Analisi Matematica 3
Prima parte
Versione preliminare
2
1 Curve, superfici e campi vettoriali
1.1 Curve e superfici
Esercizio 1.1 Stabilire se la curva di supporto γ e parametrizzazione
2
x(t) = t
0<t≤1
2 1
y(t) = t cos t
è rettificabile.
e pertanto
s
1 1 1 2 1
ds = kT (t)kdt = 4t2 + 4t2 cos2 − 4t sin cos + sin dt.
t t t t
In definitiva
s
Z Z 1
1 1 1 2 1
ds = 4t2 + 4t2 cos2 − 4t sin cos + sin dt.
γ 0 t t t t
3
Esercizio 1.2 Stabilire se la curva di supporto γ e parametrizzazione
3
x(t) = t
y(t) = t2 0<t≤1
π
z(t) = t sin t
è rettificabile.
4
Esercizio 1.3 Calcolare l’area della superficie
S = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 ≤ 1, z = x2 + y 2 .
e
xθ (ρ, θ) = −ρ sin(θ)
Φθ (ρ, θ) = yθ (ρ, θ) = ρ cos(θ)
zθ (ρ, θ) = 0.
Pertanto
i j k
Φρ ∧ Φθ = det cos(θ) sin(θ) 2ρ = (−2ρ2 cos(θ), −2ρ2 sin(θ), ρ)
−ρ sin(θ) ρ cos(θ) 0
p
e quindi kΦρ ∧ Φθ k = ρ 4ρ2 + 1. Allora l’area cercata è data da
Z Z 1 Z 2π p
dσ = ρ 4ρ2 + 1 dρ dθ
S 0 0
5
1 !
2
= π (4ρ2 + 1)3/2
3 0
2 √
= π 5 5−1 .
3
Esercizio 1.4 Calcolare il flusso del campo vettoriale F (x, y, z) = (x2 , xy, xz)
attraverso la superficie
Ω = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 ≤ 1, z = x2 + y 2 .
e
xθ (ρ, θ) = −ρ sin(θ)
Φθ (ρ, θ) = yθ (ρ, θ) = ρ cos(θ)
zθ (ρ, θ) = 0.
6
Pertanto
i j k
Φρ ∧ Φθ = det cos(θ) sin(θ) 2ρ = (−2ρ2 cos(θ), −2ρ2 sin(θ), ρ).
−ρ sin(θ) ρ cos(θ) 0
7
• Stabilire a priori se F è conservativo e, in caso affermativo, determi-
nare un suo potenziale.
∂F3 x ∂F1
=p = ,
∂x 2
x +y 2 ∂z
∂F2 xyz ∂F1
=− 2 2 3/2
= ,
∂x (x + y ) ∂y
per cui il campo è irrotazionale.
Essendo F irrotazionale, ma DF non semplicemente connesso, per stabi-
lire a priori se il campo è conservativo in DF , dobbiamo verificare se la cir-
cuitazione di F lungo una qualsiasi curva chiusa γ ⊂ DF è nulla. Osserviamo
che, stante l’irrotazionalità del campo, il valore della sua circuitazione lungo
una curva chiusa non cambia per deformazioni continue della curva stessa.
Pertanto la circuitazione di F lungo una generica curva chiusa γ ⊂ DF che
si deforma con continuità ad un punto (la curva chiusa costante), rimanendo
sempre contenuta in DF , è nulla. Basta allora calcolare la circuitazione di F
8
lungo la curva γ di parametrizzazione
x(t) = cos(t)
r(t) = y(t) = sin(t) t ∈ [0, 2π]
z(t) = 1.
Si ha:
ẋ(t) = − sin(t)
T (t) = ẏ(t) = cos(t)
ż(t) = 0
e quindi
I Z 2π
F · ds = hF (x(t), y(t), z(t)), T (t)idt
γ 0
Z 2π
= (− sin(t) cos(t) + sin(t) cos(t) + 2 · 0)dt = 0,
0
∂Φ ∂Φ ∂Φ
= F1 , = F2 , = F3 , (1.1)
∂x ∂y ∂z
per cui, integrando la prima rispetto ad x, si ha
p
Φ(x, y, z) = z x2 + y 2 + f (y, z),
9
cioè f (y, z) = g(z) (g generica funzione regolare di una variabile) e quindi
p
Φ(x, y, z) = z x2 + y 2 +g(z). Infine, sostituendo tale espressione nella terza
delle (1.1) si ha
p 1 p
x2 + y 2 + g 0 (z) = √
4
+ x2 + y 2 ,
z3
vale a dire
1
g 0 (z) = √
4
,
z3
√
da cui integrando g(z) = 4 4 z + k, k ∈ R. Quindi l’espressione generale per
il potenziale Φ(x, y, z) del campo conservativo F in DF è data da
p √
Φ(x, y, z) = z x2 + y 2 + 4 4 z + k, k ∈ R
DF = {(x, y) ∈ R2 : y 6= 0}.
10
Si tratta quindi del piano (x, y) a cui è tolta la retta y = 0, cioè l’asse delle
x. Tale dominio non è connesso, ma è l’unione di due semipiani, cioè di due
domini semplicemente connessi.
Indicate con F1 , F2 le due componenti del campo vettoriale in esame, si
ha:
∂F1 2x(x2 + 5y 2 ) ∂F2
=− 2 2 2 3
= ,
∂y y (x + y ) ∂x
per cui il campo è irrotazionale.
Essendo F irrotazionale e DF l’unione dei due domini semplicemente
connessi y > 0 e y < 0 (o, equivalentemente, essendo tutte le curve chiuse
γ ⊂ DF deformabili con continuità ad un punto), il campo F è conservativo
nei due semipiani y > 0 e y < 0. Esiste pertato per F il potenziale Φ1 nel
dominio y > 0 e il potenziale Φ2 in y < 0, e Φ1 e Φ2 differiscono per una
costante.
Per calcolare un potenziale Φ1 del campo conservativo F in y > 0 osser-
viamo che valgono le relazioni
∂Φ ∂Φ
= F1 , = F2 , y > 0 (1.2)
∂x ∂y
per cui, integrando la prima rispetto ad x si ha
Z Z
1 2 −2 1
Φ1 (x, y) = 2
2x(x + y ) dx = (x2 + y 2 )−2 d(x2 + y 2 )
y y
1
=− + f (y), y > 0
y(x2 + y 2 )
ed f generica funzione regolare di una variabile. Sostituendo tale espressione
nella seconda delle (1.1) si ottiene
x2 + 3y 2 0 x2 + 3y 2
+ f (y) = , y > 0,
y 2 (x2 + y 2 )2 y 2 (x2 + y 2 )2
11
vale a dire
f 0 (y) = 0, y > 0,
12
Si tratta quindi della regione delle y strettamente maggiori di −1 a cui è
tolto il punto (0, 1, 0). Tale dominio è semplicemente connesso.
Indicate con F1 , F2 e F3 le tre componenti del campo vettoriale in esame,
si ha:
∂F3 4z 16z(y − 1)3 log(y − 1) ∂F2
= 2 4 2
− 2 4 2 2
= ,
∂y (y + 1)(3x + (y − 1) + 2z ) (3x + (y − 1) + 2z ) ∂z
∂F3 24xz log(y − 1) ∂F1
=− 2 4 2 2
= ,
∂x (3x + (y − 1) + 2z ) ∂z
∂F2 6x 24x(y − 1)3 log(y − 1) ∂F1
= 2 4 2
− 2 4 2 2
= ,
∂x (y + 1)(3x + (y − 1) + 2z ) (3x + (y − 1) + 2z ) ∂y
per cui il campo è irrotazionale.
Essendo F irrotazionale e DF semplicemente connesso, F risulta anche
conservativo in DF .
Un potenziale Φ del campo conservativo F in DF è definito dalle relazioni
∂Φ ∂Φ ∂Φ
= F1 , = F2 , = F3 , (1.3)
∂x ∂y ∂z
per cui, integrando la prima rispetto ad x si ha
13
cioè f (y, z) = g(z) (g generica funzione regolare di una variabile) e quindi
Φ(x, y, z) = log(y + 1) log(3x2 + (y − 1)4 + 2z 2 ) + g(z). Infine, sostituendo
tale espressione nella terza delle (1.3) si ha
4z log(y + 1) 4z log(y + 1)
+ g 0 (z) = 2 ,
3x2 4
+ (y − 1) + 2z 2 3x + (y − 1)4 + 2z 2
vale a dire
g 0 (z) = 0,
14
Si tratta quindi del semipiano delle y strettamente positive. Tale dominio è
semplicemente connesso.
Indicate con F1 , F2 le due componenti del campo vettoriale in esame, si
ha:
√
∂F1 6x 60x(y + 2) y ∂F2
= √ − = ,
∂y 2 y(3x2 + 5(y + 2)2 ) 3x2 + 5(y + 2)2 ∂x
per cui il campo è irrotazionale.
Essendo F irrotazionale e DF semplicemente connesso, F risulta anche
conservativo in DF .
Un potenziale Φ del campo conservativo F in DF è definito dalle relazioni
∂Φ ∂Φ
= F1 , = F2 , (1.4)
∂x ∂y
per cui, integrando la prima rispetto ad x si ha
√
Φ(x, y) = y log(3x2 + 5(y + 2)2 ) + x2 + f (y),
f 0 (y) = 0,
15
Esercizio 1.9 Sia dato il campo vettoriale
2(y − 21 )
18x 1
F (x, y) = ,√ + 2 .
9x2 + (y − 12 )2 y 9x + (y − 21 )2
1 2
Risoluzione. Il campo vettoriale è definito ed è C 1 per 9x2 + y − 2
6= 0
e y > 0, per cui il dominio cercato è
2 1
DF = (x, y) ∈ R : (x, y) 6= 0, , y>0 .
2
Si tratta quindi del semipiano delle y strettamente positive a cui è tolto il
punto 0, 21 . Tale dominio non è semplicemente connesso.
16
sempre contenuta in DF è nulla. Basta allora calcolare la circuitazione di F
lungo la curva γ di parametrizzazione
(
3x(t) = 14 cos(t)
r(t) = t ∈ [0, 2π]
y(t) − 21 = 14 sin(t).
Si ha:
(
1
ẋ(t) = − 12 sin(t)
T (t) =
ẏ(t) = 14 cos(t)
e quindi
I Z 2π
F · ds = hF (x(t), y(t)), T (t)idt
γ 0
Z 2π
−2 sin(t) cos(t) + q 1 1
= + 8 sin(t) cos(t) dt
0 1
+ 14 sin(t) 4
2
r 2π
Z 2π
cos(t) 1 1
= dt = 2 + sin(t) = 0,
q
0 4 1 + 1 sin(t) 2 4
2 4 0
∂Φ ∂Φ
= F1 , = F2 , (1.5)
∂x ∂y
per cui, integrando la prima rispetto ad x, si ha
2 !
1
Φ(x, y) = log 9x2 + y − + f (y),
2
17
vale a dire
1
f 0 (y) = √ ,
y
√
cioè f (y) = 2 y + k, k ∈ R e quindi
2 !
1 √
Φ(x, y) = log 9x2 + y − + 2 y + k, k ∈ R
2
Si tratta quindi del piano a cui è tolto il punto (−1, 2). Tale dominio non è
semplicemente connesso.
Indicate con F1 , F2 le due componenti del campo vettoriale in esame, si
ha:
∂F1 32(x + 1)(y − 2) ∂F2
=− 2 2 2
= ,
∂y (4(x + 1) + 2(y − 2) ) ∂x
18
per cui il campo è irrotazionale.
Essendo F irrotazionale, ma DF non semplicemente connesso, per stabi-
lire a priori se il campo è conservativo in DF , dobbiamo verificare se la cir-
cuitazione di F lungo una qualsiasi curva chiusa γ ⊂ DF è nulla. Osserviamo
che, stante l’irrotazionalità del campo, il valore della sua circuitazione lungo
una curva chiusa non cambia per deformazioni continue della curva stessa.
Pertanto la circuitazione di F lungo una generica curva chiusa γ ⊂ DF che
si deforma con continuità ad un punto (la curva chiusa costante), rimanendo
sempre contenuta in DF , è nulla. Basta allora calcolare la circuitazione di F
lungo la curva γ di parametrizzazione
(
2(x(t) + 1) = cos(t)
r(t) = √ t ∈ [0, 2π]
2(y(t) − 2) = sin(t).
