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IL RINASCIMENTO

da metà del XIV sec. (Petrarca) a inizio XVII (Campanella)

Umanesimo e Rinascimento non sono sinonimi

in questo periodo cambia la figura dell'intellettuale à laicizzazione della cultura, l'università


perde il primato del sapere e lo perde la figura dell'ecclesiastico come intellettuale

l'intellettuale diventa laico e nascono altre istituzioni à accademie volute dai principi (Cosimo
de' Medici à Accademia Platonica, Marsilio Ficino) e studi privati, per iniziativa della città o del
signore

università prima à distinzione tra scienze pratiche e scienze teoriche


poi à le scienze teoriche acquistano importanza (Leonardo)

Rinascimento = rinnovamento delle lettere e dello spirito


Le distinzioni epocali ci giungono da Illuminismo e Romanticismo, ma il termine "rinascita" e la
consapevolezza di un rinascimento erano già presenti nel Rinascimento stesso à frattura tra
Medio Evo e Rinascimento (v. Jacob Burckhardt)

Burdach invece sostiene la teoria della continuità, rilevando nessi tra Medio Evo e Rinascimento
(rinnovamento religioso), di cui nega la nascita

la fil. moderna nasce con Cartesio, inizio XVII sec., e con la rivoluzione scientifica - il Rin. è un
periodo di passaggio e transizione, non è più M.Evo ma non è ancora Età Moderna (dal pdv fil.)

J Umanesimo à prima parte del Rin., XV sec., anche "umanesimo" è una parola già usata
all'epoca e poi riscoperta nell'800 - il Rin., oltre all'uomo, recupera il valore della natura

L'umanista è un intellettuale laico che si dedica alle humanae litterae à grammatica, retorica,
storia, estetica, filologia - recupero dei classici come modello che permette di superare il Medio
Evo, non un'imitazione nella forma ma nello spirito

il M.E. non ignorava i classici ma non li conosceva nell'edizione originale, prima del 1453
(caduta dell'Impero romano d'Oriente) molti dotti bizantini portano i testi e la conoscenza del
greco - vengono riscoperti Platone e la Poetica di Aristotele, che il M.E. non aveva, e soprattutto
l'interesse a riportare alla luce il testo originario senza aggiunte e interpretazioni (nasce la
filologia) - significato filosofico à l'umanista è consapevole che il testo classico su cui sta
lavorando è storicamente lontano, acquisizione di una prospettiva storica, che manca nel
medievale che tratta i testi come documenti contemporanei - il passato per il M.E. non è storia,
cosa che invece gli umanisti del XV sec. hanno ben presente (nasce la prospettiva anche nelle
arti figurative à L.B. Alberti, Piero della Francesca, Leonardo) - scoperta della storia, i classici
sono diversi da noi e non possiamo imitarli, sono su un altro piano, viene ripresa la metafora dei
nani sulle spalle dei giganti à siamo più piccoli ma vediamo più lontano

altro tema à la retorica - Lorenzo Valla studia la retorica e la difende contro il filosofo (contro
Aristotele) - per Valla la retorica ha la capacità di operare nel concreto, la logica no (v. Vico vs.
Cartesio, che difende la retorica) - Valla ha come modelli i grandi rètori dell'Atene di Pericle

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Valla critica anche S. Tommaso, la ragione è impotente e occorre la fede - come filologo,
riscopre l'alterità della storia, dimostra la falsità della "donazione di Costantino" (testo dell'VIII
sec., latino imbarbarito, quindi non del IV)

altra polemica sull'Umanesimo à Eugenio Garin, Kristeller

per Garin l'Umanesimo ha una grande valenza filosofica, recupera il senso della storia, si oppone
alla scolastica medievale e ne smantella le costruzioni - per Kristeller, gli um. non sono filosofi
ma solo filologi, quindi l'Um. non è rilevante per la fil., ma solo per la storia della fil.

Umanesimo = ritorno all'uomo, vedi Pico della Mirandola, che nel De hominis dignitate dice che
l'uomo è un essere particolare perché non ha una natura e un compito precisi e determinati, è
libero di scegliere il proprio destino, è condannato a scegliere il proprio destino, è un
microcosmo che raccoglie in sé tutte le possibilità dell'universo à concezione rivoluzionaria
rispetto al M.E. che considerava l'uomo in un cosmo fisso e stabile e non concepiva la libertà
dell'uomo in questi termini
Pico fa un mix tra Cabala, Aristotele, Platone, Bibbia - muore a 31 anni

in Ficino il tema della natura comincia a diventare importante, Ficino traduce con commenti tutti
i dialoghi di Platone, non siamo più nella mentalità del M.E. ma non sempre è necessariamente in
polemica con il cristianesimo, sostiene l'idea di una rivelazione divina ante Christum, chiama
Platone "il Mosè attico" ("la pia filosofia"), opposizione al M.E. non è sempre opposizione al
cristianesimo, per Bruno sì

per quanto riguarda il naturalismo (Cardano, Telesio, Bruno), la natura non è ontologicamente
inferiore ma è una realtà in cui si manifesta in tutta la sua pienezza la potenza creatrice di Dio,
l'uomo è un essere naturale, viene a cadere la separazione tra immanenza e trascendenza, la
natura è considerata viva (magia), panpsichismo, si crede in astrologia, animismo, magia, la
matematica non entra nello studio della natura

Nicola Cusano à umanista, 1440 "De docta ignorantia"

Cusano parte da Dio come essere incommensurabile e indicibile dall'uomo(neoplatonismo),


teologia negativa (Dio non si può dire, è ineffabile - v. Dionigi Aeropagita) - per NC in Dio
troviamo la coincidenza di tutti gli opposti (es. matematico à la linea e la circonferenza
all'infinito coincidono) - per NC l'universo è infinito, la Terra non è al centro dell'universo e
quindi si muove

per Bruno il cosmo è uno, Bruno crede nella reincarnazione e nella magia, prepara le basi della
rivoluzione scientifica da un pdv non scientifico

FRANCESCO BACONE (Francis Bacon, 1561-1626)

Opere:

& Nuova Atlantide, opera utopica, città "paradiso della tecnica"


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& De Augmentis Scientiarum (1623)


& Novum Organum (aut Organon, 1620), contrapposto all'organo della logica aristotelica -
capolavoro di FB, sintesi e potenza concettuale

DAS à partizione delle scienze in base alla partizione delle facoltà dell'intelletto umano - le
facoltà umane corrispondono alle scienze, e.g.
J memoria à storia naturale e civile
J fantasia à poesia
J ragione à filosofia prima e scienze particolari
la filosofia è una "superscienza", in questo FB è profetico, come pure nel considerare la scienza
legata alla potenza - la scienza baconiana ha un'applicazione/utilità pratica, passaggio al nuovo
mondo capitalistico che ha come valore max. l'operosità - per altri aspetti Francis va in un vicolo
cieco

Novum Organum à nuovo metodo della scienza per non credere nelle inutili dispute della
scolastica - insofferenza come quella di Cartesio, il "grande libro della natura" non veniva
interrogato (solo la Bibbia e Aris.) à contrapposizione alla scolastica

FB propone un metodo con


• pars destruens
‚ pars construens

• idola (immagini, eidola, che colpiscono i ns. sensi, oppure falsi dèi) - FB prende il termine
come falso dio e spettro
noi abbiamo nella mente degli idola, spettri, che annebbiano la ns. mente, fantasmi che si
frappongono - il vero Dio ha posto nella natura tracce della sua divinità, gli idola sono falsi
dèi e ci portano verso strade sbagliate, non ci fanno vedere le cose come sono

L idola tribus à della tribù


L idola specus à propri a ciascun individuo
L idola fori àdella piazza, ovvero della socializzazione
L idola theatri à grandi dottrine filosofiche

tribus à comuni a tutta la storia umana, vs. specus à ogni ind. è una caverna con i suoi propri
spettri

tribus à difendono dai difetti dei sensi ingannevoli, dai limiti dell'intelletto à deformazioni -
l'intelletto
â
K suppone maggiore ordine del reale
K suppone parallelismi che non ci sono (e.g., tra micro e macro) - intelletto come specchio
deformante
K subisce affetti e passioni

specus à siamo tutti caverne che ricevono la luce in modo diverso a motivo dei suoi limiti
personali (pregiudizi, deformazioni, circostanze oggettive)
â
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K fantasma dello scopritore di un nuovo campo della logica (Aris. à fonda la logica ed è ok -
ma è incapace di abbandonarla quando si occupa di altro, es. fisica), attaccamento a questa
forma
K insistere sulla somiglianza o sulla differenza delle cose, incapacità di tenere la via media
K insistere sulla verità che si trova nell'antichità o nella modernità (questione del tempo)

fori à usato secondo il suo significato comune, il linguaggio che svia l'intelletto -
possiamo essere sviati in due modi, con l'utilizzo di nomi confusi o di cose che non esistono (es.
concetto di fortuna, motore immobile) - bisogna partire da definizioni, non da bla bla

theatri à tre grandi ricostruzioni filosofiche, contro cui si scaglia B:


K intellettualisti o sofisti (Aris., scolastica)
K empiristi, che traggono leggi universali da pochi esperimenti (v. alchimisti)
K filosofia e teologia mescolate, e.g. Pitagora, negativo e volgare, mentre Platone è un esempio
sottile e molto più pericoloso
questi idoli producono dispute verbali del tutto inutili

FB butta a mare tutta la fil. greca salvo l'atomismo - tutte le ricostruzioni c.s. sono più prossime a
ciò che ciascuno individualmente desidera e si aspetta - le teorie non mostrano le cose come sono
ma come è desiderabile che siano - a FB piace Machiavelli che presenta l'uomo come è e non
come ci piace che sia

questi idoli arrivano solo a produrre dispute verbali, parole inutili, invece FB propone un metodo
concreto per cogliere il reale (he says) à in medio stat virtus, trarre i dati empirici dalla natura e
trasformarli in teoria - interpretazione della natura - è un errore passare d'un balzo dai particolari
alla teoria universale

metafora delle api:


J formica à empirico che ammette i dati della natura e non li organizza
J ragno à trae l'immagine del mondo solo dal suo cervello e non si confronta con gli altri
J api à traggono i dati empirici dalla natura e li trasformano in teoria

il metodo si basa sul fatto che per giungere all'assioma generale si deve procedere con calma,
attraverso assiomi medi

per FB gli assiomi generali si costruiscono attraverso le tre tavole:


F presenza
F grado } l'idea baconiana di scienza è diversa da quella moderna (Newton,
F assenza Galileo) in quanto basata sulle qualità degli elementi

la scienza moderna è quantitativa


Bacone è qualitativo (= aristotelico, cicca cicca)

nella natura cerca le forme delle cose, privilegia la causa formale (aristotelica), insensata secondo
la scienza moderna, elimina le cause finali e considera la causa efficiente e la causa materiale
solo riferite alla fisica
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GALILEO GALILEI (1564-1642)

Galileo e Bacone rappresentano le due correnti metodologiche più importanti della modernità, ma
in due sensi opposti:
P Bacone cerca la forma della natura, la qualità
P Galileo mira a verificare un'ipotesi matematica

Galileo infrange la cosmologia aristotelica attraverso delle scoperte tecniche à cannocchiale,


che gli permette di vedere
R le macchie solari à dimostrano che il sole non è fatto del 5° elemento (etere à movimento
circolare), ma degli elementi che costituiscono tutti gli altri pianeti
« che il cosmo è un insieme di infinite stelle à la scoperta della Via Lattea infrange la teoria
delle stelle fisse
Z i satelliti à la terra non è l'unico pianeta ad avere satelliti

Si sforza di conciliare fede e ragione attraverso la teoria delle due verità (da Averroè a tutte le
correnti eretiche). Secondo Gallileo Dio trasmette la conoscenza attraverso il libro sacro
(Bibbia) e il libro della natura. La Genesi è scritta per la capacità di comprensione di quel popolo
(ebrei) che è ancora allo stato infantile.

Nel libro della natura Dio parla in modo molto più chiaro, perchè scrive in caratteri matematico-
geometrici. Chi sa leggere questo libro comprende più facilemente l'opera di Dio à idea molto
forte di autonomia della scienza à il discorso scientifico è autofondato.

Galileo critica gli scienziati che si poggiano sui libri e non sugli esperiemnti della natura à
contro l'aristotelismo. Attacco
M al principio di verità
M alla religione in sé stessa

Per capire la scrittura di Dio bisogna separare le qualità primarie e secondarie (v, Cartesio, Locke,
Hobbes).

