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LEZIONE NUMERO 1

La scala della complessità chimica parte dagli atomi, i più piccoli mattoni
della materia, anche se a loro volta sono costituiti da particelle ancora più
piccole: elettroni, protoni, neutroni. Gli elettroni ruotano attorno al nucleo con una
velocità simile a quella della luce, formando una nube attorno al nucleo.
Gli atomi di un particolare elemento hanno tutti lo stesso numero di protoni, che
corrisponde al numero degli elettroni.
Il numero di protoni corrisponde al numero atomico.
La massa atomica corrisponde al numero di protoni+neutroni.

Solo circa 25 dei 92 elementi sono definiti essenziali per la vita, tra questi solo quattro elementi costituiscono
cieca il 96% del corpo umano e sono: Ossigeno (O), Azoto (N), Carbonio (C) e Idrogeno (H).
Calcio (Ca), Fosforo (P), Potassio (K), zolfo (S) e pochi altri costituiscono il rimanente 4%.
Ci sono poi circa altri 15 elementi che si trovano in tracce. Assieme sono poco più di un decimillesimo e pur
essendo in tracce, la loro importanza non è minore. Infatti nella maggior parte dei casi l’organismo non
sopravviverebbe senza di questi elementi.
E la rilevante percentuale di O2 (65%) è dovuta al fatto che esso entra nella composizione dell’acqua (H2O) la
sostanza che compone quasi il 90% del nostro organismo.
Oltre a comporre l’acqua, l’ossigeno è necessario per la respirazione cellulare ed è un componente della
maggior parte dei composti organici. Il carbonio costituisce lo scheletro di tutti i composti organici (ogni C
forma 4 legami). L’ idrogeno è presente in tutti i composti organici ed è un componente dell’acqua. Nelle
proteine e negli acidi nucleici oltre all’ossigeno,al carbonio e all’idrogeno è presente anche l’azoto. Il calcio in
forma ionica (Ca++) è importante per la contrazione muscolare, per la liberazione di neurotrasmettitori. È una
componente strutturale di denti e ossa. Il fosforo è componente degli acidi nucleici e dell’ATP. Componente
strutturale delle ossa. Sodio, potassio e Cloro in forma ionica (Na+, K+, Cl-) sono importanti per l’attività
elettrica del neurone (e nelle cellule in generale).
Il comportamento chimico di un atomo dipende dal numero di elettroni presenti nel livello energetico più
esterno che vengono definiti “di valenza”. Gli atomi si combinano per formare molecole e molecole diverse si
uniscono per formare i composti.
A partire da 96 elementi si possono ottenere un numero enorme di molecole. Sono , infatti, milioni le molecole
presenti in natura e, in questi ultimi anni, oltre 15 milioni di molecole sono state ottenute artificialmente
(saccarina).
I legami con cui possono combinarsi gli atomi e le molecole fra di loro possono essere definiti in :
Legami covalenti: Polari e Apolari.
Legami non covalenti: Ionici, Idrogeno e Interazioni idrofobiche e forze di Van der Waals.
Un legame covalente semplice viene a formarsi quando due atomi condividono una coppia di elettroni di
valenza in modo tale che entrambi raggiungono una condizione più stabile.
Ad esempio due atomi di H condividono una coppia di elettroni in modo tale che entrambi raggiungono la
condizione con due elettroni nel primo livello energetico ( guscio K che contiene un solo orbitale). In questo
modo il C raggiunge la condizione stabile con 8 elettroni nel secondo livello energetico (che contiene 4
orbitali).
Un atomo di C condivide una coppia di elettroni con ciascuno dei quattro atomi di H cui si lega.
Oltre a poter formare legami con più atomi diversi, uno stesso atomo può formare più legami covalenti con un
singolo atomo e ciò avviene quando due atomi condividono non una sola ma più coppie di elettroni (ad es. in
O2).
Mentre i legami covalenti polari sono quelli dove in una molecola gli atomi che formano tra loro un legame
possono avere una differente tendenza ad attrarre elettroni (si dice che uno è più elettronegativo dell’altro)
