte più rozza e più genuina. La
loro arte assume connotati specifici e la corrente prende il nome di primitivismo. non si intendeva
ritornare alla pittura di peredvižniki.
Michail Larionov è uno degli esponenti più importanti del primitivismo, la sua opera Paesaggio raggista è
una delle prime forme di arte astratta.
Kazimir Malevič è il fondatore del suprematismo, con la sua pittura astratta e geometrica. L’opera più
importante, espressione di questa corrente è Quadrato nero sintesi del reale secondo Malevič, il grado
zero della pittura.
Poeti del simbolismo:
Anche nella scrittura si realizza questa rivoluzione: il genere della poesia comincia a dominare di nuovo.
Molti manifesti e gesti determinano la novità e la nascita di nuove correnti.
Valerij Brjusov (1873-1924) è il più importante esponente del simbolismo (1° fase, decadentistica ed
estetizzante). È stato un poeta, un prosatore e un organizzatore culturale: lui segnalò per la prima volta la
presenza della corrente simbolista. Lui pubblica tre fascicoli Simbolisti russi, che escono negli anni 1894-5.
In questi almanacchi ci sono tanti autori, ma questa in realtà era una mistificazione in quanto solo a lui e
Aleksandr Miropolskij/Lang spetta la paternità dello scritto. L’idea di far credere la presenza di più
scrittori allude al fatto che Valerij voleva dare l’idea di una corrente già composita e strutturata. L’obiettivo
di questo movimento è destare scalpore, scandalo, provocare attraverso la sperimentazione di nuovi ambiti
e concetti. Brjusov scrive Sonetto alla forma nel 1894 dichiarazione d’interesse per la forma, per la
tecnica del verso, per i tropi. Essi sono un luogo di attenzione privilegiato, si teorizzano e si studiano. È una
meta-poesia: spiega quanto sia importante che la scrittura lavorata, levigata (esaltazione labor limae).
Ispirazione è una poesia scritta nel 1895: è uno scritto indecifrabile, incomprensibile con accostamenti
illogici. L’ossimoro è il filo conduttore di questo testo (increate creazioni, silenzio squillante). Classico del
nonsense brjusoviano. È uno scritto in tetrapodie trocaiche ed è un esempio di poesia deliberatamente
oscura. La base “realistica” nel ritratto di Brjusov è descritta da Chodasevič:
Konstantin Dmitrievič Bal'mont è stato un poeta russo, considerato uno dei migliori esponenti del
simbolismo e decadentismo russo.
Canzone senza parole: un vero e proprio quadro fonico, il cui aspetto positivo è la sua musicalità e quello
negativo è che questo espediente tecnico rischia di balzare in primo piano e corrodere il senso di ciò che
viene descritto. La forma e il contenuto dovrebbero fondersi armonicamente, al contrario in questa poesia
notiamo una collisione tra i due. Come scrive Strada in Bal’mont si appalesa:
Con Brjusov e Bal’mont la parola ritorna ad avere la propria autonomia estetica “riabilitazione della
parola”.
26/11/19
Vladimir Sergeevič Solov’ёv (1853-1900), filosofo, teologo, poeta fase 2° simbolismo
Per illustrare il valore del simbolo, guardiamo il Testo di Metastasio:
L'onda dal mar divisa
bagna la valle, il monte;
va passeggiera in fiume,
va prigioniera in fonte;
mormora sempre e geme,
finché non torna al mar.
Al mar, dov'ella nacque,
dove acquistò gli umori,
dove dai lunghi errori
spera di riposar.
Possiamo leggere la poesia è caratterizzata da una lettura paesaggistica, ma introduce un secondo livello
• l’opera è una lirica dove il paesaggio descritto è interiore: il mare è l’elemento dell’amore, della passione,
mentre l’onda è l’amante o la amante staccati dalla loro fonte di vita e sempre di questa aventi nostalgia
• Come lirica filosofico-religiosa (che potrebbe essere tipico di Solov’ёv come filosofo indagatore dei
rapporti fra il finito e l’infinito)
**Concetto di simbolo: è un oggetto concreto scelto per significare l’una o l’altra delle sue qualità
dominanti. È plurivalente: ape indica lo zelo, lavoro, l’industriosità e agnello dolcezza, innocenza, ingenuità.
**Il problema della poesia del 900 è che i poeti codificano dei simboli propri, li slegano dal loro significato
primordiale e li declinano secondo il proprio mondo. (Albatros Fleur du Mal Baudelaire)
Solov’ёv nella sua filosofia parte dal concetto dei “due mondi”, abbiamo una ipervalutuazione del mondo
non reale, svalutazione di quello vero pensiero di Platone, “misticismo neoplatonico”. Lui si rifà anche ad
alcuni punti della teologia cristiana, tra cui l’incarnazione di Cristo. Il cristo che si crede possa scendere di
nuovo sulla terra è donna, quindi c’è l’idea di una divinità al femminile che può ritornare redimerci tutti.
Questo concetto era considerato possibile a causa degli eventi che stavano sconvolgendo il periodo
(debolezza morale).
Lui affermerà di aver incontrato 3 volte questa divinità femminile: è una figura angelica che intravediamo,
vediamo per lampi senza avere una dimensione concreta. Nella poesia Tutta avvolta di azzurro m’è
apparsa viene chiamati in molti modi: assume le stesse connotazioni che Beatrice assume con Dante, viene
beatificata allo stesso modo.
Das ewig-weibliche
Ma udite: in corpo incorporeo
Discende l’eterno femmenino sulla
Terra,nell’inoffuscabile spendore della nuova dea si è commisto
Il cielo[…]
Solov’ёv descrive la discesa della divinità femminile sulla terra: nella sua complessa teologia la večnaja
ženstvennost’ è contemporaneamente la vergine Maria e la Madre di Dio nei confronti del quale egli nutriva
un amore misticheggiante che ricorda quello dei cavalieri medievali. Il simbolismo di Solov’ёv “ha dato vita
a una superba poesia erotica e mistica, ha creato in Russia quella poesia cortese che non aveva mai avuto”.
Lui non entrerà in contatto con il più grande dei simbolisti, Blok, ma con quelli della prima fase: non
condividerà le loro idee, per questo scriverà una poesia Orizzonti verticali, nei cieli di cioccolata. Ossimori
di questo taglio caratterizzano tutta la poesia, hanno un intento canzonatorio, provocatorio.
Aleksandr Blok è il più importante poeta del simbolismo. È stato anche autori di drammi lirici e saggista.
Lui è convinto che questa divinità femminile possa scendere sulla terra, vi accenna nelle sue poesie la sua
ascesa e la definisce prekrasnaja dama apre al culto dell’eterno femminino, della Vergine mito centrale
della poetica di Blok. Lui descrive esperienze intime, vissute davvero da lui e questo è evidente nelle sue
opere. I paesaggi descritti hanno sia una componente realistica e sia una componente simbolica. La natura
più della città, sente e presente della possibilità che la divinità possa scendere. Nella poesia Di là della città,
nei campi, l’aria spira primavera la stagione allude al concetto di rinascita. Come in Solov’ёv, in questa
opera abbiamo un mondo terrestre e un mondo non-terrestre. La poesia in questo momento cerca di
trovare mille modi per richiamare i loro concetti, ad esempio la divinità in questo componimento viene
chiamata Vergine Segreta del tramonto.
Questa divinità assume connotazioni concrete, in realtà di Ljubov’ Mendeleevna, che sposerà nel 1903, ed è
l’incarnazione dell’eterno femminino, il quale dovrà scendere sulla terra.