J qualità primarie à qualità oggettive, uguali per tutti gli uomini: luogo, movimento,
figura, grandezza, produzione e dissolvimento dei fenomeni

J qualità secondarie à qualità soggettive che dipendono dai sensi (es.: colore, temperatura)

dobbiamo cercare la legge di consecuzione dei fenomeni -


essenza del metodo:
1. formulare un'ipotesi
2. matematizzarla (dare regole matematico-geometriche)
3. esperimento (attraverso calcoli)
â confronto con la natura (il movimento dei pianeti corrisponde alla matematizzazione
dell'ipotesi?)
v. Ticho Brahe
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THOMAS HOBBES (1588-1679)

& "Il Leviatano" à lo Stato assoluto, il Dio mortale


riflessione sulla ragione, che però si pone in contrasto con il sistema cartesiano (res cogitans / res
extensa) - secondo H. gli animali sono dotati di unn certo grado di ragione (diverso da Cartesio),
perchè sono in grado di fare delle previsioni a breve termine

L'uomo fa previsioni a lungo termine à importanza del linguaggio (insieme dei segni aribitrari e
convenzionali, es. "triangolo", che designa tutta la specie delle forme geometriche a tre lati) - il
linguaggio è q.cosa in cui si condensa l'esperienza

ragionamento = calcolo - quando si ragiona c'è l'accordo o il disaccordo tra due cose - gli
elementi di questo calcolo sono:
J le affermazioni
J il sillogismo
J le catene di sillogismi che costituiscono la dimostrazione scientifica - il sillogismo ipotetico
(se... allora...) è la forma generale della ragione

conoscenza à ci permette di individuare la causa di un effetto - es. di sillogismo ipotetico â


se q.cosa è uomo, è anche animale
se q.cosa è animale, è anche corpo
l'uomo è corpo (effetto), la causa è che l'uomo è animale

limite della conoscenza umana à ci sono cose di cui non posso individuare la causa, es. tutto ciò
che non è corpo (sostanze incorporeee)

MATERIALISMO HOBBESIANO à dire che Dio è incorporeo è come dire che Dio non esiste à
esistono solo i corpi - secondo H. il fatto di attribuire a Dio l'incorporeità è dovuto al fatto che
solo così l'uomo può onorare Dio

il materialismo ha conseguenze su ontologia


gnoseologia

il principio di ogni conoscenza è il movimento à costituisce gli oggetti (importanza della


geometria) - la filosofia "prima" deve indagare le forme generali e comuni a tutti i corpi, primo
fra tutti il movimento â
{ movimento
{ spazio
{ tempo } sono i principi della filosofia "prima"
{ luogo
{ corpo

la filosofia naturale ha un metodo geometrico à studia le forme quotidiane del movimento

per Hobbes esistono solo i corpi, che sono


J naturali animali, piante usw.
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J artificiali creati dall'uomo à le società

Intento iniziale à costruire una scienza politica con metodo geometrico

Chi sono gli uomini?


Hobbes scardina alcuni elementi tipici del pensiero politico precedente. z.B. Aristotele à
"l'uomo come animale politico" - per Hobbes gli uomini stanno assieme perchè ne ricavano
qualcosa -
i concetti di bene e di male non sono insiti nell'uomo, ma derivano dalla loro aggregazione,
quindi sono presenti solo nelle soceità - l'uomo è guidato dall'istinto à ricerca bene /
allontanamento dal male - ma ognuno ricerca il proprio bene e questa ricerca si scontra con
quella degli altri - questa guerra di tutti contro tutti si fa insostenibile perchè mette a repentaglio
la vita degli uomini - dall'idea di sopravvivenza (che nasce dalla ragione naturale) emerge la
necessità di giungere ad un armistizio à l'utile è la vita, la tranquillità, la pace (nello Stato di
Hobbes, la Chiesa è sottoposta al Leviatano à ergo, condannato dal cristianesimo)

Il Leviatano è il sovrano assoluto che noi uomini abbiamo deciso di eleggere e a cui si deve tutto.
Il sovrano non è soggetto alle leggi perchè altrtimenti non sarebbe in grado di assicurare la pace.
I poteri dello Stato non sono divisibili - il patto con cui lo Stato si è costituito non è revocabile.

RENÉ DESCARTES (CARTESIO) 1596, LA HAYE -1650, STOCCOLMA (indigestione di aringhe?)

& - 1630 - Trattato sulla Luce


diviso in due parti Il Mondo
L'Uomo
Il Mondo

René definisce la sua teoria della materia come pura estensione - con Hobbes, Galileo, Locke,
Bayle condivide la distinzione nelle percezioni delle qualità primarie e secondarie:
J primarie à il moto, la figura e la situazione dei corpi l'uno rispetto all'altro
J secondarie à quelle che corrispondono ai 5 sensi: vista, udito usw. - queste sono
soggettive, mentre le qualità primarie sono oggettive, uguali per tutti
la scienza si fonda sulla distinzione della quantità rispetto alla qualità

Dio dà un primo impulso alla materia, si creano dei vortici in cui si forma l'etere (materia
rarefatta), mentre le parti più rozze e pesanti costituiscono stelle e pianeti - esistono più vortici à
ergo più mondi

Cartesio non pubblica quest'opera perché sostiene la tesi eliocentrica, che allora non andava
ancora di moda c/o preti (v. Galileo) e sarebbe stata ritenuta sovversiva

L'Uomo

per quanto riguarda l'uomo, C. sostiene la teoria dell'uomo macchina - nella struttura corporea
hanno parte importante i nervi attraverso i quali scorrono le sensazioni, che così giungono alla
pineale che collega il cervello all'anima (aporia)
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il cervello, ricevuta la sensazione, la trasmette all'anima che risponde con una valutazione che
viene trasmessa dall'anima nel corpo attraverso spiritelli
profondamente sovversivo rispetto alla fil. scolastica (allora usava il pensiero di tale Suarez,
spagnolo, che sostiene il tomismo)

& - 1637 - Discorso sul Metodo

benché non avesse pubblicato il Trattato sulla Luce, in realtà gli intellettuali del tempo ne erano
venuti a conoscenza, per cui Mersenne lo spinge a scrivere un trattato sul metodo per spiegare
come lavora, argomento peraltro poco pericoloso - il Discorso sul Metodo esce con tre saggi, in
cui viene applicato il metodo stesso, su:
R meteore
q geometria
$ diottrica

nel DsM enuncia le quattro regole fondamentali dello scienziato e filosofo (che all'epoca non
sono distinti):
J evidenza à è vero solo ciò che appare alla mente evidente, certo e indubitabile
J analisi à divisione del problema
J gradualità e sintesi à ordine più semplice possibile
J enumerazione à controllo

modello di René à la geometria euclidea, vuole costruire un sistema di pensiero che abbia
la stessa evidenza e le stesse caratteristiche di perfezione

nel DsM Cartesio si propone comunque di darsi una morale, ancorché provvisoria (fino a che non
troverà quella definitiva):
F rispettare le leggi del proprio paese = scegliere un comportamento in base a opinioni
moderate
F agire con risolutezza e portare a termine le decisioni prese
F vincere piuttosto la propria natura che la fortuna (ovvero il destino, piegarsi di fronte agli
eventi, v. stoicismo)
inoltre dà un accenno della sua metafisica, ma le sue argomentazioni forti sul piano metafisico si
trovano nelle â

& Meditazioni metafisiche (1641, opus brevis), che il Mersenne invia a pensatori dell'epoca,
tra cui Hobbes

Nelle MM Cartesio affronta il problema di come rifondare la scienza, vista la sua insoddisfazione
verso la cultura del tempo (scolastica), che C. considera libresca e che non esce mai dai due testi
fondamentali: Aristotele, che ha scritto di tutto e di più, e la Bibbia - la verità non viene mai
cercata nelle cose ma in questi libri

le MM sono sei, dedicate a:


L dubbio
J uscita dal dubbio e approdo al fondamento del sapere (cogito)
[ due prove dell'esistenza di Dio
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M problema dell'errore (come è possibile, se l'uomo è una creatura di Dio?)


[ prova ontologica dell'esistenza di Dio (da S. Anselmo) - solo Kant la definirà "ontologica"
q esistenza delle cose corporee

la MM fondamentale è la prima, dove C. mette in dubbio ogni cosa, fa scomparire il mondo


davanti a sé (lo smaterializza) per poi considerare come vero solo ciò che apparirà evidente e su
cui non può essere gettato il minimo dubbio (vedi 1° regola d'oro) - C. inizia dal sapere dei sensi
e adotta un procedimento iperbolico à un errore nella categoria la mette in dubbio in toto (es. il
bastone che nell'acqua appare spezzato) - allora forse i sensi mi ingannano sempre, non posso
fondare una conoscenza evidente sui sensi

ci sono però percezioni e certezze della vita quotidiana che nessuno si sentirebbe di mettere in
dubbio - ma chi mi dice che la vita non sia un sogno? anche le realtà della vita quotidiana
possono essere sogni, ci può essere confusione tra vita e sogno, la vita quotidiana potrebbe essere
solo un sogno ordinato, ma anche nei sogni ci sono verità inconfutabili (2+2 = 4), che non
possono essere smentite nella loro evidenza - il sapere quotidiano non è certo, mentre quello
della matematica è certo e innegabile
dubbio spinto al limite: un essere sognante, staccato da tutto, però anche nei sogni non può
negare il principio di non contraddizione - potrebbe però essere un dio ingannatore, che fa
credere all'anima sognante che ci siano fatti inconfutabili mentre non è vero e che fa in modo che
quando faccio il mio 2+2 = 4 non mi accorga dell'inganno - ipotesi del genio maligno (Dio non è
così dispettoso), che mi fa credere di avere qualche realtà dentro di me, ma mi prende in giro

ma se il genio maligno mi inganna, ciò significa che io penso, per cui "Cogito ergo sum" à Ego
cogito, ego existo (verità immediata, non sillogismo), Je pense donc je suis - Cartesio giunge
così a fondare una nuova scienza su un fondamento inconcusso

per Renè "pensiero" è tutta l'attività dell'Io - se penso sono una res cogitans - su questo insiste la
critica di Hobbes à "se tu pensi, non sei una cosa pensante, puoi essere una sostanza, pensiero
come qualità del corpo, non dell'anima
linea materialista à uomo-macchina
linea spiritualista à uomo-anima

la res cogitans ha in sé dei cogitata (pensieri) che possono avere caratteristiche definite
pensieri avventizi immagini reali di cose esterne
fittizi costituiti dall'immaginazione (l'ippogrifo)
innati Dio

una volta trovate le certezze del pensiero, C. si propone di accettare per vero solo ciò che ha la
stessa evidenza à Dio, l'idea di perfezione, bontà onnisciente ecc., sommamente perfetto (idea
innata)

prove dell'esistenza di Dio:


1. se io, che sono imperfetto, ho l'idea della perfezione, me la deve avere data q.cuno, non posso
essermela fatta da solo
2. poco importante, analoga alla prima
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IV meditazione

Carty affronta il problema dell'errore àse Dio esiste e mi ha creato, perché l'errore? io fondo il
mio sapere sulla certezza dell'esistenza di Dio (matematica), le idee innate provengono da Dio -
allora perché l'errore? lt. C., l'uomo è dotato di intelletto e volontà, un intelletto limitato e una
volontà infinita, simile a quella divina - volontà = facoltà di scegliere - dell'errore non è
responsabile Dio, che mi ha dato la facoltà di scegliere, ma Dio vede tutto in modo chiaro e
distinto, l'uomo no (perché il suo intelletto è limitato)

V meditazione

riprende la dimostrazione a priori dell'esistenza di Dio di Sant'Anselmo d'Aosta (lo stolto dice in
cuor suo "Dio non esiste"...) - S.A.. says: o lo stolto dice una cosa del tutto insensata oppure è al
di fuori della comunità -
Dio = ciò di cui non è pensabile il maggiore, ma questo concetto deve necessariamente
esistere
= l'essere la cui essenza implica necessariamente l'esistenza

VI meditazione

i corpi esistono perché li percepisco in modo chiaro ed evidente - dei corpi conosco solo le
qualità primarie, le qualità che possono conoscere con la stessa evidenza del fatto che io penso e
che Dio esiste à figura
posizione
moto
si cerca la misurazione degli oggetti e si distrugge la fisica aristotelica

GIOVAN BATTISTA VICO (Napule, 1668-1744)

per 9 anni, dai 20 ai 30, è precettore di famiglie nobili nel Cilento - è autodidatta e se ne vanta,
figlio di libraio - studia diritto

nel 1699 vince un concorso di prof. di retorica, la cattedra meno importante dell'università di Na -
scrive molto bene in latino, l'italiano lascia invece a desiderare (da paura!) - pagato male, cerca di
passare alla facoltà di giurisprudenza ma non ci riesce, per cui abbandona il lavoro per scrivere in
una strana lingua autonoma à "scienza nuova"

Vico si sente un genio, enfatizza le difficoltà della sua vita (molti figli e pochi soldi) per fare
vedere come è bravo

da Cartesio alla Scienza Nuova

mentre Vico vive a Napoli, Cartesio è molto conosciuto e apprezzato

per GBV, vero = fatto


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parte aderendo a Cartesio, ma presto inizia ad opporvisi - ideale logico-matematico diverso da


ideale umanistico - critica la teoria della conoscenza cartesiana

"De nostri temporis studiorum ratione" contrappone il metodo basato sulla logica e sulle scienze
esatte a un metodo che si adatti al bambino nell'imparare
Vico afferma l'importanza della retorica sulla logica, perchè la retorica convince le persone molto
più della logica, l'arte di ben argomentare è molto importante - l'eloquenza è dire la verità
(eloquenza = sapienza, ma Quintiliano l'aveva già detto, caro GBV!)
contrapposizione di educazione umanistica a educazione scientifica à critica a Cartesio
(gnoseologica)

GBV contrappone la geometria alla fisica à solo Dio ha conoscenza vera della fisica, noi
abbiamo conoscenza vera solo della geometria e della matematica, perchè è una ns. creazione -
Vico critica l'utilità dell'applicazione della geometria alla fisica e sostiene che le grandi scoperte
sono state fatte empiricamente, non logicamente

"De antiquissima Italorum sapientia" (libro metafisico), basato sulle etimologie del latino à
coincidenza di "verum" e "factum", che in latino avrebbero avuto un significato identico o
comunque interscambiabile - la verità di una cosa la si può conoscere solo se se ne è l'autore
Dio ha comprensione piena dell'oggetto (intelligenza) mentre l'uomo si deve accontentare di
cogitare (contrapposione a Cartesio)
la mente conosce la cosa nel momento in cui la fa, conoscere è conoscere attraverso le cause -
solo Dio, che ha fatto tutte le cose, le può conoscere - l'uomo invece non può conoscere del tutto
il mondo fisico, e nell'approccio alla conoscenza della natura deve essere umile

in una sola scienza l'uomo è come Dio à aritmetica e geometria, l'uomo con un'astrazione pensa
il punto e l'Uno, sono realtà fittizie, astrazioni dal pdv metafisico - per Vico la mat. è vera ma
convenzionale, creazione umana quindi sterile -
la storia e la morale sono all'ultimo posto come importanza

critica il "cogito ergo sum" cartesiano, che fa risalire a Plauto -


verità di coscienza, non scientifica ma psicologica, ma non ci porta da nessuna parte - la mente
non l'abbiamo fatta noi, quindi non possiamo consocerla - cognizione comune accessibile a tutti -
viene accusato di panteismo spinoziano

