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È chiaro che ‘modernismo’ non è un’etichetta precisa, ma un modo di riferirsi agli sforzi di molte
persone attraverso le arti che tentarono di spostarsi dai modi di rappresentazione stabiliti in termini
formali, politici.
Arte – rivalutazione degli elementi di base della pittura (linea, colore, forma), più le sue basi
concettuali riguardanti la prospettiva bidimensionale.
Letteratura – spinta verso nuove forme necessitava la considerazione dei fondamenti della scrittura
immaginativa: tema, personaggio, narrazione, trama, presentazione di spazio e tempo, immagini e
linguaggio. Per esempio, la rappresentazione del tempo è essenziale per il funzionamento della
narrativa, e poiché i modernisti favorivano l’intensità dell’esperienza, spesso la tipica unità di
tempo usata nei loro romanzi era il giorno.
Di seguito sono considerati circa quindici autori che rappresentano, da un lato, la preoccupazione
centrale che mette in discussione la forma, e dall’altro la loro preoccupazione con problemi di
soggettività in relazione al genere, la storia, la lingua, la divisione sociale e le (false) percezioni
della realtà.
The struggle of becoming: freedom and gender
Fu dichiarata da Hardy e Woolf la più grande poetessa vivente. Fu ampiamente ignorata dalla critica
fino agli anni ’80. Scrisse in verso lirico formale, che adesso appare impressionante per i suoi
sottotoni sessuali, la sua critica ai costumi vittoriani e la sua analisi politica ed erotica della
soggettività femminile. Visse a Londra in una famiglia oppressiva, ebbe poca istruzione e si suicidò
ingoiando disinfettante dopo la morte di sua sorella.
Opere: The Farmer’s Bride, The Rambling Sailor
Nacque in Nuova Zelanda ma studiò a Londra e visse in Europa. Fu una bohemian, visse una vita
breve ma piena di eventi. Lasciò il suo primo marito tre settimane dopo averlo incontrato, poco
dopo ebbe un aborto spontaneo e sposò lo scrittore J. M Murry. Contrasse la tubercolosi che lepermise una
vita breve. Scrisse storie che si basavano sul sentimento e lo stile più che sulla trama
per la loro forma e significato, apportò al modernismo lo sviluppo del flusso di coscienza e l’uso
delle prospettive multiple.
Opere: In a German Pension, Bliss and Other Stories, The Garden Party and Other Stories
Il lavoro di scrittrici come Mansfield, Mew, Woolf, West mostra come le scrittrici d’avanguardia si
occupavano in vari modi di problematizzare e sovvertire non solo gli stereotipi di genere ma anche
le ortodossie di sessualità e classe.
Dapprima insegnante come sua madre, poi scrittore in seguito al successo del suo primo romanzo
The White Peacock. Viaggiando in Italia e Germania, Lawrence lavorò ai romanzi che lo hanno
reso famoso, anche se alcuni furono censurati durante la sua vita. Nel 1919 lasciò l’Inghilterra per
sempre a causa del suo disinganno con il paese. Morì a 44 anni di tubercolosi.
Lawrence è maggiormente ricordato per il suo modo di trattare francamente la sessualità e quasi
tutti i suoi lavori hanno a che fare con le tensioni tra passioni e convenzioni.
Opere: Sons and Lovers (1913), The Rainbow (1915), Women in Love (1920), Lady Chatterley’s
Lover (1928)
Cambiamenti lontani dalle rappresentazioni realiste dei personaggi e i discorsi di genere sono evidenti in
diversi scrittori modernisti, come Joyce, James e Lawrence. In più il lavoro di Mansfield, Mew, Woolf e
Rebecca West mostrano come le scrittrici delle avanguardie erano concentrate in diversi modi a
problematizzare non solo gli stereotipi di genere, ma anche le ortodossie della sessualità e classe.
Molte donne furono escluse dal canone modernista fino agli anni ’80-90. Prima di allora erano
relegate a ruoli minori nella storia letteraria in quanto si pensava che non avessero le qualità
richieste per una scrittura originale, importante o sperimentale (approfondito in The Gender of
Modernism).
Charlotte Mew era una scrittrice originale e innovativa. La sua prima collezione di poesie, The
Farmer’s Bride (1916) si focalizza sull’amore perduto e la negazione emozionale. Mew rinunciò al
matrimonio e ad avere bambini, le sue poesie spesso hanno a che fare non con la famiglia, ma con temi
come venditori ambulanti e manicomi. Il suo poema più lungo era una meditazione contemplativa,
Madeleine in Church, complicata struttura dei versi. Il poema discute il piacere femminile lontano dagli
uomini e può essere interpretato come la preoccupazione per l’amore lesbico e l’autoerotismo, ma anche
per il sacrificio e la sofferenza religiosa. I versi che variano in lunghezza, apparenza e la disposizione
replicano il tenore dei pensieri della donna. La Maddalena di Mew pone la sua fede nei suoi sensi. È una
meditazione non semplice in frammenti di memoria e desiderio del ritorno della giovinezza, in opposizione
al conforto offerto da Cristo. La poesia di Mew è soffusa di immagini di sofferenza, punizione, diniego.
Le short stories di Katherine Mansfield si focalizzano intorno al tema delle costrizioni sulle donne
ammutolite dalla società e dal patriarcato. Nelle sue storie è molto più importante ciò che non viene
detto, infatti ritroviamo simbolismo, domande non finite, espressioni indirette e rivelazioni parziali.
Le sue storie riguardano l’arrivo della consapevolezza di un individuo escluso da potere o
conoscenza, sembrano senza trama, ma la trama si sviluppa sul self understanding. In the Garden
Party vediamo bambini di entrambi i sessi nella famiglia Sheridan che accettano i loro ruoli nel
sistema patriarcale delle identità, con la potenziale eccezione del personaggio principale, Laura. Ella
crede che quando parla come la madre se ne vergogna, sente la disonestà e la negazione di sé
stessa, implicita all’imitazione della madre.
Non è pronta ad entrare nei piani che la sua famiglia ha per lei.
I pensieri contenuti nelle parole non dette devono essere interpretate dal lettore, ciò simbolizza il
bisogno di negare informazioni alle ragazze, per tenerle subordinate.
In The Daughters of the Late Colonel, abbiamo Josephine e Constantia che proseguono con
le loro vite dopo la morte del padre tirannico, sono libere dalle sue costrizioni, ma continuano a
vivere secondo tali regoli, tanto da diventare l’oppressore di loro stesse. Alcuni critici vedono un
senso di rinascita femminile, una transizione in una nuova esistenza.
Lawrence ebbe i suoi due romanzi principali censurati per oscenità, anni prima che Lady Chatterley’s
Lover venisse bannato. Il suo candore sul sesso era solo una parte di convinzione che il
cambiamento potesse avvenire tramite un desiderio genuino di formare relazioni oneste, avendo il
coraggio di rischiare le certezze del passato.
Due romanzi, The Rainbow e Women in Love, dovevano essere un solo romanzo, chiamato
The Sisters. In questi si concentra il tema della donna che diventa individuo, autoresponsabile,
che prende le proprie iniziative. Women in Love si concentra su Ursula e Gudrun Brangwen e la
loro relazione che il soldato, esploratore Gerald Crich e l’artista Lawrenziano Rupert Birkin. L’azione
drammatica contrapposta, dove le relazioni dei personaggi sviluppano il ritmo in scene separate. Il
libro finisce in maniera pessimistica, condizionato dalla visione di Lawrence per gli orrori della
guerra. L’amore ambivalente tra Gerald e Birkin, si sviluppa dalla loro mancanza di consapevolezza,
questi dibattono su una frase di un giornale must arise a man who will give new values to things, give us
new truths, a new attitude to life , forgiano così un profondo attaccamento all’altro che culmina con
l’offerta di amore di Birkin a Gerald.
Birkin vuole con Gerald un’unione impersonale che lascia libero l’altro. Il secondo tipo di amore-
attaccamento teorizzato da Birkin è la relazione perfetta e completa che egli ha con Ursula, determinata
principalmente dal suo essere in tensione coi desideri dell’altra. Birkin trova il concetto di amore di Ursula
(l’arrendersi completamente, il sorpassare l’individuo) come claustrofobico, mentre Ursula crede sia
l’espressione di sé ultima. Birkin, invece, vuole la singolarità equilibrata. Tramite questo personaggio,
Lawrence esprime l’idea che uomo e donna debbano vivere in singolarità completa e sostenere l’unione
mutualmente.
In The Rainbow Lawrence sostiene un riconoscimento, discusso nei termini di differenza, capire
la diversità delle persone in tutte le relazioni. Un’esplorazione dei modi di amore e amicizia che
nel libro è scioccante.
Questi due romanzi sono il primo tentativo preoccupato di un modernista inglese di riesaminare e
rifare le relazioni umane, costruendo coscientemente sugli elementi della critica sociale e della
sperimentazione proto-modernista. Lawrence campiona le problematiche profonde, ma
sessualmente liberale e le aspirazioni spirituali verso le nuove relazioni, le proprie responsabilità e
l’emergere di un individuo libero, che riconosce la diversità.
Nato nella Polonia Russa, sua madre morì quando aveva sette anni, suo padre quando ne aveva
undici. Si imbarcò in mare con la marina commerciante francese nel 1874, entrando in quella inglese
nel 1886. Visitò il sud America, l’Africa Centrale e il Far West. Iniziò a scrivere nel 1886, ma il suo
primo romanzo fu pubblicato circa dieci anni dopo. Le sue opere hanno tutte una complessa
narrativa e una rappresentazione dell’imperialismo e colonialismo. Nel suo romanzo politico The
Secret Agent, che ruota intorno alla trama anarchica di bombardare l’osservatorio di Greenwich,
e Under Western Eye, che si focalizza sui rivoluzionari in Russia e in esilio, sono studiate nei
minimi dettagli, così come il primo romanzo della fase matura, Lord Jim, una storia di onore e di
codici del mare, narrata dal surrogato di Conrad, Marlow.
Opere: Heart of Darkness (1899), Lord Jim (1900), Nostromo (1904), The Secret Agent (1907)
I suoi esperimenti con la mente di un ‘active reflector’ della vita, la rappresentazione della
coscienza, simbolismo, furono il motivo per il quale il suo lavoro appariva essere oltre il realismo,
verso una forma enormemente influente ma commercialmente fallita del modernismo all’inizio del
secolo. I suoi romanzi sono catalogati in tre fasi: quella dell’interrelazione tra civiltà americana ed
europea, quella riguardante la vita inglese, e quella finale modernista.
Opere: What Maisie Knew, The Wings of a Dove, The Golden Bowl
Un cattolico eccentrico educato nel movimento pre-raffaelita, fu uno scrittore molto prolifico,
scrisse oltre 70 libri. Ford rappresenta l’aspetto internazionalista del modernismo. Collaborò con
Conrad, ebbe un ruolo nella formazione del movimento imagista, redigeva English Review e fondò
Transatlantic Review, scrisse ciò che molti critici considerano essere la migliore narrativa riguardo
la prima guerra mondiale nella tetralogia Parade’s End.
Opere: The Good Soldier (1915), Parade’s End (1924), No More Parades (1925), A Man Could
Stand Up (1926), Last Post (1928)
Alcuni critici hanno suggerito che il romanzo modernista sia caratterizzato da un’ossessione per
l’epistemologia, una ricerca di conoscenza. Per esempio, in Heart of Darkness, Marlow cerca
costantemente di trovare la chiave per comprendere Kurtz, e, più generalmente per comprendere la
darkness che lui crede sia presente in tutti gli esseri umani. Nel mettere in relazione la sua
narrazione, mette in primo piano il fatto di non capire la propria storia.