Blok celebra tutti i desideri d’incontro che però non si concretizzano mai. Nella poesia Varco la soglia degli
oscuri templi, la donna viene catapultata in un luogo religioso, dunque la sua immagine divina è riflessa
anche dalla Chiesa. Il componimento è pieno di appellativi come: bellissima dama, imperitura sposa…
La caduta di questa divinità femminile e la sua compromissione con la terra: si trasforma, diventa meno
gentile però non perde la sua bellezza, assume fattezze terrestri. Blok pone la figura su un piano più fisico, e
non metafisico. Risultato di tutto ciò è la comparsa di una nuova figura, la Neznakomka (la sconosciuta). Ad
un certo punto il poeta comincia ad avere una vita più facinorosa, frequenta le bettole e le prostitute. Nella
poesia Nelle serate sopra i ristoranti, la donna che incontra è diversa da quella a cui soleva contemplare. La
dimensione simbolica non viene persa de tutto, viene trasformata. Lo sfondo è un luogo denso di elementi
terrestri: usa vari aggettivi che inizialmente erano rivolti alla figura divina, però l’utilizzo di essi per
descrivere motivi terreni scaturisce la perdita della valenza semantica dei termini al principio impiegati,
vengono quindi prosaicizzati e involgariti. Improvvisamente appare la bellissima dama, in carne ed ossa che
adesca gli uomini ubriachi. Anche in questa figura, nonostante sia compromessa, intravede una riva
incantata e un’incantata lontananza: dentro questa immagine sono contemplate sia le sue fattezze terrene
che quelle metafisiche, però a prescindere in questo caso la visione è concreata. Nel 1910, nel saggio La
situazione attuale del simbolismo russo dice: non è semplicemente una dama vestita di nero con le penne
di struzzo sul cappello, è una diabolica lega di molti mondi. Blok crea anti-simboli. La musicalità delle sue
opere è un modo per avvicinarsi per vie poco verbali e più musicali, senza però sopprimere la decifrabilità di
quello che scrive: il metro usato è una tetrapodia giambica con alternanze dattiliche e maschili.
28/11/19
Verso I dodici: una delle prime opere dell’epoca sovietica, coincide con la dipartita di Blok
• Anche la caduta (parodia di sé stesso e degli Argonauti) e quello che è stato definito antisimbolismo
(antisolov’ёvismo) di Blok, contribuiscono ad ampliare lo spettro del visibile di Blok, fino alla
compromissione totale con la prosa (bettole, zingare, prostitute), ma anche con fermenti rivoluzionari;
quando Blok scrive i Dodici, ci presenta la Pietrogrado con delle scene molto crude che sembrano
appartenere ad un altro poeta. È l’esito più compiuto dell’immersione del mondo terreno, quotidiano che
chiamo “mondo terribile”
•Tutto ciò che è il mondo terribile (strašnyj mir) di Blok (è anche la Russia misera e affranta come verità e
fonte di vita, dove si rivela un inaspettato Blok-populista), che è anche il titolo di un ciclo di poesie. Blok
serve un quadro realistico, quasi naturalista in questo poemetto.
Il poemetto può essere diviso in parti, dove ci sono dei personaggi che sono ancora mentalmente all’interno
dell’intemperia culturale pre-rivoluzionaria e altri che ormai sono psicologicamente coinvolti con la nuova
realtà: nuovo e vecchio mondo.
02/12/2019
Parlò dell’impossibilità del rivolgere all’ignoto, al non conosciuto (simbolismo). Figura di poeta romantico/
neoromantico poiché ha il gusto elementare per la bellezza del mondo, non solo dichiarata a parole ma
anche sperimentata veramente. È un poeta viaggiatore ed esploratore, ha colto il fascino esotico in senso
profondo, ha visitato veramente i posti di cui ha parlato (poesie riguardo all’Africa). È stato in guerra, ha
vissuto la Prima guerra mondiale.
Moi čitateli
Prova ad immaginare, racconta di che fine facciano i suoi versi, chi li apprezza ecc. persone che hanno
avuto esperienze vere, concrete, chi ha vissuto la vita in maniera brutalmente concreta, personaggi ideali di
Gumilëv. Accettazione totale del pianeta aspetti positivi e negativi. Non vuole annoiare il lettore con
allusioni che hanno molti significati (polisemantiche) = polemica diretta ai simbolisti.
“tutta la cara e selvaggia esistenza, tutto il nativo e strano mondo”.
Fa vedere il mondo attraverso i gesti compiuti piuttosto che descrivendo, fa vedere qual è l’interno del personaggio
femminile attraverso l’esterno. Sbaglio del guanto: condizione psicologica del personaggio = quanto è nervosa ed
agitata indicatore esterno di un’apprensione interna, indicazione dello stato d’animo.
Szilard diario amoroso dove i sentimenti si raccontano attraverso l’indicazione delle circostanze esterne dei
fenomeni dell’anima. Fin da subito attirò l’attenzione di coloro che studiavano i meccanismi di come funzionano i
meccanismi della poesia, attira dal punto di vista tecnico (studiata dai formalisti).
Dopo il1921 Achmatova è ridotta al silenzio fino al 1940, quando uscirà Iz šesti knig
1935 breve arresto del figlio Lev, che come colpa ha quello di portare il cognome Gumilëv
Marzo 1938 arrestato e condannato a morte il figlio Lev, la pena poi commutata in deportazione
1958 arresto di Mandel’štam, uno degli amici più stretti per lei (nonché secondo acmeista)
Приговор (1939) da Реквием (1935-1940) pubblicato nel 1963 a Monaco тамиздать, ossia pubblicato in
altro paese. Mentre самиздать è la pubblicazione autonoma e fuori da giornali per problemi (tipo contro
politica ecc.) diventa una specie di libro, che viene passato clandestinamente a catena. Così nasce la
letteratura clandestina del periodo. Реквием era troppo di tipo denunciativo parlava delle purghe, di
come venivano incarcerati ecc.
Achmatova come poetessa che affronta anche situazioni più tragiche rispetto alla prima Achmatova.
E cadde la parola di pietra (condanna) sul mio seno ancora vivo. Niente, tanto ero pronta, ce la farò con
questo in qualche modo. Oggi ho tante cose da fare: devo uccidere il ricordo fino alla fine, bisogna
impietrire l’anima (diventare insensibile), bisogna di nuovo imparare a vivere. E non solo… il sussurro caldo
dell’estate, come se ci fosse una festa fuori dalla finestra (sguardo estroflesso), è da tanto che ho presagito
questa giornata luminosa e la casa svuotata.
03/12/2019
Produttori di manifesti come gli acmeisti per dire in cosa si differenziano dal simbolismo. A differenza di
quelli dell’acmeismo, sono molto più violenti e nichilistici. Si parte dal simbolismo e poi sono reazionari.
Manifesti: Schiaffo al gusto corrente manifesto centrale del cubofuturismo (firmatari: Burljuk,
Kručënych, Majakovskij)
Buttare in mare Puškin, Dostoevskij, Tolstoj ecc.
caratteristiche futurismo russo:
Arricchire il dizionario
nel suo insieme
mediante vocaboli
arbitrari e derivati
(parola – innovazione)
Odiare la lingua
sopravvissuta fino al
loro tempo
Rimanere saldi sullo
scoglio della parola
“noi” in mezzo a un
mare di fischi e d’indignazione
Giudizio di:
Kornej Čukovskij si sofferma sulla mancanza di senso della poesia e ne dà un giudizio positivo.
È particolarmente sensibile all’aspetto ludico del gioco delle parole, è patrimonio della cultura
infantile. “Il fascino sta nel fatto che essi non significano nulla”. È sensibile alla produzione infantile
della letteratura.