1720 Diritto Universale, primo abbozza della Scienza Nuova - poi perde il concorso per cui
comincia a scrivere in italiano, tanto il latino non gli serve più per fare carriera

1724 Scienza Nuova, prima edizione

1725 Scienza Nuova, seconda edizione, pubblicata

ne scrive almeno nove versioni

Baruch Spinoza (the best) (1632-1677)


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Vita

1632 – nasce ad Amsterdam da famiglia ebrea – non si sa se era di origine spagnola o portoghese
(1492 à da Spagna a Portogallo, poi da Portogallo a NL) – segue la scuola ebraica, Talmud & C:

1656 – rompe con ortodossia rabbinica, la comunità gli offre una pensione chiedendogli di non
comunicare ad altri il suo dissenso, Sp. rifiuta, tentano di accoltellarlo (che carini!), Sp. fugge e
si trasferisce all’Aja, dove fa il molatore di lenti

1677 – muore di tisi (piccola vita di un grande uomo)

Opere

1661 – “Trattato sull’emendazione dell’intelletto”, opera che potrebbe essere assimilata al


Discorso sul metodo come impostazione, ma le conclusioni sono opposte: non si può avere un
metodo che preceda la conoscenza, la conoscenza procede con la conoscenza stessa, la
conoscenza è la struttura stessa del conoscere – posizione ripresa da Hegel nella FdS

1663 – “Principi di filosofia cartesiana”, dove riprende i principi filosofici di Descartes, e ordina
il materiale secondo un metodo geometrico, “degli elementi” di Euclide, partendo da assiomi e
postulati, a scopo ped.
Euclide era l’enciclopedia scientifica del ‘600 con la Bibbia, punto di riferimento filosofico
questo è l’unico llibro che esce con il nome di Baruch, il “Trattato…” non lo pubblica – nella
prefazione dei “Principi…” si fa notare che le idee di Sp. sono diverse da quelle di Cartesio

1661 – inizia a lavorare al suo capolavoro, l’Etica, fino al 1665 – la abbandona incompleta e
lavora al Trattato teologico-politico, edito anonimo nel 1670, senza editore e con un falso luogo
di pubblicazione (Amburgo), perché ci sono elementi fortemente eretici contro il calvinismo –
Sp. arriva a dire che il libro sacro è scritto da uomini (che hanno immaginato la loro storia) e non
da Dio

1667 – riprende l’Etica fino al 1675 e la dà alle stampe e nel frattempo scrive a tale Oldenburg
che gli dice di non pubblicare nulla di contrario alla religione rivelata – l’ateismo in NL non era
ammesso, e Sp. viene infatti accusato ateismo - ritira il libro e lavora al Trattato Politico, che non
termina (muore nel 1677)

le sue opere inedite ci giungono perché un gruppo di amici dopo la sua morte le fa pubblicare con
traduzione in NL – le sue opere vengono distrutte e i suoi seguaci sono perseguitati – Hegel
riprende in positivo Sp. (con Goethe) – azione coraggiosa per l’epoca, fino allora Sp. è un
fantasma che vaga per l’Europa, usato da tutti a torto e a ragione -
tale Wolff, accusato di spinozismo, deve fuggire

i 5 punti della teoria spinoziana:


negazione della trascendenza di Dio rispetto al mondo
“ dell’anima " alle idee
“ della ragione " alle passioni
“ dello Stato " alla società civile
13

“ del libro sacro " alla natura e alla storia


il libro sacro non dice la verità su natura e storia, ne è un effetto – Mosè si inventò le leggi per
disciplinare un popolo rozzo à storicizzazione dell’Antico Testamento

la prima parte dell'Etica è intitolata "Dio"


tre capp. di ermeneutica dell’A.T. à nega che Mosè sia autore del Pentateuco (Torah) ispirato da
Dio – questo concetto è valido anche per gli altri testi sacri (fonte di BSà Averroè) – per Baruch
la religione è utile per costruire una comunità (v. Machiavelli) e creare l’ordine – il legislatore,
fingendosi in contatto con Dio, riesce a tenere a bada il popolo (idea inaccettabile per i preti)

cosa dice Hegel sulla sostanza nel passaggio da Cartesio a BS à per H. lo scorrere del tempo è
un progredire concettualmente – Baruch annulla il dualismo cartesiano â
Cartesio postula res cogitans e res extensa, in Baruch una sola sostanza, Dio
â â
create dalla sostanza divina

per Cartesio la sostanza (essere in sé) è ciò che sussiste in sé (l’in-sé hegeliano), si appoggia su se
stessa, non ha bisogno di altro che l’autosostenersi, res cogitans e res extensa non stanno da sole,
non potrebbero esistere se non ci fosse Dio che ricrea il mondo ogni istante – non possiamo dire
che la sostanza divina e quella creata siano uguali, la sostanza pensante deve appoggiarsi su Dio
– per H. Cartesio non è rigoroso fino in fondo, c'è un'aporia nel suo concetto di sostanza, il rigore
glielo da Spinoza (ebreo), per Spy se si definisce sostanza ciò che è in sé, esiste una sola
sostanza, cioè Dio – per H. in Spy manca il mondo, non Dio – la sostanza infinita è una, che si
modifica nelle sue varie forme, le due caratteristiche di René (sostanza e pensiero, mente e
corpo) risiedono in Dio

concetto di sostanza per Spy (Spy vs. Hegel)

M decade l'aporia della sostanza perchè c'è una sola sostanza, che è la totalità di Dio

M la realtà è identica alla sostanza divina, per cui non c'è più la trascendenza di Dio rispetto al
mondo, c'è una sola natura e non più il mondo sensibile - Dio è un attributo esteso, cioè
corpo à Spinoza viene per questo etichettato come ateo

il concetto spinoziano di sostanza si trova nella prima parte dell’Etica, che è disposta secondo un
metodo geometrico – si serve di dimostrazioni per arrivare a conclusioni partendo da definizioni
e assiomi (v. geometria euclidea)

Baruch aggiunge note alle sue dimostrazioni per rendere più facile il suo discorso (à scolii)
otto definizioni nella prima parte dell’Etica, che definiscono cose, mentre gli assiomi descrivono
i rapporti tra le cose:
1. definizione di causa sui
2. cosa finita
3. sostanza
4. attributo
5. modo
6. Dio
14

7. cosa libera
8. cosa eterna

non sono cose differenti tra loro, sono in realtà la stessa cosa

Spinoza vuole portare il lettore alle sue conclusioni, per un cartesiano z.B. non è evidente che la
sostanza e Dio sono la stessa cosa

1. causa sui (causa di sé) à ciò la cui essenza esiste necessariamente – rapporto tra essere e
pensiero à essere e pensare sono omologhi, ciò che esiste può / deve essere pensato, il
pensiero pensa l’essere in modo adeguato

3. sostanza à ciò che è in sé e concepito per sé, la sostanza è ciò che sussiste per sé – sostanza
“prima”
J Spinoza sostanza in sé e per sé, non ha bisogno di reggersi su nessun'altra cosa
M Hegel solo “in sé”, ciò che fa diventare la sostanza “per sé” è lo Spirito
c’è bisogno di un processo che porti la Natura a farsi uomo e a
rispecchiarsi – tutto il movimento della filosofia hegeliana è una Sostanza
che diventa Spirito – per Hegel la sostanza di Spinoza è priva di
movimento e storia, mentre la sua sostanza si muove verso la sua
autocomprensione (come si sa, Hegel si ritiene il più bravo di
tutti, NdR)

5. modo à le affezioni di una sostanza - l’esatto contrario della sostanza, ciò che è in altro, e
ciò che sta in altro – sussiste non da sé ma grazie a ciò che gli sta intorno à l’uomo è un
modo
il modo è la pluralità del mondo, la sostanza contiene in sé infiniti modi à inaccettabile per
Hegel, perché non si riunisce mai in una nuova unità – per Spy non c’è differenza ontologica
tra uomo e animale, c’è solo una differenza di potenza
J per Spinoza siamo tutti uguali (tutti modi)
L per Hegel c’è una gerarchia, la pluralità della natura non si risolve mai in un'unità

6. Dio è l’ente assolutamente infinito (rif. a 1 e 3) e Sostanza che consta di infiniti attributi –
differenza con Hegel:
per H. Dio è la logica prima della creazione del mondo, Dio prima crea la natura poi lo
Spirito, che non stanno sullo stesso piano – per H. lo Spirito che si comprende è superiore a
chi lo ha prodotto
â

Hegel
Spirito
Dio æ ä
natura ä

Spinoza
Dio
å æ
15

pensiero estensione
(v. res cogitans) (v. res extensa)
æ å
attributi di Dio che noi conosciamo con il ns. corpo â
J con la mente conosciamo il pensiero
J con il corpo conosciamo l'estensione

poiché Dio è infinito non può limitarsi a questi due attributi, ne contiene altri infiniti di cui non
siamo in grado di sapere / dire nulla

[ pensiero
[ estensione  sono di pari dignità, entrambi creati ab origine

7. cosa libera - si riferisce a 1


contrasto con Hegel à per Hegel la natura è il regno della necessità (leggi fisiche) à da
questa necessità sorgerà la specie umana e la libertà

Etica = proposizioni da 1 a 15 à che cosa è Dio


qual è la sostanza divina

14 à Dio è l’unica sostanza esistente


Dio è unico, indivisibile, onnicomprensivo
Dio è l’unica sostanza, perché se esistesse un’altra sostanza con un attributo limiterebbe
la sostanza divina, e Dio non sarebbe più così perfetto - invece res cogitans e res extensa
sono compresenti in lui

LEIBNIZ (1646-1716)

Metafisica: nasce dall'idea che l'origine delle cose sia il prodotto di tre facoltà diverse:

POTENZA INTELLETTO VOLONTÀ


â â â
ESSERE VERO BENE

Dio deve creare il mondo e ha la potenza per farlo e anche l'intelletto in cui risiedono i mondi
possibili (= le diverse combinazioni possibili degli uomini)

Nei mondi possibili vi è l'idea di ciascun uomo che per Leibniz è la nozione completa, cioè la
serie di eventi che accadranno nella vita di un individuo. Nel mondo possibile c'è la nozione di
ognuno di noi che sta scrivendo ciò che accade ora à esistono tanti mondi paralleli.
Tra tutti i mondi possibili Dio sceglie quello migliore (gentilissimo!). Il male nel mondo è
sempre funzionale al bene perchè il male di una parte sarà poi il bene nel tutto.
Come si può accettare un male che non sia conseguenza di una colpa? L. giustifica questo fatto
perchè spiega che il male è in funzione di un bene che verrà, che però noi non possiamo
conoscere totalmente perchè non conosciamo il progetto divino finale.
16

Secondo L. tutti i mondi sono disposti secondo una piramide, alla cui base sono i mondi possibili
e al vertice il nostro mondo. Dio ha nella mente la nozione di ogni ind. con le cose che gli
succederanno - per L. la sostanza è individuale à MONADE.

"Il sistema della natura e della grazia" à la filo. deve rispondere alla domanda fondamentale:
"Perchè l'essere e non il nulla?" - Leibniz risponde ponendo l'ente creatore Dio à esiste l'essere
perchè esiste Dio creatore (potenza di Dio che crea l'esistenza)

Altra domanda: "Se esiste q.cosa perchè le cose sono state fatte in un certo modo e non
altrimenti?"
Risposta à Dio è dotato di una volontà che tende al bene à crea la combinazione migliore

Dio crea il migliore dei mondi possibili à mondo = combinazione delle essenze possibili, delle
storie individuali
Mondo migliore = infinità di storie che diventano realtà à nozione reale che L. chiama monade
= punto spirituale e immateriale, specchio vivente dell'universo
scala di perfezione à dalla meno perfetta alla più perfetta (Dio è monade somma)

le monadi non sono perfezioni fisiche e ciascuna ha come caratteristiche fondamentali


J percezione
J appetizione
J appercezione

J percezione equivale al percepire sensibilmente il mondo esterno - la monade non ha


passaggi verso l'esterno (senza finestre) - la percezione corrisponde agli
eventi che erano presenti nella nozione completa presente nella mente di
Dio - la percezione è la proiezione della monade di questo evento, il
mondo di questo momento - è Dio che fa sì che a me e agli altri sia
presente lo stesso mondoà ARMONIA PRESTABILITA

J appetizione forza che fa passare nella monade la percezione ad una percezione


successiva à ho percezioni che si susseguono - percepisco il
mondo intorno a me

J appercezione coscienza à percezione della percezione - si ha coscienza solo della


propria storia individuale, ma non si ha coscienza della storia universale,
che è confusa

z.B.: quando bastono il cane, in realtà non lo faccio perchè la monade uomo e la monade cane
sono sostanze spirituali - il cane però percepisce il dolore tramite la percezxione dell'uomo (?)