In questo testo Conrad usa le convenzioni dello storytelling orale, dunque la novella inizia con un
gruppo di persone seduto nella semi-oscurità, si ascoltano a turno le storie che ognuno ha da
raccontare mentre si aspetta la marea per navigare il Tamigi. Così facendo Conrad mima la scena
archetipica della storia raccontata vicino al fuoco nel villaggio di sera per riflettere la pratica dei
racconti dei marinai, collegando il suo interesse per l’Africa e il microcosmo (maschile) della
società costituito dall’equipaggio di una nave. A bordo della barca all’inizio, Conrad usa un cast
tutto al maschile di uomini d’affari conosciuto come avvocato, contabile e direttore, come a voler
enfatizzare qualcosa sul colonialismo. La storia fu scritta negli anni ’90 dell’800 quando il
colonialismo in Africa non era più prerogativa di esploratori imprenditoriali e missionari ma una
questione commerciale. Per Conrad, il Congo belga era il peggior esempio mai visto di sfruttamento
coloniale, il tema politico di Heart of Darkness. Spesso è visto come un testo che specifica che la
nozione di civiltà fornisce solo all’individuo moderno urbano una maschera di eloquenza,
moderazione, raffinatezza per coprire la vera natura primitiva nel cuore di ogni persona. La sua
conclusione è che i colonialisti sono loro stessi contaminati dall’oscurità (darkness) e la luce della
fiamma sacra dell’apprendimento europeo è abbastanza luminosa da accecare il suo possessore.
Ad attendere Marlow nel suo viaggio c’è una superiorità morale, il suo primo pensiero è che i suoi
parenti più lontani hanno il suo stesso sangue e anche lui si ritroverà a comportarsi come un
selvaggio se soccombe all’influenza primitiva dell’Africa. Tutto ciò che i colonialisti possono usare
per proteggersi è la loro civiltà, che Marlow e Kurtz portano con loro in forma di cultura e oratoria
per avvolgere l’oscurità, proclamando la venuta della civiltà in Africa come fu proclamata la venuta
di Cristo. La stessa novella è uno spogliarsi della magnifica eloquenza di Kurtz, che lo lascia nudo
nell’oscurità africana, privo di una retorica che non ha nulla sotto, un uomo vuoto. La caduta di
Marlow in seguito alla sua partecipazione al progetto coloniale è dire una bugia (a Kurtz?), la cosa
che odia di più al mondo. Il libro mostra un’abilità del linguaggio di ingannare, persuadere,
dissimulare, oscurare la conoscenza. Per esempio, le associazioni collegate ai termini dark, light,
lasciano i termini empty e hollow, significanti scivolati da significati a significati così spesso che
non possono più servire da immagini o metafore per niente se non l’uno per l’altro. Questa è la fine
del viaggio epistemologico del romanzo, arrivato da un’assunzione di superiorità, conoscenza
europea illuminata sulla scura alterità africana. Una volta tornato a Brussels, Marlow inizia a
riadattarsi. Sa dell’animalità nel suo cuore ma crede anche che solo situazioni estreme e posti
primitivi come l’Africa rilasciano l’oscurità recidiva che la civiltà europea ha nascosto dietro
restrizioni istituzionalizzate. Tornato a Londra, mentre racconta la storia, gli appare come irreale,
sfocata sullo sfondo come il ricordo di un incubo, al punto che Marlow conclude ‘It seems to me
like I am trying to tell you a dream’. A modo suo, Marlow è anticolonialista e pensa di essere
consapevole di limitazioni alle azioni degli africani che concentra le maggiori critiche del libro del
fin-de-siècle della civiltà europea. In questo modo Conrad sembra fare virtù della sua omissione
della lingua e della società africana. Tuttavia, poiché la società africana è alienata dalle apprensioni
eurocentriche della civiltà, Conrad è in grado di raffigurare Marlow e Kurtz come vagabondi in una
terra preistorica. La tesi dell’autore è che, nel rimuovere il bisogno di ferocia provvedendo con il
poliziotto e il macellaio, l’Europa abbia ovviato anche la necessità di autocontrollo.
Marlow continua a credere che gli africani siano inferiori agli europei in termini di evoluzione: gli
africani ‘appartenevano ancora all’inizio dei tempi – non avevano esperienza ereditata che
insegnasse loro com’erano’. Egli sente una parentela distante con alcuni e sa che la connessione è
solo sepolta dalla storia, perché nonostante il progresso, anche Londra era uno dei posti oscuri del
mondo prima che i Romani vi portassero luce e progresso. L’immagine più utile qui è il ritratto di
Kurtz di una donna bendata alla stazione centrale che porta una torcia accesa. Attraverso la fusione
di libertà e giustizia, è implicito che per gli europei la libertà nell’oscurità dell’Africa è cieca alla
sua stessa luce e la giustizia privata delle sue scale di giudizio. L’Africa diviene l’altro, che rende
l’Europa grata della spessa armatura dei suoi meccanismi giudiziari, umanitari ed egalitari. In breve,
la conoscenza e il linguaggio europei esaltati dal progresso sociale e culturale dell’illuminismo sono
diventate armi insieme alla forza militare per l’individuo occidentale che afferma la sua superiorità
sulle colonie e asserisce una differenza tra gli esseri umani nei vari continenti, quando, per Conrad,
la loro importanza principale è accecare i colonialisti sia per le loro pulsioni di base che per i
desideri primitivi condivisi da tutte le persone.
Nel romanzo di Ford The Good Soldier, il narratore John Dowell cerca, senza successo, di capire
la realtà, l’esistenza moderna non rientra in nessun sistema. Dowell cerca di raccontare la storia con
la competenza e l’onniscienza del narratore in terza persona, ma è costretto ad ammettere i suoi
limiti, la sua conoscenza incompleta. No c’è autorità nel romanzo, mimando l’assenza di certezza nel
mondo. Dowell rimane intrappolato nella sua soggettività e non riesce ad avere fede neanche in sé
stesso, decidendo di non riuscire a capire la sua stessa mente. Cerca di risolvere il problema
epistemologico e i propri dubbi, tramite l’identificazione. Ripetutamente, afferma di essere come
Edward Ashburnham, nonostante sia diverso da lui in qualsiasi modo. Fantasticare sul fatto di essere simile
all’amico, gli permette di immaginare per se stesso la certezza sociale di essere un rispettabile
proprietario e un buon soldato. Ma ciò viene distrutto dalla narrazione stessa.
La preoccupazione di Conrad con la narrazione e l’epistemologia è il suo primo lavoro modernista, in
Heart of Darkness, dove utilizza la convenzione della narrazione orale. La novella inizia con un gruppo
seduto in semi oscenità che si ascolta e a turno, raccontano delle storie per passare il tempo, mentre
aspettando di arrivare sul Tamigi. Viene mimata la scena archetipica di una storia raccontata attorno
al fuoco nel villaggio, di notte, riflette anche le pratiche dei marinai, collegando la sua preoccupazione con
l’Africa e con il microcosmo maschile della società, costituito dall’equipaggio della nave. La storia fu scritta
nel 1890 quando il colonialismo in Africa era diventato un business.
Il cambio decisivo si ebbe con la Conferenza di Berlino nel 1885. I poteri europei cercarono di
prevenire le guerre coloniali tra di loro, il fato del Congo fu riconosciuto come proprietà del regno
del Belgio, la loro colonia africana fu l’esempio peggiore di colonialismo che Conrad vide. Il romanzo
è chiaramente una fiction di avventura imperiale. Speso viene visto come un testo che sottolinea la
nozione che la civiltà fornisce l’individuo moderno urbano solo di una vena di eloquenza, restrizione
e sofisticatezza per coprire la natura primitiva nel cuore di ogni persona.
La conclusione è che i colonialisti are going at it blind, tainted by darkness and
that the light from the sacred flame of European learning is bright enough to blind its possessor.
Ciò che aspetta Marlow è una superiorità morale per poter viaggiare nel tempo e osservare i propri
antenati. Lì scoprirà sé stesso comportarsi come un selvaggio, soccombendo all’influenza dell’Africa
primitiva. Tutto ciò che i colonialisti possono produrre per schermarsi da questo atavismo o
reversione è la loro civiltà. La caduta di Marlow seguirà il suo coinvolgimento nel progetto coloniale,
quando egli mentirà, una cosa che egli odia più di tutto al mondo. Il libro si basa sull’abilità del
linguaggio di ingannare, persuadere e dissimulare, oscurare la conoscenza. Una volta che Marlow
ritorna a Brussels alla fine della storia, inizia a riadattarsi. È cosciente dell’animalità nel proprio
cuore, ma è convinto che solo in estreme situazioni o in posti primitivi verrà rilasciata questa
oscurità. Raccontando la sua storia, gli sembra di raccontare un sogno, in quanto sembra sparire nel
retro della sua mente. Nei suoi termini, Marlow è anticolonialista, nonostante la voce dell’Africa è
così mutata che non costituisce una forza positiva, crede di essere consapevole della restrizione
nelle azioni degli africani. Conrad sembra fare una virtù delle sue omissioni del linguaggio e della
società africana. La sua tesi è che, rimuovendo il bisogno di ferocia, l’Europa può ovviare al bisogno
di restrizioni. Nonostante ciò, l’assunzione di Marlow che gli africani siano inferiori agli europei in
termini di evoluzione è mantenuta. Egli sente un debole legame con questo popolo, ma la
connessione la si ritrova nella storia, guardando indietro a quando Londra era un posto buio e i
romani portarono la luce del progresso. La conoscenza e il linguaggio europeo diventano armi per
brandire la propria superiorità sulle colonie e affermare la differenza tra umani.
La domanda sulla relazione tra linguaggio, narrazione, percezione e conoscenza è al cuore misterioso
di una novella di simile lunghezza, pubblicata un anno prima di quella di Conrad. The Turn of the
Screw di Henry James è un testo che presenta un enigma al centro. Appare come una semplice
storia di fantasmi su una governante che deve prendersi cura di due bambini, in una casa di
campagna. Il testo è inconclusivo e si appoggia sull’ambiguità per sottolineare la complessità e
l’incertezza della rappresentazione, della conoscenza e della sanità. Ci sono domande sulla differenza
tra ciò che viene visto e ciò che si conosce, in parallelo con l’esperienza del lettore di una narrazione
non chiara. L’opera provoca sentimenti di orrore, terrore così come la relativa probabilità dei
fantasmi, di allucinazioni. Il linguaggio è tutto ciò su cui il lettore si basa e non si fida del significato di
questo, in quanto non vi è una conferma, una certezza, è tutto ambiguo. Vengono presentate le
preoccupazioni chiave di Freud, ovvero isteria, fantasia, la sessualità dei
bambini, la repressione, desideri proiettati. La novella si preoccupa dell’interpretazione, del
significato e dell’atto di comprendere. I dialoghi sono pieni di frasi incomplete e parole ambigue. Si
parla di spatial reading, si richiede al lettore di essere più attivo.
Gli approcci modernisti spesso implicano che il lettore non riuscirà mai a comprendere il significato
dell’opera completamente. Anche Ford utilizza questa tecnica perché Dowell cerca di ricorare come
gli eventi gli sono succeduti in momenti particolari. Tramite questa tecnica, suggerisce il punto che
noi non potremmo mai conoscere a pieno una persona, ciò che vediamo è il loro show esterno.
Spatial reading si rivolge al problema della linearità: Dowell sa che gli eventi sono in realtà troppo
multidimensionali per essere raccontati in una sola linea. Nonostante scrivere da automaticamente
precedenza temporale a ciò che viene narrato per prima. La storia viene quindi narrata in maniera
cubista. John Dowell è interessato in due persone, sua moglie morta, Florence e i suoi amici stretti
Edward e Leonora Ashburnham. Sembrano tutti felici, hanno ogni opportunità dalla vita. Il romanzo
esplora le convenzioni superficiali e le passioni private e le iprocrisie di questi modelli di
comportamenti sociali. L’evento più significativo della prima metà della storia è la relazione tra
Florence e Edward. Dowell si rivelerà incapace di riconciliare le sue credenze e la saggezza
convenzionale con i suoi desideri e paure inconsce. La società di cui discute è divisa tra la
razionalità superficiale e una profonda aggressione e passione. Nonostante gli affari privati, ciò che
importa ai personaggi è la loro facciata. Nel romanzo la parola good è spogliata del suo solito valore
e collegata alla moralità feudale e ad un codice d’onore collegato all’aristocrazia prima della guerra.
