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2020 - ASIA
Asia parla subito del suo passato da prostituta e fatto il cambio di sesso: dichiara di essersi sempre sentita “diversa…
classico disturbo di genere…mi sentivo diversa”, già da piccola era improntata al femminile. Ha iniziato ad avere
difficoltà tra i 15 ed i 17 anni, perché si è chiusa totalmente, “lì è proprio il periodo in cui sono esplosa…mi sono
proprio chiusa, mi sono proprio ritirata, non capivo cosa mi stava succedendo…poi un peccato dai! ”. Si basava su
quello che dicevano gli altri, che parlavano male di queste persone, quindi aveva un giudizio negativo di sé (?T).
1. A: sì…quindi questa fase di adolescenza molto indebolita, senza avere…del…affermarmi no? Con il mio
genere…però poi…quando c’è stato dopo i 18 anni ho cominciato a capire…già io cercavo sempre di truccarmi,
di avere questi atteggiamenti…ricercare…
2. T: non è che lo frenavi
3. A: no no, era sempre lì…niente poi a 17 anni è proprio esploso
4. T: quindi c’è stato un cambiamento a 17 anni
5. A: 17, 18 anni
6. T: ti sei aperta? Sei tornata ad aprirti?
7. A: sì, perché praticamente…mia cugina si era fidanzata con un ragazzo che era con la mentalità molto aperta,
quindi ho iniziato a parlarne con loro, “guarda che comunque…”
8. T: ti hanno tranquillizzata quindi
9. A. sì sì sì esatto e da questo punto di vista, quindi lì ho iniziato ad avere un po’ più di sicurezza, quindi ad
uscire, frequentare, a frequentare Milano, quindi sentirmi un po’ più…stavo respirando…conoscere persone
comunque…che avevo un vissuto uguale al mio o comunque che erano omosessuali che mi potevano un po’
capire
10. T: anche loro erano in una condizione difficile
11. A: esatto, quindi si è aperto tutto un mondo e da lì ho iniziato a…insomma…a sentirmi meno, però non mi
bastava, perché comunque sentivo, io volevo andare in quella direzione proprio di cambiare sesso…capito?
12. T: certo
13. A: purtroppo invece che trovarmi la strada spianata…ho trovato i muri, mia mamma
14. T: da parte dei tuoi
15. A: sì, mia mamma…non…non capiva…
16. T: non accettava
17. A: non accettava e non capiva cosa volevo diventare…sinceramente…insomma tutti quanti erano un po’
dubbiosi su questa cosa, quindi non mi sentivo appoggiata, a parte una cugina
18. T: che era questa che mi dicevi
19. A: certo…e che comunque mi capiva, però anche lei come poteva aiutarmi? Quindi io poi frequentando
Milano, l’ambiente della notte…comunque…aprendomi in questa direzione ad un certo punto, ormai ero
arrivata ad un punto di dire…cioè parlarne proprio apertamente con mia mamma, “io devo fare questa cosa”
20. T: eri proprio convinta
21. A: sì ero convinta! “ah ma no”, perché poi il dottore le aveva detto che era un mio capriccio…che non…che…sì
insomma c’era anche male informazione, allora ad un certo punto ho iniziato a conoscere queste mie amiche
che comunque erano in strada…che si prostituivano, che stavano cambiando sesso, che stavano facendo
queste cose…ho detto ok, ho mandato tutti i miei valori affanculo perché comunque…e perché comunque io
vengo anche da una famiglia perbene, non è che…ho…dei parenti, cioè capito?