Jurij Tynjanov (vedi Nekrasov, automatismo della percezione) quando leggiamo questo testo
troviamo punti della poesia che risplendono rispetto ad altri, rimangono nello sfondo e finiscono
nell’automatismo della percezione, ossia la radice. Emergono varianti della parte oggettiva della
radice e dunque abbiamo una poesia della grammatica: grammatica smette di essere
strumentalizzazione per ottenere significati semantici e inizia ad essere bellezza delle potenzialità
morfologiche e grammaticali della lingua.
David Burljuk compito del poeta è quello di non solo fare la rima (луна она - розы морозы; le
quali sono ormai legati ma anche sorpassate)
Chlebnikov futurismo come creazione di neologismi, impallidisce davanti a quello che fa un altro
futurista ossia Kručënych.
Croce di San Giorgio viene data a chi si distingue in guerra; tema della guerra entra nei meandri dell’ozio
dei borghesi. È una poesia di denuncia civile.
Guerra non condotta in maniera acuta, è una carneficina annunciata. Petrov viene portato a morire in modo
inutile, nel frattempo i borghesi gustano polpette (ingordigia, avidità) e canticchiavano Severjanin, ossia
nemico facente parte dell’egofuturismo (diverso da Majakovskij poiché asseconda di più i gusti dei
borghesi). Majakovskij è anti egofuturista, antiborghese e antimilitarista.
05/12/2019
Majakovskij prerivoluzionario, prima del 1917, è più concentrato sulla pars destruens della sua propaganda,
non ha ancora dato adesione al corso politico inaugurato dopo il 1917. Majakovskij si permette di criticare e
di essere aggressivo.
Вам è una poesia antiborghese disparità netta tra chi può permettersi una vita agiata e coloro che
rischiano la vita. Majakovskij possiamo dire che è impegnato, ma non come lo sarà dopo la rivoluzione.
Futuristi più presenti all’epoca: Severjanin (egofuturista) e poi i cubofuturisti come Majakovskij.
Severjanin parla della velocità dei mezzi di trasporto, i toni sono decorativi, sono poco profondi. Il suo
futurismo è quasi di maniera, dove il pubblico coinvolto è il pubblico che disprezzava Majakovskij
pubblico di S è per farselo amico e va incontro ai suoi gusti, mentre M lo critica e quasi lo disprezza.
Dopo la rivoluzione Majakovskij inizia a scrivere testi che vanno a ricodificare anche la figura del poeta, non
è solo uno spostamento dell’asse politico la letteratura inizia ad avere un ruolo molto importante.
Codifica ciò che significa essere poeta. Majakovskij chiede di trovare un nuovo modo di guardare la figura
del poeta.
Attribuire alla letteratura il ruolo di incisore della mente. versi sono parole inutili
Poeta diventa tecnico della parola, colui che la sa usare in maniera non comune, conosce le proprietà
profonde e sa come usarle, sa come renderle utili (aspetto utilitaristico della letteratura) Majakovskij
entra in questa logica e così lo troviamo in molte attività quali:
Illustratore: sfrutta le sue doti illustratorie e versificatorie letteratura usata per qualcosa, esce
dalla legge “se sono ispirato scrivo, se non lo sono non scrivo”
Oкна РОСТА
immagine che critica la borghesia.
Diffonde le questioni politiche
dell’epoca attraverso vignette che
venivano allestite in vetrine.
diventa un genere autoctono di
arte e di massa, Majakovskij non
vuole arrivare ad un pubblico
aristocratico o borghese ma vuole
arrivare ai contadini e ai borghesi,
racconta ciò che accade nella
neonata repubblica sovietica in modo semplice, così che tutti possano capire (cultura di massa)
Hanno un’intonazione primitivistica, hanno un passato importante tradizioni iconografiche tradizionali:
derivano da stampe popolari lubok e da versetti del raëšnik.
Pubblicitario: versi pubblicitari, lo fa per le ditte statali russe pubblicità per ciucci
Periodo della NEP 1921-1928, Lenin rallenta il
socialismo e fa sì che il paese si risollevi tramite
commercio (microeconomia).
Вo весь голос è quasi un testamento dell’ultimo Majakovskij in quanto scritta l’anno del suo suicidio.
In un certo momento vengono fusi due concetti in Majakovskij: quello del poeta della rivoluzione ossia
quello che decanta e appoggi la rivoluzione completamente e il poeta rivoluzionario in senso tecnico e
formale Majakovskij per un attimo è la figura nella quale due elementi cozzano fra loro. (poet revoljutzyi
i revoljutzionnyi poet)
Se ho una realtà caotica e la voglio esprimere nella poesia, non devo per forza scrivere caoticamente, la
letteratura non deve riflettere la letteratura può riprendere il caos senza riprenderlo nella forma. La
letteratura può scegliere di essere o meno caotica.
Неважная честь,
чтоб из этаких роз
мои изваяния высились
по скверам,
где харкает туберкулез,
где б... с хулиганом
да сифилис.
И мне
агитпроп
в зубах навяз,
и мне бы
строчить
романсы на вас —
доходней оно
и прелестней.
Но я
себя
смирял,
становясь
на горло
собственной песне.
Parole di Stalin 1935. Majakovskij era e rimane il migliore, il più talentuoso poeta della nostra epoca
sovietica. Un atteggiamento di indifferenza verso la sua memoria e le sue opere è un delitto.
Esce per la prima volta in inglese sulla rivista “Appleton Magazin” (Tamizdat antelitteram problemi con
la censura, trova via di pubblicazione al di fuori del paese nel quale viene prodotta l’opera; non è ancora il
periodo vero del tamizdat poiché succede nel periodo sovietico, ma Gorkij più o meno lo fa) uscirà invece
nel 1907 in russo a Berlino sempre nel 1907-08 esce in Russia ma con i tagli della censura. La prima
edizione integrale esce nel 1917.
Il problema dell’opera sta già nella sua definizione: è un romanzo di formazione politica. Il soggetto della
formazione è la madre. Cosa ci aspettiamo: trasmissione di un messaggio ben preciso e che il personaggio
principale segua una determinata evoluzione che lo porta in un determinato punto libro che ha come
spunto iniziale quello di dimostrare qualcosa e quindi assomiglia alle Resurrezioni di Tolstoj. Ci aspettiamo
un’idea politica che viene veicolata e qualcuno (o più personaggi) che incarna le varie facce di questo
messaggio politico.
La trama è lineare. Succedono cose che portano verso una determinata direzione, le cose simboliche e
metaforiche si capiscono subito si legge bene.
Protagonista: Pelageja Nilovna Vlasova (Gorkij è stato furbo a mettere una madre) moglie del fabbro
ubriacone Michail Vlasov ed è madre di Pavel. Il marito muore, ha la tipica vita di un operaio. Balza alla
ribalta il figlio Pavel non segue suo padre, è diametralmente opposto ad esso, in esso viene incarnato lo
spirito del rivoluzionario, puro e duro, non può permettersi distrazioni (non ha vizi, non va a donne, non
beve e non gli interessano i sentimenti). Il libro si chiama la Madre perché Gorkij non si ferma a veicolarci
l’idea di rivoluzione tramite un solo personaggio quasi freddo e non umano, addolcisce così il dato politico
facendolo transitare tramite una figura più dolce e affabile che è appunto la figura della madre trucco per
far arrivare al pubblico un messaggio ma non tramite la catechesi della politica ma tramite i modi più
popolari di una madre: se un libro deve indottrinare non possiamo scegliere questo personaggio freddo che
quasi invece allontana a utilizza la figura della madre poiché figura materna. Parte tutto dal figlio, ma
siccome la scena deve essere occupata dalla madre, questo sparisce proprio alla fine della prima parte del
libro Pavel’ viene catturato e messo in prigione e così la madre è colei che agisce si muove con gesti concreti,
occupa tutto lo spazio possibile e fa lei stessa la propaganda fino alla quasi fine del libro. La troviamo
strattonata dalla polizia quando è alla stazione e sta dando i volantini (trascrizione di Pavel’ durante il
processo) che lei vuole diffondere alla gente.
