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1- CHE COS'E' SCRIVERE?

Differenza tra le arti → Sarte nella prima parte del capitolo differenzia tra loro le arti.

→ all'origine di qualsiasi vocazione artistica c'è una scelta indifferenziata che viene determinata col tempo
dal contatto con il mondo.

→ le arti di una stessa epoca si influenzano a vicenda, sono condizionate dagli stessi fattori sociali → ma le
arti non sono parallele→ non solo la forma crea una diversità tra le arti ma anche la sostanza.

Pittura e musica

La forma delle varie arti (colori, note, forme) non sono segni, non rimandano a qualcosa che sia loro
esterno→ non possono essere ridotti a loro stessi→ il senso che le abita resta a loro immanente.

→per convenzione si può attribuire alle forme un valore di segni→ l'artista prende gli oggetti e li
trasforma in oggetti immaginari→ concetto lontanissimo dal considerare colori e suoni come linguaggio→
es. il pittore non vuole tracciare segni sulla tela, vuole creare una cosa.

→ gli oggetti creati non esprimono le emozioni dell'artista come fanno le parole o le espressioni del suo
viso, essi ne sono invece impregnati, le sue emozioni sono filtrate. es. consideriamo l'emozione angoscia→
un cielo che vuole esprimere angoscia non è un cielo angosciato, è un'angoscia fatta cosa, angoscia
trasformata.

Differenza tra pittore/musicista e scrittore→ lo scrittore se presenta una cosa la presenta guidando il
lettore, può farci vedere quella cosa impregnata di valori altri, idee, significati (tramite il linguaggio), il
pittore invece “è muto”, ci presenta semplicemente una cosa→ è molto più ambiguo.

→un'opera artistica o musicale dice qualcosa che non si può mai comprendere del tutto, una cosa che
un'infinità di parole non basterebbero ad esprimere.

Poesia e prosa

→ la prosa e la scrittura ha a che fare con i significati, la musica e la pittura e la poesia no→ il poeta è uno
scrittore che rifiuta di utilizzare un linguaggio (dove per linguaggio si intende linguaggio con significato
come nella prosa).

→ tramite il linguaggio, mediante il linguaggio (inteso come strumento) si opera una ricerca della verità. I
poeti non cercano di discernere il vero e a esporlo, non pensano di “dare un nome” al mondo.

→ atteggiamento poetico considera le parole come cose e non come segni→ il segno è ambiguo, si può
considerare come oggetto o considerarlo come mezzo per raggiungere la cosa significata.

→ per i poeti le parole non hanno perso ogni significato, solo il significato può dare unità verbale.

Se le parole non avessero significato sarebbero solo suoni o tratti a penna.

→ Il poeta sceglie l'immagine verbale per un oggetto indipendentemente dalla parola che noi usiamo per
designare tale oggetto.

→ le parole non spingono il poeta in mezzo alle cose, “sono una trappola per afferrare una realtà
sfuggente”, linguaggio come specchio del mondo→ la parola al suo interno subisce cambiamenti per il
poeta→ la struttura della parola, la sua desinenza maschile o femminile, il suo aspetto scritto
rappresentano il significato→ una volta realizzato il significato l'aspetto fisico della parola vi si riflette e
diventa immagine del corpo verbale.

→la parola poetica è un microcosmo, crisi del linguaggio è scoppiata nel 900→ è una crisi poetica.
→ quando il poeta congiunge i microcosmi non si crea una frase, è solo una frase apparente, è in realtà un
oggetto.

→ parole-cose si raggruppano per associazioni magiche di concordanza e discordanza, come colori e


suoni→ frase-oggetto è l'unità poetica.

→ per il poeta la frase ha tonalità e gusto, l'interrogazione è un'immagine dell'insieme verbale che
delimita→ non è significato, è sostanza.

→ quando il prosatore espone i sentimenti li rende chiari, mentre invece il poeta riversa i sentimenti nelle
parole e poi li disconosce, sono le parole a impossessarsene.

→ l'universo del poeta e del prosatore sono separati, la prosa è utilitaria per essenza.

La prosa

la prosa si esercita sul discorso, la materia è il significante, le parole non sono oggetti, sono designazioni di
oggetti. La prosa è lo strumento privilegiato di una certa azione, è il poeta che contempla le parole in modo
disinteressato, la prosa non può avere come fine la contemplazione pura.

→ lo scrittore sa che la parola è azione, che svelare è cambiare e che non si può svelare se non progettando
di cambiare. Comunicare vuol sempre dire anche agire.

→ lo scrittore può essere modesto con la sua opera ma deve costruirla come se dovesse avere la più vasta
risonanza possibile.

→ lo scrittore ha scelto di svelare il mondo, in particolare di svelare l'uomo agli altri uomini, ma non è solo
questo lo scopo della letteratura.

→ la funzione dello scrittore è far sì che nessuno possa ignorare il mondo.

→ il silenzio non significa essere muti ma rifiutarsi di parlare, è un modo di comunicare.

→ c'è modo e modo di scrivere, si è scrittori perché si è scelto di dire le cose in un certo modo→ lo stile dà
valore alla prosa ma deve passare inosservato, le parole devono essere trasparenti per lasciare che il lettore
possa cogliere i significati chiaramente.

→ la bellezza della prosa deve essere dolce e insensibile, deve nascondersi, agire come persuasione.

→ nella prosa il piacere estetico è puro soltanto se viene oltre al resto.

→ i temi propongono lo stile ma non lo impongono, la lingua si adatta alla situazione→ le rinnovate
esigenze della società e della metafisica impegnano l'artista a trovare una lingua nuova e nuove tecniche.

Funzione dello scrittore

→ lo scrittore ha la funzione di indirizzare un messaggio.

→ la lettura è un atto di appropriazione, il lettore presta il proprio corso ai morti perché possano rivivere.

→ il mondo del libro è un mondo disincarnato dove gli affetti umani sono saliti al rango di affetti esemplari,
di valori. Mentre si legge il mondo reale diventa apparenza.

→ i libri salgono al rango di portatori di valori solo quando i loro scrittori sono morti→ i loro più validi
argomenti hanno perduto la loro efficienza, noi ne ammiriamo solo ordine e rigore, sono solo un'elegante
architettura dell'esposizione.
Raccomandazione agli scrittori contemporanei→ devono lanciare messaggi, devono limitare
volontariamente i propri scritti all'espressione involontaria dell'animo (ma non devono essere del tutto
naturali e non devono abbandonarsi al lirismo troppo nudo dei romantici). La causa che difendono deve
essere solo lo scopo apparente dei loro discorsi, lo scopo profondo è darsi senza parere. Devono disarmare
i loro ragionamenti, allo stesso modo in cui ha fatto il tempo con quelli classici.

Vera e pura letteratura→ soggettività che si offre sotto la specie dell'oggettivo, discorso disposto così
stranamente da equivalere a un silenzio, un pensiero che si nega da solo, un perpetuo insegnamento ma
fatto contro le espresse volontà di chi insegna.

→ Il messaggio è un'anima fatta oggetto.

2- PERCHE' SI SCRIVE? → ognuno ha un suo motivo, ma è molto importante il concetto di scrivere, mettere
per iscritto.

→ ogni nostra percezione si accompagna al fatto che la realtà umana è rivelante→ l'uomo è il mezzo per cui
le cose si manifestano. Gli uomini sono i rivelatori dell'essere ma non se sono produttori.

→ l'oggetto creato a noi sembra sempre incompiuto, l'oggetto non si impone mai.