22. T: sei stata la prima
23. A: eh! Proprio la prima
24. T: ok
25. A: eh…ho deciso di insomma di…quella, di quel ragazzino spaventato, timido, di buttarmi…
26. T: hai preso coraggio e ti sei buttata
27. A: in questa cosa…in questo ambiente e da lì per me questo ambiente è stato molto nocivo…perché comunque
a parte non avendo un appoggio familiare, quindi mi sentivo persa
28. T: completamente sola
Esercitazione Psicopatologia e lab. 2020 - ASIA
29. A: sola
30. T: e trovavi forse un supporto in queste persone che si trovavano più o meno
31. A: nella mia condizione, esatto…quindi…
32. T: cioè vi accumunava il fatto di essere
33. A: eh di essere un po’ tutte fuori casa, insomma, cercando di…di arrivare al nostro obiettivo, nel senso di…
eravamo tutte lì per quello, nel senso che insomma ci accumunava questa cosa, ci faceva sentire un po’ meno
sole in questo…in questo percorso…però lì poi cominci, ti prostituisci, inizi a conoscere la droga perché
comunque i clienti ne fanno molto uso…incominci a conoscere la…come si dice…la…la sessualità però a livello
più trasgressivo, sporco anche tante volte…
34. T: come qualcosa di proibito
35. A: sì, capito? Proibito, quindi tutto un mondo un po’…
36. T: più oscuro
37. A: esatto, più oscuro…quindi conosci un po’ proprio quel lato
38. T: ti attirava questa cosa inizialmente?
39. A: inizialmente no, mi faceva paura
40. T: ti spaventava molto
41. A: sì…mi faceva paura, ero scioccata…
42. T: quindi sei stata molto coraggiosa a fare questo passo
43. A: sì! Madonna sì…all’inizio io mi nascondevo dietro le macchine…facevo fatica a sedermi sulle macchine
44. T: avevi un freno, da un lato dicevi devo farlo per il mio obiettivo…però il corpo non si muoveva, si nascondeva
45. A: sì, poi dopo con tutte le batoste, con tutti i calci presi, comunque c’era da portare avanti la vita, l’affitto,
questo, quell’altro…
La famiglia di Asia:
Riguardo al Pd (?T): “lui sardo proprio doc…voleva tornare a pascolare le pecore…mia mamma l’ha mollato perché
ha detto no”, non voleva tornare in Sardegna in un “paesino di 200 anime…si sentiva soffocare”. In quel momento la
Md stava “cercando se stessa…si stava emancipando…quindi ha mollato lui e ha iniziato questa sua vita”. Pd, invece,
è tornato in Sardegna. Quando si sono separati il Pd è diventato molto violento, non ha accettato la separazione, “la
spiava…tutte le notti sotto casa a spiare…di quelle scene! Poi scene anche violente davanti a noi”. Non riusciva a
lasciarla andare (?T). Md, oltretutto, l’aveva tradito, ma lui non voleva che si separassero, “ addirittura lui l’aveva
anche perdonata! Perché per lui il matrimonio era sacro, la famiglia era la base ”, era molto tradizionalista (?T), “la
donna a casa…un po’…”. Md non è per niente questo tipo di persona (?T), aveva voglia di “sperimentarsi…di trovare
l’amore”. Il matrimonio era stato un po’ combinato (?T), la Md era una ragazza timida e si era trovata a sposare un
uomo di 10 anni più grande. Md, andando avanti, aveva voglia di crescere, “di capire più la vita”. La sorella
assomiglia maggiormente al Pd, “in un certo periodo si è anche un po’ lasciata andare…”, c’era il Mt che la
controllava molto, non le faceva fare nulla. Con il tempo si è però ripresa, “ha preso in mano di più la sua
indipendenza come donna e adesso sta meglio”. La separazione dei genitori è stato un colpo per tutta la famiglia (?T),
la Md era etichettata “come puttana…diciamocelo…e mia mamma ha sofferto di questa cosa, non si sentiva capita…
era vista come quella separata”. Il Pd non si è mai rifatto una vita (?T) e non ha più avuto una relazione dopo la
separazione dalla Md (?T).