Esperienza del romanzo di formazione politica esplicita, propaganda. Fu considerato il precursore e
modello normativo entro il sistema di quel realismo socialista degli anni 30 il realismo socialista si
rivolse a La Madre, è il modello per loro: Gorkij non scrisse realismo socialista.
09/12/2019
Mat’ dovevav diventare un modello normativo entro il sistema di quel realismo socialista di cui, negli
anni Trenta, Gor’kij sarebbe stato proclamato fondatore. L’intento dell’autore non era far leggere, fa
interpretare questo romanzo in chiave comunista: lui inoltre non enfatizzò la grandezza dell’Ottobre del
1917, successivamente però dovette filtrare la sua visione e adeguarsi al regime.
“Il realismo socialista, quale metodo fondamentale della letteratura e della critica letteraria sovietica, esige
dallo scrittore la descrizione veritiera, storicamente concreta, della realtà vista come sviluppo
rivoluzionario, e la veridicità e la concretezza si devono accompagnare al compito di una trasformazione
ideale dell’educazione dei lavoratori dello spirito del socialismo” stile sobrio, nessuno sperimentalismo e
uso enfatico della lingua. Questa definizione è contraddittoria, in quanto il realismo viene corretto,
riverniciato, adeguandolo ad una prospettiva nuova, ancora non presente, in vista dello sviluppo
rivoluzionario.
Questo libro si fonda su una base realistica, ossia l’insurrezione avvenuta nella cittadina di Sormovo nel
1902. Pёtr Zalamotov, che partecipò all’insurrezione, e la madre Anna Zalamova, funsero da prototipi per il
romanzo. La Madre è diviso in due parti:
Parte prima: personificazione della fabbrica come prigione del lavoro, come un taglio volutamente
negativo, luogo mostruoso in cui erge uno spaccato di quello che accade ad un operaio medio in quei
posti. Pavel spicca subito, ha dei tratti atipici: non ha vizi, non fuma, non va a donne, legge libri,
conduce una vita come ascetica monacale. Pavel è una figura irrealmente integerrima, una
“macchina”. Alcuni, nel romanzo, decodificano gli atteggiamenti dell’uomo in maniera religiosa,
come se lui dovesse farsi prete da un momento all’altro. Lui si poterà un quadro dove è ritratta la
prima apparizione di Cristo di Emmauscommistione deliberata di politica e religione, essi sono
strettamente collegati, nonostante ciò che si propugnerà in futuro sarà l’ateismo.
Tema della maternità “allargata”: impara a conoscere da vicino i compagni di Pavel ed è
stupita dalla loro semplicità, da come si pongono, in particolare dall’ucraino Andrej Nachodka, che
diventerà una sorta di secondo figlio.
Presenza di slogan che coinvolgono la figura della madre “Siamo tutti figli di un’unica madre”:
continua la metaforizzazione del concetto e del ruolo della madre.
La stranezza di Pavek non passa inosservata: una delle pettegole del luogo crede che stia dando vita a
una nuova setta.
Mescolanza del tema religioso e politico: è una sorta di leitmotiv dell’epoca, coniugazione di
elementi eterogenei. Gor’kij dà una veste letteraria alle istanze dell’epoca, tra cui la costruzione di
Dio (Confessioni, in cui si viene a idealizzare il popolo, capace di fare dei miracoli, quindi detentore
di doti taumaturgiche “dominatore e demiurgo della terra”).
Nel romanzo c’è anche uno scontro tra Pavel e il personaggio di Rybin (contadino) sulla fede:
Prima lotta autentica, pratica, quella per la Bolotnaja Koperja: Pavel di oppone assieme a dei
colleghi a che venga scalata dalla paga una copejca per bonificare una palude malsana vicina alla
fabbrica
Primo coinvolgimento operativo per la madre: consegnare un biglietto in città per un giornale che
stampa volantini.
Tra gli uomini di Pavel c’è anche Sašen’ka, una ragazza cresciuta nell’agio. Lei sposa la causa pur
non avendo una derivazione sociale doc. lei si innamora di Pavel e incarna il test sull’importanza
dell’amore nell’ideologia rivoluzionaria (e anche sulla tenuta ideologica di Pavel). Pavel resiste,
supera il test e non si fa influenzare. Questo gruppo di giovani hanno l’interclassismo come
elemento importante, tutti vengono accolti purché sposino la causa.
Il ritorno di Pavel dal carcere rende felice la madre che però è salutata più come una compagna che
come una genitrice (mutamento del ruolo della madre): salutata con una stretta di mano.
Sašen’ka mette alla prova Pavel in una circostanza estrema: durante la festa del 1° maggio, lui
partecipa a una manifestazione, dove alla fine rimarrà solo e si sacrificherà per la causa.
Concezione (morale) comunista dell’amore: elemento amoroso subordinato alla morale. Pavel viene
mostrato in modo titanico, è come se l’autore scrivesse di lui una vera e propria agiografia in cui si
cerca di esaltare la morale dell’uomo.
FINALE PRIMA PARTE: 1° maggio si forma un gruppo che marcia con la bandiera rossa e
vengono sbandierati slogan. La madre raccoglie un pezzo di vessillo della bandiera. Lei comincia a
fare propaganda attiva, parla con la gente, usa una terminologia semplice
PARTE SECONDA: la madre è al comando, continua a formarsi e ad approfondire il proprio
cambiamento: uno di questi prevede il suo trasferimento a casa di Nikolaj, anche lui legato alla
causa. Comincia a fare esperienze mai fatte prima, riscopre la musica. Stando nella nuova dimora
ha l’opportunità di ascoltare le trame dei giovani, le loro idee e progetti (tentano di classificarsi con
la classe operaia) e gli sembrano dei bambini che maneggiano una materia non loro. A ciò si
accompagna un malcelato senso di superiorità nei confronti dei pur interessanti dibattiti a cui
assiste in casa di Nikolaj, ma che avvengono su un piano intellettuale lontano dal vero. Lei,
conoscendo gli operai, li guarda con un sentimento di condiscendenza.
PROCESSO DI PAVEL: Santificazione del personaggio, come se fosse un martire. Lui rifiuta
strategicamente di evadere, appunto perché il suo martirio doveva essere eseguito agli occhi di tutti.
Il processo a Pavel, tappa importante del romanzo, forse risente, nelle descrizioni della corte, del
metodo de costruttivo, straniante, usato da Tolstoj in Resurrezione.
Contrasto tra vecchio e nuovo i giudici corrispondono al vecchio e Pavel al giovane spaccatura netta
fra passato e futuro che dovrebbe annunciarsi.
Insulto allo zar: durante il processo, sul ritratto dello zar vi passa un insetto.
10/12/2019
Andrej Sinjavskij simbolo del secolo scorso della letteratura in tribunale: furono processati nel 1965 per
aver pubblicato delle proprie opere all’estero e sotto pseudonimo (caso di tamizdat) gli costò la
deportazione. Scrive nel 1987 un pungente articolo sul nesso tra La madre e il realismo socialista. il
romanzo di Grokij La madre come modello precoce del realismo socialista.
Forte presenza di pedagogia sociale
Romanzo di formazione
La madre è una donna che “vive non con il cervello, ma con il cuore”
In Pavel non c’è molto, in realtà, dell’operaio, lo è solo nominalmente. Si rivela essere una figura
meccanica, senza vita, sempre una statua semovente che ricorda l’affollarsi di state in Urss d’epoca
staliniana
La madre è motivata anche dalla fede, la quale non si va a contrapporsi alla fede politica Pavel
stesso sembra la figura di Cristo; non è un caso che il nome si avvicina a quello di Paolo apostolo.