→ uno dei principali motivi della creazione artistica è il bisogno di sentirci essenziali nei confronti del
mondo perché siamo consci di non esserlo→ → i risultati su tela o su carta della nostra arte non ci
sembrano mai oggettivi→ i procedimenti che lo hanno creati restano una trovata soggettiva→ noi siamo i
procedimenti, la nostra ispirazione e la nostra abilità→ nella percezione l'oggetto creato si dà come
essenziale e il soggetto che lo ha creato come inessenziale→ il soggetto cerca l'essenzialità nella creazione e
la ottiene→ infine l'oggetto diventa inessenziale.

La lettura

Dialettica tra oggetto e soggetto è palese nella scrittura→ l'oggetto letterario è come una trottola che esiste
solo quando è in movimento→ è fondamentale la lettura.

→ lo scrittore non può leggere la sua creazione perché la lettura è attesa, previsione, ipotesi.

→ la scrittura è in sé una operazione di quasi lettura implicita che rende impossibile la lettura vera→ lo
scrittore quando scrive non prevede né fa congetture bensì progetta.

→ lo scrittore quando scrive mette mano solo alla sua soggettività, l'oggetto che crea è fuori dal suo raggio
d'azione, non lo crea per sé, non può rileggerlo→ può valutarlo ma non sentirlo.

→ la scrittura è in rapporto dialettico e imprescindibile con la lettura→ l'oggetto scritto è sotteso da due
agenti distinti→ scrittore e lettore.

→ l'operazione dello scrivere implica la lettura come atto correlativo dialettico→ sforzo congiunto tra
autore e lettore fa nascere quell'oggetto concreto e immaginario che è l'opera→ l'arte esiste per gli altri e
per mezzo degli altri.

Lettura= sintesi tra creazione e percezione→ pone allo stesso tempo essenzialità del soggetto (è richiesto
per svelare l'oggetto e per produrlo) e essenzialità dell'oggetto (è trascendente e impone le sue strutture,
va osservato).

→ il lettore svela e crea, crea svelando→ il senso dell'oggetto scritto quindi non è contenuto nelle parole, il
senso non è la somma delle parole ma la totalità organica delle parole.

 Lettura è scoperta o reinvenzione? La lettura è vera e propria creazione diretta→ l'oggetto letterario non
ha altra sostanza che la soggettività del lettore.
→ ogni opera letteraria è un appello al lettore, perché è fondamentale a completare l'opera. Lo scrittore si
appella alla libertà del lettore - immaginazione dello spettatore non ha soltanto una funzione regolatrice ma
costitutiva.

→ la bellezza della natura non è per niente paragonabile a quella dell'arte, l'opera d'arte non ha fini, è un
fine.

(1)→ l'opera d'arte è valore perché è appello→ lo scrittore non deve sconvolgere ma proporre il compito al
lettore, l'opera d'arte ha un carattere di pura presentazione.

→ libertà del lettore si pone risolutamente in stato di passività allo scopo di ottenerne, mediante il
sacrificio, un certo effetto trascendente→ libertà come passione cristiana.

→ non sono i sentimenti del personaggio a provocare i sentimenti del lettore, ma sono i sentimenti del
lettore a dare obiettività e consistenza ai sentimenti del personaggio.

Concetto di generosità del lettore e di libertà di autore e lettore → gli effetti del lettore non sono mai
dominati dall'oggetto, sono sempre generosi nel senso che hanno la loro fonte permanente nella libertà del
lettore→ la lettura è quindi un esercizio di generosità, lo scrittore pretende dal lettore il dono di tutto il suo
essere→ l'uomo che legge si eleva al massimo.

→ l'autore scrive per rivolgersi alla libertà dei lettori e chiede di dare un'esistenza alla sua opera→ in
cambio chiede che i lettori gli restituiscano la fiducia loro accordata→ i lettori devono riconoscere la sua
libertà creatrice e la devono sollecitare a loro volta.

→ il lettore progredisce nella sicurezza, la lettura è induzione, il fondamento di tali attività riposa sulla
volontà dell'autore.

→ la decisione di scrivere presuppone che lo scrittore abbia operato un distacco nei confronti dei suoi
affetti e abbia trasformato le sue emozioni in emozioni libere→ la lettura è un patto di generosità tra autore
e lettore→ ciascuno ha fiducia nell'altro, fiducia che è già generosità.

Esigenza dell'autore→ che il lettore spinga al massimo le sue esigenze.

→ lo scopo finale dell'arte è recuperare questo mondo presentandolo alla vista così com'è, come se la sua
fonte fosse la libertà umana.

→ lo scrittore sceglie di appellarsi alla libertà degli altri uomini perché restituiscano la totalità dell'essere
all'uomo e richiudano l'umanità sull'universo mediante le implicazioni reciproche delle loro esigenze.

Il piacere estetico → lo scrittore mira a dare ai lettori piacere estetico→ sentimento complesso, gioia
estetica che viene negata al creatore poiché crea e si confonde con la coscienza estetica dello spettatore.

→ il piacere estetico è segno che l'opera è compiuta.

→ il piacere estetico si fonde con il riconoscimento di un fine trascendente e assoluto che interrompe per
un attimo la cascata utilitaria dei fini-mezzi e dei mezzi-fini→ è appello e quindi valore. Vedi (1)

Fenomeno estetico→ creazione in cui l'oggetto creato viene dato come oggetto al suo creatore→ unico
caso in cui il creatore gioisce di ciò che crea.

Sentimento di sicurezza→ nasce dalla consapevolezza di essere essenziale nei confronti di un oggetto
assunto come essenziale.

Il sentimento di sicurezza imprime una calma sovrana alle più violente emozioni estetiche→ originata dalla
constatazione di una armonia rigorosa tra soggettività e oggettività→ l'oggetto estetico di fatto è il
mondo→ gioia estetica si unisce alla coscienza posizionale che il mondo è un valore→ si ha così la
modificazione estetica del progetto umano→ mondo ci appare come orizzonte della nostra situazione.

Gioia estetica→ proviene dalla consapevolezza di ricuperare e interiorizzare il non io per eccellenza
trasformando il dato in imperativo e il fatto in valore (consapevolezza di riportare all'essere l'universo
inteso come oggetto unico e assoluto).

La gioia estetica pretende un patto tra libertà umane perché:

a) Lettura→ riconoscimento fiducioso ed esige la libertà dello scrittore b) Piacere estetico→ goduto come
valore, comporta esigenza assoluta nei confronti degli altri→ ogni uomo deve provare lo stesso piacere
leggendo la stessa opera.

→ in questo modo l'umanità intera è presente nella sua libertà più elevata.

Conclusioni

→ “Nella gioia estetica la coscienza posizionale è coscienza immaginante del mondo nella sua totalità come
essere e come dover-essere, mondo come interamente nostro e interamente estraneo, tanto più nostro
quanto più estraneo” (?) (p.47)

→ coscienza non posizionale→ avvolge la totalità armoniosa delle liberà umane perché costituisce l'oggetto
di una fiducia e di una esigenza universali.

Scrivere→ svelare il mondo e proporlo come un compito alla generosità del lettore, è ricorrere alla
coscienza altrui per farsi riconoscere come essenziale alla totalità dell'essere e vivere questa essenzialità
per interposta persona.

→ il mondo reale non si rivela che nell'azione→ non ci si può sentire dentro se non superandolo per
mutarlo→ l'universo del romanziere non sarebbe consistente se non lo si presentasse in movimento, se non
lo si scoprisse in azione.

Esempio→ in un racconto l'oggetto non trae la propria densità esistenziale dalla quantità e lunghezza delle
descrizioni, ma dalla complessità dei suoi vincoli con i diversi personaggi→ apparirà tanto reale quanto
verrà manipolato, presoecc.. Ogni entità finzionale affinché abbia il massimo di densità bisogna che la
rivelazione-creazione per il quale il lettore la scopre comporti anche impegno immaginario nell'azione→
quanto più si prenderà gusto a cambiarlo tanto più sembrerà vivo.