Le conseguenze dell’ipocrisia europea sono espresse nella follia brutale della guerra, impersonate iin
Nancy, la guardiana degli Ashburnham. La sua calma maschera il suo vuoto interno. La fine della
storia non coincide con la fine del romanzo. Ford rifiuta la suspense e lo sviluppo storico. La storia
sono i ricordi frammentati di un individuo dislocato, in un mondo alienato che non capisce. Ma
questa versione della realtà non è di Dowell, bensì di Leonora.
‘These fragments have shored against my ruins’: identity and war
Nacque in una famiglia famosa a Londra, fu istruita a casa. Nel 1904 la sua famiglia si trasferì a
Bloomsbury, famosa per il Bloomsbury Group. Sposò Leonard Woolf nel 1912 e insieme fondarono
la Hogarth Press. Il suo stile modernista si sviluppò pienamente con Jacob’s Room nel 1922.
Insieme a Joyce è considerata scrittrice modernista britannica esemplare per il suo utilizzo del
monologo interiore, tempo frammentato e lirismo intenso. Soffrì di depressione per la maggior parte
della sua vita e nel 1941 si suicidò.
Opere: Mrs Dalloway (1925), To the Lighthouse (1927), A Room of One’s Own (1929), The Waves(1931)
Rebecca West (1892-1983)
Nacque a Londra e trascorse la maggior parte della sua vita ad Edinburgo, fu una socialista, anti-imperialista
e femminista. Passò dalla recitazione al giornalismo e scrisse per Freewoman, The Clarion, The New
Statesman. Nel 1912 cambiò il suo nome da Cicily Fairfield a Rebecca West, come l’eroina in Rosmersholm
di Ibsen. La sua carriera di scrittrice copre molti decenni e stili ma le sue opere dalla grande guerra agli anni
’20 possono essere considerate moderniste: The Return of the Soldier, The Judge, Harriet Hume. H.G.
Wells, con cui ebbe una relazione e da cui ebbe un figlio, fu molto influente sulla sua scrittura e la Woolf la
utilizzò come esempio in A Room of One’s Own del tipo di scrittrice femminista che attirava l’ostilità dei
patriarchi contemporanei semplicemente perché scriveva riguardo l’uguaglianza dei sessi.
Altre opere: Black Lamb and Grey Falcon, The Birds Fall Down
T.S.Eliot (1888-1965)
Nacque a St Louis in Missouri, ma visse principalmente in Inghilterra. Scrisse anche drammi teatrali e
fu un editore. I suoi studi letterari e i suoi lavori sulla società e civiltà hanno contribuito a renderlo una delle
figure più influenti del ventesimo secolo nella critica così come in letteratura.
Il modernismo si sviluppa su una serie di pratiche: alienazione, difficoltà, caos, torto, depressione,
disincanto con la cultura. Lo scoppio della guerra influenzò tutto ciò, soprattutto la frammentazione
dell’arte e il criticismo della società.
Molto importante furono i pazienti di psicosi traumatica (shell shock). Per molti psichiatri era
sinonimo di codardia o di disubbidienza agli ordini. Gradualmente i dottori si rifecero alle idee di
Freud di nevrosi e dell’inconscio.
Per esempio in A Room of One’s Own di Virginia Woolf, nella quale si considera la nozione di
androginia. La scrittrice cerca di fondere elementi maschili e femminili per affermare un’identità ibrida. Nei
suoi diari, chiama questa tecnica tunnelling, si insinua nel passato dei personaggi per conoscere appieno la
loro storia. I personaggi sono presentati ai lettori come esseri divisi che vivono nel passato e nel
presente. I loro pensieri presenti ci dicono chi sono, ma i loro ricordi del passato ce li spiegano. In
Mrs Dalloway propone diverse possibilità sessuali per Clarissa Dalloway, ma si trovano nel
passato, queste sono le possibilità di un amore con una donna, con un uomo non mascolino e infine
con un uomo che rappresenta la piena mascolinità della società in discussione. L’altro personaggio
shell shocked è Septimus Smith, la sua ammirazione per l’ufficiale Evans dovrebbe essere vista come
un amore erotico omosessuale e come attaccamento irrisolto, causa dell’impotenza apparente con
sua moglie Lucrezia. Nella sua riverenza per Evans e nell’amore di Clarissa per Sally ritroviamo
elementi androgini. La commissione di guerra era riluttante ad accettare questo termine perché suggeriva
che la guerra fosse responsabile del breakdown dei soldati, piuttosto che suggerire che
essi erano già deboli, ma preferirono questo termine shell shock a isteria che suggeriva fossero
effemminati.
Il trattamento raccomandato era la coercizione e la violenza, una terapia di bullismo per curare questa
mancanza di coraggio. Quindi la Woolf ci dà l’epitomo della mascolinità sociale, un soldato, e si concentra
su quel lato di lui che la cultura occidentale percepisce come aberrante e femminile allo stesso tempo. Lo
stesso Septimus nel romanzo crede, per contrasto, che gli uomini e le loro istituzioni dovrebbero diventare
più femminili.
Collegando Clarissa e Septimus simbolicamente, Woolf presenta al lettore una figura androgina
composita.
Compromette la definizione di follia e codardia e usa il genera per minare l’identità sessuale. Sally
porta fuori la parte mascolina di Clarissa, Richard la sua parte femminile, mentre Peter rappresenta
una possibilità diversa perché androgino. La dualità sessuale fa parte di un assalto alla coerenza e
stabilità della coscienza unitaria. Sia Clarissa che Septimus sommergono la loro sessualità nelle
convenzioni sociali del matrimonio e nessuno dei due ha rapporti col compagno. Anche Woolf
utilizza lo stream of consciousness, ma differisce dallo stile di Joyce nell’utilizzo di tags (he tought, he
wondered), nello stile di monologo interiore che è simile per i vari personaggi e nell’utilizzo del
tempo passato. Inoltre si occupa del tempo in modi idiosincratici, in Mrs Dalloway, il tempo mentale
dei personaggi, la durata degli eventi in accordo coi ricordi sono interrotti da un tempo condiviso, la
propensione del tempo ad intromettersi e ad opprimere si connette anche a come vengono costruiti
i generi. Woolf connette, quindi elementi dell’uno e dell’altro sesso, all’interno dell’individuo
androgino. L’importanza della decisione di Clarissa di seguire un costume sociale, abbandonare Peter e Sally
e sposare Richard, è rivelato nel modo celebrativo in cui risponde alla morte di Septimus. Ascrivere un sesso
ad un oggetto quotidiano è importante perché è impossibile avere a che fare con un oggetto senza dargli un
sesso. Quindi, Clarissa e Septimus sono collegati dalla loro posizione marginale della società, nella loro
alienazione. La differenza sta nel fatto che Clarissa può ancora rimettere insieme i propri frammenti. Si
suggerisce che la differenza tra bilanciato e non è l’abilità di mettere insieme i frammenti del sé in qualcosa
di unito, per il solo scopo delle interazioni sociali.
La scrittura di Virginia Woolf è stata vista anche come un tentativo di unire stile e genere, sovvertire le
norme sociali attraverso le minori strategie opposizionali di reinventare la forma più che il contenuto.
Dove Joyce ha l’epiphany, un’intensa esperienza, Woolf ha quello che lei chiama ‘moments of being’ o
semplicemente ‘that moment’, una parola che usa per 17 volte in Mrs Dalloway. Epiphany e moment a
volte sono stati eguagliati, ma il termine di Woolf descrive più un sentimento fisico rispetto a quello di
Joyce spirituale. Joyce e Woolf sono spesso similarmente comparati nel loro uso dello stile dello stream of
consciousness. Il termine ha origine con l’osservazione di William James secondo la quale la mente procede
come un fiume o un flusso più che in blocchi o unità come i discorsi. Joyce è probabilmente il più
conosciuto nell’uso dello stream of consciousness, notabilmente nel soliloquio di Molly Bloom alla fine di
Ulysses, ma nel suo romanzo del 1922 Woolf utilizza più un monologo interiore per la rappresentazione dei
pensieri dei suoi personaggi. La sua pratica è diversa da quella di Joyce in tre modi: usa molti più tags, come
’he thought’ o ‘she wondered’; lo stile del monologo interiore di Woolf è simile da personaggio a
personaggio; usa sempre il passato per i monologhi interni, per accentare l’importanza della storia
personale. Woolf usa numerose metafore e similitudini per il modo in cui la mente funziona e, in alcuni dei
suoi romanzi, immagini dei pensieri sono comuni così come gli stessi pensieri. L’effetto permette alla
narrativa di saltare da un personaggio al narratore al personaggio senza far apparire turni bruschi. Woolf
trasmette ciò che lei chiama vita; ciò significa che la narrativa può slittare tra coscienze diverse per obiettivi
di comparazione e connessione, evocando l’idea di più menti che operano individualmente, ma
similarmente. Questa tecnica è resa più complessa dall’uso del tempo di Woolf. Attraverso il romanzo,
contrasta il pubblico con il tempo privato. Potrebbe iniziare a descrivere i pensieri di un personaggio
quando un orologio inizia a segnare l’ora, riporta questi pensieri per diverse pagine e poi ritorna la
consapevolezza del personaggio dell’orologio che finisce di segnare l’ora. Nel tempo pubblico, sono passati
solo alcuni secondi, mentre nella mente del personaggio potrebbero essere anche diversi minuti. La tecnica
della Woolf è inspirata all’idea del tempo di Bergson. In tutti i suoi romanzi maturi tratta il tema del tempo
in modi particolari. In Mrs Dalloway è strutturato superficialmente attorno le divisioni dell’orologio. Il
romanzo inizialmente si chiamava The Hours, e l’oppressione e l’intrusione del tempo pubblico sono usati
per associare i personaggi. Per esempio, il tempo interviene nelle menti dei personaggi attraverso il suono
del Big Ben che divide il romanzo in ore e sezioni. Il tempo collega anche i personaggi perché la narrazione
usa la distribuzione dello schioccare dell’orologio nell’aria per formare collegamenti nello spazio: diversi
posti possono essere connessi da una cronologia comune, che può essere sempre pubblica, esterna e
condivisa. Perché Clarissa e Septimus sentono entrambi lo schioccare dell’orologio, la narrazione si può
muovere tra di loro. Questa propensione del tempo ad intervenire e opprimere così come a connettere è
costruita anche in termini di genere. Gli uomini sono visti dividere e le donne connettere, e questo sembra
essere parte di ciò che Woolf intende con gli aspetti mascolini e femminili dell’androginia. Similarmente
maschili sono gli orologi per le strade dei dottori autoritari nel libro. Un altro orologio è in contrasto con
questi e connette come una hostess ad una festa; è visto in termini di ciò che la Woolf percepisce come un
ruolo femminile o abilità di connettere. Septimus e Clarissa sono collegati dalle loro posizioni marginali
nella società patriarcale: lei come una donna, lui come un soldato shell shocked. Woolf mostra la loro
somiglianza ritraendo le loro menti alienate. La differenza tra i due personaggi è che Clarissa ritiene l’abilità
di ritrarre i suoi frammenti insieme mentre Septimus non può. In questo, la Woolf che ha sofferto per la
perdita di entrambi i genitori, dà la definizione di pazzia o trauma. Clarissa considera le sfaccettature della
sua personalità in termini dei lati di un diamante, aspetti che può comporre o portare insieme per poter
comunicare con gli altri. Septimus non può esibire questo disegno insieme e quando sente gli uccelli, pensa
che stanno cantando direttamente a lui. In questa distinzione tra Clarissa e Septimus, la Woolf suggerisce
che la differenza tra il bilanciato e il non bilanciato è l’abilità di modellare i frammenti di sé in un unico per
l’obiettivo delle interazioni sociali. Nella società, gli individui sono richiesti a rispondere per loro stessi, per
le loro azioni come una razionale e responsabile identità. Questo è il perché la dimensione sociale, la festa,
è un raduno nel climax della storia. Questo portare insieme di cose è la metafora del quotidiano, vita
sociale condivisa e della realtà di Woolf. Questo è il perché Septimus, pietrificato dalla realtà della guerra, è
anche spaventato di disegnare la vita tutta insieme, nel momento in cui il lettore lo trova nella prima volta
in cui appare. Per Woolf, il sé, sessualmente e mentalmente, è un’integrazione sfaccettature. La più chiara
esposizione di questa concezione nel romanzo è quando Clarissa cerca di assemblarsi, e posiziona o
riconosce una totalità illusoria nello specchio davanti a lei. Diversamente da Septimus , che è
apparentemente ritornato ad una fase precedente alla fase lacaniana dello specchio, nella quale è incapace
di riconoscere un’identità coerente per sé stesso, Clarissa è in grado di distinguere cosa è lei stessa da
quello che è lei stessa da quello che non è nel caos delle percezioni di senso e immagini, e così entra nel
mondo alienante di Londra, che per Woolf è di genere maschile, assemblando quei pezzi in un solo
messaggio concentrato. Parte del resto del tempo, lei si ritira da questo mondo mascolino e esiste nella sua
stanza nell’attico, la sua propria stanza sulla quale Woolf ha posato così tanto stress per una donna. In
questa stanza nell’attico, sono presentate due immagini di Clarissa, la suora e la bambina, figure
sessualmente innocenti che riflettono la sua mancanza di desiderio per Richard o il suo celibato. Queste
possono essere anche lette come immagini di personaggi liberi dal mondo maschile, circoscritto nei mondi
femminili del convento o il reparto neonatale. Clarissa, davanti lo specchio, ricostruisce se stessa come uno
specchio, che porterà con sé alla festa che sta dando per dottori, politici e per l’aristocrazia urbana. Woolf
presenta una multi planare, non lineare vista della realtà in modo da rappresentare la complessità del
mondo moderno, e molto di questo aveva a che fare con la dislocazione strutturale della prima guerra
mondiale. Nel suo studio sul sesso e sulla costruzione sociale della pazzia, ‘The female malady’, Elaine
Showalter dice che Woolf fu la prima scrittrice donna a connettere lo shell shocked veterano con la donna
repressa dal mondo governato dagli uomini attraverso il loro nemico comune, lo specialista dei nervi.
