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Visse un tempo un uomo estremamente povero, il quale, stremato dalla vecchiaia e dalla malattia,

vivea da solo in una casa modestissima, senza moglie e figli, indossava abiti di pessima qualità,
mangiava cibo di scarsissima qualità e non aveva nessuna speranza di una sorte migliore. Tagliava
tutto il giorno legna nel bosco, e la sera portava a casa un fascio di pezzi di legna. Un giorno, stanco
per il cammino eper la grandissima fatica, appoggiò a terra iil carico e si sedette sopra a pezzi di
legno. Osservò le bellissime tenute dei ricchi, e si lamentò. Tutti gli altri uomini vivono una vita
molto più felice, nessuna condizione è più dura della mia. Poi invocò la morte. La morte accorse
velocissimamente con la propria falce, e disse al vecchio: O amico, cosa ddesideri? Alloora il
vecchio, spaventato dall'aspetto della morte, rispose così. Forniscimi aiuto: metti di nuva sopra le
mie spalle il fascio di pezzi di legna. Per gli uomini davvero nessun bene è più caro della vita.

La sconfitta di Canne rese i Romani affeti da una enorme angoscia: ma dopo che il senato aveva
annunciato la cosa al popolo, i consoli dissero così ai loro concittadini. Provvedete alla
salvezzadella patria, o cittadini, così l'esercito, nella concordia ddei cittadini, troverà la speranza di
hun esito della guerra più favorevole. E voi, o vecchi, ricordate la lunga serie delle vitorie passate, e
voi, o ricchi, portate oro e argento ai magistrati! Dal momento che il coaggio dei cittadini non
deluse la speranza del senato e dell'esercito, e gli alleati mantennero la lealtaà non soltanto nelle
circostanze favorevoli, ma anche nel momento di difficoltà, e fornirono aiuto allo Stato, presto le
circostanze cambiarono, e, dopo gli sventrati giorni della sconfitta, che furono di lutto per tutti i
cittadini Romani, arrivarono i giorni della vittoria, più allegri. Infatti, Annibale, superbo a causa
della buona sorte, si ininfiacchiva a Capua a causa della dissolutezza e dell'ozio, a Roma veniano
arruolate nuove schiere di ggiovani. E così, per le truppe di Annibale, dissolutezza e sfarzo furono
di enorme danno; al contraio, la gioventù Romana, per mezzo di una disciplina piuttosto severa,
acquistò nuove forze, per mezzo delle quali, successivamente, P. Cornelio Scipione, che era stato
inviato in Africa, sconfisse le truppe di Annibale nella battaglia di Zama.

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