Errore del realismo→ credere che il reale si rivelasse nella semplice contemplazione per dare un quadro
imparziale della realtà→ ma è la percezione stessa della realtà ad essere parziale e la denominazione è già
modificazione dell'oggetto osservato e denominato.

 Scrittore e lettore in rapporto alle ingiustizie del mondo

Lo scrittore deve accettare di essere essenziale per l'universo anche accettandolo con le sue Ingiustizie →
bisogna che lo sia e deve accettarlo confidando di abolirle.

Il lettore deve rendersi responsabile del mondo ingiusto che viene creato e mantenuto in vita dalla sua
lettura.

→ l'universo è sorretto dallo sforzo congiunto delle libertà di scrittore e lettore→ lo scrittore tenta di
integrarlo nell'umano tramite il lettore→ l'universo così appare sorretto da una libertà che ha assunto come
fine la libertà umana.

→ l'opera per quanto malvagia e disperata deve essere l'umanità che dipinge→ deve essere generosa→
non nel senso che deve essere intrisa di buoni sentimenti, ma la generosità deve essere la trama stessa del
libro→ deve apparire ovunque una sorta di leggerezza essenziale→ serve a ricordare che l'opera non è un
dato naturale ma un'esigenza e un dono→ viene offerto al lettore un mondo con ingiustizie che non devono
essere contemplate con freddezza ma devono essere animate con indignazione, devono essere svelate
come ingiustizie.

→ l'universo dello scrittore si svela in tutta la sua profondità solo con l'ammirazione e l'indignazione del
lettore dopo un esame dell'opera.

→ l'opera può definirsi come presentazione immaginaria del mondo in quanto esigenza della libertà
umana→ quindi la letteratura negativa non esiste perché se un romanziere tratteggia un mondo a tinte
fosche queste tinte sono usate per mettere in risalto la libertà degli uomini liberi.

→ un brutto romanzo mira a piacere tramite l'adulazione, un buon romanzo è esigenza e atto di fede.

→ lo scrittore in quanto uomo libero ha come unico tema la libertà.

→ l'arte della prosa è solidale solo con la democrazia, solo in essa conserva un senso e quando è minacciata
l'una lo è anche l'altra.

3- PER CHI SI SCRIVE → si scrive pensando a un lettore universale ma in realtà si scrive per i propri
contemporanei, compatrioti, fratelli di razza o classe→ un'opera dello spirito è per sua natura allusiva.

→ il linguaggio è ellittico, viene utilizzato all'interno di un determinato contesto che lo completa.

→ le persone di una stessa collettività, che hanno vissuto gli stessi avvenimenti hanno lo stesso “sapore in
bocca”, hanno vissuto le stesse esperienze e si può scrivere usando “parole chiave”, allusive appunto.

 La storia, il contesto: L'autore ha una sua storicità, è impegnato nella storia e non ne è astratto→ anche gli
autori sono storici→ alcuni autori immersi nella stessa storia stabiliscono un contatto storico per mezzo del
libro.

→ ogni libro propone una liberazione concreta partendo da una particolare alienazione→ impliciti
riferimenti a istituzioni, modi di vivere, di ragionare,costumi ecc..→ l'autore anima questo mondo e lo
compenetra con la sua libertà→ il lettore deve operare la sua liberazione concreta proprio a partire da
questo mondo compenetrato della libertà dell'autore.

→ il mondo è alienazione, situazione, storia.

→ la libertà dell'autore e del lettore si cercano e si modificano attraverso un mondo.

→ la scelta dell'autore determina il lettore e viceversa, scegliendo il lettore l'autore determina l'argomento
del suo libro.

-segue lunga digressione su Vercors, autore francese attivo durante l'occupazione tedesca in Francia negli
anni '40-

→ Vercors definisce il suo pubblico attraverso il modo di definire gli oggetti del mondo che rappresenta nel
suo romanzo Silence de la mer. 

L'impegno dello scrittore:

Taine→ l'ambiente produce lo scrittore. Ma secondo Sartre è importante considerare che è il pubblico a
formare l'autore tramite un appello→ gli pone delle domande alla sua libertà. Il pubblico è un'attesa, un
vuoto da colmare, un'aspirazione.
→ uno scrittore è impegnato quando cerca di acquistare una coscienza chiara e completa di essere
impegnato→ quando trasferisce il suo impegno dal piano della spontaneità immediata al piano della
riflessione.

→ lo scrittore è mediatore per eccellenza, questa mediazione costituisce il suo impegno.

→ se è vero che bisogna giudicare un'opera in base alla condizione del suo scrittore bisogna anche
considerare la sua condizione non solo come uomo in generale ma in particolare di scrittore.

→ esempio di Richard Wright→ scrittore nero del sud degli USA→ in quanto scrittore e nero si saprà già
l'argomento dei suoi libri→ saranno sull'alienazione della razza nera negli USA→ R.Wright non si rivolge
quindi all'uomo universale.

Uomo universale→ può preoccuparsi solo di problemi universali.

→ l'universalità del genere umano sta all'orizzonte del gruppo storico dei suoi lettori.

Per Wright gli altri negri rappresentano la soggettività, hanno avuto le sue stesse esperienze→ lui è la loro
coscienza, si capiscono al volo, hanno avuto lo stesso contesto e l'autore sa come comunicare
perfettamente con loro. Per i bianchi invece è diverso, Wright rappresenta l'altro, quindi Wright non
riuscirà mai a comunicare con loro come fa con gli altri uomini che hanno vissuto nel suo stesso contesto.

Problema comunicativo→ Wright non sa che parole usare, non sanno che risonanza avranno nelle
coscienze straniere dei bianchi. Se Wright avesse deciso di parlare solo ai bianchi sarebbe stato più prolisso,
chiaro e didattico. Se Wright avesse deciso di parlare solo ai neri sarebbe stato ancora più ellittico perché il
linguaggio sarebbe potuto essere ancora più allusivo.

→ Wright scrive per un pubblico diviso ed è stato in grado di mantenere e insieme superare questa

divisione.

Il prezzo dello scrittore: Lo scrittore non l si paga, lo si mantiene, la sua attività è di fatto inutile.

→ lo scrittore può anche essere nocivo per la società→ impone una coscienza inquieta→ in eterno
antagonismo con le forze conservatrici che mantengono l'equilibrio che lui vuole rompere→ talvolta viene
pagato proprio dalle forze conservatrici a cui si oppone.

→ parassita della classe dirigente→ opera contro gli interessi di chi gli fornisce i mezzi per vivere→ il
conflitto può essere dissimulato ma esiste sempre.

→ aspetto oggettivo del conflitto può esprimersi come antagonismo tra le forze conservatrici (pubblico
reale dello scrittore) e forze progressive (pubblico potenziale).

→ in una società senza classi lo scrittore potrebbe essere mediatore di tutti→ allargarsi del pubblico reale
fino ai confini del pubblico potenziale porterebbe nello scrittore una conciliazione di tendenze opposte→ la
letteratura sarebbe interamente liberata e rappresenterebbe la negazione come momento necessario della
costruzione→ questo tipo di società però non esiste.

→ la letteratura è nella sua più semplice espressione quando il pubblico potenziale non esiste e lo scrittore
anziché rimanere ai margini della classe privilegiata ne viene assorbito e la letteratura si identifica con
l'ideologia dei dirigenti.

→ questo caso si ha avuto nella letteratura europea del XII secolo.

Digressione sulla letteratura medievale dei chierici del XIX secolo, scrittore come custode di un'unica
ideologia → rivoluzione cristiana→ spirito come negazione e superamento tramite trascendenza oltre il
regno della Natura→ il potere di superare l'oggetto è diventato oggetto→ lo spirituale è prigioniero del
cristianesimo e fatto oggetto, è uno spirituale alienato.