Istanze politiche e religiose che convergono nell’opera.
Peredonov:
gusti triviali: “per me ce ne vuole una grassottella” pp. 13
ha manie di grandezza e di persuasione gira voce che sta diventando un ispettore e così si ritiene
un buon partito. Pensa che tutti lo adeschino per fidanzarsi con lui.
egocentrico e totalmente privo di interesse nei confronti delle vite altrui
vanesio (si ritiene bello)
meschino: colloquio con Varvara le dice che prima la principessa le deve dare il posto e poi
sposerà Varvara (la tratta da stupida)
maleducato: sputa in faccia a Varvara pp.22/25
sadico con gli animali
timoroso nei confronti delle autorità presenza in casa di un autore materialista e rivoluzionario
come Dmitrij Pisarev (1840-1868: possiamo dunque stabilire un determinato periodo storico; è
colui che aveva salutato con favore Bazarov); ha lui a casa per far pensare che è un liberale. Questa
libertà di pensiero però poi si rivelerà pericoloso, la pericolosità di Pisarev, compromette Peredonov,
anche se non è vero in quanto è radicale, veniva più volte ristampato e quindi era solo bloccata la
presenza nelle biblioteche pubbliche e non in quelle private.
goloso (p 24-27)
pusillanime e codardo, si nasconde dietro alle spalle di Varvara
autore di scherzi macabri: lascia alla padrona di casa un regalo ossia un cappio
sensibilità eccitata di
Peredonov: Sologub
anima la natura come
proiezione della fantasia
di Peredonov
superstizioso
forte interesse per la
dimensione stregonesca
collegata al folclore 3
figlie Rutilov, tema del
numero tre si trova nel
folclore. Due linee amorose si incrociano
finto progressista: teneva nello scaffale libri di sinistra (Otečestvennye zapiski vi collaborarono
Belinskij e Lermontov e dopo Nekrasov e Ščedryj; dopo però lo nascose perché compromettente)
bellezza limitata
Sologub non crede nella
purezza dell’essere
umano oltrepassata una
certa età: pubertà
oltrepassata non ancora
determinazione sessuale
ci presenta figure
positive quando questi si fermano al bivio per decidere che persona diventare, oltre quell’età il
mondo è corrotto. (poesia: solo i bambini sono vivi). Il brutto viene estetizzato. O la bellezza è quella
dei bambini o è quella del mondo altrove (dimensione simbolica e dunque mondo sovrannaturale è
preferito al mondo di qui) poesia: Stella Mair.
Ignoranza esibita, non è mascherata (come personaggio cechoviano, 1898 l’uomo nell’astuccio); non
è interessato ad
aggiornarsi.
è a favore elle punizioni corporali (p. 58/72)
sadico: gode quando vede bambini piangere e confessare le loro colpe
ha preconcetti nei confronti della Polonia e dei polacchi
classista, capace di memorizzare il soslovie delle persone e di trattarle di conseguenza
si ricorda chi
appartiene a
quale classe e sa
dunque come
trattarli
frequenta la chiesa solo per convenienza e facciata apparenta tutte le liturgie all’inganno, pensa
che siano modi per fregare il popolo.
Espediente gogoliano: si scusa preventivamente con personaggi, va a dire che se sentono qualcosa
non è vero. Una galleria di personaggi riassume l’essenza della provincia in modo scaltro (come
Gogol in čičikov) riesce a descrivere la società della provincia del tempo. Personaggi positivi sono
pochi
Prima visita: va dal sindaco Skučaev. Parla per proverbi e in rima tema delle malelingue: “alle
lingue maligne non si può mettere i lucchetto” “il matrimonio mette apposto tutto”
Fa il paio con il mercante Tiškov, che si esprime in rima anch’esso.
12/12/2019
Simile a Čičikov figura media, elevata a categoria spirituale; medietà esibita e resa oggetto del romanzo:
medietà come пошлость (marcio, triviale, volgare, banale, ristrettezza di orizzonti, mente non aperta) in
Peredonov c’è un effetto di accumulo: ha una lunga serie di tratti terribili effetto di accumulo dà un
quadro forte della пошлость, intesa come categoria spirituale.
Slogub riesce a sfoderare tutta la sua linguistica quando Peredonov va in giro a fare le visite. Sologub è
attento alla dimensione morale della lingua, attento a detti e proverbi
Parte luminosa: rapporto tra Saša e Ljudmila non c’è l’interesse spiccatamente erotico che invece
troviamo tra Peredonov e Varvara. Il rapporto è portato al limite, sta lì lì a diventare un rapporto erotico e
malizioso Sologub li fa fermare nella soglia della compromissione fisica, li raffigura come figure pure e
disinteressate, ma che sono tuttavia pronti a sfociare nell’altra dimensione (non viene raccontato nel
romanzo).
Punizione per mancata delazione tema che è oggetto di una serie di articoli di Sologub. Punizione anche
per coloro che non dicono ciò che dovrebbero: a scuola se i compagni non denunciano una monelleria di
uno studente, allora vengono puniti i capiclasse o anche la classe intera.
Anche nella classe di Peredonov c’è la scena in cui chiede chi ha detto la parolaccia: studente risponde che
non vuole fare la spia e così viene punito.
Pylnikov non ha tratti robustamente maschili, fa letture un po’ corrili, in particolare ama Semën Nadson
(decadentismo) gusti eccelsi e fuori dalla norma. È un ragazzo puro.
Tema euripideo Sorelle Rutilov fanno girotondo quasi streghesco, come delle “baccanti” di provincia dove
Pylnikov è proprio Dioniso. Presenza del tema euripideo è giustificata poiché all’epoca un autore Anninskij.
Inizia il corteggiamento di Ljudmila, si reca a casa Kokovkina lo ammira ed è ammaliata per la bellezza,
le piace la bellezza in senso pagano, come una greca, le piace il fisico. A Pylnikov vengono così risvegliati
alcuni pensieri, ma lui stesso non capisce poiché ancora infantile purezza.
Addescamento prima del giudizio morale, prima della catalogazione che divide tra ciò che è lecito e ciò che
non lo è eccitamenti costituivano il principale incanto dei loro rapporti. Essi la turbavano ed erano nello
stesso tempo lontani dagli atti volgari, repugnanti. Pp 139/177. Sottigliezze spirituali non vengono capite,
affogano nella rozzezza degli approcci, le altre due sorelle non capiscono cosa lei stia facendo
personaggio femminile che si distingue in un luogo dove era sbagliato fare così, spicca come personaggio
insieme a Pylnikov, nella loro пошлость.
Pylknikov travestito da geisha androgino.
Non a livello ludico, ma succede nella scena
finale della mascherata nella città quando
vengono premiate le maschere migliori.
Pylnikov non capisce le intenzioni di
Ljudmila e si lascia vestire, cambiando le sue
inclinazioni sessuali dice come Sologub lo
stia trattenendo dal cadere nel rapporto con
gli uomini.
Peredonov si sente osservato dalle carte buca gli occhi delle carte: riferimento alla Donna di Picche di
Puškin.
Modo in cui Peredonov inizia a concepire il mondo “cani sghignazzavano e le persone gli abbaiavano
contro” pag 189: Peredonov ha difficoltà di ricezione del mondo.
Peterburg 1913
Due edizioni, una ridotta di un terzo rispetto alla prima 1913 a Sankt-Peterburg, 1922 Berlino. Opere
russe pubblicate oltre confine, pre tamizdat: non siamo ancora dentro alla logica del tamizdat.