Era tornato nel paese d’origine (?T). Lui lavorava (?T), aveva giusto questa attività che lo teneva occupato, “ era
sempre triste…con questa faccia…mai sorridente, mai con questa voglia…sempre questa faccia…un uomo un po’
rassegnato”. Asia crede che non abbia avuto una bella vita, “ma è stata anche colpa sua” (il Pd non ha mai accettato il
suo cambio di sesso: “in qualche modo mi toglieva la mia identità”). La Md, invece, se l’è presa “alla grande” la sua
vita in mano, “l’ha vissuta…lui invece ha rinunciato a vivere”. La Md è stata “libertina”, mentre il Pd era il volto
della rinuncia. T chiede della sorella: anche lei è una che tende alla rinuncia (?T), ha fatto dei cambiamenti, ma ha
impiegato del tempo, ha dovuto “combattere con se stessa e con il marito, che è chiuso, classico”.
Le sostanze
Asia ha iniziato a fare uso di sostanze a 20 anni, quando è entrata nel mondo della prostituzione (“le due cose
andavano a braccetto”). Faceva uso di alcol, cocaina in modo saltuario, mentre successivamente è caduta “nel
vortice” dell’eroina, che è arrivata anche per via iniettiva. Ha utilizzato questa sostanza per 4, 5 anni, ma quando a
iniziato a bucarsi si è spaventata, ha deciso di smettere e di andare al Sert. Da quel momento non ne ha più fatto uso,
anche se ha continuato a fare uso di oppiacei e psicofarmaci. Ha anche assunto grandi quantità di Xanax e, a seguito
delle operazioni, anche codeina ed ossicodone. Questi farmaci le erano stati prescritti per via del dolore, tuttavia
“avevo capito che mi portavano anche da qualche altra parte”.
Esercitazione Psicopatologia e lab. 2020 - ASIA
cercavo queste cose…le stavo ricercando nella mia vita…però poi…c’è stato il momento dove praticamente
ho sentito che non ce la potevo fare da sola, mi son sentita un po’ fallita e allora ho iniziato di nuovo,
appunto anche con l’intervento che avevo fatto al viso…
32. T: un passo importante anche quello, con quello poi tu hai concluso?
33. A: sì…
34. T: tu avevi combattuto per tutta la vita per questo ed eri arrivata finalmente alla fine
35. A: sì e quindi vedendo che non riuscivo a fare quel passo a togliermi da questo mondo
36. T: non riuscivi neanche più a staccarti
37. A: non è facile
38. T: era il modo per affermare te stessa
39. A: però poi ero rimasta incastrata…quindi…io quando dovevo iniziare a lavorare, prepararmi, truccarmi, era
diventato una cosa talmente difficoltosa, talmente…io infatti adesso tante volte non mi trucco…mi dà
fastidio anche…adesso sto ricominciato un po’ di più a tenermi, ma non…per apparire più a posto ecco, però
ci son stati questi tre anni, due anni…e quasi tre anni che sono fuori da questa cosa qui…io non mi sono
proprio più truccata…quindi capito, il telefono, rispondere al telefono, per me era diventato…un incubo,
quindi gocce di Xanax, poi ho iniziato l’intervento e ho iniziato a prendere questi antidolorifici e vedevo che
mi facevano stare bene
40. T: hai visto che c’erano anche altri effetti
41. A: poi lì altri effetti…e lì ho fatto la ricaduta, il fatto che comunque con questo ragazzo che mi stavo
frequentando…mi ero fatta un po’ dei film che erano andati male, insomma tutte queste piccole cose…poi il
fatto quello più importante, quello di non riuscire a…perché poi avevo una bella casa, avevo tutto, però non
ero felice, non mi sentivo bene con me stessa, non era la vita che volevo fare
42. T: però non riuscivi a staccarti
43. A: sì
44. T: però in fondo le sostanze ti tenevano lì, ti sedavano l’ansia da quello che ho capito, quindi non è che ti
permettevano di allontanarti, ti sedavano e ti tenevano lì…smettila di farti tanti pensieri su un'altra vita