Questo accade per esempio nella molecola dell’acqua dove l’ossigeno è più elettronegativo dell’idrogeno
infatti gli elettroni condivisi passano più tempo attorno all’O che all’ H.
Le molecole polari di importanza biologica contengono uno o più atomi elettronegativi come O, N, S. La
presenza di legami polarizzati è della massima importanza nel determinare la reattività delle molecole.
Grandi molecole apolari come cere e grassi sono inerti, mentre le più importanti molecole biologiche come
proteine e fosfolipidi presentano regioni polari e non polari che si comportano in maniera totalmente differente.
Il legame ionico è quando due atomi differiscono notevolmente nella loro elettronegatività e uno mostra forte
tendenza a perdere elettroni e l’altro ad acquistarli può avvenire il trasferimento di un elettrone da un atomo
all’altro. L’esempio di come questo trasferimento può legare assieme atomi differenti è dato dal cloruro di
sodio (NaCl) il comune sale da cucina.
All’inizio i due atomi sono elettricamente neutri ma instabili e fortemente reattivi. Il sodio ha un elettrone
‘in più’ rispetto al numero che serve per completare il guscio elettronico esterno e assumere una configurazione
stabile (8 elettroni) mentre al cloro invece manca un elettrone per raggiungere la configurazione stabile con 8
elettroni nel guscio esterno quindi il cloro “strappa” un elettrone al sodio. Così la reazione tra sodio e cloro
permette ad entrambi di ottenere una condizione stabile con otto elettroni nel guscio esterno. Ora però il sodio
è caricato positivamente (ha perso un elettrone cioè una carica unitaria) Na⁺ (cationi). Il cloro invece è
caricato negativamente (ha acquisito un elettrone cioè una carica unitaria) Cl⁻ (anioni).
Poiché hanno cariche opposte, Na⁺ e Cl⁻ si attraggono. Allo stato solido i due ioni sono strettamente uniti a
formare cristalli.
La separazione dei due ioni in soluzione è resa possibile dal fatto che in sostituzione del legame forte tra Na+ e
Cl- si formano tanti legami deboli tra le molecole di acqua e gli ioni (il cosiddetto guscio di idratazione).
L’acqua infatti è un dipolo cioè una molecola con una parziale carica positiva e una parziale carica negativa in
grado quindi di formare legami sia con Na+ che con Cl-.
Dal punto di vista chimico l’acqua è un composto di idrogeno ed ossigeno.
La sua molecola consiste di due atomi di idrogeno e un atomo di ossigeno.
Il suo diametro è di 0,2 nm in una goccia di acqua sono presenti 1021 molecole (mille miliardi di miliardi).
L’acqua è una molecola polare.
Per questa proprietà l’acqua partecipa ad un gran numero di interazioni, tutte importanti dal punto di vista
biologico: carica-dipolo ( solvatazione degli ioni); dipolo-dipolo (solvatazione delle molecole polari); van
der Waals (determina la distanza tra molecole non interagenti con altre forze più intense).
Il legame ad idrogeno si forma tra un atomo di idrogeno con una carica parziale positiva e una altro atomo (ad
es ossigeno o azoto) con una carica parziale negativa. Esso può formarsi tra piccole molecole o tra parti
diverse di una stessa grande molecola. Un esempio di legame ad idrogeno è quello che si forma tra le molecole
d’acqua. La forza di legame ad idrogeno è 1/20 di quella di un legame covalente. Tuttavia la formazione di
molti legami ad idrogeno può conferire una notevole stabilità alle strutture (proteine,DNA).
Per le sue proprietà, acqua è un buon solvente per le sostanze polari ( per queste si usano i termini idrofile o
idrosolubili). Al contrario, poiché tra molecole polari come l’acqua e molecole apolari come idrocarburi,
trigliceridi e altri lipidi non esiste attrazione e non si formano legami, questi ultimi sono insolubili in acqua.
Le molecole apolari tra loro formano altri tipi di legami: legge di Van der Waals le quali possono essere
biologicamente importanti (es membrana citoplasmatica).