sostanze immateriali armonizzate da Dio

spazio con possibilità degli eventi simultanei à incontro tra due oggetti (negazione dell'esistenza
â del vuoto)
relazione tra corpi
17

monadi base esseri viventi nel loro complesso (es. cellule)


percepiscono e appetiscono

monadi che percepiscono e hanno memoria (animali e la gran parte degli uomini), che usano in
modo strumentale

spiriti à uomini percepiscono, appetiscono, hanno memoria


ragione
coscienza

libertà (diverso da libero arbitrio) à i motivi necessitano la scelta, o meglio, la inclinano (es.
palla su piano inclinato)

ragione verità di ragione = verità logico- matematica


verità di fatto = regolata dal principio di ragione sufficiente

EMPIRISMO INGLESE

DA LOCKE A BERKELEY A HUME

Locke (1632-1704)

epistemologo - giusnaturalista (vs. Hobbes)

& "Sull'intelletto umano" à questione fondamentale: possibilità della conoscenza, quali sono i
limiti dell'intelletto dell'uomo - esamina le capacità della conoscenza umana
la prima teoria che critica è l'innatismo (Cartesio, Herbert di Shaftesbury, che sostiene che tutti
gli uomini conoscono alcuni principi senza apprenderli, e.g. il principio di identità:
A = A, o principio di non contraddizione - non si può allo stesso tempo essere e non essere)
Locke porta a esempio i b., gli uomini ignoranti e i popoli sprovvisti di questa nozione, non
esistono principi innati, tutta la conoscenza di forma attraverso l'esperienza, non abbiamo idee
(qualsiasi contenuto mentale) innati, la ns. mente è tabula rasa su cui incide i suoi caratteri
l'esperienza, è puramente passiva e riceve tutto dall'esterno, attraverso
F la sensazione à esterna à ciò che si imprime sui sensi
F la riflessione à interna à operazioni interiori dell'anima

le prime idee entrano nella ns. mente che le elabora dando vita alla conoscenza e alle idee
complesse - Locke recupera la distinzione tra qualità primarie e qualità secondarie (Boyle,
Galileo)
F primarie à qualità oggettive misurabili (peso, misura, ecc.)
F secondarieà percezioni soggettive, modi delle qualità primarie, ciò che è accidentale

L. critica anche il meccanicismo come teoria astratta che non tiene conto dell'esperienza
18

le idee complesse sono di tre tipi:


R modi à accidentali - modo è tutto ciò che non è un ente autonomo, e.g. bellezza, che non
esiste da sola
R sostanza à l'ente, l'individuo - idea messa in discussione, come faccio a sapere che ciò che
percepisco è reale (v. Ockam), se esistono solo le percezioni
R relazione à es. causa-effetto

la conoscenza è l'aspetto in cui Locke recupera tutto superando l'empirismo e ammettendo anima,
Dio, mondo - l'intelletto umano consoce in tre modi
J conoscenza sensibile, la più importante dal pdv pratico, attraverso la conoscenza sensibile
siamo certi che il mondo esista, non possiamo metterlo in dubbio nella ns. vita pratica
J conoscenza intellettiva, la più chiara e certa che ci sia, che si ha quando colleghiamo tra di
loro due idee in modo diretto, rapporto di concordanza o discordanza tra idee in modo diretto
(così conosco la mia esistenza e gli assiomi matematici)
J conoscenza dimostrativa, altrettanto certa di quella intellettiva ma meno chiara e evidente,
avviene collegando tra di loro due idee per mezzo di un'altra idea, processo dimostrativo, ma
l'idea collegante è di tipo intuitivo

così Locke recupera Dio (argomento a posteriori) e recupera la posizione nominalistica di


Occam sugli universali

politica à Locke è un giusnaturalista (diritto naturale) - l'essenza di un uomo corrisponde alla


natura e allo stato naturale - ci sono diritti naturali (vs. diritto positivo) - i due tipi di diritto non
devono contrapporsi
Locke come padre del naturalismo (J.S. Mill)

diritti naturali che lo Stato deve garantire:


J la libertà
J la proprietà } estensione rispetto a Hobbes
J la vita â

lo Stato e il contratto sociale esistono sulla base del consenso della comunità, mentre in Hobbes
"homo homini lupus" à lo Stato esiste per difendere gli individui dai loro simili

L per Hobbes è la paura a unire gli uomini


J per Locke è il concetto di comunità a unire gli uomini

BERKELEY (1685-1753, diventa vescovo)

B. è un empirista idealista e anti-materialista, vuole distruggere il concetto di materia.

empirismo à possediamo solo le ns. percezioni interne ed esterne, non oggetti reali, tutto è una
percezione e le idee nascono dalla loro unione - non si può quindi affermare che esista un mondo
esterno, le percezioni sono nel soggetto che percepisce gli oggetti, un substrato materiale
M "esse est percipi", essere è essere percepiti, nulla esiste al di fuori della mente che percepisce
il mondo materiale
19

l'esistenza di un'idea consiste nel suo essere percepita - nega la sostanza materiale

ci sono due tipi di percezione à • sensibile


‚ immaginativa
• è la base di ‚
se tutto dipende dalla ns. percezione, come mai i fenomeni sono stabili? Dio è garante della
stabilità dei fenomeni, perché li percepisce in ogni momento (per fortuna! speriamo che non si
distragga... NdR)

DAVID HUME (1711-1776)

fino a Kant e al Romanticismo c’è un’unione profonda tra fil. e scienza (es. teoria di Kant sulla
nascita dei pianeti per condensazione della nebulosa)

David Hume à opera precoce à “Trattato della Natura Umana”, scritto prima dei 30 a. di età,
diviso in tre parti:
& sulla conoscenza
& sulle passioni
& sulla morale e politica

Era un’opera troppo sistematica e di difficile lettura, per cui è stato un flop editoriale. Poiché
Hume era ambizioso e ci teneva a guadagnare (_), ci rimase male e prese a odiare quest’opera,
“creatura mal riuscita”, che però è l’opera più completa per conoscere il suo pensiero. Senza
perdersi d’animo, il nostro prese parti del testo, partendo dalla terza parte, e le ripubblicò sotto
forma di saggi brevi su vari argomenti. In questa forma più breve l’opera è successful e questo
incoraggia Hume a proseguire su questa strada. La rielaborazione del 1° libro è la “Ricerca
sull’intelletto umano”.
Altra opera compiuta è la “Ricerca sui principi della morale”.

Le esposizioni di Hume sulla conoscenza sono quelle che hanno maggiormente influito su Kant,
risvegliandolo dal "sonno dogmatico" e spingendolo a un nuovo modo di filosofare.

H. scrisse inoltre i “Dialoghi sulla religione Naturale”, pubblicato postumo. H. è molto critico
sulla possibilità di prove scientifiche dell’esistenza di Dio. Poiché aspirava a una cattedra a
Edimburgo, preferì non pubblicare i Dialoghi per motivi di opportunità / opportunismo.
I Dialoghi vennero pubblicati, per disposizione testamentaria di H., da Adam Smith, che ne curò
la pubblicazione con grande coscienziosità.

Teoria della conoscenza di H.


Hume è un empirista à empirismo = convinzione che tutta la conoscenza venga dall’esperienza
e dalla percezione sensibile – l’esperienza è alla base della conoscenza e la ns. conoscenza non
può andare al di là dell’esperienza – fino a che ci si muove a livello dell’esperienza comune si
può fare un discorso condiviso, quando si vuole andare al di là dell’esp. si va in un mondo
soggettivo

le percezioni di cui facciamo esperienza sono alla base della ns. conoscenza, che anche se poi si
eleva su altri piani è dalla percezione sensibile che parte – classi della conoscenza / percezione:
20

J impressioni quelle percezioni che noi abbiamo attualmente, in questo momento -


le impressioni sono forti e vivaci, sono quello che percepiamo

J idee sono il ricordo illanguidito delle impressioni, sono meno forti

dalle impressioni ricevute più volte si formano le idee – es. la fiamma che mi scotta è
l’impressione, l’idea di fiamma me la formo successivamente, le idee sono le ns. immagini
mentali che ci formiamo attraverso l’esperienza

queste idee le possiamo combinare tra loro, passando da idee semplici a idee più complesse, ma
la base è capire l’impressione – z.B., Ariosto ci parla di Ippogrifo che non esiste e sollecita
l’immaginazione (perché non esiste), che però deriva da idee semplici (cavallo e ali) che
derivano da impressioni sensibili
Questo è anche un criterio critico verso i fil. – in una discussione occorre saper riportare le idee
a:
J impressioni da cui derivano
J esperienze cui si riferiscono

se un fil. parla di assoluto (uno a caso, NdR) e non sa spiegare da quale impressione questo
derivi, parla a vanvera

le relazioni tra impressioni è chiamata da Hume anche "materia di fatto" (matter of fact) à i fatti
che si vedono

relazione tra idee à nel tipo di conoscenza chiamato relazione tra idee rientra anche la
conoscenza di tipo matematico e geometrico (VIP) - esempio di questo tipo di conoscenza:
geometria del triangolo à l'idea di ∆ la ricavo dall'esperienza, vedo cose triangolari e mi formo
l'idea di ∆ - all'inizio questa idea è derivata dall'esperienza poi, una volta che l'abbiamo in mente,
ci possiamo lavorare su indipendentemente dall'esperienza, in modo puramente mentale - dove si
tratta di lavorare solo su idee la ns. conoscenza può essere di tipo solo mentale o, per usare un
linguaggio caro a K., "a priori" - in secondo luogo è una conoscenza di tipo necessario (VIP) -
cosa significa necessario? - in senso tecnico e filosofico, necessario è ciò di cui non si riesce a
pensare il contrario - poiché la mia idea di ∆ è quella che è, l'analisi che facciamo del ∆ e la
scoperta delle sue proprietà, la dimostrazione di teoremi, è necessaria, il ∆ ha tre lati (non
possiamo pensare a un ∆ quadrato), ha tre angoli usw. - dimostrazioni necessarie, di cui non
riesco a pensare il contrario, oppure - same - ciò il cui contrario implica contraddizione

molto diversa è invece l'altra conoscenza, la relazione tra impressioni, e qui ci riferiamo a una
conoscenza che riguarda l'esperienza quotidiana ma anche, z.B., alla fisica - Hume trova una
differenza sottile ma importante tra matematica e fisica

legame tra le impressioni à in un certo modo non dipende da noi, dipende da come le
impressioni ci arrivano - le impressioni ci arrivano di solito in modo regolare, secondo una certa
uniformità, però niente ci garantisce che questa uniformità e regolarità dell'esperienza continui - il
nesso tra le impressioni si basa su questa uniformità e regolarità, che è molto importante ma non è
garantita - z.B., io posso prevedere che tra poco, uscendo, vedrò ciò che vedo sempre fuori dalla
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porta, però posso benissimo pensare di uscire e vedere che il pavimento della stanza a fianco è
crollato - è probabile di NO, perché avrei sentito un rumore, ma non abbiamo modo di
accertarcene con un ragionamento mentale, dobbiamo andare a vedere - questo ci fa capire che
non è una conoscenza necessaria, ma probabile - il concetto di conoscenza probabile è molto
importante per la scienza moderna - il contrario di un fatto è sempre pensabile, non implica
contraddizione - posso pensare che la stanza a fianco è ok, ma se è penso che non lo è, è un
pensiero possibile, che non implica la contraddizione del ∆ che ha 4 lati

la conoscenza del legame tra i fatti è una conoscenza probabile e non può essere a priori, deve
essere controllata dall'esperienza - dopo che sono uscito e ho visto so se ho ragione - il
collegamento tra i fatti è probabile e non è di tipo solo mentale - questo non significa che non sia
importantissimo e fondamentale, tutta la ns. vita si basa sulla regolarità dell'esperienza - o
abbiamo una conoscenza probabile o necessaria, aut aut, quindi la conoscenza dei fatti si basa
tutta su un'abitudine, che il corso della natura sia regolare e uniforme, ma l'uniformità
dell'esperienza non può essere garantita dall'esperienza, ecco perché le conoscenze che
riguardano i fatti sono sempre e soltanto probabili e non garantite

relazione tra idee à conoscenza matematica


â geometrica
conoscenza che può svolgersi in modo puramente mentale ed è necessaria

materia di fatto à nesso tra le impressioni


regolarità che non è garantita

l'uniformità dell'esp. non è garantita dalla stessa - possiamo fare previsioni probabili ma non
necessarie - il contrario di un fatto è sempre pensabile - verità sperimentale, che deve essere
controllata con i sensi

questo riguarda non solo la vita di tutti i giorni, ma anche la fisica, che si basa su connessioni
causa-effetto - queste connessioni ci consentono di scoprire delle leggi:
F Se A... allora B...
F Se c'è un insieme di condizioni (A1 - A2 - A3...) si verificano certi effetti (B1 - B2 - B3...)
F Ogni qual volta A... allora B...

queste regolarità sono usate in 2 modi â


1. se mi trovo dinanzi a un effetto, posso risalire alle cause
2. nell'altro senso, dalle cause posso discendere agli effetti (= previsione)
Io posso prevedere, quindi per evitare alcuni effetti posso muovermi in anticipo.
Hume vuole sottolineare, nella sua critica del concetto causa-effetto, che queste leggi hanno un
carattere sperimentale e probabile - sono importantissime ma derivano dall'esperienza

fenomeno causa-effetto: due fatti sono contigui nello spazio-tempo


uno precede l'altro
c'è una connessione regolare

secondo la ns. esperienza, ogni volta che si presenta un fatto, dopo un po' si presenta l'altro
(finora) - H. sottolinea fortemente che legare causa ad effetto non ha la necessità che solitamente
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gli attribuiamo, non è necessario, ma dovuto all'abitudine à di solito accade così, di solito è
così - concetto importante per la fisica moderna

discorso criticato da Kant, il quale pensava che dare solo probabilità alla fisica e non necessità, le
togliesse dignità - K. cercò di rendere necessaria la fisica di Newton à non possiamo non
pensare così, K. vuole recuperare necessità alla fisica, ma nella fisica di oggi ci si attiene al
probabilismo di Hume.