→ la società medievale deve rispondere alle sue esigenze spirituali e forma un corpo di professionisti→ al
tempo dei chierici la letteratura e la scrittura sono tecniche strettamente riservate ai professionisti ed
esclusivamente legate all'ideologia cristiana→ tramite la scrittura si conserva e si trasmette l'ideologia
cristiana.

→ i baroni scaricano sui chierici il compito di produrre e conservare la spiritualità.

→ la Chiesa poi si è servita dell'immagine, un linguaggio molto più semplice ed efficace.

→ lo scopo degli ecclesiastici è quello di sussistere come corpo specializzato in contrapposizione ai secolari.

→ la spiritualità e la letteratura sono alienate, trionfa solo un'unica ideologia e l'unico pubblico di uno
scrittore sono gli altri scrittori→ non è ammissibile scrivere per una collettività ristretta limitandosi a
illustrare idee e valori eterni e idee a priori→ è la morte della letteratura→ coscienza tranquilla del letterato
medievale.

Digressione sulla letteratura francese del XVII secolo, scrittore che aderisce all'ideologia delle classi
dominanti → per mantenere la coscienza tranquilla gli scrittori non devono per forza limitarsi a scrivere solo
per altri scrittori, ma basta aderire all'ideologia delle classi privilegiate→ la funzione dello scrittore diventa
non solo quella di essere custode dei dogmi ma semplicemente quella di non esserne dei detrattori→
periodi della letteratura francese dei XVII secolo (Pascal, Cartesio)→ la laicizzazione dello scrittore e del suo
pubblico sta raggiungendo il suo culmine→ accade per circostanze esteriori (istruzione, indebolimento del
potere spirituale, ideologie nuove).

→ laicizzazione non significa universalizzazione→ il pubblico ha limiti ristretti→ corte, clero, magistratura,
ricca borghesia→ pubblico che opera una particolare forma di censura→ gusto.

→ oggi il pubblico è in stato di passività rispetto allo scrittore→ la letteratura è diventata un semplice
mezzo di informazione e la scrittura è un modo di comunicare molto diffuso.

→ nel secolo XVII scrivere vuol dire già scrivere bene→ perché i lettori sono tutti scrittori in potenza→
scrittura è segno della superiorità della sua classe e si legge perché si sa scrivere.

Pubblico del XVII secolo→ attivo, le produzioni dello spirito gli sono sottoposte, le giudica secondo una scala
di valori fissa→ la società del tempo ha delle regole fisse, delle cerimonie, dei valori che il pubblico vuole
ritrovare anche nei libri. L'ideologia religiosa è incrollabile e affiancata da una ideologia politica altrettanto
forte.

→ idea particolare del tempo nel XVII secolo→ epoca chiusa come immagine di un passato lontano→
un'idea per essere approvata deve confermare la sua antichità.

→ una rivoluzione come quella romantica non è possibile perché non esiste ancora una massa indecisa da
sorprendere, che può scoprire sentimenti che ignorava→ le convinzioni del XVII sono incrollabili e la società
è salda.

Ci sono ancora scrittori che si limitano a difendere l'ideologia e i dogmi, poi ci sono i “cani da guardia”→
storiografi, poeti di corte, giuristi, filosofi→ mantengono l'ideologia monarchica salda, sono come i chierici
ma per il potere politico.

→ C'è anche una terza categoria di scrittori→ laici, accettando l'ideologia religiosa e politica senza sentirsi
obbligati né a provarla né a conservarla→ non ne parlano nei loro libri ma la accettano implicitamente.
→ questi scrittori sono borghesi mantenuti dalla aristocrazia→ formano una sorta di corporazione→ il
potere regio li raggruppa in Accademie (collegio simbolico)→ sono mantenuti dal re e letti da una cerchia
ristretta, rispondono alle richieste di un pubblico circoscritto→ hanno la coscienza apposto come i chierici
del XII secolo.

→ si parla delle masse senza che loro lo sappiano→ pubblico omogeneo che non è diviso tra lettori reali ma
detestabili e lettori potenziali che si vorrebbero raggiungere ma rimangono fuori portata.

→ gli scrittori si interrogano sulla loro missione solo quando questa non è chiara e loro devono scoprirla→
gli scrittori del XVII secolo hanno una funzione definita→ si rivolgono a un pubblico ristretto, colto, attivo,
che esercita su di loro un controllo totale→ devono semplicemente riflettere all'elite che li mantiene la loro
immagine.

→ lo scrittore del seicento non può tracciare un ritratto-confutazione del suo lettore reale percheè non ha
ancora preso coscienza di alcuna contraddizione fra sé stesso e il suo pubblico→ non si accosta ai suoi
lettori dall'esterno→ lo scrittore del seicento diventa complice del suo pubblico, non adotta nessuno
sguardo estraneo.

→ in ogni sua opera il valore e il senso sono fissati dalla tradizione, profondamente integrati.

→ è un’epoca classica→ classicismo si sviluppa quando una società ha preso una forma relativamente
stabile, celebra il mito della sua continuità, confonde il presente con l'eterno, storicità con tradizione→ la
gerarchia delle classi è tale che ogni lettore per lo scrittore è come un critico ufficiale e un censore.

→ lo scrittore si limita a dare forma ai luoghi comuni adottati dall'elite.

→ lettura diventa cerimonia di riconoscimento.

→ lettore e scrittore la pensano allo stesso modo su ogni argomento→ produzioni dello spirito sono atti di
cortesia.

→ si possono trovare gli stessi pensieri nei libri più diversi e gli scrittori non ne sono scoraggiati→ si
accontenta di vederli presentati con magnificenza.

→ fattori economici, metafisici, religiosi e politici non vengono considerati, non sono importanti.

→ ogni cambiamento nella natura umana non è preso in considerazione, la storia è eterna ripetizione, la
natura dell'uomo è solo lievemente scalfita dai cambiamenti.

→ la storia si presenta come un processo di leggera involuzione→ i grandi avvenimenti sono tutti passati,
l'antichità ha già raggiunto le vette delle arti, i modelli antichi sembrano ineguagliabili.

Psicologia→ è tradizionale, non tende a scoprire verità profonde e nascoste→ questo processo avviene solo
nelle società instabili con il pubblico distribuito su varie classi sociali, lo scrittore quindi è scontento e
inventa e propone spiegazioni per le sue angosce.

→ nel XVII sec ci troviamo di fronte ad una psicologia puramente descrittiva→ non descrive l'esperienza
personale dell'autore ma riproduce quello che l'elite pensa di sé.

→ è presente la satira ma è pur sempre una satira interna all'elite, che prende di mira individui ai margini
della società elitaria.

→ l'autore è convinto che tutto sia già stato detto, può limitarsi a ripeterlo con garbo.

→ stabilità della casa regnante è garanzia anche per lo scrittore.


→ l'immagine che lo scrittore offre all'elite però affascina e compromette→ è un'immagine che è pur
sempre un'opera d'arte, si fonda sulla libertà dell'autore, è un appello alla libertà del lettore.

→ l'elite ritrova sé stessa allo specchio ma come si vedrebbe se si guardasse con occhi severi.

→ è un processo interno ma spinge al limite massimo lo sforzo che ognuno fa per vedere chiaro dentro di
sé.

→ immagine riflessa è puramente psicologica→ si offre al lettore un mondo di belle maniere e di


cerimoniosità dal quale emerge per il solo fatto che lo si invita a uscirne e a riconoscervisi.

→ l'arte del XVII secolo è eminentemente moralizzatrice→ lo scrittore pone davanti al lettore l'immagine di
sé stesso e gliela rende insopportabile. E' anche una limitazione→ è solo moralizzatrice, i problemi
metafisici, religiosi, politici e sociali sono considerati come inesistenti.