Si ha:
(
ẋ(t) = − 12 sin(t)
T (t) =
ẏ(t) = √12 cos(t)
e quindi
I Z 2π
F · ds = hF (x(t), y(t)), T (t)idt
γ 0
Z 2π
1
= −(4 cos(t) + cos(t) − 2) sin(t)
2
0
√
4 1
+ √ sin(t) + 4 + 2 sin(t) √ cos(t) dt
2 2
Z 2π
1 4
= sin(t) cos(t) + sin(t) + √ cos(t) dt = 0,
0 2 2
cioè il campo è conservativo.
Un potenziale Φ del campo conservativo F in DF è definito dalle relazioni
∂Φ ∂Φ
= F1 , = F2 , (1.6)
∂x ∂y
19
per cui, integrando la prima rispetto ad x si ha
4(y − 2) 0 4(y − 2)
+ f (y) = + 2y,
4(x + 1)2 + 2(y − 2)2 4(x + 1)2 + 2(y − 2)2
vale a dire
f 0 (y) = 2y,
20
Risoluzione. Il campo vettoriale è definito ed è C 1 per x2 + y 4 + z 6 > 0,
per cui il dominio cercato è
Si tratta quindi dell’intero spazio (x, y, z) a cui è tolto il punto (0, 0, 0). Tale
dominio è semplicemente connesso.
Indicate con F1 , F2 e F3 le tre componenti del campo vettoriale in esame,
si ha:
∂F3 6y 3 z 5 ∂F2
=− 2 4 6 3/2
−x= ,
∂y (x + y + z ) ∂z
∂Φ ∂Φ ∂Φ
= F1 , = F2 , = F3 , (1.7)
∂x ∂y ∂z
per cui, integrando la prima rispetto ad x, si ha
p
Φ(x, y, z) = x2 + y 4 + z 6 − xyz + f (y, z),
2y 3 ∂f 2y 3
p − xz + (y, z) = p − xz,
x2 + y 4 + z 6 ∂y x2 + y 4 + z 6
21
vale a dire
∂f
(y, z) = 0,
∂y
cioè f (y, z) = g(z) (g generica funzione regolare di una variabile) e quindi
p
Φ(x, y, z) = x2 + y 4 + z 6 − xyz + g(z). Infine, sostituendo tale espressione
nella terza delle (1.7) si ha
3z 5 3z 5
p − xy + g 0 (z) = p − xy + z,
x2 + y 4 + z 6 x2 + y 4 + z 6
vale a dire
g 0 (z) = z,
22
• Stabilire a priori se F è conservativo e, in caso affermativo, determi-
nare un suo potenziale.
23
Si ha:
ẋ(t) = − sin(t)
T (t) = ẏ(t) = cos(t)
ż(t) = 0
e quindi
I Z 2π
F · ds = hF (x(t), y(t), z(t)), T (t)idt
γ 0
Z 2π
= (−0 · sin(t) + (1 + sin(t))3 cos(t) + 0 · 0)dt
Z0 2π
cos t + 3 sin t cos t + 3 sin2 t cos t + sin3 t cos t dt
=
0
2π
3 2 1
= sin t + sin t + sin3 t + sin4 t = 0,
2 4
0
∂Φ ∂Φ ∂Φ
= F1 , = F2 , = F3 . (1.8)
∂x ∂y ∂z
Mediante la sostituzione log((x − 1)2 + (z − 1)2 ) = ξ, possiamo integrare la
prima rispetto ad x ottenendo
g 0 (z) = 0,
25
Si tratta quindi del piano a cui è tolto il punto (1, 2). Tale dominio non è
semplicemente connesso.
Indicate con F1 , F2 le due componenti del campo vettoriale in esame, si
ha:
∂F1 6x(x − 1)(y − 2) 6(y − 2) ∂F2
=− 5/6
+ q = ,
∂y ((x − 1)2 + 3(y − 2)2 ) ∂x
3 3 ((x − 1)2 + 3(y − 2)2 )2
Si ha:
(
ẋ(t) = − sin(t)
T (t) =
ẏ(t) = √13 cos(t)
e quindi
I Z 2π
F · ds = hF (x(t), y(t)), T (t)idt
γ 0
Z 2π
1
= −((2 cos(t) + 2) cos(t) + 1) sin(t)
0 3
26
1
= +(2 cos(t) + 2) sin(t) cos(t) dt
3
Z 2π
= − sin(t)dt = 0,
0
∂Φ ∂Φ
= F1 , = F2 , (1.9)
∂x ∂y
per cui, integrando (per parti e con la sostituzione (x − 1)2 + 3(y − 2)2 = ξ)
la prima rispetto ad x si ha
2x(x − 1)
Z Z p
3
Φ(x, y) = q dx + (x − 1)2 + 3(y − 2)2 dx
3 2
3 ((x − 1)2 + 3(y − 2)2 )
p Z p
3 2 2 3
= x (x − 1) + 3(y − 2) − (x − 1)2 + 3(y − 2)2 dx
Z p
3
+ (x − 1)2 + 3(y − 2)2 dx + f (y),
cioè
p
Φ(x, y) = x 3 (x − 1)2 + 3(y − 2)2 + f (y),
6x(y − 2) 6x(y − 2)
q + f 0 (y) = q ,
3 3 ((x − 1)2 + 3(y − 2)2 )2 3 3 ((x − 1)2 + 3(y − 2)2 )2
vale a dire
f 0 (y) = 0,
27
cioè f (y) = k, k ∈ R e quindi
p
Φ(x, y) = x 3 (x − 1)2 + 3(y − 2)2 + k, k ∈ R
Si tratta quindi del piano a cui è tolto il punto (0, 0). Tale dominio non è
semplicemente connesso.
Indicate con F1 , F2 le due componenti del campo vettoriale in esame, si
ha:
∂F1 84xy ∂F2
=− 2 = ,
∂y (3x2 + 7y 2 ) ∂x
28
Essendo F irrotazionale, ma DF non semplicemente connesso, per stabi-
lire a priori se il campo è conservativo in DF , dobbiamo verificare se la cir-
cuitazione di F lungo una qualsiasi curva chiusa γ ⊂ DF è nulla. Osserviamo
che, stante l’irrotazionalità del campo, il valore della sua circuitazione lungo
una curva chiusa non cambia per deformazioni continue della curva stessa.
Pertanto la circuitazione di F lungo una generica curva chiusa γ ⊂ DF che
si deforma con continuità ad un punto (la curva chiusa costante), rimanendo
sempre contenuta in DF è nulla. Basta allora calcolare la circuitazione di F
lungo la curva γ di parametrizzazione
(√
3x(t) = cos(t)
r(t) = √ t ∈ [0, 2π]
7y(t) = sin(t).
Si ha:
(
ẋ(t) = − √13 sin(t)
T (t) =
ẏ(t) = √1 cos(t)
7
e quindi
I Z 2π
F · ds = hF (x(t), y(t)), T (t)idt
γ 0
Z 2π
= (−2 cos(t) sin(t) + 2 sin(t) cos(t))dt = 0,
0
∂Φ ∂Φ
= F1 , = F2 , (1.10)
∂x ∂y
per cui, integrando la prima rispetto ad x si ha
29
dove f è una generica funzione regolare di una variabile. Sostituendo tale
espressione nella seconda delle (1.10) si ottiene
14y 14y
+ f 0 (y) = 2 ,
3x2 + 7y 2 3x + 7y 2
vale a dire
f 0 (y) = 0,
Φ(x, y) = log(3x2 + 7y 2 ) + k, k ∈ R
30
Si tratta quindi del semispazio delle x strettamente positive a cui è tolta la
retta y = 0 e z = 0, ossia l’asse delle x. Tale dominio non è semplicemente
connesso.
Indicate con F1 , F2 e F3 le tre componenti del campo vettoriale in esame,
si ha:
∂F3 2zy ∂F2
=− 2 2
= ,
∂y y +z ∂z
∂F3 ∂F1
=0= ,
∂x ∂z
∂F2 ∂F1
=0= ,
∂x ∂y
per cui il campo è irrotazionale.
Essendo F irrotazionale, ma DF non semplicemente connesso, per stabi-
lire a priori se il campo è conservativo in DF , dobbiamo verificare se la cir-
cuitazione di F lungo una qualsiasi curva chiusa γ ⊂ DF è nulla. Osserviamo
che, stante l’irrotazionalità del campo, il valore della sua circuitazione lungo
una curva chiusa non cambia per deformazioni continue della curva stessa.
Pertanto la circuitazione di F lungo una generica curva chiusa γ ⊂ DF che
si deforma con continuità ad un punto (la curva chiusa costante), rimanendo
sempre contenuta in DF è nulla. Basta allora calcolare la circuitazione di F
lungo la curva γ di parametrizzazione
x(t) = 1
r(t) = y(t) = cos(t) t ∈ [0, 2π]
z(t) = sin(t).
Si ha:
ẋ(t) = 0
T (t) = ẏ(t) = − sin(t)
ż(t) = cos(t)
31
e quindi
I Z 2π
F · ds = hF (x(t), y(t), z(t)), T (t)idt
γ 0
Z 2π
= (0 · 0 − cos(t) sin(t) + sin(t) cos(t))dt = 0,
0
∂Φ ∂Φ ∂Φ
= F1 , = F2 , = F3 , (1.11)
∂x ∂y ∂z
per cui, integrando (per parti) la prima rispetto ad x, si ha
vale a dire
p
f (y, z) = y 2 + z 2 + g(z)
g 0 (z) = 0,
32
da cui si deduce g(z) = k, k ∈ R. Quindi l’espressione generale per il
potenziale Φ(x, y, z) del campo conservativo F in DF è data da
p
Φ(x, y, z) = Φ(x, y, z) = (x − 1) log(x) + y 2 + z 2 + k, k ∈ R
Si tratta quindi del piano a cui è tolto il punto (0, 0). Tale dominio non è
semplicemente connesso.
Indicate con F1 , F2 le due componenti del campo vettoriale in esame, si
ha:
∂F1 8xy ∂F2
=− 2 = ,
∂y (x2 + 4y 2 ) ∂x
33
Essendo F irrotazionale, ma DF non semplicemente connesso, per stabi-
lire a priori se il campo è conservativo in DF , dobbiamo verificare se la cir-
cuitazione di F lungo una qualsiasi curva chiusa γ ⊂ DF è nulla. Osserviamo
che, stante l’irrotazionalità del campo, il valore della sua circuitazione lungo
una curva chiusa non cambia per deformazioni continue della curva stessa.
Pertanto la circuitazione di F lungo una generica curva chiusa γ ⊂ DF che
si deforma con continuità ad un punto (la curva chiusa costante), rimanendo
sempre contenuta in DF è nulla. Basta allora calcolare la circuitazione di F
lungo la curva γ di parametrizzazione
(
x(t) = cos(t)
r(t) = t ∈ [0, 2π]
2y(t) = sin(t).
Si ha:
(
ẋ(t) = − sin(t)
T (t) =
ẏ(t) = 12 cos(t)
e quindi
I Z 2π
F · ds = hF (x(t), y(t)), T (t)idt
γ 0
Z 2π
= (− cos(t) sin(t) + sin(t) cos(t))dt = 0,
0
∂Φ ∂Φ
= F1 , = F2 , (1.12)
∂x ∂y
per cui, integrando la prima rispetto ad x si ha
1
Φ(x, y) = log(x2 + 4y 2 ) + f (y),
2
34
dove f è una generica funzione regolare di una variabile. Sostituendo tale
espressione nella seconda delle (1.12) si ottiene
4y 4y
+ f 0 (y) = 2 ,
x2 + 4y 2 x + 4y 2
vale a dire
f 0 (y) = 0,
35
risulta
Z Z2π √ √ √ √ !
3 2 cos θ(− 2 sin θ 3 2 sin θ( 2 cos θ
ω= + dθ = 0
−2 −2
γ 0
e la verifica è compiuta.
Resta da determinarne una primitiva: integrando si ha
2
x + y2 − 1 1
1
P (x, y, z) = log log |z 2 − 1| + c
2 −x2 − y 2 + 4 2
2
(x + y 2 − 1)(z 2 − 1)
1
= log + c, c ∈ R.