Tira via le parti considerate non necessarie all’intellegibilità del romanzo ha sottratto parti connettive
ecc. la scelta è quella di una compressione assoluta, mancanza di connessioni.
16/12/2019
Pietroburgo
Fa parte della cornice del movimento simbolista. Presenta un sostrato storico: richiama l’atmosfera
dell’epoca, in cui la Russia tardo zarista vede cadere sotto la mano dei terroristi mole figure istituzionali di
prestigio, altrettanti “padri”, nel senso di figure autorevoli e/o autoritarie.
Ha un sostrato autobiografico: nei rapporti complessi fra i due Ableuchov si riflettono i rapporti altrettanto
complessi fra Andrej (Belyj) e il padre, il matematico Nikolaj Bugaev.
Ableuchov padre: senatore integrato assolutamente pietroburghese, perfettamente inserito. Possiamo
dire che rispecchia la città nella sua geometricità. Uomo che rappresenta la parte della Russia più
occidentalizzata: il padre ha una passione per la geometria e per gli spazi chiusi sembra il prodotto della
città stessa. Ma se partiamo dall’inizio vediamo che in realtà non appare come personaggio occidentalizzato:
ha origine e discendenza asiatica dovuti a intensi commerci asiatici, da questo ha tratto parte della sua
identità. È un personaggio sincretico e contraddittorio, perfetto rappresentate del pietroburghese ma
occidente + oriente nella figura di Ableuchov. In sé ha l’elemento asiatico che spaventa l’intellettualità russa
dell’epoca dopo il conflitto sino-giapponese/cino-nipponico che diede anche origine alla poesia
Panmongolizm (1894) di Vladimir Solovëv. Questi avevano il timore dell’invasione gialla.
È un uomo che dà stabilità, non vuole cambiare il paese.
Principio di stabilità, di conservazione
Ama spazi chiusi come appartamento, ufficio e carrozza
Ama i quadrati, i parallelepipedi, i cubi
“un universo da pittura suprematistica”
Scontro evidente tra due spazi di Pietroburgo, i quali sono ben divisi tra loro: Pietroburgo del centro e
Pietroburgo delle isole divisione della narrazione e dello spazio in cui si svolgono gli eventi. Il centro è
geometrico e lineare, le isole sono amorfe, sinuose e morbide. Ableuchov sta in centro, nelle isole invece ci
stanno coloro che vogliono attentare alla figura di Ableuchov tipo Dudkin (colui che consegnerà la bomba a
Nikolaj). Nikolaj è il ponte tra i due universi, è contraddittorio, è punto di collegamento sta sia dalla
parte dei terroristi e ha dei contatti con loro (porta Dudkin nella sua casa) ma comunque abitava con suo
padre nel centro di Pietroburgo. Si può notare infatti che incontriamo molto spesso Nikolaj nei ponti,
appunto come se lo fosse lui stesso simbolicamente.
Temi autobiografici ma allargati ad altre questioni tema amoroso, importante ma non quanto il
parricidio. Coinvolge la dimensione umana ed affettiva della persona di Belyj, per capire come l’autore va a
riempire il personaggio di Nikolaj: trasfigurazione dell’autore nel personaggio, il quale ne risulta più
complesso. Blok + Mendeleeva + Belyj triangolo amoroso: menage che finisce nel romanzo attraverso la
figura di Sfoja Lichutina nome non a caso, Ljubov (amore) vs Sofja (sapienza/saggezza). Sofja è un
personaggio bidimensionale, sembra quasi che ci sia la madre di Belyj nella figura del personaggio, di
saggezza non ha un granché, è una persona leggera e sembra che la madre di Belyj fosse così.
Nel romanzo Nikolaj si maschera da krasnoe domino (domino rosso) riferimento all’episodio della vita di
Belyj, ossia alla cerchia degli Argonauti adoranti la moglie di Blok. Maschera che Ableuchov indossa per
spaventare il padre, si presenta ad un ballo in maschera (Edgar Allan Poe The Mask of the Red Death) la
maschera ha una valenza politica e omicida: Apollon una volta che vede il personaggio si spaventa a morte,
poiché il rosso è simbolo dell’aversione e della morte, è malato di cuore e quindi ogni volta rischia di morire
di fronte a queste apparizioni. Nikolaj non uccide il padre con la bomba, ma riesce a farcela in tutti gli altri
modi Belyj fa accadere le cose quando non vi è l’intenzione, ma le fa accadere quando non c’è. sorta di
attentato alla vita del padre per vie non terroristiche.
Sofja Lichutina complessità da commedia. Lettera che si sposta di mano in mano, arriva a Nikolaj, arriva
firmata con una S, pensa sia Sofja Lichutina, ma è un’altra donna di rango inferiore ossia Varvara
Evgrafovna Solovëva, la quale assedia amorosamente Nikolaj. Questa Varvara ha il cognome del filosofo, c’è
un continuo sbalzo tra solenne e ridicolo e per questo Sofja ha un nome solenne ma ha tutt’altro che solenne
e così anche Varvara ha un cognome solenne ma di comportamento non ha proprio nulla di solenne. Si
firma come Plamennaja Duša “anima infuocata”, che risulta così essere il richiamo rovesciato agli
appellativi di Bellissima Dama blokiana.
Marito della Lichutina marito succube della moglie, decide di suicidarsi ma non ce la fa, come nelle
comiche si appende al lampadario ma questo cade. “Si impicca un po’, non fino alla fine”.
Personaggio di Nikolaj elemento che rispecchia sia le paure personali di Belyj che l’epoca del primo
Novecento, durante il quale lo stato, per capire
chi sono i terroristi, mette in atto un terrorista
personale (spie, informatori) quindi
avvicinamenti di persone potevano essere
pericolosi poiché potevano essere
doppiogiochisti e Belyj ne era terrorizzato.
Morkovkin: doppiogiochista.
Sia epoca che storia personale ha paura di
essere intrappolato da queste trame, Nikolaj
stesso si trova in una situazione pericolosa.
Carattere mitologico Belyj proietta la vicenda di Crono e Zeus sulla vicenda dei due Ableuchov (catena
interrotta di ribellioni al padre, di rovesciamento dell’autorità del senatore)
Zeus (N. Ableuchov) vs Saturno/Crono (AAA)
Pietroburgo anello mancante di tutta la letteratura che ha a che fare con Pietroburgo, personaggi più
reali delle persone stesse, si rianima addirittura la statua di bronzo di Pietro I (richiamo al Cavaliere di
bronzo; al Naso di Gogol; Dostoevskij perché la cameretta di Dudkin assomiglia a quella di Roskolnikov).
Sembra il punto finale di questa tradizione, ad un certo punto sembra di vedere Pietro il Grande girare nella
città e anche il vascello olandese. Appaiono figure bizzarre che appaiono nella cornice della storia della
letteratura pietroburghese.
Musica come elemento strutturante: come chiazze sonore e macchie acustiche pezzi strutturati secondo
un determinato metro. Es paura di ciò che può arrivare delle isole collisione tra senso e
accompagnamento del ritmo musicale (percezione del significato): blocchi metrici inseriti nella prosa.
Ossessione degli occhi ufficio di Ableuchov: diacono Zrachov. Elemento degli occhi diventa quasi
un’ossessione per Apollon.
Comparsa del domino bianco figura di Cristo, dimensione della trascendenza (abituato ai primi tempi di
Solovëv)
Noi (1924) Мы
Esempio di tamizdat, scritto tra 1919 e 1921, pubblicato solo nel 1988 in Russia (pubblicata sulla rivista
Znamja). Libro come Gorkij: altrove e in lingua straniera. Esce in russo nel 1952 ma a New York.