→ lo scrittore è assimilato alla classe elitaria ma non ne è complice→ la sua opera è liberatrice perché ha
per effetto la liberazione.

La letteratura del XVIII secolo, autore che confuta l'ideologia delle classi dirigenti → se il pubblico reale si
suddivide e compare il pubblico potenziale la situazione cambia→ si arriva alla letteratura del XVIII secolo.

→ gli scrittori provengono ancora dalla classe borghese, vengono declassati dai favori dei grandi.

→ la cerchia dei lettori si è sensibilmente allargata, la borghesia ha iniziato a leggere, gli scrittori continuano
a ignorare le classi inferiori.

→ pubblico è diviso in due, gli scrittori devono soddisfare pretese contraddittorie→ la tensione caratterizza
questo periodo.

Classe dirigente→ ha perso la fiducia nella sua ideologia, è sulla difensiva, può solo provare a ritardare il
diffondersi delle nuove idee ma non può fare a meno di lasciarsene permeare. Ha capito che gli ideali
religiosi e politici erano gli strumenti migliori per rafforzare il proprio potere ma ora li vede solo come
strumenti→ ha smesso di crederci ciecamente→ verità pragmatica ha preso il posto della verità rivelata.

→ censura e sanzioni sono più evidenti, nascondono una debolezza.

Chierici→ non esistono più, la letteratura della chiesa è solo apologetica→ si mette contro la libertà, sprona
a provare timore→ va contro la libertà e dunque non è letteratura, non c'è nessun appello agli uomini liberi.

Elite→ si rivolge agli scrittori con una richiesta impossibile→ gli chiede di difendere dei dogmi diventati
irrazionali, vuole che gli scrittori introducano un po' di libertà in un'ideologia che intristisce→ chiede agli
scrittori di diventare propagandisti pur rimanendo scrittori. → lo scrittore acconsente di rafforzare questa
ideologia accetta per libero arbitrio, la sua adesione volontaria lo libera dai principi che un tempo lo
governavano senza che lui lo sapesse.

Borghesia→ classe in ascesa, aspira a liberarsi di una ideologia imposta, inizia a costruirne una propria.
Borghesia subisce oppressione politica. Inizia ad avere supremazia economica, ha cultura e tempo libero. E'
classe in ascesa.

→ per la prima volta una classe oppressa si presenta allo scrittore come pubblico reale.

→ lo scrittore non è ancora chiuso tra un'ideologia in declino e una nuova ideologia rigorosa di una classe in
ascesa (come sarà più avanti) → la borghesia non ha ancora una sua ideologia e vuole essere illuminata,
sente che il suo pensiero è alienato e vorrebbe prendere coscienza di sé.
→ si intravedono tracce di organizzazione nella borghesia ma sono ancora associazioni di ricerca che
aspettano le idee piuttosto che produrle.

→ si diffonde una letteratura popolare e spontanea fatta da dilettanti che non entra in concorrenza con lo
scrittore vero, anzi lo scrittore vero viene spronato, lo scrittore viene a conoscenza delle aspirazioni confuse
della collettività.

Aristocrazia→ pubblico di mezzi specialisti, reclutato e formato a corte.

→la borghesia invece è già l'abbozzo di un pubblico di massa→ è in stato di relativa passività→ non pratica
infatti l'arte dello scrivere, non ha un'opinione preconcetta di stile e generi letterari.

→ lo scrittore si trova sollecitato da tutte e due le parti.

→ l'intera borghesia prende coscienza di sé→ nessuna classe può prendere coscienza di sé se non
vedendosi contemporaneamente dal di dentro e dal di fuori→ gli intellettuali servono a questo→ vengono
declassati nel senso che vengono tratti fuori dal loro ambiente→ perdono il loro status di borghesi per aver
ricevuto il favore dei grandi→ ha privilegi che lo portano a vivere nel slusso.

→ cambia il concetto di gloria→ gloria è essere letti dalla piccola borghesia.

→ è però ancora il monarca a consacrare il genio→ epoca dei sovrani illuminati.

→ lo scrittore vive nel lusso e nel favore dei monarchi ma mantiene una sua volgarità legata alla sfera
borghese→ ha un carattere intermedio tra le due classi.

→ scrittore trae motivo di orgoglio da questa contraddizione→ pensa di non essere legato a nessuno→
scrive per rivendicare il suo declassamento, viene accettato e trasformato in solitudine→ contempla i
grandi dal di fuori con gli occhi dei borghesi e contempla i borghesi dal di fuori con gli occhi dei nobili→ ma
conserva abbastanza complicità con gli uni e con gli altri da poterli comprendere ugualmente anche
dall'interno.

Letteratura→ prende coscienza di sé per mezzo dello scrittore e prende coscienza della sua autonomia→
letteratura afferma la sua indipendenza, non riflette più luoghi comuni, si identifica con lo spirito (potere
permanente di formulare e criticare idee) → recupero della letteratura è puramente astratto e formale→ le
opere letterarie non sono espressione concreta di nessuna classe→ la letteratura di confonde con la
negazione perché gli scrittori cominciano a respingere qualsiasi solidarietà con l'ambiente da cui
provengono e con chi li adotta→ si crea una spiritualità nuova→ facoltà di superare continuamente il dato,
qualunque esso sia.

→ prima il pensiero della verità non turbava lo scrittore perché l'ideologia dominante lo metteva al riparo
da qualsiasi dubbio→ ora la spiritualità è diventata un movimento astratto→ penetra tutte le ideologie, la
verità si libera di qualsiasi filosofia concreta e particolare, si rivela nella sua indipendenza astratta, diventa
idea regolatrice della letteratura e la meta lontana del movimento critico.

Spiritualità, letteratura e verità→ nozioni legate, hanno come strumento l'analisi, metodo negativo e critico,
scioglie i dati concreti in elementi astratti, rende i prodotti della storia delle combinazioni di concetti
universali.

→ la letteratura libera lo scrittore ed è una funzione astratta e un potere a priori della natura umana, è il
movimento che permette all'uomo di liberarsi dalla storia→ è esercizio della libertà.

→ nel XVII quando si sceglieva di scrivere si sceglieva un mestiere preciso con regole da rispettare, nel XVIII
secolo ogni opera è un'invenzione particolare, è una decisione singolare dell'autore, ogni scrittore porta le
sue regole e i suoi principi.
→ lo scrittore del XVIII rivendica nelle sue opere il diritto di esercitare contro la storia una ragione
antistorica→ invita il suo pubblico a spezzare i propri legami storici per seguirlo nell'universalità→ non si
cura di dare ai suoi lettori una coscienza più chiara della loro classe→ alla borghesia rivolge l'appello di
dimenticare pregiudizi e timori e alla nobiltà lancia l'appello di deporre privilegi e orgoglio.

→ lo scrittore è divenuto universale e deve avere lettori universali.

→ la borghesia non ha interesse ad avere piena coscienza di sé→ è molto variegata al suo interno, molto
stratificata e per rimanere unita deve avere tratti generici e astratti.

→ si sta preparando una rivoluzione politica, un'ideologia rivoluzionaria non esiste ancora, non esiste
nemmeno un partito organizzato.

→ lo scrittore è una guida in questo secolo→ gli basta difendere il suo mestiere per essere guida alle
aspirazioni della classe in ascesa.

→ scrittore ignora la mediocrità e tranquillità degli scrittori dei secoli precedenti, la sua vita è tormentata→
le sue opere dello spirito sono doppiamente un'azione→ esprimono idee che devono originare
sconvolgimenti sociali e fa correre rischi al suo autore. E' azione liberatoria.

→ letteratura ha una funzione liberatrice che rimane dissimulata e implicita.