45. A: e stai qua, sì, però
46. T: lo facevi sedata, nel senso che se eri lucida…
47. A: eh no
48. T: stavi troppo male
49. A: sì
50. T: era questo?
51. A: sì giusto…e poi ho avuto proprio il momento del distruggermi, autodistruzione totale, ma distruggere
proprio quella parte lì, quella parte che mi teneva lì, dentro questa cosa, l’ho voluta distruggere, quel
personaggio, quello che insomma non mi faceva andare avanti…e purtroppo ho trovato questo modo che
comunque mi son fatta tanto male, però in qualche modo poi mi ha dato la forza per andare al sert, per
andare in comunità…quindi è stato tutto un programma, in quel momento è servito quello purtroppo…
però…in quel momento avevo quel modo lì, poi non so se ho fatto bene o male, però adesso sono qua e
sono contenta, nonostante purtroppo ho dovuto…
52. T: uccidere quella parte
53. A: sì io ho sentito di averla uccisa, io quando l’ho sentito, lo dicevo anche ai come stai, io dicevo che l’avevo
proprio…distrutta
54. T: fatta a pezzi
55. A: perché proprio sentivo questa cosa, che avevo distrutto questa parte, questo personaggio, questa cosa…
poi è normale che quando torni nella vita reale devi lavorare, perché sai, quando rientri nella vita reale…gli
atteggiamenti, quelli…le abitudini…tornano subito, riaffiorano…e lì devi farci i conti…
[…]
56. A: sì perché comunque sapeva [la Md] che facevo uno stile di vita abbastanza pesante…e…quindi sì mia
mamma mi ha sempre supportata, quando mi vedeva che stavo male…mi vedeva che andavo in depressione,
Esercitazione Psicopatologia e lab. 2020 - ASIA
mi chiamava, insomma…però quasi mi dava fastidio…nel senso che…mi dispiaceva, farle sentire che ero
anche così messa nella merda
57. T: ti sentivi in colpa quindi
58. A: sì…stavolta anche comunque, quando è tornata ancora un’altra volta, mi ha presa in mano, mi ha
supportata, mi ha presa, tenuta, ha preso la casa in affitto di mia zia, noi siamo rimaste lì fino a quando non
sono entrata in comunità…non ero molto gestibile, io ero diventata una cosa…una persona priva di
emozione, ero completamente, mi ero completamente chiusa, mi ero completamente chiusa…io…
addirittura, poi mia mamma mi diceva le cose, di reagire, ma io non riuscivo, iniziavo a piangere…avevo
queste scene di…
59. T: disperazione
60. A: disperazione…e mi sentivo, perché comunque nonostante io avessi, perché io in quel momento ho vissuto
proprio un lutto, no? Perché comunque avevo ucciso una parte, ma come se avessi ucciso me stessa
61. T: certo…una parte di te
62. A: io dicevo mamma tu non hai capito, io ho, non ho più una vita, mi sono tolta…in quel momento sentivo
una disperazione, io non ho mai pianto così tanto in vita mia, perché proprio…sentivo la disperazione…di
aver ucciso una parte di me e in quel momento non mi rendevo conto
63. T: certo l’hai capito dopo
64. A: con la consapevolezza, ecco, però…mamma mia…sentivo che avevo fatto qualcosa…veramente perso una
parte…oddio…e sai…quella parte che comunque mi dava un certo sostegno…e…insomma…
65. T: non è stato un farci pace con questa parte…
66. A: no, proprio veramente…adesso magari sto facendo questo…sto cercando appunto di riprendere questa
parte, ma non è quella parte, ormai è morta, però riprendere in mano le cose belle che ci son state…perché
è come se ti mancasse qualcosa
67. T: ti rimane un vuoto
68. A: infatti a volte mi sentivo così, forse è per questo che a volte non mi sentivo tanto bene…perché
comunque…sembrava che mi mancava, quel pezzo di vita…invece che adesso mi sto riavvicinando, capendo
le risorse, quello che comunque mi piaceva di me…comunque mi sto sentendo meglio…sì…