1988 1986-1991 periodo perestrojka con Gorbačëv pubblicano tutto ciò che non fu pubblicato prima.
Articolo scritto da Orwell Freedom and Happiness contrasto tra libertà e felicità, non vi è un terzo
punto, sono poli opposti. Orwell lesse la traduzione in francese. Complessità sintattica dell’opera;
traduzione del 1929 francese. È documentato che Orwell abbia letto il romanzo e ciò risale prima del 1946,
quindi anche prima di Animal Farm.
Antiutopia non nasce da sola in maniera immotivata o solo ispirata, ma perché Zamjatin ha fatto un
percorso, nasce da un’altra opera che fa da scena di un meccanismo non trasparente Zamjatin è
ingegnere, scrive articoli riguardanti l’ingegneria navale (come Sologub che scrive di pedagogia), conosce il
lessico e a cosa si riferisce. Quando escono termini di ingegneria navale, il traduttore ha problemi nella
traduzione gergo specifico e scientifico. Libro Isolani (1916-1917) quando va in Inghilterra, ne rimane
colpito, se ne va a Newcastle gli sembra di vedere una società che ha modi e comportamenti che
assomigliano a quelli che saranno i comportamenti dei personaggi di Noi (vita regolata, omologata e
standardizzata, stessa ora e stesse cose ecc. società comunista). Ambientazione inglese.
Dewley anticipazione del mondo regolato
che troviamo nel romanzo Noi Zamjatin nel
romanzo Isolani fa una satira della società
inglese dell’epoca. La critica di Noi invece
dice che è una satira del totalitarismo
socialista che sta per arrivare:
anticipazione dell’epoca staliniana che
sta per arrivare (1922) romanzo profetico, quasi come romanzo chiromantico. Ciò che tiene insieme i due
mondi è il principio secondo il quale non esiste più l’individuo ma esiste la massa e gli elementi che
sopprimono il singolo (ripetizione ecc.) e questo lo nota già in Inghilterra, mentre nel romanzo Noi ne
parla in maniera più dura. L’orario è il cardine della società. Opera accolta come satira della società
borghese, mentre invece era n romanzo con significato più universale. Gli elementi vengono portati
all’estremo no cognomi e nomi ma diventano codici (femmine vocali)
nulla è lasciato al caso, anche i numeri hanno dei significati.
Personaggi: i numeri sono scelti in maniera razionale
• D-503 ingegnere, costruttore dell’Integrale
• O-90 donna di fattezze materne si chiama così
perché è rotondetta, tratto caratteristico. Sarà l’unica che nel libro diventerà madre.
• I-330 donna sessualmente attraente snella, allo stesso tempo formosa la I sta per impossibile, in quanto
gli ricorda la radice di -1(impossibile)
• S-4711, figura della doppiezza
•R-13 poeta R girata diventa я: valore semantico
•Ju, sorvegliante Ю come numero 10
17/12/2019
Entropia
Quiete turbata viene però poi ripristinata la quiete: Stato Unico riportato allo status quo antem, ma non
sappiamo bene come vada a finire.
Trama molto semplice: libro non può dotarsi di informazioni che aiutarono Orwell a scrivere 1984
Zamjatin indovina e tenta di indovinare come sarà lo stato che si stava formando.
Punto di vista di D-503 Redatto in una serie di suoi appunti, il suo sguardo è portato avanti, è rivolto al
futuro ed infatti dice che sta scrivendo ai “pronipoti futuri”, quindi a dei lettori
Totale trasparenza architettura diafana fatta di vetro, tutti fanno le stesse cose alla stessa ora e tutti lo
possono vedere. Questo stato all’insegna del collettivo, il gesto di D-503, è un gesto eversivo: dove tutto è
pubblico, la scrittura di un diario personale va contro tendenza privato, non condivisibile, individuale e
dunque anticollettiva.
Primo capitolo del romanzo: D-503 si limita a copiare ciò che è scritto su un organo di stampa chiamato in
maniera neutra “Giornale di Stato”: non esiste altro organo di stampa: enfatizza che l’informazione è
prerogativa dello stato, in maniera quasi oracolare ed assoluta ciò che scrive il giornale è la verità.
(richiamo al giornale di epoca staliniana: pravda).
Universo logocentrico URSS come persuasione dei sudditi, deve formare elementi e dunque gli scrittori
hanno compito importante per poter essere “ingegnere dell’anima”: malleare le persone a piacimento dello
stato.
D-503 non parla ancora del proprio tormento e logoramento, fa una cosa eretica ma secondo le modalità
delle quali ci si poteva aspettare (trascrizione del giornale); non si poteva scrivere.
Si stava ostruendo una navicella che si chiama Integrale idea di integrare altri luoghi, lo usa come
integrazione dell’universo (rimando agli Isolani, matematica)
Appello a chi sono in grado, a coloro che sanno scrivere ecc. tenuti a scrivere, innalzare lodi, poemi, arie,
manifesti, odi ecc. che manifestino la bellezza e la maestosità dello Stato Unico. La parola ha una
determinata funzione, è utilitaristica, diventa una parola che decanta ed eleva inni: questo sarà il carico
dell’Integrale. Deve trasportare la bellezza dello Stato Unico decantato.
Diretto legame con i vangeli: traduzione dei vangeli russi troviamo “unico gregge” qui però assume
connotati diversi e non cristiani, Zamjatin aveva una notevole cultura religiosa sulla quale poi si innesta
un’altra cultura, quella del bolscevismo (che poi però abbandonerà) innato desiderio di andare contro,
non tanto perché aderiva agli ideali; voleva essere alternativo.
Vetro non è l’invenzione di Zamjatin, ma ritroviamo Dostoevskij nel concetto di Palazzo di Cristallo il
quale lo riprende a sua volta da Černyševskij.
Il cielo è pulito, è chiaro senza nubi, asettico, completamente privo di qualunque cosa che lo possa
offuscare. Crea una contrapposizione: parla del
cielo del quale noi siamo abituati, ossia quello
che ci evoca fantasie, quello che suscita
fermento. Antenati vivevano allo stato brado di
libertà. Non mette in ridicolo la poesia del
tempo, ma crea una sinistra ed inquietante
dimensione poetica dello Stato Unico
bellezza del cielo sgombro, persone che
marciano tutti allo stesso modo, armonia ecc.
bellezza propria a quel determinato contesto.
Alternativa alla bellezza intesa normalmente
R-13: poeta; anticipo del 1932, anticipa Unione degli Scrittori. Zamjatin crea una strana poesia della
letteratura funzionale. Letteratura deve essere necessariamente elogiativa, deve lodare. Opera importante
(tocco di ironia) è Orario dei Treni opera suprema, è l’ordine; diventa una sorta di bibbia. Il compito di
R-13 è mettere in versi le sentenze: funzione poetica subordinata all’utilità del testo, viene usata la sua
tecnica piuttosto che la sua ispirazione in senso romantico. Sregolatezza ed illuminazione inattesa preso
in giro, sbeffeggiato, nella logica secondo la quale gli antichi erano idioti.
I-330 incaricata di abbigliarsi come si faceva una volta, di sedersi avanti ad un pianoforte e suonare
pianoforte come reperto archeologico, tirato fuori per prendere in giro musica dell’epoca: ripresa la musica
Skrjabin: no organizzazione interna, si muove sull’onda di un impulso quasi caotico, è usato come emblema
della caoticità e sregolatezza scena catarchica: come non si deve suonare, vestire e comportare.