→ l'appello che lo scrittore rivolge al suo pubblico borghese è un incitamento alla rivolta,
contemporaneamente al suo pubblico dirigente lancia un appello alla lucidità, all'esame critico e
all'abbandono dei propri privilegi.

Epoca di Rousseau che è come Wright→ scrive per i padroni e per gli oppressi.

→ parla ai suoi lettori dall'alto della sua natura umana universale.

→ prende coscienza della liberà assoluta, la sua posizione è critica per eccellenza, critica le istituzioni,
superstizioni, tradizioni→ elementi andati in crisi dopo il XVII secolo→ lo scrittore scopre il presente, quel
presente che prima era visto come un aspetto sensibile dell'eterno o come un'emanazione degradata
dell'antichità→ visione appassionata del presente data dall'idealismo→ gli scrittori intervengono nella vita
pubblica perché sanno che possono influire sul corso degli eventi→ sanno che devono attivarsi per
un'impresa breve in un periodo propizio.

→ lo sconvolgimento del pubblico e la crisi della coscienza europea hanno investito lo scrittore di una
funzione nuova→ si sottomette al controllo rigoroso dei suoi pari ma intravede un desiderio indifferenziato
che lo libera dalla loro censura→ ci si avvicina al romanticismo.

Letteratura nel XIX secolo

→ identificando la causa delle lettere con quella della democrazia politica gli scrittori hanno aiutato la
borghesia a impadronirsi del potere→ dopo la vittoria scompare l'oggetto delle rivendicazioni della
letteratura→ la libertà di pensiero e l'uguaglianza dei diritti politici vengono conquistate e la difesa della
letteratura diviene solo un gioco formale che non interessa a nessuno→ gli scrittori perdono la loro
situazione di privilegio.

→ l'armonia miracolosa che univa le esigenze della letteratura e quelle della borghesia oppressa si è rotta
da quando le une e le altre si sono realizzate.

→ i due fronti si sono unificati, la nobiltà è confluita nella borghesia, gli scrittori non possono più uscire
dalla loro classe-

→ la borghesia inaugura nuove forme di oppressione ma non è parassitaria.


→ opera letteraria come servizio retribuito.

→ utilitarismo→ il fine è sottointeso, la vita umana deve consumarsi con l'organizzare i mezzi.

→ l'opera d'arte per essere considerata deve scendere dalla sfera dei fini incondizionati e rassegnarsi a
diventare utile a sua volta.

→ la borghesia non è legittimata dalla provvidenza→ la letteratura deve aiutare i borghesi a sentirsi
borghesi.

→ nel XIX sec la scrittura rischia di diventare la coscienza soddisfatta di una classe oppressiva→ lo scrittore
perde lo spirito di libera critica→ il suo pubblico si oppone alle critiche perché prima la borghesia si
adattava per opporsi alla nobiltà, adesso dalla distruzione vuole passare alla costruzione.

→ l'etica borghese non deriva dalla provvidenza, le sue regole e i suoi principi sono iscritti nelle cose.

→ l'arte borghese vieta di sondare troppo a fondo il cuore umano per paura di trovarvi il disordine→ la
facilità si vende meglio.

→ il borghese non ha rapporti con le forze naturali se non per interposta persona, la realtà materiale gli
appare sotto forma di manufatti.

→ il borghese pensa per schemi e si è convinto che l'universo sia riducibile a un sistema→ progresso umano
come vasto movimento di assimilazione delle idee che si assimilano tra loro, e così anche gli spiriti.

→ immenso processo digestivo che termina con l'unificazione del pensiero e la totale integrazione della
società.

→ ottimismo che è agli antipodi della concezione che lo scrittore ha della sua arte→ lo scrittore distingue le
cose dal pensiero.

→ L'arte non si riduce all'idea, è produzione o riproduzione di un essere, di qualcosa che non si lascia mai
pensare del tutto; l'essere è totalmente permeato di un'esistenza, di una libertà che decide della sorte
stessa e del valore del pensiero.

→ l'artista ha sempre avuto una sua comprensione particolare del male→ non è isolamento di un'idea ma
irriducibilità del mondo e dell'uomo al Pensiero.

Borghese→ si riconosce perché nega l'esistenza delle classi sociali e della borghesia in particolare, fonda il
suo potere sulla maturazione perfetta che dà il possesso secolare dei beni di questo mondo.

→ il borghese crede che le ineguaglianze siano accidenti fortuiti, non esiste il proletariato, esiste ogni
proletario isolato nella sua natura umana.

→ il borghese deve solo cercare di piacere o di intimidire→ vede lo scrittore come uno specialista→ vuole
ricevere ricette ineffabili per sedurre e per dominare.

→ il pubblico non chiede più allo scrittore di rendere l'estraneità e l'opacità del mondo ma di dissolverlo in
impressioni elementari e soggettive che ne rendano facile la digestione.

→ le opere diventano inventari della proprietà borghese, perizie psicologiche che garantiscono i diritti
dell'elite e pongono in evidenza la saggezza delle istituzioni.

→ mezzi psicologici e stile sono codificati→ letteratura è stata assassinata→ alcuni si oppongono dal 1850.

dal 1850→ unificazione completa del pubblico induce lo scrittore a scrivere contro tutti i suoi lettori,
disprezza chi compra le sue opere→ conflitto fondamentale tra scrittore e pubblico.
Romanticismo→ era stato un vano tentativo di evitare la lotta aperta→ dopo il 1850 non è più possibile
dissimulare la contraddizione profonda tra ideologia borghese ed esigenze della letteratura.

→ scrittori individuano un pubblico virtuale negli strati profondi della società→ opta per la massa contro
l'elite e tenta di ricostruire la dualità dei pubblici.

→ parlano al popolo ma non lo conoscono affatto→ gli scrittori non derivano dal popolo, il socialismo degli
scrittori è un sottoprodotto dell'idealismo borghese.

→ la maggior parte d questi autori del periodo 1850-1914 sono vittime di una rivoluzione mancata, nessuno
di loro a parte Hugo ha lasciato un'impronta.

→ la classe oppressa non può assorbire gli scrittori perché non sa ancora di aver bisogno di loro.

XVIII secolo→ le libertà politiche non si distinguono dalle libertà indispensabili richieste dalla letteratura. Le
libertà formali che gli scrittori difendono non hanno più niente a che fare con le esigenze profonde del
proletariato→ già gode di libertà politica e non sa ancora cosa farsene della libertà di pensiero, vuole un
miglioramento materiale.

XIX→ la letteratura è appena stata liberata dall'ideologia religiosa e si rifiuta di servire l'ideologia
borghese→ si pone come indipendente da qualsiasi ideologia→ acquista un carattere astratto di pura
negazione ma non ha ancora capito che essa stessa è l'ideologia che si affanna ad affermare.

→ letteratura deve cogliere le variazioni del diverso e deve imporre un'unificazione rigorosa mediante lo
stile→ è un metodo formale per unificare e abbellire tutti gli argomenti.

→→ letteratura diventa oggetto di se stessa, passa allo stadio della riflessione, mette alla prova i suoi
metodi, spezza gli antichi schemi→ crea tecniche nuove→ dramma, romanzo, verso libero, critica del
linguaggio.

→ per scrivere a un pubblico potenziale gli autori dovrebbero adattare la loro arte a una certa apertura
mentale, determinarla secondo esigenze esterne.

→ lo scrittore deve dunque tornare al pubblico borghese mentre continua a vantarsi di aver rotto ogni
rapporto, viene letto dalla borghesia→ scrittore prova a staccasi per vederla nel suo insieme ma non può
uscire dalla borghesia perché dovrebbe vivere come membro di un'altra classe. Vive nella contraddizione,
parla di solitudine, fa dello scrivere un'attività metafisica, preghiera, esame di coscienza ma non
comunicazione.