2 −x2 − y 2 + 4
F (x, y, z) = (0, 0, z)
e la superficie
S = (x, y, z) ∈ R3 : z ≤ 0, x2 + y 2 + z 2 = 1
36
Calcoliamo dapprima l’integrale a sinistra nella (1.13). Essendo
i j k
rot F = det ∂x ∂y ∂z = (0, 0, 0),
0 0 z
F (x, y, z) = x3 , y 3 , 1
e la regione
S = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 = 1, |z| ≤ 1 .
37
Risoluzione. Ricordiamo la formula del teorema di Stokes
Z Z
hrot F, nidσ = F · ds, (1.14)
S ∂+S
38
e quindi si ha:
Z Z 2π
F · ds = hF (x(θ), y(θ), z(θ)), T (θ)idθ
γ1 0
Z 2π
= (− cos3 (θ) sin(θ) + sin3 (θ) cos(θ) − 1 · 0)dθ
0
2π 2π
1 4
1 4
= cos (θ) + sin (θ) = 0.
4 0 4 0
e quindi si ha:
Z Z 2π
F · ds = hF (x(θ), y(θ), z(θ)), T (θ)idθ
γ2 0
Z 2π
= (− cos3 (θ) sin(θ) + sin3 (θ) cos(θ) + 1 · 0)dθ
0
2π 2π
1 4
1 4
= cos (θ) + sin (θ) = 0.
4 0 4 0
39
Esercizio 1.20 Verificare il teorema di Stokes per la regione
n √ √ o
Ω = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 = 4, − 3 ≤ z ≤ 3
40
e
xϕ (θ, ϕ) = 2 cos(θ) cos(ϕ)
Φϕ (θ, ϕ) = yϕ (θ, ϕ) = 2 sin(θ) cos(ϕ)
zϕ (θ, ϕ) = −2 sin(ϕ).
Pertanto
i j k
Φθ ∧ Φϕ = det −2 sin(θ) sin(ϕ) 2 cos(θ) sin(ϕ) 0
2 cos(θ) cos(ϕ) 2 sin(θ) cos(ϕ) −2 sin(ϕ)
= (−4 cos(θ) sin2 (ϕ), −4 sin(θ) sin2 (ϕ), −4 sin(φ) cos(ϕ)).
+ 0 · 4 sin(ϕ) cos(ϕ))dθdϕ = 0.
41
√
dove γ1 è la curva x2 + y 2 = 1, z = − 3 e γ2 è la curva x2 + y 2 = 1,
√
z = 3, avendo scelto il verso di percorrenza del bordo ∂ + S della superficie
S in accordo con l’orientazione della superficie stessa. Parametrizziamo la
curva γ1 come segue:
x(θ) = cos(θ)
r(θ) = y(θ) = sin(θ) θ ∈ [0, 2π]
√
z(θ) = − 3.
e quindi si ha:
Z Z 2π
F · ds = hF (x(θ), y(θ), z(θ)), T (θ)idθ
γ1 0
Z 2π √ √
= ( 3 cos(θ) sin(θ) − 3 sin(θ) cos(θ) + 3 · 0)dθ = 0.
0
e quindi si ha:
Z Z 2π
F · ds = hF (x(θ), y(θ), z(θ)), T (θ)idθ
γ2 0
42
Z 2π √ √
= (− 3 cos(θ) sin(θ) + 3 sin(θ) cos(θ) + 3 · 0)dθ = 0.
0
F (x, y, z) = x, x, x2 .
La linea chiusa ottenuta dall’unione dei quattro segmenti sopra definiti deve
essere percorsa in senso antiorario.
43
Calcoliamo dapprima l’integrale a sinistra nella (1.18). Il rotore del campo
in esame è dato da
i j k
rot F = det ∂x ∂y ∂z = (0, −2x, 1).
x x x2
Parametrizziamo la superficie S come segue:
x(u, v) = u
Φ(u, v) = y(u, v) = v u ∈ [−1, 1], v ∈ [−1, 1]
z(u, v) = 2 − 2u.
e
xv (u, v) = 0
Φv (u, v) = yv (u, v) = 1
zv (u, v) = 0.
Pertanto
i j k
Φu ∧ Φv = det 1 0 −2
0 1 0
= (−2, 0, 1).
44
calcolare l’integrale cercato). A tale risultato si poteva arrivare immediata-
mente osservando che la direzione normale ad una superficie piana, cioè tutta
contenuta in un piano, è data in ogni punto (x, y, z) dal vettore (costante!!)
perpendicolare al piano. Quindi, essendo nel nostro caso la superficie con-
tenuta nel piano 2x + z − 2 = 0, la direzione normale è data dal vettore
perpendicolare a tale piano, cioè il vettore (−2, 0, 1). Quindi, l’integrale di
superficie cercato è dato da
Z Z 1Z 1
hrot F, nidσ = (0, −2u, 1) · (−2, 0, 1)dudv
S −1 −1
Z 1Z 1
= (−0 · 2 − 2u · 0 + 1)dudv = 4.
−1 −1
e quindi si ha:
Z Z 1
F · ds = hF (x(t), y(t), z(t)), T (t)idt
γ1 −1
45
Z 1
= (1 · 0 + 1 + 1 · 0)dt = 2.
−1
e quindi si ha:
Z Z 1
F · ds = hF (x(t), y(t), z(t)), T (t)idt
γ2 −1
Z1
1
1 2 2 3
2 4
= (t + t · 0 − 2t )dt = t − t = − .
−1 2 3 −1 3
e quindi si ha:
Z Z 1
F · ds = hF (x(t), y(t), z(t)), T (t)idt
γ1 −1
46
Z 1
= (−1 · 0 − 1 + 1 · 0)dt = −2.
−1
e quindi si ha:
Z Z 1
F · ds = hF (x(t), y(t), z(t)), T (t)idt
γ4 −1
Z1
1
21 2 2 3 4
= (t + t · 0 − 2t )dt = t − t = − .
−1 2 3 −1 3
S = (x, y, z) ∈ R3 : y 2 + z 2 = 4, −1 ≤ x ≤ z + 1
F (x, y, z) = x2 , z 2 , y 2 .
47
Risoluzione. Ricordiamo la formula del teorema di Stokes
Z Z
hrot F, nidσ = F · ds, (1.21)
S ∂+S
e
xθ (t, θ) = 0
Φθ (t, θ) = yθ (t, θ) = −2 sin(θ)
zθ (t, θ) = 2 cos(θ).
48
Pertanto
i j k
Φt ∧ Φθ = det 1 0 0 = (0, −2 cos(θ), −2 sin(θ)).
0 −2 sin(θ) 2 cos(θ)
Avendo scelto di orientare la superficie verso l’esterno, il versore normale
cercato è dato da
1
(0, 2 cos(θ), 2 sin(θ)).
kΦt ∧ Φθ k
(Si osservi che non è necessario calcolare esplicitamente il modulo kΦt ∧ Φθ k,
poiché dσ = kΦt ∧ Φθ kdtdθ e pertanto tale modulo verrà semplificato nel
calcolare l’integrale cercato). Quindi, l’integrale di superficie cercato è dato
da
Z Z 2 sin(θ)+1 Z 2π
hrot F, nidσ = (4 cos(θ) − 4 sin(θ), 0, 0)·
S −1 0
· (0, 2 cos(θ), 2 sin(θ))dθdt
Z 2 sin(θ)+1 Z 2π
= ((4 cos(θ) − 4 sin(θ)) · 0
−1 0
+ 0 · 2 cos(θ) + 0 · 2 sin(θ))dθdt = 0.
49
Il vettore tangente a tale curva è dato da:
ẋ(θ) = 0
T (θ) = ẏ(θ) = −2 sin(θ)
ż(θ) = 2 cos(θ)
e quindi si ha:
Z Z 2π
F · ds = hF (x(θ), y(θ), z(θ)), T (θ)idθ
γ1 0
Z 2π
= (1 · 0 − 8 sin3 (θ) + 8 cos3 (θ))dθ
Z0 2π
= (−8(1 − cos2 (θ)) sin(θ) + 8(1 − sin2 (θ)) cos(θ))dθ
0
2π 2π
8 3
8 3
= − cos (θ) − sin (θ) = 0.
3 0 3 0
e quindi si ha:
Z Z 2π
F · ds = hF (x(θ), y(θ), z(θ)), T (θ)idθ
γ2 0
Z 2π
= ((2 sin(θ) + 1)2 2 cos(θ) − 8 sin3 (θ) + 8 cos3 (θ))dθ
Z0 2π
= ((2 sin(θ) + 1)2 2 cos(θ) − 8(1 − cos2 (θ)) sin(θ)
0
50
+ 8(1 − sin2 (θ)) cos(θ))dθ
2π 2π 2π
1
3 8 3
8 3
= (2 sin(θ) + 1) − cos (θ) − sin (θ) = 0.
3 0 3 0 3 0
S = (x, y, z) ∈ R3 : y 2 = x2 + 4z 2 , 0 ≤ y ≤ 1
e il campo vettoriale
F (x, y, z) = (zy, x, z) .
51
Parametrizziamo la superficie S come segue:
x(t, θ) = t cos(θ)
Φ(t, θ) = y(t, θ) = t t ∈ [0, 1], θ ∈ [0, 2π]
1
z(t, θ) = 2 t sin(θ).
e
xθ (t, θ) = −t sin(θ)
Φθ (t, θ) = yθ (t, θ) = 0
zθ (t, θ) = 12 t cos(θ).
Pertanto
i j k
1 1 1
Φt ∧ Φθ = det cos(θ) 1 2
sin(θ) = t cos(θ), − t, t sin(θ) .
1 2 2
−t sin(θ) 0 2
t cos(θ)
52
Z 1 Z 2π
1 1 2 1 2 2
= 0 · t cos(θ) − t + t sin(θ) − t sin (θ) dθdt
0 0 2 2 2
1 1 1
= − π − π = − π.
3 6 2
Per calcolare l’integrale curvilineo a destra nella (1.23), parametrizziamo
la curva ∂ + S come segue:
x(θ) = cos(θ)
r(θ) = y(θ) = 1 θ ∈ [0, 2π]
z(θ) = 21 sin(θ).
S = (x, y, z) ∈ R3 : z = 4 − x2 − y 2 ; 2 ≤ z ≤ 4
F (x, y, z) = (z, x, y) .
53
Risoluzione. Ricordiamo la formula del teorema di Stokes
Z Z
hrot F, nidσ = F · ds, (1.24)
S ∂+S
e
xθ (ρ, θ) = −ρ sin(θ)
Φθ (ρ, θ) = yθ (ρ, θ) = ρ cos(θ)
zθ (ρ, θ) = 0.
Pertanto
i j k
Φρ ∧ Φθ = det cos(θ) sin(θ) −2ρ = (2ρ2 cos(θ), 2ρ2 sin(θ), ρ).
−ρ sin(θ) ρ cos(θ) 0
54
Essendo la superficie orientata verso l’alto, il versore normale cercato è dato
da
1
(2ρ2 cos(θ), 2ρ2 sin(θ), ρ).
kΦρ ∧ Φθ k
(Si osservi che non è necessario calcolare esplicitamente il modulo kΦρ ∧ Φθ k,
poiché dσ = kΦρ ∧ Φθ kdρdθ e pertanto tale modulo verrà semplificato nel
calcolare l’integrale cercato). Quindi, l’integrale di superficie cercato è dato
da
√
Z Z 2 Z 2π
hrot F, nidσ = (1, 1, 1) · (2ρ2 cos(θ), 2ρ2 sin(θ), ρ)dθdρ
S 0 0
√
Z 2 Z 2π
= (2ρ2 cos(θ) + 2ρ2 sin(θ) + ρ)dθdρ = 2π.
0 0
55
Esercizio 1.25 Verificare il teorema di Stokes per il campo vettoriale
x y z
F (x, y, z) = , ,
x2 + y 2 + z 2 x2 + y 2 + z 2 x2 + y 2 + z 2
e la superficie
S = (x, y, z) ∈ R3 : z = 1, x2 + y 2 ≤ 1
56
e, stante l’orientazione della superficie S e il relativo verso di percorrenza del
suo bordo ∂ + S, si ha:
Z Z 2π
F · ds = hF (x(θ), y(θ), z(θ)), T (θ)idθ
∂+S 0
Z 2π
1 1 1
= − cos(θ) sin(θ) + sin(θ) cos(θ) + · 0 dθ = 0
0 2 2 2
e pertanto la formula (1.25) del teorema di Stokes è verificata.