Hume sottolinea inoltre che possiamo fare previsioni solo dopo esperienze ripetute - es. celebre
à Adamo, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, vede su un tavolo una palla A che va
verso la palla B - è la prima volta che lo vede, Adamo non può prevedere che cosa accadrà à
P si ferma ?
P la spinge ?
P torna indietro ?
solo dopo molte prove, in base all'angolo di impatto etc., Adamo può fare una previsione e alla
fine impara a giocare a biliardo
previsione altamente probabile ma non garantita, il contrario di un fatto è sempre pensabile

questi due tipi di conoscenza sono, secondo H., gli unici due tipi di conoscenza valida - tutto ciò
che ci porta fuori dall'esperienza (ragionamenti sull'esistenza di Dio) non è né possibile con un
ragionamento mentale (matematica / geometria), né possibile con prove di tipo sperimentale,
perché fuori dall'esperienza - frase famosa con cui H. conclude la sua ricerca sull'intelletto
umano:
Entriamo in una biblioteca e prendiamo un libro di teologia scolastica medievale e ci chiediamo
se contiene ragionamenti di tipo matematico o numeri o figure? NO
contiene dei collegamenti tra fatti basati sull'esperienza? collegamenti con una certa base
(inferenze), non garantita al 100% ma con una certa base probabile? NO - Allora, possiamo
buttarlo via, perché non contiene altro che sofisticherie e inganni à condanna della metafisica e
di tutto ciò che va oltre l'esperienza, critica radicale

Come Hume vede la morale?


ha un piglio critico notevole â
J il ns. ragionamento influenza il ns. comportamento in misura molto limitata - la ragione non
riesce a controllare le passioni, ne è schiava - noi facciamo le cose perché ci va di farle, non
perché ragionando ne siamo convinti, il ragionamento ci serve per giustificare il ns.
comportamento
J abisso tra la ragione e la scienza e il ns. comportamento che è in larga misura istintivo e
passionale (v. Petrarca: "Io vedo il meglio e al peggior m'appiglio")
J la morale e il ns. comportamento è più sentito che giudicato, il sentimento che guida è quello
che Hume chiama della simpatia e antipatia, alcuni comportamenti sono approvati e ci sono
"simpatici", altri sono disapprovati
J noi facciamo d'istinto ciò che ci fa accettare dalle persone e rifiutiamo ciò che ci fa rifiutare,
basandoci sulla pratica e sull'esperienza della vita

Emanuele Kant (1724-1804)

1724 nasce a Koenigsberg da famiglia pietista di origine scozzese


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viene educato nel Collegium Fridericianum (pietista)


1740 esce dal collegio, studia filosofia, matematica e teologia all’università di Koenigsberg
precettore privato
1755 libero docente all’univ. di K.
1766 sottobibliotecario reale
1770 prof. ordinario di logica e metafisica a K. (Dissertazione)
1781 pubblica la Critica della ragion pura
1783 Prolegomeni
1787 Critica della R.P. 2a edizione
1794 contrasto con governo prussiano su libertà di stampa (dopo pubblicazione di La religione
nei limiti della semplice ragione)
1798 ripristino della libertà di stampa – rivendica la libertà di pensiero in Conflitto delle facoltà
1804 muore e ciao

Tre periodi

bis 1760 interesse per le scienze naturali (formazione del cosmo, terremoti, movimento e
quiete, De igne et similia)
1760-1781 interesse filosofico à empirismo inglese, fino alla Critica della r.p.
dal 1781 filosofia trascendentale

OPERE E PENSIERO

Primo periodo:

1755 Storia universale della natura e teoria del cielo


ipotesi Kant-Laplace sull'origine del sistema solare - visione strettamente scientifico-
meccanicistica
stelle fisse e corpi celesti originati da nebulosa primitiva - non c'è bisogno di un
intervento extra di Dio, bastano le sue leggi (visione avanzata rispetto a Newton)
si delinea qui già la separazione tra indagine scientifica
preoccupazione religiosa
Secondo periodo

1763 L'unico argomento possibile per una dimostrazione dell'esistenza di Dio


rifiuta le prove a posteriori - la provvidenza ha trasmesso alla conoscenza comune
cognizioni sommamente necessarie per la felicità - ergo, il buon senso ha argomenti
sufficienti per persuadere dell'esistenza di Dio - se proprio ci teniamo, c'è anche una
dimostrazione vera e propria: "Ciò la cui sopressione distrugge ogni possibilità, è
assolutamente necessario"

influsso dell'empirismo - Hume lo risveglia dal "sonno dogmatico"


â messa in dubbio della metafisica, vista ora come un "abisso senza fondo"

1766 Sogni di un visionario chiariti con i sogni della metafisica


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critica le visioni personali di chi si occupa di problemi metafisici, dove ognuno si crea il
suo mondo e la sua visione personale - necessità di prove evidenti e di un accordo tra i
filosofi
è possibile stabilire la verità di un'ipotesi solo attraverso l'esperienza (àHume) - la
relazione nella quale poniamo i fenomeni ha il suo fondamento nella struttura del
soggetto conoscente, non nei dati conoscitivi
(risente dell'influenza di JJR per l'importanza del sentimento)

1770 Dissertazione “De mundi sensibilis atque intelligibilis forma et principiis”, presentata per
la nomina a prof. ordinario di logica e metafisica
la ragione umana è oppressa da problemi che non può respingere e a cui non sa rispondere
quando vuole dimostrare l'esistenza di Dio
l'infinità dell'universo
l'immortalità dell'anima
la ragione umana precipita in oscurità e contraddizioni, causate dai suoi errori, che non
riesce a scoprire perchè i principi che usa non si fondano sull'esperienza - necessità per la
ragione di conoscere sè stessa e i suoi limiti (donde "Critica della R.P.")

conoscenza di due tipi:


J sensibile dovuta alla ricettività del soggetto, passiva –
suo oggettoà il fenomeno (la cosa come appare - apparenza)
spazio à forma à funzione che ordina la
tempo ä â
materia à sensazione

J intellettuale facoltà del soggetto, attiva –


suo oggettoà il noumeno (la cosa come è - esperienza)

dall’apparenza si giunge all’esperienza attraverso la riflessione, che si avvale dell’intelletto,


confrontando molteplici apparenze
– la forma è la legge indipendente dalla sensibilità che ordina la materia sensibile

tempo
spazio  sono Anschauungen, intuizioni pure, che costituiscono la forma â
â legge che costituisce il fondamento del nesso universale
non sono realtà oggettive ma condizioni
soggettive e necessarie alla mente umana } funzioni
per coordinare i dati sensibili

Terzo periodo la validità della conoscenza è fondata sui suoi stessi limiti
ä che la garantiscono
1781 Criticismo à filosofia del limite â
si interroga à sul fondamento dell’esperienza umana e ne chiarisce
### J possibilità condizioni che ne permettono l’esistenza
sul fondamento della J validità titoli di legittimità o meno
conoscenza e rifiuta il J limiti confini della validità
dogmatismo â
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aspetto centrale e qualificante


figlio dell'Illuminismo, K, ritiene che i confini della ragione possano essere tracciati solo dalla
ragione stessa che assume dall'interno di sé stessa la guida e i criteri del procedimento - i limiti
della ragione tendono a coincidere con i limiti dell'uomo à volerli superare in nome di presunte
capacità superiori alla ragione significa avventurarsi in sogni arbitrari e fantastici (v. Sogni di un
visionario chiariti con i sogni della metafisica, 1765, dove critica Swedenborg)

Critica della ragion pura si interroga sui fondamenti del sapere


Critica della ragion pratica della morale
Critica del giudizio dell’estetica

prosecuzione dell’indirizzo critico seguito dall’empirismo inglese a partire da Locke, segnando i


limiti della ragione
kantismo diverso da empirismo à ne rifiuta gli esiti scettici
approfondisce l’analisi, che non si limita alla descrizione dei
meccanismi conoscitivi ma ne vuole fissare le condizioni
possibilitanti e i limiti di validità
CRITICA DELLA RAGION PURA

indaga scienza à sapere fondato e in progress


metafisica à sapere asceintifico

Hume mette in dubbio entrambe


Kant sente la necessità di un esame globale di entrambe
respinge lo scetticismo scientifico di H.
condivide il suo scetticismo metafisico, ma indaga più a fondo

Domande fondamentali:
A. Come è possibile la matematica come scienza? à giustificare una situazione di fatto
B. " " " fisica " " ?
C. " " " metafisica in quanto disposizione naturale? à scoprire se esistono condi-
D. " " " " come scienza? zioni che la legittimino à non
esiste un'unica metafisica
benchè ogni ns. conoscenza cominci con l'esperienza, non ne consegue che essa derivi
interamente dall'esperienza - ciò che riceviamo dalle impressioni può essere elaborato dalla ns.
facoltà cono-scitiva stimolata dalle impressioni sensibili, attraverso i giudizi sintetici a priori
(principi scientifici)

giudizi analitici non dico nulla di nuovo sulla realtà dell'oggetto - il predicato NON aggiunge
(z.B.: Un uomo alto è alto)

giudizi sintetici il predicato aggiunge q.cosa al soggetto (z.B.: La rosa è rosa - J)

bisogna trovare una conoscenza che prenda da entrambi la parte positiva à giudizi sintetici a
priori
sintetici à il predicato aggiunge un'informazione al contenuto del soggetto
a priori à universali e necessari
26

relazioni tra idee à giudizi analitici a priori à giudizio necessario che però non aumenta la ns.
conoscenza (non è estensivo)
materia di fatto à giudizi sintetici a posteriori à giudizio estensivo che però si basa sulla ns.
esperienza, quindi in modo solo probabile (v. Hume)

scienza = esperienza + g.s.p.


i g.s.p. sono il fondamento della scienza, da essi è possibile trarre le leggi scientifiche - senza di
essi, lo scienziato "humeiano" brancolerebbe nel buio, dovendo ogni volta ripartire da zero

donde i g.s.p. (che non derivano dall'esperienza)?


J sono funzioni del nostro conoscere

conoscenza = materia + forma


â â
molteplicità delle impressioni modalità fisse attraverso cui la mente ordina i dati
sensibili (elemento a priori, pre-giudizio)

forme a priori universali à tutti le hanno e le utilizzano nello stesso modo


â
spazio
tempo
12 categorie
rivoluzione copernicana à Kant sposta il punto di vista dall'oggetto della conoscenza al ns.
modo di conoscere (come Copernico spostò il pdv dal corpo celeste
all'osservatore)

fenomeno à la realtà come ci appare attraverso le forme a priori


cosa in sé à la realtà considerata indipendentemente da noi (sconosciuta)

Conoscenza sensi à ricevono i dati attraberso spazio / tempo


intelletto à elabora i dati attraverso le 12 categorie
ragione à cerca una spiegazione metafisica della realtà àanima
mondo
Dio

STRUTTURA DELLA C.R.P. àDottrina degli elementi à gli elementi della conoscenza
Dottrina del metodo à uso possibile dei detti

DOTTRINA DEGLI ELEMENTI


â â
Estetica trascendentale Logica trascendentale
studia la Sensibilità e le sue forme a priori â â
(spazio / tempo) Analitica Dialettica
â â â
27

fondamento della matematica Intelletto (12 cat) Ragione à anima, mondo, D.


geometria fisica metafisica

trascendentale = che si occupa dello studio filosofico delle funzioni a priori della ns.
conoscenza (in quanto trascendono le categorie in senso aristotelico)

1. Forme pure à estetica


intuizioni pure à spazio e tempo
risposta alla domanda (A) à es. la geometria è possibile perchè la forma dello spazio è
uguale in tutti noi

2. Intelletto à logica trascendentale â


parte positiva analitica à forme pure = categorie, concetti puri
parte negativa dialettica à conoscere illusorio

parte più importante dell'analitica à causa / effetto, tutti riconduciamo un effetto ad una
causa, fisica casualistica
Tra sensazione e intelletto ci sono degli schemi
le 12 categorie sono ricondotte ad una forma organizzata dell'esperienza à IO PENSO, unità del
pensiero attivo, che si articola nelle 12 categorie

Estetica trascendentale

la sensibilità è recettiva, poichè non genera i propri contenuti ma li riceve dall'esterno per
intuizione (Anschauung)
attiva, poichè organizza il materiale delle sensazioni tramite spazio e
tempo

spazio forma sel senso esterno, a fondamento di tutte le rappresentazioni esterne) e del disporsi
delle cose una accanto all'altra
tempo forma del senso interno, a fondamento dei nostri stati interni e del loro disporsi uno dopo
l'altro

poichè i dati del senso esterno ci giungono attraverso il ns. senso interno, il tempo si configura
come la maniera universale di tutta la ns percezione - non tutto è nello spazio (es. sentimenti), ma
tutto è nel tempo

non possono derivare dall'esperienza (Locke), poichè un'esperienza li presuppone


non sono entità a sé stanti (Newton), poichè non sono concepibili senza un contenuto
non sono concetti (Leibniz), poichè hanno natura intuitiva e non discorsiva (non ne astraiamo il
concetto dalla constatazione dei vari spazi o tempi, ma viceversa)

matematica deriva dall'a priori tempo


geometria deriva dall'a priori spazio
valgono entrambe indipendentemente dall'esperienza, sono dunque scienze a priori

Analitica trascendentale - le conoscenze a priori dell'intelletto


28

sensibilità e intelletto sono indispensabili alla conoscenza e l'una all'altra (i pensieri senza
contenuto sono vuoti, le intuizioni senza concetti sono cieche)

mentre le intuizioni sono passive, i concetti - propri dell'intelletto - sono funzioni attive, che
ordinano e unificano le varie rappresentazioni sotto rappresentazioni comuni à i concetti
concetti empirici à ricavati dall'esperienza
concetti puri à contenuti a priori nell'intelletto à CATEGORIE
le categorie sono i predicati primi e sono le supreme funzioni unficatrici dell'intelletto

a differenze delle cat. aristoteliche, che hanno valore ontologico e sono random, le cat. kantiane
hanno solo un valore epistemologico (rappresentano i modi di funzionamento dell'intelletto) e
sono sistematiche

categorie à modalità di giudizio (modo in cui si attribuisce un predicato a un soggetto):