Rebecca West ritrasse alcuni dei collegamenti tra la donna repressa e la vittima shell shocked effeminata
che deve essere salvato dalla sua incompletezza da una società con tabù sull’identità sessuale. Alcuni ex
uomini di servizio dopo la guerra mostrarono sintomi che fecero ripensare alla ‘malattia femminile’
dell’isteria. Una differenza importante tra Septimus Smith di Woolf e Chris Ellis di West di The return of the
soldier è la classe. Soldati come Chris venivano trattati diversamente da uomini come Septimus Smith, un
volontario. Il trattamento per i soldati shell shocked includeva la scrittura e la conversazione come terapia
per portarli alla catarsi. Uomini arruolati per contrasto erano accusati quotidianamente di codardia e dati
dei trattamenti elettrici shoccanti. Nella prima guerra mondiale, l’infermiera, come i shell shock,
rinforzavano entrambi gli stereotipi e li sfidavano. Da una prospettiva tradizionale, le donne erano le figure
di madri che si prendevano cura degli uomini. Gli uomini prendevano il posto dei bambini, stabilendo un
ruolo contrario, in cui le donne erano attive e avevano il controllo, mentre gli uomini erano passivi e
vulnerabili. L’evoluzione dell’infermiera in un soggetto attivo, autonomo e trascendente è associato con la
devoluzione del paziente in dipendente e oggetto medico. Questo è chiaro in un numero di testi sulla
guerra scritti da uomini come Ernest Hemingway, dove le infermiere sono rappresentate con un potere
sinistro. La guerra alla quale così tanti uomini sono andati con la speranza di diventare eroi, finì per privarli
della loro autonomia, confinandoli così come le donne Vittoriane furono ristrette. I dottori notarono che i
sintomi dei shell shock erano gli stessi dei più comuni disordini della pace, e la condizione dei soldati acquisì
nomi drammatici come ‘the burial alive neurosis’ , ‘soldier’s heart’, ‘e ‘ hysterical sympathy with the
enemy’. Quello che era stato un disordine comune nelle donne prima della guerra, divenne uno degli
uomini nel combattimento. Un modo per leggere i libri della West è nei termini di cercare di ripristinare la
mascolinità di un soldato shell shocked, curarlo dalla sua perdita di memoria e arrivare così a ‘The return of
the soldier’. Ambientato nel 1916, la storia di West comincia con una donna Margaret Allington, che riceve
una lettera dal fronte mandata da Chris Ellis, un uomo che aveva conosciuto quindici anni prima quando
viveva da suo padre. Lei ora è sposata. Nel frattempo la moglie di Chris, Kitty e sua cugina Jenny stanno
preparando a Baldry court per il suo ritorno. Quando Chris arriva, diventa chiaro per loro, come Margaret
ha scoperto dalla lettera che ha ricevuto, che Chris ha dimenticato completamente di avere una casa e una
moglie. Chris è ‘ritornato’ ad una gioventù incontaminata dalla guerra, dai suoi progetti e dal suo
matrimonio. Solo Margaret è importante. Per Chris, rappresenta una calda natura sensuale e passione per
l’anima, tratti che ha cacciato fuori da lui. Per riportare il soldato alla normalità, Margaret viene a formare
con Jenny e Kitty un’alleanza di convenienza mischiata alla gelosia. Uno psichiatra, Dr Anderson, offre
piccola speranza, ma eventualmente la guarigione di Chris è raggiunta quando Margaret lo porta a
familiarizzare con i giochi di suo figlio piccolo morto cinque anni prima. The return of a soldier appare una
storia sulla salvezza attraverso l’amore non egoista. Comunque, opera attraverso un numero di binari :
vecchio amore Margaret/ nuova moglie Kitty, uomo/donna, sposato/ non sposato, esterno/interno,
felicità/verità (il dilemma affrontato dalle donne alla fine). L’altro binario chiave è tra alta classe sociale e
bassa classe sociale. West fu una delle prime romanziere ad utilizzare appieno il realismo psicologico di
Henry James, sul quale aveva già scritto un libro. Il romanzo utilizza anche un narratore modernista
complesso che fa da mezzo tra il lettore e la storia, Jenny non è interamente affidabile sul fatto che lei non
riconosce il sentimento sessuale che nutre evidentemente nei confronti del cugino. Il lettore comprende il
suo desiderio solo attraverso la sua espressione di gelosia nei confronti del potere che Margaret ha su
Chris. La storia si focalizza sulle sue reazioni nei suoi confronti e sulla relazione tra i quattro personaggi
centrali. Il romanzo di West è modernista anche nella sua preoccupazione con e relazioni di genere.
Inizialmente, la storia appare come uno studio della psicologia dello shell shock, ma coinvolge uno studio
della psicologia di Kitty e Jenny e l’amore socialmente inaccettabile tra Margaret e Chris tra le classi. Il
romanzo parodizza implicitamente anche la figura dell’angelo del focolaio, ideale incarnato da Kitty nel
presentare Margaret della lower middle class come la riposizione dei valori genuini. Elaine Showalter dice in
The female malady, che la figura dell’angelo del focolaio è utilizzato per rendere la figura della donna
infantile. Nel periodo tardo vittoriano, l’internalizzazione di questa figura portò molte donne ad un senso
della propria devianza, risultando in un’alta incidenza di nevrastenia, di debilitanti condizioni nervose. I
dottori costatarono che ‘l’instabilità uterina’ aveva bisogno di una ‘cura di riposo’, come il trattamento
prescritto prevedeva l’isolamento dei pazienti e ritirare gli stimoli intellettuali. Per alcuni critici, l’instabilità
mentale di Chris potrebbe essere considerata una dislocazione dei sintomi che sarebbero potuti risultare
dalla vita senza direzione portata avanti da Kitty e Jenny. Margaret, che era stata amata da Chris quindici
anni prima, ha sposato qualcun altro dopo un litigio di gelosia e da allora ha avuto un bambino, che è morto
a due anni. Anche Chris e Kitty hanno avuto un bambino che è morto alla stessa età. Entrambi i bambini
sono morti cinque anni prima che l’azione principale del romanzo inizi. Quindi, la rimozione di un blocco
psicologico, attraverso il tocco dei giochi e dei vestiti del figlio, è essenziale per far ritornare la memoria di
Chris. La morte del bambino è evidentemente l’evento doloroso nel suo matrimonio che ha portato Chris a
reagire alla guerra cancellando tutto il tempo in cui aveva conosciuto Kitty. Questo si distingue dal tentativo
fallito di Kitty di provare a vestirsi di nuovo da sposa, in bianco e con la collana di perle e diamanti. The
return of the soldier implica che la forza peggiore dietro la guerra è la classe. Come un nemico, dal minuti in
cui lei entra con il suo ombrello e il suo impermeabile, l’entrata di Margaret nelle vite di Baldry court
sembra inappropriata per loro, e cercano di liberarsi di lei velocemente; il suo aspetto peggiore è la sua
classe inferiore, simbolizza un mondo incontaminato dalla guerra. In distinzione da Kitty, Margaret
rappresenta i valori interiori che non hanno niente a che fare con le apparenze. Kitty e Jenny trovano
difficile da credere che dopo la loro influenza Chris potrebbe essere interessato a Margaret. Margaret è
descritta in termini che enfatizzano le sue qualità materne più che la sua sessualità, e quindi diventa una
sorta di madre terra, che simboleggia uno stereotipo di ideale femminile alternativo. Margaret sembra
rappresentare protezione dagli orrori della guerra che Jenny ha esperimentato nei suoi sogni. Jenny
conclude che mentre l’incantesimo di Margaret durava non potevano rimandarlo nell’inferno della guerra.
La felicità che la sua posizione rappresenta è la felicità dell’innocenza. Il processo di distinzione della realtà
dal romanzo è vista essere cruciale per la salute mentale anche se coinvolge un ritorno brutale alle barbarie
della guerra. Chris finisce la storia non molto meglio, ma Jenny da questo ne guadagna significativamente la
sua relazione con Margaret. Se a questo punto portiamo alla memoria l’agenda femminista di West, questa
accettazione della donna di un’altra classe ha implicazioni per una solidarietà femminile che, in un modo
diverso da quello di Mrs Dalloway di Woolf, sfida l’ordine maschile in un tempo in cui il movimento del
suffragio aveva sospeso la sua attività per aiutare nello sforzo della guerra. I due romanzi considerano la
distruzione della guerra in termini di identità personale, ma una dimensione più ampia, molto meno
accentuato nelle opere moderniste, è anche ritrovato in rappresentazioni della crisi sociale, specialmente
nei frammenti linguistici e culturali che il narratore di Eliot in ‘The waste land’ dice ha puntellato le sue
rovine. Da Baudelaire in poi, gli scrittori delle avanguardie si erano focalizzati sulla città in un nuovo modo,
e il modernismo è spesso considerato essere la prima letteratura ad avere a che fare direttamente con
l’esistenza urbana. I romanzieri del diciannovesimo secolo, come Gaskell, George Eliot, Hardy e anche
Dickens, capirono la società metropolitana in opposizione alla vita di campagna, percependo la città
primariamente come un luogo di conflitto, povertà e industrializzazione. I modernisti sentirono che
dovevano scrivere sulle folle, blocchi di appartamenti, intrattenimento di massa, macchine e concreti
paesaggi urbani che furono celebrati nel manifesto ‘l’urbanisme’ dell’architetto Le Corbusier del 1924. Per
gli scrittori del ventesimo secolo, questa è la realtà che deve essere espressa, insieme alle nuove esperienze
dell’anonimità, dell’essere da soli in una folla, dell’essere circondato ed isolato.