A = (x, y) ∈ R2 : x ≥ 0, y ≥ 0, x + y ≤ 5
57
Esercizio 1.27 Verificare l’uguaglianza stabilita dal teorema di Stokes in R3
per il campo vettoriale
F = (2y + z, 2x + z, 2x + 2y)
e la superficie
S = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 = 1, z ≥ 0 .
γ = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 = 1, z = 0
n =(x, y, z) con x2 + y 2 + z 2 = 1,
x y
T = , ,0 .
x2 + y 2 x2 + y 2
Risulta poi
i j k
rot F = det ∂x ∂y ∂z = (2−1, −2+1, 2−2) = (1, −1, 0),
2y + z 2x + z 2x + 2y
per cui
hrot F, ni = x − y.
58
Risulta allora
∂θ x = − cos φ sin θ
∂φ x = − sin φ cos θ
∂θ y = − sin φ sin θ ∂φ y = cos φ cos θ
∂θ z = cos θ, ∂φ z = 0,
per cui
i j k
(∂θ x, ∂θ y, ∂θ z) ∧ (∂φ x, ∂φ y, ∂φ z) =det − cos φ sin θ − sin φ sin θ cos θ
− sin φ cos θ cos φ cos θ 0
=(− cos φ cos2 θ, − sin φ cos2 θ, sin θ cos θ)
abbiamo
Z Z2π
hF, T ids = (2 sin θ(− sin θ) + 2 cos θ(cos θ))
γ 0
59
Z2π
cos2 θ − sin2 θ dθ = 0,
=2
0
Ω = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 ≤ 1
e il campo vettoriale
F (x, y, z) = (x, 0, z) .
div F = ∂x x + ∂y 0 + ∂z z = 2,
l’integrale triplo nella (1.27) è pari a due volte il volume della sfera unitaria,
quindi è pari a 83 π. (Alternativamente, si può ottenere lo stesso risultato
integrando la funzione costante 2 nella regione Ω utilizzando le coordinate
sferiche.)
60
Per calcolare l’integrale di superficie a destra nella (1.27), parametrizzia-
mo la superficie ∂Ω come segue:
x(θ, ϕ) = cos(θ) sin(ϕ)
Φ(θ, ϕ) = y(θ, ϕ) = sin(θ) sin(ϕ) θ ∈ [0, 2π], ϕ ∈ [0, π]
z(θ, ϕ) = cos(ϕ).
e
xϕ (θ, ϕ) = cos(θ) cos(ϕ)
Φϕ (θ, ϕ) = yϕ (θ, ϕ) = sin(θ) cos(ϕ)
zϕ (θ, ϕ) = − sin(ϕ).
Pertanto
i j k
Φθ ∧ Φϕ = det − sin(θ) sin(ϕ) cos(θ) sin(ϕ) 0
cos(θ) cos(ϕ) sin(θ) cos(ϕ) − sin(ϕ)
= (− cos(θ) sin2 (ϕ), − sin(θ) sin2 (ϕ), − sin(φ) cos(ϕ)).
61
dato in ogni punto (x, y, z) proprio dal vettore (x, y, z), eventualmente da
normalizzare. Quindi, l’integrale di superficie cercato è dato da
Z Z π Z 2π
hF, ne idσ = (cos(θ) sin(ϕ), 0, cos(ϕ))·
∂Ω 0 0
· (cos(θ) sin2 (ϕ), sin(θ) sin2 (ϕ), sin(ϕ) cos(ϕ))dθdϕ
Z π Z 2π
= (cos2 (θ) sin3 (ϕ) + sin(ϕ) cos2 (ϕ))dθdϕ
0
Z π0 Z π
2
=π sin(ϕ)(1 − cos (ϕ))dϕ + 2π sin(ϕ) cos2 (ϕ)dϕ
0 π 0
π
1 3
= π − cos(ϕ) + π − cos (ϕ)
0 3 0
2 8
= 2π + π = π
3 3
e pertanto la formula (1.27) del teorema di Gauss è verificata.
F (x, y, z) = x3 , y 3 , 1
e la regione
Ω = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 ≤ 1, |z| ≤ 1 .
62
Calcoliamo dapprima l’integrale a sinistra nella (1.28). La divergenza del
campo in esame è data da
div F = ∂x x3 + ∂y y 3 + ∂z 1 = 3x2 + 3y 2 .
x2 + y 2 = 1, −1 ≤ z ≤ 1;
x2 + y 2 ≤ 1, z = −1;
x2 + y 2 ≤ 1, z = 1.
63
Parametrizziamo la superficie S1 come segue:
x(θ, t) = cos(θ)
Φ(θ, t) = y(θ, t) = sin(θ) θ ∈ [0, 2π], t ∈ [−1, 1]
z(θ, t) = t.
e
xt (θ, t) = 0
Φt (θ, t) = yt (θ, t) = 0
zt (θ, t) = 1.
Pertanto
i j k
Φθ ∧ Φt = det − sin(θ) cos(θ) 0
0 0 1
= (cos(θ), sin(θ), 0).
64
Z 1 Z 2π
= (cos4 (θ) + sin4 (θ) + 1 · 0)dθdt
−1 0
3
= π,
2
avendo calcolato (per parti) gli integrali
Z 2π Z 2π
4 3
cos (θ)dθ = sin4 (θ)dθ = π.
0 0 4
Parametrizziamo la superficie S2 come segue:
x(ρ, θ) = ρ cos(θ)
Φ(ρ, θ) = y(ρ, θ) = ρ sin(θ) ρ ∈ [0, 1], θ ∈ [0, 2π]
z(ρ, θ) = −1.
e
xθ (ρ, θ) = −ρ sin(θ)
Φθ (ρ, θ) = yθ (ρ, θ) = ρ cos(θ)
zθ (ρ, θ) = 0.
Pertanto
i j k
Φρ ∧ Φθ = det cos(θ) sin(θ) 0
−ρ sin(θ) ρ cos(θ) 0
= (0, 0, ρ)
65
Z 1 Z 2π
= −ρdθdρ = −π.
0 0
e
xθ (ρ, θ) = −ρ sin(θ)
Φθ (ρ, θ) = yθ (ρ, θ) = ρ cos(θ)
zθ (ρ, θ) = 0.
Pertanto
i j k
Φρ ∧ Φθ = det cos(θ) sin(θ) 0
−ρ sin(θ) ρ cos(θ) 0
= (0, 0, ρ)
66
Esercizio 1.30 Verificare il teorema di Gauss per la regione
e il campo vettoriale
F (x, y, z) = (x, y, z) .
div F = ∂x x + ∂y y + ∂z z = 3,
l’integrale triplo nella (1.30) è pari a tre volte il volume del parallelepipedo che
ha spigoli di lunghezze uno, due e tre, quindi è pari a 18. (Alternativamente,
si può ottenere lo stesso risultato integrando la funzione costante 3 nella
regione Ω.)
Per calcolare il termine a destra nella (1.30), osserviamo che
Z 6 Z
X
hF, ne idσ = hF, ne,i idσ, (1.32)
∂Ω i=1 Si
67
dove ne,i sono i versori normali uscenti alle superfici Si , i = 1, . . . , 6, superfici
definite dalle (1.31). Osserviamo che si tratta di superfici piane contenute in
piani paralleli agli assi coordinati, per cui gli integrali di superficie nella (1.32)
sono in realtà integrali doppi (se pensiamo di parametrizzare le superfici
con le variabili u, v, l’elemento di superficie dσ è dato da dudv). In più, i
versori normali uscenti a tali superfici sono paralleli agli assi coordinati e,
più precisamente,
ne,1 = (−1, 0, 0); ne,2 = (1, 0, 0); ne,3 = (0, −1, 0);
ne,4 = (0, 1, 0); ne,5 = (0, 0, −1); ne,6 = (0, 0, 1).
Ω = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 ≤ 1, y ≥ |x|, 0 ≤ z ≤ 1
68
e il campo vettoriale
div F = ∂x 2x + ∂y 3y + ∂z 0 = 5,
69
ne,5 sono date rispettivamente da (0, 0, −1) e (0, 0, 1), per cui, essendo nulla
l’ultima componente del campo F , si ha hF, ne,4 i = hF, ne,5 i = 0 e quindi
Z Z
hF, ne,4 idσ = hF, ne,5 idσ = 0.
S4 S5
e
xt (θ, t) = 0
Φt (θ, t) = yt (θ, t) = 0
zt (θ, t) = 1.
Pertanto
i j k
Φθ ∧ Φt = det − sin(θ) cos(θ) 0 = (cos(θ), sin(θ), 0).
0 0 1
70
calcolare l’integrale cercato). Quindi, l’integrale di superficie cercato è dato
da
3
Z Z 1 Z
4
π
hF, ne,1 idσ = (2 cos(θ), 3 sin(θ), 0) · (cos(θ), sin(θ), 0)dθdt
π
S1 0 4
3
Z 1 Z
4
π
= (2 cos2 (θ) + 3 sin2 (θ) + 0 · 0)dθdt
π
0 4
π 1 π 1 5 1
=2 − +3 + = π+ .
4 8 4 8 4 8
Parametrizziamo la superficie S2 come segue:
" √ #
x(u, v) = u
2
Φ(u, v) = y(u, v) = u u ∈ 0, , v ∈ [0, 1]
2
z(u, v) = v.
e
xv (u, v) = 0
Φv (u, v) = yv (u, v) = 0
zv (u, v) = 1.
Pertanto
i j k
Φu ∧ Φv = det 1 1 0 = (1, −1, 0).
0 0 1
71
(Si osservi che non è necessario calcolare esplicitamente il modulo kΦu ∧ Φv k,
poiché dσ = kΦu ∧ Φv kdudv e pertanto tale modulo verrà semplificato nel
calcolare l’integrale cercato). A tale risultato si poteva arrivare immediata-
mente osservando che la direzione normale ad una superficie piana, cioè tutta
contenuta in un piano, è data in ogni punto (x, y, z) dal vettore (costante!!)
perpendicolare al piano. Quindi, essendo nel nostro caso la superficie conte-
nuta nel piano y − x = 0, la direzione normale è data dal vettore perpendi-
colare a tale piano, cioè il vettore (1, −1, 0). Quindi, l’integrale di superficie
cercato è dato da
√
2
Z Z 1 Z
2
hrot F, ne,2 idσ = (2u, 3u, 0) · (1, −1, 0) du dv
S2 0 0
√
2
Z 1 Z
2 1
= (2u − 3u + 0 · 0) du dv = − .
0 0 4
Parametrizziamo la superficie S3 come segue:
" √
x(u, v) = u
#
2
Φ(u, v) = y(u, v) = −u u∈ − , 0 , v ∈ [0, 1]
2
z(u, v) = v.
e
xv (u, v) = 0
Φv (u, v) = yv (u, v) = 0
zv (u, v) = 1.
Pertanto
i j k
Φu ∧ Φv = det 1 −1 0 = (−1, −1, 0).
0 0 1
72
Poiché la normale alla superficie deve essere orientata verso l’esterno, il
versore normale cercato è dato da
1
(−1, −1, 0).
kΦu ∧ Φv k
Ω = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 ≤ 9, y ≥ x ,
e il campo vettoriale
F (x, y, z) = (x, y, z) .
73
Risoluzione. Ricordiamo la formula del teorema di Gauss
Z Z
div F dxdydz = hF, ne idσ, (1.36)
Ω ∂Ω
div F = ∂x x + ∂y y + ∂z z = 3,
l’integrale triplo nella (1.36) è pari a tre volte il volume della semisfera di
raggio tre, quindi è pari a 54π. (Alternativamente, si può ottenere lo stes-
so risultato integrando la funzione costante 3 nella regione Ω utilizzando
opportunamente le coordinate sferiche.)
Per calcolare il termine a destra nella (1.36), osserviamo che
Z Z Z
hF, ne idσ = hF, ne,1 idσ + hF, ne,2 idσ, (1.37)
∂Ω S1 S2
x2 + y 2 + z 2 = 9, y ≥ x;
x2 + y 2 + z 2 ≤ 9, y = x.
74
La direzione normale a tale superficie è quella del vettore Φθ ∧ Φϕ , dove
xθ (θ, ϕ) = −3 sin(θ) sin(ϕ)
Φθ (θ, ϕ) = yθ (θ, ϕ) = 3 cos(θ) sin(ϕ)
zθ (θ, ϕ) = 0
e
xϕ (θ, ϕ) = 3 cos(θ) cos(ϕ)
Φϕ (θ, ϕ) = yϕ (θ, ϕ) = 3 sin(θ) cos(ϕ)
zϕ (θ, ϕ) = −3 sin(ϕ).