Scrittore del XIX sec→ non odia la borghesia e non le contesta il diritto di governare, non si accorge che è
oppressiva, la ritiene una specie naturale.

Scrittore borghese e scrittore maledetto si muovono sullo stesso piano. Scrittore borghese→ psicologia
bianca.

Scrittore maledetto→ psicologia nera→ definisce il borghese in termini psicologici e idealisti, proprio come
farebbe un borghese (Flaubert per esempio)→ rende un servizio alla borghesia: i ribelli vengono frenati,
vengono persuasi che si può purificare il borghese con una disciplina interiore.

→ solitudine dell'artista è doppiamente falsa→ dissimula un rapporto reale con il grande pubblico,
dissimula un ricostruirsi di un pubblico di specialisti→ spirituale si separa ancora dal temporale.

→ salotti letterari come circoli chiusi, lo scrittore si allontana dalla vita e l'arte ridiventa sacra. Sono come
nuovi credenti.
Si modifica l'idea della gloria→ la gloria viene proiettata in un futuro prossimo incerto perché nel presente è
irraggiungibile. Mito della fama postuma come compensazione. Per il momento lo scrittore ricorre a un
pubblico di specialisti.

→ è estraneo al suo secolo, tutte le sue finzioni cercano di integrarsi in una società simbolica, come
immagine della vecchia aristocrazia.

→ lo scrittore si considera incarnazione della nobiltà e ha bisogno del favore dei potenti per uscire dalla sua
classe→ ostentazione del parassitismo, usa i beni della borghesia e li trasforma in oggetti improduttivi e
inutili.

La vita dello scrittore di fine Ottocento è strana, considera nobili solo l'amore, i viaggi (rappresentazione del
parassitimo) e la guerra (spreco di uomini e beni).

→ è inutile come gli uomini di corte dell'ancient regime e vuole poter calpestare il lavoro produttivo, coltiva
impulsi distruttivi→ vede la propria vita come utensile da distruggere.

Bellezza→ perfezione nell'inutile, arte per arte, arte come forma più elevata del puro consumo.

→ lo scrittore non insegna nulla, non rispecchia ideologie, sono testimoni imparziali della loro epoca ma
non testimoniano per nessuno, gli avvenimenti dell'universo sono neutralizzati, gli scrittori e il pubblico
sono puro sguardo, guardano l'uomo dal di fuori con il punto di vista o di Dio o del vuoto assoluto.

 limite estremo di questa letteratura brillante e nefasta è il nulla→ nuovo spirituale è negazione pura e
semplice del temporale→ il temporale viene per primo e lo spirituale è il parassita inessenziale che lo rode
e tenta di distruggerlo→ si vuole negare il mondo corrodendolo (contrario del medioevo dove lo spirituale
veniva per primo e il temporale ne era la negazione).

→ determinismo del romanzo naturalista spiana la via, sostituisce l'azione umana con meccanismi a senso
unico, si prende la natura in stato di squilibrio produttivo, si punta a ritornare a un equilibrio di morte con
l'annullamento delle forze.

Tema di mezzo secolo di letteratura→ bellezza di tutte le erosioni, l'istante è la struttura temporale più
adatta perché passa ma perché è, mantiene l'immagine dell'eternità e la negazione del tempo umano.

→ nel XVIII secolo la letteratura era negazione, sotto la borghesia diventa negazione assoluta e
ipostatizzata→ diventa un processo cangiante di annientamento→ alla letteratura non resta che confutarsi
da sola in nome del surrealismo.

→ fino alla prima guerra mondiale dal 1850 si è scritto per consumare il mondo, dal 1918 si scrive per
consumare la letteratura, vengono dilapidate le tradizioni letterarie→ letteratura come negazione assoluta
diventa anti-letteratura e non è mai stata più letteraria di così.

→ lo scrittore stabilisce la sua irresponsabilità→ porta dolore a tutto quanto lo circonda, si pone al di sopra
di qualsiasi responsabilità→ a fine secolo è ancora confuso e contraddittorio ma con il surrealismo la
letteratura diventa istigazione all'assassinio e lo scrittore pone esplicitamente il principio della sua assoluta
irresponsabilità.

Scrittore ha come dovere il portare scandalo ed esige di avere il diritto di sfuggirne le conseguenze→ la
borghesia lascia fare, sa che lo scrittore ha bisogno di lei per giustificare la sua estetica di opposizione, è un
ribelle che ha bisogno di una classe da cui ribellarsi, inoltre la borghesia è il suo unico pubblico, non è un
rivoluzionario, è un ribelle.

→ per lo scrittore la gratuità dell'opera è l'essenza della spiritualità e la manifstazione della rottura con il
temporale→ questo per la borghesia serve a rendere inutile l'opera, proprio perché è gratuita.
→ la borghesia legge anche libri inutili per svagarsi→ pubblico borghese trova ancora il mezzo di utilizzare
la letteratura.

→ la tecnica usata dallo scrittore lo tradisce→ rivela una relazione autentica con la società contemporanea
che fornisce un'immagine rassicurante della borghesia.

Maupassant come esempio tipico della letteratura di fine XIX secolo

→ inizialmente il romanziere era uno storico dell'immaginazione→ poi c'è il periodo in cui la letteratura è
realismo obiettivo e metafisico→ segue il tempo dell'idealismo letterario dove la sostanza del racconto è la
soggettività che percepisce l'universo, il romanziere è cosciente di essere un mediatore→ consegna al
pubblico una storia già pensata, classificata, ordinata→ il tempo dell'epopea era il presente e il tempo del
romanzo è il passato→ si racconta una storia già accaduta→ i lettori non sono mai sorpresi dagli
avvenimenti→ i romanzi del XIX riprendono perfettamente l'ideologia borghese→ tipico esempio è
Maupassant→ struttura fissa delle novelle→ il mondo è come sepolto e la storia riprende fiato→ i
protagonisti conservano la loro cultura e si riconoscono tramite il rituale della buona educazione.

→ ogni elemento simboleggia la borghesia stabilizzata.

→ narratore è professionista dell'esperienza.

→ trionfo dell'ordine, si contempla un antico disordine annullato

→ storia mira a stabilire una legge psicologica in ogni elemento (i giovani si innamorano ecc..ecc.)

→ il narratore interno è sempre presente, può ridursi ad astrazione ma l'avvenimento viene filtrato dalla
sua soggettività e si rivolge ad un uditorio, le fantasie si trasformano in esperienze, narratore diventa una
personalità secondaria dell'autore.

→ il racconto è narrato al passato, distacco fra avvenimenti e pubblico.

→ i personaggi hanno anche una dimensione futura ma questo futuro è sempre passato rispetto al tempo
dell'io narrante.

→ sentimenti e atti sono spesso presentati come esempi delle leggi del cuore.

→ aneddoto raccontato dal punto di vista dell'assoluto, dell'ordine, ogni mutamento è solo un
cambiamento locale in un sistema che nel complesso è in riposo→ per questo l'avvenimento è catalogato,
compreso in una società stabilizzata.

→ non sono concepibili altre tecniche di romanzo.

Fine del secolo XIX→ letteratura che si oppone all'ideologia dominante di produzione, celebra l'inutile e
assimila il bello all'improduttivo (mentre l'ideologia dominante celebra la produzione), rifiuta di lasciarsi
integrare e non vuole essere letta ma ancora nella sua struttura più profonda e nel suo stile celebra le classi
dirigenti.

→ questa letteratura si fonda sulla gratuità della letteratura, è un appello disperato alla libertà del lettore
che viene disprezzato dallo scrittore, letteratura che ha portato la confutazione all'estremo, fino a
confutare sé stessa→ rivela nell'uomo una profonda relazione segreta con il nulla.