Intellettuale femminista, si trasferì a Parigi dove rimase tutta la vita e stabilì un salone famoso
frequentato da scrittori americani ed europei che visitavano la sua collezione d’arte e facevano
conoscenze letterarie e artistiche. Visse insieme alla sua compagna di vita Alice Toklas e fu amica
di Picasso. Era una mentore per molti scrittori, come Hemingway e lei stessa fu una scrittrice. Tutto
il suo lavoro è caratterizzato da sperimentazione e impegno incrollabile per i principi avanguardisti.
Opere: Three Lives, Tender Buttons, The Making of Americans, Four Saints in Three Acts, The
Autobiography of Alice Toklas
William Faulkner
Nato in New Albany, Mississippi, Faulkner ha trascorso la maggior parte della sua vita in questo stato e
molte delle sue short stories e romanzi sono ambientati nell'area immaginaria del Mississippi di
Yoknapatawpha County, incentrando la sua vita sulle sue osservazioni e le esperienze della vita del Sud.
Faulkner prestò servizio nella prima guerra mondiale nella Canadian Royal Air Force. Si sposò negli anni '20
e pubblicò il suo primo romanzo ‘Soldiers Pay’, sotto l'influenza di scrittori come il suo amico Sherwood
Anderson. Il lavoro maturo di Faulkner è famoso per presentare una rappresentazione e dissezione del
dopo guerra del Sud, focalizzate in particolare sulla sessualità, violenza, relazioni di razza e il declino della
tradizionale cultura del Sud. Lavorò come sceneggiatore in Hollywood per tre decenni iniziando negli anni
'30 e fu premiato con Il Nobel per la letteratura nel 1949.
Gertrude Stein nata in una famiglia ricca, pubblicò ‘Three lives’ privatamente nel 1909. La storia centrale
Melanctha fu l'ultima scritta tra le tre vite ma fu un’adattazione del lavoro precedente (non pubblicato fino
al 1950). Nel suo saggio del 1926 ‘Composition explanation’, Stein spiegò la sua scrittura in ‘Three lives’.
Stein fu influenzata in quel tempo da Cezanne, la cui attenzione al dettaglio e il cui falso approccio ingenuo
all'arte le permise di iniziare ‘Three lives’ come un nuovo tipo di scrittura. Il suo ‘continuo presente’ è uno in
cui, in relazione alla durata di Bergson e lo stream of consciousness di James, non c'è una progressione
lineare attraverso il tempo nella narrativa ma una successione di momenti che circondano la coscienza.
L’aspetto contro-convenzionale al modernismo è rappresentato dalla storia centrale, Melanctha, con la sua
sperimentalizzazione linguistica, indeterminatezza narrativa e l’eroina afro-americana. Un critico, Donald
Sutherland, disse addirittura che Three lives, in modo più radicale rispetto ad ogni altra storia del tempo
scritta in inglese, aveva riportato in vita la lingua. Tutte e tre le donne sono outsiders etniche che
conducono vite frustrate legate a delle morti infelici. L'epigrafe del libro sottolinea il suo ritratto delle vite
piene di sofferenza portate dall' inclinazione naturale. La bontà di Anna, la gentilezza di Lena e qualcosa
senza nome in Melanctha sono la causa delle loro vite infelici ed eventuali morti. L’infelicità di Melanctha
appare essere collegata al suo io diviso ed il suo desiderio, che Stein ritrae in termini di sessualità ed
etnicità. La narrazione è ampiamente strutturata sulla relazione di Melanctha con Jeff Campbell, un dottore
che frequenta sua madre, e si muove attraverso gli incontri psicologici tra i due prima mostrando
l’abbandono di Melanctha per servizio e rispettabilità con Rose Johnson, per cui sembra avere un irrichiesto
e sublimato amore. Melanctha è quindi la storia che ha avuto più attenzione da parte della critica perché è
la più sperimentale dal punto di vista formale, modellando la sua prosa sul processo mentale del
personaggio, ma anche per le continue immagini sessuali combinate ai problemi della sua etnicità. Gli
aspetti del lavoro di Stein che hanno a che fare con l’etnicità in Melanctha ha attirato molti commenti
recenti. Michael North sostiene che scrittori come TS Eliot e Gertrude Stein hanno re immaginato loro stessi
neri, hanno parlato attraverso una voce nera e usato quella voce per trasformare la letteratura del loro
tempo. Come l’uso di Picasso di maschere nere, l’adozione di una maschera nera ha permesso a Stein in
Melanctha di disprezzare gli stili e le convenzioni da cui desiderava scappare per rappresentare
interamente sia la sua vita che una nuova forma di scrittura del ventesimo secolo. Un’altra scrittrice che
trattava di questi temi è Nella Larsen. Larsen fu una delle scrittici donne di spicco del Rinascimento che
trovò una casa ad Harlem, insieme a Jessie Fauset e Zora Neale Hurston. I romanzi di Larsen si distinguono
nel loro ritratto della sessualità ed etnicità in relazione alla figura della New Woman tra l’emergere della
borghesia nera. In Quicksand, Helga Crane è una donna sofisticata ed intelligente che sposa un predicatore
ed è trasportata dalla soffocante atmosfera della chiesa parrocchiale meridionale e ripetuti parti. Il
romanzo critica la tenuta che gli stereotipi hanno sulla percezione e la presentazione di se stessa di Helga.
Incerta sulla natura dei suoi desideri, ha paura della sua stessa sessualità e le sue relazioni con i discorsi di
primitivismo. Cercando di arrivare alla conclusione con la sua identità come figlia di genitori di etnie
combinate, Helga cerca una fuga dalla sua repressione in Danimarca dove cade nella trappola di un altro
stereotipo raziale: presentata come l'Altro esotico in abiti pregiati, viene presentata dai suoi ricchi parenti
nella società scandinava. Rifiuta una proposta di matrimonio in Danimarca e questo accompagna il suo
senso di alienazione all’interno della mercificazione dei bianchi e va ad Harlem, dove si identifica con la
cultura del padre. Helga si trova tra le scelte della condannazione sociale della sua sessualità stereotipata
da donna nera e la schiavitù all’interno di un matrimonio soffocante. Il libro percorre il suo declino e
delusione da quando si trasferisce dalla sua casa accademica nel collegio per neri in Naxos, attraverso
Chicago , dove trova rifiuto e anonimità nel nord bianco, Harlem, dove percepisce un essenzialismo nero
dalla mente ristretta in una comunità per il quale la razza è l’unico argomento, e Danimarca, dove si trova in
una curiosità di conversazione, ad Alabama, dove la religione, il matrimonio e la famiglia confortano e allo
stesso tempo opprimono la popolazione nera.
Il lavoro di Larsen è modernista nella sua presentazione di una nuova identità e di un’identità in crisi.
Quicksand è aperta ad una semplice lettura strutturalista, in quanto presenta in essa stessa dei binari
irrisolti (ricco/povero, bianco/nero, USA/ Europa, individuo/gruppo, tema sessuale/ estasi religiosa,
nord/sud) ma è un romanzo molto più complesso e la sua esplorazione dell’esperienza sessuale femminile
lungo la sua analisi degli stereotipi etnici e dell’ibridità, ne fa un convincente resoconto della doppia
coscienza tra le guerre.
Con Passing, Larsen sembra sviluppare la divisione delle personalità buona/cattiva, spirituale/fisica,
repressa/espressa di Helga nei due personaggi di Irene e Clare. Le donne ‘passeggere’ possono essere
intese anche nei termini di una nuova possibilità umana procurata dall’anonimità della città, combinando
una rispettabilità conservativa con una libertà sessuale al di fuori dei confini della famiglia tradizionale, del
patriarcato, così come Stephen Dedalus capì di avere il bisogno di fuggire dalle reti dell’Irlanda. Nel caso di
Clare in Passing è una morte melodrammatica che chiude la sua storia, suggerendo una censura della sua
ambiguità etnica o una critica della duplicità che adotta in una società razzista. Clare è l’amica del passato di
Irene che ora riappare come una donna bianca. Clare deve sopprimere la sua sessualità per la paura di
concepire un bambino con la pelle scura con suo marito bianco, e rappresenta la paura della sua identità
nera con cui Helga aveva dei problemi in Quicksand. Ma la narrativa si focalizza su Irene ed è attraverso i
suoi pensieri che il lettore deve valutare. I suggerimenti del dualismo e, in un certo punto,
dell’omosessualità, significa che la morte di Clare alla fine del romanzo, la presenta come una compagna
segreta o come una doppelganger alla quale Irene segretamente augura di morire perché Clare rappresenta
il logico, ma inaccettabile desiderio di Irene: essere una benestante, privilegiata borghese bianca. Il lavoro
di Irene di è presumibilmente dedicato a sensibilizzare la coscienza razziale, ma la maggior parte della sua
energia appare per promuovere se stessa tra la comunità liberale bianca, di cui ne corteggia la società
attraverso cocktail party, raccolte fondi e eventi di carità. La morte di Clare alla festa di Natale alla fine
sottolinea il suo sacrificio da parte di Irene , che ha sempre più fatto riferimento all'attrattiva di Clare per lei
dopo le prime speculazioni sulla vita amorosa eterosessuale di Clare. Clare appare una figura di Hyde che
Irene uccide per preservare il suo senso sano della sua identità, permettendo alla sua coscienza razziale,
sessuale e liberale di sopravvivere a spese di uccidere il suo sé più profondo. Questo può essere letto come
un tentativo fallito di liberarsi delle norme sociali perché in Passing, così come in Quicksand, la donna nera
sessualizzata cade alla sua morte. Larsen morì negli anni 60 del 900 e alla sua morte le fu attribuito poco
riconoscimento.
Simon Gikandi scrive che c’è un senso con il quale il modernismo iniziò ad essere letto, specialmente dagli
scrittori neri colonizzati, come un modo della liberazione della razza stessa. Il movimento ebbe un grande
riscontro per gli scrittori neri sia in Africa che nelle Americhe: era responsabile di una trasformazione
maggiore della scrittura delle persone di colore in queste regioni, e stava per diventare la giustificazione per
vari movimenti del Rinascimento culturale in posti diversi come Harlem in New York e Haiti nei Caraibi. Il
modernismo diventa le possibilità sovversive di un tipo di passaggio in cui un appropriazione prende il
posto delle sensibilità dei bianchi, e una nuova agenda etnica è attivata significando innovazione e
invenzione. Il poeta di Harlem, Langston Hughes racconta una storia di come stava scioccando i suoi amici
bianchi con le storie di quanti neri stavano passando per bianchi in tutta l'America, prende in
considerazione una coppia bianca, stava per stupire i borghesi molto bene, quando la donna si appoggiò sul
tavolo nel mezzo della loro dissertazione e disse ‘ascoltate gentiluomini io e mio marito nemmeno siamo
bianchi, siamo solo passati bianchi per gli ultimi 15 anni ‘. Tutti ridono della storia di Hughes e alla fine della
Sera, la donna riversa la sua storia e dichiara che lei e suo marito stavano solo passando come persone che
stavano passando. Il narratore di Hughes si chiede se erano davvero bianchi che passavano per colorati o se
erano colorati che passavano per bianchi. Le reinvenzioni di identità e le dualità del modernismo
incoraggiano domande da essere chieste, ma le risposte sono molto più complesse.