Quantità unità pluralità totalità


Qualità realtà negazione limitazione
Relazione sussistenza casualità/dipendenza comunanza
Modo possibilità/impossibilit esistenza/inesistenza necessità/contingenza
à

giustificazione della validità delle categorie à centro mentale unificatore = io penso

tutti i pensieri presuppongono l'io penso


l'io penso pensa tramite le categorie
tutti gli oggetti pensati presuppongono le categorie - amen
â
la natura fenomenica obbedisce necessariamente alle forme a priori del nostro intelletto

ogni realtà, per potere entrare nel campo della ns esperienza e divenire "oggetto per noi", deve
sottostare all'io penso e alle categorie

ä IO PURO fichtiano à crea e organizza i dati


differenza
æ IO PURO kantiano à organizza i dati

Schemi trascendentali

in concreto l'intelletto condiziona le intuizioni e gli oggetti sensibili ( à fenomeni) attraverso il


tempo à elemento che è il mediatore che consente all'intelletto di applicare i propri a priori alle
intuizioni della sensibilità (passaggio dalla percezione soggettiva dei fenomeni alla costituzione
della struttura oggettiva della natura)

l'intelletto determina il tempo attraverso degli schemi che corrispondono alle categorie
â
schema = rappresentazione intuitiva di un concetto universale
29

gli schemi calano nel tempo le categorie, ogni oggetto e ogni qualità, quantità, modo e relazione
esistono in concreto solo nel tempo

Principi dell'intelletto puro le regole di fondo tramite le quali le categorie sono applicate
agli oggetti

quantità à assiomi dell'intuizione à tutti i fenomeni costituiscono delle quantità estensive


(ogni oggetto è percepito come successione di parti)
qualità à anticipazioni della percezione à ogni fenomeno ha un certo grado di intensità -
proprietà di avere un grado è conosciuta a priori

relazione à analogie dell'esperienza permanenza della sostanza


causalità
azione reciproca

modalità à postulati del pensiero empirico à uso empirico dell'intelletto â


J ciò che è in accordo con le condizioni formali dell'esperienza è possibile
J ciò che è connesso con le condizioni materiali delle sensazioni è reale
J ciò la cui connessione con il reale è determinata in base alle condizioni
universali dell'esperienza esiste necessariamente

i pilastri della fisica poggiano sui giudizi sintetici a priori à l'esperienza, essendo condizionata
dai gsp, non può mai smentire i principi che ne derivano - quindi le leggi di natura risultano
giustificate e Hume se la mette in tasca

il conoscere non può estendersi al di là dell'esperienza e dell'esperibile, le categorie funzionano


solo in rapporto al materiale che organizzano - di per sé, sono vuote

noumeno à la cosa in sé, presupposto del fenomeno (che solo è oggetto di conoscenza)
J non può diventare oggetto di conoscenza possibile
J in senso positivo, è l'oggetto di una conoscenza non sensibile (che a
noi è preclusa)
J in senso negativo, è un oggetto ignoto che non può mai entrare in rapporto
conoscitivo con noi
J concetto-limite che pone un argine alle ns. pretese conoscitive

Dialettica trascendentale

analisi e smascheramento dei ragionamenti fallaci della metafisica à parto della ragione, che è
inevitabilmente portato a voler pensare anche senza dati à tendenza umana all'incondizionato e
alla totalità, alla ricerca di una spiegazione globale

tre idee trascendentali


anima à totalità assoluta dei fenomeni interni
mondo à esterni
Dio à totalità di tutte le totalità, unificazione totale
30

errore della metafisica à trasformare queste tre esigenze mentali in altrettante realtà

anima à psicologia razionale - è una sostantificazione dell'Io penso, la conosciamo come


elemento del presente - è un'attività che "cosalizza" l'anima
mondo à cosmologia razionale - antinomie delle quali l'anima non può rispondere
Dio à teologia razionale - Kant non accetta le prove a priori

M errore della psicologia razionale à applicare la categoria di sostanza all'Io penso,


trasformandolo in realtà permanente (= anima) - l'Io penso non è un oggetto empirico, ma
un'unità formale - ergo, errore della psic.raz. = pretesa di dare una fisionomia e delle qualità
all'Io penso (io noumenico, quindi inconoscibile)

M errore della cosmologia raz. à la totalità dell'esperienza non è mai un'esperienza, in quanto
non possiamo sperimentare tutti i fenomeni - quindi l'idea di mondo cade al di fuori di ogni
esperienza possibile, il mondo come totalità è noumeno

antinomie (conflitti della ragione) à coppie di affermazioni in contraddizione e indecidibili


[ il mondo ha un inizio nel tempo ed è limitato il mondo non ha un inizio ed è illimitato
[ tutto nel mondo è composto di sostanze nulla nel mondo è semplice, tutto è composto
semplici
[ vi sono nel mondo cause con libertà non vi è libertà, tutto è natura
[ nelle cause cosmiche c'è un essere necessario nulla è necessario, tutto è contingente
il tutto è solo dialettica, tenuta dal nostro in bassissima considerazione

M errore della teologia razionale àvoler dimostrare l'esistenza di Dio, la cui nozione scaturisce
dalla semplice ragione come supremo modello di ogni perfezione

prove fallaci dell'esistenza di Dio:

L prova ontologica à v. S.Anselmo - non è possibile saltare dal piano della possibilità logica a
quello della realtà ontologica (cento talleri pensati non comprano nulla)

L prova cosmologica à se q.cosa esiste, deve esistere anche un essere necessario (v. San
Tommaso) - uso illegittimo del principio di causa, che non può connettere i fenomeni con il
trans-fenomenico
inoltre, ricade nella prova ontologica (dai concetti vuole derivare l'esistenza)

L prova fisico-teologica à fa leva sull'ordine e sulla bellezza del mondo per postulare una
mente ordinatrice (la più antica, la più chiara e la più adatta alla comune ragione) - anche qui,
torniamo alla prova ontologica - l'ordine perfetto del mondo, che potrebbe derivare dalla
natura stessa, deve essere dimostrato in quanto è relativo a noi e quindi fenomenico

Kant non nega Dio, ma ne mette in discussione la dimostrabilità razionale e metafisica - la


ragione umana non può dimostrare né l'esistenza né la non-esistenza di Dio

CRITICA DELLA RAGION PRATICA (1788)


31

Struttura: Dottrina degli elementi Analitica à regola della verità


Dialettica à soluzione dell'antinomia

Dottrina del metodo à come le leggi morali possono accedere all'animo umano

La ragione pratica dirige l'azione. La CRPr si occupa dell'etica, ovvero della ragione empirica
pratica, in quanto la ragione pura pratica non ha bisogno di essere criticata - invece nella sua
parte empirica la RPr può darsi delle massime (forme di azione) dedotte dall'esperienza ma non
legittime dal pdv morale à ergo, critica alla ragione pratica che pretende di restare sempre e solo
legata all'esperienza - la morale di K. è segnata dalla finitudine dell'uomo e mette in guardia
contro il fanatsimo, ovvero la pretesa di identificarsi con un essere infinito - la resistenza che la
legge morale incontra nella natura sensibile dell'uomo la obbliga ad assumere la forma del
dovere.

La morale deve essere dedotta a priori e non ha nulla a che fare con la pratica come esperienza -
è valida per tutti e per sempre, è assoluta (unbedingt), e il filosofo ha solo il compito di
constatarla, non di dedurla o inventarla - deve svincolarsi dalle inclinazioni sensibili e guidare la
condotta in modo stabile. Da qui â
J libertà dell'agire à capacità di autodeterminarsi al di là delle pulsioni e delle passioni
J validità universale della legge
dalla tensione tra ragione e sensibilità scaturisce l'agire morale come dovere

Per K. la ragione pratica è la ragione che si volge all'azione (ragion pratica = volontà razionale).
La morale è un dovere assoluto indipendente dall'esperienza morale dell'obbligo e del dovere à
la ragione deve contraddire le passioni - il dovere è dato come un fatto (la voce della ragione
dentro di noi) à fatto = dovere

massime prescrizioni puramente soggettive


imperativi prescrizioni oggettive â
F imperativi ipotetici se.... devi...
F imperativo categorico formale â
AGISCI IN MODO CHE LA TUA AZIONE POSSA VALERE COME AZIONE UNIVERSALE

la morale di K. è formale (dice solo la forma della volontà) à non si possono indicare dei
contenuti perchè altrimenti non ci sarebbe l'autonomia, principio base della moralità à
autonomia e libertà
Volontà buona à volontà che non è mossa dalle passioni, ma coincide con la passione universale
e razionale - la volontà buona si esplica nell'imperativo categorico - sentire la pura ragione come
dovere permette di recuperare ciò che non si era potuto spiegare nella Ragion pratica à
i postulati â

J libertà perchè ci sia azione morale di deve essere libertà - solo così un'azione può essere
morale - ci deve essere una scelta e una responsabilità soggettiva à "Se
devi, puoi" à se c'è un dovere morale, c'è una scelta

J immortalità dell'anima à solo così potremo raggiungere la santità


32

J Dio à volontà santa e onnipotente che fa corrispondere la falicità al merito

per K. infatti l'uomo ha diritto alla felicità ma virtù e felicità sono antinomiche (in questa realtà), è
quindi necessario postulare la possibilità di conciliarle in una realtà diversa

rivoluzione copernicana morale à l'uomo e la sua ragione sono posti a fondamento dell'etica per
salvaguardarne la libertà - uomo come unico legislatore del suo comportamento

in K, c'è il primato della Ragion pratica à nella consapevolezza del dovere posso recuperare ciò
che non era spiegato nella Ragion pura - nella Ragion ratica si parla di centro libero e
responsabile di attività (cfr. Fichte)

CRITICA DEL GIUDIZIO (1790)

E' un ponte tra Ragion pura à metodo scientifico, causa / effetto


Ragion pratica à insiste sulla libertà
Dopo intelletto e volontà, K. si occupa del sentimento (influenza di Rousseau)

nella Critica del G. si cerca di superare il contrasto tra


Critica della R. Pura Critica della R. Pratica
â â
tema del conoscere che avviene usando la tema della libertà, qui il soggetto si intuisce
categoria di causa-effetto - si ha un come centro libero delle sue azioni â
determinismo scientifico â
NECESSITÀ LIBERTÀ
facoltà del conoscere à intelletto volontà razionale
æ å
SENTIMENTO
â
è alla base del giudizio sul bello e sull'armonia della natura
terza facoltà, dà dei giudizi sul bello à giudizi estetici 1
sulle finalità della natura à g. teleologici

I giudizi di sentimento non sono conoscitivi - Kant distingue â


J giudizi determinanti intervengono le categorie, in particolare quella di causa-effetto (1°
critica) - dall'universale al particolare
J giudizi riflettenti g. del sentimento, che vede una bellezza nelle cose senza fare
intervenire le categorie - dal particolare all'universale

z.B. atteggiamenti diversi di fronte a uno spettacolo della natura conoscitivo (com'è fatto?)
sentimentale (che bello!)

giudizio à facoltà della ns. mente di dare giudizi riflettenti à è il sentimento - i g.


sentimentali hanno una loro universalità - K. cerca delle strutture uguali in tutti i

1 prima critica (R. pura) à estetica = discorso sulla sensazione


terza crica (giudizio) à estetica = senso del bello
33

soggetti nei tre campi â strutture


trascendentali
& intelletto R.pura - categorie
\ morale R. pratica - volontà buona, universale, non egoistica
J sentimentale Giudizio - bello = ciò che piace a tutti - vi è un'universalità
anche nei giudizi - è diverso da piacevole = ciò che
piace a uno - il bello è universale senza concetto, è
un'universale sentimentale
I giudizi riflettenti possono essere
J estetici à bellezza
J teleologici à scopi
risponde a un bisogno propriamente umano à la natura è bella per l'uomo
la natura è utile all'uomo

estetici considerazione sentimentale - trascendentale (= sentimento che lavora in tutti


nello stesso modo) di una finalità soggettiva, della rispondenza di ciò che vedo con il
soggetto, e di come sono costituito - "le belle forme sono in natura, la bellezza è
nell'uomo" (Immanuel dixit) à è indispensabile la mediazione della mente
autonomia del giudizio estetico à g. estetico a priori
l'esperienza estetica è fondata sul sentimento, non sulla conoscenza
teleologici considerazione sentimentale - trascendentale di una finalità oggettiva, di
un'armonia che è nella cosa che vedo, non in me come soggetto
z.B.
scarafaggio per K. questo animale ha una sua armonia interna - ogni parte corrisponde alle
esigenze di vita di queto organismo â
comprensione della natura organica - K. supera il modello meccanicistico tipico
del '700

GIUDIZI ESTETICI
â
distinzione tra bello à equilibrio tra immaginazione e intelletto
sublime à è lo smisurato di grandezza (matematico, es. cielo infinito)
potenza (dinamico, es. mare in tempesta)
contrasto tra immaginazione e intelletto

nel sentimento del sublime l'uomo dapprima si sente smarrito, poi si rende conto che il sublime
c'è perchè lui è igd percepirlo - l'uomo si risolleva perchè si sente grande
ambivalenza dispiacere dell'immaginazione, smarrimento (piccolezza fisica)
piacere della ragione, elevazione (grandezza spirituale)

bello artistico à proviene dal genio, che è il tramite tra arte e natura, le cui caratteristiche sono
{ originalità, creatività
{ paradigmaticità
{ impossibilità di sottoporre a indagine scientifica l'atto creativo