Amore ridotto solo alla sua funzione motoria e cinetica funzione dell’organismo armonica, dilettevole ed
utile, come il sonno, il lavoro fisico, l’assunzione di cibo, la defecazione
Tutti hanno il diritto di accoppiarsi con tutti prenotazione ed autorizzazione, c’è una legge che dice che
ognuno può avere il diritto di copulare con chi vuole. Rapporti tra singoli: indifferenziazione dei rapporti,
no rapporto unico distribuzione democratica dell’amore. Premessa della scoperta di D-503: amore per
vie regolari e vie non regolari: ha prenotato ed è stato prenotato molte volte da O-90 ma non ha tratti di
esclusività, sembra che ci sia un contratto. I-330 capisce che deve portarsi dalla sua parte D-503 perché ha
la chiave per poter cambiare lo Stato Unico.
D-503 va nella Casa Antica, c’è una signora piena di rughe e nel descriverle dice che le rughe si sono messe a
brillare, si rende conto di aver fatto una metafora, capisce che ciò lo rende speciale ed unico si corregge e
razionalizza
Danza legata al movimento inconsulto ed è regolato, segue una regola ed ha un limite movimento
incantenato con movimento, accettata dallo Stato Unico.
Letteratura di stato, di regime, utile servizio di stato, implica e dice apertamente che era visto
negativamente scrivere ciò che si vuole e di cosa si vuole, la poesia deve essere utile.
Esempi di letteratura:
Odi quotidiane al Benefattore
Fiori delle sentenze giudiziari
Il ritardatario a lavoro (ritardatario viene preso in giro)
Stanze dell’igiene intima
*Ripresa Lettera sull’utilità del vetro di Lomonosov*
I-330 passa dal polo
dell’entropia a quello
dell’energia; O-90 quando
vuole diventare madre
(controllo delle nascite)
ma non lo può fare perché
troppo piccola, ma lo fa
comunque quindi passa
anche lei da entropia ad
energia.
Frontiera che separa l’uomo dalla macchina e dunque spersonalizzazione fantasia deve essere tolta, si fa
un’operazione per togliere parte del cervello e quindi così ci toglie lo sregolare, l’irrazionalità e dunque
contro l’energia. D-503 si sottopone volontariamente alla Velikaja Operatsia rientra nei ranghi in
maniera dolorosamente forzata, si toglie l’essere persona di fantasia. Il risultato che abbiamo è D-503 che
torna sui binari retti, inebetito dalla Grande Operazione, è tornato in sé e ciò si riflette nella maniera in cui
scrive: appunto 40 è caratterizzato da
lingua neutra, no toni isterici, lingua
denotativa, non lascia trasparire dolori ecc.
“la calligrafia mi appartiene” rilegge ciò
che aveva scritto prima, ha denunciato poi
I-330 che verrà torturata e lui guarderà
anche la scena, si rammarica in un
millisecondo, quando lei stringe i denti
ricorda di quando facevano l’amore, ma
non riesce a capire in realtà cosa gli
ricordava: sa che gli ricorda qualcosa ma
non sa cosa.
19/12/2019
Struttura complessità imbarazza i critici, non sanno come dividere le varie linee e dunque individuare i
vari segmenti significativi del libro. Complessità che spicca nello sfondo della letteratura staliniana del
periodo. Complessità, ricchezza e libertà di momento.
Spazio è determinato: Mosca fine anni ’20 e inizio anni ’30 e Gerusalemme divisi da 1900 anni di
distanza.
Difficile riconoscere se ci siano o meno altre linee Gerusalemme e Mosca (la quale si dichiara atea)
Si incrociano per via verticale anche la storia di Pilato e Gesù: protagonista di Mosca indovina lui stesso la
vera storia dei fatti tra Gesù e Pilato non è un romanziere ma ha un contatto con il Vero e la Storia.
Linee convergono nell’epilogo Spazio non più geograficamente determinato.
Due impostazioni stilistiche molto diverse
stile oggettivo e pseudo storico (linea di Gerusalemme) sembra una cronaca, sembra attendibile
stile satirico, tono satirico e bellettristico in quanto ha garbo e velocità di esecuzione della lingua
Idea di Cristo Nuovo Testamento, 4 Vangeli: quanto la versione differisce dal romanzo
Bulgakov si riallaccia idealmente alle nostre preconoscenze, riguardo alle idee che noi abbiamo di Cristo.
Nuovo apocrifo:
Tema religioso Tema al quale Bulgakov teneva molto: risposta ai toni aggressivi con cui veniva negato il
sacro in Urss viene infastidito dai toni con cui veniva negata la religiosità in quanto si preferiva l’ateismo
(rivista “bezbožnik=l’ateo)
Compare il diavolo
Woland, che entra in un
discorso dei due
straniero = pericolo. La
comparsa della figura
vestita in maniera strana,
con accento strano.
Intromissione potente da
parte di Woland che
dimostra che l’ambizione dell’uomo di poter governare il proprio destino, così come provava a fare un
paese.
Tema dell’ateismo: motore iniziale dell’opera da questa circostanza parte la narrazione di Pilato e Iošua:
inizia il romanzo nel romanzo, che noi ancora non capiamo così in quanto il Maestro compare molto dopo.
Punto iniziale esplicito tra le due linee: contatto tra due luoghi geograficamente distanti anche per tempo.
Esistono tanti punti di raccordo e si concentrano sulla vicenda del maestro, ci consente di creare più nessi
tra le due linee. La vicenda del maestro assomiglia alla vicenda di Bulgakov stesso: uomo ha composto libro
nel quale crede tantissimo, libro che però non può trovare la via della stampa: verrà distrutto poiché
crocifisso dai personaggi, poi distrutta anche materialmente. Circolo non aperto ad altri membri.
Forma di potente parallelo tra le due linee:
Bezdomnyj dice di aver conosciuto il demonio, viene internato là dove era già finito il maestro
(contatto tra maestro e discepolo) sarà il suo discepolo in senso di filiazione letteraria, il lavoro di
Bezdomnyj: dipartimento di storia e filosofia (prima era poeta): quando Bezdomyj vede il dottor
Stravinskij pensa “come Ponzio Pilato”
Margarita fa un sogno che richiama Giuda.
Complessità di struttura, ma anche perché i dettagli sono tutti importanti: tradizione gogoliana poiché nomi
e cognomi sono parlanti:
Bogohulskij: bestemmiatore
non riguarda solo il personaggio di Woland (mago in senso assoluto) ha un’identità e lo dimostra a
Bezdomyj e x perché avevano il sospetto e avevano chiamato la polizia segreta.
Elemento magico: prerogativa della vita del Maestro, è un personaggio misterioso che vive in uno
scantinato (sociopatico), vive con del denaro vinto alla lotteria e soprattutto è colui che racconta la vera
storia di Gesù e Pilato dentro la logica del romanzo da magia spicciola e vendicativa di Woland a magia
intesa come capacità intuitiva della parola del Maestro.
Trattare delle sparizioni era pericoloso parallelo delle due linee poiché anche Giuda viene fatto fuori.
Sparizioni trattate in modo spiritoso: linea di Mosca alloggio numero 50, dove starà Woland e il suo
entourage. Catena di sparizioni, spariscono e nessuno è al sicuro: tutti sono imputabili e potenziali
colpevoli.
Ci fa capire quale fosse il clima dell’epoca staliniana, che lo stesso autore respira Purghe Staliniane
Pilato è libero di poter tornare a parlare con Iošua ha un senso di “non detto”, si erano lasciati male, in
modo irrisolto i due partono e salgono nella luce: paradossalmente la figura più vile del romanzo. Viltà=
non ha avuto fede, ha distrutto il suo stesso libro aveva annullato la capacità divinatoria della parola
Bulgakov fa occupare una zona più bassa al Maestro rispetto a quella di Pilato vivono sì nella pace ma
non nella luce.