Pertanto
i j k
Φθ ∧ Φϕ = det −3 sin(θ) sin(ϕ) 3 cos(θ) sin(ϕ) 0
3 cos(θ) cos(ϕ) 3 sin(θ) cos(ϕ) −3 sin(ϕ)
= (−9 cos(θ) sin2 (ϕ), −9 sin(θ) sin2 (ϕ), −9 sin(φ) cos(ϕ)).
75
Z π
=π 27 sin(ϕ)dϕ
0
π
= 27π − cos(ϕ) = 54π.
0
e
1
xθ (ρ, θ) = − √2 ρ sin(θ)
Φθ (ρ, θ) = yθ (ρ, θ) = − √12 ρ sin(θ)
zθ (ρ, θ) = ρ cos(θ).
Pertanto
i j k
1 √1 cos(θ)
Φρ ∧ Φθ = det √2 cos(θ) 2
sin(θ)
− √12 ρ sin(θ) − √12 ρ sin(θ) ρ cos(θ)
1 1
= √ ρ, − √ ρ, 0 .
2 2
Poiché la normale alla superficie deve essere orientata verso l’esterno, il
versore normale cercato è dato da
1 1 1
√ ρ, − √ ρ, 0 .
kΦρ ∧ Φθ k 2 2
76
(Si osservi che non è necessario calcolare esplicitamente il modulo kΦρ ∧ Φθ k,
poiché dσ = kΦρ ∧ Φθ kdρdθ e pertanto tale modulo verrà semplificato nel
calcolare l’integrale cercato). A tale risultato si poteva arrivare immediata-
mente osservando che la direzione normale ad una superficie piana, cioè tutta
contenuta in un piano, è data in ogni punto (x, y, z) dal vettore (costante!!)
perpendicolare al piano. Quindi, essendo nel nostro caso la superficie conte-
nuta nel piano y − x = 0, la direzione normale è data dal vettore perpendi-
colare a tale piano, cioè il vettore (1, −1, 0). Quindi, l’integrale di superficie
cercato è dato da
Z Z 3 Z 2π
1 1
hF, ne,2 idσ = √ ρ cos(θ), √ ρ cos(θ), ρ sin(θ) ·
S2 0 0 2 2
1 1
· √ ρ, − √ ρ, 0 dθdρ = 0.
2 2
Sostituendo i due valori trovati nella (1.37) si ha
Z
hF, ne idσ = 54π + 0 = 54π
∂Ω
F (x, y, z) = (0, 0, x) .
77
dove F è un campo vettoriale, Ω è una regione di R3 , ∂Ω è il suo bordo, cioè
una superficie di R3 , e ne è il versore normale uscente di ∂Ω. Nel caso in
esame, Ω è il cilindro definito da x2 + y 2 ≤ 1 delimitato dai piani z = 12 y − 1 e
z = − 21 y + 1 e ∂Ω è formato dalla superficie laterale del cilindro, definita da
x2 +y 2 = 1, 12 y −1 ≤ z ≤ − 12 y +1 e dalle due superfici definite da x2 +y 2 ≤ 1,
z = 21 y − 1 e x2 + y 2 ≤ 1, z = − 12 y + 1.
Essendo
div F = ∂x 0 + ∂y 0 + ∂z x = 0,
78
e
xt (θ, t) = 0
Φt (θ, t) = yt (θ, t) = 0
zt (θ, t) = 1.
Pertanto
i j k
Φθ ∧ Φt = det − sin(θ) cos(θ) 0
0 0 1
= (cos(θ), sin(θ), 0).
79
e
xθ (ρ, θ) = −ρ sin(θ)
Φθ (ρ, θ) = yθ (ρ, θ) = ρ cos(θ)
zθ (ρ, θ) = 21 ρ cos(θ).
Pertanto
i j k
1
Φρ ∧ Φθ = det cos(θ) sin(θ) 2
sin(θ)
1
−ρ sin(θ) ρ cos(θ) 2
ρ cos(θ)
1
= 0, − ρ, ρ .
2
Poiché la normale alla superficie deve essere orientata verso l’esterno, il
versore normale cercato è dato da
1 1
0, ρ, −ρ .
kΦρ ∧ Φθ k 2
80
Parametrizziamo la superficie S3 come segue:
x(ρ, θ) = ρ cos(θ)
Φ(ρ, θ) = y(ρ, θ) = ρ sin(θ) ρ ∈ [0, 1], θ ∈ [0, 2π]
1
z(ρ, θ) = − 2 ρ sin(θ) + 1.
e
xθ (ρ, θ) = −ρ sin(θ)
Φθ (ρ, θ) = yθ (ρ, θ) = ρ cos(θ)
zθ (ρ, θ) = − 21 ρ cos(θ).
Pertanto
i j k
Φρ ∧ Φθ = det cos(θ) sin(θ) − 12 sin(θ)
−ρ sin(θ) ρ cos(θ) − 12 ρ cos(θ)
1
= 0, ρ, ρ .
2
Poiché la normale alla superficie deve essere orientata verso l’esterno, il
versore normale cercato è dato da
1 1
0, ρ, ρ .
kΦρ ∧ Φθ k 2
81
perpendicolare al piano. Quindi, essendo nel nostro caso la superficie con-
tenuta nel piano − 12 y − z + 1 = 0, la direzione normale è data dal vettore
perpendicolare a tale piano, cioè il vettore 0, 12 , 1 . Quindi, l’integrale di
Ω = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 ≤ 1
e il campo vettoriale
div F = ∂x xy + ∂y yz + ∂z xz = y + z + x.
82
Per calcolare tale integrale, utilizziamo le coordinate sferiche:
x(ρ, θ, ϕ) = ρ cos(θ) sin(ϕ)
y(ρ, θ, ϕ) = ρ sin(θ) sin(ϕ)
z(ρ, θ, ϕ) = ρ cos(ϕ).
e
xϕ (θ, ϕ) = cos(θ) cos(ϕ)
Φϕ (θ, ϕ) = yϕ (θ, ϕ) = sin(θ) cos(ϕ)
zϕ (θ, ϕ) = − sin(ϕ).
83
Pertanto
i j k
Φθ ∧ Φϕ = det − sin(θ) sin(ϕ) cos(θ) sin(ϕ) 0
cos(θ) cos(ϕ) sin(θ) cos(ϕ) − sin(ϕ)
= (− cos(θ) sin2 (ϕ), − sin(θ) sin2 (ϕ), − sin(φ) cos(ϕ)).
=0
Ω = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 ≤ 1
e il campo vettoriale
F (x, y, z) = z 3 , z 2 , z .
84
Risoluzione. Ricordiamo la formula del teorema di Gauss
Z Z
div F dxdydz = hF, ne idσ, (1.41)
Ω ∂Ω
div F = ∂x z 3 + ∂y z 2 + ∂z z = 1,
l’integrale triplo nella (1.41) è pari al volume della sfera unitaria, cioè 43 π.
(Alternativamente, si può ottenere lo stesso risultato integrando la funzione
costante 2 nella regione Ω utilizzando le coordinate sferiche.)
Per calcolare l’integrale di superficie a destra nella (1.41), parametrizzia-
mo la superficie ∂Ω come segue:
x(θ, ϕ) = cos(θ) sin(ϕ)
Φ(θ, ϕ) = y(θ, ϕ) = sin(θ) sin(ϕ) θ ∈ [0, 2π], ϕ ∈ [0, π]
z(θ, ϕ) = cos(ϕ).
e
xϕ (θ, ϕ) = cos(θ) cos(ϕ)
Φϕ (θ, ϕ) = yϕ (θ, ϕ) = sin(θ) cos(ϕ)
zϕ (θ, ϕ) = − sin(ϕ).
85
Pertanto
i j k
Φθ ∧ Φϕ = det − sin(θ) sin(ϕ) cos(θ) sin(ϕ) 0
cos(θ) cos(ϕ) sin(θ) cos(ϕ) − sin(ϕ)
= (− cos(θ) sin2 (ϕ), − sin(θ) sin2 (ϕ), − sin(φ) cos(ϕ)).
Ω = (x, y, z) ∈ R3 : x2 ≥ y 2 + z 2 , 1 ≤ x ≤ 4
e il campo vettoriale
F (x, y, z) = (x + z, x, x + y) .
86
Risoluzione. Ricordiamo la formula del teorema di Gauss
Z Z
div F dxdydz = hF, ne idσ, (1.42)
Ω ∂Ω
div F = ∂x (x + z) + ∂y x + ∂z (x + y) = 1.
87
Per calcolare il termine a destra nella (1.42), osserviamo che
Z Z Z Z
hF, ne idσ = hF, ne,1 idσ + hF, ne,2 idσ + hF, ne,3 idσ, (1.43)
∂Ω S1 S2 S3
y 2 + z 2 = x2 , 1 ≤ x ≤ 4;
y 2 + z 2 = 1, x = 1;
y 2 + z 2 = 4, x = 4.
e
xt (θ, t) = 1
Φt (θ, t) = yt (θ, t) = cos(θ)
zt (θ, t) = sin(θ).
Pertanto
i j k
Φθ ∧ Φt = det 0 −t sin(θ) t cos(θ)
1 cos(θ) sin(θ)
= (−t, t cos(θ), t sin(θ)).
88
Poiché la normale alla superficie deve essere orientata verso l’esterno, il
versore normale cercato è dato da
1
(−t, t cos(θ), t sin(θ)).
kΦθ ∧ Φt k
e
xθ (ρ, θ) = 0
Φθ (ρ, θ) = yθ (ρ, θ) = −ρ sin(θ)
zθ (ρ, θ) = ρ cos(θ).
89
Pertanto
i j k
Φρ ∧ Φθ = det 0 cos(θ) sin(θ)
0 −ρ sin(θ) ρ cos(θ)
= (ρ, 0, 0)
e
xθ (ρ, θ) = 0
Φθ (ρ, θ) = yθ (ρ, θ) = −ρ sin(θ)
zθ (ρ, θ) = ρ cos(θ).
Pertanto
i j k
Φρ ∧ Φθ = det 0 cos(θ) sin(θ)
0 −ρ sin(θ) ρ cos(θ)
90
= (ρ, 0, 0)
Ω = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 ≤ 1, z ≥ 0
e il campo vettoriale
F (x, y, z) = 0, x2 , z 2 .
91
Calcoliamo dapprima l’integrale a sinistra nella (1.44). La divergenza del
campo in esame è data da
div F = ∂x 0 + ∂y x2 + ∂z z 2 = 2z.
π
Z Z 1 Z 2π Z
2
div F dxdydz = 2ρ cos(ϕ)ρ2 sin(ϕ)dϕdθdρ
Ω 0 0 0
Z π
π 2 π
= sin(2ϕ)dϕ = .
2 0 2
Per calcolare il termine a destra nella (1.44), osserviamo che
Z Z Z
hF, ne idσ = hF, ne,1 idσ + hF, ne,2 idσ, (1.45)
∂Ω S1 S2
x2 + y 2 + z 2 = 1, z ≥ 0;
x2 + y 2 ≤ 1, z = 0.
92
Parametrizziamo la superficie S1 come segue:
x(θ, ϕ) = cos(θ) sin(ϕ)
h πi
Φ(θ, ϕ) = y(θ, ϕ) = sin(θ) sin(ϕ) θ ∈ [0, 2π] , ϕ ∈ 0, ,
2
z(θ, ϕ) = cos(ϕ).
e
xϕ (θ, ϕ) = cos(θ) cos(ϕ)
Φϕ (θ, ϕ) = yϕ (θ, ϕ) = sin(θ) cos(ϕ)
zϕ (θ, ϕ) = − sin(ϕ).
Pertanto
i j k
Φθ ∧ Φϕ = det − sin(θ) sin(ϕ) cos(θ) sin(ϕ) 0
cos(θ) cos(ϕ) sin(θ) cos(ϕ) − sin(ϕ)
= (− cos(θ) sin2 (ϕ), − sin(θ) sin2 (ϕ), − sin(φ) cos(ϕ)).
93
· (cos(θ) sin2 (ϕ), sin(θ) sin2 (ϕ), sin(ϕ) cos(ϕ)) dθ dϕ
Z π Z 2π
2
= (0 · cos(θ) sin2 (ϕ) + sin(θ) cos2 (θ) sin4 (ϕ)
0 0
+ sin(ϕ) cos3 (ϕ)) dθ dϕ
Z π 2π ! π !