Faulkner è un altro scrittore i cui lavori hanno dato spazio a discussioni sull’etnicità. I suoi romanzi sono
pieni di ammirazione per i personaggi afroamericani, particolarmente nei termini della loro resistenza e
tolleranza, ma questi sono sentimenti patriarcali sottolineati dal punto di vista di Faulkner. The Sound and
the Fury è un complesso tour de force della scrittura modernista separata in quattro parti. le prime tre sono
narrate dai fratelli Compson, Benji, Quentin e Jason, Ogni parte contribuisce a ritrarre una famiglia del Sud
in declino, con La scomparsa di Caddy, la sorella dei fratelli, il cui comportamento sessuale è esercitato più
di quanto pensassero. I Compson hanno venduto il loro pascolo così che Caddy possa sposarsi e Quentin
possa andare a studiare ad Harvard e venti anni dopo il loro terreno è stato trasformato in un campo da
golf. La prima parte è narrata da un idiota, Benji, Un 33 enne comparato a Cristo che non ha la concezione
del tempo. Il suo racconto consiste di un monologo interiore. Benji è bloccato nei suoi ricordi e non può
distinguere il passato dal presente, come metafora del Sud a partire dalla guerra civile. la seconda parte è
narrata da Quentin e precede il suicidio annegando 18 anni prima nel 1910, prendendo in giro la vendita
della famiglia per educarlo. Nei suoi ultimi giorni Quentin è ossessionato dalla perdita della verginità di
Caddy e si sente colpevole del suo desiderio incestuoso per lei punto la terza parte appartiene al violento
ferramenta Jason, che è arrabbiato per quello che vede e dei suoi parenti egoisti e irresponsabili ma è
anche geloso di Caddy perché pensa che è scappata dal destino della famiglia (Ha lasciato anche la sua
illegittima figlia , anche lei chiamata Quentin). La narrazione di Jason prende luogo di venerdì, il giorno
prima della narrazione di Benji , mentre ultima parte e il giorno dopo, la domenica di Pasqua. Questa
sezione rivela i valori distorti dei Compson e lo stile di vita degenerato attraverso la focalizzazione sul loro
servo Dilsey e il loro nipote Luster. Faulkener afferma che le quattro parti del The Sound and the Fury
Furono dei tentativi falliti di raccontare la stessa storia in diversi modi. Lo stile è stato chiamato gotico del
Sud è caratterizzato da grottescherie, melodramma, eccessi, immagini bizzarre. L'intensità e la rivalità delle
relazioni tra uomini e donne, neri e bianchi, vicini e parenti aggiunge una qualità mitica alle storie di
Faulkner, ma sono anche marcate da una preoccupazione per gli emarginati. L’ossessione sessuale dei
Compson per Caddy è in contrasto con l’altro taboo dell’incesto, che è un’altra ombra che cade sulla
famiglia Compson e le sue fortune. E’ la quarta sezione del romanzo che acquisisce una voce diversa da
quella dei Compson e offre aspetti alternativi degli afro-americani quando il narratore in terza persona
entra nella storia. Per esempio il reverendo Shegog appare come una figura che passa per un pastore
bianco nel suo uso del linguaggio, ma il suo discorso cambia in un dialetto nero quando il ministro tocca
questo tema. Con la sua concentrazione su Dilsey e Luster, la quarta parte, o gospel finale, del romanzo di
Faulkner consente una re immaginazione del significato dei vari motivi del libro che lo hanno portato ad
essere letto come un’allegoria del sud, come il trattamento dell’agonia di Christ e come una meditazione
filosofica protratta sulla memoria, cambiamento e tempo, nel quale il passaggio alla narrazione in terza
persona deve essere letto non solo come un esempio o un’allegoria della privazione dei diritti delle persone
nere, ma nel contesto dell’agonizzante stato d’animo dei tre narratori precedenti. Questi stati d'animo
suggeriscono anche i problemi del Sud con Il colore, in cui la narrazione di Benjy, per esempio, non sa
niente delle divisioni raziali che governano la sua società, forzando i lettori a stabilire il posto e l’importanza
dell'etnicità, la discriminazione e il colore della pelle per loro stessi. Benjy è un muto, e quando viaggia con
Dilsey e gli altri a ‘Nigger Hollow’, è sia Incapace di riportare quello che scopre e (alcuni critici lo vedono
come la figura di Cristo ) è privilegiato essendo l'unico bianco che può attraversare la linea del colore. Benjy
anche castrato, che è qualcosa che Quentin vorrebbe su di lui stesso . Quentin è anche a volte scambiato
sia per una donna che per un uomo di colore, sfidando le divisioni di genere e di razza su cui è basata la
società dei Compson, un fatto aggravato dalla decisione di Caddy di chiamare sua figlia come suo fratello.
Diventano un tutt’uno quando ‘lui era niente e loro erano niente e non c'era nemmeno una voce ma invece
i loro cuori parlavano l’uno all'altro dietro il bisogno di parole’. E’ una visione di unione comune che va
dietro il linguaggio della divisione che ha percorso la narrazione . Comunque, nonostante il simbolismo
contenuto nel sermone afroamericano nel giorno di Pasqua, nel quale Benjy, e forse anche Faulkner
attraversa la linea del colore, la realtà della salvezza e della redenzione rimangono molto lontani.
FORSTER
Forster era principalmente uno scrittore Edwardiano che ha a che fare con le restrizioni basate sulla libertà
personale dalle sensibilità inglesi, ma il suo lavoro successivo, specialmente nel suo ultimo romanzo ‘A
passage to India’, può essere chiamato modernista nel suo uso del simbolismo e il suo stile di ripetizioni con
variazioni (che Forster chiamava ‘ritmo’). Un libero pensatore, Forster fu associato al Bloomsbury group e
visse la maggior parte della sua vita al King’s college, a Cambridge. Fu un membro del labour party, un
agnostico e un noto umanista liberale che credeva fortemente nelle relazioni personali: scrisse nel 1939 che
tradirebbe il suo paese piuttosto che un suo amico. I suoi primi romanzi e storie usano l’Italia e la Grecia
come un’antitesi alla repressione dell’Inghilterra. Il suo romanzo omosessuale ‘Maurice’, scritto nel 1913-14
fu pubblicato postumo.
W.B. Yeats
Yeats è nato a Dublino in una minoranza angloirlandese protestante. Suo padre era un pittore e un
avvocato, sua madre proveniva da una famiglia benestante. Nel 1883 rifiutò di andare al Trinity college e si
diede all’arte e alla poesia. Yeats si unì alla Theosophical society e all’ordine del Golden Dawn, fondò the
Irish Literary society e fu un membro attivo dell’Irish republican brotherhood dal 1896 al 1900. Per i 15 anni
successivi alla sua raccolta di storie folk del 1893 ‘the celtic twilight’, Yeats cercò di istigare una nuova
poetica irlandese , un teatro nazionale e unificare la mitologia celtica. Nel 1896 incontrò Lady Gregory, che
divenne una patrona e invitò Yeats a trascorrere le sue estati a Coole Park. In seguito alla formazione dei
gruppi militari come the irish citizens army e the ulster volunteer force, fece rinascere in Yeats l’interesse
nel nazionalismo irlandese, e divenne un senatore dell’ Irish free state dal 1922 al 1928. Le influenze che
modellarono la sua poesia dopo il 1916 possono essere riassunte come segue: la causa nazionalista,
l’identità irlandese, l’aristocrazia protestante , la guerra civile, il suo amore per Maud Gonne e sua figlia
Iseult, il suo matrimonio con Georgie Hyde-Lees e le rivelazioni che percepiva automaticamente scrivendo
e il misticismo. Durante questo periodo, compose diverse poesie che fecero parte delle sue opere
moderniste principali tra le guerre.
JAMES JOYCE
Il più grande di dieci figli, Joyce nacque in una famiglia cattolica benestante, ma presto impoverita, a
Dublino. Fu educato in una scuola gesuita e frequentò l’università. Durante un breve tentativo di studiare
medicina a Parigi, si diede alla poesia e iniziò a disegnare sketch. Dopo essere ritornato a casa per visitare
sua madre morente e incontrare la sua futura moglie, una giovane donna di Galway chiamata Nora
Barnacle, Joyce visse a Pola, Trieste, Roma, Zurigo e Parigi. Nonostante questo esilio volontario, tutte le sue
storie sono ambientate a Dublino. La prima più grande pubblicazione di Joyce fu il ciclo di short stories
Dubliners, presto seguito dal romanzo semi autobiografico ‘A portrait of the artist as a young man’ , che
narra lo sviluppo di Stephen Dedalus da bambino a studente universitario che decide di diventare un
artista. Il suo prossimo libro Ulysses è ambientato in un giorno a Dublino nel 1904 e usa l’odissea di Omero
come un mezzo per esplorare l’individuale urbano moderno con dettagli senza precedenti e sincerità.
Nonostante Joyce abbia pubblicato anche tre volumi di poesie e un’ opera teatrale, Exiles, il suo unico altro
romanzo fu pubblicato 17 anni dopo Ulysses: Finnegans wake, la storia di una notte, raccontato attraverso il
linguaggio dei sogni della mente inconscia di un gestore di un pub. Lodge sostiene che la letteratura
moderna oscilla tra due poli dominanti del simbolismo. Facendo riferimento al formalista russo Jakobson, il
quale sostiene che due tipi di immagini figurative, metafora e metonimia, giocano con il linguaggio in due
modi molto diversi. Lodge approfondisce l’argomento e sostiene che alcuni scrittori moderni, come Beckett
e Stein, aspirano alla condizione di afasia, la perdita di abilità di comunicare. La metafora funziona
descrivendo analogamente una cosa in termini di un’altra alla quale non è letteralmente collegata ma ha
qualche somiglianza (finestra per occhio). In contrasto, la metonimia funziona per attiguità e associazione e
rimpiazza un oggetto con il suo attributo (greens per vegetables). Per Jakobson, la distinzione tra metafora
e metonimia può spiegare molte differenze: i film sono metonimici, il teatro metaforico, la prosa e l’epica
metonimici, la poesia e la lirica metaforiche. L’interpretazione dei sogni di Freud si riferisce agli aspetti
metonimici del lavoro dei sogni (condensazione e dislocamento) e aspetti metaforici (identificazione e
simbolismo). Per Lodge, il valore nella teoria di Jakobson sta nel suo potere esplicatorio se si considerano i
cambiamenti letterari nel tempo. Il romanticismo del XIX secolo era caratterizzato dalla metafora nella sua
rappresentazione di individui e della loro vita immaginaria in reazione all’immaginario del classicismo
metonimico del XVIII secolo usato per descrivere il sociale. Il realismo era metonimico, mentre il
modernismo oscillava nella direzione opposta. Nel XX secolo il processo accelerò. Gli scrittori politici
socialmente consapevoli degli anni ’30 favorivano la metonimia, mentre i tardo modernisti volevano il
recupero della metafora. Il postmodernismo vide la resurrezione della scrittura metaforica nel suo uso della
modalità fantasy, nel suo smantellamento radicale di personaggi e trama ed esperimenti con la lingua. La
distinzione più importante è quella tra lo stile principalmente metonimico del realismo e la modalità
metaforica modernista. Questo può essere dimostrato osservando i titoli: David Copperfield,
Middlemarch, Mary Barton, Northanger Abbey indicano la propensione degli scrittori realisti per
il rappresentativo, il sociale e l’uso della parte per rappresentare il tutto. Heart of Darkness, To the
Lighthouse, The Waste Land e The Rainbow operano non attraverso l’associazione ma risonanza simbolica.
In maniera simile, la distinzione può essere fatta anche a livello dei personaggi: Dickens è metonimico,
l’interpretazione dei personaggi della Woolf invece è metaforica (Clarissa Dalloway come uccello). Parte
dell’enfasi sulla metafora nel modernismo può essere dimostrata per il suo uso di simboli per effetti
allegorici o rappresentativi; uno sviluppo dalla credenza simbolista che lo scopo dell’arte fosse non
denotare ma connotare, veicolare attraverso simboli la realtà trascendente dietro le apparenze. In
letteratura, il simbolismo ha origine nel lavoro di Baudelaire e si è evoluto in parte contro il naturalismo di
Zola. Mentre il simbolismo fiorì anche nel teatro e nelle arti, tra i simbolisti ci furono diversi scrittori come
Rimbaud, Verlaine e Mallarmé che abbandonarono i vincoli delle rime, forma e metrica in favore del verso
libero che sottolinea ritmo e musicalità nelle poesie che frequentemente si concentrano sulla morte,
l’erotico e i sentimenti religiosi. Parlando generalmente, un simbolo si basa su un lato nell’avere un
significato vero e concreto, ma anche un complesso di significati. In to the lighthouse di Woolf, il faro
simboleggia diverse cose e questo cambia col passare degli anni. Uno dei testi simbolicamente più ricchi
degli anni 20 è A passage to India di Forster che incorpora sia il simbolismo che il realismo.