Sartre la chiama letteratura dell'adolescenza→ ancora dipendente dalle classi dirigenti vi si oppone e ne
sperpera i beni, giudica i genitori e si oppone alla serietà dell'infanzia.

XIX→ tempo dell'errore e della decadenza per lo scrittore→ se avesse appoggiato il proletariato e le sue
rivendicazioni avrebbe approfondito l'essenza dell'arte, avrebbe concepito l'uguaglianza tra libertà formale
del pensiero e democrazia politica, oltre all'obbligo morale di scegliere l'uomo come tema di meditazione e
la democrazia sociale→ avrebbe dovuto abbandonare l'interpretazione analitica e psicologica della natura
umana per apprezzare invece in sintesi la sua condizione presente.

→ scrittore non doveva sottrarsi alla determinazione di classe, doveva schierarsi con gli oppressi in veste di
borghese al bando→ il marxismo avrebbe trionfato e ricco di sfumature e opposizioni interne sarebbe stato
più forte→ sarebbe potuto diventare l'identificazione dello spirito e invece è diventato una chiesa→ niente
contraddizioni interne senza forza di contraddizione hegeliana.  

Scrittore “in situazione”

Da questa analisi emerge che lo scrittore è “in situazione” come tutti gli altri uomini→ i suoi scritti superano
la situazione oltre che rappresentarla e specificarla.

→ gli esempi hanno permesso di situare la libertà dello scrittore in epoche diverse.

→ essenza dell'opera letteraria è la libertà, è appello alla libertà degli altri uomini→ diverse forme
dell'oppressione hanno impedito agli uomini di accorgersi che erano liberi e hanno dissimulato questa
essenza agli autori→ hanno avuto un'idea mutilata del loro mestiere.

Letteratura alienata, astratta, concreta nelle varie epoche

→ emerge dialettica dell'idea di letteratura→

Letteratura alienata→ letteratura è alienata quando non è giunta alla coscienza esplicita della sua

autonomia, si sottomette a un potere temporale o ad una ideologia→ si considera quindi come

mezzo e non come un fine incondizionato.

→ le opere della letteratura alienata superano questo confine se prese una per una, però solo

implicitamente.

Letteratura astratta→ quando non ha ancora acquisito una visione completa della sua essenza,

l'argomento della sua opera è indifferente, ha ottenuto autonomia formale.


Letteratura del XII secolo→ è concreta e alienata→ è concreta perché contenuto e forma si

confondono, si scrive per parlare di dio e basta. Inoltre cade nell'alienazione→ riflette un gruppo

sociale preciso, rimane allo stadio di riflessività e si fa mediatrice solo dell'universo cattolico. La

letteratura però deve anche riflettersi se non vuole perdersi nell'universo rappresentato tramite essa.

Letteratura del XVIII secolo→ letteratura diventa negazione astratta.

Letteratura di fine XIX secolo→ letteratura rompe i legami con la società e diventa negazione

assoluta, non ha più pubblico.

Terrorismo di Paulhan, l'autodistruzione della letteratura

→ al termine di questo processo si arriva all'autodistruzione della letteratura→ Paulhan parla di

terrorismo:

→ disgusto del segno in quanto tale, si preferisce la poesia alla prosa, la cosa significata alla parola,

il disordine spontaneo rispetto alla composizione.

→ letteratura ridotta a un'espressione della vita tra le tante.

→ crisi della coscienza morale dello scrittore.

→ letteratura diventa negazione del formalismo


→ oggi abbiamo superato il terrorismo→ si può considerare ora la letteratura concreta e libera

(utopica)

universalità astratta→ lo scrittore si rivolge a tutti gli uomini ma viene letto solo da pochi→ divario

tra pubblico ideale e rivale.

Gloria universale astratta

Gloria letteraria come eterno ritorno di Nietzsche→ lotta contro la storia, ricorre all'infinità del

tempo per compensare la sua impossibilità di estendersi nello spazio in una determinata epoca→ lo

scrittore quindi proietta nell'avvenire l'esistenza di infiniti futuri lettori, prolungamento del pubblico

reale in atto sono quindi degli uomini solo possibili e non virtuali in atto nel tempo dell'autore→ per

questo l'universalità a cui mira la gloria è parziale e astratta.

→ la letteratura che si è fissata la gloria come scopo, essendo astratta, deve rimanere astratta

anch'essa.

Universalità concreta, la letteratura in una società senza classi

Universalità concreta= totalità degli uomini viventi in una determinata società→ all'eternità astratta
della gloria (astratta, sogno impossibile, incerta nel futuro) si oppone durata concreta e finita che

potrebbe essere determinata dalla scelta dei suoi argomenti e non strapperebbe lo scrittore dalla

storia, dalla “situazione”, ma anzi lo definirebbe ancora di più in un determinato tempo sociale.

→ i problemi di un gruppo o di una classe non dovrebbero mai mettere in ombra quelle degli altri

ambienti sociali, si ricadrebbe nell'astratto→ per questo la letteratura in atto può raggiungere la sua

piena essenza in una società senza classi e solo in essa.

→ il tema della letteratura è sempre stato l'uomo e il mondo, ma finché il pubblico virtuale non

viene raggiunto lo scrittore rischia di confondere gli interessi e le preoccupazioni dell'uomo

universale con quelli di un solo gruppo→ se tutti gli uomini venissero raggiunti allora si scriverebbe

alla totalità degli umani→ uomo intero della sua epoca e per i suoi contemporanei, non quelli di

tutte le epoche→ nessun orgoglio aristocratico lo spingerebbe a togliersi dalla situazione, essendo la

situazione universale interpreterebbe le preoccupazioni e le speranze di tutti gli uomini, si

esprimerebbe per intero→ la letteratura sarebbe veramente antropologica.

→ un letterato è sempre dalla parte degli oppressi, anche se è cane da guardia o buffone.

→ lo spirituale si fonda su un'ideologia→ le ideologie sono libertà mentre si vanno facendo ma

sono oppressione quando sono fatte, realizzate.


→ lo scrittore non deve adorare lo spirituale ma deve spiritualizzare, ovvero recuperare questo

mondo vario e concreto con tutti i suoi aneddoti e zone d'ombra.

→ letteratura nella società senza classi sarebbe mondo presente a sé stesso→ atto libero offerto al

libero giudizio di tutti gli uomini, coscienza riflessiva di sé di una società senza classi.

→ per mezzo di un libro i membri di questa società potrebbero riconoscersi in qualsiasi momento→

l'opera d'arte non è semplice descrizione ma giudizio del presente in nome dell'avvenire→ è

presenza di sé stessi ma anche superamento di sé stessi→ un oggetto una volta rappresentato è già

mutato nella rappresentazione.

→ letteratura concreta è sintesi di negazione e progetto (come abbozzo di ordine futuro) → per far sì che
accada lo scrittore non solo deve essere libero di dire tutto ma anche il suo pubblico deve essere libero di
cambiare tutto→ quindi soppressione delle classi e abolizione di qualsiasi dittatura.

→ la letteratura per essenza è soggettività di una società in rivoluzione permanente → rovesciamento


continuo dell'ordine non appena sembra volersi fissare.

→ la letteratura non è mai un atto, è sempre un appello alla libertà dei lettori→ in una collettività che
continua ad esaminarsi e a giudicarsi allora la letteratura potrebbe essere una condizione essenziale
dell'azione, potrebbe essere il momento della coscienza riflessiva.

→ in una società senza classi la letteratura finirebbe col prendere coscienza di sé→ libertà formale di dire e
libertà materiale di fare si completano→ si esprime al meglio anche la soggettività della persona quando
sono espresse al meglio le esigenze collettive→ solo così la letteratura si può esprimere nella sua pienezza e
purezza.

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