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(afp)
di CRISTINA NADOTTI
di ALESSANDRO LONGO
16 Agosto 2020
Le critiche delle partite Iva poggiano sul fatto che si viene pagati a
diversi mesi di distanza dal giorno di fatturazione. Ci sono casi di
lavoratori quindi che non hanno fatturato nulla durante il lockdown ma
avendo incassato vecchie fatture possono non aver diritto al bonus.
Idem se per caso nel bimestre del 2019 non hanno incassato nulla:
per loro non c’è un calo del reddito possibile.
Cominciamo dai professionisti. Chi l’ha già ottenuto non dovrà fare
niente, come detto. Per gli altri è più complicato.
Per i professionisti iscritti a cassa privata i requisiti sono diversi da
quelli previsti per gli iscritti a gestione separata Inps e che già erano
tra i beneficiarid el bonus con il decreto Rilancio. Chi ha avuto un
reddito professionale 2018 non superiore ai 35mila euro non è
richiesto un calo di fatturato. Tra i 35mila e i 50mila invece sì: calo del
33% nel primo trimestre 2020 rispetto al 2019 o sospensione o
cessazione dell’attività. Oltre i 50mila niente bonus. Non bisogna
inoltre essere titolari di pensione, avere anche reddito da lavoro
dipendente o aver chiesto bonus associato ad altra forma di
previdenza obbligatoria.
Anche per lavoratori autonomi, privi di partita IVA, non iscritti ad altre
forme previdenziali obbligatorie, che nel periodo compreso tra il
primo gennaio 2019 e il 29 febbraio 2020 siano stati titolari di contratti
autonomi occasionali riconducibili alle disposizioni di cui all’articolo
2222 del codice civile e che non abbiano un contratto in essere alla
data di entrata in vigore del decreto. Gli stessi, per tali contratti,
devono essere già iscritti alla data del 17 marzo febbraio 2020 alla
Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto
1995, n. 335, con accredito nello stesso arco temporale di almeno un
contributo mensile.