2 1 1 2 π
= sin4 (ϕ)dϕ − cos3 (θ) + 2π − cos4 (θ) = .
0 3 0 4 0 2
e il suo versore normale uscente ne,2 è dato da (0, 0, −1). Poiché hF, ne,2 i = z 2
e z = 0 su S2 , si ha
Z
hF, ne,2 idσ = 0.
S2
F = (xy, −yz, 0)
e la regione
G = (x, y, z) ∈ R3 : x − y ≤ 0, x2 + y 2 + z 2 ≤ 1 .
94
Risoluzione. Si tratta di verificare che
ZZZ ZZ
div F dG = F · n dσ, (1.46)
G ∂G
Risulta
5
ZZZ Z1 Z4 πZ2π
div F dG = ρ sin θ(sin φ − cos φ)ρ2 sin θ dφ dθ dρ
G 0 π 0
4
5
Z1 Zπ Z4 π
= ρ3 dρ sin2 θdθ (sin φ − cos φ)dφ =
0 0 π
4
5
1π 4 π √ √ π√
= − (sin φ + cos φ) = ( 2 + 2) = 2.
42 π 8 4
4
Per calcolare l’integrale a sinistra della (1.46) si osservi che possiamo scrivere
∂G = ∂G1 ∪ ∂G2 ∪ ∂G3 , dove
π
∂G1 ={0 ≤ ρ ≤ 1, φ = , 0 ≤ θ ≤ π}
4
5
∂G2 ={0 ≤ ρ ≤ 1, φ = π, 0 ≤ θ ≤ π}
4
π 5
∂G3 ={ρ = 1, ≤ φ ≤ π, 0 ≤ θ ≤ π}
4 4
e i versori normali relativi sono
1 1
n1 =n2 = √ , − √ , 0 ,
2 2
95
n3 =(x, y, z), con x2 + y 2 + z 2 = 1.
Risulta
√
√ 2 2 2
F · n1 =F · n2 = ρ sin θ,
2xy =
2
F · n3 =x2 y − xy 2 = xy(x − y).
per cui
i j k
√ √
φρ ∧ φθ =det √22 sin θ √22 sin θ cos θ
2
ρ cos θ 22 ρ cos θ −ρ sin θ
√ 2 √ √ √
2 2 2 2
=(− ρ, ρ, 0) = ρ(− , , 0)
2 2 2 2
e di conseguenza |φρ ∧ φθ | = ρ per cui
ZZ Z1 Zπ √ !
2 2 2
F · n1 dσ = ρ sin θ ρdθ dρ
2
∂G1 0 0
√ Z1 Zπ √ √
2 3 2 21π π 2
= ρ dρ sin θdθ = =
2 2 42 4 4
0 0
e analogamente
ZZ √
π 2
F · n1 dσ = .
4 4
∂G2
96
per cui
i j k
ψθ ∧ ψφ =det cos θ cos φ cos θ sin φ − sin θ
− sin θ sin φ sin θ cos φ 0
=(sin2 θ cos φ, − sin2 θ sin φ, sin θ cos θ)
G = (x, y, z) ∈ R3 : z 2 = x2 + y 2 0 ≤ z ≤ 1 .
97
dove n è il versore normale esterno al bordo ∂G. Si ha div F = 1 + 1 = 2 > 0.
La regione G è un cono il cui volume è π/3. Per il termine a sinistra si ha
allora
ZZZ
2
div F dG = π.
3
G
si ottiene
∂ρ x = cos θ
∂θ x = −ρ sin θ
∂ρ y = sin θ ∂θ y = ρ cos θ
∂ρ z = 1, ∂θ z = 0,
per cui
i j k
(∂θ x, ∂θ y, ∂θ z) ∧ (∂ρ x, ∂ρ y, ∂ρ z) =det −ρ sin θ ρ cos θ 0
cos θ sin θ 1
=(ρ cos θ, ρ sin θ, −ρ)
e risulta
ZZ Z1 Z2π Z1 Z2π
2 2 2 2 2π
ρ2 dρ dθ =
F · n dσ = ρ cos θ + ρ sin θ dρ dθ =
3
∂G2 0 0 0 0
98
2 Equazioni alle derivate parziali del secondo
ordine
2.1 Equazioni alle derivate parziali di tipo ellittico
Esercizio 2.1 Mediante l’uso della separazione delle variabili, risolvere il
seguente problema:
uxx + uyy = 0 0 < x < π, 0 < y < 1
u (x, 0) = 0 0<x<π
u (x, 1) = 3 sin(3x) 0<x<π
u (0, y) = u (π, y) = 0 0 < y < 1.
u(0, y) = u(π, y) = 0,
otteniamo:
99
da cui ϕ(0) = ϕ(π) = 0. Si tratta di studiare il problema ai limiti
00
ϕ + λϕ = 0
0<x<π
ϕ(0) = ϕ(π) = 0.
ϕn (x) = αn sin(nx).
ψ 00 + n2 ψ = 0.
100
La funzione u è quindi dispari rispetto alla x. I dati al bordo u(x, 0) = 0
e u(x, 1) = 3 sin(3x) sono già dispari di periodo 2π. Imponendo perciò tali
condizioni
∞
P
0 = u(x, 0) =
(αn + βn ) sin(nx),
n=1
∞
(αn en + βn e−n ) sin(nx),
P
3 sin(3x) = u(x, 1) =
n=1
da cui
αn + βn = 0
per ogni n
n −n
e αn + e βn = 0 per ogni n =6 3
3 −3
e α3 + e β3 = 3.
1 1
dove u = u(ρ, ϑ), 4u = uρρ + uρ + 2 uϑϑ .
ρ ρ
101
Risoluzione. Si tratta di un problema di Dirichlet per l’equazione di Laplace
nel cerchio unitario. Il problema è ben posto. Come richiesto dal testo
dell’esercizio, lo risolviamo mediante l’uso della separazione delle variabili.
Il problema è già scritto rispetto alle coordinate polari e la funzione ϕ(ϑ) =
3 sin(5ϑ) è 2π-periodica.
Cerchiamo una soluzione dell’equazione alle derivate parziali della forma:
102
Tale problema ammette autosoluzioni se e solo se λ = n2 , n ∈ N date da
∞
X
ψ(ϑ) = αn cos(nϑ) + βn sin(nϑ).
n=0
γ(γ − 1) + γ − n2 = 0
Poiché cerchiamo soluzioni definite e limitate per ρ ∈ [0, 1], deve essere βk =
0, k = 0, 1.
Mettendo assieme quanto trovato abbiamo perciò la soluzione a variabili
separabili
∞
1 X
u(ρ, ϑ) = a0 + (an ρn cos(nϑ) + bn ρn sin(nϑ)) .
2 n=1
103
Lo studente diligente può verificare che tale u = u(ρ, ϑ) risolve effettivamente
il problema di Cauchy–Dirichlet proposto.
104
da cui ψ(−π) = ψ(π) = 0. Si tratta di studiare il problema ai limiti
00
ψ + λψ = 0
0<x<π
ψ(−π) = ψ(π) = 0.
105
1 1
y
cn e(n+ 2 )x + dn e−(n+ 2 )x cos (2n + 1) .
2
Resta solo da imporre i dati al bordo u(−π, y) = u(π, y) = 0:
an e + bn e−nπ = 0 n ∈ N∗
nπ
a e−nπ + b enπ = 0
n ∈ N∗
n n
1 1
cn e(n+ 2 )π + dn e−(n+ 2 )π = 0 n ∈ N
−(n+ 1 )π 1
cn e 2 + dn e(n+ 2 )π = 0 n ∈ N
106
Sostituendo l’espressione (2.7) nelle condizioni al bordo omogenee
u(−π, y) = u(π, y) = 0,
otteniamo:
107
2 2
2) nel caso λn = 1
9
1
2
+ n , l’equazione ψ 00 − 4
9
1
2
+n ψ = 0 ammette
l’integrale generale
2 1 2 1
ψn (y) = εn e 3 (n+ 2 )y + ηn e− 3 (n+ 2 )y .
∞ 2
− 23 nπ
nπ
sin(2n x2 )+
P
sin x = u(x, π) = a e + b e
3
n n
n=1
cn e 32 (n+ 21 )π + dn e− 23 (n+ 21 )π cos (2n + 1) x
2
che equivale a
−2π 2
π
a
21 e 3 + b 1 e 3 =1
a e 3 π + b e− 32 π = 1
1 1
an = bn = 0 per ogni n 6= 1
cn = dn = 0 per ogni n
da cui
1
a1 = b1 =
2 2
e− 3 π +e 3 π
108
L’unica soluzione del problema è quindi
1 2
y −2y
u(x, y) = − 2 π 2 e 3 + e 3 sin x.
e 3 + e3π
Lo studente diligente può verificare che tale u = u(x, t) risolve effettivamente
il problema di Dirichlet proposto.
4w = 0, ρ < 1,
109
Sostituendo la (2.9) in (2.8) si ha:
∞
P 00
an (ρ) cos(nϑ) + b00n (ρ) sin(nϑ) + ρ1 a0n (ρ) cos(nϑ)+
n=0
1 b0 (ρ) sin(nϑ) − n2 a (ρ) cos(nϑ) − n2 b (ρ) sin(nϑ) = cos ϑ
ρ n ρ2 n ρ2 n
P∞
(an (1) cos(nϑ) + bn (1) sin(nϑ)) = 0.
n=0
{cos(nϑ), sin(nϑ)}n∈N
(
ρ2 z 00 + ρz 0 − z = ρ2
(2.11)
z(1) = 0 e z limitata su [0, 1].
Risolviamo intanto il problema (2.10). L’equazione differenziale del problema
è lineare del second’ordine omogenea. Cerchiamo una sua soluzione della
forma z(ρ) = ρα : sostituendo si ha α(α − 1) + α − n2 = 0, α2 = n2 , da cui
α = ∓n.
z(ρ) = c1 ρn + c2 ρ−n .
110
Per essere limitata in [0, 1] deve perciò essere c2 = 0. Da z(1) = 0 si ha
poi z(ρ) ≡ 0 per ogni ρ, ovvero l’unica soluzione di (2.10) è la soluzione
nulla.
z̃(ρ) = c1 ρ + c2 ρ−1 .
da cui
( (
α=2 α=2
kα2 − k = 1, k = 13 .
111
Abbiamo perciò trovato che l’unica soluzione del problema (2.8) è data da
1
u(ρ, ϑ) = a1 (ρ) cos(ϑ) = ρ(ρ − 1) cos(ϑ).
3
Lo studente diligente può verificare che tale u = u(ρ, ϑ) risolve effettivamente
il problema di Dirichlet proposto.
Esercizio 2.6 Sia dato il problema di Dirichlet sul cerchio unitario del pia-
no:
4u = x
per x2 + y 2 < 1
u=0 per x2 + y 2 = 1.
Facendo uso del metodo di separazione delle variabili, trovare la soluzione del
problema.
e indichiamo con ũ(ρ, ϑ) = u(ρ cos ϑ, ρ sin ϑ). Il problema in coordinate polari
diviene
1 1
ũρρ + ρ ũρ +
ũ
ρ2 ϑϑ
= ρ cos ϑ 0 ≤ ρ < 1, 0 ≤ ϑ < 2π
(2.12)
ũ(1, ϑ) = 0 0 ≤ ϑ < 2π.
4w = 0, ρ < 1,
112
l’integrale generale è dato da
∞
a0 X n
w(ρ, ϑ) = + ρ (an cos(nϑ) + bn sin(nϑ)) .
2 n=1
{cos(nϑ), sin(nϑ)}n∈N
per n 6= 1 e
(
ρ2 z 00 + ρz 0 − z = ρ3
(2.15)
z(1) = 0 e z limitata su [0, 1].
113
Risolviamo intanto il problema (2.14). Si tratta di un’equazione differenziale
lineare del second’ordine omogenea. Cerchiamo una sua soluzione della forma
z(ρ) = ρα : sostituendo si ha α(α − 1) + α − n2 = 0, α2 = n2 , da cui α = ∓n.
z(ρ) = c1 ρn + c2 ρ−n .
z̃(ρ) = c1 ρ + c2 ρ−1 .