GIUDIZI TELEOLOGICI
â
34

nella natura vedo un piano, una finalità che deriva da un'Intelligenza - non è una dimostrazione
dell'esistenza di Dio, non si può dimostrare che la natura ha una finalità - però possiamo dire che,
per come noi siamo fatti, siamo portati a vedere "come se" ci fosse questa finalità, questa
organizzazione, e a vedere la natura come una scala ordinata che va dalla natura inorganica a
quella organica, al cui culmine c'è l'uomo - in ogni grado noi abbiamo delle leggi necessarie -
nell'uomo si conciliano necessità e libertà à concilia le due posizioni precedenti (R.pura-R.
pratica)

Kant, con la Critica della Ragion pura, è il culmine dell'Illuminismo, ma apre ai temi classici del
Romanticismo e dell'Idealismo

Critiche a Immanuel à sul concetto di "cosa in sè":


fil. idealistica àl'assoluto viene a conoscersi nel soggetto
Schelling à mediatore tra idealismo e romanticismo
35

Hegel (1770-1831)

Logica

Essere
â andare sempre più dentro fino al completo autoriconoscersi dell'Idea
essenza
â
concetto soggettivo
oggettivo
idea

la Logica è lo sviluppo dell'Idea in sé e per sé - esporre la mente di Dio prima della creazione, le
strutture che sono la base di ogni realtà

ä qualità
Essere à quantità
æ misura

essenza dialettica bipolare interno / esterno


essenza / apparenza
essere / manifestarsi

essenza come riflessione


â parvenza (Schein) à categoria significativa
apparenza (Erscheinung) - fenomeno
realtà

occorre capire in questo sviluppo che per l'essenza è necessrio apparire, manifestarsi - l'essenza
che non si manifesta rimane chiusa in sé stessa e non può essere conosciuta

all'inizio l'esterno appare semplice parvenza (Schein), l'apparenza è più positiva, l'essenza deve
apparire

realtà = piena compenetrazione tra interno ed esterno - l'essenza è realtà in quanto concretizzata e
la realtà contiene l'essenza - l'essenza è il concetto che riconosce sé stesso come razionalità
presente in ogni realtà - la realtà è il concetto
36

Filosofia della Natura

Hegel deve molto a Schellling anche se la sua distinzione è diversa â


meccanica à spazio, tempo, materia, movimento, meccanica razionale (Newton)
fisica à dentro un singolo corpo, le sue proprietà interne (coesione, peso,
generazione), chimismo (per Sch, la chimica è una parte a sé, per H. è una
parte della fisica)
fisica organica à organismi veri
â uomo à v. filosofia dello spirito
â
organismo geologico à la stessa distribuzione delle terre emerse è un organismo
vegetale
animale

per Schelling, due forze à espansiva


limitante

quando le forze sono in equilibrio = inorganico (meccanica, fisica)


quando l'equilibrio si rompe e poi si ricompone = chimica
quando l'equilibrio manca e c'è una lotta = vita

Filosofia dello spirito presupposto dello spirito à natura


essenza dello spirito à libertà

soggettivo à individuo
oggettivo à Fil. del diritto (opera specifica) } momenti dello Sp. finito
assoluto à arte
religione } totale rivelazione dello Sp. a sé stesso
filosofia

soggettivo à antropologia à ponte tra natura e individuo, uomo come parte della natura,
â anima che emerge dalla specie animale à individualità
condizioni naturali
coscienza fenomenologia à cammino di c.s.
spirito psicologia volere libero à top della spiritualità soggettiva
â volontà di libertà

oggettivo à spirito delle istituzioni oggettive con cui l'uomo si confronta - gli uomini hanno
â oggettivato la loro razionalità nelle istituzioni à diritto
realizza la volontà di libertà morale
eticità
L nel diritto / insieme di leggi, c'è un eccesso di esteriorità à proprietà
L nella morale un eccesso d interiorità (morale kantiana) à volontà soggettiva / azione
37

L nell'eticità (VIP) l'individuo si concilia con il suo mondo oggettivo e con le sue
istituzioni à realizza il bene, che diventa esistente

separazione tra soggettività e bene da realizzare à la volontà non è buona ab origine, deve
diventarlo à soluzione = eticità

differenza tra morale e eticità:


morale à lt. Kant agisce dentro di noi come dovere
critica di Hegel all'imperativo categorico è che è un dovere astratto - noi sappiamo
quali sono i ns. doveri concreti perchè viviamo in ambienti concreti, collegarsi
dell'ind. con la collettività in modo sempre più ampio à famiglia, società civile,
stato - ognuno di questi ci presenta doveri concreti in situazioni dell'ind. con la
collettività
solo nello stato si realizza in pieno la sostanza dello Spirito
as for lo stato, c'è un diritto interno (potere del monarca)
diritto esterno (rapporto tra gli statià storia e suo sviluppo)
â
la storia e il suo sviluppo fanno parte dello spirito oggettivo - anche nella storia c'è
uno sviluppo logico e l'astuzia della ragione - gli ind. credono di realizzare le loro
ambizioni, in realtà sono strumenti dello sviluppo complessivo dello spirito
e il fine è di giungere a un'armonia nuova in cui ognuno al suo posto collabora alla
totalità

Stato = fine immanente dell'individuo


lo Stato è tale per volontà divina à rifiuto del contratto sociale
ricava la propria sovranità da sè stesso, è al di sopra della morale à le sue azioni
sono giustificate in quanto finalizzate alla sua esistenza - è giudicato solo
dalla storia (Machiavelli) (NdR: non sono assolutamente d'accordo e non posso
fare a meno di precisarlo)

assoluto arte à intuizione 


religione à rappresentazione 〉 spirito che si conosce
filosofia à concetto 

arte simbolica
classica à punto più alto, in quanto di max. equilibrio
romantica à

la dialettica nell'arte è tra lo spirito e la sua forma sensibile (forma e contenuto)


â
– arte simbolica l'idea eccede la sua forma sensibile e non è bene espressa, arte primitiva
– arte classica equilibrio tra forma e contenuto (arte greca)
– arte romantica squilibrio, lo spirito non è bene espresso da nessuna forma sensibile,
dramma di voler esprimere l'infinito, "streben" che non si lascia mai
esprimere del tutto - lo spirito qui è consapevole dell'insufficienza dell'arte
a esprimere lo spirito stesso
38

questo non riuscire mai a esprimere ci fa capire che l'arte è q.cosa di inadeguato a esprimere
l'idea, che non può essere espressa in forma sensibile, ergo passaggio a forme più interiori
(religione, filosofia)

H. parla di una morte dell'arte, non perchè priva di valore ma proprio perchè inadeguata a
esprimere
39

ARTURO SCHOPENHAUER 1788-1861

si oppone in modo deciso a Hegel, ma gli opposti si toccano

il discorso di Sch. rimane inquadrato nel modello generale post-kantiano classico, anche se con
alcune differenze

Sch. ha avvertito molto l’influenza della filosofia indiana, è uno dei primi che hanno portato la
conoscenza di questa grossa tradizione filosofica in Occidente – ha avuto un’esperienza
personale di un contrasto tra il ns. pensiero razionale e la ns. istintualità e desideri che agiscono
dentro di noi, conflitto che Sch. ha vissuto in modo particolarmente intenso

& la sua opera principale è del 1819 à “Il mondo come volontà e rappresentazione”

dal 1820 al ’32 il giovane Sch. è collega di Hegel a Berlino, da qui viene la sua detestazione per
H., in quanto ritiene la sua fil. solo un’enorme sofisticheria à programma le sue lezioni in
contemporanea con quelle di H., ma come risultato le lezioni sono disertate e questo aumenta il
suo pessimismo, solo dopo la metà dell’’800 la sua fil. comincia a essere nota – è uno dei fil. più
conosciuti, anche a motivo degli insuccessi delle rivoluzioni del ’48 che portano al pessimismo

Il mondo come volontà e rappresentazione è la stessa posizione di Kant, nel Mondo c.v.e r.
abbiamo dei fenomeni che ci arrivano e che noi organizziamo, però non conosciamo la cosa in sé
– semplificazione rispetto a K., non abbiamo 12 categorie ma semplicemente
spazio
tempo  questo basta per organizzare il mondo fenomenico
causalità

Sch. però non si accontenta del mondo fenomenico (à velo di Maya), noi possiamo giungere
all’essenza della realtà, che Sch. chiama volontà, assolutamente cieca e irrazionale, che spinge
tutte le cose a esistere, a vivere e a soffrire

la volontà è quello che impedisce di giungere alla calma del Nirvana e continua a chiuderci nella
ruota delle azioni e dei desideri - non agisce solo a livello cosciente, agisce già nella natura
organica e inorganica, poi dentro l’uomo (v. Dal Pra, p. 111) – nell’uomo la volontà illude, noi
crediamo di essere liberi, in realtà siamo guidati dalla volontà, per cui dobbiamo vivere, quando
pensiamo che la volontà è un bene siamo invece spinti dalla volontà a vivere e propagare la
specie - alla volontà manca una finalità, è un perenne tendere senza una meta à Leopardi
siamo spinti dal desiderio e ogni desiderio appagato ci porta a generare un desiderio nuovo, senza
una meta

secondo Schopy la liberazione dalla volontà può avvenire in tre fasi:

1. arte (che ha molta più rilevanza rispetto a Hegel), che tende a essere soprattutto
contemplazione e ci porta fuori dal continuo essere immersi nella lotta per un’affermazione
illusoria, in quanto di fa vedere l’affannarsi degli uomini – l’arte più alta è la musica, che
meglio fa percepire i ritmi puri dell’esistenza
40

la liberazione offerta dall’arte è solo parziale e temporanea

2. compassione à simpatia à sollevarsi dall’egoismo e vedere l’altro e capire come in tutti


agiscono le forze cieche della volontà

3. non-volontà, combattere questa presenza in modo deciso a ogni livello con l’ascesi – morte,
ma non suicidio che è sempre un atto di volontà – il nulla è la soluzione (risente del
Romanticismo)

contraddizione à impossibilità di sottrarci alla ns. essenza, v. Siddharta by Hesse, ultime pagine

AUGUSTE COMTE (1798-1857)

“Corso di filosofia positiva” – papà del positivismo che si afferma in tutta Europa nella seconda
metà dell’’800 – AC ne è un precursore

Legge dei tre stadi à in ogni forma di cultura si attraversano tre stadi:
J teologico à causa dei fenomeni sono gli dèi o Dio
J metafisico à più razionale, si vuole giungere all’essenza e alle cause interne
J positivo à le cause interne della realtà non ci interessano più, vogliamo solo
studiare i fatti e le leggi che li governano, non il perché ma il come,
la regolarità dei fenomeni â â
Bruno Galileo

sono i collegamenti regolari tra cause ed effetti che ci consentono di spiegare e di prevedere, per
un intento operativo

valorizzazione della scienza, la fil. diventa ciò che coordina la scienza


classificazione delle scienze
è la fondazione della sociologia, scienza nuova, che rende importante la fil. di AC

KARL MARX (1818-1883)

Carlo nasce a Trier, in Renania, allora provincia prussiana (1834 à Zollverein tra le varie parti
della Prussia), nella borghesia che voleva avere voce in capitolo nel governo – la famiglia di KM
è della medio borghesia ebrea, ma il padre avvocato si era convertito al luteranesimo per motivi
di opportunità (illuminismo moderato laico)

termina il ginnasio nel 1835 (17 a.), va a studiare a Bonn (1935-36), poi a Berlino (scuola più
severa), dapprima è contrario a Hegel poi aderisce al suo pensiero – siamo nel momento della
contrapposizione tra dx e sin hegeliana, Carlo partecipa alla formazione di una sinistra hegeliana
a Berlino – tra i suoi amici, Bruno Bauer, che poi avrà una cattedra all’università di Bonn, dove
anche M. pensa di poter insegnare – conclude gli studi nel ’41 con una tesi sulla differenza tra
Democrito e Epicuro (non si laurea a Berlino bensì a Jena, al di fuori della Prussia – KM è
hegeliano con accentuazione di sin.) – tra Democrito e Epicuro, viene preferito Epicuro per il suo
principio della libertà dell’autocoscienza individuale (vedi i limiti di Ep., soprattutto quello di
41

considerare uno spirito solo individuale) – Marx colloca Epicuro nello sviluppo della fil. greca,
dove l’inizio è Socrate (l’uomo inizia a pensare con la sua testa, la donna non si sa), il culmine è
Epy – qui Carlo si stacca da Hegel, che critica Epy – è vero che Epy ha un pdv limitato, quello
dell’ind., però era l’unico possibile nel suo tempo (crisi della polis) – l’accentuazione a sinistra
della tesi è vista nel rapporto con la religione (Marx è su una posizione critica, di immanentismo
razionale) e nella critica anche politica alle istituzioni, in cui però Marx in questo momento è
ancora un giovane intellettuale – ha perplessità, teme che la critica politica significhi uno
scadimento della fil., un decadere della fil. come speculazione puramente intellettuale – da un
pdv politico. KM è su posizioni tra liberali e democratiche –

dopo la laurea spera di andare a insegnare a Bonn, ma il governo prussiano ha una svolta in senso
conservatore, contro l’hegelismo di sin., per cui non può – si unisce a un gruppo di giovani che
fanno un giornale, la Gazzetta Renana (1842-43) – KM né è prima redattore, poi direttore – lotta
per la libertà di stampa e si interessa ai problemi concreti, la rivoluzione industriale (articoli su
problemi di furti di legna caduta, o dei produttori di Moselwein) – Carletto comincia così a
perdere il suo distacco intellettuale e a occuparsi di problemi pratici à esperienza importante, a
contatto con la realtà e brutalità prussiana (altro che libertà di stampa! NdR) – comincia a perdere
fiducia in Hegel (non è mai troppo tardi… NdR) e a vedere i problemi di una idealizzazione dello
Stato e i privilegi di alcuni che dominano gli altri – nel passaggio ‘42-’43 (il giornale viene
chiuso nel marzo 1843) KM partecipa a un gruppo di lavoro dove si studiano le prime dottrine
socialiste, a cui in un primo tempo è contrario