69. T: certo…se poi…cioè è una parte di te, se la soffochi…
70. A: sì soffocavo molto anche questa parte e alla fine mi drogavo, può succedere anche da questa parte,
reprimi, può succedere il contrario, reprimi, reprimi…
71. T: esatto…certo Asia
72. A: è molto importante
73. T: perché comunque quest’ansia che sentivi era questa parte che voleva uscire? Era questo?
74. A: sì sì sì
75. T: si esprimeva in emozioni che ti facevano stare male
76. A: certo…come sentivo quando ero qua, questa mia parte, quindi io cercavo comunque di tenerla…stai
buona lì…ti aiuto con gli psicofarmaci…con le droghe, ma stai buona…facevo tutta la contenta, allegra, però
io sapevo che c’era quella parte che invece era cosa stai facendo? Che schifo che vai a letto con così tanti
uomini…eh insomma…e invece adesso appunto…
In comunità
Asia racconta che l’ingresso in comunità è stato molto difficoltoso per lei. Spiega che è come se avesse avuto dentro
di sé due parti. In passato faceva un certo tipo di vita, “mi potevo permettere vacanze…me la godevo…fashion,
moda…facevo uno stile di vita anche alto”. Ha sempre speso molto, si curava fisicamente, le piaceva comprare cose
per sé. Tutto questo, ammette, “faceva un po’ battaglia con quello che ero realmente io…più riflessiva, interiore…io
entravo proprio nel personaggio…anche questa doppia vita, realmente Asia chi era? Non riuscivo mai a tirarmi fuori
realmente io come persona, facevo la parte della prostituta, quindi disinibita, molto sicura di sé, sfacciata…
trasgressiva…sopra le righe ogni tanto, sempre molto divertente, molto solare, sempre tutto molto…però era anche
Esercitazione Psicopatologia e lab. 2020 - ASIA
un lavoro essere così, era pesante, me ne son resa conto dopo”. Spiega che è stato molto difficile quando è entrata in
comunità, “non riuscivo a tirarmi fuori, non riuscivo nemmeno a parlare che ero stata una prostituta…io mi
giudicavo tantissimo…era uscita fuori quella parte…non riuscivo a tirare fuori le mie emozioni…ero antipatica”,
teneva gli altri lontani (?T), “maestrina, bacchettavo gli altri”. Ad un certo punto le sue emozioni sono uscite come un
fiume in piena e per lei è stato come vivere l’adolescenza, “ho rivissuto quel pezzo che mi mancava…la prima cotta,
l’amichetta”. Si è sentita molto aiutata e capita nel percorso che ha fatto. Aggiunge che si è sentita “ molto pulita” con
se stessa, “il fatto anche di non aver fatto delle cose in comunità, mi son sentita che ho rispettato me stessa”. T chiede
in che senso pulita. Spiega che ha rispettato il posto in cui era, ha rispettato se stessa (es. nella prima “cotta”, c’è stato
un approccio “un po’ adolescenziale, ma lì mi sono detta no, stop”). In quell’occasione ha sentito si essersi rispettata
come donna, invece in passato avrebbe potuto fare sesso come se niente fosse, “ sono cresciuta in quel momento…mi
son detta che era bello sentirsi così”. C’è stata poi una relazione “un po’ più adulta”, si è sperimentata in un altro
modo. È riuscita anche ad affermarsi nel gruppo, aveva il compito di supportare i ragazzi.
Al momento del passaggio al reinserimento era molto spaventata, a X si sentiva protetta e sicura, “ avevo paura del
fuori…paura…il lavoro non lo troverò mai, ma chi vuoi che mi prenda…soprattutto dentro di me la dicevo questa
cosa…con i miei tempi, un po’ lunghi, ho iniziato a fare i curriculum, la ricerca lavoro, i primi colloqui, vedevo che
riuscivo a farli…un po’ di soddisfazione”. Spiega che in questo periodo è un po’ nella fase della “santità…però io
conoscono anche l’altra parte, quindi devo unire le due cose”, prendere un po’ dell’una e un po’ dell’altra, senza
soffocare, senza spaccarsi a metà. Sta lavorando anche “su questo bambino che ha sofferto, che è stato maltrattato…
sto cercando di riprendere questa parte, di coccolarla…accettare anche queste cose, ho fatto anche un lavoro
sull’accettazione sulla mia identità di genere…all’inizio guai!”. Ha imparato ad avere anche più dimestichezza con le
proprie emozioni