Una soluzione della non omogenea la cerchiamo della forma z̄(ρ) = kρα , da
cui si ha
ovvero
( (
α=3 α=3
kα2 − k = 1, k = 18
114
e la soluzione generale è data da
1 1
z̄(ρ) = c1 ρ + c2 + ρ3 .
ρ 8
115
delle variabili. Per prima cosa cerchiamo una soluzione dell’equazione del
tipo
da cui
possono essere non nulle se e solo se sono periodiche: ciò equivale a dire che
non troveremo soluzioni per λ ≤ 0 mentre per λ > 0 si ha
116
Posto an = αn βn , abbiamo perciò trovato la famiglia di soluzioni
2 n2 t
un (x, t) = an e−9π sin(nπx), n ∈ N∗ .
Per concludere si tratta ora di far uso del dato iniziale: sia la soluzione che
il dato sono in serie di seni, per cui
∞
X
3 sin(2πx) − 2 sin(3πx) = u(x, 0) = an sin(nπx).
n=1
2 2
u(x, t) = 3e−36π t sin(2πx) − 2e−81π t sin(3πx).
117
delle variabili. Per prima cosa cerchiamo una soluzione dell’equazione del
tipo
da cui
possono essere non nulle se e solo se sono periodiche. Per λ < 0 non vi sono
soluzioni non nulle, per λ = 0 sono soluzioni tutte le costanti mentre per
λ > 0 la soluzione generale per l’equazione differenziale è
√ √
ϕ(x) = α cos( λx) + β sin( λx),
da cui
√ √ √ √
ϕ0 (x) = −α λ sin( λx) + β λ cos( λx).
118
√ √ n2 π 2
Usando i dati al bordo si ha β = 0 e −α λ sin(5 λ) = 0, da cui λn = 25
,
n ∈ N∗ . Perciò
π n2 π 2
ϕn (x) = βn cos nx per λn = .
5 25
Tale soluzione include per n = 0 anche il caso λ = 0. In corrispondenza a
tali λn per l’equazione differenziale ψ 0 = −5λn ψ abbiamo le soluzioni
n2 π 2
ψn (t) = bn e− 5
t
.
119
Risoluzione. Si tratta di un problema di Cauchy-Dirichlet per l’equazione
del calore. Il problema è ben posto per t > 0 ed avrà quindi una sola
soluzione.
Come previsto dal testo dell’esercizio, applichiamo il metodo di separazione
delle variabili. Per prima cosa cerchiamo una soluzione dell’equazione del
tipo
da cui
possono essere non nulle se e solo se sono periodiche: ciò equivale a dire che
non troveremo soluzioni per λ ≤ 0 mentre per λ > 0 si ha
120
In corrispondenza a tale λn per l’equazione differenziale ψ 0 = −λn ψ abbiamo
2 π2 t
la soluzione ψn (t) = e−kn .
Abbiamo perciò trovato la famiglia di soluzioni
2 π2 t
un (x, t) = bn e−kn sin(nπx), n ∈ N∗ .
f6
−1 0 x
-
+1
Figura 1: Grafico nel periodo del dato iniziale del problema dell’Esempio 2.9.
Z 1 Z 1
βn = 2 f (ξ) sin(nπξ)dξ = 2 (ξ − ξ 2 ) sin(nπξ)dξ =
0 Z 10
2 − cos(nπξ)
1 cos(nπξ)
2(ξ − ξ ) nπ + 2 (1 − 2ξ) dξ =
0 0 nπ
Z 1
1
sin(nπξ) sin(nπξ)
2(1 − 2ξ) (nπ)2 − 2 −2 2
dξ =
h i0
1 0 4 (nπ)
4
− cos(nπξ) = (1 − (−1)n ) .
(nπ)2 nπ
0 (nπ)3
121
Perciò il dato iniziale u(x, 0) = f (x) = x(1 − x) si scrive come
∞
X 4 (1 − (−1)n )
u(x, 0) = sin(nπx). (2.25)
n=1
(nπ)3
4(1−(−1)n )
e per confronto si ha bn = (nπ)3
per cui sostituendo nella (2.24) si ottiene
∞
X 4 (1 − (−1)n ) 2 π2 t
u(x, t) = e−kn sin(nπx)
n=1
(nπ)3
122
da cui sostituendo nell’equazione del problema
da cui
possono essere non nulle se e solo se sono periodiche. Per λ < 0 non vi sono
soluzioni non nulle, per λ = 0 sono soluzioni tutte le costanti mentre per
λ > 0 si ha (vedi esercizio 2.8)
123
Per linearità è anche soluzione
∞
2
X
u(x, t) = an e−4n t cos(nx). (2.28)
n=0
2
Rπ
dove αn = π
f (x) cos(nx)dx, e nel nostro caso
0
2 π 2 π
Z Z
2 x=π
2 2
α0 = f (x)dx = −2x dx = (−x ) = (−π 2 ) = −2π,
π 0 π 0 π x=0 π
π
sin(nx) x=π 2 π
Z Z
2 2 sin(nx)
αn = −2x cos(nx)dx = (−2x) − −2 dx
π π n π 0 n
0 x=0
4 1 x=π 4
= − 2 cos(nx) = − 2 ((−1)n − 1) .
πn x=0 πn
α0 4
Per confronto si ha quindi a0 = 2
= −π, an = αn = πn2
(1 + (−1)n+1 ) per
cui sostituendo nella (2.28) si ottiene
∞
X 4 2
1 + (−1)n+1 e−4n t cos(nx)
u(x, t) = −π + 2
n=1
πn
124
Esercizio 2.11 Mediante l’uso della separazione delle variabili, risolvere il
seguente problema
ut − 7uxx = 0
0 < x < π, t > 0
u(x, 0) = 3 + x 0<x<π
ux (0, t) = ux (π, t) = 0 t > 0.
da cui
125
Le soluzioni del problema ai limiti
(
ϕ00 + λϕ = 0
ϕ0 (0) = ϕ0 (π) = 0
possono essere non nulle se e solo se sono periodiche. Per λ < 0 non vi sono
soluzioni non nulle, per λ = 0 sono soluzioni tutte le costanti mentre per
λ > 0 si ha
√ √
ϕ(x) = α cos( λx) + β sin( λx),
da cui
√ √ √ √
ϕ0 (x) = −α λ sin( λx) + β λ cos( λx).
√ √
Usando i dati al bordo si ha β = 0 e −α λ sin(π λ) = 0, da cui λn = n2 .
Perciò
2
ψn (t) = bn e−7n t .
2
un (x, t) = an e−7n t cos(nx), n ∈ N.
126
Per concludere si tratta ora di sviluppare il dato iniziale in serie di Fourier
di periodo 2π: poiché la soluzione è in serie di coseni rispetto alla x, stessa
cosa dovrà avvenire per il dato. Dobbiamo perciò sviluppare f (x) = x pari
in [−π, π]:
∞
α0 X
f (x) = + αn cos(nx),
2 n=1
π
dove αn = π2 0 f (x) cos(nx)dx e nel nostro caso
R
2 π 2 π
Z Z
1 2 x=π
α0 = f (x)dx = x dx = (x ) = π,
π 0 π 0 π x=0
4
Per confronto si ha quindi a0 = 3 + α0 = π, an = αn = πn2
(1 + (−1)n+1 ) per
cui sostituendo nella (2.31) si ottiene
∞
X 2 2
u(x, t) = 3 + π + 2
((−1)n − 1) e−7n t cos(nx)
n=1
πn
127
Risoluzione. Si tratta di un problema di Cauchy-Dirichlet per l’equazione
del calore. Il problema è ben posto per t > 0 ed avrà quindi una sola
soluzione.
Come previsto dal testo dell’esercizio, applichiamo il metodo di separazione
delle variabili. Per prima cosa cerchiamo una soluzione dell’equazione del
tipo
da cui
possono essere non nulle se e solo se sono periodiche: ciò equivale a dire che
non troveremo soluzioni per λ ≤ 0 mentre per λ > 0 si ha
128
In corrispondenza a tale λn per l’equazione differenziale ψ 0 = −5λn ψ abbiamo
2
la soluzione ψn (t) = αn e−5n t .
Abbiamo perciò trovato la famiglia di soluzioni della forma (2.32)
2
un (x, t) = an e−5n t sin(nx), n ∈ N∗ .
Si ha
2 π 2 π
Z Z
αn = f (x) sin(nx)dx = x sin(nx)dx =
π 0 π 0
cos(nx) x=π 2 π cos(nx)
Z
2
x − + dx =
π n π 0 n
x=0
2 n 2 sin(nx) x=π 2
− (−1) + 2
= (−1)n+1 .
n π n n
x=0
129
Esercizio 2.13 Risolvere il seguente problema:
In tal modo i dati al bordo u(0, t) = u(π, t) = 0 sono già verificati. Inoltre,
poiché u(x, 0) = 0, deve essere bn (0) = 0 per ogni n. In più, sostituendo
l’espressione di u(x, t) in serie nell’equazione di (2.35), si ottiene
∞
X
b0n (t) + n2 bn (t) sin(nx) = et sin(x),
n=1
130
per ogni n 6= 1,
(
b01 + b1 = e−t
b1 (0) = 0.
131
In tal modo i dati al bordo u(0, t) = u(π, t) = 0 saranno automaticamente
verificati. Inoltre, poiché u(x, 0) = 0, deve essere bn (0) = 0 per ogni n. In
più, sostituendo l’espressione di u(x, t) in serie nell’equazione data, si ottiene
∞
X
b0n (t) + n2 bn (t) sin(nx) = sin(x),
n=1
132
Risoluzione. Si tratta di un problema di Cauchy per l’equazione delle onde.
Sono curve caratteristiche x = ∓t + k, k ∈ R per cui il dato è caratteristico
e non è perciò garantita la buona positura.
Eseguiamo il cambio di variabili
( (
x+t=ξ x = ξ+η2
x−t=η t = ξ−η
2
e indichiamo con w la soluzione rispetto alle nuove variabili, u(x, t) = w(ξ, η).
Allora il problema proposto diviene
wξη = 0 √
w(ξ, 0) = 2 cos 2ξ
(2.37)
wξ (ξ, 0) = 12 ϕ 2ξ .
√ ξ
0
dalle quali si deduce 2 cos 2
= 12 ϕ(ξ) e derivando
√
ξ
ϕ(ξ) = − 2 sin .
2
Riassumendo,
√ ξ
a) se ϕ(ξ) = − 2 sin , allora dalla (2.38)
2
√
ξ
w(ξ, η) = 2 cos + b(η) con b(0) = 0,
2
per cui, al variare di b = b(η), vi sono infinite soluzioni;
133
√ ξ
b) se ϕ(ξ) 6= − 2 sin 2
, non vi sono soluzioni.
vtt − c2 vxx = 0
è data da
134
Esercizio 2.17 Risolvere il seguente problema:
utt − uxx = 0 0 < x < π, t > 0
u (x, 0) = 3 sin(2x) + sin(5x) 0 < x < π
ut (x, 0) = 2 sin(x) 0<x<π
u (0, t) = u (π, t) = 0 t > 0.
Risoluzione. Si tratta del problema della corda vibrante con dato di Di-
richlet al bordo. Il problema è ben posto. L’unica soluzione la possiamo
cercare con il metodo di riflessione relativo al problema della corda vibrante
ad estremi fissi, ovvero utilizzando la formula di d’Alembert: dette
(
h(x) = 3 sin(2x) + sin(5x)
k(x) = 2 sin(x),
1 x+t
Z
1
u(x, t) = (h(x + t) + h(x − t)) + k(τ )dτ
2 2 x−t
1
= 3 sin(2(x + t)) + sin(5(x + t))+
2
1 x+t
Z
3 sin(2(x − t)) + sin(5(x − t)) + 2 sin(τ )dτ
2 x−t
3
= sin(2(x + t)) + sin(2(x − t)) +
2
1
sin(5(x + t)) + sin(5(x − t)) − cos(x + t) + cos(x − t).
2
Lo studente diligente può verificare che tale u = u(x, t) risolve effettivamente
il problema di Cauchy-Dirichlet proposto.
135
Esercizio 2.18 Risolvere il seguente problema:
utt − uxx = 0 0 < x < 1, t > 0
u (x, 0) = 1 0<x<1
ut (x, 0) = sin(πx) 0<x<1
ux (0, t) = ux (1, t) = 0 t > 0.