nel 1843 il governo prussiano fa chiudere la Gazzetta Renana e gli Annali Tedeschi, altro organo
della sin. hegeliana, di tale Ruge, amico di Carlo – i due, Marx e Ruge, escono dalla
confederazione germanica e vanno in Francia per cercare maggiore libertà e un collegamento tra
il pensiero francese e l’hegelismo di sinistra – l’idea è di fare gli Annali Franco-Tedeschi, che si
realizza a fine ’43 - prima di lasciare la Germania, Marx si sposa con Jenny von Westfalen e fa i
conti con Hegel (manoscritto inedito fino al 1927: Critica della filosofia hegeliana del diritto,
critica di Hegel in generale e della sua fil. sullo Stato – dal pdv politico, KM si contrappone
all’idea hegeliana di un governo dall’alto – per Hegel lo stato ha una sua autonomia rispetto alla
società civile) – Marx contrappone al potere dall’alto un’idea di potere popolare, dal pdv politico
ora sostiene un’idea simile a quella di JJR, l’importante è una democrazia di base, che non ci sia
una separazione tra governati e governo, i cittadini decidono insieme, democrazia di tipo
assembleare con delega a esecutivo controllato dalla base, la sovranità è del popolo bue – dal pdv
fil. Marx riprende Feuerbach, in particolare le sue Tesi provvisorie, dove F. aveva espresso la sua
idea di inversione di soggetto e predicato – in Hegel il soggetto è l’idea, i singoli sono solo la
realizzazione dell’idea – per F. occorre considerare gli ind. in carne ed ossa, che danno origine
alle istituzione di cui sono gli elementi fondamentali – vede la positività del molteplice, delle
cose reali, gli uomini concreti che tra l’altro pensano, ma hanno anche necessità materiali –
critica dell’assolutizzazione dell’empirico, H. assolutizza ciò che esiste (Stato prussiano) e lo
vuole spacciare per realizzazione dell’Idea, determinazione dell’Idea

a fine ’43 KM va a Parigi, ivi fino al ’45, poi viene espulso da Parigi e
’45- ’48 a Bruxelles
1848 rivoluzione, torna in Renania, fallisce la rivoluzione
1849 condannato a morte, va in esilio a Londra, vita dapprima durissima, grande
miseria, poi grazie all’aiuto di Engels la situazione migliora
42

azione politica
studio dell’economia, scrive “Il Capitale”
1864 fondazione dell’Internazionale

1843 Annali Franco-Tedeschi – esce solo un numero, poi Marx si stacca da Ruge, che
resta democratico, e si avvicina sempre più all’idea socialista – il problema non è
solo il suffragio universale e l’uguaglianza politica, ma anche di un’eguaglianza
sociale e economica – anno importante anche per la conoscenza con Engels (1800-
1895), figlio di un industriale, che in GB ha visto i problemi degli operai, dagli
inizi del primo movimento operaio a Londra (cartismo)

1844 “Manoscritto economico-filosofici”, scritto a Parigi, inedito fino al 1932 – qui KM


raggiunge il suo nuovo pdv, prima grande sintesi, testo ricco e ingenuo allo stesso
tempo – qui potenzialmente c’è già tutto – non sono le idee che sviluppano il
mondo ma soprattutto la produzione dei beni materiali (materialismo storico) –
critica agli economisti che anch’essi assolutizzano il contingente, destoricizzano le
condizioni economiche del momento – per M. è importante vedere come si è
arrivati alla situazione attuale attraverso un processo storico che ha delle
contraddizioni e quindi reclama di andare oltre – problema delle condizioni di
sfruttamento della gran parte della popolazione

alienazione à per Feuerbach, religiosa


per KM, economica, del lavoro

è il primo che ragiona in modo ampio e filosofico sui problemi e sulla condizione degli operai –
l’operaio è alienato
M rispetto al suo prodotto (ciò che produce è suo nemico, perché lo domina)

M rispetto alla sua attività, in cui non si realizza ma si nega, è fuori di sé

M rispetto al genere umano à dovrebbe realizzare un mondo umano con gli altri uomini ma
non realizza la sua essenza umana, bada solo alla sua esistenza – si dovrebbe vivere per
realizzare la propria umanità invece si lavora per sopravvivere

M dagli altri uomini à ciascuno bada solo a sopravvovere e a arrivare a sera, senza che ci sia
solidarietà

occorre recuperare l’umanità cambiando la struttura della produzione

“i filosofi hanno finora interpretato in diversi modi il mondo, ma quello che conta è cambiarlo” –
non bisogna migliorare i salari ma cambiare radicalmente la struttura della società e abolire il
sistema del salario, la proprietà privata dei mezzi di produzione, che vanno gestiti dagli uomini
socialmente collegati – ciò che va gestito in comune è la produzione, tenendo presente i bisogni
della società

Marx critica anche Feuerbach, il cui limite è di contrapporre all’idealismo il materialismo, ma


non vede come gli uomini innanzitutto siano attivi nella produzione della loro vita, il loro
43

materialismo è statico, occorre vedere come gli uomini agiscono e si collegano insieme, formano
la storia per soddisfare i loro bisogni, in modi che possono essere alienanti e lo sono, ma possono
essere cambiati – occorre avere un materialismo non statico ma storico (à recupero della
dialettica hegeliana)

se vediamo come soggetti gli uomini nelle loro relazioni, la dialettica riprende significato, gli
uomini costituiscono la loro storia attraverso lotte e contrasti che possono essere superati

1845-48 Bruxelles – Marx / Engels


1846 “Ideologia Tedesca” (inedito fino al 1932)
â
materialismo storico à critica a Hegel
alienazione

Prefazione a “Per la critica dell’economia politica” à sintesi della concezione del materialismo
storico – KM si è occupato della fil. del diritto di Hegel à i rapporti giuridici hanno le loro
radici nella società civile – per Hegel sono la storia e la storia delle idee che determinano la storia
dei rapporti giuridici – l’Idea va verso il punto più alto che è la libertà del soggetto nella storia
cristiana –germanica
Marx à la storia non funziona così, il motore della storia sono le strutture materiali, non l’idea
ma la società civile
concetto fondamentale à rapporto tra produzione e forze produttive – nella produzione sociale
della loro esistenza gli uomini entrano in rapporti necessari e indipendenti dalla loro volontà – gli
uomini non sono in grado di liberarsi dal meccanismo produttivo e non scelgono la società in cui
si trovano a vivere, che è determinata da fattori economici

rapporti di produzione à
M coordinate entro le quali avviene la produzione nelle sue diverse forme storiche, intelaiatura
della società in cui esistono simultaneamente una molteplicità di rapporti – gli stadi di
sviluppo della storia dell’umanità non sono determinati dall’idea, ma dai rapporti sociali che
determinano l’uomo e la donna (contrasto con F.b.)

M potrebbero sembrare identici ai rapporti giuridici, in realtà il rapporto di produzione è


qualcosa di più ampio e profondo, è quello che viene prima del rapporto di proprietà

Capitale, cap. 24 à gli uomini sono costretti a vendere la loro forza-lavoro


forze produttive à macchine, tecnologie, specializzazione della forza-lavoro, apparato tecnico e
scientifico

impadronendosi di nuove forze produttive, gli uomini cambiano le forme di produzione e tutti i
loro rapporti sociali
all’interno di una società si sviluppano le forze nuove che, quando sono pronte, distruggono
l’involucro della vecchia società con la violenza (“levatrice della storia”, che aiuta a nascere la
nuova società che è matura per essere partorita)
la cultura di un popolo è determinata dalla sua vita materiale – lo Stato non è il luogo
dell’Universale ma è uno strumento nelle mani della classe dominante – soprattutto coercitivo,
che tende alla produzione del consenso
44

i rapporti di produzione incatenano le forze produttive


strutture à arte, filosofia, religione – la storia della società è storia di lotta di classe

Friedrich Nietzsche 1844-1900

Nietzsche non si pone la solita domanda "Cosa è bene, cosa è male" ma: "Perchè vogliamo
scoprire il valore della verità?" - piano morale

Metodo genealogico: prendere una fonte filosofica e cercarne l'origine - le verità sono menzogne
cristallizzate - il metodo gen. non ha solo un intento conoscitivo, ma anche uno terapeutico -
secondo N. l'uomo conosce in quanto agisce.

N. si rifà a Schopy (anche se poi se ne discosta in quanto è troppo pessimista) - vuole accentuare i
tratti della volontà à bisogna accettare la vita anche nei suoi aspetti tragici: "La nascita della
tragedia"

2 principi à apollineo è il sogno - si identifica negli dèi olimpici


dionisiaco è il divenire - culto di Dioniso e dell'orgia

sono i due modi che hanno usato i greci per stare nella realtà, due facce della stessa medaglia
(sogno e ebbrezza) - in Grecia però compare Socrate à ideale di uomo dedito soltanto al
conoscere (elimina il desiderio)

N. crea la linea Socrate à Platone à cristianesimo

nella "Genealogia della morale" N. identifica l'invidia e il risentimento come elementi fondanti la
morale - demistifica i sentimenti morali: strumenti di dominio à critica al cristianesimo - è il
prete ad essere una figura autoritaria e repressiva - le nature forti non hanno bisogno di dominare
i propri istinti

Critica allo storicismo (Hegel) à ideale di una concaternazione necessaria degli eventi
(finalismo e determinismo) -
L il finalismo ci illude di essere i frutti maturi della storia à l'uomo diventa incapace di agire
L determinismo à tutto è già stato fatto possiamo solo ripeterci

lo storicismo crea delle personalità accidiose e infelici, la storia deve essere pensata come azione

6 storia monumentale à l'uomo è attivo e ha aspirazioni à grandi personaggi come modelli da


seguire - pericolo à degenera in ideologia e fa emergere dei canoni
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6 storia antiquaria à uomo che preserva e venera le sue radici (in cui si riconosce) à ci dà un
senso di appartenenza, ma può diventare un semplice feticismo del vecchio à degenerazione
sterile

6 storia critica à critica del passato per fare piazza pulita à ma ci si scopre figli del passato e
ci si accorge di non potersene liberare
rivalutazione dell'istante creatore in cui si ricomincia tutto da capo à sentire non storico, la
memoria storica si confonde con la sua dimenticanza - istante come momento di creatività

Esito della volontà fredda e calcolante occidentale à nichilismo â


L passivo accettazione dello stato di insensatezza à conformismo ancora più forte
J attivo (che N. cerca di perseguire) à approfondimento che deve portare alla liberazione
della volontà di potenza (Also sprach Zarathustra) â
J dottrina del superuomo
J volontà di potenza
J dottrina dell'eterno ritorno

Superuomo ha ritrovato le sue volontà istintuali - mondo come atto della volontà dell'uomo

eterno ritorno correlato della volontà di potenza la quale vuole l'eterno ritorno - è un dire di sì
alla vita (genio maligno)

elemento teorico che porta a compimento la critica dello storicismo - l'eterno


ritorno non è una dottrina ciclica - è una teoria del caso: evento singolare in cui
l'istante contiene passato e futuro - l'istante non si compie mai

movimento della differenza à ci sono solo fenomeni che compaiono e che


scompaiono

Husserl (1859-1938)

In H. la riflessione sul pensiero e la mediazione tra pensiero e realtà non tiene conto del
linguaggio

epochè à sospensione dell’atteggiamento naturale del giudizio per arrivare alle essenze – per H.
la filosofia è una scienza rigorosa, per cui ha cercato di formulare un linguaggio ad hoc

In vari ambiti della realtà si possono reperire forme prime à percezione


ricordo  essenze
fantasia  generali
pensiero
46

percezione à primo rapporto con la realtà - altre essenze che riguardano le singole scienze –
tentativo non ben riuscito, modi a priori, con cui il singolo scienziato accede al suo tipo di sapere

distinzione tra ontologie formali e regionali (?)

epochè à necessità di assumere un atteggiamento fenomenologico per capire come si dà la realtà


intenzionalità à la conoscenza è sempre conoscenza di qualche cosa, e.g. nella percezione c’è
sempre un percipiente e un percepito, un ricordante e un ricordato usw., ci sono sempre oggetti

noesi à livello del percipiente, soggettivo


noema à livello del percepito, oggettivo

base della percezione è la coscienza del tempo – e.g., il suono à noi percepiamo la melodia
come sequenza di suoni che si sviluppa nel tempo, i suoni cadono via via nella ns. coscienza /
memoria – struttura ritenzionale à noi riteniamo le percezioni precedenti che discendono nella
coscienza (v. Gestalt – adombramenti)

questo fluire è intrascendibile, non possiamo staccarcene, almeno nello stato di veglia – è una
forma universale – l’Io che avanza, la coscienza del tempo, è assolutamente indistricabile dalle
percezioni - ciò che scivola nell’oblio non è perso, ma la struttura del ricordo è diversa, i ricordi
sono unità compiute, ne ricordiamo tutti i fermi oggettivi allo stesso tempo

dicotomia noesi / noema

la percezione ha la stessa struttura della coscienza del tempo e su di essa si fonda, per percepire
un oggetto nella sua interessa devo farlo in fasi successive

nella percezione H. chiama gli adombramenti “riempimenti”, perché il percepito si completa via
via - protensione, essere ricettivi, aspettarsi, aspettativa di q.cosa
figura à raffigurazione

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