Si basa parzialmente su ciò che Forster e gli altri chiamavano il dilemma liberale: l’opposizione
all’estremismo politico e l’intolleranza combinato con un rifiuto all’usare la forza. Due elementi del libro
possono illustrare i suoi aspetti modernisti: ritmo e simbolismo. Forster e i suoi critici avevano usato il
termine ritmo per denotare l’uso strutturale nelle storie dei leitmotifs (tema ricorrente) o ‘ripetizioni con
variazioni’ , che dipende dalle parole e frasi ripetute che accumulano risonanze e significati. Ritmo quindi si
riferisce all’uso ripetitivo delle espressioni, incidenti o personaggi per creare un effetto pulsante nello
sviluppo del tema di un testo. Il libro è formato da tre parti: ‘Mosque’, ‘Cave’ and ‘Temple’, tre spazi indiani,
che rappresentano l’Islam, Jainismo( una religione atea del 5 Secolo d.c.) e l’induismo. Il libro segue anche
uno sfondo stagionale nelle sue tre parti, dal clima freddo, al caldo, alle piogge. L’altro elemento chiave
della costruzione del libro è il simbolo centrale delle caverne, che è stato interpretato in diversi modi: il
primo, appare uno spazio vuoto per abbinarsi alla percezione di Forster del vuoto metafisico in un universo
senza Dio. Secondo, si abbinano alla visione di Forster dell’India come un luogo di mistero e nullità. Terzo,
le caverne vuote possono essere lette come un simbolo dell’assenza principale nel libro, il suo centro
mancante: l’enigma di ciò che è successo ad Adela. Una variazione su questa lettura è stata offerta da
Brenda Silver, che descrive le principali tecniche del libro come perifrasi. La storia racconta della ricerca di
Adela nella scoperta della ‘vera India’. Quello che trova in realtà sono le colline di Marabar accompagnate
da un’atmosfera di nullità spirituale, paura sessuale e illogicità umana nell’universo. Ci sono argomenti che
dicono che l’India è ridotta alle caverne di Marabar nel romanzo. Le caverne sono considerate come
inspiegabili e sconosciute, lontane e senza tempo, come l’India. Forster disse al suo pubblicatore nel 1924
che era stato attento in A passage to India a non alludere alla politica contemporanea. Nel 1960 ha detto al
suo biografo che il libro non parlava dell’incompatibilità tra l’est e l’ovest, ma trattava della difficoltà del
vivere nell’universo. Il romanzo suggerisce il punto di vista di Forster secondo il quale la politica è opposta,
o almeno sempre in tensione, all’amicizia. Il mondo, pensava, è un globo di uomini che stanno cercando di
raggiungere l’un l’altro e possono farlo nel modo migliore con l’aiuto della buona volontà insieme
all’intelligenza e la cultura. ‘Goodwill’ è una delle parole più frequentemente menzionate nel romanzo e
fattori personali sono visti come modi di unire le persone, mentre i fattori politici sono ritratti come fonte di
divisioni. Per Forster A passage to India, in diversi modi, rappresentava tutto quello che aveva da dire sulla
situazione dell’umanità sotto la modernità e questa è stata una delle ragioni per la quale non ha più scritto
romanzi.
Come quelli di Forster, i lavori di W.B. Yeats sono generalmente ritenuti di avere intensificato la raffinatezza
formale durante la sua carriera, ma in contrasto con Forster, ha continuato a pubblicare i suoi lavori migliori
fino alla sua morte, ed è negli anni tra le guerre che Yeats si affermò fermamente come uno dei più grandi
modernisti. La sua poesia contiene una fusione di forme e contenuto in ritmi chiari che si abbinano ai
sentimenti che esprimono. Il sistema simbolico di Yeats è descritto in ‘A vision’ e si rifà ad una teoria della
storia influenzata dalla filosofia critica di Vico e il Neoplatonismo di Plotino. Il pensiero centrale di Yeats era
che la storia può essere interpretata come una serie di coni in espansione; ogni epoca genera una tendenza
centrifugale che alla fine produce decadenza o disintegrazione. Ogni cono è più precisamente un doppio
cono, come tesi e antitesi sono in progresso simultaneamente. Il termine che Yeats utilizzava per questo
era ‘gyre’ (vortice), un movimento a spirale applicabile alla vita di qualsiasi individuo così come alla storia.
Per Yeats la storia e la vita si muovono attraverso un millennio, cioè la misura simbolica di un essere che
attiene la sua maturità flessibile e poi sfocia in un’epoca rigida. I simboli non solo agiscono come segni che
denotano certi valori e significati, si portano con sé anche connotazioni di altri significati. In questo modo,
tutto il simbolismo coinvolge ambiguità e disaccordo al di sopra dei significati. Una discussione più estesa di
una delle poesie di Yeats possono illustrare le sue teorie storiche e il suo uso del simbolismo: ‘Leda e il
cigno’ di ‘The tower’. Nella mitologia greca Leda era una regina di Sparta, la moglie di Tyndarus. Zeus si
presentò sotto forma di un cigno mentre Leda stava facendo un bagno, e lei diede vita a due uova, da uno
dei quali uscì Clymenestra, la moglie e in seguito l’assassina di Agamennone, e dall’altra uova Elena di
Troia, che sposò Menelao il fratello di Agamennone, il cui rapimento da parte di Paride scatenò la guerra di
Troia. Nel passato ‘Leda and the swan’ è stata vista come una celebrazione del potere e una guida creativa
come ’Tiger Tiger’ di Blake, mentre alcune femministe lo hanno visto come una sgradevole celebrazione
dello stupro. In termini del sistema di immaginazione di Yeats, la città di Troia, è uno degli elementi più
importanti. Troia fu la città catturata dai greci sotto la guida di Agamennone dopo un assedio di dieci anni
come raccontato da Omero nell’Iliade. La città era considerata solo immaginaria fino a quando la sua
esistenza fu provata dagli scavi da parte di Heinrich Schliemann in Turchia. Troia divenne per Yeats il
simbolo primario di una civilizzazione superiore distrutta dai principi greci in guerra sotto Agamennone, che
per Yeats distrusse un grande impero e ha messo al suo posto ‘un’anarchia intellettuale’. Yeats considerava
la caduta di Troia come un momento in cui è avvenuta un’annunciazione. L’occasione è la concezione di
Elena di Troia, il prodotto di un intervento divino nella storia, come Cristo. Leda and the swan, considera gli
antecedenti pagani del cristianesimo, così come la poesia di Yeats, ‘The second coming’ visiona l’eclissi del
regno cristiano dell’anno 2000 e l’arrivo di una nuova fase storica con la bestia grezza che si piega verso la
sua nascita a Betlemme. ‘The second coming’ ha a che fare con l'annuncio di un altro ciclo storico Chi segue
quelli presagiti dalle due annunciazioni a leda e alla Vergine Maria . Questi cicli costituiscono uno sfondo
per la storia. Ognuno e Unione di un Dio ed una donna, ed entrambi producono delle nascite significative.
l'unione di Leda con Zeus dà alla luce la Grecia omerica, così come la festa cristiana Dell'annunciazione il 20
5 Marzo , esattamente 9 mesi prima di Natale, celebra il momento della concezione di Gesù, l'inizio della
cristianità. Entrambi sono l'inizio di un'epoca e la fine di un'altra, causata dalla perdita di controllo in una
civiltà. La concezione di Elena, annunciata in Leda and the Swan , marca l’inizio dell’era greca e la dimessa
di Troia. Per Yeats, Elena di Troia era anche un simbolo personale della sua musa Maud Gonne, l'attivista
politica rivoluzionaria che aveva comparato ad Elena in un'altra poesia ‘no second Troy’. I cigni sono simboli
archetipali trovato attraverso i lavori di Yeats e alludono al poeta elisabettiano Edmund Spenser, pittura,
mito celta e la proprietà di Lady Gregory. Il simbolo del cigno costruisce in risonanza in tutto il corso della
sua poesia , diverse volte sta per potere, forza fallica e purezza, e, come il ritmo di Forster, ogni menzione
del cigno aggiunge all’intensità dell’immaginario mentre serve come abbreviazione per molte idee
complesse. In Leda and the Swan, Yeats ipotizza ripetitivamente sulla posizione della donna. Fa delle ipotesi
sul se Leda con la sua gravidanza sia diventata divina per metà o interamente. Entrambi madre e figlio sono
masterizzati da questo potere dal cielo che si trova sia al di sopra dell'umanità e quindi divino , sia al di
sotto di esso e quindi animale bruto. Buongiorno il suo potere compiuto, Zeus è indifferente nei confronti
della donna e la lascia cadere, ma non prima , secondo le ipotesi di Yeats, Leda riceve sia La Sapienza, la
annunciazione e il potere, la ferocità divina che, attraverso il suo bambino, gli dei arriveranno ad imporre
sugli uomini . Leda diventa il mezzo fisico attraverso il quale il terrore entra nella storia attraverso un
momento di violazione. la morte di Agamennone e le morti precoci di tutti gli eroi di Troia (come Ercole,
Achille e Paride ) possono essere visti come conseguenze della brutalità al di sopra di Leda. In termini di
analisi di modernismo, come mitologizzare è frequentemente percepito come un tentativo di scappare
dalla storia, evitare di confrontare le realità della vita moderna , dalla cultura di massa fino alla democrazia,
che gli scrittori immersi nell’educazione classica e nell’alta cultura trovarono alienanti e sconcertanti. Per gli
stessi modernisti , il punto di usare il mito era quello di compensare la frammentazione non soddisfacente
nel mondo moderno: creare una narrativa che poteva rendere sensato il cambiamento sociale molto rapido
della modernità . In termini Junghiani, il mito, rappresenta la funzione degli umani di percepire delle verità
basiche. Per esempio, in quasi tutte le religioni, ci sono miti di dei che si distinguono come animali, che è un
modo di scendere a patti con gli istinti animali nella natura umana, che gli dei rappresentano nei sogni o nei
miti. Mentre la poesia di Yeats è un’espressione della sua teoria dei cicli iniziata dall’apparizione o
rivelazione degli dei nel mondo, il suo concetto ha meno a che fare con il super naturale che con
informazioni sia sulla realtà e sugli affari umani, un interesse che lo lega con James Joyce, la cui prosa
narrativa nasce da questo tentativo da parte dell’artista di rendere nel linguaggio il significato nascosto
degli oggetti. In questo sia Yeats che Joyce erano finalizzati ad una fusione tra il materiale e lo spirituale che
fu incarnato dal movimento simbolista. La manifestazione di una divinità nel mondo umano è chiamata
epifania. Nella sua gioventù, Joyce scrisse epifanie, simile a poesie in prosa, come un esercizio artistico.