Risoluzione. Si tratta del problema della corda vibrante con dato di Neu-
mann agli estremi. Il problema è ben posto. L’unica soluzione la cerchiamo
per separazione di variabili. Cerchiamo una soluzione della forma:
136
da cui
√ √ √ √
ϕ0 (x) = α λ cos( λx) − β λ sin( λx)
ϕn (x) = βn cos(nπx).
ψ 00 + π 2 n2 ψ = 0.
137
La funzione u è quindi pari rispetto alla x. Risulta poi
∞
X
ut (x, t) = β + (−nπαn sin(nπt) + nπβn cos(nπt)) cos(nπx).
n=1
Il dato iniziale f˜(x) = sin(πx), una volta estesa la funzione pari 2-periodica,
diviene f (x) = | sin(πx)|. Si tratta di svilupparla con Fourier,
∞
a0 X
f (ξ) = + an cos(nπξ)
2 n=1
calcolando i coefficienti
Z 1
an = 2 sin(πξ) cos(nπξ)dξ.
0
138
Imponendo le condizioni iniziali
P∞
1 = u(x, 0) = α + αn cos(nπx),
n=1
∞ 2 (−1)n+1 − 1 X∞
2
P
π + cos(nπx) = u t (x, 0) = β + nπβn cos(nπx).
n=2 π n2 − 1 n=1
Risoluzione. Si tratta del problema della corda vibrante con dato di Neu-
mann agli estremi. Il problema è ben posto. Cerchiamo una soluzione della
forma:
139
ovvero, separando le variabili, esiste λ ∈ R tale che
ψ 00 (t) ϕ00 (x)
= = −λ,
ψ(t) ϕ(x)
da cui otteniamo le equazioni ϕ00 + λϕ = 0, ψ 00 + λψ = 0.
Sostituendo l’espressione (2.42) nelle condizioni al bordo otteniamo:
da cui
√ √ √ √
ϕ0 (x) = α λ cos( λx) − β λ sin( λx)
ϕn (x) = βn cos(nx).
140
Passiamo ora all’equazione ψ 00 + λψ = 0, ovvero
ψ 00 + n2 ψ = 0.
141
Esercizio 2.20 Mediante l’uso della separazione delle variabili, risolvere il
seguente problema:
utt − 4uxx = 0 0 < x < 2, t > 0
u (x, 0) = 2 sin(πx) 0<x<2
ut (x, 0) = sin(2πx) 0<x<2
u (0, t) = u (2, t) = 0 t > 0.
Risoluzione. Si tratta del problema della corda vibrante con dato di Diri-
chlet agli estremi. Il problema è ben posto. Cerchiamo una soluzione della
forma:
142
e, imponendo le condizioni ai limiti,
( (
β=0 β=0
√ 2 2
α sin(2 λ) = 0, λn = n 4π , n ∈ N∗ .
ψ 00 + n2 π 2 ψ = 0.
Risulta poi
∞
X π
ut (x, t) = (−nπαn sin (πnt) + nπ cos (πnt)) sin nx .
n=1
2
143
La funzione u è quindi dispari rispetto alla x. Il dato iniziale è già dispari
4-periodico. Imponendo perciò le condizioni iniziali
∞
αn sin π2 nx ,
P
2 sin(πx) = u(x, 0) =
n=1
∞
πnβn sin π2 nx ,
P
sin(2πx) = ut (x, 0) =
n=1
1
si ottiene α2 = 2, β4 = 4π
mentre αn = 0 per ogni n 6= 2, βn = 0 per ogni
n 6= 4. Abbiamo allora trovato
1
u(x, t) = 2 cos(2πt) sin(πx) + sin(4πt) sin(2πx)
4π
che è la soluzione del problema proposto.
Lo studente diligente può verificare che tale u = u(x, t) risolve effettiva-
mente il problema di Cauchy–Dirichlet proposto.
Risoluzione. Si tratta del problema della corda vibrante con dato di Neu-
mann agli estremi. Il problema è ben posto. Cerchiamo una soluzione della
forma:
144
ovvero, separando le variabili, esiste λ ∈ R tale che
ψ 00 (t) ϕ00 (x)
= = −λ,
ψ(t) ϕ(x)
da cui otteniamo le equazioni ϕ00 + λϕ = 0, ψ 00 + λψ = 0.
Sostituendo l’espressione (2.44) nelle condizioni al bordo otteniamo:
da cui
√ √ √ √
ϕ0 (x) = α λ cos( λx) − β λ sin( λx)
ϕn (x) = βn cos(nx).
145
Passiamo ora all’equazione ψ 00 + λψ = 0, ovvero
ψ 00 + n2 ψ = 0.
146
Esercizio 2.22 Mediante l’uso della separazione delle variabili, risolvere il
seguente problema:
utt − 9uxx = 0 0 < x < π, t > 0
u(x, 0) = 0 0<x<π
ut (x, 0) = sin(2x) 0<x<π
u (0, t) = u (π, t) = 0 t > 0.
Risoluzione. Si tratta del problema della corda vibrante con dato di Di-
richlet agli estremi. Il problema è ben posto. Cerchiamo una soluzione
dell’equazione della forma:
λ
00
ϕ + 9 ϕ = 0
0<x<π
ϕ(0) = ϕ(π) = 0.
147
Per λ ≤ 0 l’unica soluzione è quella nulla. Per λ > 0, la soluzione generale
dell’equazione è
√ ! √ !
λ λ
ϕ(x) = α sin x + β cos x
3 3
ψ 00 + 9n2 ψ = 0.
148
Risulta poi
∞
X
ut (x, t) = (−3nαn sin (3nt) + 3nβn cos (3nt)) sin(nx).
n=1
1
si ottiene β2 = 6
mentre αn = 0 per ogni n ≥ 1, βn = 0 per ogni n 6= 2.
Abbiamo allora trovato
1
u(x, t) = sin(6t) sin(2x)
6
che è l’unica soluzione del problema proposto.
Lo studente diligente può verificare che tale u = u(x, t) risolve effettiva-
mente il problema di Cauchy–Dirichlet proposto.
Risoluzione. Si tratta del problema della corda vibrante con dato di Neu-
mann agli estremi. Il problema è ben posto. Cerchiamo una soluzione
dell’equazione della forma:
149
che sostituita nell’equazione del nostro problema ci dà:
da cui
√ √ √ √
ϕ0 (x) = α λ cos( λx) − β λ sin( λx)
151
√
6 5
si ottiene β = 0, α = 3 e β2 = 5π
, mentre αn = 0 per ogni n ≥ 1, βn = 0
per ogni n 6= 2. Abbiamo allora trovato
√ √ !
6 5 5 π
u(x, t) = 3 + sin 2 t cos 2 x
5π 3 3
Risoluzione. Si tratta del problema della corda vibrante con dato di Di-
richlet agli estremi. Il problema è ben posto. Cerchiamo una soluzione
dell’equazione della forma:
152
Sostituendo l’espressione (2.49) nelle condizioni al bordo otteniamo:
ϕn (x) = αn sin(nx).
ψ 00 + 4n2 ψ = 0.
153
per n 6= 0, per cui mettendo insieme, si ottiene la soluzione dell’equazione
alle derivate parziali della forma (2.49)
1
si ottiene β1 = 1, β2 = 4
mentre αn = 0 per ogni n ≥ 1, βn = 0 per ogni
n ≥ 3. Abbiamo allora trovato
1
u(x, t) = sin(2t) sin x + sin(4t) sin(2x)
4
che è la soluzione del problema proposto.
Lo studente diligente può verificare che tale u = u(x, t) risolve effettiva-
mente il problema di Cauchy–Dirichlet proposto.
154
Risoluzione. Si tratta del problema della corda vibrante con dato di Neu-
mann agli estremi. Il problema è ben posto. Cerchiamo una soluzione della
forma:
Per λ < 0 l’unica soluzione è quella nulla. Per λ = 0 si trova che sono solu-
zioni tutte le costanti. Infine, per λ > 0, la soluzione generale dell’equazione
è
√ √
ϕ(x) = α sin( λx) + β cos( λx)
da cui
√ √ √ √
ϕ0 (x) = α λ cos( λx) − β λ sin( λx)
155
e, imponendo le condizioni ai limiti,
( (
α=0 α=0
√ √
−β λ sin( λπ) = 0 λn = n 2 , n ∈ N∗ .
ϕn (x) = βn cos(nx).
ψ 00 + n2 ψ = 0.
156
La funzione u è quindi pari rispetto alla x. Risulta poi
∞
X
ut (x, t) = β + (−nαn sin(nt) + nβn cos(nt)) cos(nx).
n=1
157
che sostituita nell’equazione del nostro problema ci dà:
158
Resta da imporre la condizione iniziale sulla derivata. Ricordando l’eserci-
zio 2.9 e in particolare la formula (2.25)
∞
X
ut (x, t) = nπbn sin(nπx) cos(nπt),
n=1
da cui
∞
X
ut (x, 0) = nπbn sin(nπx). (2.52)
n=1
Sviluppiamo ora il dato iniziale ut (x, 0) = x(1−x) dispari cosı̀ come la (2.52).
Si ha
∞
X 4(1 − (−1)n )
x(1 − x) = sin(nπx),
n=1
(nπ)3
1 4(1−(−1)n )
e, per confronto, si ottiene bn = nπ (nπ)3
, da cui
∞
X 4(1 − (−1)n )
u(x, t) = sin(nπx) sin(nπt) =
n=1
(nπ)4
∞
X 8
sin ((2n + 1)πx) sin ((2n + 1)πt) .
n=0
((2n + 1)π)4
ut (x, 0) = sin(πx) 0<x<1
u (0, t) = u (1, t) = 0 t > 0.
159
Risoluzione. Si tratta di un problema della corda vibrante con dato di
Dirichlet al bordo. Il problema è ben posto. L’unica soluzione la possiamo
cercare con il metodo di riflessione relativo al problema della corda vibrante
ad estremi fissi. Le funzioni
(
h(x) = x(1 − x)
k(x) = sin(πx)
vanno estese dispari e 2-periodiche. Si osservi che k = k(x) è già dispari
2-periodica, mentre h va sviluppata in serie di Fourier. Risulta
∞
X 8
h(x) = sin ((2n + 1)πx) .
n=1
((2n + 1)π)3
Si può ora applicare la formula di d’Alembert:
1 x+t
Z
1
u(x, t) = [h(x + t) + h(x − t)] + k(ξ)dξ =
2 2 x−t
∞
X 4
(sin ((2n + 1)π(x + t)) +
n=1
((2n + 1)π)3
1 x+t
Z
sin ((2n + 1)π(x − t))) + sin(πξ)dξ =
2 x−t
∞
X 4
(sin ((2n + 1)π(x + t)) +
n=1
((2n + 1)π)3
1
sin ((2n + 1)π(x − t))) − (cos(π(x + t)) − cos(π(x − t)))
2π
che è la soluzione cercata.
160
Risoluzione. Si tratta del problema della corda vibrante con dato di Diri-
chlet agli estremi. Il problema è ben posto. Cerchiamo una soluzione della
forma:
161
Tutte le soluzioni del problema sono perciò
ϕn (x) = αn sin(nx).
ψ 00 + 9n2 ψ = 0.
per n > 0 per cui, mettendo insieme, otteniamo la seguente soluzione dell’e-
quazione alle derivate parziali della forma (2.53):
Risulta poi
∞
X
ut (x, t) = (−3nαn sin (3nt) + 3nβn cos (3nt)) sin(nx).
n=1
162
∞
X
g(x) = bn sin(nx).
n=1
Si ha
2 π 2 π
Z Z
an = f (x) sin(nx)dx = x sin(nx)dx =
π 0 π 0
cos(nx) x=π 2 π cos(nx)
Z
2
x − + dx =
π n π 0 n
x=0
2 n 2 sin(nx) x=π 2
− (−1) + 2
= (−1)n+1
n π n n
x=0
e
2 π 2 π 2
Z Z
bn = g(x) sin(nx)dx = x sin(nx)dx =
π 0 π 0
cos(nx) x=π 2 π cos(nx)
Z
2 2
x − + 2x dx =
π n π 0 n
x=0
si ha
(
an = αn = n2 (−1)n+1
1 2π n+1 4
(2.55)
βn = 3n bn = 3n 2 (−1) + 3πn4
((−1)n − 1) .
163
!
2π 4
(−1)n+1 + 3 ((−1)n − 1) sin(3nt) sin(nx).
n πn
164