L’interazione si traduce nella tendenza che queste molecole apolari mostrano di unirsi tra di loro escludendo
l’acqua...
I gruppi funzionali, sono particolari strutture di atomi che conferiscono alle molecole organiche le loro
proprietà fisiche, la loro reattività chimica, la loro solubilità in acqua.
I due legami più frequenti fra gruppi funzionali sono i legami esterici fra alcooli ed acidi carbossilici ed i
legami ammidici fra acidi carbossilici ed ammine.
I legami a idrogeno e le interazioni idrofobiche sono i due principali legami che determinano la struttura
delle biomolecole.
Biomolecole legame H effetto
idrofobico
carboidrati  
lipidi  
proteine  
acidi nucleici  

ü Proteine: l’interazione idrofobica guida la creazione del “core” dove le catene aminoacidiche apolari
risultano racchiuse; i legami H interni e con l’ambiente esterno determinano la struttura. (ribonucleasi)
ü DNA: le interazioni idrofobiche guidano la formazione della doppia elica, con le basi aromatiche all’interno e
lo scheletro zucchero-fosfato, polare/carico, esposto all’acqua; i legami H determinano le interazioni tra le basi
e quelle tra lo scheletro zucchero-fosfato e l’ambiente esterno.
ü Membrane: le interazioni idrofobiche creano il bilayer lipidico
Tutte le caratteristiche tutte le caratteristiche proprie di un organismo vivente sono il risultato dell’esistenza e
del funzionamento di quattro classi di biolemolecole. Le macromolecole organiche lipidi,glucidi,proteine,acidi
nucleici ma tecnicamente solo le ultime tre categorie sono costituite da macromolecole.
La caratteristica comune a tutte le macromolecole è di essere costituite da strutture complesse (polimeri)
ottenute dall’assemblaggio di unità più piccole (monomeri).
Durante la digestione, i polimeri vengono ‘scomposti’ in monomeri e assorbiti come tali.
A partire dagli stessi monomeri ciascun organismo può costruire le proprie macromolecole
La maggior parte delle macro molecole ha una vita breve rispetto alla cellula:ad eccezione del DNA esse
vengono continuamente demolite e sostiuite da nuove.
Idrolisi e condensazione: due reazioni chimiche estremamente importanti e diffuse.
La condendensazione (o disidratazione) è la formazione di un legame tra due molecole (o anche tra due parti
della stessa molecola) con perdita di una molecola d’acqua. L’idrolisi è in qualche modo il processo inverso:
la rottura di un legame mediante l’aggiunta di una molecola d’acqua.
I lipidi sono un gruppo eterogeneo di sostanze. Essi sono caratterizzati dalla loro insolubilità in acqua e dalla
affinità per i solventi apolari e per gli altri lipidi
• Trigliceridi: Funzione di deposito
• Steroidi: Varie funzioni tra cui quella di messaggeri chimici (ormoni)
• Fosfolipidi: Sono la base costituente delle membrane biologiche
• Carotenoidi: Fotopigmenti, antiossidanti
Trigliceridi:
La funzione primaria dei trigliceridi (grassi e olii) è quella di fornire energia per i processi metabolici
Olii è liquidi a 20° sono insaturi e presentano molti doppi legami
Grassi è solidi a 20° sono saturi
I trigliceridi possono essere facilmente accumulati come riserva energetica in tessuti specializzati
Gli olii nei semi delle piante I grassi nel tessuto adiposo degli animali
I legami all’interno di queste molecole infatti contengono un alto livello di energia
1 gr di grassi è ~ 9 cal
1 gr di zuccheri è ~ 4 cal
1 gr di proteine è ~ 4 cal
Oltre a fornire direttamente energia, il tessuto adiposo può serve a coibentare.
Struttura chimica dei Trigliceridi
In ciascuna molecola di trigliceride, tre molecole di acidi grassi sono legate ad una molecola di Glicerolo.
Il Glicerolo è una piccola molecola a tre atomi di carbonio. Gli acidi grassi sono costituiti da lunghe molecole
(fino a 20 e più atomi di carbonio).
Ci sono due categorie di acidi grassi, quelli saturi e quelli insaturi.
Se gli acidi grassi sono saturi, le molecole di trigliceridi si dispongono in modo ordinato e i lipidi sono solidi a
temperatura ambiente (burro)
Se gli acidi grassi sono insaturi, le molecole di trigliceridi si dispongono in modo disordinato e i lipidi sono
liquidi (olio di oliva).
Alcuni acidi grassi posseggono più di un doppio legame nella loro catena. In questo caso si definiscono
poliinsaturi.
Fosfolipidi :
I fosfolipidi hanno una struttura affine a quella dei trigliceridi dove una delle catene di acidi grassi è sostituita
da un gruppo fosforico.
Grazie a questa loro caratteristica di avere una porzione idrosolubile e una idrofobica, i fosfolipidi tendono
naturalmente a disporsi con le teste idrofile rivolte verso l’acqua e le code idrofobe rivolte l’ una contro l’altra.
Essi sono i principali componenti delle membrane biologiche.

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