Prese il termine dalla Bibbia, dove si riferisce alla rivelazione divina, come la manifestazione di Cristo ai re
Magi. Per Joyce, un’epifania era la rivelazione di qualcosa, il punto in cui l’anima dell’oggetto più comune ci
sembra radiante. Sentiva ci fosse un obbligo per l’artista di scoprire una verità spirituale nella volgarità del
discorso o dei gesti o in una fase memorabile della mente stessa. Questa è la descrizione che Joyce dà n
Stephen Hero , ma tagliato dalla sua versione rielaborata di A portrait of the artista s a young man. Ogni
capitolo di A portrait of the artist as a young man, che è in tanti modi una ricerca d’identità, finisce con un’
epifania, come Stephen vede in sé stesso aspetti d’amore, religione, arte o comprensione. Ogni epifania qui
è una sintesi del trionfo che il capitolo successivo distrugge. Le epifanie sono un’aggiunta del primo libro di
Joyce Dubliners, una sequenza di storie che devono tanto al modernismo così come al naturalismo. Le
caratteristiche modernista di questo libro sono: incertezza, particolarmente alla fine delle storie,
Simbolismo, intensità linguistica, un' estetica più che un focus morale, sperimentazione linguistica e una
guida per gettare il vecchio in favore del nuovo e un interesse nei lavori interni della mente dell'individuo
così come una realtà esterna condivisa. Dubliners si avvicina senza dubbio ad una forma modernista in ‘the
dead’, la storia finale, che non era una parte dello schema originale di Joyce per il libro. Lo stile di Joyce ha
diverse influenze e una degna di essere menzionata è Walter Pater. Nella scena finale, Gabriel medita sui
fantasmi viventi di Dublino, includendo sé stesso, e cerca, come Ibsen, il tempo When we dead awaken. La
visione di Gabriel è sia un’epifania che un’emanazione della descrizione di Pater. Il significato del simbolo
della neve è meno importante degli effetti del linguaggio e dell immaginario: ripetizione, allitterazione
virgola in versione, allusioni alla mitologia celtica e alla cristianità. Il passaggio è una meditazione lirica su
un viaggio dall est dell'irlanda, alle terre celtiche, linguaggio e mitologia, alla casa di Greta e alla morte,
dove il sole tramonta . La neve suggerisce persone ghiacciate, ibernazione dell'inverno prima della
rigenerazione della primavera (messo a confronto con forgetful Snow di Eliott all'inizio di the waste land).
Quando Joyce ripete lo stile di un passaggio lirico nel suo prossimo libro, a portrait of the artist as a young
man, come nella fine del capitolo quattro , sarà come una parodia , sia il personaggio di Stephen che la sua
pretensione di essere un artista. Il linguaggio di Joyce è notevole per la sua gamma: Puoi scrivere pro ce
poetiche, miriadi di stili letterari e popolari come in Ulysses, creare i più ridicoli giochi di parole e gli insulti
più volgari . L'uso controversale del linguaggio di Joyce inizia con le storie scritte per Dubliners. il libro fu
completato nella sua prima forma nel 1905, ma pubblicatore potenziali furono scoraggiati da eventuali
etichette e dal linguaggio grossolano del libro. Joyce rifiutò le richieste di cambiare il suo testo, e questo è
indicativo per l’importanza del linguaggio per lui ad ogni livello. Per esempio, la prima storia di Dubliners,
The sisters, contiene tre parole chiave per l’intera collezione: paralisi, gnomoni, e simonie. Per iniziare,
Joyce rese chiara la sua intenzione di scrivere Dubliners raccontando varie corrispondenze che il suo
obiettivo era quello di esporre la paralisi che sentiva fosse al centro di Dublino, una città che aveva prodotto
anime da pipistrello nella sua popolazione: le persone che erano state private della loro individualità, fatti
rientrare in una religione che toglieva la responsabilità all’individuo. Uno gnomone è il pilastro centrale di
un orologio solare e anche un parallelogramma con una sezione mancante, che avvisa il lettore del fatto
che la storia presenta diverse omissioni. La parola simonia si riferisce alla pratica di vendere reliquie
religiose e deve rappresentare una corruzione più ampia all'interno della chiesa. Joyce arriva questo in
diversi modi, ampliando dalla corruzione sessuale dei minuti fino alla dominazione non salutare dei preti
sulla vita delle persone in Irlanda. In un mondo di stoltezza, corruzione e assenza, le forze positive del
ambizione, energia, determinazione e zelo rivoluzionario sono tutti asportati dagli abitanti di Dublino. Secoli
di dominazione politica da parte dell'Inghilterra e il potere eccessivo conferito al clero e risultato in una
paralisi generale della mente e del potere libero, dell'essere trasceso solo dalla morte o l'emigrazione.
Attraverso la fine di a Portrait of the Artist as a Young man, Joyce Ha cercato di far competere Stephen
Dedalus con l’impero britannico nei suoi propri termini, usando le parole e le frasi che costituiscono la
realtà imperialista. Stephen Realizza che tutto quello che può dire nel linguaggio col colonialista eh già
un'espressione inglese. A Portrait of the Artist as a Young man finisce con la decisione di Stephen di usare i
suoi pugnali migliori aperti per lui punti silenzio, esilio, astuzia Implicando chi l'unico modo in cui può
arrivare a fare i conti con il cattolicesimo, politica e colonialismo in Irlanda e quello di rimuovere se stesso
fisicamente, linguisticamente e mentalmente dalle arene in cui è sempre stato catturato dalle regole
preesistenti, credenze e discorsi. Stephen sente il bisogno, per essere se stesso , di sorvolare le reti del
nazionalismo , religione e famiglia, che sono restrittive dell'identità personale. Il libro si muove attraverso
una serie di ricerche per il sé ,tentativi di creare un identità, si conclude in una dispersione nel momento in
cui le annotazioni del diario riducono il libro in frammenti. Finisce con una asserzione simile a quella di
Pater dell'individuo nel momento in cui Stephen proclama le sue stesse origini e la creazione della sua
coscienza razziale. Finisce anche con un linguaggio sgrammaticato e fratturato che mima il linguaggio
dell’inizio del romanzo, quando Stephen è un bambino: è una delle imprese più notevoli di Joyce di
dimostrare lo sviluppo di Stephen Attraverso la sofisticatezza crescente del linguaggio del narratore, così la
conclusione frammentata suggerisce che un nuovo Stephen sta per nascere. Questa intimazione della
rinascita è vero in termini della fine di questo romanzo, ma è anche vera nel senso che Stephen è rinato nel
prossimo libro di Joyce, Ulysses . Sia in Ulysses che in a Portrait of the Artist as a Young man, la narrazione
prende spesso il modo e spesso il linguaggio dei personaggi senza usare realmente la prima persona o
trascrivendo i loro discorsi o pensieri. Solo l’ultimo capitolo è interamente dato allo stream of
consciousness di un solo personaggio: Molly Bloom. Un soliloquio di quaranta pagine senza punteggiature
rivela Molly, che precedentemente è stata più un oggetto che un soggetto , essere un’intellettuale, con una
mente feconda piena di una vita interiore. Il metodo mitico del libro è sia ricco che complesso. Per T.S.
Eliot, per il quale l’uso della mitologia era grande così come in The Waste Land, l’obiettivo del livello
simbolico è meno quello di fornire significato quanto la struttura. L’immaginario controllato non ha a che
fare semplicemente con Omero e il livello di eventi e azioni. Per esempio, nel primo capitolo, l’Irlanda
sembra essere simbolizzata nella lattiera decaduta e nell’anziana Madre Grogan nella storia di Buck
Mullingan, mentre la sua soggiogazione è rappresentata dal portasigarette d’argento dell’englishman
Haines con il suo smeraldo centrale e dal Martello Tower in cui Stephen, Mullingan e Haines vivono. Il
simbolismo tematico organizza i capitoli in livelli di colore, cibo, scienza e arte. Nel suo primo riassunto
chiave schema scheletro del 1920 per il romanzo, Joyce incluse una colonna con la lista dei simboli
principali e i leitmotifs di ogni capitolo e nella seconda, un anno dopo, fece una lista con le corrispondenze
tra i personaggi di Omero e i propri. Nel secondo schema, ridefinì i suoi simboli cardinali per ogni capitolo:
erede, cavallo, ninfa, Eucarestia, vergine, madri, editore, Stradford, Londra, terra. In un senso importante,
tutte le parole erano simboli per Joyce, che, più di ogni altro scrittore, era attento al suo linguaggio su più
livelli. Come Sydney Bolt riporta, l’uso del simbolo della ricreazione dell’eucarestia, della parola fatta carne,
è lavorata sui dettagli della vita di tutti i giorni in Ulysses, nella misura in cui quei dettagli operano come
simboli. Come il suo simbolismo, il linguaggio di Ulysses è ampiamente variato, con quasi tutti i capitoli che
adottano un nuovo stile o numeri di stili. Ognuno di questi stili è appropriato per il tema del capitolo:
reportage giornalistico e scadenze in un ufficio di giornali in Aeolus, riviste di romanzi romantici quando si
parla di sesso e lusso a Sandymount Strand in ‘Nausicaa’ e dialogo drammatico nella scena del bordello
degli ubriachi in ‘Circe’. Alcuni capitoli usano diversi stili per obiettivi simili: in ‘Oxen of the sun’, i nove stili
diversi rappresentano tappe nell’evoluzione del linguaggio inglese, creando un parallelo con i nove mesi di
sviluppo di un neonato nell’ospedale. In questi schemi, Joyce include una lista di tecniche, dettagliando la
molteplicità degli stili nel libro, includendo il monologo maschile, Catechismo, dialettica, dialogo, preghiera,
soliloquio, oratorio, narrazione, prosa e monologo femminile . Questi si applicano solo alla costruzione dei
capitoli ed hanno una piccola indicazione sulle differenze tra di loro virgola che moltiplicano a seconda di
come il libro si sviluppa , mentre c'è una metodologia diretta nella prima metà del libro, i capitoli successivi
seguono una traiettoria stilistica e linguistica molto più che una narrativa, creando nel 1922 un mosaico
eccentrico di tecniche che nessun scrittore realista del 19º secolo riconoscerebbe come un romanzo .
Ulysses è un romanzo comico vastamente dettagliato che si comporta come un compendio di innovazioni
moderniste, includendo lo stream of consciousness, la presentazione del flusso di esperienza, immagini
dell’io disintegrato, un concetto con l'estetica dell' artista, un senso di storia come taragna, una
fratturazione del linguaggio, un' illuminazione nella parodia e pastiche, una rielaborazione del mito e
celebrazione dell’esperienza urbana. Ulysses è Il libro come mondo, ma solo come il mondo è composto di
corrispondenze, è esso stesso un libro di simboli. In Finnegans Wake, Joyce tenterebbe di riprodurre quel
mondo in un romanzo con un nuovo linguaggio. Joyce ebbe due successori irlandesi maggiori in Samuel
Beckett e Flann O'Brien Entrambi dei quali sono stati piazzati sia nella parte modernista che
postmodernista. il libro At swim two Birds di O'Brien inizia con uno studente impoverito e ubriaco chi è il
narratore il cui nome non viene mai svelato al lettore punto ma questo è solo un livello della narrativa
all'inizio del libro mentre masticando un pezzo di pane si ritira nella privacy della sua propria mente ,
esattamente come Murphy e dà tre esempi di aperture diverse per il romanzo che sta per scrivere.
Attraverso questi tre livelli, O’Brien lancia uno dei più divertenti e sostanziosi attacchi contro le convenzioni
del romanzo realista, introducendo il romanzo sensazionalistico, una storia morale, un cowboy western,
una saga eroica, mitologia, una fiaba e una versione parodica delle formule narrative associate con ognuna .
La prospettiva onnisciente del testo realista e diviso in frammenti come stili narrativi, dalla storia letteraria
e la vita, sono giustapposti gli uni con gli altri. Il libro porta ai suoi limiti gli attacchi del modernismo sullo
stile realista della narrazione e spinge anche la forma del romanzo verso un linguaggio postmodernista, con
nessun tentativo di rappresentare un personaggio a tutto tondo ,una auto riflessione intensa, piccolo
riconoscimento per i confini del tempo e dello spazio e un numero di strati della narrazione che non
rimangono separati ma che sfociano l'uno nell'altro. Pubblicato nell'anno dell'inizio della guerra, At swim
two Birds può servire come un marcatore della fine della rivoluzione modernista.